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‘Cellule staminali neuronali: studio
sperimentale utilizzando diversi
modelli comparativi’
Introduzione
Il termine “cellula staminale neurale” fa riferimento a cellule del sistema
nervoso centrale (SNC), dotate non solo di capacità proliferativa, ma anche di
capacità autorigenerativa e di multipotenzialità, intesa come capacità di
generare i differenti fenotipi cellulari neurali quali astrociti, neuroni e
oligodendrociti.
A seguito della sua prima osservazione intorno alla metà del 1800 da parte
del patologo tedesco Rudolf Virchow, che la definisce letteralmente ‘colla
nervosa’, vengono attribuite al tessuto gliale molte delle caratteristiche
morfologiche e funzionali che determinano il Sistema nervoso. Studi
embriologici condotti da Wilhelm His nel 1889 offrono le basi d’osservazione
sullo sviluppo della neocorteccia. Confermando l’origine neuroectodermica
della Neuroglia, His propone l’esistenza di due diversi tipi cellulari durante
l’accrescimento del tubo neurale: le cellule precursori dei neuroni situati in
prossimità del ventricolo, zona deputata alla proliferazione delle cellule
germinali, e una popolazione di cellule denominata spongioblasti, posizionati
radialmente in modo da guidare la migrazione dei neuroblasti. Questi
spongioblasti, adesso conosciuti come glia radiale, hanno il corpo cellulare
situato vicino al ventricolo e una lunga fibra che si estende verso la superficie
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piale grazie alla quale formerà l’impalcatura per la migrazione radiale
neuronale (Rakic, 1971, 1972).
L’evidenza sperimentale sull’evoluzione del tessuto gliale viene proposta
tramite la marcatura di una serie di stadi dell’istogenesi: dallo staccamento
degli spongioblasti dalle membrane limitanti interna e esterna, al loro
allineamento radiale durante la migrazione nel parenchima cerebrale dove
continuano a dividersi originando astrociti.
I neuroblasti, precursori dei neuroni maturi, come la neuroglia originano da
progenitori neuroepiteliali; differenziano gradualmente durante la migrazione,
mediata da fibre gliali, spostandosi dal tessuto di origine verso la superficie
piale.
I neuroni sono cellule la cui funzione principale riguarda la trasmissione
dell’impulso nervoso, quindi la propagazione di informazioni tramite
segnalazione elettrica, occupando nell’encefalo circa il 10-20%. La restante
percentuale dell’encefalo è occupata da cellule che non conducono l’impulso
nervoso, le cellule neurogliali. Le principali funzioni a carico della neuroglia
riguardano principalmente la formazione di un supporto adeguato, formando
l’impalcatura necessaria per l’architettura neuronale, la protezione dei tessuti
cerebrali e la facilitazione della conduzione elettrica a favore dei neuroni che
essi circondano. Partecipano inoltre alla formazione della barriera
ematoencefalica, mediante i processi terminali le cellule gliali prendono
contatto con i vasi sanguigni che circondano il cervello avviando lo scambio di
sostanze nutritive necessarie al tessuto cerebrale; inoltre è risultato un
partecipante fondamentale alla trasmissione sinaptica, regolatore chiave del
rilascio dei neurotrasmettitori (Ndubaku et al.,2008). Tuttavia studi dettagliati
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nel corso degli anni hanno portato alla luce altri aspetti funzionali riguardanti la
glia radiale, una linea neurogliale, in particolare la loro importante
implicazione nei meccanismi di sviluppo del cervello come la guida della
migrazione di neuroni nello sviluppo iniziale, inoltre è stata evidenziata un’
intensa attività proliferativa e la capacità di dare origine ai differenti tipi
cellulari presenti nell’encefalo, dando vita a circa il 90% dei neuroni che
compongono.
1. Neurogenesi
La complessa organizzazione dell’encefalo si sviluppa a partire da un
piccolo numero di cellule altamente plastiche, neural stem cells (NSCs), che
durante il corso della neurogenesi proliferando acquisiscono una loro specifica
identità regionale e differenziano in diversi tipi cellulari (Merkle FT and Arturo
Alvarez-Buylla, 2006) (Figura 1A). Durante lo sviluppo del SNC, le NSCs oltre
che aumentare di numero nel corso del tempo raggiungono una disposizione
eterogenea nello spazio, diminuendo progressivamente la propria potenza,
ovvero la capacità di dare origine a differenti tipi cellulari.
Le prime fasi dello sviluppo neurale avvengono all’interno del tubo neurale
(Figura 1B) dove si ha la formazione di un tessuto epiteliale speudo-stratificato
disposto radialmente, caratterizzato da un particolare movimento alternato dei
nuclei chiamato migrazione intercinetica nucleare (Sauer, 1935), nella quale
durante il ciclo cellulare i nuclei migrano dalla zona apicale (ventricolare) alla
zona basale (piale) per poi tornare indietro. In questo contesto la divisione
simmetrica originerà due cellule figlie uguale tra loro (Rakic, 1995). Queste
cellule epiteliali andranno incontro ad una serie di cambiamenti riguardanti
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l’espressione genica, alcune caratteristiche citologiche e il loro potenziale
differenziativo. Tali cambiamenti danno luogo ai progenitori neuroepiteliali
caratterizzati non solo dall’induzione dell’espressione della proteina dei
filamenti intermedi nestina (Frederiksen and McKay, 1988; Lendahl et al,
1990) e del suo antigene correlato riconosciuto dall’anticorpo RC2 (Edwards et
al., 1990; Misson et al., 1988), ma anche per la capacità di dividersi sia in
modo simmetrico che asimmetrico. Le cellule neuroepiteliali si dividono sulla
superficie ventricolare, formando una zona ventricolare, ma durante l’interfase
i loro nuclei si spostano verso la superficie piale. Inizialmente le cellule
neuroepiteliali si dividono simmetricamente per incrementare il pool di cellule
staminali, ma in seguito inizieranno a dividersi asimmetricamente generando
una cellula staminale nella zona ventricolare e una cellula figlia che migrerà
radialmente verso l’esterno (Hausbensak et al.,2004). L’accumulo di cellule
figlie aumenta lo sviluppo del cervello e radialmente distende le cellule
neuroepiteliali (Merkle FT and Arturo Alvarez-Buylla, 2006).
In seguito alla formazione dei primi neuroni, le NSCs che risiedono nelle
pareti dei ventricoli laterali, a partire da cellule neuroepiteliali, vengono
rimpiazzate da cellule della glia radiale, che a loro volta diventeranno cellule
neuronali staminali adulte.
La progressione verso la differenziazione neuronica è determinata da un
cambiamento interno alla cellula, sembrerebbe infatti sia regolata dalla
downregulation dei markers tipici delle cellule progenitrici e l’upregulation di
molti markers dei neuroni maturi. L’equilibrio fra l’espressione di specifici
markers potrebbe essere alla base del destino evolutivo delle cellule del tubo
neurale (Sandberg et al, 2005)
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1.2 Neurogenesi nell’adulto
La visione del tessuto nervoso come un tessuto stabile e perenne, valutato
sulla base dell’attività proliferativa degli elementi cellulari, è stata accettata per
molti anni come concezione comune delle neuroscienze classiche.
Quest’ipotesi partiva dall’idea che avendo caratteristiche differenti neuroni e
cellule gliali derivassero da pools di progenitori separati. Intorno agli anni
settanta però emersero particolari importanti quando furono descritte cellule
con caratteristiche nervose in grado di incorporare la timidina triziata ([H]
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timidina) (Altman, 1966), consentendo di identificare un certo tasso di
proliferazione cellulare persistente in un’aerea posta sul contorno dei ventricoli
laterali e in misura minore nel bulbo olfattivo. Una serie di esperimenti
successivi dimostrarono che la neurogenesi persiste nel cervello dei vertebrati
anche in età adulta (Goldman and Nottebohm 1983; Galileo et al., 1990;
Alvarez-Buylla et al., 2001). Nel sistema nervoso centrale dei mammiferi adulti
sono stati identificate due principali regioni proliferative contenenti cellule
progenitrici neurali e sono: la zona sub-ventricolare (SVZ) lungo le pareti dei
ventricoli laterali (Figura 2) e la zona sub-granulare (SGZ) nel giro dentato
dell’ippocampo (Figura 3) (Lois and Alvarez-Buylla 1993). Le cellule di tipo B
situate nella SVZ e gli astrociti radiali nella SGZ che hanno l’abilità di
comportarsi da cellule staminali neurali, presentano molte caratteristiche degli
astrociti, come ad esempio la capacità di esprimere la proteina fibrillare acida
(GFAP) (Doetsch et al.,1999), che costituisce i filamenti intermedi degli
astrociti maturi; la completa ablazione di GFAP ,nel cervello di topo adulto,
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generava una totale perdita di neurogenesi (Imura et al.,2003; Garcia et al.,
2004).
Dato che cellule della glia radiale e astrociti della zona ventricolare
condividono molte proprietà, è stato ipotizzato che derivino dalla stessa linea
cellulare (Tramontin et al., 2003). In particolare, le cellule della glia radiale
delle pareti neonatali del ventricolo laterale occupa la stessa regione delle
cellule staminali astrocitarie della zona sottoventricolare dell’adulto.
Esperimenti basati sulla strategia Cre-lox, per marcare in modo specifico la
glia radiale neonatale hanno dimostrato che queste cellule generano neuroni,
oligodendrociti, cellule ependimali e astrociti parenchimali, oltre che astrociti
della zona sottoventricolare che agiscono come NSCs sia in vivo che in vitro
(Merkle et al., 2004). In conclusione evidenze sperimentali suggeriscono che le
NSCs gradualmente nel corso dell’evoluzione si trasformano da cellule
neuroepiteliali in cellule della glia radiale terminando nell’adulto in astrociti
della zona germinale (Merkle FT and Arturo Alvarez-Buylla, 2006) (Figura 4).
2. La Gliogenesi e le basi molecolari del
differenziamento
Lo sviluppo del tessuto nervoso è caratterizzato dalla generazione dei
differenti tipi cellulari in sequenze progressive. Il passaggio dalla neurogenesi
alla gliogenesi è caratterizzato da un cambiamento evidente nel comportamento
dei precursori staminali che, in fase precoce dello sviluppo, dopo aver generato
un certo numero di neuroni tramite divisione asimmetrica da l’avvio alla
gliogenesi ritornando a dividersi simmetricamente (Figura 5). I meccanismi
che regolano questo cambiamento, a livello embrionali, non sono conosciuti
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ma si pensa possano essere coinvolti sia fattori intrinseci, propri delle cellule
staminali neurali, che variazioni nella segnalazione extracellulare (Temple,
2001).
I precursori delle cellule astrocitarie, così come i neuroni, originano
direttamente dalla glia radiale della zona embrionale ventricolare. I precursori
neuroepiteliali per acquisire caratteristiche molecolari e citologiche tipiche
della linea astrocitaria, la Glia radiale, subiscono nuovamente un cambiamento
fenotipico. Come le cellule neuroepiteliali, le cellule della glia radiale si
dividono nella zona ventricolare e mantengono contatti con la superficie piale
attraverso un processo basale proiettato radialmente. Avendo molte
caratteristiche in comune, è probabile che le cellule neuroepiteliali si
trasformino direttamente in cellule della glia radiale, anche se non è stato
ancora dimostrato sperimentalmente. Del resto anche se non è ancora ben
chiaro come una cellula gliale sia in grado di produrre una moltitudine di tipi
cellulari presenti nel cervello sappiamo che le singole cellule della glia radiale
possono generare neuroni e che come popolazione sono i principali, se non gli
unici, progenitori primari del prosencefalo embrionale dei mammiferi (Anthony
et al.,2004).
Alcune cellule, durante la fase embrionale e post-natale, si separano dal
proprio epitelio e iniziando a proliferare migrano verso la zona sub-
ventricolare. Da questa zona in poi si generano precursori migranti che
viaggiando per lunghe distanze differenziano in glia matura o rimangono
progenitori immaturi (Zerlin et al.,1995;2004). Al termine dello sviluppo post-
natale una piccola parte di queste cellule rimane immatura e si riproduce
durante tutta la vita adulta.
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Numerose ricerche negli ultimi anni si sono focalizzate sullo studio dei
meccanismi molecolare alla base del differenziamento delle cellule neurali, a
tal proposito sono state scoperte le caratteristiche fondamentali delle cellule
staminali, come la multipotenzialita, la divisione simmetrica e asimmetrica.
Inoltre è stato osservato che il differenziamento astrocitario è caratterizzato sia
in vitro che in vivo dall’espressione di due markers, ovvero la proteina dei
filamenti intermedi GFAP, nota anche per la sua specificità negli astrociti
maturi, a la proteina calcio legante S100B, espressa anche in altri tipi di cellule.
La determinazione del lineage astrocitario può dipendere infatti sia da fattori
extracellulari, che da programmi intracellulari, come la regolazione
dell’espressione genetica. Un passo avanti nello studio cellulare è stato
l’attribuzione a geni, i cui meccanismi molecolari sono attivi durante il
commitment astrocitario, di un ruolo attivo nell’indirizzare le cellule verso un
determinato lineage. Un elevato numero di vie di segnalazione sono in grado di
promuovere il differenziamento astrocitario dei progenitori. Questi differenti
pathways agiscono in modo sinergico sulle stesse vie di segnalazione che
agiscono su GFAP che direttamente sul promotore. Inoltre dati sperimentali
dimostrano che la proteina S100B ha un ruolo attivo nell’influenzare queste vie
di segnalazione.
3. La Glia Radiale
L’acquisizione di proprietà specifiche da parte dei differenti tipi cellulari nel
sistema nervoso è probabilmente un processo di restrizione sequenziale nello
sviluppo. La restrizione della potenza da parte delle cellule staminali coinvolge
una gerarchia di fattori di trascrizione, fattori di crescita e fattori ambientali che