CAPITOLO 1
Introduzione La sessualità femminile, come quella maschile, varia da una cultura all’altra e nelle
diverse religioni del mondo ed è costantemente in cambiamento col trascorrere del
tempo da un periodo storico a un altro. La sessualità femminile è un argomento che
riguarda un’enorme varietà di questioni e processi relativi all’identità,
comportamenti sessuali, aspetti fisiologici, psicologici, sociali, culturali, politici e
religiosi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (2002) la salute sessuale è
uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale relativo alla sessualità: non è
soltanto assenza di malattia, disfunzione e infermità. Ciò significa che le persone
sono in grado di avere una vita sessuale soddisfacente e sicura, hanno la capacità di
riprodursi e la libertà di decidere se, quando e quanto farlo.
Nei primi anni ’50 del secolo scorso iniziò la ricerca sulla sessualità quando
Masters e Johnson (1966), marito e moglie, ginecologo e psicologa, descrissero
l’anatomia e la fisiologia della risposta sessuale umana. Successivamente, sulla base
di tale descrizioni, vennero eseguiti diversi studi col fine di osservare l’attività
sessuale nelle varie fasi del ciclo di vita. Per quanto riguarda il primo anno dopo il
parto, si nota come esso sia un campo di ricerca abbastanza nuovo. Studi recenti
hanno mostrato che i problemi sessuali sono comuni in tale periodo e, malgrado ciò,
è un argomento che, spesso, non viene discusso da parte di ginecologi, ostetrici,
educatori ecc. (Barret, Pendry, Peacock, Vistor, Thackar, Manyonda, 2000; Von
Sydow, 1999).
Nel 2° capitolo di questa tesi verranno illustrate le componenti della sessualità
femminile nel primo anno di vita del primo figlio e i vari fattori che ne possono
determinare lo sviluppo: dai cambiamenti biologici e fisiologici dovuti al parto e
all’allattamento ai mutamenti sociali che la donna si trova ad affrontare ora che è
diventata responsabile della cura e della crescita di suo/a figlio/a. Inoltre, si vedrà
come sia i fattori biologici che quelli sociali possano incidere sulla psiche della neo-
mamma. Nel 3° capitolo verrà affrontato il tema delle informazioni che le donne
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ricevono dagli operatori sanitari sulla vita sessuale durante il puerperio. Verrà
discusso se ginecologi, ostetriche ed educatori trattano con le loro pazienti in maniera
soddisfacente argomenti relativi ai possibili cambiamenti dei rapporti sessuali nel
postpartum.
Dopo aver introdotto gli argomenti principali di questa tesi, ovvero le componenti
della sessualità femminile nel primo anno di vita del primo figlio, i fattori che la
possono influenzare e quanto le donne siano informate su questi ultimi, nel 4°
capitolo verranno formulate le diverse ipotesi della ricerca che sarà presentata e
discussa a partire dal capitolo 5. Essa è consistita nell’organizzare degli incontri di
focus group con primipare a 3, 6, 12 mesi dal parto per raccogliere informazioni su
come venga vissuta la sessualità in questo periodo, su quali siano i problemi più
frequenti e su come vengano solitamente affrontati dalle coppie; rilevare come
un'adeguata educazione alla coppia sui possibili cambiamenti e problemi sessuali
dopo la gravidanza possa incidere nella sessualità delle neo-mamme; analizzare i
temi emersi dagli incontri e individuare i fattori citati dalla maggioranza delle
partecipanti, allo scopo di verificare quanto affermato dalla letteratura. Quanto
emerso dagli incontri verrà discusso negli ultimi capitoli.
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CAPITOLO 2
Fattori che influiscono sulla sessualità nel primo anno di vita del primo figlio 2.1. Cambiamenti biopsicosociali Il primo anno di vita del primo figlio è un’importante fase di sviluppo per tutti
coloro che ne sono inclusi: il bimbo, la madre e il padre. Le donne in particolare
devono affrontare intensi cambiamenti fisici, psicologici e socioculturali che possono
incidere sulla qualità della vita e sul benessere sessuale di entrambi i genitori (Bitzer
e Alder, 2000; Brown e Lumley, 2000). Riuscire ad adattarsi ai vari cambiamenti
biopsicosociali può intensificare la soddisfazione sessuale; se invece l’adattamento
fallisce può condurre a difficoltà sessuali che possono protrarsi anche a medio-lungo
termine. Si vedano ora quali sono i principali cambiamenti biopsicosociali che
normalmente giungono nel postpartum.
2.1.1. Cambiamenti biologici
Uno dei principali eventi successivi alla nascita è il cambiamento ormonale. Dopo
l’espulsione della placenta, il livello di progesterone cala repentinamente entro 24
ore e continua a scendere fino a raggiungere valori bassi dal 7°-14° giorno in avanti.
Anche gli estrogeni diminuiscono, ma ulteriori loro variazioni dipendono dal fatto
che la donna allatti o meno. Nel primo caso, i livelli di estrogeni continuano a
scendere e si mantengono bassi; nel secondo, risalgono a valori più normali dalla 3ª
settimana dopo il parto fino al ritorno delle mestruazioni.
Nelle donne che non allattano la prolattina diminuisce fino ai bassi valori normali
entro la fine della 3ª settimana dopo il parto. Per coloro che allattano, invece, la
produzione di prolattina viene sostenuta dagli effetti della suzione al capezzolo (cfr.
Dèttore, 2001). Il mantenimento di prolattina agisce inibendo gli estrogeni, le
mammelle cambiano il loro aspetto esterno, diventando dolenti e congestionate. (cfr.
Bitzer e Alder, 2000).
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Tra gli altri cambiamenti fisici si ha una diminuzione della dimensione dell’utero;
inoltre le perdite vaginali ritornano a livelli pre-gravidanza. Le donne molto
frequentemente sperimentano le sequele di lacerazioni perineali durante le prime
settimane dopo il parto con dolore fisico. Altre complicazioni fisiche di questo
periodo includono mastiti ed endometriti puerperali (cfr. Bitzer e Alder, 2000).
2.1.2. Cambiamenti psicosociali
Anche il sistema di relazioni interpersonali viene sottoposto a profondi
cambiamenti. Dalla diade si sviluppa una triade, la donna diventa madre, l’uomo
diventa padre ed entrambi condividono una nuova relazione con il figlio. Gloger-
Tippelt (1988) descrisse questo processo di transizione durante il postpartum
dividendolo in 4 fasi.
La fase della nascita è caratterizzata dal primo reale contatto col bambino. Durante
il parto la donna deve essere sia attiva che passiva per dare alla luce il bimbo. Questo
insieme di impulsi sia attivi che passivi e il grande dolore subito influenzano i livelli
cognitivi, emozionali e comportamentali, che a loro volta giocano un importante
ruolo nell’esperienza retrospettiva del parto.
La 2ª fase è caratterizzata da un’enorme stanchezza e sfinimento durante le 4-8
settimane successive alla nascita. Le necessità del nuovo nato sono di centrale
importanza e creano una nuova situazione per la coppia che può inizialmente essere
incontenibile. La donna si trova ad affrontare un nuovo stato fisico, psicologico e
sociale; in certi casi tale nuovo stato può sfociare in una crisi che per essere superata
richiede molte capacità ed energie. Ad esempio, il corpo della donna è diverso
rispetto alla gravidanza ma non è ancora ritornato allo stato pre-gravidanza
(Emmanuel e St John, 2010; Hung e Chung, 2001) e si ha meno libertà e tempo per
sé stesse (Brown, Lumley, Small, Astbury, 1994; Emmanuel e St John, 2010; Symon,
MacKay, Ruta, 2003; Twenge, Campbell, Foster, 2003). Inoltre, l’esaurimento fisico
dovuto alla mancanza di sonno e all’allattamento è elevato durante questa fase ed è
ancora presente, anche se in misura minore, nella fase successiva.
La 3ª fase, che va dal 2° al 6° mese, è caratterizzata dalla sfida e dagli sforzi
all’adattamento. Poiché il bambino cresce, l’adattamento dei genitori è influenzato e
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aumenta in base alla capacità crescenti del bimbo di interagire con loro e di
sviluppare nuove competenze cognitive e sociali. Spesso, per le madri, i cambiamenti
sociali durante la 3ª fase includono anche la scelta o l’obbligo di terminare la loro
carriera professionale o passare a un lavoro part-time. Inoltre, per coloro che
continuano a lavorare, questo è spesso il periodo di rientro dopo la maternità che
obbliga a lasciare il bimbo a terzi (es. nonni, educatori dell’asilo nido, baby-sitter
ecc.), che si prendano cura del piccolo. Questa separazione è stressante e conduce a
una varietà di reazioni emotive. Il processo di adattamento durante questa fase
implica la costruzione di nuovi ruoli sociali e la riorganizzazione della
programmazione giornaliera, caratterizzata da un aumento delle attività centrate sul
bimbo e una diminuzione delle attività legate ad altre forme di auto-realizzazione.
La 4ª fase, ovvero la seconda metà del 1° anno di vita del figlio, è caratterizzata
dall’abituarsi al nuovo stato cognitivo-emotivo di essere genitore. L’elevato sforzo
psicologico dei primi mesi è seguito da allentamento della tensione, familiarità e più
sicurezza (Gloger-Tippelt, 1988). Un importante fattore nel processo di adattamento
postpartum e nel livello di soddisfazione di coppia è la percezione della madre del
contributo del partner ai compiti domestici (Hackel e Ruble, 1992; Terry, McHugh,
Noller, 1991).
Come detto precedentemente la complessa interazione di tali cambiamenti
biologici, psicologici e sociali durante il processo di adattamento nel primo anno di
vita del primo figlio influenza l’interesse e il comportamento sessuale. I cambiamenti
ormonali, l’aumento di volume delle mammelle, il disagio per un corpo che non è
ancora ritornato alla sua forma pre-gravidanza, la fatica cronica data da un sonno
irregolare e l’esaurimento fisico dovuto all’allattamento sono tra i principali fattori
incidenti negativamente sulla sessualità (Bitzer e Alder, 2000).
2.2. Momento della ripresa sessuale
Mediamente il tempo intercorso tra il parto e il ritorno all’attività sessuale coitale è
di 6-8 settimane nella maggioranza degli studi (Glazener, 1997; Hyde, DeLamater,
Plant, Byrd, 1996; Udry e Deang, 1993; Von Sydow, 1999). I risultati dello studio di
Barret e collaboratori (2000) mostravano che la percentuale cumulativa delle coppie
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