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INTRODUZIONE
Con il presente lavoro ho cercato, non solo di delineare, ma di
accedere nel profondo di quei tanti aspetti che influenzano
l‟argomento sull‟identità, come l‟aspetto del Doppio.
Esaminare il concetto di identità significa delinearne la storia,
poiché negli ultimi decenni tale concetto è stato molto studiato
da autori e ricercatori. Il suo uso concettuale è così esteso che
sembra difficile dare un senso definito di identità a ciò che lo è
e a ciò che non lo è.
A seconda dei casi il doppio può assumere diversi significati:
può essere inteso come sosia, datogli originariamente da Otto
Rank e successivamente dalla letteratura passata e presente,
oppure viene semplicemente inteso come un campo tematico.
Il tema del doppio ha attraversato tutte le epoche e le opere dei
più grandi autori e filosofi di tutti i tempi; compare inoltre in
molte leggende mitologiche e in moltissime creazioni
artistiche – letterarie moderne. Ciò consente di intraprendere
un viaggio di estremo fascino, per quanto spesso possa essere
sfuggente, un cammino verso il profondo, verso l‟anima.
E‟ essenziale fare un passo indietro ed iniziare a illustrare il
contenuto del primo capitolo per avere un approccio il più
possibile completo poiché la tematica è ricca di sfaccettature;
dunque è necessario percorrere a ritroso la storia
dell‟evoluzione e del significato di un‟ immagine popolare che
ha ispirato i più grandi artisti tra poeti e pittori. Simbolo di
7
tutto ciò divenne la maschera, rafforzando così il complesso
rapporto tra essere e apparire.
Primo capitolo Non si può parlare di concetti come identità
e doppio senza prendere come punto di riferimento la
psicologia della personalità e le sue teorie più importanti.
La personalità costituisce uno degli aspetti più complessi della
ricerca psicologica, proprio a causa del suo carattere contorto e
a stento esaminabile sul piano sperimentale.
La psicologia della personalità costituisce la branca della
psicologia generale che studia, descrive e analizza dei tratti /
tipi e modalità comportamentali che definiscono il nucleo
dell‟identità psichica umana oltre che le specifiche differenze
individuali.
Nella storia della psicologia si sono confrontate diverse teorie
che hanno affrontato principalmente i fattori che determinano
e spiegano le differenti personalità degli individui e i fattori
che hanno dato origine a quelle stesse personalità.
L‟interesse per la comprensione umana ha origine antichissime
che affondano nel pensiero greco del V sec. a. C.
Autori come Aristotele e Ippocrate di Cos hanno dato un
enorme contributo alle numerose teorie affrontate su tale
campo.
Negli ultimi decenni, tra gli autori che hanno sviluppato il loro
pensiero vi sono: S. Freud e C. Jung, che hanno dato
importanza agli impulsi come elemento dinamico della
8
formazione e trasformazione del comportamento e delle
persone.
Secondo capitolo Il tema dell‟identità si ritrova anche negli
studi sociologici, dal momento che la Sociologia è una scienza
sociale che studia i fenomeni della società umana, gli effetti e
le loro cause in rapporto con l‟individuo.
Ho pensato di rilevare le teorie sociologiche più recenti e di
fondamentale importanza, trattando autori come E. Erikson, G.
H. Mead e altri ancora.
Terzo capitolo In questo capitolo si continuerà a parlare
della formazione dell‟identità e si analizzeranno sia gli studi di
Berger e T. Luckmann, sia gli otto stadi dello
sviluppo psicosociale di E. Erikson.
Nella seconda parte ho pensato di introdurre la storia culturale
e artistica della Grecia antica, poiché già in epoca omerica
inizia a comparire una rappresentazione delle identità e dei
ruoli di genere.
Quarto capitolo Tutto ebbe inizio con il pensiero del
mondo greco. Determinante fu il teatro che nasce in Grecia,
precisamente ad Atene, patria del dramma. Nelle
rappresentazioni teatrali, che venivano messe in scena durante
le feste dionisiache, gli attori usavano indossare delle
maschere; indossando la maschera, la personalità dell‟attore
9
greco sparisce nella fisionomia stilizzata del personaggio da
interpretare. Una particolarità era data dal fatto che gli attori
dovevano essere rigorosamente di sesso maschile anche
quando recitavano parti femminili.
Un autore che dedicò ampio spazio all‟approccio dell‟uso della
maschera nella civiltà greca fu Nietzsche.
Quinto capitolo Percorrendo un viaggio lungo l‟arco della
vita, riconosco che l‟aspetto del doppio è presente in molte
opere di grandi artisti, uno fra tutti L. Pirandello. Il campo
letterario è da sempre affascinato da tale tema e soprattutto
Pirandello se ne appropria in tantissime sue opere di maggior
successo. Egli nella vita ha conosciuto molto bene gli aspetti
più nascosti dell‟identità, quelli che si temono, quelli così
misteriosi da non poter dare alle volte un‟esatta definizione.
Sta di fatto che Pirandello conobbe la pazzia per via della
moglie malata; la pazzia si manifesta quando non ci si rende
più conto di portare una maschera, maschera da indossare e
cambiare tante volte al giorno a seconda del ruolo da
sostenere.
10
PARTE PRIMA
PSICOLOGIA DELLA PERSONALITA’
11
CAPITOLO Ι
TEORIE PSICOLOGICHE DELL’IDENTITA’
“…e volevo smembrare e scortecciare il mio Io,
per trovare nella sua sconosciuta profondità
il nocciolo di tutte le sue cortecce…”
( H. Hesse: Siddaharta)
12
1.1 LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA DELLA PERSONALITÀ
La psicologia della personalità costituisce la parte della
psicologia generale che studia, analizza e descrive l‟insieme
dei tipi, dei tratti e delle modalità comportamentali cognitive e
affettive che definiscono il nucleo dell‟identità psichica umana
oltre che le specifiche differenze individuali viste nella
molteplicità dei contesti in cui la singola condotta si sviluppa.
Lo studio della personalità umana ha origini antichissime che
affondano le radici nel pensiero greco del V-ΙV sec. A. C.
Il più antico precursore nello studio della personalità fu
Ippocrate di Cos(460-377 a. C), il quale si orientò alla
comprensione delle leggi che regolano il funzionamento
dell‟organismo e alle cause che determinano la malattia.
Egli descrisse quattro temperamenti come differenti umori o
liquidi biologici, (il sangue, la bile nera, la bile gialla, il
flegma), e da questi risale a una definizione dei tipi umani,
(melanconico, collerico, sanguigno, flemmatico), ai quali sono
ancorate la predisposizioni per le malattie:
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Sangue: sanguigni - allegri e passionali;
bile gialla: collerici - irascibili e irritabili;
bile nera: melanconici – pessimisti e tetri;
flemma: flemmatici – indolenti e calmi.
Ippocrate fu uno dei pochi ad attribuire la vita psichica al
cervello: “Bisogna che gli uomini sappiano che da null‟altro si
formano i piaceri e la serenità e il riso e lo scherzo, se non dal
cervello, e così i dolori, le pene, la tristezza e il pianto. E
soprattutto grazie ad esso pensiamo e ragioniamo e vediamo ed
udiamo, e giudichiamo sul brutto e sul bello, sul cattivo e sul
buono, sul piacevole e sullo spiacevole…credo che il cervello
eserciti il massimo impero sull‟uomo; esso ne avverte, finché è
sano, dei mutamenti che accadono nell‟aria; da esso procede la
saggezza; gli occhi, le orecchie, la lingua, le mani ed i piedi lo
servono come esso lo reputa convenevole; finché esso
comunica liberamente con l‟aria, tutto il rimanente del corpo
partecipa dell‟intendimento” 1.
Con Ippocrate la ricerca e la pratica medica si emancipano,
l‟uomo viene studiato senza vincoli religiosi e superstizioni e
si cerca l‟origine del suo funzionamento, la malattia non viene
vista come il malfunzionamento di un organo ma come la
perdita di un equilibrio naturale e viene evidenziata la
correlazione corpo mente.
1
IPPOCRATE, Il male sacro, in opere, Utet, Torino, 1976, p.311
14
(Schema della dottrina Ippocratica)
Nel libro la solitudine del cittadino globale Z. Bauman fece
riferimento proprio a tale schema:
“è stato Ippocrate a derivare dal verbo greco krinein (decidere,
determinare) un nome per indicare la marea crescente dei
quattro umori dell‟organismo umano – flemma, sangue, bile e
atrabile – che, secondo
la sua concezione, corrisponde al momento in cui il guaritore
può stabilire come probabilmente si evolveranno le condizioni
del paziente e decidere la terapia corretta per aiutarlo a
guarire. E‟ il momento della krisis, cioè del flusso, non del
riflusso: il migliore per prendere delle decisioni. Dai tempi di
Ippocrate, la percezione del modo in cui funziona il corpo
umano è cambiata radicalmente, ma il senso antico del termine
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crisi ancora sopravvive…in altri ambiti, dove circola come
metafora, la parola fa venire in mente la situazione opposta:
uno stato di incertezza, di irresolutezza e indecisione,
provocato dal non sapere come gli eventi si stiano evolvendo e
dall‟incapacità di imprimere loro la direzione desiderata…”2
Da Ippocrate in avanti, le malattie mentali furono spesso
interpretate come alterazioni umorali.
Nel caso proprio delle malattie mentali, il disordine umorale
colpisce soprattutto il cervello, generando fenomeni
psicopatologici:
“ed è causa del cervello stesso se impazziamo, e deliriamo, e ci
insorgono incubi e terrori, (sia di notte sia di giorno), e
insonnia e smarrimenti strani, ed apprensioni senza scopo, e
incapacità di comprendere cose consuete, ed atti aberranti.
E tutto ciò soffriamo per via del cervello…la corruzione del
cervello dipende dal flegma e dalla bile. Si potrà comprendere
l‟azione dell‟uno e dell‟altra così: chi è impazzito a causa del
flegma resta tranquillo, non grida e non lancia clamori; chi
invece a causa della bile urla, agisce male, è inquieto, compie
gesti inopportuni” 3.
Karl Popper, nel libro l‟Io e il suo cervello, sottolineò il
pensiero di Ippocrate: “Il trattato medico di Ippocrate sul male
sacro è del massimo interesse. Non solo asserisce con grande
enfasi che il cervello dice agli arti come agire, ma anche che il
cervello è il veicolo alla coscienza e le dice che cosa accade.
2
Z. BAUMAN, la solitudine del cittadino globale, ed. Feltrinelli, Milano 2000, p. 143
3
IPPOCRATE, op. cit. p. 312-313
16
Il cervello è descritto anche come l‟interprete della coscienza”
4.
Con Galeno (129-200 d. C.) proseguono gli studi di Ippocrate
e si arrivano a definire gli spiriti vitali allocati nei vasi
sanguigni, con una primaria funzione nutritiva e spiriti animali
dai quali dipendono il funzionamento nervoso, localizzati nei
nervi, e definisce che la mente risiede nel cervello, e specifica
ulteriormente i tipi umani definiti da Ippocrate arrivando a
definirne nove che derivano sempre dalla diversa prevalenza
dei quattro umori e che predispongono a certe tipologie di
malattie.
4
K. R. POPPER, J. C. ECCLES, L’Io e il suo cervello, materia, coscienza e cultura.
Vol. Ι, Roma, Armando, 2001, p. 197
17
1.2 TEORIE DINAMICHE DELLA PERSONALITA’
La storia recente della psicologia della personalità è stata
caratterizzata da stadi di sviluppo diversi, sia nell‟ispirazione
teorica, sia nelle metodologie impiegate.
Lo studio della personalità ha una lunga tradizione ma una
storia relativamente recente di indagini sistematiche.
L‟uomo si è posto da sempre un interrogativo, quello di capire
le caratteristiche peculiari che contraddistinguono le diverse
persone e contemporaneamente capire ciò che le stesse hanno
in comune.
La personalità è oggetto di studio della psicologia dall‟inizio
del novecento; dopo essere stato per lungo tempo ai margini
della psicologia scientifica è entrata, con pieno diritto, a far
parte di essa: “lo sviluppo della personalità individuale , o
psicologia della personalità, avviene sulla base di una
originaria dotazione genetica e attraverso una continua
interazione con l‟ambiente fisico, umano, culturale. E‟ un
cammino complesso di fasi e di situazioni problematiche che
rappresenta ad un tempo la storia di ciascuno ma anche la
storia di un rapporto fra persona e contesto sociale; la storia di
un cambiamento che non riguarda solo l‟individuo ma anche
coloro che gli stanno attorno, e, più ampiamente, quel contesto
così complesso che definiamo come società”
5
.
5
A. QUADRIO, P. CATELLANI, Psicologia dello sviluppo individuale e sociale, p. 7
18
Essa è la struttura organica di pensieri e comportamenti,
caratterizzata da continui adattamenti al mondo circostante da
parte dell‟individuo: “Lo sviluppo dell‟individuo consiste in
un processo di accrescimento e di differenziazione e cioè in
una evoluzione sia sotto il profilo quantitativo che sotto quello
qualitativo; l‟integrazione di questi due aspetti conduce
ciascuno ad acquisire qualità peculiari che lo caratterizzano sia
dal punto di vista fisico che da quello psicologico. Ciascun
individuo infatti, infatti, presenta caratteristiche differenziali
sia sotto l‟aspetto somatico (la statura, il peso, la fisionomia, il
colore degli occhi e dei capelli, ecc.), sia sotto quello
fisiologico dei vari sistemi dell‟organismo…sia sotto quello
psicologico (intelligenza, attitudini, carattere, ecc.). Tutti
questi aspetti, fisici e psichici, sono variamente presenti nei
vari individui secondo peculiari modalità di espressione e
conferiscono a ciascuna persona una sua particolare
individualità…personalità è quindi sinonimo di unità bio-
psichica, di individualità, di coerenza e stabilità; lo studio della
personalità costituisce il campo specifico di indagine di quelle
scuole psicologiche che hanno una impostazione idiografica e
cioè mirante ad analizzare le differenze individuali.”
6
La psicologia nella sua storia ha elaborato diverse teorie
relative alla personalità.
6
Psicologia dello sviluppo individuale e sociale op. cit., p.87
19
Tutte le teorie sono d‟accordo nel considerare la personalità
come risultante di vari elementi, ma esse differiscono sulla
determinazione di tali caratteristiche, sulla loro origine e
sviluppo, sulla possibilità che possano essere modificate.
Da Freud e la psicoanalisi, a Jung e la psicologia analitica, a
Allport e Cattell con le teorie dei tratti e quelle cognitive, le
teorie comportamentali e quelle del sé, si sono aperti diversi
orizzonti.
L'aspetto fondamentale della personalità è il suo risvolto
sociale che emerge nel rapporto con gli altri e ne determina le
modalità.
Tale fondamentale aspetto viene definito carattere, ed è la
parte di noi che conosciamo meglio e che gli altri riconoscono
per prima in noi: “La personalità si riferisce alla totalità delle
caratteristiche psicologiche dell‟individuo, relative alle
emozioni, alla mente e allo spirito, per le quali lo stesso
individuo si distingue rispetto a tutti gli altri. La personalità si
riferisce costantemente a caratteristiche distintive della
persona, ovvero a determinate caratteristiche che si
manifestano costantemente in situazioni disparate”
7
.
7
JIM MCMARTIN, psicologia della personalità, guerini studio, p. 24.