4
PREMESSA
In questo lavoro mi sono proposta di analizzare il pensiero di Franz
Rosenzweig, un pensatore che definirei ‘scomodo’; utilizzo questo
aggettivo in quanto le opere di Rosenzweig sono state perlopiù incomprese
durante la sua vita e poco studiate dopo la sua morte. Rosenzweig è un
filosofo poco conosciuto, considerato di ‘secondo piano’ rispetto a giganti
come Hegel o Heidegger. Tuttavia Rosenzweig, da bravo ‘maestro del
sospetto’, avendo vissuto sulla propria pelle i disastri e le incertezze del
secolo scorso, è riuscito a trasmetterci messaggi profondi, attualissimi. In
particolare, ho deciso di prendere in analisi la tematica del linguaggio,
argomento che, a mio avviso, ricopre un ruolo fondamentale nella
riflessione di Rosenzweig, soprattutto nel suo capolavoro, la Stella della
Redenzione. Nella Stella non troviamo un capitolo espressamente dedicato
al linguaggio: il linguaggio è, piuttosto, il ‘filo conduttore’ di tutta l’opera.
Nel primo capitolo della mia tesi ho trattato il tema del linguaggio logico-
matematico, un linguaggio fatto di simboli, oscuro, appartenente alla
dimensione del pre-mondo. La prima parte della Stella è molto complessa;
il testo risulta nebuloso, confuso: solo grazie al ‘filo’ del linguaggio il
lettore riuscirà a seguire il cammino attraverso le varie epoche storiche.
5
Arriviamo così al secondo capitolo del mio lavoro, nel quale il
protagonista è il linguaggio grammaticale: la grammatica emerge a partire
dalla seconda parte dello Stern, parte dedicata agli eventi teologici di
Creazione, Rivelazione e Redenzione. Dio si apre al mondo e comincia a
parlare. Il linguaggio è un ‘atto performativo’: ogni singolo elemento della
frase (articolo, nome, verbo..) è fondamentale per realizzare il processo
creativo. Rosenzweig fa l’analisi grammaticale di Genesi 1.
Nel terzo capitolo ho preso in esame una forma più complessa di
linguaggio: quella del dialogo. Nella Rivelazione sono due i soggetti che
parlano: Dio e l’uomo; con la Creazione si ha invece solo un monologo.
L’evento (Ereignis) della Rivelazione si esplica tramite il linguaggio: la
parola sprigiona l’amore e realizza il miracolo. Ritroviamo qui l’analisi del
Cantico dei Cantici.
Il quarto capitolo della tesi prende in esame il linguaggio legato alla
dimensione della Redenzione: quello liturgico della preghiera. Gli attori
sono i fedeli che si uniscono nel canto di lode. Nella preghiera uomo e
mondo camminano verso Dio. Rosenzweig prende come riferimento per
questa parte il Salmo 115.
6
Nel quinto e ultimo capitolo ho voluto parlare del linguaggio dell’arte. Ho
ritenuto opportuno trattare questo tema alla fine, non perché questo tipo di
linguaggio sia meno importante nella concezione rosenzweighiana, ma solo
perché l’arte è una tematica che ricorre in ogni parte della Stella. Il
linguaggio artistico, secondo Rosenzweig, ci rimanda alla dimensione del
pre-mondo. La matematica esprime la chiusura, l’enigmaticità della
dimensione originaria e l’arte, dal canto suo, la fa trasparire attraverso varie
modalità: da quelle più semplice a quella in cui, hegelianamente, forma e
contenuto si equilibrano.
Concludo dicendo che non si può realmente comprendere il pensiero di
Rosenzweig se si prescinde dal linguaggio, elemento base del ‘nuovo
pensiero’ o Sprachdenken. Solo la parola ha il potere di abbattere il confine
tra l’umano e il divino ed è, per questo, ‘miracolosa’.
7
Capitolo primo
IL LINGUAGGIO LOGICO-MATEMATICO
1. La proposizione speculativa di Hegel.
Franz Rosenzweig (1886-1929) inizia la propria carriera universitaria
studiando medicina. Nel 1908, però, si rende conto che questa non è la sua
strada; sceglierà, infatti, di frequentare la facoltà di storia a Friburgo,
seguito da Friedrich Meinecke. La storia appare a Rosenzweig l‟unica
disciplina in grado di unificare l‟oggettività del mondo con la realtà del
soggetto. Col tempo cresce l‟interesse del giovane studioso ebreo per la
filosofia. I suoi punti di riferimento sono Goethe e Kant
1
. Quest‟ultimo in
particolare, con la sua Critica della ragion pura, mostra i limiti della
conoscenza umana e delimita l‟ambito della scienza. Nel 1912 Rosenzweig
discute la tesi di dottorato dal titolo Hegel e lo Stato
2
. Negli anni giovanili
Hegel è il suo punto di riferimento. Questo autore, tuttavia, risulterà sempre
più problematico, soprattutto negli anni della crisi spirituale di Rosenzweig.
1
Franz Rosenzweig ne parla in una lettera del suo diario del 24.5.1908. Cfr. I. Kajon, Profezia e
filosofia nel Kuzari e nella Stella della Redenzione. L‟influenza di Yehuda Ha-Lewi su Franz
Rosenzweig, Biblioteca dell‟«Archivio di Filosofia», Cedam, Padova 1996, p. 20. Sul rapporto
Rosenzweig-Kant cfr. E. D‟Antuono, Rosenzweig e Kant. Un‟affinità elettiva, in «Prospettive
settanta», XIII (1991), n. 4, pp. 698-714 e N. M. Samuelson, Revelation and the God of Israel,
Cambridge University Press, Cambridge 2002, p. 66.
2
Cfr. F. Rosenzweig, Hegel und der Staat [1912], Oldemburg, Berlin 1920, tr. it. di A. L.
Künkler Giavotto (libro I) e R. Curino Cerrato (libro II), Hegel e lo Stato, il Mulino, Bologna
1976. Su questo tema cfr, anche E. D‟Antuono, Ebraismo e filosofia. Saggio su Franz
Rosenzweig, Guida, Napoli 1999, pp. 181-184.
8
Per capire bene il progetto filosofico rosenzweighiano è opportuno
comprendere la concezione di quel filosofo che è stato il suo riferimento
costante, Hegel appunto. A questo proposito è utile cogliere il senso della
Prefazione
3
alla Fenomenologia dello Spirito, dove si ritrovano concetti
fondamentali. Una Prefazione ha il compito di chiarire ciò che l‟autore ha
esposto nell‟opera. Hegel esprime chiaramente la propria posizione quando
scrive:
«[..] Tutto dipende dall‟intendere e dall‟esprimere il vero non solo come sostanza, ma
anche come soggetto[..]. La sostanza vivente è inoltre l‟essere, il quale è in verità
soggetto o, che è lo stesso, è in verità reale, ma soltanto se essa è il movimento del porre
se stessa, o la mediazione del divenir-altro-da-sé con se stessa»
4
.
Da questa citazione è evidente il ruolo centrale che il Soggetto o Spirito
ricopre in Hegel: la fenomenologia non è altro che scienza dell‟esperienza
della coscienza
5
. La differenza tra soggetto e oggetto è puramente illusoria;
l‟„Io‟ si potrebbe definire come Spirito che si estrinseca e che, alla fine,
ritorna dialetticamente a sé in maniera più consapevole. La morte è
semplicemente il negativo che deve essere superato. La proposizione
speculativa è diversa da quella apofantica; Hegel ne parla nella Prefazione:
3
Cfr. G.W.F. Hegel, Prefazione, Rubbettino, Catanzaro 2006.
4
Ivi, p. 36.
5
Questo doveva essere il titolo del progetto iniziale hegeliano. Ivi, p. 47.
9
«L‟essere è assolutamente mediato; - esso è contenuto sostanziale, che altrettanto
immediatamente è proprietà dell‟Io, è un Sé, ossia il concetto [..]. Ciò che in essa lo
spirito si prepara è l‟elemento del sapere. In quest‟elemento si dispiegano i momenti
dello spirito nella forma della semplicità, che sa il proprio oggetto come se stessa [..]. Il
loro movimento, che si organizza in tale elemento come l‟intero, è la logica o filosofia
speculativa»
6
.
Hegel in seguito chiarisce ancora:
«Come dunque nel suo comportamento negativo, di cui sopra si è discorso, il pensiero
raziocinante stesso è il Sé nel quale ritorna il contenuto, così, al contrario, nel suo
conoscere positivo, il Sé è un soggetto rappresentato, al quale il contenuto si riferisce
come accidente e predicato»
7
.
Il predicato ci parla di un soggetto; ma il predicato è tuttavia una
predicazione del soggetto: si tratta di un duplice movimento, in cui il
Soggetto è il protagonista incondizionato
8
. Dire «Dio è l‟eterno»
9
è privo di
senso per Hegel in quanto «in una tale preposizione si comincia con la
parola Dio. Questo è per sé un suono senza senso, un mero nome»
10
.
L‟essere „in sé‟ dello Spirito diventa „per sé‟, ovvero consapevole di essere
ciò che esso è
11
. Chiarito il contenuto della Prefazione, si comprende
perché Rosenzweig si sia allontanato dal suo maestro, soprattutto a partire
6
Cfr. Hegel, op. cit., p. 48.
7
Ivi, p. 63.
8
Ivi, p. 35. L‟Assoluto è definito da Hegel come A=A; questa concezione sarà utile per capire la
concezione rosenzweighiana di Dio.
9
Ivi, p. 39.
10
Ibidem.
11
Ivi, p. 44. Sul concetto di „in sé‟ e „per sé‟ cfr. anche p. 61.
10
dal 1913, anno della sua decisione di rimanere ebreo, dopo aver assistito
alla cerimonia dello Yom Kippur a Berlino
12
. Il sistema onnicomprensivo di
Hegel annulla totalmente la dignità del singolo uomo e, per questo, non può
risolvere il difficile problema del rapporto soggetto-oggetto. L‟unica via
che sembra conciliare la realtà dell‟individuo con quella del mondo sembra
essere la religione, in particolare quella ebraica.
Dopo l‟incontro con Rosenstock, docente di diritto all‟università di Lipsia,
i dubbi di Rosenzweig sulla propria identità religiosa aumentano. Tuttavia
l‟interesse per gli autori ebrei medievali, a partire dal 1914, sarà
fondamentale per lo sviluppo del pensiero rosenzweighiano. Centrale
risulta in particolar modo il ruolo di Yehuda Ha-Lewi, poeta ebreo vissuto
in Spagna nel dodicesimo secolo
13
. Il Kuzari di Ha-Lewi è un‟opera che
riesce infatti a conciliare il difficile rapporto tra filosofia e teologia, grazie
all‟idea di profezia
14
.
La profezia prevede una relazione tra Dio e il
12
Su questo punto è opportuno il rimando alla lettera che Rosenzweig scrive a Rudolf
Ehrenberg nell‟Ottobre 1913, in cui comunica al cugino la sua decisione di rimanere ebreo.
Rosenzweig si richiama a precisi passi biblici per argomentare la sua scelta: Cor 1, 23 e 15, 25-
28; Rom 11, 25 e Joh 14, 6. Per la versione in italiano della lettera cfr. F. Rosenzweig, La radice
che porta. Lettere su ebraismo e cristianesimo (coautore E. Rosenstock), tr. it. e cura di G.
Bonola, Marietti, Genova 1992, pp. 16-17 ; per approfondire cfr. A. Fabris, Ebraismo e filosofia
nel “nuovo pensiero” di Franz Rosenzweig, in «Archivio di filosofia», LXI (1993), p. 345 e
«Teoria», Percorsi dell‟ebraismo, XVIII (1998), n. 2, pp. 27-31; cfr. anche Kajon, op. cit., p.
30.
13
Rosenzweig nel 1925 ha tradotto in tedesco gli inni del poeta; cfr. F. Rosenzweig,
Fünfundneunzig Hymnen und Gedichte Deutsch und Hebräisch [1925], tr. it. di G. D. Cova,
Non nella forza ma nello Spirito. Novantacinque inni e poesie scelte da Franz Rosenzweig,
Marietti, Genova 1992. Sempre a partire dal 1925 Rosenzweig inizia la traduzione della Bibbia
in tedesco insieme a Buber, fino a quando non verrà colpito dalla malattia.
14
Cfr. Kajon, op. cit., p. 64 e seg.
11
profeta-uomo: il profeta ascolta il comando divino; Dio si manifesta e il
profeta lo accoglie. Solo la profezia può costituire il presupposto del
pensiero filosofico e illuminare, quindi, il cammino della riflessione
razionale: la filosofia «dalla Ionia fino a Jena»
15
ha esaurito il proprio
ruolo. In particolare, la filosofia hegeliana ha ridotto il pensiero a pure
astrazioni. Sarà il concetto di „Rivelazione‟ a costituire il vero punto di
svolta.
Sarebbe opportuno discutere a quale Rivelazione il filosofo di Kassel
faccia riferimento: certamente a quella ebraica, rappresentata dall‟evento
narrato nell‟Esodo (Es 3, 14)
16
. Per quanto riguarda la rivelazione cristiana,
Rosenzweig si dimostra più scettico, soprattutto per il modo in cui la
teologia liberale tedesca nel „700 e nell‟„800 ha interpretato la venuta di
Cristo sulla Terra
17
. Tuttavia, anche il cristianesimo, insieme all‟ebraismo,
rappresenterà una via fondamentale per raggiungere la verità
18
.
15
Cfr. F. Rosenzweig, Der Stern der Erlösung [1921], Kauffmann, Frankfurt a. M., tr. it. di G.
Bonola, La stella della Redenzione, Marietti, Casale Monferrato (AL) 1985, 1986, rist. 1996,
p.12 . D‟ora in poi per riferirmi a quest‟opera scriverò: SR.
16
Cfr. F. Rosenzweig, La Scrittura. Saggi dal 1914 al 1929, tr. it. di G. Benvenuti e G. Bonola,
Città Nuova, Roma 1991, p. 101.
101. Qui Rosenzweig riporta i versetti dell‟Esodo.
17
Cfr. a questo proposito il saggio di Rosenzweig Teologia atea [1914], in La Scrittura.., cit.,
p. 229 e Kajon, op. cit., p. 42.
18
Cfr. SR, p. 213.
12
L‟Introduzione alla prima parte della Stella della Redenzione, il
capolavoro di Rosenzweig scritto tra il 1918 e il 1919 nelle trincee dei
Balcani, trascritto inizialmente su cartoline postali, si intitola, non a caso, in
philosophos!
19
L‟accusa riguarda principalmente la filosofia tradizionale, in
particolare quella di Hegel. Secondo Rosenzweig, il desiderio di filosofare
scaturisce dalla paura della morte: il singolo non accetta la propria
finitudine e il pensiero rappresenta un‟àncora di salvezza:
«Dalla morte, dal timore della morte prende inizio e si eleva ogni conoscenza circa il
Tutto»
20
.
La filosofia con la domanda «che cos‟è?»
21
ha ingabbiato la realtà. Alle
origini il mythos è stato soppiantato dal logos; nella modernità, soprattutto
a partire da Cartesio, il soggetto è diventato padrone del mondo. Con il
sistema hegeliano si raggiunge il culmine, in quanto Hegel fa coincidere il
Logos (Spirito, Idea) con il reale: la filosofia è il momento più alto dello
Spirito Assoluto, un momento che supera la religione stessa.
19
Ivi, p. 3.
20
Ibidem.
21
Su questo tema è interessante il rimando alla lettura di un testo che Rosenzweig scrisse nel
1921 e che decise di non pubblicare. Si tratta dello scritto Das Büchlein vom gesunden und
kranken Menschenverstand [1921], Melzer, Düsseldorf 1964, tr. it. di G. Bonola, Dell‟intelletto
comune sano e malato, Reverdito Editore, Trento 1987. Qui il filosofare è paragonato ad una
vera e propria malattia paralizzante. Rosenzweig definisce la domanda sull‟essenza come «Was
ist Frage?»: cfr. F. Rosenzweig, Il nuovo pensiero. Alcune note supplementari a «La stella
della Redenzione» in La Scrittura.., cit., p. 262.
13
Rosenzweig intende distruggere la concezione classica della filosofia e
darle un senso nuovo
22
. Rosenzweig, tuttavia, apprezza certi filosofi:
Kierkegaard ha rivalutato la coscienza individuale; Schopenhauer si è
interrogato sul valore del mondo; Nietzsche ha elevato la vita al di sopra
della filosofia
23
. Quest‟ultimo, in particolar modo, ha messo in discussione
il sistema tradizionale dei valori, facendo emergere la dignità del singolo
dal Tutto
24
.
Il 18 Novembre 1917 Rosenzweig scrive a Rudolf Ehrenberg quella che
viene chiamata Urzelle, ovvero la «Cellula originaria» della Stella della
Redenzione
25
: questo testo è fondamentale per comprendere il progetto
della Stella.
22
Questo aggettivo risulta calzante poiché Rosenzweig viene considerato uno dei maggiori
esponenti della corrente del cosiddetto „nuovo pensiero‟ (Das neue Denken). Pöggeler, tuttavia,
sottolinea che Rosenzweig rimane fortemente influenzato da Hegel. Cfr. O. Pöggeler,
Rosenzweig und Hegel, in Der Philosoph Franz Rosenzweig (1886-1929), Internationaler
Kongress Kassel 1986, a cura di Schmied-Kowarzik, Alber, Freiburg/München 1988, vol. II:
Das neue Denken und seine Dimensionen, pp. 839-853.
23
Cfr. SR, pp. 7-9.
24
Nietzsche è un autore che influenza molto il pensiero di Rosenzweig; tuttavia, in una nota del
19.2.1906, il filosofo dichiara che Nietzsche amplifica troppo la figura del soggetto e trascura il
ruolo della realtà. Cfr. Kajon, op. cit., pp. 20-21.
25
Cfr. F. Rosenzweig, «Cellula originaria» de la Stella della Redenzione, in La Scrittura.., cit.,
p. 241.
14
2. Il differenziale e il concetto di ‘nulla’.
La Stella della Redenzione è un‟opera sistematica. La prima parte (che si
apre con l‟Introduzione, analizzata nel capitolo precedente) è suddivisa in
tre libri. Tutta l‟opera è divisa in 3 sezioni, tripartite al loro interno. Ogni
parte contiene una Introduzione e si conclude con «sezioni conclusive di
“passaggio”»
26
. La prima parte della Stella parla degli elementi del pre-
mondo. Rosenzweig si riferisce alle figure della dialettica trascendentale
kantiana: Dio, mondo, uomo:
«Di questi tre pezzi (Dio mondo uomo) [..] non ne sappiamo ancora proprio nulla. Sono
i nulla a cui Kant della dialettica trascendentale ha ridotto, criticandoli, gli oggetti delle
tre «scienze razionali» del suo tempo: la teologia, la cosmologia e la psicologia
razionale»
27
.
Perché pre-mondo? È difficile capire in questa parte iniziale cosa
Rosenzweig voglia esprimere: sappiamo solo che si tratta di un mondo
originario, primigenio, in cui vengono a collocarsi quelle che Rosenzweig
chiama «Tatsätlichkeiten»
28
, dati di fatto. Il sistema filosofico hegeliano si
è frantumato nei suoi elementi costitutivi; questi sono dei „nulla‟, intesi
26
Cfr. G. Bonola, Franz Rosenzweig ai lettori della «Stella», nota introduttiva a F. Rosenzweig,
La Stella della Redenzione, cit., p. 14.
27
Cfr. SR, pp. 19-20.
28
Cfr. Rosenzweig, Il nuovo pensiero.., in La Scrittura.., cit., p. 266. Cfr. anche Rosenzweig,
«Cellula originaria».., in La Scrittura.., cit., p. 254.