CAPITOLO PRIMO:
PERSONALITA’ NARCISISTICA E REALITY SHOW. IL REALITY SHOW COME ESPERIMENTO DI LABORATORIO
PSICOANALITICO: LA DISCUSSIONE PUBBLICA SULL’ANALISI
COMPORTAMENTALE DEI PROTAGONISTI.
Perchè questa “invasione” dei reality shows nel panorama televisivo?
Quali sono le motivazioni profonde e specifiche che hanno indotto la società
ad accogliere a braccia aperte questo format?
Quali sono le dinamiche individuali e di gruppo nella partecipazione attiva
(come concorrenti) e “passiva” (come pubblico) al genere “reality”?
I reality shows , da quando sono approdati sui nostri palinsesti televisivi
hanno prodotto una rivoluzione (forse permanente) nel modo di fare
televisione. Ogni programma televisivo ha cominciato a introdurre nella sua
struttura elementi di “reality”: telecamera puntata il più a lungo possibile sui
protagonisti dei programmi anche al di fuori della messa in onda ufficiale (le
strisce giornaliere che mostrano il backstage settimanale di programmi che
vanno in onda in prima serata, come “Amici”, ne sono un classico esempio);
ostentazione del senso della diretta 1
e dell’improvvisato; spirito di gioco e
1
L’enfasi sulla diretta è la metafora telematica della ricerca di prossimità tipica dell’uomo
postmoderno. L’età globale postmoderna, dal punto di vista dei legami sociali, genera una
ambivalenza nella gestione del rapporto dell’Io con l’altro. Se da un lato emerge un
individualismo teso all’autoaffermazione illimitata, dall’altro lato l’illimitatezza di
possibilità pone l’individuo di fronte alla vertigine dell’infinito, producendo una sorta di
insicurezza e debolezza che fa nascere in lui un bisogno estremo di comunità e di vicinanza,
un intimo desiderio di sprofondare nell’intimità dell’altro. È come se l’Io debole,
avvertendo quel senso di vuoto che la libertà non è riuscita ad appagare, cercasse di
riempirlo attraverso la con-divisione e la prossimità reale o virtuale. La mobilità e la perdita
dei confini spazio temporali, possibile grazie ai “miracoli”della tecnologia e
dell’informatica possono essere in grado di soddisfare questo bisogno estremo di vicinanza.
Così la connessione in tempo reale dei mezzi di comunicazione (internet, Tv satellitare,
radio-telefonia mobile) tenta di soddisfare questo estremo bisogno di vicinanza ( stay
connected ). Osservando in diretta un evento il soggetto entra a far parte della comunità
virtuale dei telespettatori e il rapporto psicologico profondo con la Tv diventa un rapporto
relazionale (Caruso).
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competitività; ruolo attivo del pubblico chiamato a decidere sugli epiloghi
delle trasmissioni col “televoto”.
La parola d’ordine è “spiare” i concorrenti dei programmi televisivi (che
sono divenuti ormai giochi come rappresentazione, anziché rappresentazioni
di talenti) fino a oltre i confini della messa in scena.
Osservare i partecipanti al di fuori della formalità del palcoscenico, quasi a
volerne cogliere gli aspetti più veri, per sentirli più vicini 2
, per identificarsi
meglio con loro, per parlare di loro come se si conoscessero, non tanto per il
personaggio dello spettacolo che rappresentano, quanto per la persona che
sono. Osservando attentamente gli attuali format televisivi, si nota una
tendenza a porre molta attenzione alla discussione sui profili psicologici
dei personaggi che appaiono in tv . L’essenza di reality puri 3
come il
“Grande Fratello” è proprio questa. La discussione pubblica sulle dinamiche
psicologiche dei concorrenti, il giudizio e l’analisi delle dinamiche
comportamentali.
Spesso alle prime serate dei “reality” sono affiancate trasmissioni
interamente dedicate al commento 4
di queste dinamiche psicologiche e
comportamentali dei concorrenti. Ne sono un esempio il ciclo di puntate
della trasmissione “L’Italia sul 2” dedicate alla discussione su “L’Isola dei
2
Il voler sentire più vicini e più veri i personaggi della Tv ha a che fare sempre con
quell’esasperato bisogno di prossimità e di autenticità che avverte l’individuo nella società
post-moderna (Sennet), di cui si parla in nota 1.
3
Abbiamo fatto una distinzione tra due tipi di reality show , che prende campo dall’aver
notato due modi diversi di sfruttare le caratteristiche strutturali del format: la categoria dei
reality show sarebbe costituita da reality puri e reality impuri . Sarebbero reality puri
programmi come il “Grande Fratello”, “L’Isola dei Famosi”, “Wild West” o “Reality
Circus”. Le caratteristiche sono: gioco ad eliminazione, convivenza dei protagonisti con
telecamere puntate addosso 24 ore su 24, attenzione sulle dinamiche psicologiche
individuali e relazionali, presenza di “nomination” e “televoto”. Abbiamo denominato
reality impuri quei programmi televisivi che sfruttano invece soltanto alcune di queste
caratteristiche. Programmi come “Amici”, “Uomini e Donne”, “Ballando con le stelle”,
“Notti sul ghiaccio”, infatti si configurano come giochi ad eliminazione, ma non sempre
prevedono la convivenza dei protagonisti; la telecamera non è sempre puntata 24 ore su di
loro, ma li segue nei momenti dietro le quinte; l’attenzione resta sulle dinamiche
psicologiche individuali e relazionali ma manca il meccanismo delle “nomination” e non
sempre c’è il “televoto”.
4
Possiamo dire metaforicamente che “il paratesto crea il testo” (Caruso), vale a dire che
diventano parte costitutiva del programma anche gli approfondimenti che lo riguardano,
senza i quali il programma stesso perderebbe parte della sua ragione d’esistere.
5
Famosi” (con tanto di specialista psichiatra seduto in studio ad offrire una
interpretazione professionale dei fatti), oppure “Punto GF”, commentario
del “Grande Fratello 7” in onda su Sky, condotto da Platinette.
In effetti i “reality” potrebbero essere visti come peculiari “esperimenti di
laboratorio” volti all’osservazione delle dinamiche di gruppo: isolare un
gruppo di persone in un ambiente chiuso mette a dura prova la capacità di
interazione del singolo, che si trova a dover fare i conti con problematiche
estranee a quelle della propria personale quotidianità, e relative ormai solo
alla situazione chiusa di gruppo che l’individuo deve affrontare. È
interessante notare come, in una situazione di isolamento culturale, i
membri del gruppo vivano ogni dinamica psicologica e di interazione in
modo molto più amplificato. Emergono sfumature e tratti nascosti delle
personalità, e spesso i concorrenti stessi si trovano a dover fare i conti non
solo con una convivenza forzata con altre personalità, magari incompatibili
caratterialmente, ma anche con alcuni lati sconosciuti della propria
personalità che emergono e che nella vita quotidiana fuori dal “reality”
magari sono rimossi. Un bello “stress psicologico”, insomma, che fornisce
moltissimo materiale di discussione per gli osservatori-commentatori, cioè
per il pubblico. «Alcuni laboratori suggeriscono di isolare il gruppo di
studio dall’ambiente normale e dalle pressioni a cui è abitualmente esposto.
Una isola culturale ha molti vantaggi, poiché, liberando l’individuo dal suo
ambiente di lavoro abituale, tende a incoraggiare lo sviluppo di un nuovo
modo di affrontare i problemi familiari. Una tale forma di isolamento
garantisce ai componenti del gruppo maggiore disponibilità di tempo per
pensare a questi problemi.»
5
Esperimenti di comportamento umano, dunque.
Il passaggio successivo per una riflessione sulla funzione sociale dei
“reality” è assumere la consapevolezza che questi “esperimenti” hanno un
ulteriore obiettivo, oltre a quello di avviare discussioni pubbliche
sull’analisi comportamentale: essi sono volti a fare spettacolo. Ogni
tentativo di analisi psicoanalitica dei protagonisti sarebbe abbastanza
5
Joseph Luft , Introduzione alla dinamica di gruppo , p.24
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limitato se non tenesse in considerazione proprio l’elemento chiave che fa di
questi “esperimenti” una nuova forma di intrattenimento: la telecamera.
Infatti essa è un potente fattore che altera il comportamento degli individui
che partecipano a questi giochi e diventa, come vedremo, la protagonista
assoluta.
IL PROTAGONISTA PUOI ESSERE TU.
Per essere sé stessi bisogna essere qualcuno. (Stanislaw Jerzy Lec)
L’“invasione” dei “reality” ha inizio con il “Grande Fratello”. Un
esperimento sociologico abbastanza divertente: proviamo a rinchiudere dieci
esemplari di esseri umani dentro una casa e vediamo che succede…Si
organizzano per nutrirsi, fanno amicizia, litigano, piangono, giocano, fanno
sesso. Mai visto niente di simile, la trasmissione è un successo per la sua
originalità. Così la segue a ruota ogni genere possibile di esperimenti basati
sull’osservazione 24 ore su 24 di gruppi composti da personaggi
sapientemente stereotipati, “buttati” negli ambienti più disparati. Isole
paradisiache e insidiose (“L’Isola dei Famosi”), scuole di spettacolo
(“Amici”), il far west (“Wild West”), persino il circo (“Reality Circus”).
Insomma, lo scopo di tale formula Tv è spiare cosa accade se formiamo un
gruppo di individui e lo sottoponiamo a un gioco in bilico tra finzione e
realtà . Per chi segue il programma è come seguire una fiction che dura
qualche mese. Il potenziale di fidelizzazione è altissimo. La potenzialità di
identificazione nei personaggi da parte del pubblico è fenomenale.
Soprattutto nei “reality” che non scelgono come concorrenti personaggi
famosi, ma persone comuni.
La persona comune diventa protagonista : è questa la rivoluzione dei
reality shows. Finalmente, anche le persone che non sono portatrici di talenti
particolari da esibire, diventano oggetto di spettacolo e celebrità.
Semplicemente recitando il ruolo di sé stessi.
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Una recente pubblicità promozionale per “Il candidato”, programma
riservato al pubblico di Mediaset Premium (che “televotando” sceglieva uno
dei possibili concorrenti della settima edizione del “Grande Fratello”)
recitava: “Il protagonista puoi essere tu”.
Lo slogan è emblematico, perché in sé contiene la spiegazione al perché del
grande successo di questo nuovo modo di fare spettacolo.
IL TREND DELLA VISIBILITA’.
Uno slogan come il suddetto può essere molto potente nella società
contemporanea italiana. Pensare di essere il protagonista di uno show in Tv
che promette popolarità, soldi, e bella vita è un’idea che può fare gola a
molti. Soldi a parte, è proprio l’apparire che stuzzica le ambizioni di una
gran fetta di popolazione. Essere protagonisti in Tv, essere chiacchierati
dalla gente, essere riconosciuti e fermati per strada. Avere momenti di
celebrità in Tv è oramai diventato un fatto eclatante. La Tv viene avvertita
come una meta ambiziosa, uno spazio riservato alle persone speciali: belle,
ricche e famose. La Tv che fa sentire vip (Very Important Person )… la Tv
che legittima , che conferma o che conferisce alla persona il titolo di
persona importante, appunto.
La visibilità è l’obiettivo e il riconoscimento. Gli schermi televisivi sono
affollati di gente. I tempi di “mamma Rai” sono ormai lontanissimi, quando
in Tv erano in pochi ad andarci (presentatori, attori, cantanti e ballerini). Il
mondo dello spettacolo era un mondo che richiedeva determinate abilità,
perché lavorare nel mondo dello spettacolo significava preparare forme di
intrattenimento come i varietà, che erano volti a mostrare esibizioni di
talenti. Oggi la televisione sembra un calderone. Tanti, tantissimi personaggi
televisivi, destinati a gloria breve. Le comparse hanno preso campo, e più di
ogni altra cosa a mostrarsi sembrano essere esibizioni di fisicità. Questo è
un discorso che non vale soltanto per le donne, anche se la moda della
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velina è ormai diventato un fenomeno di costume altamente rivelatore dei
fatti che si sostengono.
Il fatto è che il mondo della moda mai come oggi è stato così strettamente
collegato a quello della televisione. Le agenzie di moda e di spettacolo si
sono moltiplicate, avvicinandosi sempre di più ai giovani “della porta
accanto”. La visibilità e il successo diventano concetti a portata di mano
anche per ragazzi che nella vita fanno tutt’altro che studiare per diventare
attori, ballerini o cantanti. Basta andare la sera in discoteca con gli amici ed
ecco che capita sempre più spesso di incontrare rappresentanti di agenzie di
moda e spettacolo (come la Endemol Italia 6
) a caccia di persone da
coinvolgere in comparsate televisive.
Le campagne volti noti si sprecano. Sembra che sia la visibilità a conferire
importanza alla persone. E tutto quello che la persona comune desidera è
sentirsi importante.
Il mondo della pubblicità ha compreso bene che la visibilità è un trend di
mercato e sulla base di questo si organizzano intere operazioni di
marketing ; ad esempio, la “Pantène Protagonist” è una campagna che invita
chiunque a inviare foto di sé stesso all’azienda Pantène e partecipare a una
selezione che offre la possibilità di diventare il testimonial Pantène, ovvero
protagonista degli spot pubblicitari del famoso shampoo; il premio è inoltre
un soggiorno gratuito di una settimana alla scuola Mas – moda arte
spettacolo - di Milano. Che il trend sia quello utilizzare la motivazione
emozionale di sentirsi importanti , lo dimostrano molti altri spot televisivi:
ad esempio, l’ultimo spot dell’abbonamento Rai recita “Per Noi, quelli
importanti siete Voi!”, mentre una famosa Luciana Littizzetto va in giro
chiedendo autografi a persone comuni come operai e impiegati; il passato
slogan della Vodafone recitava: “Tutto intorno a Te!”; le donne che usano i
prodotti L’Oreal affermano orgogliose : “Perché Io valgo!” Ma potremmo
continuare all’infinito.
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Endemol Italia è una società che produce format televisivi. Si è occupata del casting di
moltissime trasmissioni , come “Grande Fratello”, “La pupa e il secchione”, “La fattoria
ecc.
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Sulle selezioni per diventare volti noti ci si costruiscono addirittura interi
programmi televisivi che diventano veri e propri provini svolti davanti a
tutta Italia. Tra i più riusciti citiamo il programma pre-serale “Veline”, le
selezioni per “Amici”, oppure il recente programma “Il Candidato”, in onda
su Sky in vista della settima edizione del “Grande Fratello”. Programmi
come questi si presentano come l’anticamera dei programmi veri e propri.
La selezione di possibili futuri personaggi famosi in chiave di spettacolo,
nel quale, tra l’altro, un importante ruolo attivo viene conferito al pubblico,
che decide attivamente le sorti dei candidati mediante il “televoto”.
Insomma, la Tv viene percepita come un potente mezzo che permette di
realizzare il sogno della visibilità, e quindi di sentirsi vip . Questa possibilità
viene offerta su un piatto d’argento a una folla sempre maggiore di persone.
Così la Tv stessa si affolla, e si finisce per uscire dall’anonimato della gente
comune per entrare nell’anonimato delle comparse televisive. Menomale
che qualche talento si vede ancora.
Ma qui si sta parlando di tendenze sociologiche. Così il fatto resta: non
importa cosa un individuo realmente abbia da offrire al pubblico in termini
di talenti artistici; la meta di molte persone è la visibilità, l’ esibizione ,
l’apparire .
Ma perché? Come si può spiegare un simile boom ?
Dal punto di vista psicoanalitico possiamo attribuire la causa di questo
fenomeno ad una mutazione antropologica attualmente in corso che va nella
direzione della diffusione di massa di un particolare tipo di personalità
chiamata personalità narcisistica .
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