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1. INTRODUZIONE
Lo storione Cobice, Acipenser naccarii
1.1. Tassonomia e filogenesi
Nome scientifico: Acipenser naccarii, Bonaparte (1836)
Nome comune: storione Cobice o italiano o adriatico o del Naccari
Inquadramento sistematico:
PHYLUM CORDATI
SUBPHYLUM VERTEBRATI
CLASSE OSTEITTI
SOTTOCLASSE ATTINOPTERIGI
SUPERORDINE CONDROSTEI
ORDINE ACIPENSERIFORMI
FAMIGLIA ACIPENSERIDI
SOTTOFAMIGLIE ACIPENSERINI
GENERE Acipenser
Gli Acipenseriformi, insieme agli estinti Paleonisciformi ed ai Polipteriformi, compongono il
superordine dei Condrostei, filogeneticamente risalente ad almeno 200 milioni di anni fa, i cui
esponenti rappresentano i più antichi pesci Attinopterigi, caratterizzati dall’avere un
endoscheletro in gran parte cartilagineo. L’ordine degli Acipenseriformi è formato dalla
famiglia dei Poliodontidi, rappresentata da due generi, e degli Acipenseridi, formata da
quattro generi raggruppati in due sottofamiglie (Rochard et al., 1991; Bemis et al., 1997).
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In particolare, le 25 specie di storione appartenenti agli Acipenseridi, distribuite nelle regioni
temperate e fredde dell’emisfero boreale, sono suddivise nelle sottofamiglie Scafirinchini ed
Acipenserini (Mugue et al., 2008). Del primo gruppo, distribuito in Nord America e in Asia
Centrale, fanno parte i due generi Scaphirhynchus (con le specie S. platorynchus, S. albus e S.
suttkusi, del bacino del Mississippi e del Golfo del Messico) e Pseudoscaphirhynchus (con le
specie P. kaufmanni, P. hermanni e P. fedtschenkoi, del bacino del lago di Aral). Il secondo
gruppo è composto dai due generi Acipenser, che comprende sette specie diffuse in Europa
(A. gueldenstaedtii, A. naccarii, A. nudiventris, A. ruthenus, A. persicus, A. stellatus e A.
sturio), cinque distribuite in Nord America (A. brevirostrum, A. fulvescens, A. medirostris, A.
oxyrinchus e A. transmontanus) e altrettante in Asia orientale (A. baerii, in Siberia, A.
dabryanus, A. mikadoi, A. schrenckii e A. sinensis), e Huso, il quale invece consta soltanto
delle due specie H. huso e H. dauricus, presenti rispettivamente in Europa e in Cina.
I criteri tassonomici più comuni che vengono utilizzati per la filogenesi si basano su
caratteristiche morfologiche, ecologiche ed etologiche e sulla distribuzione biogeografica
delle specie (Rochard et al., 1991; Artyukhin, 1995; Bemis e Kynard, 1997). Nonostante la
mole di dati rilevati ed il grande interesse scientifico per questo gruppo, la dimostrazione
dell’origine monofiletica e delle relazioni tra le diverse specie rimangono ancora oggi
controverse (Birstein et al., 1997). Ciò è dovuto principalmente alla notevole variabilità
morfologica degli storioni ed alla peculiare frequenza elevata di eventi di ibridazione
interspecifica con produzione di prole fertile in natura, tra specie tassonomicamente distanti e
a volte persino tra generi diversi (Fontana et al., 2001). La caratterizzazione cariotipica degli
storioni non risulta invece significativamente informativa, essendo stati identificati soltanto
alcuni gruppi di ploidia, entro i quali le singole specie non risultano distinguibili sulla base di
questo approccio. I due gruppi principali sono un gruppo diploide, comprendente le specie
con 120 cromosomi, ed uno tetraploide, con 240–260 cromosomi (Fontana, 1994;
rispettivamente tetraploide ed ottaploide secondo Birstein et al., 1997).
Dal punto di vista del corredo cromosomico lo storione Cobice fa parte del gruppo dei
tetraploidi con 239± 7 (Fontana e Colombo, 1974) o 241± 3 (Arlati e Bronzi, 1995) oppure
248± 4 cromosomi (Fontana et al., 1999).
Figura 1.1. Distribuzione geografica delle diverse specie dell’ordine Acipenseriformi.
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1.2. Evoluzione e distribuzione
Nel corso della lunga storia evolutiva degli Osteitti, dal Devoniano ad oggi, molti gruppi
diversi ebbero, in epoche differenti, un notevole sviluppo e diffusione. Attualmente risultano
predominanti i Teleostei, costituiti da circa ventimila specie, mentre per tutti gli altri
superordini (Condrostei ed Olostei tra gli Attinopterigi, Brachiopterigi e Sarcopterigi)
rimangono pochissime forme sopravvissute, dai caratteri arcaicizzanti (i cosiddetti “fossili
viventi”), ultimi residui esponenti di gruppi che nel passato possedettero una assai più ampia
distribuzione e numerosità (Padoa, 2000).
Gli Acipenseriformi, i cui fossili più antichi risalgono al Cretaceo superiore, rappresentano dal
punto di vista filogenetico uno dei più antichi ordini di Osteitti, le cui peculiari caratteristiche
di primitività lo rendono particolarmente importante per fornire informazioni sull’evoluzione
di strutture anatomiche di cui sono rare le testimonianze filogenetiche.
Dai reperti paleontologici e dalla distribuzione geografica delle specie conosciute, sono stati
ipotizzati due centri di origine per gli Acipenseriformi: uno in Eurasia (Cretaceo inferiore) e
l’altro nell’America settentrionale (Cretaceo superiore) (Bemis e Kynard, 1997). L’assenza di
esemplari appartenenti a quest’ordine, sia viventi che fossili, provenienti da zone tropicali è
probabilmente dovuto al fabbisogno termico, per la maturazione e lo sviluppo, che
generalmente richiede temperature al di sotto dei 20 °C (Bemis e Kynard, 1997). Ulteriori dati
biogeografici limitano a quattro le regioni in cui ebbe inizio la speciazione e la diffusione
degli storioni: area ponto-caspiana, Cina e America occidentale, area atlantica e America
nord-occidentale (Artyukhin e Andronov, 1990; Artyukhin, 1995); tra queste, l’area ponto-
caspiana presenta il maggior numero di specie viventi (A. naccarii, A. gueldenstaedtii, A.
persicus, A. stellatus, A. ruthenus, A. nudiventris, A. baerii, H. huso, euroasiatiche, A.
schrenckii e H. dauricus, endemiche del fiume Amur) (Pirogovskii et al., 1989). Le ipotesi
per spiegare questa elevata diversificazione di specie si evincono dalla complessa storia
evolutiva di tale regione, soggetta a periodi di forte instabilità negli ultimi 200 milioni di anni,
dove sono documentate variazioni del livello marino e soprattutto modificazioni dei
collegamenti del Mar Nero con Mar Caspio e Mare di Aral (Bemis e Kynard, 1997). Cina e
America occidentale raggruppano specie la cui origine sembra risalire al Terziario, circa 20
milioni di anni fa: A. sinensis, A. dabryanus, A. medirostris e A. transmontanus (Bemis e
Kynard, 1997). Il gruppo dell’area atlantica comprende invece gli storioni europei ed
americani, tra cui ad esempio A. sturio ed A. oxyrinchus, mentre il quarto gruppo, in America
nord-occidentale, annovera le spacie che vivono in acqua dolce come A. fulvescens ed A.
brevirostrum (Artyukhin e Andronov, 1990).
Le frammentazioni fluviali hanno giocato un ruolo cruciale nella crisi demografica di gran
parte delle popolazioni naturali degli Acipenseriformi, essendo questo gruppo composto
perlopiù da specie diadrome, che migrano nelle acque dolci per la riproduzione e
l’alimentazione. Alcune specie compiono l’intero ciclo vitale nei corsi d’acqua dolce (A.
baerii, A. ruthenus), mentre altre sono anadrome, per cui, dopo aver raggiunto un’adeguata
taglia, si trasferiscono in mare, restando generalmente sulla piattaforma continentale (A.
oxyrinchus, A. sturio, A. transmontanus), oppure migrano nelle acque salmastre di Mar Nero,
Mar d’Azov e Mar Caspio (A. Gueldenstaedtii, A. stellatus, H. huso). Tuttavia, alcune
popolazioni che vivono in mare o in acqua salmastra possono adattarsi a completare l’intero
ciclo biologico in acqua dolce, come si è osservato per la popolazione landlocked di A.
tansmontanus del fiume Kootenai nell’Idaho, o per quella di A. naccarii del Ticino in Italia e
del fiume Drin in Albania (Nardi, 1982; Gandolfi et al., 1991; Ludwig et al., 2003).
Storicamente in Italia erano presenti tre specie autoctone di storione: lo storione comune
(Acipenser sturio, L.), il beluga o storione ladano (Huso huso, L.) e l’endemico storione
dell’Adriatico o Cobice, (Acipenser naccarii, Bp.).
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La distribuzione degli storioni all’inizio del secolo vedeva A. sturio molto raro nel mar
Ligure, nel Tirreno (inclusa la Sicilia), nel mar Ionio, nel basso e medio Adriatico ed in alcuni
fiumi (Adige, Piave, Arno, Liri, Volturno, Garigliano), e tuttavia molto presente ed oggetto di
massiccia pesca nell’alto Adriatico, nel fiume Po e relativi affluenti e nel Tevere. A. naccarii
era invece presente nell’alto Adriatico, nel Po e nei suoi affluenti ed in alcuni altri fiumi del
Veneto (Adige, Brenta, Piave, Tagliamento), mentre H. huso, molto raro, era segnalato solo
nell’alto Adriatico ed in alcuni tratti centrali del Po (D’Ancona, 1924).
Lo storione Cobice è una specie endemica del bacino settentrionale del Mar Adriatico,
storicamente diffusa in Italia, Albania ed ex-Jugoslavia (Crivelli, 1996), dove purtroppo, a
causa della recente guerra civile, le informazioni relative a popolazioni residue della specie
sono scarse. I dati più recenti sono stati ottenuti tra il 1995 ed il 1997 e riguardano il lago
Skadar ed il fiume Buna, al confine tra Albania e Montenegro (Gulyas, 2000).
Nelle acque interne nazionali la presenza di Acipenser naccarii è esclusiva dei tratti medio-
bassi dei fiumi del versante adriatico dell’Italia settentrionale, nel bacino del Po, sia nell’asta
principale del fiume che nei maggiori affluenti (Sesia, Terdoppio, Agogna, Ticino, Lambro,
Adda, Oglio e Mincio) e nei fiumi veneti (Adige, Brenta, Bacchiglione, Livenza, Piave e
Tagliamento) (Bronzi et al., 2005).
1.3. Anatomia, biologia ed ecologia
Come le altre specie degli Acipenseridi, A. naccarii presenta anatomicamente diversi caratteri
di primitività. Durante la crescita mostra un’imperfetta ossificazione, mantenendo uno
scheletro prevalentemente connettivale e cartilagineo, ad esclusione della scatola cranica che,
nell’adulto, viene protetta da robuste placche ossee di formazione allostosica, disposte in
maniera simmetrica sui lati e sulla fronte. La colonna vertebrale è costituita da vertebre
acentriche, dovute alla persistenza della corda, cui si appoggia dorsalmente e ventralmente
una serie metamerica di coppie di emiarchi. A causa della presenza di queste formazioni, che
costituiscono cinque serie longitudinali di grandi scudi ossei (una dorsale, due laterali, e due
latero-ventrali), la sezione trasversale del corpo risulta di forma pentagonale.
Figura 1.2. Giovane esemplare di A. naccarii.
Lo storione Cobice è una specie di grande taglia, anche se minore rispetto ad altri
Acipenseridi, e può raggiungere dimensioni ragguardevoli, arrivando a superare i due metri e
mezzo di lunghezza ed i 60 kg di peso. Dati sull’accrescimento di A. naccarii, raccolti per il
fiume Ticino su un centinaio di esemplari di lunghezza totale (LT) compresa tra 16 e 164 cm
e peso tra 0,016 e 26,8 kg, mostrano una relazione tra LT ed età (E, in anni) del tipo LT =
54,82 · 0,65E, mentre tra LT e peso (P, in g) P = 5,86· 10
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· 3,25LT (Bernini e Nardi, 1990).