4
INTRODUZIONE
Gli enti lirici svolgono un‟attività di produzione e diffusione della
musica, assolvendo quindi una funzione pubblica, ma l‟incapacità di sostenere
le spese solo con l‟aiuto dei proventi dello Stato, ha portato molti enti a cercare
donazioni, imponendo così un modello organizzativo di tipo non profit.
Questa forma giuridica che è stata applicata agli enti lirici, ha avuto una serie
di conseguenze rilevanti nell‟intera struttura organizzativa, dove lo scopo
principale dell‟Associazione o Fondazione lirica, deve essere la buona causa,
cioè devono perseguire la loro attività di produzione culturale senza avere
nessuno scopo di lucro, poiché solo il divieto di distribuzione degli utili
all‟interno di un‟organizzazione può garantire, a colui che contribuisce a titolo
gratuito, che il suo denaro sia effettivamente destinato alla produzione
dell‟evento lirico.
Le Associazioni non profit che operano nel settore culturale, sono quindi
obbligate, anche per la grave crisi economica che sta caratterizzando questi
ultimi anni, a reperire nuove fonti di finanziamento per le proprie attività,
diversificando le tipologie di sostenitori, ciò è possibile effettuarlo attraverso il
metodo del Fund raising.
Questo procedimento di distaccamento da fondi prevalentemente pubblici, sta
prendendo piede anche nell‟Associazione Arena Sferisterio, la quale si occupa
della gestione dell‟intera stagione lirica maceratese dal nome “Sferisterio
Opera Festival”.
Le difficoltà che sta affrontando questa Associazione, nell‟applicare una
politica di fund raising, è quella coinvolgere dei soggetti privati e imprese
profit, soprattutto del territorio locale, ad effettuare erogazioni o
sponsorizzazioni, che non siano di tipo estemporanee, come nella maggior
parte dei casi, ma di cercare di intraprendere una collaborazione duratura che
permettano di pianificare e gestire la stagione lirica in maniera efficiente
In questa ottica di ricerca fondi, dell‟Associazione Arena Sferisterio, può avere
un‟importanza rilevante effettuare una valutazione economico contabile del
marchio “Sferisterio Opera Festival”, ciò è necessario per quantificare il peso
che il brand ha sulle performance dell‟intera stagione lirica e quanto sia
importante come segno di distinzione tra le altre manifestazioni.
5
Ricordiamo che lo “Sferisterio Opera Festival” è tra i più importanti eventi
lirici sia di livello nazionale che internazionale, che attira a se ogni anno
migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo.
L‟attribuzione del giusto valore al marchio può quindi aiutare il metodo del
fund raising ad ottenere delle donazioni e sponsorizzazioni adeguate che le
imprese dovranno elargire nel caso vogliano intraprendere questo tipo di
collaborazione.
L‟investimento nella cultura può creare, oltre ad un significativo ritorno di
immagine per l‟imprese o privati che la effettuano, un vero e proprio ritorno
economico, con importanti ricadute sul territorio, quando si cerca di coordinare
l‟offerta lirica in maniera da fare sistema.
Proprio riguardo a ciò un istituto di ricerca tedesco a calcolato che il fenomeno
della lirica aiuta l‟economia; dove ci sono teatri il Pil è più forte del 2%, quindi
la lirica non si limita ad arricchire la vita culturale di una città, ma ha delle
ricadute positive sul Pil che proseguono nel tempo, anche a distanza di secoli.
Partendo da questo studio, l‟ultima edizione del rapporto dell‟Onu sulla
“Creative Economy”, ha attribuito che le attività culturali danno un contributo
del 2,30% al Pil in Italia
1
.
È proprio sul territorio locale che si deve puntare, per cercare le risorse
finanziare adeguate per la produzione della stagione lirica, ma ciò va a
contrastare con la reale situazione che si sta vivendo nel territorio maceratese
cioè la sensazione di indifferenza che la popolazione sta vivendo nei confronti
della stagione lirica, che non aiuta sicuramente le sponsorizzazioni e donazioni
da parte di privati e imprese.
Queste tematiche sono state affrontate all‟interno dell‟elaborato, partendo da
una parte generale riguardo le Associazioni si passa a parlare più
specificatamente dell‟Associazione Arena Sferisterio, cercando di dare una
valutazione al marchio “Sferisterio Opera Festival”, il tutto basato in un ottica
di ricerca fondi attraverso il metodo del fund raising.
1
Fonte relativa Governo Italiano.
http://www.rassegna.governo.it
6
CAPITOLO PRIMO
LE ORGANIZZAZIONI NON PROFIT
Le organizzazioni del Terzo Settore nascono allo scopo di rispondere a
una necessità umana o sociale. La necessità o l‟opportunità di erogare un
servizio conferiscono all‟organizzazione una ragione di esistenza, oltre al
diritto di elaborare e realizzare programmi o strategie che rispondono
all‟esigenza in questione. Nasce così la buona causa, che sta al cuore degli
interessi dell‟organizzazione non profit.
L‟organizzazione non profit può rivendicare il diritto a raccogliere fondi
chiedendo donazioni deducibili dalla dichiarazione dei redditi, ma deve
“guadagnarsi” questo attraverso la prontezza del management nei confronti
delle esigenze portate alla luce, con il valore dei suoi programmi e con
l‟amministrazione etica posta in essere dal suo organo direttivo.
Un‟organizzazione non profit può arrogarsi il diritto di chiedere, ma il
potenziale donatore non ha alcun obbligo di donare: si riserva il diritto di poter
scegliere in base alle proposte avanzate.
Qualunque organizzazione non profit che si avvalga del privilegio di sollecitare
donazioni deve essere preparata a rispondere a molte domande sia esplicite che
implicite del potenziale donatore. Tali quesiti possono prendere svariate forme:
“Perché esistete?”, “Che cosa vi distingue dagli altri?”, “Perché vi sembra di
meritare questa donazione?”, “Che cosa volete realizzare e come intendete
farlo?” e molte altre.
Le risposte a queste domande si trova nella mission e nella vision
dell‟organizzazione non profit, che oltre a fornire i motivi dell‟esistenza, da
una definizione degli obiettivi strategici e operativi che si vogliono
raggiungere.
La mission, è il magnete che attrarrà e manterrà l‟interesse di consiglieri di
amministrazione, volontari, personale retribuito e donatori, mentre la vision,
permette di individuare gli obiettivi che si vogliono raggiungere, nonché
rappresenta il sistema valori e programmi che si seguono all‟interno
dell‟organizzazione stessa.
7
Un aspetto fondamentale che deve essere preso in considerazione, è la fiducia,
intrinseca nel rapporto con i costituenti e con la comunità in generale che nelle
organizzazioni non profit, è rappresentata dalla amministratrice etica delle
risorse che le sono state affidate.
L‟ambiente in cui operano questo tipo di organizzazioni è in continuo
cambiamento, non si possono ignorare le dinamiche esterne come, elementi
culturali, tecnologiche, sociali, che influenzano in modo significativo la
politica che si vuole adottare e i programmi da raggiungere.
1.1. BREVE STORIA DELLE ORGANIZZAZI NON PROFIT IN
ITALIA
L‟Italia può vantare a buon diritto una sorta di primogenitura per
quanto riguarda le realizzazioni sociali e le raccolte fondi in alcuni settori come
sanità e scuola. Nel medioevo e in epoca moderna era diffusa la
consapevolezza che le attività di assistenza e beneficienza, sanità e istruzione,
che hanno costituito i principali filoni di intervento delle istituzioni caritative,
fossero un patrimonio per tutti, in quanto tali, riguardassero tutti, avessero un
valore pubblico.
Risalgono a questo periodo le opere destinate all‟assistenza ai pellegrini, alla
cura degli infermi, le iniziative a favore dei carcerati, degli orfani e delle
vedove, gli ospedali, fino ad arrivare alla strutturazione di forme di tipo
prettamente economico-finanziario, riguardanti il credito agevolato, come i
Monti di pietà. Molte di queste realtà sono cresciute nel corso dei secoli e sono
tuttora attive, accade così che le organizzazioni non profit dispieghino la loro
storia nel corso dei secoli compresi tra la ripresa dell‟XI secolo e le soglie
dell‟età contemporanea attraverso un fluire ininterrotto, catalizzando
elargizioni e lasciti testamentari da parte di nobili e ricchi benestanti.
Questo patrimonio di ricchezza sociale oggi è misconosciuto, dimenticato nelle
pieghe della storia minore, anche perché in Italia, purtroppo, secondo un
interpretazione distorta, il “pubblico”, è stato riduttivamente identificato con
quanto è emanazione dello Stato.
8
E cosi mentre in altri paesi
2
veniva valorizzata la propensione
all‟associazionismo, in Italia lo Stato si preoccupa di espandere la propria sfera
d‟azione che di riconoscere e favorire l‟iniziativa e l‟operosità dei corpi sociali,
tanto da attuare alla fine una politica di ingerenza neppure troppo velata nei
confronti delle realtà già in atto.
Questa pressione degli apparati statali e burocratici comincia a far sentire i suoi
effetti già alla fine del Settecento, per farsi decisamente pesante con la
dominazione napoleonica.
L‟Ottocento si caratterizza da un punto di vista sociale come il secolo
dell‟affermarsi di esperienze di autotutela, con l‟istituzione di società di mutuo
soccorso in tempi in cui la previdenza non esisteva ancora, con la nascita di
banche popolari e casse rurali, con un moltiplicarsi di iniziative nel campo
dell‟educazione dell‟istruzione scolastica e professionale, è proprio in
quest‟epoca che le istituzioni statali tendono a estendere la loro influenza in
tutti gli ambiti della vita civile.
Nella seconda metà del XIX secolo, la propensione a intervenire e a ridurre
progressivamente gli spazi dell‟iniziativa e della responsabilità di privati ed
enti si accentua ulteriormente. Gli interventi legislativi dello Stato, che si
susseguono negli anni prima e dopo l‟unità d‟Italia, mirano proprio a eliminare
una parte considerevole delle organizzazioni operanti nel sociale e in primo
luogo, quelle promosse e sostenute dalla chiesa
3
.
La politica accentratrice e monopolistica attuata dallo Stato assesta così un
duro colpo, frenandola, all‟azione della formazione sociale e dei corpi
intermedi e costituisce un passo decisivo verso la burocratizzazione sostanziale
dei servizi, i cui esiti nefasti sono oggi ben visibili.
Si è così giunti dopo un prolungato periodo di rafforzamento del welfare state
4
,
alla crisi della tradizione solidaristica intorno ai primi anni Settanta e a una
progressiva ripresa del mondo “non profit”.
2
Il francese Alexis de Tocheville, che in (“La democrazia in America” del 1835,
valorizza e promuove l‟associazionismo sia commerciale che sociale)
3
Restelli S.(1978), “Chiesa e mondo cattolico italiano di fronte alla legge Crispi del 1890
sulla riforma della beneficienza”, Bollettino dell’Archivio per la storia del movimento
sociale cattolico in Italia.
4
forma di stato che si fonda sul principio di sostanziale uguaglianza, da cui deriva la
finalità di ridurre le diseguaglianze sociale.
9
Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di un fund raising , vera e propria
disciplina professionale in cui modelli e tecniche tipicamente anglosassoni,
rispondono sempre più alla cultura, all‟etica e alle modalità di interazione
proprie del Terzo Settore.
1.2. LE DIMENSIONI DEL SETTORE NON PROFIT IN ITALIA
Grazie alle ricerche che sono state fatte negli ultimi anni il settore non
profit, è stato fatto uscire da una forma di “clandestinità” e di opacità che ne
aveva connotato l‟esistenza in tutti gli anni Ottanta e in buona parte del
decennio successivo.
Istat
5
, attraverso una rilevazione censuaria, ha individuato con ragionevole
precisione, il peso economico del settore non profit.
Se rapportati i dati a livello internazionale, le dimensioni di tale settore in
Italia, sono piuttosto modeste, nonostante negli anni più recenti sia proseguita
la tendenza all‟arretramento delle amministrazioni pubbliche dalla produzione
diretta di servizi di welfare e siano state introdotte forme parziali di
sussidiarietà nei settori dell‟educazione, sanità e assistenza.
Provando ad effettuare un analisi sulla consistenza economica delle
organizzazioni che fanno parte del settore non profit e il ruolo che svolgono, si
evince un profilo dimensionale che sinteticamente si può riassumere in cinque
caratteristiche
6
:
1. Il numero delle organizzazioni attive risulta pari a poco meno della
metà delle imprese a scopo di lucro operanti negli stessi settori di
specializzazione;
2. Risultano complessivamente impegnate a vario titolo circa 4 milioni di
persone, ovvero il 17% della popolazione attiva e il 10% di quella in età
lavorativa;
3. L‟occupazione retribuita corrisponde al 2,6% dell‟occupazione non
agricola, ovvero al 15,1% di quella dei servizi di pubblica utilità;
5
Istat (1999), “Istituzioni non profit in Italia. I risultati della prima rilevazione censuaria. Anno
1999”, n.50, Unioncamere, Roma;
6
Barbetta G., Cima S.,Zamaro N. (2003), cit.,pp. 150-151.
10
4. Il peso del settore sale al 4,3% dell‟occupazione complessiva, (si
considera anche l‟occupazione non retribuita);
5. Le spese del settore risultano pari a oltre 35 miliardi di euro, una cifra
corrispondente al 3,2% del prodotto interno lordo.
Secondo i dati del censimento, si possono dedurre tre caratteristiche salienti
inerenti il non profit italiano.
La prima è che in questo settore, si evidenza una vocazione assistenziale. Il
dato è confermato dal peso prevalente, in termini occupazionali, delle
organizzazioni che operano nel settore dei servizi sociali.
La seconda è che nel non profit, ci sono poche grandi organizzazioni che
rappresentano la principale fonte di occupazione, mentre un numero assai
elevato di enti è privo di lavoratori dipendenti e si basa pressoché
esclusivamente sul volontariato.
Infine, il settore mostra una spiccata “vocazione commerciale”.così come negli
Stati Uniti, le risorse private superano significativamente la metà delle entrate
complessive delle nostre organizzazioni non profit. Il peso del finanziamento
pubblico risulta tuttavia prevalente e indispensabile nei settori caratterizzati
dalla fornitura di servizi a soggetti in difficoltà, mentre più autonome dalla
pubblica amministrazione sono le organizzazioni di tutela degli interessi e
quelle che forniscono servizi per persone sane. In particolare, ed è questo il
dato più significativo, l‟Italia risulta quello con il minor rapporto tra donazioni
ed entrate complessive del settore (3,3% contro una media del 12,5%).
11
1.3. LE ASSOCIAZIONI NON PROFIT
Le Associazioni non profit, sono enti non commerciali, sia pubblici che
privati, che non hanno per oggetto esclusivo o principale un‟attività
commerciale. Per oggetto principale dell‟ente si intende: “l‟attività essenziale
per realizzare direttamente gli scopi primari indicati dalla legge o dall‟atto
costitutivo o dallo statuto”
7
.
Le Associazioni non profit possono essere, Riconosciute e Non Riconosciute,
l‟elemento fondamentale che le differenzia è la capacità giuridica presente nel
primo tipo di Associazione ottenibile attraverso l‟iscrizione nel registro delle
persone giuridiche.
Particolari indicazioni per la costituzione di un Ente non commerciale,
vengono fornite dall‟Art. 7 D. Lgs. n. 460, affermando che l‟atto costitutivo
deve essere redatto o con atto pubblico o con scrittura privata autenticata, per
poi registrare il tutto presso il Registro delle Imprese.
1.4. LE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE
Le Associazioni Riconosciute devono essere costituite con atto
pubblico, mentre, l‟atto costitutivo rappresenta la volontà delle parti di dare
origine all‟Associazione stessa.
Lo Statuto, contiene elementi di carattere operativo, il complesso delle norme
relative allo scopo, all‟attività concreta, all‟organizzazione, al funzionamento e
allo scioglimento dell‟Associazione.
Le modifiche dell‟atto costitutivo o dello statuto nelle associazioni riconosciute
possono essere effettuate tramite delibera in assemblea straordinaria in cui
partecipino almeno i ¾ degli associati e almeno la metà degli associati votino a
favore ( maggioranza qualificata) salvo diversa disposizione dello statuto.
Il patrimonio di un‟Associazione Riconosciuta è formato dai conferimenti
effettuati dai singoli associati che si impegnano, limitatamente alla quota
associativa, a far si che l‟ente possa raggiungere il proprio scopo.
7
Art. 1 D. Lgs n.460/97
12
L‟esistenza di un patrimonio sociale è indispensabile per l‟ente per ottenere il
riconoscimento della personalità giuridica da parte della Regione, (se
l‟Associazione opera nelle materie di competenza regionale) o della Prefettura,
se l‟Associazione opera oltre i confini della Regione e/o in materia non di sua
competenza. Le Associazioni Riconosciute godono di autonomia patrimoniale
perfetta (ossia patrimonio separato da quello dei soci) e limitazione di
responsabilità per gli amministratori al solo patrimonio dell‟Associazione.
In questo tipo di Enti, devono obbligatoriamente essere previsti due organismi
sociali:
L‟assemblea;
Gli amministratori;
1.4.1. L‟ASSEMBLEA
L‟assemblea è l‟organo composto da tutti i soggetti aderenti
all‟associazione; ai sensi dell‟ art. 20 del codice civile la stessa deve essere
convocata dagli amministratori:
almeno una volta l‟anno per l‟approvazione del bilancio;
su richiesta motivata di almeno un decimo degli associati;
Se gli amministratori non vi provvedono, la convocazione può essere ordinata
dal presidente del tribunale.
L‟assemblea ha inoltre i seguenti compiti:
deliberare sulla responsabilità degli amministratori e nominare i nuovi;
modificare atto costitutivo o statuto, con la presenza di almeno i ¾
degli associati con maggioranza dei voti (nello statuto o nell‟atto
costitutivo può essere previsto a quorum inferiore);
deliberare sullo scioglimento dell‟associazione e sulla devoluzione del
patrimonio con il voto favorevole di almeno i ¾ degli associati.
13
1.4.2. GLI AMMINISTRATORI
L‟art 16 del Codice Civile dispone che l‟atto costitutivo o lo statuto
devono contenere le norme sull‟ordinamento e sull‟amministrazione. Gli
amministratori che ricevono il mandato devono accettare espressamente la
relativa carica, che in ogni caso, non può avere durata illimitata ma ad ogni
mandato l‟assemblea degli associati provvederà a nominare nuovi
amministratori o a riconfermare i precedenti.
Gli amministratori sono responsabili nei confronti dell‟associazione in
relazione, alle norme che regolano il mandato; tra i loro compiti quello che si
può definire di carattere sociale è collegato al raggiungimento dello scopo
associativo.
Le azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori che non abbiano
causato danno all‟associazione sono deliberate dall‟assemblea degli associati.
Non può essere sanzionato l‟amministratore che non ha partecipato all‟atto
perché non era a conoscenza dello stesso o l‟amministratore che essendone
informato abbia provveduto a manifestare il proprio dissenso.
Le Associazioni per ottenere la personalità giuridica, devono acquisire il
riconoscimento, richiedendolo all‟autorità governativa, o meglio l‟istanza
dovrà essere presentata al prefetto del luogo in cui ha luogo la sede
dell‟associazione, munita della documentazione necessaria:
copia autentica dell‟atto costitutivo e dello statuto;
perizia giurata degli immobili che compongono il patrimonio;
quotazione ufficiale o perizia per i titoli (quotati e non).
Una volta ottenuto il riconoscimento, l‟Ente è iscritto al pubblico Registro
delle persone giuridiche, presso il quale va comunicato ogni tipo di variazione
relativa all‟Ente, comprese le modifiche alle cariche sociali.
14
1.5. LE ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE
L‟Associazione non riconosciuta è un‟organizzazione stabile di persone
che persegue uno scopo comune in ambiti differenti. Questo tipo di
Associazioni non hanno personalità giuridica, ma sono riconosciute come ente
giuridico autonomo rispetto agli associati.
Vengono costituite attraverso accordo, che dal punto di vista civilistico, si
definisce come contratto di associazione o atto costitutivo.
Non vengono richieste particolari forme: può essere redatto in forma scritta,
verbale o può risultare tacitamente dal‟attività organizzata dal gruppo. Possono
verificarsi circostanze in cui sono obbligatoriamente determinate forme di
costituzione, in particolare viene richiesto l‟atto costitutivo in forma scritta o in
forma di scrittura privata autenticata o registrata, per l‟accesso ai particolari
regimi tributari agevolati previsti per determinati tipi di Associazioni.
Nell‟atto costitutivo devono essere sempre determinati diversi elementi al fine
dell‟attestazione di esistenza dell‟associazione stessa.
Devono essere riportati:
lo scopo dell‟associazione, che non può essere di tipo lucrativo;
indicazione delle attività che si intendo realizzare e raggiungere;
le condizioni per l‟ammissione degli associati e il loro recesso;
le regole sull‟ordinamento interno e l‟amministrazione.
Per fruire a dei particolari regimi agevolati e riservati dalla normativa
tributaria
8
agli enti non profit, sono richiesti:
la forma di atto pubblico o della scrittura privata autenticata o
registrata;
l‟accoglimento di una serie precisa di regole ispirate ai principi di
democraticità e accoglienza.
Il patrimonio non figura tra i requisiti essenziali per la costituzione di una
Associazione non riconosciuta in quanto, per le obbligazioni da questa assunte,
rispondono illimitatamente e solidalmente coloro che agiscono in nome e per
conto dell‟Associazione, quindi in genere chi rappresenta o amministra
l‟Associazione.
8
Art. 143 del T.U.I.R. n. 917/86, D. Lgs. 04 dicembre 1997, n. 460