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Introduzione e scopo della ricerca
La storia dello scautismo italiano che va dalla sua soppressione nel 1928 a seguito
delle leggi “fascistissime
1
” sino al 1945 è abbastanza conosciuta negli ambienti scout,
ma poco considerata dalla storiografia ufficiale, che al massimo, la inserisce come un
movimento di nicchia nell’analisi della resistenza cattolica.
Scopo della mia ricerca è proprio dar voce a questa fetta di storia piccola per
estensione cronologica, ma grande nei contenuti, perché ha avuto come protagonisti
pochi ragazzi, scout, che con fedeltà e coraggio hanno fatto la loro scelta libera,
chiara, decisa e coerente: quella di tener fede alla Promessa Scout che non solo li ha
spinti a continuare la vita da scout nascosti in montagna o in mezzo ai boschi e a
servire il prossimo in qualsiasi condizione, ma ha anche sicuramente influenzato le
scelte educative durante il regime ed è stata un’esperienza di grande rilievo
nell’ambito dell’educazione giovanile.
Prima di analizzare le motivazioni della scelta che ha portato i ragazzi
autonomamente e liberamente a ripudiare il fascismo e ad abbracciare lo scautismo
pur clandestinamente, poiché gli eventi antecedenti al 1928, sono di fondamentale
importanza per comprendere le scelte successive, sarà bene tracciare le linee
principali della nascita e dello sviluppo del movimento scout nel mondo e in Italia
ove il movimento fu rappresentato da due maggiori associazioni, il CNGEI,
associazione laica, e l’Asci l’associazione cattolica.
Nella seconda fase si analizzeranno le riforme dell’educazione imposte dal regime nel
1927 a favore dell’ONB, per verificare la genesi del contrasto tra le idee fasciste
(l’istigazione alla violenza e alla forza, le imposizioni del governo) ed i principi di
libertà e lealtà su cui lo scautismo si basa.
Si passeranno in rassegna, quindi, le modalità e le fasi della soppressione di molti
gruppi e associazioni cattoliche e non, e tra queste, anche delle associazioni scout.
Il clima stesso di imposizione di ideologie dittatoriali alla gioventù e la sua
militarizzazione a scopo educativo indussero a una sorta di ribellione alla politica
1
Le cosiddette leggi fascistissime, note anche come leggi eccezionali del fascismo, adottate tra il 1925 e il '26,
sono gli atti giuridici che iniziarono la trasformazione di fatto dell'ordinamento del Regno d'Italia nel
regime fascista, ossia in uno Stato autoritario dalla forte componente ideologica, di tipo nazionalista.
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mussoliniana alcuni ragazzi, che mantenendo fede alla loro Promessa Scout di servire
la patria da Buoni Cittadini, con scelta libera e autonoma continuarono, pur nella
clandestinità, a portar avanti lo spirito d’avventura che gli era proprio, quasi come
fosse un gioco.
Seguirà la descrizione di tutta l’attività svolta in questi 17 anni circa, un’attività che
evidenza il loro andare in direzione ostinata e contraria alla maggior parte degli
italiani: dalle riunioni segrete alla redazione di giornalini propagandistici, dalla
fondazione di associazioni pseudo-scout ai campeggi in montagna nascondendo le
uniformi, dai contatti con scout stranieri alla fitta corrispondenza tra gli scout
chiamati al fronte e quelli rimasti a casa che continuarono le attività sino a sfidare i
divieti di espatrio, riuscendo a partecipare per ben due volte ai raduni scout mondiali
in Ungheria (1933) e Olanda (1937).
Infine nell’ultima parte ci si soffermerà sull’apporto dato alla Resistenza dopo l’8
settembre 1943, particolarmente dal gruppo scout clandestino lombardo delle
“Aquile Randagie”, tale data se da una parte segnò il ritorno dal fronte a casa,
dall’altro propone subito il dilemma se subire passivamente o diventare partigiani,
dilemma la cui soluzione fu perfettamente in linea con i principi scout: «Noi non
spariamo, noi non uccidiamo… noi serviamo
2
».
Gli scout quindi combatterono una resistenza disarmata, mettendosi al servizio dei
più bisognosi e costituendo un’Organizzazione Scoutistica Cattolica Aiuto Ricercati
(OSCAR) rischiando la loro vita, entrarono a far parte della Resistenza Attiva, pur
lottando senza armi e con lo scopo di salvare vite umane, agevolando l’espatrio di
ricercati politici, ebrei e renitenti che condussero in Svizzera per sentieri di montagna,
gli stesse sentieri esplorati durante i loro campeggi, sfuggendo così agli agguati
nazisti.
Completeranno la ricerca “testimonianze” dell’ epoca: documenti provenienti da
centri di studi o da gruppi scout, varie versioni della promessa scout, alcuni versi di
canti scout dell’epoca che dimostrano lo spirito di ritornare; il tutto testimonia questa
2
Carlo Verga, Vittorio Cagnoni, Le Aquile Randagie. Scoutismo clandestino lombardo nel periodo della giungla
silente 1928-1945, Italia, Nuova Fiordaliso, 2005. Pag 129
5
parte di storia, il coraggio di questi scout clandestini, e l’importanza educativa e
morale che essi hanno dimostrato durante il periodo fascista.
Essi seppero dire no ad assurde imposizioni militaresche, e scegliendo di ribellarsi per
seguire la strada del servizio verso il prossimo, dell’avventura e della fedeltà ai valori
scout, nonostante fossero una piccola goccia nell’oceano, furono coloro che dopo il
1945 ridiedero vita al movimento scout, fedele alla linea anteriore allo scioglimento,
anzi arricchito dall’esperienza della clandestinità.
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II - Lo sviluppo dello scautismo nel mondo e in Italia dal 1907 al 1927
2.1 - La figura di Baden Powell
Per comprendere appieno il Movimento Scout, bisogna conoscere qualcosa dell'
uomo che lo fondò e della sua vita avventurosa che gli fornì gli spunti che gli
permisero di elaborare la teoria e la pratica dello scoutismo.
Lord Robert Stephenson Smyth Baden-Powell of Gilwell, noto a tutti gli scout del
mondo come Baden Powell o semplicemente B.P., nacque il 22 Febbraio 1857 a
Paddington, Inghilterra, da una famiglia della media borghesia locale.
Nel 1876 intraprese la carriera militare come luogotenente del 13° Reggimento Ussari
di stanza in India. Negli anni ’80 trasferitosi a Malta, presso uno zio, generale della
guarnigione dell’isola, divenne capo dell’intelligence militare dell’area mediterranea.
Fu di nuovo in Africa durante la seconda guerra Matabele (1896-1897) dove i meriti
bellici li valsero la promozione a capo del 5° Reggimento Ussari in India.
Al periodo indiano (1897-1899) risale la composizione del manuale Aids to Scouting for
NCO's and Men (Suggerimenti per l'esplorazione per sottufficiali e soldati),un libretto di letture
utili all’addestramento delle reclute, all’esplorazione, nell’arte di seguire le tracce e
osservazione, e per scovare il nemico, scritto utilizzando delle sue esperienze in
Africa e India
3
.
Così nel 1899 era di nuovo in Africa per partecipare alla seconda guerra Anglo-Boera
(1899-1902) durante la quale, divenuto il più giovane colonnello dell’esercito inglese,
si distinse nel rinomato assedio di Mafeking.
E fu a Mafeking infatti che sperimentò una primordiale pratica di scoutismo, giacchè
essendo circondato da un esercito Boero di circa 8.000 unità più numeroso del suo si
trovò a gestire una guerra non da attaccante, ma da difensore.
Quindi cercò dapprima la collaborazione della gente locale, regolando i rapporti tra
l’esercito inglese e i sudafricani, imparando a rendersi partecipe della vita e dei
costumi di una popolazione molto diversa dalla società inglese, in seguito organizzò i
3
Robert Bastin, Lord Robert Baden Powell of Gilwell Cittadino del Mondo, Centro Librario Italiano, 1955.
pp.115-119
7
giovani del villaggio in gruppi di esploratori (Scout in Inglese) con compiti di
ricognizione e di spionaggio, di portalettere e di barellieri, ed inoltre si preoccupò
sempre di addestrare i suoi soldati, tirando fuori in loro il senso di responsabilità ed
autonomia, valorizzando le qualità personali, e lo spirito individuale di iniziativa.
Evitò invece l’addestramento formale che aveva il difetto di omologare gli individui
ad essere tutti uguali, nella convinzione che l’esercito andasse gestito come
un’esperienza di vita collettiva in cui far convivere uomini diversi, adattarsi alle
difficoltà, rispettare paesi e culture diversi.
Fu proprio qui che BP maturerà gli spiccati ideali di pacifismo e internazionalismo
che poi furono alla base del movimento giovanile che di li a poco avrebbe fondato.
Dopo 217 giorni, nonostante le forze impari, l’assedio fu rotto, e Baden-Powell si
trovò ad essere un eroe agli occhi dei suoi concittadini.
4
2.2 - Le origini dello scautismo nel mondo
E fu da eroe di uomini e di ragazzi che B-P tornò in Inghilterra dal Sud Africa nel
1901, dove fu promosso a Generale e scoprì con grande meraviglia che la sua
personale popolarità ne aveva riversato altrettanta sul libro Aids to Scouting scritto per
i soldati, ma utilizzato anche come libro di testo nelle scuole. A BP ciò offriva una
grande occasione, la possibilità di aiutare i ragazzi del suo Paese, in un periodo in cui
essi avevano ben poche occasioni di svago, e gli adulti condizionavano ogni loro
scelta, anche la più semplice e la pedagogia parlava loro in un linguaggio arido e
moralistico.
Se solo con un libro per adulti sulle esercitazioni pratiche di scautismo era riuscito ad
affascinare i ragazzi e a costruire per loro un’ispirazione, quanto maggiormente
avrebbe ottenuto quei risultati con un libro scritto appositamente per loro!
Prima di cimentarsi nella sua stesura, però, il 1° Agosto 1907 sull’isola di Brownsea,
nei pressi di Londra, egli sperimentò quello che può essere definito il primo campo
scout della storia.
4
Robert Bastin, Lord Robert Baden Powell of Gilwell Cittadino del Mondo, Cit. p.120
8
Reinterpretando le esperienze acquisite nell’attività militare, BP riunì ventuno giovani
di ogni estrazione sociale e, organizzati in piccoli gruppi, denominati “pattuglie”, lo
mise a lavorare a contatto con la natura, per favorire in loro lo sviluppo e/o il
consolidamento dell’autonomia e della solidarietà, così come era avvenuto tra i suoi
primi “scout” in Africa.
Proprio la pattuglia fu l’idea geniale alla base dello scautismo: formata da sei o sette
membri e guidata dal maggiore o dal più carismatico tra loro, per la sua
organizzazione essa accoglie nei ragazzi il progressivo maturare del senso di
responsabilità, per mezzo della trasmissione delle nozioni dal più anziano al più
giovane e dall’assegnazione di un compito specifico ad ognuno di loro
5
.
Altro punto di forza del modello educativo che egli adottò per il suo movimento,
anch’esso frutto delle sue esperienze a contatto con i popoli primitivi, dei quali ebbe
modo di apprezzare l’organizzazione sociale che volle riproporre nello scautismo
come componente pedagogica fondamentale, è il legame indissolubile tra scautismo
e vita all’aria aperta. Nella natura infatti BP vedeva il punto cardine per educare al
meglio il ragazzo: per essere formato come “l’uomo dei boschi” il ragazzo doveva
riappropriarsi dei propri sensi , riscoprirli e potenziarli, in un diretto contatto con la
natura.
Questa nuova prassi educativa mirava alla formazione delle nuove generazioni e, così,
al risanamento della società britannica ed occidentale in declino
6
.
Dopo il successo dell’esperienza di Brownsea, fu la volta della pubblicazione di
Scouting for Boys testo che ancora oggi è alla base del movimento scout, suddiviso nella
prima edizione inglese in 10 capitoli e 28 Chiacchierate al fuoco di bivacco.
L’opera, semplice nello stile, si configura come un manuale per formare un buon
cittadino e ruota intorno a 4 punti fondamentali: formazione del carattere, salute e
forza fisica, abilità manuale e servizio al prossimo, che si concretizzano attraverso
varie tecniche quali la vita all’aperto, lezioni di pronto soccorso, escursioni, lavori
manuali, attività espressive e giochi. Del manuale fanno parte anche la Promessa e la
5
Robert Bastin, Lord Robert Baden Powell of Gilwell Cittadino del Mondo, Cit. pp 152 e 157
6
Ivi, p 145
9
Legge Scout, composta da 10 articoli e negli anni modificata soprattutto nella
terminologia, da Paese a Paese.
7
L’analisi dello sviluppo di questo movimento giovanile, fondato su un modo
rivoluzionario di concepire educazione e pedagogia, evidenzia soprattutto che furono
i ragazzi i veri protagonisti della crescita e della concretizzazione dello scautismo,
poiché esso rispondeva appieno ai loro gusti, cosa non da poco se si pensa che la
famiglia era un’istituzione alquanto chiusa con regole e limitazioni ben precise.
Furono infatti proprio i ragazzi che con alla mano Scouting for Boys si riunirono in una
o più pattuglie per “giocare il gioco”, svincolando in tal modo il loro tempo libero dal
rigido controllo degli adulti, troppo spesso sconfinante nella severa imposizione.
Lo scautismo calibrò i mezzi dell’educazione sulla base del linguaggio e degli ideali
del ragazzo, così se ai bambini dagli otto agli undici anni piace giocare, cantare e
ridere, dai 12 ai 16 anni invece è la volta di vivere l’avventura, recitare e costruire.
Fondamentale è la figura del capo, anch’egli uno scout, che lungi dall’essere un
impositore militarista o moralista, con l’atteggiamento di fratello maggiore
testimoniava lo scautismo con la sua vita, perché agli occhi del ragazzo conta ciò che
uno fa, non ciò che dice.
BP impresse al movimento solo l’input iniziale, e sicuramente non si aspettata il
successo enorme che ebbe. Il sorgere successivamente di gruppi scout in tutta
l’Inghilterra e a seguire in Europa e nel mondo; rese infatti presto necessaria un’
organizzazione burocratica e logistica per il nascente movimento.
8
2.3 -Lo sviluppo dello scautismo in Italia, la componente laica del CNGEI e cattolica dell' ASCI
Le idee di BP
9
varcarono subito i confini nazionali, giungendo anche in Italia, dove si
iniziò a parlare di scautismo grazie all’intervento dell’inglese Francis Vane, nobile
7
Baden-Powell, Scautismo per ragazzi, Italia, Nuova Fiordaliso, 2003, pp. 48-52
8
Robert Bastin, Lord Baden Powell of Gilwell Cittadino del Mondo, Cit. p.164
9
Nel 1938 l'accademia di Svezia propose BP e il movimento scout come destinatari del Premio Nobel
per la pace, per l'impegno profuso per la stessa, per l'anno 1939 (dopo essere stato nominato più volte
negli anni precedenti, tra cui 10 nomination nel 1928). Lo scoppio della Seconda guerra mondiale fece
decidere all'accademia di Svezia di non assegnare il premio per l'anno 1939 e successivi.
Da Nobelprize.org Fondazione Premio Nobel in Nomination Database – Peace. Particolarmente su:
http://nobelprize.org/nobel_prizes/peace/nomination/nomination.php?action=show&showid=1588
10
anglosassone ex collaboratore di BP nello sviluppo del movimento scout inglese, che,
innamorato della Toscana, si trasferì in Italia con l’idea di diffondere il metodo scout
che tanto lo entusiasmava.
Così il Vane con la collaborazione di Remo Molinari, un locale maestro di ginnastica,
organizzò un primo reparto di scout: reclutati i primi ragazzi, fissato il testo italiano
della Legge e Promessa Scout combinate in un unico “giuramento”, e attribuito al
movimento il nome di “Boy Scout della Pace”, esso fu inaugurato ufficialmente il 12
Luglio 1910 a Bagni di Lucca.
10
Il 17 agosto 1910 il “Corriere della Sera” dedicava un lungo articolo I nuovi piccoli
cavalieri del mondo alla nuova istituzione, segno di un suo discreto successo.
In 16 ottobre dello stesso anno il Vane, che aveva uno spiccato senso delle relazioni
pubbliche, si fece ricevere dal re Vittorio Emanuele III nella sua tenuta di
villeggiatura, il quale lo incoraggiò lodando il movimento, anche se egli ne intese
soprattutto l’aspetto premilitare.
Successivamente il 6 novembre, tornò a trovarlo con una “squadra” di 30 esploratori
accompagnati dal Vane e dal Molinari.
All’indomani i giornali descrissero diffusamente l’avvenimento e diffusero la
fotografia dei ragazzi esploratori, rendendo così noto il movimento da suscitarne
curiosità e interesse in tutti gli ambienti pedagogici.
11
Contemporaneamente all’esperienza del Vane in Toscana e senza connessione alcuna
di causa-effetto con essa, a Genova, fu attuato un altro esperimento di scautismo,
anch’esso grazie ad una collaborazione anglo-italiana , tra il dottor James Spensley
12
che aveva incontrato BP nell’estate del 1910, e Mario Mazza, maestro elementare ed
appassionato educatore che per i suoi metodi originali godeva di un’ottima stima dei
ragazzi. Espressione delle idee di Mazza era stata infatti già nel 1905 l’organizzazione
“Juventus Juvat”, composta da altri quattro universitari che sotto la sua guida si
dedicavano all’educazione di un gruppo di ragazzi denominato “Gioiosa”.
10
Mario Sica, Storia dello Scautismo in Italia, Italia, Nuova Fiordaliso, aprile 1996, p 30
11
Ivi. p. 31
12
James Spensley già fondatore del club calcistico di Genova su http://www.genoacfc.it/ nella
sezione GENOA, 1893- 1897 LE ORIGINI
11
Intuizioni formative originali delle Gioiose di Mazza erano l’importanza del gioco-
lavoro, l’applicazione del principio di “dare fiducia al ragazzo” , la figura del capo
come volontario e come esempio agli occhi del ragazzo, la vita all’aperto a contatto
con la natura, e la valorizzazione dei piccoli gruppi come luoghi privilegiati di
educazione un po’ come le pattuglie pensate da BP.
La strada per lo sviluppo dello scautismo in Italia era ormai spianata:incontratisi nel
1910, Vane, Mazza e Spensley fondarono i REI (Ragazzi Esploratori italiani)
13
, la
prima associazione scout italiana dotata di un’organizzazione sistematica e di
estensione territoriale.
14
Tuttavia la vita del REI fu ben presto travagliata da contrasti ideologici, come
racconta lo stesso Mario Mazza:
Tra il 1911 e il 1912 l’iniziativa subì una grave crisi per l’allontanamento spontaneo dei due fondatori.
Noi avevamo inteso fare opera puramente scoutistica, cioè educativa, e tale volemmo tenerla immune
da ogni ingerenza politica. Non così un militare, il colonnello Ottavio Reghini, che, chiamato
ingenuamente da noi nel comitato, sin dalla fine del 1911 riusciva a compromettere seriamente
l’apoliticità dell’opera. La secessione mia e del dott. Spensley determinava il rapido declino
dell’associazione, mentre i “Gioiosi”, vista l’impossibilità di collaborare con gli altri, ritornavano a
“giocare da soli“ sotto l’antica bandiera della Juventus Juvat
15
.
Così la gioiosa di Mazza riprendeva il suo cammino da sola, portandosi dietro
qualche elemento del REI tipicamente scout: il sistema delle pattuglie, una legge in 14
articoli, l’uniforme e il caratteristico giglio stilizzato , che essa trasmetterà poi alla
futura ASCI.
Spensley continuò la sua attività di commissario del REI, sino allo scoppio della
guerra, quando partì come medico volontario nell’esercito inglese e lasciò che i REI
confluissero nel CNGEI che nel frattempo si stava affermando.
Numerosi furono gli altri “esperimenti” minori di scautismo in Italia, che non ebbero
grande successo e confluirono nelle maggiori associazioni che di li a poco si
13
I REI si diffusero soprattutto in area ligure, ma anche in città più lontane come Napoli
14
Mario Sica, Storia dello Scautismo in Italia, Cit. p 32
15
Ivi. p. 34