ii
indurimento per microprecipitazione grazie al quale si riesce a
migliorare le caratteristiche meccaniche delle leghe.
Mentre le opportunità di mercato sono molto promettenti,
l’alluminio continua a competere con materiali (magnesio, berillio e
titanio) che potrebbero offrire costi ancora minori, maggiore
resistenza, minor peso ed altri vantaggi, ciò spinge le compagnie
produttrici a rifornire i loro clienti con prodotti sempre innovativi e
nuove tecnologie che consentono di ottenere materiali di
caratteristiche superiori e dalle proprietà uniche.
Per il prossimo ventennio gli investimenti nella ricerca e
nello sviluppo tecnologico saranno il fattore determinante per la
competitività dei prodotti, saranno la strada da percorrere per
raggiungere maggiori livelli di produttività, per espandersi verso
nuovi mercati, per migliorare le prestazioni ambientali.
iii
Stato dell’arte
La lega A357 è una lega Al-Si-Mg da fonderia ed allo stato
attuale è utilizzata per la realizzazione di componenti aeronautici o
automobilistici da competizione per la sua peculiarità di unire
buone caratteristiche meccaniche ad un peso molto ridotto del
componente finito.
Il notevole impulso che ha avuto l’impiego delle leghe Al-Si
nella fonderia risale al 1920 quando Pacz scoprì che, introducendo
nel metallo liquido piccole quantità di elementi alcalini o alcalino-
terrosi, si aveva una completa modifica nell’andamento della
solidificazione di queste leghe e che ai relativi cambiamenti
strutturali erano associati sensibili miglioramenti delle
caratteristiche meccaniche. Il trattamento provoca la scomparsa
totale dei cristalli di Si primario con formazione di dendriti di
soluzione solida α (Al), che diventa la prima fase a solidificare, e la
separazione di un eutettico estremamente fine, globulare anziché
aghiforme.
[26]
Da quando Pacz fece la sua scoperta, si sono moltiplicati gli
studi per cercare di individuare le cause del fenomeno, ma ancora
oggi le idee non sono del tutto chiare, tuttavia i meccanismi fino ad
oggi proposti possono esser in quadrati secondo due teorie:
• La teoria della nucleazione impedita afferma che
l’introduzione del sodio neutralizza i nuclei che agiscono da
centri di cristallizzazione del silicio primario;
• La teoria della crescita impedita afferma invece
che la presenza del sodio blocca la crescita dei cristalli di Si
iv
per variazione di tensione superficiale e di velocità di
diffusione.
Fino a tempi molto recenti il trattamento di modifica è stato
eseguito esclusivamente con sodio, introdotto sia come elemento
allo stato metallico sia mediante miscele contenenti fluoruro di
sodio (NaF) che, decomponendosi alla temperatura del bagno, cede
sodio.
Questo trattamento presenta tuttavia degli inconvenienti quali
sviluppo di fumi ed elevata ossidabilità del sodio perciò attualmente
si sta sempre più affermando la tendenza a mettere a punto
trattamenti alternativi, in particolare trattamenti che non debbano,
come nel caso del sodio, essere eseguiti sul metallo al momento
della colata dei getti, ma direttamente sulla lega in pani, e che
mantengano i loro effetti anche dopo rifusione ed attese prolungate.
Le ricerche in questo senso hanno condotto alla formulazione e
successiva commercializzazione di leghe premodificate con Sr e Sb.
Le prime, in ordine di tempo, sono state le leghe con Sr, mentre
l’entrata sul mercato delle leghe con Sb è relativamente recente.
Riguardo all’azione del sodio si può ricordare che, nella
pratica comune, è utilizzato secondo canoni diversi secondo la lega
in lavorazione, ad esempio la lega Al-Si9-Mg è modificata sia nel
caso di colata in terra che di colata in conchiglia, mentre la lega Al-
Si7-Mg solo nel caso di colata in terra con grossi spessori. Questo
perché alcuni autori affermano che per le leghe al 9-10% di Si la
modifica dovrebbe, in generale, comportare un incremento nella
plasticità, sia nel caso di colata in terra che nel caso di colata in
conchiglia mentre, per leghe aventi una percentuale di silicio di
circa il 7%, il miglioramento sarebbe limitato solo alla colata in
v
terra, poiché, in questo caso, la presenza del sodio consente di avere
comunque, nonostante la bassa velocità di solidificazione, strutture
sufficientemente fini.
Per quanto riguarda l’azione dello Sr sulle leghe della classe
Al-Si-Mg (con Si compreso fra 9 e 7%) si nota la finezza della
struttura del materiale modificato, caratterizzata da dendriti di
soluzione solida e da un eutettico molto fine, perfettamente analoga
a quella ottenibile per modifica con Na come peraltro è analoga
l’azione sulle caratteristiche meccaniche.
Ancora si può considerare la modifica con Sb ma solo per
leghe ipoeutettiche con Si=10%; pur presentando alcune
caratteristiche positive agli effetti della capacità modificante di tipo
permanente, in primo luogo per il ridottissimo grado di ossidabilità,
mostra delle notevoli limitazioni all’impiego in questo senso: prima
di tutto questo elemento si presta solo per la colata in conchiglia,
perché, per velocità di solidificazione più basse, tende a provocare
segregazioni; in secondo luogo, l’evidenza sperimentale mostra che
il grado di modifica raggiungibile con lo Sb è inferiore a quello
ottenibile con gli elementi Na e Sr
Riguardo ai trattamenti termici impiegati per la lega A 357
quello più impiegato è il Trattamento Haley che consiste in una
solubilizzazione nella quale si mantiene la lega alla temperatura di
540°C per 13 ore seguita da tempra in acqua (T4) ed infine da un
invecchiamento a 160°C per 6 ore (T6) oppure a 160°C per 8 ore
(T61); la normativa MIL-A-21180D tuttavia prevede degli intervalli
di temperatura e tempo nell’ambito dei quali è possibile effettuare
scelte diverse secondo le varie esigenze di produzione, in
particolare per la solubilizzazione è fornito un range fra 540°C e
vi
560°C per un tempo compreso fra le 8 e le 20 ore, mentre per
l’invecchiamento il range è fra 165°C e 175°C per 4-8 ore.
vii
Scopo della Tesi
Il processo di produzione per componenti aeronautici in lega
A 357 (Al-Si-Mg), operato secondo gli standard attuali previsti
dalla normativa MIL A21180D, porta ad un materiale caratterizzato
dalle seguenti proprietà:
σ
R
=310 MPa;
σ
S
=270 MPa;
ε%=2;
HB=110 kg/mm
2
.
Detto valore di durezza è causa di una eccessiva usura degli
utensili da lavorazione meccanica, di conseguenza i costi di
produzione risultano troppo elevati.
Scopo di questo lavoro è ottimizzare il processo di
produzione cercando di raggiungere un buon compromesso fra
durezza, elongazione percentuale e caratteristiche meccaniche,
mirando in particolare ad ottenere una durezza minore dello
standard attuale pur mantenendo il carico di rottura ed il carico di
snervamento a valori adeguati all’impiego della lega in esame.
Il materiale caratterizzato nel corso della sperimentazione è
stato sottoposto a monte a due diversi trattamenti metallurgici del
bagno fuso: materiale 1: modifica e degassaggio, materiale
2:modifica, affinazione e degassaggio.
Sono stati selezionati, in un intervallo di temperature (510-
540°C) e di tempi (13-18 ore) tre distinti cicli di solubilizzazione.
Il ciclo di fonderia + solubilizzazione ottimale è stato
selezionato sulla base della verifica di durezza (Vickers e Brinell) e
microstruttura (presenza di precipitati, effetti sulla dimensione del
grano cristallino) dei campioni trattati.
viii
Il ruolo della successiva fase di invecchiamento è stato
inoltre studiato analizzando i risultati di quattro distinti trattamenti
termici (effettuati nell’intervallo 150-160°C e 4-8 ore) in termini di
microstruttura, durezza e resistenza meccanica (carico di rottura,
carico di snervamento ed allungamento percentuale) del materiale
invecchiato.
La sperimentazione ha quindi condotto all’individuazione di
un ciclo termico totale (fonderia + solubilizzazione +
invecchiamento) in grado di garantire il mantenimento di valori di
durezza Brinell di circa 100 e di caratteristiche meccaniche
soddisfacenti (σ
R=
300 MPa; σ
S=
240 MPa; ε%=3).
Parallelamente è stato intrapreso anche uno studio della
durezza superficiale della lega A 357 in funzione della temperatura
di invecchiamento e del tempo di esposizione in forno, volto ad
individuare il minimo valore di durezza teoricamente raggiungibile
per questo materiale, è stato avviato servendosi di metodi di analisi
statistica e sperimentazione fattoriale in grado di garantire
l’interpretazione affidabile dei risultati sperimentali minimizzando
il numero di prove necessarie. La temperatura dell’ultimo ciclo
termico è stata fatta variare in un intervallo molto più ampio di
quello normalmente preso in considerazione per i tradizionali
trattamenti termici di invecchiamento, compreso fra 140°C e 180°C
ed il tempo da 5½ ore a 7½ ore. I provini utilizzati sono stati
prodotti con i due trattamenti metallurgici sopra menzionati,
fissando i parametri di solubilizzazione ai valori standard previsti
dal trattamento Haley (540°C per 13 ore).
Capitolo 1
L’alluminio e le sue leghe
1
1.1 Caratteristiche e proprietà generali
dell’alluminio
La proprietà peculiare dell’alluminio è il basso peso specifico
(2,70 kg/dm
3)
, pari circa ad un terzo di quello dell’acciaio e delle
leghe di rame, ciò consente di ottenere leghe d’alluminio con
rapporto resistenza meccanica/peso superiore anche a quello degli
acciai ad alta resistenza, possiede inoltre basso potere radiante ed
elevata riflettività, quest’ultima caratteristica è usata per realizzare
riflettori per uso fotografico.
Caratteristica importante dell’alluminio è l’ottima resistenza
alla corrosione atmosferica, infatti, nonostante il valore fortemente
negativo del suo potenziale standard, si ricopre di uno strato passivo
sottilissimo e molto aderente di Al
2
O
3
per reazione con l’ossigeno
atmosferico.
A temperatura ambiente presenta una struttura c.f.c che
conferisce ottima lavorabilità poiché offre minore impedimento
allo spostamento delle dislocazioni rispetto ad altri tipi di reticolo
ma di contro ha una cattiva saldabilità, ciò è dovuto al fatto che il
sottile strato di ossido, sempre presente sulla sua superficie, è
refrattario (fonde a 200 °C) ed ha densità superiore al metallo ed
inoltre la pellicola solida avvolge le gocce opponendosi alla loro
unione e lasciando inclusioni.
Capitolo 1
L’alluminio e le sue leghe
2
A parità di peso, la conducibilità dell’alluminio è circa il
200% di quella del rame, mentre a parità di volume è il 62%, ciò
significa che, a parità di conduttanza, i cavi di alluminio pesino
circa la metà di quelli di rame, questo giustifica l’uso dell’alluminio
nella quasi totalità dei collegamenti elettrici degli aerei.
[7]
L’alluminio puro ha un basso carico unitario di rottura, pari
circa a 91 Mpa, quest’inconveniente può essere agevolmente
superato mediante rafforzamento da lavorazione a freddo che può
portare ad avere un alluminio con carico di rottura pari a 167 Mpa.
Ancora si noti l’eccellente duttilità e malleabilità che lo rende
facilmente lavorabile a caldo, a freddo e per asportazione di
truciolo; esso può essere laminato, forgiato, stampato, trafilato,
martellato ed estruso in qualsivoglia forma, può essere saldato a
gas, all’arco elettrico e per resistenza, sono disponibili fondenti e
materiale d’apporto per la saldatura e la brasatura.
L’alluminio ed i suoi composti non sono in generale tossici;
l’alluminio è non magnetico ed antiscintilla, le proprietà non
magnetiche lo rendono utile nelle schermature elettriche, per
esempio nei contenitori delle barre o di altre apparecchiature
elettriche.
Unico vero inconveniente è la bassa temperatura di fusione
(660°C) che non permette la circolazione di intensità troppo
elevate, a meno di antieconomici aumenti di sezione del cavo. Il
basso punto di fusione ne limita inoltre l’utilizzazione già in
ambienti a temperatura mediamente elevata. Sfruttando quindi le
qualità corrette dell’alluminio e aumentandone le proprietà
meccaniche (E=70 Gpa) con alliganti quali il rame, il silicio, il
magnesio, il manganese, il nichel, lo zinco, ecc. si possono ottenere
Capitolo 1
L’alluminio e le sue leghe
3
delle leghe il cui impiego come materiale da costruzione,
soprattutto nel campo aeronautico, è notevolissimo.
1.2 Elementi di lega
L’utilizzo degli elementi di lega può migliorare alcune
caratteristiche meccaniche dell’alluminio puro, ad esempio si può
portare il carico di rottura delle leghe semilavorate a circa 300 MPa
ed a circa 600 MPa quello delle leghe in getto, si può aumentare il
carico unitario di snervamento e la durezza, si compromette però la
duttilità.
L’effetto dei principali elementi di lega aggiunti all’alluminio
è esaminato nel seguito.
Rame. E’ il principale elemento di lega dell’alluminio. E’
usato fino a tenori del 5.5% nelle leghe semilavorate e del 10% nei
getti. Permette l’indurimento per precipitazione di particelle
coerenti di CuAl
2
. Il rame tende a diminuire il ritiro e la fragilità a
caldo delle leghe.
Silicio. E’ il secondo per importanza come elemento di lega;
è introdotto quasi esclusivamente nei getti nei tenori dall’1 al 12%.
Migliora la fluidità del bagno e la qualità del getto (porosità e
tenacità). Accresce la resistenza alla corrosione, la conduttività
elettrica e termica ed abbassa il coefficiente di espansione termica.
Magnesio. E’ introdotto nell’alluminio in tenori dall’1 al
10%. Le leghe sono leggere, possiedono buone proprietà
meccaniche e sono facilmente lavorabili. Per alti tenori di magnesio
Capitolo 1
L’alluminio e le sue leghe
4
le leghe sono resistenti alla corrosione in acqua di mare ed in
soluzioni alcaline.
Zinco. E’ aggiunto in tenori fino al 5.7%; migliora le
proprietà meccaniche resistenziali attraverso la formazione di fasi
intermetalliche dure, per esempio Mg
2
Zn. E’ presente
congiuntamente ad altri elementi minori come il magnesio ed il
rame.
Altri elementi. I principali ulteriori elementi aggiunti
all’alluminio sono: il manganese ed il cromo, che in piccoli tenori
migliorano la resistenza alla corrosione, il nichel che accresce la
resistenza meccanica a caldo, ma abbassa la resistenza alla
corrosione, il ferro e il rame, in leghe contenenti più del 3% di
silicio, che annullano la fragilità a caldo, il piombo ed il selenio,
che migliorano la lavorabilità alle macchine automatiche, il titanio e
il niobio che tendono infine ad affinare il grano.
[7]
1.3 Classificazione delle leghe di alluminio
Le leghe di alluminio si dividono in leghe da deformazione
plastica per la produzione di laminati, estrusi e forgiati, e in leghe
da fonderia per la fabbricazione di getti.
Per la classificazione delle leghe di alluminio vi sono criteri
diversi; il più utilizzato è quello della Aluminum Association, che
prevede per le leghe semilavorate una designazione a 4 cifre; la
prima cifra individua la famiglia di leghe, la seconda le eventuali
varianti rispetto alla lega originaria alla quale è riservata la cifra 0,
le ultime due indicano infine nella serie 1XXX il grado di purezza
Capitolo 1
L’alluminio e le sue leghe
5
dell’alluminio (ad esempio 1050 è un’alluminio 99,50%) e in tutte
le altre serie le due ultime cifre servono per individuare le singole
leghe all’interno del gruppo.
Tabella 1-1.
Le leghe da getto utilizzano un sistema di designazione
costituito da un simbolo base seguito da quattro indici numerici, i
primi tre consecutivi (senza diretta correlazione con la
composizione chimica), il quarto separato; il primo numero indica
la famiglia di leghe secondo la tabella 4.2, il secondo ed il terzo
identificano le leghe e l’ultimo numero, separato dal gruppo e
preceduto da un punto, indica la forma della lega, vale a dire pane
oppure getto.
Principale elemento di lega Classe secondo la Aluminum
Association
Alluminio (magg. 99,00%) 1XXX
Rame 2XXX
Manganese 3XXX
Silicio 4XXX
Magnesio 5XXX
Magnesio e Silicio 6XXX
Zinco 7XXX
Altri elementi 8XXX
Serie inusuali 9XXX
Capitolo 1
L’alluminio e le sue leghe
6
Principale elemento Classe secondo la
Di lega Aluminum Association
Alluminio (magg. 99,00%) 1XX.X
Rame 2XX.X
Silicio, con aggiunta rame e/o
magnesio
3XX.X
Silicio 4XX.X
Magnesio 5XX.X
Zinco 7XX.X
Stagno 8XX.X
Altri elementi 9XX.X
Serie inusuali 6XX.X
Tabella 1-2:designazione delle leghe d’alluminio per getti
1.3.1 Leghe per deformazione plastica
Tali leghe possono essere suddivise in due classi:
• Leghe che non possono essere trattate termicamente;
• Leghe che possono essere trattate termicamente;
1.3.1.1 Leghe che non possono essere trattate termicamente
Queste leghe non possono essere indurite per precipitazione
ma, per aumentare la loro resistenza, possono essere solamente
deformate a freddo. Le tre principali classi di leghe d’alluminio per
deformazione plastica che non possono subire trattamenti termici
sono le classi 1xxx, 3xxx e 5xxx. La tabella 1.3 elenca la
composizione chimica, le tipiche proprietà meccaniche e le
Capitolo 1
L’alluminio e le sue leghe
7
principali applicazioni di alcune leghe d’alluminio per
deformazione plastica di rilevanza industriale.
[9]
Tabella 1-3: Composizione chimica, proprietà meccaniche e applicazioni
tipiche di leghe da deformazione plastica
Lega Elementi Trattame
nto
C. di
rottura
C. di
snerv.
Allungame
nto
Applicazioni
tipiche
(% in peso)
*1
Termico
2
(MPa) (MPa) (%)
1100 99,0 min Al 0 89 24 25 Lamierino da
stampaggio,
0,12 Cu H14 124 97 4 Calettature.
3003 1,2 Mn 0 117 34 23 Recipienti in pressione,
H14 159 159 17 Apparecchiature
chimiche.
5052 2,5 Mg 0 193 65 18 Autobus ed autocarri,
tubi
0,25 Cr H34 262 179 4 Idraulici, impianti marini.
2024 4,4 Cu, 1,5 Mg 0 220 97 12 Strutture aeronautiche
0,6 Mn T6 442 345 5
6061 1,0 Mg, 0,6 Si 0 152 82 16 Strutture marine,
tubazioni
0,27 Cu, 0,2
Cr
T6 290 241 10 Autocarri e ringhiere
7075 5,6 Zn, 2,5 Mg 0 276 145 10 Aerei ed altre strutture
1,6 Cu, 0,23
Cr
T6 504 428 8
1: bilanciamento in alluminio.
2: 0=ricotto; H14=solo incrudito per deformazione; H34=incrudito per
deformazione e stabilizzato; T5=ricotto e invecchiato artificialmente;
T6=temprato e invecchiato artificialmente.
• Leghe 1xxx. Queste leghe hanno una percentuale
d’alluminio di almeno il 99%. Gli altri elementi presenti
sono principalmente ferro, silicio e piccole aggiunte di
rame per incrementare la resistenza meccanica.