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Abstract
中国的移民历史从 很早就开始了。 在 十 九 世 纪 末 , 很多 中国人离开
他们的国家去别的 国家找工作 或 寻 找 发 财 的 机 会 。 中 国 移 民 先 去 了
美 国 , 澳 大 利 亚 和 新 西 兰 , 然 后 他 们 去了英 国 , 最 后 来到了意大
利。在国外他们是 带 着 发财的 希 望 去 而 他们还 希 望 完 全 地 融 合 到 当
地社会。 但是在 英 国和意大 利 他们成为 种族主 义和成 见 的牺牲品 。
无论是在英国还是 在意大利,他们对 华侨的风俗习惯都 很不了解,
因而使华侨在当地 更处于一种“隔离 ”状态。 迄今, 这 种 情况使 海
外华人不 能好地 融 合到 当地 社会。 所 以对英国 人和意 大 利人来说 ,
第一代中国移民是 很封闭的。不过第 二代跟第 一代的情况 是不一样
的 。 因 为 第 一 代 华 侨 的 孩 子 生 长 在 国 外 、 说 外 语 、 跟 当 地 人 交 朋
友。因为第二代华 侨有两个身份,他 们既是意大利人、 英国的人也
是中国人 。第二 代 华侨对华 侨与当 地 社会的 融合 ,相互 了解,消 除
偏见起着 十分重 要 的作用。
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Introduzione.
Negli ultimi decenni l‟Italia ha assistito alla metamorfosi del proprio ruolo nel campo
dell‟immigrazione, trasformandosi da paese di passaggio ad uno dei principali poli
migratori d‟Europa. Tale cambiamento ha altresì sovvertito la situazione interna del
Bel Paese, che ha dovuto confrontarsi ed adattarsi alle diverse realtà che giorno dopo
giorno hanno aggiunto un tassello alla struttura di una società multi-etnica e multi-
culturale. Temi quali l‟integrazione e la preservazione dell‟identità culturale sono
centrali nella vita politica e nelle associazioni per la tutela degli immigrati sul
territorio, tuttavia il percorso verso l‟integrazione intrapreso dalle comunità migrate
in Italia non è privo di difficoltà ed è spesso minato dalla scarsa conoscenza della
cultura e delle tradizioni di queste. In questo lavoro ci si è però voluti concentrare su
una minoranza etnica in particolare, presente fin dal 1920 in Italia: la comunità
cinese. Il fulcro della ricerca ruota attorno alle seconde generazioni di cinesi nate nel
contesto italiano, viste come sede della coesistenza del binomio identitario cinese e
italiano, ritenute maggiormente integrate rispetto ai propri genitori e quindi
considerate come un “ponte” necessario per la catalizzazione del processo di mutua
conoscenza tra le due culture. Si è scelto di affrontare l‟argomento delle seconde
generazioni italiane in parte per soddisfare la curiosità personale verso una realtà così
multiforme ed in parte perché motivati dalle ancora poche ricerche che si sono
condotte su di essa rispetto alla controparte europea. Si ricorda comunque che
l‟immigrazione cinese in Italia è un fenomeno recente e che conseguentemente le
nuove generazioni nate da immigrati cinesi in Italia sono da poco oggetto di studi. A
tal proposito nel panorama scientifico, due sono le sinologhe che hanno legato il
proprio nome agli studi riguardanti le seconde generazioni: Valentina Pedone e
Antonella Ceccagno, i cui lavori hanno costituito la base e lo spunto da cui trarre
ispirazione per lo studio effettuato. Per comprendere le nuove generazioni si è
ritenuto necessario investigare la storia della diaspora dei loro antenati, a tal
proposito il primo capitolo si propone di essere un breve compendio storico della
diaspora cinese che va dalle prime migrazioni interne, fino ai grandi flussi moderni
verso l‟Europa, con particolare riguardo per la Gran Bretagna e l‟Italia. Nell‟analisi
storica del fenomeno viene dedicato anche un breve paragrafo alla disambiguazione
della natura del fenomeno migratorio cinese illegale, chiarendo la posizione della
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giustizia italiana in merito. Il secondo capitolo è dedicato alla realtà inglese ed
esamina il processo di integrazione dei cinesi all‟interno della società e gli episodi
d‟intolleranza che hanno visto la comunità protagonista, ma si incentra soprattutto
sul problema della preservazione e sulla definizione dell‟identità etnica nel contesto
migratorio, concentrandosi, nell‟ultimo paragrafo, sulla situazione delle nuove
generazioni di cinesi nati e cresciuti in Gran Bretagna. Con il terzo capitolo
l‟attenzione si sposta in Italia e per la precisione sulla copertura mediatica data alla
comunità cinese e sulla diffusione degli stereotipi inerenti alla stessa. Per la stesura
di questi capitoli ci si è serviti di compendi, articoli online e libri, mentre l‟ultimo
capitolo è frutto di dati originali tratti da un questionario sottoposto all‟attenzione dei
ragazzi dell‟associazione AssoCina. Nel quarto capitolo viene infatti mostrata
l‟analisi dei dati inerenti al questionario online che si è voluto redigere per esaminare
i diversi aspetti della vita delle seconde generazioni in Italia; in particolare
l‟attenzione si è focalizzata sulla lingua cinese, sulla definizione dell‟identità italiana
e cinese e sul livello di integrazione all‟interno della società. Inoltre si è data loro la
possibilità di esprimere le proprie idee, le proprie preoccupazioni e le proprie
speranze sugli stereotipi che li vedono protagonisti e sul loro futuro, permettendo
quindi un esame informale, ma quantomeno genuino sulla vita di questi ragazzi.
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1.Storia Delle Migrazioni Cinesi.
I flussi migratori della popolazione cinese, meglio noti come diaspora cinese,
costituiscono uno dei maggiori esempi di esodi su larga scala che interessano
molteplici poli migratori, fra i quali figurano anche l‟Europa e l‟Italia. Secondo le
ultime rilevazioni dell‟ISTAT al 31 Dicembre 2010 riguardanti i cittadini stranieri
presenti sul territorio italiano, le unità appartenenti alla Repubblica Popolare Cinese
sono 209.934, di cui 108.418 di sesso maschile e il restante 101.516 di sesso
femminile. Suddette stime evidenziano un incremento di circa il 68,6% nell‟afflusso
di huaqiao
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nel Belpaese. Tali cifre, rilevate nel quinquennio 2005-2010, sono
destinate a crescere
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. In questo capitolo, senza pretendere di essere esaustivi, si
fornirà al lettore un‟introduzione storica del fenomeno, che si propone di essere
breve ed essenziale.
1.1 In cerca di un futuro migliore:una storia fatta di migrazioni.
Da sempre la diaspora cinese si è legata inscindibilmente alla storia del Paese di
Mezzo
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e l‟emigrazione interna veniva usata dalla popolazione rurale, già a partire
dalla prima fase della dinastia Han ( 汉 Hàn)
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, come risposta alla crisi economica,
lascito del periodo di tumulti che precedette la dinastia e della straordinaria crescita
demografica che interessò la popolazione. Durante il regno Han gli esodi erano di
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Il termine huáqiáo 华侨 viene usato per designare persone di etnia cinese che vivono in un paese
straniero. Altresì la parola hăiwàihuárén 海外华人, avente la stessa accezione del termine huáqiáo, si
propone come calco della definizione inglese “Overseas Chinese”. In ultima istanza, i cinesi che sono
rimasti in patria utilizzano la forma 侨胞 qiáobāo, traducibile come compatrioti che vivono all‟estero
o che sono emigrati, come rielaborazione del termine 同胞 tōngbāo, ovvero connazionali, per riferirsi
ad essi.
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Statistiche Demografiche ISTAT: Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso e cittadinanza
al 31 Dicembre 2010.
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Il termine 中国 Zhōngguó, ovvero Paese di Mezzo, attualmente usato per denominare la Cina, fu uno
dei primi lemmi che designarono il territorio cinese. Composto dal carattere 中 zhōng che significa
“centrale, centro” e 国 guó “regno, paese”, questo carattere esprime a pieno la concezione sinocentrica
che aveva la popolazione già agli albori della storia.
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La dinastia Han, che regnò dal 206 a.C. al 220 d.C., pose le basi per la creazione di un complesso
apparato burocratico rispettoso dell‟ideologia confuciana, per l‟organizzazione di un corpus militare
notevole e per la centralizzazione dell‟Impero Cinese. L‟importanza della dinastia per la storia cinese
è indubbia, tanto che il suo nome venne successivamente adottato per denominare la maggioranza
etnica cinese e differenziarla dalle altre minoranze presenti sul territorio.
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duplice natura: i primi, collegati agli stanziamenti militari presenti a Nord e a Nord-
Ovest, erano la risposta al problema della sovrappopolazione e della difesa dei
confini, mentre i secondi, svincolati dall‟autorità statale, portavano i contadini verso
l‟abbondanza delle terre meridionali. Proprio quest‟ultimo tipo di esodo diede vita ad
una tendenza che fece registrare il suo apice durante la seconda parte della dinastia
Song ( 宋 Sòng)
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in cui circa il 90% della popolazione viveva al Sud.
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Naturalmente il
fenomeno migratorio non era solamente interno, conseguenza di guerre, carestie e
rivolte, ma si tradusse in una vivace mobilità internazionale che toccò soprattutto il
Sud-Est Asiatico e i paesi d‟oltreoceano a partire dal 1894, anno in cui i Qing( 清
Qīng)
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, ultima dinastia cinese, posero fine al regime di proibizione che coinvolgeva
l‟emigrazione e i viaggi d‟oltremare. La fine del proibizionismo mancese portò molti
cinesi a spostarsi verso le città portuali aperte agli stranieri e a salpare dai porti del
Guangdong e del Fujian alla volta delle colonie europee nel Sudest asiatico o negli
Stati Uniti. Proprio da questi ultimi attorno al 1850, a seguito della scoperta di
giacimenti aurei in California e della costruzione della rete ferroviaria trans-
americana, venne una forte richiesta di manodopera non specializzata a basso costo, i
cosiddetti coolies,
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che vennero impiegati anche in Australia e Nuova Zelanda.
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La dinastia Song, che regnò dal 960 al 1279 d.C , restaurò l‟unità politica andata perduta dopo il
crollo della dinastia Tang e dopo il periodo di transizione chiamato delle Cinque Dinastie e Dieci
Regni. In questi anni la Cina si reinventò ed affiancò alla tradizionalissima agricoltura il commercio.
Grazie al sistema commerciale e manifatturiero le città prosperarono e diventarono il fulcro della vita
moderna. Nelle città le idee si diffusero grazie alla carta stampata, già conosciuta in epoca Tang, e la
vivacità dell‟ambiente culturale portò alla formazione di nuove ideologie come il Neoconfucianesimo,
adottato da una nuova classe sociale emergente composta da ricchi intellettuali: la gentry.
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Roberts J.A.G(2009). Storia Della Cina. Roma: Newton Compton
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La dinastia Mancese dei Qing governò il Celeste Impero dal 1644 al 1911, quando l‟ultimo
imperatore, Aisin Gioro Puyi, fu costretto ad abdicare e a fuggire dalla Città Proibita. Durante il regno
Qing potenze quali la Gran Bretagna, la Francia, il Giappone, la Germania e gli Stati Uniti riuscirono,
attraverso una serie di trattati imposti alla Cina, ad ottenere territori dove poter porre e gestire le
proprie attività commerciali. Questa scissione del territorio in sfere di influenza provocò una serie di
rivolte di matrice xenofoba, la più violenta delle quali, La Rivolta dei Boxer, fu appoggiata
dall‟Imperatrice Cexi in persona. Il sentimento antistraniero si tradusse in una chiusura del Paese nei
confronti del mondo, che venne espressa anche in una serie di editti che prevedevano la pena capitale
per chiunque avesse lasciato la Cina.
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Il termine coolie veniva generalmente usato per gli asiatici impiegati in lavori pesanti negli Stati
Uniti, in Australia e in Nuova Zelanda. L‟etimologia della parola è dubbia, alcuni la fanno risalire al
tamil kuli, salario, altri ancora la fanno risalire al Hindi qūlī, schiavo. Si segnala che in cinese la
parola coolie, 苦力 kǔlì, viene formata dal carattere 苦 kǔ che designa la sofferenza, l‟amarezza, il
dolore e 力 lì che significa sforzo, forza fisica, il che rende perfettamente l‟idea della tipologia di
lavoro in cui erano impiegate queste persone.