PRESENTAZIONE
Nel corso della mia carriera universitaria, ho avuto modo di
affiancare all’attività di studio, un’attività lavorativa stagionale
mediante cui ho potuto godere di un appoggio economico a sostegno
dei miei studi e acquisire notevoli esperienze professionali.
Ho svolto l’attività lavorativa ad Alghero presso una nota azienda
“NOLAUTO ALGHERO” dei fratelli Giovanni e Roberto Salaris, situata con
sedi in Via Vittorio Veneto n°11 e Via Garibaldi n°33, la cui attività opera
nel settore dell’autonoleggio con e senza conducente. Azienda storica
che svolge l’attività nel settore da leader, con radici poste nel 1930.
L’esperienza lavorativa di questi anni mi ha dato la possibilità di
conoscere in prima persona gli aspetti della gestione di un’impresa al
servizio del turismo e soprattutto, la sua connotazione in termini di
servizi offerti nell’ambito della domanda turistica della Città di Alghero
e dell’hinterland.
L’attività svolta da quest’azienda presenta alcune peculiarità che hanno
acceso la mia curiosità e indotto a realizzare questa tesi col fine di
rilevare una realtà molto singolare: i servizi di lusso.
L’azienda oltre ai servizi offerti al turismo di massa, su cui si basa
l’economia algherese degli ultimi decenni, offre dei servizi di lusso con
possibilità di noleggiare auto di grande prestigio con autista.
Questo servizio apre larghe vedute attraverso le quali far emergere un
aspetto del turismo a molti sconosciuto, il quale ha caratterizzato
Alghero negli anni ’60: il turismo d’èlite.
L’obiettivo sarà illustrare, mediante analisi svolta su un settore e su
un’azienda specifica, l’esistenza di una domanda con relativa offerta di
servizi, la quale si discosta dal turismo di massa su cui ormai da decenni
si basa il turismo algherese.
Il lavoro sarà articolato mediante analisi storica che prenderà in
considerazione tre blocchi storici: partiremo dal 1930 analizzando le
prime timide forme di turismo e come il sig. Roberto Salaris, nonno
degli attuali amministratori dell’azienda presa in considerazione, ebbe
l’idea di offrire un servizio innovativo e di prestigio alle domande
provenienti dai primi turisti algheresi, fino ad arrivare agli anni del
dopoguerra; proseguiremo l’analisi partendo dal 1960, anno di punta
del cosiddetto turismo d’èlite nell’Alghero che viene denominata come
“porta d’oro del mediterraneo” e, parallelamente, la risposta a questa
domanda sempre più ampia del turismo da parte del Sig.Felice Salaris,
figlio del Sig. Roberto Salaris, che in questo periodo sulle tracce
dell’attività paterna acquisisce l’attività fondando la “Autoservizi Felice
Salaris".
Questo secondo blocco arriverà fino agli anni ’90, analizzando i
mutamenti avvenuti nel turismo algherese, il quale vede un’evoluzione
da èlitismo a turismo di massa, specie dagli anni ’80;
Infine un terzo blocco analizzerà il turismo dagli anni ’90 e la risposta in
termini di offerta turistica proveniente dalla Nolauto Alghero, la quale
nei primi ’90 vede un ricambio generazionale e una nuova gestione da
parte di Giovanni e Roberto Salaris, i quali prendono le redini di
quell’attività che, nel corso degli anni, ha visto crescere sempre più la
domanda turistica e la relativa offerta.
In questa terza parte affiancheremo ad un’analisi prettamente storica,
un’analisi decisamente gestionale e come, i servizi offerti dall’azienda di
nuova gestione, possano essere etichettati, almeno per una piccola
parte, nell’ambito dei servizi di lusso, sintomo chiaro di un riaffiorare
del turismo d’èlite, appartenente alla fase del dopoguerra e che oggi
sembrerebbe riaffacciarsi nella realtà o addirittura non essere mai
scomparso.
L’analisi proseguirà prendendo in considerazione il sistema di
collaborazione tra la Nolauto Alghero e le altre aziende operanti nel
settore, specie quelle collaborazioni che permettono di mettere in luce i
servizi particolari indirizzati a una domanda prettamente èlitistica.
Infine tireremo le somme dell’analisi settoriale per valutare l’effettiva
esistenza di questa domanda di “nicchia” e come questa possa
coesistere o meno con le domande provenienti dal turismo di massa
con un possibile ampliamento anche in altri settori del turismo
algherese.
CAPITOLO I
1930-1950: GLI ALBORI DEL TURISMO ALGHERESE
1.1 Le prime forme di turismo
“Dopo il paesaggio desolato della Nurra arrivai in una città ove sentii
un senso di liberazione alla vista del suo mare, delle sue torri e dei suoi
bastioni; situata su un piccolo promontorio, si affaccia su una rada
incantevole la splendida città di Alghero” 1
queste le parole presenti in un
libro scritto da Alfred Steinitzer nel 1924, dal titolo “Die Vergessene Insel.
"Sardinien und die Sarden”, in cui lo scrittore turista austriaco descrisse il suo
itinerario presso vari centri dell’Isola e, soprattutto, presso la città di Alghero
della quale quest’ultimo rimase particolarmente colpito. Egli fece un’analisi
dettagliata della città e il suo lavoro è particolarmente interessante per
comprendere quella che era la realtà dell’Alghero d’inizio secolo e la nascita
delle prime forme di turismo.
L’autore visita un’Alghero che, nel primo dopoguerra, basa la sua economia
su attività agricole, sulla pesca e su un comparto industriale nel campo delle
paste alimentari, della ceramica, fabbriche di candele, cera, tintorie e
concerie. Inoltre cita la produzione dell’olio d’alta qualità in gran parte
destinato all’esportazione.
Il turismo rappresentava un fenomeno che, dal punto di vista di domanda e
offerta, era del tutto sconosciuto alla città algherese. Esisteva un piccolo
flusso di visitatori provenienti dalla penisola o da Paesi stranieri attratti dal
fascino delle mete esotiche e delle terre che, come la Sardegna,
mantenevano quel fascino di territori puri e selvaggi in cui la natura era
ancora padrona di se stessa.
1 S. Govoni, La Sardegna descritta da Alfred Steinitzer, Alghero, 1998.
Il fenomeno che ha segnato la svolta in senso turistico è da attribuire alla
realizzazione del secondo stabilimento balneare della Sardegna dopo quello
del Poetto a Cagliari, realizzato nel 1863, grazie all’intervento finanziario dei
comuni di Alghero e Sassari.
Era localizzato in prossimità dell’attuale porticciolo turistico e frequentato
ovviamente dalla buona borghesia del tempo. Esso rappresentava la risposta
locale alla moda dei bagni di mare, con tutto ciò che comportava in termini di
modificazione del comportamento sociale, diffusasi già dal XVIII secolo nelle
località di villeggiatura della Gran Bretagna e sul litorale della Francia e
approdata in Italia agli inizi dell’ottocento con la costruzione degli
stabilimenti di Viareggio (1820) e Rimini (1830).
“Il richiamo a quest’opera serve a smentire la tesi di taluno che vorrebbe che
i sardi abbiano scoperto il mare solo con la Costa Smeralda e l’arrivo dell’Aga
Khan” 2
Un’indagine svolta nel 1934 descrive le caratteristiche strutturali dello
stabilimento balneare e dei servizi connessi al turismo.
Erano presenti circa 120 cabine in legno di proprietà sia pubblica sia privata,
con possibilità di affitto a un prezzo che andava da L. 200 a L. 250 mensili e
350 L. per l’intera stagione Giugno-Settembre. Alghero era organizzata con
telefoni, telegrafi, una rete fognaria efficiente, un ospedale e varie attività
commerciali tra cui negozi per attrezzature di pesca e caccia.
Per quanto riguarda i collegamenti stradali tra Alghero e le zone limitrofe, era
attivo il collegamento via treno esercitato dalla “Stazione delle Ferrovie
Complementari della Sardegna” il cui costo, per una tratta da Alghero a
Sassari lunga 35 km, era rispettivamente 10 lire A/R per viaggio in prima
classe e 5 lire A/R in terza classe.
2
G. Solinas, Il turismo ad Alghero dal dopoguerra a oggi, Sassari, 1994.
Era possibile, inoltre, usufruire di trasporto stradale grazie ai mezzi in servizio
della S.A.T.A.S., azienda che gestiva i collegamenti tra Alghero e vari paesi
della provincia. Le tariffe andavano dalle 6,65 lire direzione Villanova
Monteleone alle 10,45 lire per raggiungere il bivio di Romana fino a 13,80 lire
per raggiungere il paese di Mara.
I collegamenti con la Penisola avvenivano soprattutto via mare, dove operava
la Tirrenia. Era possibile raggiungere Porto Torres partendo dal porto di
Genova o Livorno, con tariffe che si aggiravano rispettivamente a Lire 110 per
un viaggio in prima classe, 71,50 per la seconda classe e lire 33 per
un’attraversata in terza classe, tutti i prezzi escludevano vito e alloggio.
3
Avvenimento che diede impulso all’intensificarsi dei flussi provenienti dalla
penisola e dall’estero fu la realizzazione dell’idroscalo in Località Porto Conte,
attivo dal 1937 al 1943, in cui operavano gli idrovolanti della compagnia
aerea Ala Littoria.
Porto Conte era conosciuto sin dai tempi dei romani come Nimpharum
Portus, ovvero Porto delle Ninfe, è uno dei più grandi porti naturali del
mediterraneo, riparato dai venti di nord ovest, ha rivestito da sempre una
grande importanza strategica nei secoli passati. Oggigiorno è sottoposto a
protezione naturalistica sia nella zona terrestre sia nella parte marina.
L’idroscalo di Porto Conte permise l’arrivo di molti turisti e diede impulso
all’incremento del flusso turistico. Ancor prima della realizzazione
dell’idroscalo erano presenti all’interno della Città alcuni servizi di trasporto,
sempre dal punto di vista di offerta al turismo, tra cui un servizio di motoscafi
e vetture che permettevano di raggiungere la spiaggia di S. Giovanni, con
tariffa concordata: andata e ritorno L. 1,50 (1934).
3
G. Furesi, Alghero, monografia a cura del dopolavoro algherese sezione turistica, 1934.
In questo periodo la Municipalità di Alghero, d’accordo con il Consiglio
Provinciale per l’Economia di Sassari, predisponeva per la costruzione di un
grande albergo e per l’esecuzione delle opere necessarie a facilitare l’ingresso
alle Grotte di Nettuno.
E’ di grande importanza sottolineare come, a cavallo tra le due guerre, lo
Stato intervenne nel settore turistico.
Gli interventi nacquero in risposta alla crescita di una maggiore
consapevolezza del ruolo che il turismo poteva svolgere nell’economia
nazionale. Nel 1919 fu costituito l’Enit, Ente nazionale delle Industrie
Turistiche. Particolarmente importanti furono le attività di statistica che
rivelarono, nel corso degli anni Venti un flusso di circa sei milioni di turisti
italiani distribuiti in varie località. Dopo la guerra, la temuta interruzione non
avvenne, i turisti tedeschi costituivano il principale flusso seguiti da inglesi e
nordamericani.
Gli interventi di politica nazionale e regionale, unitamente al servizio di
trasporto aereo sorto nell’idroscalo di Porto Conte, hanno gettato la base
dell’avvio di una, se pur minima, forma di flusso turistico. Tutto questo ha
generato nuove domande di mercato fino ad allora sconosciute
nell’economia algherese, le quali in minima parte hanno ricevuto un’offerta
diretta.
Noi vogliamo entrare nel merito di questa nuova economia turistica
evidenziando, dal lato dell’offerta, quella proveniente da un settore di servizi
specifico: l’autotrasporto.