Introduzione Il mio interesse per lo scrittore palermitano Angelo Fiore nasce
nell’autunno del 2006, quando, nel corso delle lezioni tenute dal
professor Giuseppe Rando, ordinario di Letteratura Italiana presso la
Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Messina, ebbi
l’occasione di scoprire che la Sicilia, oltre ad aver dato i natali a gente
come Pirandello, Vittorini, Tomasi di Lampedusa, Quasimodo,
Sciascia (solo per citare alcuni nomi), aveva partorito anche altri
scrittori, altrettanto valenti ma che, per vari motivi, sono caduti
nell’oblio.
Tra questi ultimi v’è, per l’appunto, Angelo Fiore, dopo la cui
morte, avvenuta nel 1986 all’età di 78 anni, Geno Pampaloni dirà:
‹‹nella mia timidezza ero incapace di dirgli francamente: “caro Fiore,
Lei è un grande scrittore, forse un genio”›› 1
. Di questo “grande
scrittore” appresi le prime notizie sfogliando Volti e pagine di Sicilia ,
una scheda critico-biobibliografica e fotografia di scrittori e poeti
siciliani di due secoli, da Serafino Amabile Guastella a Lara Cardella,
su cui lessi: ‹‹Erano gli anni dell’egemonia delle opere di Leonardo
1
G. PAMPALONI, Presentazione a AA.VV., Atti Convegno nazionale di studi “Le opere e i
giorni di un grande scrittore” , a cura del Movimento Giovani per un Nuovo Umanesimo,Catania,
Tifeo, 1988, p. 21.
3
Sciascia, quelli in cui scriveva Fiore. Non c’era molto spazio per una
critica che tentasse di farsi carico di voci autonome›› 2
.
Ma, più delle parole, mi colpì la foto, che immortala un Fiore
ormai in là con gli anni. Più che una foto, a dire il vero, sembra quasi
una radiografia: nello sguardo, ancorché velato da enormi occhiali
scuri, si riesce a intravedere la morfologia dell’anima, la trasparenza
di chi, sentendo la morte che incombe, tenta disperatamente di
rimanere aggrappato alla vita. Una grande voglia di vivere nonostante
tutto fu, dunque, ciò che lessi in quel ritratto. Ed ebbi anche la
certezza, acquisita per via intuitiva, che chi si nascondeva dietro quel
volto mi avrebbe detto, attraverso i suoi scritti, la verità, la “sua”
verità che, in qualche modo, sentivo già anche un po’ mia.
Determinata ad andare fino in fondo, iniziai a procurarmi gli
scritti di Angelo Fiore, la più parte dei quali scoprii presto non essere
più in commercio. In libreria, potei, infatti, acquistare soltanto tre
opere, tutte riproposte da case editrici messinesi, e segnatamente: Il
supplente , il capolavoro, a detta dei più, dello scrittore palermitano,
pubblicato nel 1998 da Pungitopo; Un caso di coscienza e altri
racconti , un volume che raduna tutti i racconti conosciuti del
romanziere, stampato da Mesogea nel 2002; L’erede del Beato , il
romanzo più “tradizionale” dell’anticonformista Fiore 3
, uscito, sempre
per i tipi Mesogea, nel 2004.
2
AA.VV., Volti e pagine di Sicilia (da Serafino Amabile Guastella a Lara Cardella) , a cura di S.
Noto, con presentazione di N. Mineo e ritratti di T. Lo Re, Catania, Prova d’Autore, ‹‹Collana
Polene››, 2001.
3
È l’unico romanzo che “rispetti” la divisione in capitoli.
4
Delle altre opere sono riuscita a reperire la prima edizione
attraverso altri due canali: la rete e la Biblioteca Regionale di Messina.
Fu infatti la libreria Menabò di Milano, che è una libreria on line di
testi rari, a inviarmi la prima edizione di due romanzi di Fiore: Il
lavoratore e L’incarico , usciti, per i tipi Vallecchi di Firenze,
rispettivamente nel 1967 e nel 1970. La Biblioteca Regionale di
Messina ha fatto poi il resto, procurandomi, attraverso il prestito
interbibliotecario, la prima edizione del romanzo Domanda di prestito ,
stampato sempre da Vallecchi nel 1976, e di Diario d’un Vecchio ,
pubblicato postumo da Tifeo di Catania nel 1989.
Non posso negare che, di primo acchito, la lettura delle opere di
Fiore mi lasciò, a dire poco, perplessa: a tratti, avevo l’impressione di
avere davanti non romanzi, ma veri e propri trattati di filosofia! Attilio
Forra, per esempio, protagonista de Il supplente vive nella ‹‹speranza
di uno straordinario avvenimento metafisico o di uno straordinario
risultato etico›› 4
. Paolo Megna, protagonista de Il lavoratore , trascorre
le sue domeniche leggendo le opere di Fichte, Schelling, Kant,
Leibniz, attraverso le quali gli sembra di ‹‹rivivere la sua vita,
scoprendovi nessi e significati nuovi›› 5
. Don Agostino, nel racconto
Le voci , si chiede: ‹‹Ma l’uomo è sincero? Gli si può credere?›› 6
. Ma
gli esempi si potrebbero moltiplicare.
4
A. FIORE, Il supplente , Marina di Patti, Pungitopo, 1987, p. 6.
5
ID., Il lavoratore , Firenze, Vallecchi, ‹‹Narratori Vallecchi›› 29, 1967, p. 65.
6
ID., Le voci , in ID., Un caso di coscienza e altri racconti , a cura di A. Pane, Messina, Mesogea,
p. 173.
5
Pensai, dunque, che, se avessi rintracciato i nomi dei filosofi
che avevano potuto incidere sulla formazione dello scrittore, sarei
riuscita a definirne, in qualche modo, il pensiero. Ma non fu questa la
strada che intrapresi. A farmi cambiare idea fu la lettura del Diario
d’un Vecchio , attraverso la quale dovetti arrendermi all’evidenza che,
quale che fosse stato il filosofo a cui fossi riuscita ad accostare Fiore,
non avrei cavato un ragno dal buco. Ecco cosa scrive, infatti, Angelo il
20 marzo 1955:
Lo stesso fatto, la stessa categoria morale e spirituale è da me
sentita e trattata in modi diversi e vari; e così gli uomini, e il
loro mondo interno; se non crollano in un modo si
sgretoleranno nell’altro […]; non ho categorie morali né
spirituali; o meglio, nessuna mi basta o si adatta. Quando ho
distrutto e dissolto, ricostituisco e ripropongo, ed è questa la
mia fede, o il principio della fede e della vita 7
.
Ma chiusa una porta, si apre un portone. E il portone me lo aprì
proprio il Diario , le cui pagine mi fecero venire in mente un saggio di
Ludwig Binswanger 8
, il fondatore dell’antropoanalisi. Questo saggio
avrebbe fatto da “cerniera” tra le opere di Angelo Fiore e la sua
“modalità esistenziale”, la ricerca della quale era diventato l’obiettivo
del lavoro che stavo per iniziare.
7
ID., Diario d’un Vecchio , a cura di S. Collura, presentazione di G. Pampaloni, Catania, Tifeo,
1989, p. 85.
8
Il nome di questo autore venne fuori nel corso delle lezioni tenute dal prof. Antonino Pennisi,
docente di “Psicopatologia del linguaggio” e Preside della Facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università di Messina.
6
Dopo un primo capitolo dedicato alle vicende biobibliografiche
dell’autore di Un caso di coscienza , passerò quindi a fornire una
sintesi del saggio, nel quale Binswanger analizza la “stramberia” come
modalità di fallimento dell’esistenza. L’ipotesi che mi propongo di
dimostrare è che il fallimento di cui parla il padre dell’antropoanalisi
stia alla base del fallimento che caratterizzò tutta la vita di Angelo
Fiore e che fu il tema dominante della sua produzione. Il terzo
capitolo dedicherò, infine, alla lettura di alcuni passi del Diario e delle
opere (principalmente racconti) allo scopo di fornire le prove a
sostegno della mia tesi.
7
Capitolo primo Note biobibliografiche Angelo Fiore nasce a Palermo, primo di tre figli, Francesco
(1912) e Maria Vittoria (1918), di Marianna Conforto, casalinga, e di
Gaetano, impiegato del Genio Militare, nel 1908. Gli anni della
formazione non furono dei più felici: figlio di un matrimonio
“combinato”, Angelo si trovò esposto, fin dalla tenera età, alle
frequenti liti fra il padre, rimasto orfano a due anni e allevato da una
zia, e la madre, che sempre rimpiangerà un amore giovanile
contrastato dai genitori 9
. Sarà proprio presso i nonni materni, a Novara
di Sicilia, in provincia di Messina, che Angelo trascorrerà, in
occasione delle vacanze estive, i momenti più belli (forse gli unici)
della sua fanciullezza: ‹‹Novara e molti dei suoi abitanti gli rimasero
impressi nella memoria, e li ricordava spesso con piacere anche da
adulto›› 10
.
La più parte della giovinezza trascorse ‹‹rintanato in una stanza
nella nuova residenza dei Fiore in Via Benedettini›› 11
: qui, ‹‹cominciò
a leggere i classici fra cui Dostojevskij, Tolstoj, Proust e molti filosofi,
quali Kant, Schopenauer, Nietzsche, Locke, S. Agostino, S. Tommaso
9
Cfr. A. PANE, Una vita fuori corso , in Un caso …, cit., p. 223.
10
M.V. FIORE, Il fratello , in AA.VV., Atti Convegno …, cit., p. 11.
11
Ivi , p. 12. La stessa Maria Vittoria ci informa dei movimenti della famiglia Fiore: ‹‹Angelo Fiore
nacque […] in Via Scarparelli, uno dei rioni più vecchi della città››. Ivi , p. 11. Più innanzi: ‹‹Pochi
mesi dopo la nascita dello scrittore la famiglia Fiore si trasferì nell’alloggio militare, in Piazza
Santi Quaranta Martiri. Lì Angelo Fiore trascorse tutta la sua fanciullezza…›› ( Ibidem ) .
8
ed altri›› 12
. La “carriera” studentesca fu tutt’altro che brillante.
Frequenta il ginnasio ‹‹Umberto››, ma non arriva alla licenza, respinto
per la sola Educazione Fisica a causa del rifiuto di eseguire un salto.
Passa quindi al ‹‹Vittorio Emanuele II››, dove nel 1926 consegue la
maturità. Fra i condiscepoli i fratelli Massolo, Guido Castellana-
Borsellino, Camillo Giardina e Benedetto Maria Albèrgamo 13
.
Finito il liceo, Fiore si iscrive, ‹‹più per volere del padre, che
desiderava vederlo magistrato, che non per passione propria›› 14
, alla
facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo. Ma riesce a dare
solo pochi esami, con scarso profitto. Dopo alcuni anni inconcludenti,
il padre lo aiuta a trovare impiego presso il Genio Militare. Fiore lo
manterrà per circa un decennio, dal 1932 al 1943
15
. La “carriera”
burocratica, come vedremo più avanti, farà da sfondo a quasi tutta la
produzione fioriana. Ciò che qui ci sembra utile riportare è la
testimonianza della sorella, secondo la quale Fiore ‹‹non andava
d’accordo con nessuno […]. Lui era in ufficio … a litigare con tutti.
Fra l’altro era il periodo fascista e lui era antifascista, perciò aveva
12
Un elenco dei libri di filosofia posseduti da Fiore negli ultimi anni di vita è contenuto in S.
LATORA, I presupposti filosofici nella narrativa di Angelo Fiore , in Atti Convegno ..., cit., pp. 75-
87. Vi figurano testi di Nietzsche, Bacone, S. Agostino, Russell, Massolo, Heidegger, Boutroux,
Kant, Berkekey, Campanella, Cartesio, Schelling, Fichte, Herbert, Leibniz, Schopenauer,
Orestano, Hume, Blondel, Bergson, Gerotti, Locke.
13
Cfr. A. PANE, Una vita …, cit., p. 224.
14
M.V. FIORE, Il fratello , cit., p. 12.
15
Cfr. M. PERRIERA (a cura di), Il mistero del ‹‹saper vivere›› [intervista ad Angelo Fiore],
‹‹L’Ora››, 5-6 marzo 1971, p.11. Questo dato diverge leggermente da quanto contenuto nella
“dichiarazione dei servizi” sottoscritta da Fiore e presente fra le carte del suo “fascicolo personale”
conservato presso l’Istituto Tecnico Commerciale ‹‹Crispi›› di Palermo, dove Fiore ha prestato
servizio per ben diciassette anni. Qui Fiore suddivide il tempo trascorso al Genio Militare in due
distinti periodi: 1932-34 e 1935-45. È da ritenere che tale divergenza sia dovuta alla situazione di
incertezza istituzionale determinatasi dalla caduta del fascismo alla fine della guerra, che poteva
dare adito a una diversa valutazione del “servizio” effettivamente reso in quel biennio.
9
continui urti, controurti›› 16
. Forse, proprio per fuggire a questo mondo
che non sentiva suo, nel 1936, al convento di Canicattì, Fiore
manifesta a Benedetto Maria Albèrgamo (che a vent’anni era entrato
nell’ordine francescano) l’intenzione di darsi alla vita monastica. La
cosa, però, rimane senza seguito. Comunque sia, sempre su consiglio
del padre, nell’anno accademico 1939/40 si iscrive alla facoltà di
Lingue, Letterature ed Istituzioni Europee (con specializzazione in
Inglese) dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, dove si laurea
il 16 novembre 1942, con una tesi, Influsso di L.B. Giraldi Cinzio sul
Teatro di Shakespeare , andata poi distrutta dal Consiglio di
Amministrazione per motivi di spazio 17
!
Durante il conflitto, Fiore viene ‹‹Militarizzato con grado di
“Sottotenente Truppe Operanti” in zone di guerra – Campagne di
Guerra 1941, 1942, 1943›› 18
. Con l’arrivo degli Alleati viene reclutato
come interprete dall’ Intelligence Service 19
. Cessata l’occupazione,
Fiore si decide a dismettere gli abiti dell’impiegato per indossare
quelli dell’insegnante. La nuova “carriera” inizia a Bisacquino, in
provincia di Palermo, dove Fiore presterà servizio dal 1° ottobre 1945
al 30 settembre 1946 presso la Scuola Media e il Ginnasio Vittorio
Emanuele. Tra il 1946 e il 1950 (in mezzo, nel 1947, l’abilitazione)
Fiore esercita in varie scuole di Palermo. Raggiunto il ruolo, dal 1°
16
Cfr. Intervista a Maria Vittoria Fiore. Palermo, aprile 1987 , a cura di Sergio Collura, in Un
prepotente spirituale . Appendice al Diario d’un Vecchio , Antologia letteraria e Testimonianze
Critiche ed Umane, a cura di C. Cellini, con una lettura del ‹‹Diario›› di R. Minore, Catania, Tifeo,
1989, pp.175-190.
17
Cfr. S. COLLURA, Introduzione a A. FIORE, Diario …, cit., p. IX-X.
18
Ved. supra , p. XXXV.
19
Cfr. M.V. FIORE, Un fratello , cit., p. 12.
10