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Introduzione
Questo elaborato nasce dall’idea di mettere in evidenza una tendenza che, nel settore
dei trasporti in generale (non solo nel settore del trasporto aereo, ma, come vedremo,
anche in quello ferroviario e marittimo) e in molte infrastrutture collegate ai
trasporti (porti, aeroporti e stazioni ferroviarie), sta prendendo sempre più piede. Si
tratta dei “Servizi Ancillari”, anche chiamati “Accessori”, ossia di quella gamma di
servizi che vengono offerti da contorno rispetto al servizio core. Nel caso delle
compagnie aeree, tra gli altri, possono rientrare in tali servizi il catering a
pagamento, l’assicurazione di viaggio e l’imbarco prioritario; nel caso delle
compagnie ferroviarie, tra gli altri, possono essere menzionati i servizi di spedizione
del bagaglio con corriere espresso, collegamenti in pullman alle stazioni, carte di
fidelizzazione (es. Cartafreccia); nel caso di porti, aeroporti e stazioni ferroviarie gli
esempi più rilevanti riguardano i servizi di parcheggio, gli affitti dei locali
commerciali e gli spazi pubblicitari.
Tali servizi in genere permettono alle compagnie di ottenere ricavi maggiori grazie
allo scorporamento dell’offerta (unbundling) e alla possibilit{ di offrire una gamma
sempre maggiore di servizi in collaborazione con partner di alto livello. In questo
modo il cliente ha la possibilità di spendere meno per il prodotto core e di costruire
un “pacchetto” di servizi aggiuntivi in base alle sue esigenze.
Il percorso seguito per spiegare la funzionalit{ e l’utilit{ di tali servizi comincia con
una breve descrizione delle strategie “competitive e di crescita” per inquadrare la
situazione riguardante la leadership di costo e la differenziazione che, anche nel caso
preso in esame, possono portare le società a raggiungere un vantaggio competitivo.
Dopo aver chiarito il significato di strategie competitive e di crescita viene trattato
l’argomento relativo ai business model che caratterizzano il settore del trasporto
aereo, focalizzando l’attenzione sulle differenze che si riscontrano nel modello
impiegato dalle compagnie cosiddette “tradizionali” e quello impiegato dalle
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compagnie “low-cost”. Proprio quest’ultimo modello è quello che ci permette di
studiare e di evidenziare i Servizi Ancillari nonché i conseguenti Ricavi Ancillari, uno
dei principi cardine di tale modello, nonché uno dei fattori che permette alle
compagnie low-cost di ridurre i costi, aumentare i ricavi e di conseguenza offrire
delle tariffe inferiori rispetto ai vettori tradizionali.
A seconda del settore di trasporto preso in considerazione, si vedrà come prevale
l’offerta di taluni servizi rispetto ad altri; inoltre si analizzeranno gli accordi che
prevalgono per le principali categorie di Servizi Ancillari, con i partner scelti dai
carrier al fine di offrire un servizio efficace e ai quali, spesso, viene affidata la
gestione. Segue una classificazione dei Servizi Ancillari, che comprende le 3
categorie: à la carte, prodotti basati su commissione e programmi frequent flyer.
Secondo IdeaWorks, societ{ di consulenza specializzata nell’analisi dei ricavi delle
compagnie aeree generati dai servizi ancillari, grazie all’utilizzo di 5 passaggi
(Definire il proprio brand delle entrate accessorie, dotare i manager di risorse idonee,
creare chiarezza per i consumatori, integrare il messaggio di vendita, assumere
dipendenti come sostenitori) è possibile adottare un’efficace strategia che porta ad
un incremento delle Entrate Ancillari.
La nascita e la diffusione del modello low-cost hanno avuto senz’altro un impatto
sulla catena del valore delle compagnie aeree. Si cerca di mostrare come questo
cambiamento sia avvenuto e quali siano le differenze tra il modello “tradizionale” e
quello “low-cost”.
Anche se presentano delle differenze nelle loro strategie, AllegiantAir e RyanAir
possono essere prese come esempio per il loro apporto alle strategie dei Servizi
Ancillari. Infatti la prima spicca per i suoi primati nei “Ricavi dei Servizi Ancillari per
passeggero” e nei “Ricavi Ancillari come % dei ricavi totali”, nonostante le sue
dimensioni certamente meno elevate rispetto ad altre realtà. La seconda spicca per il
modo in cui è riuscita a farsi largo grazie alle sue strategie riguardanti la leadership
di costo, con conseguente incremento delle economie di scala e vantaggi dal punto di
vista economico con rapporti di partnership per i servizi ancillari offerti.
Infine viene riportato un interessante sondaggio svolto da Amadeus, leader nella
distribuzione globale (GDS) e nella fornitura di tecnologie per l’industria dei viaggi,
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che raccoglie le opinioni dei viaggiatori sui modelli emergenti di tariffazione a
servizio, il cosiddetto volare "{ la carte”. I risultati del sondaggio evidenziano che i
viaggiatori apprezzano la possibilità di scegliere la modalità "à la carte" e di pagare
per ciò che scelgono.
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Capitolo 1
1. Strategie
1.1. Evoluzione dei modelli di gestione dell’impresa
Le aziende, per affrontare gli ambienti economici estremamente dinamici in cui
operano, necessitano di nuovi modelli gestionali le cui strutture devono essere tali
da riuscire a seguire con rapidit{ i mutamenti dell’ambiente per poi interagire
adeguatamente. L’evoluzione dell’ambiente socio-economico si fonda innanzitutto
sull’innovazione, ossia la capacit{ di generare nuove conoscenze e tecnologie e di
adattare i processi ed i prodotti che sono frutto del cambiamento. Solo se
l’applicazione dell’innovazione viene estesa anche ai metodi di gestione, alle
modalità di organizzazione delle imprese, alla cultura imprenditoriale e
manageriale, allora l’innovazione stessa può risultare proficua.
Secondo alcune note correnti di pensiero
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, lo sviluppo economico è il risultato
dell’intreccio di tre grandi tipologie di cambiamento: le innovazioni tecnologiche,
le innovazioni istituzionali e le innovazioni organizzative, fra cui, in particolare,
quelle concernenti i metodi di direzione e gestione delle imprese.
La storia dell’industria moderna del XX secolo fornisce varie testimonianze di
quanto detto.
L’affermarsi della cultura gestionale di tipo fordista è stata il risultato dell’unione
di nuove modalità di organizzazione della produzione (taylorismo) con un modello
di mercato modificato dal consumo di massa da parte dei consumatori. All’epoca la
struttura organizzativa che meglio si addiceva era impostata su un modello di
gestione orientato alla produzione, in cui le imprese focalizzavano la propria
attenzione sul controllo della materia prima e sulla capacità produttiva. Le azioni
strategiche erano mirate all’abbassamento dei costi di produzione e al
1
Per A. Smith, in “La ricchezza delle nazioni” (1776), la crescita della ricchezza delle nazioni è da
attribuire dapprima alle innovazioni della struttura sociale e del sistema istituzionale e a seguire a quelle
tecniche; per Schumpeter, nella “Teoria dello sviluppo economico” (1977), il cambiamento è il risultato
del connubio tra le innovazioni tecnologiche e quelle organizzative dell’attività economica e delle forme
istituzionali.
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raggiungimento di economie di scala conseguibili privilegiando strutture di
dimensioni elevate, integrate verticalmente e articolate funzionalmente.
Nella seconda met{ degli anni ’70, l’ascesa del fordismo è frenata dal succedersi di
una serie di eventi. Innanzitutto la crisi petrolifera del 1973, che segna l’inizio di
una fase di profonda recessione: ritmi di crescita dimezzati, turbolenza e instabilità
dei mercati, innesco del rapido processo di inflazione, saturazione della domanda
di massa. Le imprese tentano di reagire considerando prioritario saper vendere,
per cui il loro orientamento diventa sempre più rivolto a curare in maniera
particolare le funzioni della distribuzione e del marketing.
Dall’altro lato, le strutture organizzative complesse iniziano a logorarsi
determinando in modo evidente la crisi della grande impresa. Si avverte l’esigenza
di disporre di strutture più elastiche, meno rigide e burocratizzate, in cui vengano
ridimensionati i livelli gerarchici, per poter far fronte alle lentezze decisionali e
soprattutto per rispondere prontamente alle esigenze del cliente che occupa
sempre più un ruolo centrale nella gestione aziendale. In particolare, a partire
dagli anni ’80, l’attenzione delle imprese è rivolta al come servire e come fidelizzare
i clienti. Tutta la struttura organizzativa viene impostata secondo un modello
orientato al cliente (customer oriented), in base al quale la missione da compiere è
appunto quella della soddisfazione del consumatore, assecondando i suoi bisogni e
i suoi desideri attuali e potenziali. Le aziende pertanto iniziano ad impostare nuovi
modelli organizzativi, orientati al cambiamento, in modo da instaurare e
sviluppare forme di collaborazione esterne per meglio affrontare le spinte
concorrenziali che divengono giorno per giorno sempre più aggressive. In tali
contesti, molte imprese iniziano a considerare le relazioni esterne come inevitabili
a causa dei cambiamenti tecnologici e dell’aumento della concorrenza.
La definizione di una rete di relazioni esterne determina il sorgere di benefici fra
cui:
- I legami più stretti con i fornitori di fiducia comportano la condivisione
delle proprie conoscenze ed esperienze utili per lo sviluppo di nuovi
prodotti, caratterizzati da un buon livello in termini di prezzo-qualità;
- la rete di rapporti permette alle aziende di strutturarsi il modo tale da
concentrare nell'unità produttiva centrale le fasi operative cruciali e di
delegare quelle considerate non determinanti;
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- le relazioni inter-impresa, sono in grado di costituire una valida alternativa
sia alla struttura del mercato (esterna) che a quella gerarchica (interna).
Andando oltre, negli anni ‘90, si è poi assistito a ritmi di cambiamento ed
innovazioni vertiginose, generando trasformazioni all'ambiente aziendale. Con tale
espressione si suole individuare quel complesso di condizioni politiche,
economiche, sociali, culturali e tecnologiche che indirizzano e, allo stesso tempo,
vincolano le scelte dell'azienda. Le dimensioni del cambiamento in corso sono
globali e abbracciano ogni componente del micro e macro ambiente aziendale.
L'evoluzione della tecnologia ha prodotto scoperte in grado di sviluppare software
potenti e sofisticati e di conseguenza nuovi modelli di infrastrutture di
telecomunicazione e di information technology.
I cambiamenti susseguitisi in questo settore a partire dagli anni ‘80 sono tali da
costituire per molti l'avvento di un nuovo “paradigma-tecnologico”, le cui
conseguenze sul sistema aziendale sono state talmente numerose da imporre la
ridefinizione dei profili strategici. Questa rivoluzione informatica ha assunto
sempre più valenza strategica, fornendo alle aziende occasioni per progettare e
realizzare nuovi prodotti e servizi, nonché di definire e gestire, anche a distanza,
relazioni con altri utenti necessarie per creare sistemi aziendali integrati..
La velocità dei cambiamenti tecnologici ha anche modificato il mercato della
domanda e il ciclo di vita dei prodotti. Il cliente cambia più facilmente i gusti,
spostandosi agevolmente da una gamma all'altra di prodotti ed accorciando in tal
modo lo stesso ciclo di vita dei prodotti/servizi. Non solo, così facendo, assume un
ruolo tale da permettergli un potere contrattuale più elevato con effetti sulla curva
di domanda in termini di prezzo e quantità.
I cambiamenti sono ravvisabili anche a livello politico-istituzionale e socio-
demografico. Sul fronte politico-istituzionale, basti pensare alle opportunità
originatesi nel mercato europeo in seguito alla punizione di barriere fisico-
tecniche (libera circolazione di beni, servizi, capitali e forza lavoro) e di quelle
fiscali (armonizzazione del sistema fiscale per le imposte indirette come l’IVA). O,
ancora, lo sviluppo dei flussi commerciali verso le ex-nazioni comuniste
dell'Europa centrale ed orientale, verificatosi dopo che esse hanno subito la
trasformazione da economie a pianificazione statale a liberalizzate. Eventi questi
che hanno innescato il progressivo abbattimento delle barriere e la
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contemporanea liberalizzazione dei mercati determinando fenomeni di
globalizzazione ossia una armonizzazione dei gusti del consumatore, la ricerca a
livello internazionale, da parte delle aziende, delle condizioni migliori sia in fase di
approvvigionamento degli input che di sbocco degli output e pertanto l'accentuarsi
della concorrenza.
A tutto ciò si devono aggiungere anche modifiche riscontratesi a livello socio-
demografico.
L'arresto della crescita demografica registrata nei paesi più sviluppati
economicamente e, viceversa, il progressivo aumento in alcune zone meno evolute
hanno incrementato i flussi migratori con il conseguente delinearsi di popolazioni
formate da individui etnicamente e culturalmente molto diversi.
D'altro canto, sul fronte sociale, il miglioramento della qualità della vita e del livello
culturale, unitamente agli incrementi di reddito verificatisi in particolare in alcune
fasce della popolazione, hanno determinato il sorgere di nuove esigenze sociali. Il
problema ambientale, per esempio, sollevato da tutte le società industrializzate,
che impone la salvaguardia del sistema ecologico al fine di proteggere anche la
qualità della vita, richiede nuove tecniche produttive per la realizzazione di
prodotti eco-compatibili. E ancora, il rispetto del lavoratore considerato nei
moderni temi socio-aziendali come una risorsa, dotato di abilità intrinseche, capace
di generare valore all'azienda se adeguatamente valorizzato, ma imponendo una
nuova cultura aziendale basata su rapporti di tipo collaborativo e di tecniche di
empowerment.
Risulta pertanto chiaro che, all’evolversi delle condizioni ambientali e di mercato, il
processo di adattamento diventa inevitabile, e data la rapidità delle innovazioni
che si sono susseguite negli ultimi anni, le imprese hanno dovuto predisporre le
premesse necessarie a favorire le trasformazioni strutturali. Da ciò nasce
l'esigenza della flessibilità aziendale da intendersi, appunto, come attitudine al
mutamento.
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La strategia è il compito principale
delle organizzazioni.
In situazioni di vita o di morte è il tao
della sopravvivenza o dell’estinzione.
Il suo studio non può essere
accantonato.
SunTzu, L’arte della guerra (VI – V
secolo a.C.)
1.2. Strategie di Business
Nel contestualizzare le strategie adoperate dalle compagnie aeree per
incrementare i loro ricavi, come l’aumento e la continua ricerca di Servizi Ancillari
da offrire ai propri clienti ed i tagli di diversi costi, è opportuno fornire prima una
definizione del termine strategia, per quanto tale termine possa essere impiegato
in più campi e possa avere una pluralità di significati.
Una strategia è la descrizione di un piano d'azione di lungo termine usato per
impostare e successivamente coordinare le azioni tese a raggiungere uno scopo
predeterminato. La strategia si applica a tutti i campi in cui per raggiungere
l'obiettivo sono necessarie una serie di operazioni separate, la cui scelta non è
unica e/o il cui esito è incerto.
In ambito economico si possono distinguere due differenti tipi di strategie: quella
di gruppo o di corporate, che definisce in quali settori l’azienda deve competere, e
quella di business, che determina il modo in cui competere all’interno di un
determinato settore o mercato per ottenere un vantaggio competitivo. Nella
definizione di una strategia, formulazione e realizzazione devono andare di pari
passo e la strategia deve essere costantemente aggiornata in base all’esperienza.
All’ interno di un’impresa la strategia ricopre più ruoli:
-strategia come supporto alle decisioni;
-strategia come strumento di comunicazione e coordinamento;
-strategia come obiettivo.
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Grazie alle imperfezioni o alle asimmetrie che contraddistinguono gran parte dei
mercati, una strategia adeguata può aiutare l’impresa a sfruttare le inefficienze di
un mercato caratterizzato dalla concorrenza imperfetta, permettendo, quindi, di
ottenere la massimizzazione della sua redditività.
La strategia può contribuire all’ottenimento di due risultati fondamentali per il
successo. Il primo è la posizione di un’azienda rispetto all’ambiente competitivo,
ovvero rispetto alla concorrenza in un determinato settore industriale. Infatti,
attraverso lo sfruttamento delle proprie forze e delle debolezze dei competitor per
affrontare le minacce e le opportunità che il mercato presenta, una strategia
efficace crea un vantaggio competitivo tale da garantire maggiori redditi. Per
questo motivo, per formulare una strategia è necessario prima di tutto capire quali
sono i meccanismi presenti nell’ambiente in cui opera l’impresa.
Il secondo risultato che può essere raggiunto è l’allineamento interno delle attività
e degli investimenti dell’azienda. Dal momento che la strategia è determinante per
stabilire il posizionamento nell’ambiente competitivo, le diverse attivit{ di
un’azienda devono essere impostate in funzione l’una dell’altra.
Porter
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fornisce la descrizione di una serie di strategie di base che possono essere
utili ad un’azienda per affrontare o sfruttare a proprio vantaggio le forze di un
settore industriale e ottenere un vantaggio competitivo sui propri rivali grazie ad
una strategia di bassi costi o di differenziazione. Per un’adeguata implementazione
di ciascuna di queste strategie è necessaria una serie di misure organizzative che
siano in grado di fornire i presupposti per la realizzazione della strategia e che
variano a seconda del tipo di strategia di base.
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Porter M. E., 1985, “The competitive advantage”