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INTRODUZIONE
Il lavoro qui presentato è teso ad evidenziare il pensiero di George Orwell,
scrittore e giornalista britannico, rispetto al problema del colonialismo e
dell’imperialismo, fenomeno storico che ha interessato, nei suoi caratteri di
prevaricazione politica, dominio di alcuni popoli su altri e sfruttamento
economico, la totalità del globo per ben due secoli, fra il 1800 e il 1900 e i cui
effetti sono ben visibili anche nella società contemporanea.
L’ elaborazione intende presentarsi come un’analisi innovativa in quanto,
perlomeno in Italia, l’attenzione rivolta all’autore in questione è stata posta
principalmente su altre tematiche da lui affrontate, in particolare alla riflessione
sul fenomeno del totalitarismo esplicitata nei suoi romanzi più celebri, come La
fattoria degli animali e, soprattutto, 1984.
Si è deciso quindi di analizzare le opere considerate minori come il saggio
Shooting an Elephant (1936), il romanzo Giorni in Birmania, pubblicato nel 1934
e derivato dalla personale esperienza giovanile di George Orwell in Birmania al
servizio dell’ Indian Imperial Police ma anche la sua produzione giornalistica,
che affronta peraltro tematiche piuttosto variegate, legata in particolare alla
colonna As I Please del settimanale socialista Tribune e al periodico The
Observer.
A tal proposito si ritiene doveroso sottolineare fin da ora che, ai fini della
trattazione, si è scelto di includere esclusivamente gli articoli scritti da George
Orwell negli anni Quaranta, in quanto si è ritenuto che in tale periodo,
immediatamente antecedente alla decolonizzazione, il problema relativo ai
possedimenti inglesi fosse più accentuato che in precedenza e che di conseguenza,
il dibattito risultasse più stimolante.
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Nel tentativo di conciliare la dimensione letteraria relativa al pensiero orwelliano
con una più ampia prospettiva storica sull’imperialismo, si è quindi preso avvio
da una definizione dei significati assunti dai termini “colonialismo” e
“imperialismo” nel corso del dibattito storiografico, i quali, sebbene usati spesso
come sinonimi, presentano invece delle peculiarità ben distinte. Proseguendo,
dopo aver brevemente trattato delle controversie legate all’avvio del fenomeno
definito “colonialismo moderno” ed aver presentato un resoconto delle vicende
salienti della colonizzazione del XIX secolo e della decolonizzazione avviatasi a
partire dal 1947 con l’indipendenza dell’ India, si è ritenuto necessario soffermarsi
su una riflessione incentrata sul concetto, introdotto solo recentemente nella
ricerca storiografica, di “neocolonialismo”.
Nel secondo capitolo si è scelto quindi di procedere attraverso la presentazione
delle principali teorie sull’imperialismo, operando una preliminare distinzione fra
le ideologie giustificatrici utilizzate nelle diverse epoche dagli Stati colonizzatori
e le teorie scientifiche propriamente dette, elaborate nel corso del XX secolo dalle
diverse correnti di pensiero soffermandosi in particolare sull’analisi delle origini
del fenomeno; origini che, se all’interno delle teorie di derivazione
socialdemocratica e marxista sono riscontrabili in questioni di carattere
economico, ed in particolare nella struttura capitalista, gli studiosi di ispirazione
liberale e della scuola di pensiero fondata sulla Ragion di Stato hanno invece
individuato in motivazioni di natura politica.
È nel terzo capitolo che si è sviluppata quindi la riflessione intorno al pensiero di
George Orwell; dopo aver rapidamente presentato le motivazioni da lui stesse
date atte a spiegare il suo atteggiamento fermamente antimperialista che si
riscontra in tutta la sua produzione letteraria ed aver tracciato la sua personale
visione dell’imperialismo britannico quale emerge in particolare dal romanzo
Giorni in Birmania, si è quindi proceduto alla ricostruzione, attraverso la sua
produzione giornalistica, di un’originale teoria sul fenomeno imperialista.
CAPITOLO PRIMO
DEFINIZIONE DI COLONIALISMO E IMPERIALISMO
« Imperialismo è uno dei tanti termini astratti ingannevolmente semplici,
che sembrano racchiudere in un’unica espressione un enorme contenuto ma
in effetti sono come vasi di Pandora da cui, appena si solleva il coperchio,
fuoriesce una varietà sorprendente di elementi spesso contrastanti l’uno con
l’altro ».
1
La definizione dei termini colonialismo ed imperialismo è stata, ed è,
effettivamente, oggetto di numerose controversie all’interno del dibattito
storiografico.
L’ambiguità che li contraddistingue è accentuata anche dal fatto che, nel corso
degli anni, essi sono stati usati come sinonimi e in modo intercambiabile tra di
loro. Nel tentativo di giungere quindi ad una definizione il più possibile accurata è
utile prendere avvio dalla genesi dei termini. Secondo l’Oxford English
Dictionary, la parola colonialismo deriva dal latino colonia, traducibile come
masseria o insediamento, il colonialismo è quindi definito come:
Un insediamento in una nuova terra… Un gruppo di persone che s’insedia in
una località nuova e costituisce una comunità che si è così formata e che
consiste dei coloni originari, dei loro discendenti e successori fino a quando
questi mantengano un legame con la terra d’origine.
È interessante notare come, nella definizione, non vi sia alcun cenno ai popoli
sottomessi dai colonizzatori e, di conseguenza, come la parola “colonialismo” non
1
D.K. Fieldhouse, Economics and Empire 1830-1914, London 1973, tr.it.: L’età
dell’imperialismo 1830-1914,Roma-Bari, 1975, p. 24.
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implichi in sé alcun riferimento all’incontro fra i popoli, avvenuto attraverso la
conquista e la dominazione.
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Riflessioni che compaiono invece all’interno della moderna accezione del
termine:
Colonialismo significa la dottrina e la pratica istituzionale e politica della
colonizzazione. Mentre colonizzazione è il processo di espansione e di
conquista delle colonie, la sottomissione per mezzo dell’uso della forza o
della superiorità economica di territori abitati da popolazioni diverse da
quelle della potenza coloniale, colonialismo definisce più propriamente
l’organizzazione di sistemi di dominio.
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Il termine “imperialismo” ha invece origini più recenti, esso avrebbe fatto la sua
prima comparsa nel 1800, usato in Inghilterra per definire in senso dispregiativo
l’autoritaria politica interna del Secondo Impero di Napoleone III.
Il concetto acquisisce però il suo significato moderno soltanto nei decenni
successivi, negli anni Settanta del XIX secolo, in relazione alla politica estera di
Disraeli, Primo Ministro conservatore inglese. Egli infatti, a partire dal discorso
tenutosi al Crystal Palace di Londra del 1872, si proclamava un acceso sostenitore
di una politica di consolidamento dell’impero britannico, in contrapposizione alle
tradizionali politiche liberiste che invece propagandavano uno smantellamento
dello stesso.
Facendo leva su di un accentuato nazionalismo, Disraeli era quindi orgoglioso di
affermare:
I mean that the people of England, and especially the working classes
of England […] are proud of belonging to an Imperial Country, and are
resolved to maintain, if they can, the empire of England – that they believe,
on the whole, that the greatness and the empire of England are to be
2
A. Loomba, Colonialismo/postcolonialismo, Roma, 2000, pp. 18,19.
3
A. M. Gentili, Colonialismo in Dizionario di Politica,a cura di N.Bobbio N.Matteucci
G.Pasquino, Torino, 2008., pp. 117,118.
11
attributed to the ancient institutions of this country. […]
They are for maintaining the greatness of the kingdom and the empire, and
they are proud of being subjects of our Sovereign and members of such an
Empire.
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Sottolineando l’orgoglio provato dalla popolazione nell’appartenenza all’impero,
e specificando che lo stesso impero non sarebbe stato creato se non grazie alle
tradizionali istituzioni inglesi, Disraeli dava quindi un’accezione positiva al
termine “imperialismo”, seppure tale giudizio di valore rimanesse comunque
legato alla sua particolare posizione politica mentre, all’interno dell’opposizione,
lo stesso termine tendeva ancora ad indicare le caratteristiche cesaree ed
autoritarie del dominio imperiale all’interno.
Sarà soltanto a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento, quando, in tutti i paesi
europei, a causa delle mutate condizioni politico-economiche, cominceranno a
risvegliarsi le tendenze espansionistiche, che il concetto di imperialismo acquisirà
un effettivo contenuto e,quindi, il suo significato attuale. E’ in questo periodo che
il termine “imperialismo” perde la sua accezione polemica e diventa un concetto
positivo del linguaggio politico; J.Ferry, ad esempio, nel 1884 afferma: «Oggi la
grandezza delle nazioni poggia unicamente sul loro spirito di intraprendenza, e
non sull’irradiazione pacifica delle loro istituzioni», abbandonare la politica di
espansione diverrebbe quindi « per una grande nazione sinonimo di abdicazione»
la cui conseguenza sarebbe «la sua decadenza a nazione di terzo o quart’ordine.»
5
La politica imperialistica era diventata, per i contemporanei solamente il logico
proseguimento della nazionale politica di potenza, tanto che anche Lord Rosebery,
politico liberale inglese, avrebbe definito l’imperialismo, nel 1899, « null’altro
che […] un più vasto patriottismo ».
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4
Speech at banquet of the National Union of Conservative and Constitutional Associations,
Crystal Palace, London (24 giugno 1872) citato in: Mr.Disraeli at Sydenham, The Times, 25
giugno 1872, p. 8.
5
Robiquet P., Discours et opinions de Jules Ferry, vol.V, Paris, 1897, pp. 210,211.
6
Discorso al City of London Liberal Club del 5 maggio 1899, Liberal League Pubblications, n.5.
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Uno studio di natura scientifica, sistematica , non più legato a politiche di partito e
volto a individuare le radici del fenomeno imperialista prende avvio a partire dal
1902, grazie all’opera, considerata pietra miliare nella riflessione su questa
particolare esperienza storica, Imperialism, A study di John A. Hobson (1858-
1940), intellettuale liberale inglese, a cui avrebbero attinto, per le formulazioni
successive, pur con diversi orientamenti, gli studiosi marxisti o
socialdemocratici.
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Una definizione elaborata e attuale del significato di imperialismo può essere
quella fornita da Charles Reynolds, nel 1981, il quale afferma:
Il concetto di imperialismo denota un rapporto di dominio, a volte
esplicito, nella forma di una sovranità politica mantenuta con la forza su
popoli soggetti indipendentemente dalla loro volontà o consenso, a volte
implicito, in quanto sistema di controllo esercitato su popoli e territori
indipendentemente dalla loro organizzazione politica, al fine di dirigere le
loro attività verso il soddisfacimento di esigenze ed interessi che sono essi
stessi prodotti dal sistema.
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7
Per gli approfondimenti sulle teorie dell’imperialismo elaborate nel XX secolo si veda il capitolo
successivo.
8
Reynolds C., Modes of imperialism, Oxford, 1981, p. 38.