9
CAPITOLO I
Solvency II: le principali caratteristiche e gli obiettivi del nuovo regime
di vigilanza nel contesto europeo e assicurativo
1. Il sistema decisionale europeo
Solvency II è un progetto di riforma del regime di vigilanza sul settore assicurativo
promosso dalla Commissione Europea; per questo risulta di fondamentale importanza
comprendere anzitutto le dinamiche alla base del decision–making europeo che hanno
portato alla creazione della nuova regolamentazione.
Il processo decisionale del sistema europeo è basato su un triangolo composto dal
Council of the European Union, che rappresenta gli interessi degli Stati membri e viene
formato dai ministri di tutti i Paesi membri dell‘UE che a turno assumono la Council
Presidency per un periodo di sei mesi, dall‘ European Parliament, che rappresenta gli
interessi dei cittadini europei,e dall‘ European Commission, che rappresenta gli interessi
generali dell‘Unione Europea; è quest‘ultima a proporre le direttive EU, ma sono le
prime due a discutere, emandare e, in via ultima, a decidere se far passare le leggi o
meno, seguendo così un principio di codecision procedure. Il processo normativo ha
inizio con una proposta della Commissione, su cui il Parlamento è chiamato ad
esprimere un parere con la possibilità di apporre degli emendamenti. Al Consiglio spetta
poi di decidere se adottare l‘atto così come trasmessogli dal Parlamento o se modificarlo
per mezzo di una propria proposta, detta ―posizione comune‖, che verrà inviata al
Parlamento per una seconda lettura. Spesso il processo legislativo si conclude in
seconda lettura con il Parlamento che approva o rigetta la posizione del Consiglio.
Tuttavia se il Parlamento decide di emendare la posizione comune, l‘atto ritorna al
Consiglio, che lo valuta sentito il parere della Commissione. Nel caso in cui il Consiglio
10
non adotti il testo emendato dal Parlamento, diventa necessaria l‘istituzione di un
comitato di conciliazione formato in ugual misura da rappresentanti del Parlamento e
del Consiglio. È questa l‘ultima occasione per raggiungere un accordo e concludere il
processo normativo; infatti in mancanza di un‘intesa tra i due organi l‘atto viene
considerato definitivamente respinto
2
.
Gli strumenti giuridici adottati dall‘Unione Europea sono di quattro tipi:
- Regulation: è giuridicamente vincolante alla legislazione ed è direttamente
applicabile in tutti gli Stati membri i quali hanno accettato univocamente le
stesse misure di attuazione;
- Directive: è invece vincolante solo in relazione agli obiettivi da raggiungere;
infatti, ai singoli Paesi, in un quadro più flessibile, viene data la possibilità di
adeguare il testo normativo, così come avviene per Solvency II;
- Recommendations: essendo delle lineeguida, e chiamate anche pareri,
rappresentano solo un peso politico; ovvero sono prive di valore giuridico e
dunque non vincolanti per gli Stati membri;
- decision: è una legge che non viene applicata in via generale ma solo in modo
specifico su un particolare settore o Stato
3
.
Riveste un ruolo fondamentale nell‘economia europea l‘European Central Bank: il suo
obiettivo è quello di gestire la moneta unica europea – per esempio, regolando gli
interest rates – in modo da darle una stabilità tale che non danneggi l‘economia
comunitaria. Ruolo altrettanto importante è svolto dall‘European Investment Bank che
finanzia progetti di elevato interesse europeo, ma anche progetti che vanno a favorire lo
sviluppo dei singoli Paesi.
2
Official Website European Union
3
Cfr. “Preparing for the Soplvency II; Directive of the Eu”, Solvency II Training Ltd UK
The Summit FINUAS Network is funded by member companies and the Finuas Network Programme, managed by Skillnets Ltd.
funded from the National Training Fund through the Department of Enterprise, Trade and Employment.
11
1.1 Il ruolo del CEIOPS e il processo Lamfalussy
Analizzando il modello legislativo europeo applicato a Solvency II, si richiama più volte
il CEIOPS Comitato Europeo di vigilanza sulle assicurazioni e sui fondi pensione,
parlare oggi di ―Solvibilità II‖ è anche parlare del sistema di produzione normativa che
tradurrà in norme questo nuovo sistema di vigilanza prudenziale sulle imprese delle
assicurazioni e il sistema, di cui il CEIOPS è parte, viene normalmente riconosciuto
come modello ―Lamfalussy‖.
Per comprendere il ruolo del CEIOPS, è necessario introdurre il nuovo processo su cui
si intende basare la formazione, l‘applicazione e l‘enforcement della normativa sui
servizi finanziari nell‘Unione Europea, così detto Lamfalussy.
Tale processo ha origine dal ―Committee of Wise Men”; un Comitato stabilito intorno
agli anni 2000 e presieduto da Alexander Lamfalussy, il primo presidente dell‘
European Monetary Institute, che si prefiggeva come primo obiettivo
l‘implementazione di regolazioni nei securities markets europei e la valutazione di
meccanismi adeguati per la regolamentazione di questi mercati che potesse rispondere
nel modo migliore possibile agli sviluppi del mercato europeo; così, con l‘obiettivo di
superare diversi ostacoli e barriere, tale Comitato, attraverso la Direttiva MiFID,
intendeva assicurare la convergenza e la continua co-operation tra i nuovi scenari dei
mercati finanziari. Con tale modello, si procede dunque alla definizione di regole
comunitarie e alla loro applicazione nel campo dei servizi finanziari; si mira, ovvero, ad
instaurare una regolamentazione più flessibile al fine di adottare decisioni più rapide
4
.
Il processo Lamfalussy che sta alla base del progetto Solvency II prevede un approccio
su 4 livelli, ognuno dei quali è focalizzato su uno specifico stage relativamente
all‘attuazione della normativa, partendo da un quadro generale fino ad una dettagliata
regolamentazione:
- al primo livello vi è una direttiva comunitaria adottata in virtù del suddetto
processo di co-decisione europea basato sulla negoziazione della Direttiva stessa
nel Council of Ministers e nell‘European Parliament. La Direttiva comunitaria,
nell‘ambito della procedura Lamfalussy, non contiene tutta la normativa ma solo
4
Cfr. “Preparing for the Soplvency II; Directive of the Eu”, Solvency II Training Ltd UK
The Summit FINUAS Network is funded by member companies and the Finuas Network Programme, managed by Skillnets Ltd.
funded from the National Training Fund through the Department of Enterprise, Trade and Employment.
12
i core principles e le deleghe per l‘emanazione della normativa secondaria (cd
Implementing Measures). Questo tipo di Direttiva è usualmente denominata
“Framework Directive”, ossia una Direttiva caratterizzata da elevata flessibilità
che fornisce solo la cornice della nuova regolamentazione, contenendo infatti I
principi generali e le norme di delega per l‘emanazione della normative
secondaria.
- il secondo livello è costituito da una normativa di dettaglio che traduce in regole
i principi della Direttiva quadro attraverso l‘emanazione di Implementing
Measures. A differenza della regolamentazione di primo livello, queste misure
vengono emanate su proposta della Commissione Europea attraverso un sistema
efficiente basato sull‘utilizzo di diversi Comitati. In particolare, i comitati sono
quattro – EBC European Banking Committee; EIOPC European Insurance and
Occupational Pensions Committee; ESC European Securities Committee; FCC
Financial Conglomerates Committtee - e vi partecipano i rappresentanti
governativi degli Stati membri dell‘Unione Europea.
- nel terzo livello i regulators sono invitati a cooperare ed a sviluppare delle linee
guida e degli standard tali da consentire un efficiente trasposizione delle
normative relative ai livelli precedenti
5
. A tal livello la Commissione europea si
avvale di un ulteriore gruppo di comitati che, pur non avendo forza di legge,
oltre ad avere il compito di emanare le misure di Livello III, hanno la funzione
di proporre pareri alla Commissione sul contenuto delle implementing measures.
I comitati operativi sono tre: uno per il settore assicurazioni e fondi pensione
(Committee of European Insurance and occupational Pension Supervisors,
CEIOPS) , uno per il settore bancario (Committee of European Banking
Supervisors, CEBS) e un altro per il settore della securities (Committee of
European Securities Regulators, CESR).
In sostanza, le normative di primo e secondo livello costituiscono il ―pacchetto
regolamentare‖ con forza di legge determinato a livello europeo; il terzo livello fa
riferimento all‘insieme di misure, quali standard, best practice, linee guida e
5
Nota ANIA, Sovency II, 2007
13
raccomandazioni, emanate attraverso il CEIOPS per quanto riguarda il settore
assicurativo, finalizzate ad una efficace implementazione ed attuazione delle norme di
primo e secondo livello.
- il quarto livello, infine, riguarda la tradizionale attività di monitoring ed
enforcement, ovvero di monitoraggio e verifica della corretta applicazione da
parte dei Paesi dell‘Unione Europea delle regole comunitarie. Gli obiettivi
fondamentali di questo approccio, che giustificano la sua introduzione, sono
riconducibili da un lato ad una maggiore flessibilità nella produzione normativa,
dall‘altro ad un‘armonizzazione delle regole e delle pratiche di vigilanza a
livello europeo. Il quarto livello dell‘approccio Lamfalussy è stato applicato più
precisamente alle seguenti direttive: MiFID Markets in Financial Instruments
Directive; MAD Market Abuse Directive; PD Prospectus Directive; TOD
Transparency Obligations Directive.
6
Figura 1 – La struttura del modello Lamfalussy
6
A. CORINTI, CEIOPS and the Forthcoming Insurance Prudential Regulation, in Atti del seminario SOLVIBILITA‟ II: vigilanza
prudenziale, gestione del rischio, competitività globale, Mib School of Management, Trieste, 4 Marzo 2005.
14
Il CEIOPS è stato costituito con decisione dalla Commissione Europea quale comitato
di ―terzo livello‖ per il settore delle assicurazioni e dei fondi pensione. In linea di
principio, il suo ruolo può essere ricondotto da un lato ai compiti di Livello secondo
livello, consistenti nel fornire pareri alla Commissione per la preparazione delle
Implementing Measures; quindi in questo ambito il CEIOPS contribuisce alla
formazione delle norme. Dall‘altro, il Comitato emana misure di terzo livello, quali
standard, linee guida, raccomandazioni o per far sì che le norme siano applicate in
maniera convergente ed efficace dalle Autorità di vigilanza dei vari Paesi. Sotto questo
aspetto, pertanto, il CEIOPS lavora nel campo dell‘applicazione delle norme. Il
CEIOPS, coerentemente al suo ruolo, è un organismo tecnico indipendente. A questa
indipendenza corrisponde la necessità di accountability, ossia di dover rendere conto nei
confronti di una serie di stakeholders (prima di tutto la Commissione e i rappresentanti
politici, il Parlamento e il Consiglio Europei) e di trasparenza.
In merito alla sua struttura, l‘organismo principale è rappresentato dal cosiddetto
Members‟ meeting (Assemblea dei membri) che è formato dai rappresentanti degli
organismi di vigilanza assicurativa e dei fondi pensione dei ventisette Paesi dell‘Unione
Europea e dei tre Paesi della European Economic Area, cioè Norvegia, Liechtenstein e
Islanda, che non fanno parte dell‘Unione Europea ma sono equivalenti in termini di
regolamentazione.
Al Members‟meeting si affianca il Managing Board, costituito da cinque membri, che si
occupa della gestione ordinaria del comitato e ha relazioni con il Consultive Panel, ossia
un gruppo di esperti, esponenti di differenti settori del mercato assicurativo dei fondi
pensioni, che ha la funzione di supervisionare e guidare la strategia e il work plan del
comitato.
L‘apparato operativo del CEIOPS è composto dai Working Groups, che preparano
materialmente i documenti e le dichiarazioni del Comitato. Ad oggi ne sono stati
costituiti nove, cinque dei quali si occupano dei vari aspetti caratterizzanti il progetto
Solvency II.
7
I gruppi di lavoro hanno contatti informali, ma continui e regolari, con
tutte le parti interessate (istituzioni europee ed operatori) affinché sussista, fin dalla fase
di formazione dei documenti, la possibilità per gli operatori di mercato di venire a
contatto con il CEIOPS e di rappresentare le proprie opinioni ed esigenze.
7
Annual Report 2009 and Work Programme 2010, CEIOPS
15
Il CEIOPS è impegnato a livello due, ossia l‘area di formazione delle regole,
maggiormente sul progetto Solvency II, che è un progetto ampio e molto complesso il
quale assorbe circa il 70% delle risorse del CEIOPS. A livello tre, cioè a livello di
implementazione delle norme comunitarie, è operativo nel campo dei fondi pensione, in
campo contabile, in campo di attuazione della direttiva sui gruppi assicurativi e
conglomerati e in campo di mediazione assicurativa.
I cinque gruppi di lavoro che si occupano della ―Solvibilità II‖ sono incaricati di seguire
tutti gli aspetti della futura normativa. In particolare, il Financial Stability Committee, è
stato impegnato in un progetto di monitoraggio a livello macroeconomico della stabilità
finanziaria del settore e dei suoi effetti sulla stabilità finanziaria in generale attraverso
l‘utilizzo di stress test
8
, basati sulla valutazione della resistenza dell‘impresa
contestualizzata in diversi scenari macroeconomici.
1.2 La Direttiva MiFID e la convergenza con il settore bancario
In ambito comunitario, a seguito dell‘adozione del Financial Services Action Plan
(FSAP), è in atto negli ultimi anni una riorganizzazione strutturale del mercato
finanziario europeo con l‘obiettivo di giungere alla creazione di un mercato realmente
integrato e competitivo.
Obiettivo ultimo del FSAP è quello di individuare regole europee uniformi ai fini della
creazione di un level playing field per tutti i soggetti coinvolti a operare sul mercato.
Questa è, infatti, la condizione necessaria per garantire e ottenere uno sviluppo
equilibrato e sostenibile dell‘exchange industry europea.
Tra le direttive rientranti nel FSAP quella che sicuramente riveste maggiore importanza
e che potrebbe avere degli impatti sull'operatività dei mercati finanziari e dei suoi
operatori è la nuova direttiva 2004/39/CE sui mercati degli strumenti finanziari,
conosciuta meglio con l'acronimo inglese MiFID (Market in Financial Instruments
Directive) ed entrata in vigore il 1° Novembre 2007.
La MIFID ha tra i suoi obiettivi principali quello di creare un ambiente finanziario
competitivo e armonizzato per i mercati regolamentati, le imprese di investimento
8
Secondo i risultati di Marzo 2010, i maggiori Gruppi assicurativi europei dovrebbero restare solvibili in tutti gli scenari ipotizzati.
Annual Report and Work Programme 2010, CEIOPS
16
nonché quello di rafforzare la protezione degli investitori, l‘efficienza e l‘integrità dei
mercati finanziari stessi
9
.
Nel post-crisi, la MiFID è stata però criticata di essere stata troppo incentrata su una
produzione di regole omogenee, di massima armonizzazione, ritenendo che questa fosse
di per sé sufficiente a creare un mercato finanziario integrato, tralasciando le modalità di
gestione delle regole. È stata cioè sottovalutata la necessità di dar vita ad un sistema di
vigilanza che effettivamente operasse attraverso l‘applicazione delle stese regole con le
medesime modalità su tutto il territorio dell‘Unione Europea
10
.
È innegabile che i profondi mutamenti che hanno interessato l‘assetto dei sistemi
finanziari internazionali abbiano contribuito a una significativa integrazione tra settori
creditizio, mobiliare e assicurativo.
L‘evoluzione della vigilanza da un modello basato sulla natura dei soggetti regolati a
uno incentrato sulle finalità da perseguire appare la naturale conseguenza di tale
integrazione. Nel modello per finalità ciascuna autorità è responsabile di una specifica
tipologia di controlli nei confronti di tutti gli intermediari finanziari.
L‘esperienza di Basilea 2 fornirà senza dubbio idee utili per ―Solvency II‖ in quanto
condividono, oltre alla struttura basata su tre pilastri, l‘esigenza di far evolvere il
sistema al fine di renderlo più adeguato agli effettivi rischi delle imprese e di incentivare
una migliore gestione interna degli stessi; entrambi attribuiscono un ruolo fondamentale
alla solidtà dei processi di risk management , alla trasparenza e all‘efficienza del
controllo delle Autorità di vigilanza ed enrambi prevedono l‘utilizzo e il ricorso a
modelli interni per il calcolo dei requisiti di capitale.
Inoltre, Solvency II ha il vantaggio di poter correggere gli errori commessi negli accordi
di Basilea II, relativi per esempio alla qualità e al livello di capitale
11
.
Nonostante ciò, restano evidenti alcune differenze di fondo legate agli obiettivi e ai
rischi presi in considerazione.
L‘obiettivo di Basilea è potenziare la solidità e stabilità di un sistema bancario in cui gli
operatori dipendono gli uni dagli altri; invece, nel settore delle assicurazioni il fine del
9
Official Website Borsa Italiana
10
Bancaria, Mensile Abi, MiFID directive two years after: perspectives in Europe and in Italy, Anno 66, Marzo N3/10
11
Bancaria, Mensile Abi, Basel 3 proposal: rethinking prudential regulation, Anno 66, Marzo N3/2010. Durante la crisi
finanziaria, la maggioranza degli strumenti ibridi e innovativi, compuati all‘interno del patrimonio di vigilanza, si sono rilevati
inefficaci quali strumenti per assorbire le perdite subite dalle banche.
17
controllo prudenziale è proteggere gli assicurati contro il rischio di fallimento delle
singole imprese.
Per quanto concerne i rischi, quelli considerati nel sistema prudenziale bancario, eccetto
il rischio operativo, sono sostanzialmente rischi che gravano sugli elementi delle
attività, mentre non esistono corrispettivi dei rischi classici in campo assicurativo, come
il rischio inerente la politica di sottoscrizione o quella di riassicurazione.
Inoltre, Solvency II rigurada la totalità degli assicuratori, invece Basilea II è diretta
principalmente alle banche attive a livello internazionale.
E mentre Basilea II prevede modelli separati per il rischio di mercato, di credito e quello
operativo, concentrandosi sull‘affidabilità creditizia, Solvency II mira a tenere
un‘analisi di portafoglio risk-based mediante un approccio integrato che tenga conto
delle interdipendenze fra categorie di rischio.
Infine, mentre Basilea II prefigura un livello standard di diversificazione e si concentra
sulle attività patrimoniali, Solvency II promuove la diversificazione del rischio e la
valutazione dell‘adeguatezza patrimoniale, considerando in un‘ottica economica tanto le
passività che le attività.
12
L‘analogia più evidente tra le due riforme viene riscontrata nella struttura a tre pilastri,
adottata successivamente anche da Solvency II.
I pilastri di Basilea II sono stati strutturati come segue:
1. un sistema di requisiti patrimoniali minimi, che mirano a dare concretezza alle
regole standard definite dall‘Accordo originario del 1988 (Pillar one);
2. attività di supervisione sull‘adeguatezza del capitale delle banche e sul relativo
processo interno di valutazione del capitalem (Pillar two);
3. efficace utilizzo della disciplina di mercato, quale strumento per rafforzare la
trasparenza e incoraggiare pratiche di gestione bancarie efficienti e sicure (Pillar
three).
In analogia, l‘architettura del nuovo sistema di vigilanza per le assicurazioni prevede:
1. un primo pilastro, in cui sono definite le regole quantitative relative alle riserve
tecniche, agli investimenti e ai mezzi patrimoniali propri;
12
Swiss Re, Sigma, Solvency II: un approccio integrato al rischio per gli assicuratori europei, N4/2006
18
2. un secondo pilastro, dove sono contemplati gli aspetti relativi alle norme di
controllo interno, di risk management e il loro controllo da parte delle Autorità
di vigilanza;
3. un terzo pilastro, basato su una serie di norme relative alla trasparenza che
favoriscono la disciplina di mercato.
E anche le proposta di Basilea 3 sembra muoversi verso tre direzioni: il rafforzamento
delle dotazioni patrimoniali a copertura dei diversi rischi ai quali le banche sono
esposte, soprattutto di quelli che, alla luce della crisi, si sono dimostrate la maggiore
fonte di perdite; l‘introduzione di strumenti anticiclici per assicurare che le banche
accumulino risorse nelle fasi espansive e di una disciplina più stringente per gli
operatori a rilevanza sistemica; l‘innalzamento della qualità del patrimonio di
vigilanza
13
.
In generale, l‘ottica di Basilea e di Solvency è quella di cogliere le potenzialità
organizzative di una realtà complessa come quella dell‘intermediazione finanziaria e di
fornire gli opportuni suggerimenti.
Di fatto, le regole di vigilanza non si limitano ad imporre solo un requisito patrimoniale
minimo in relazione allo specifico profilo di rischio, ma richiedono che gli operatori
adottino procedure ad hoc al fine di gestire e programmare quel livello di adeguatezza
patrimoniale coerente con le proprie caratteristiche operative.
Non a caso, in entrambi i regolamenti si enfatizza il ruolo fondamentale che i principi di
governance, le tecniche di risk management, nonché un adeguato ed efficiente sistema
di controllo interno, possono assumere nel conseguimento della sana e prudente
gestione di ciascun soggetto vigilato. Inoltre, come contropartita del potere conferito
agli intermediari bancari ed assicurativi di influire sui requisiti patrimoniali attraverso la
possibilità di attuare dei modelli interni, il secondo e il terzo pilastro rafforzano i poteri
di controllo e di regolamentazione delle Autorità di Vigilanza, da un lato, e del
mercato, dall‘altro. Il terzo pilastro trova la sua motivazione nell‘idea che proprio il
mercato possa rappresentare un valido meccanismo di enforcement, che incentivi gli
operatori a dotarsi di un livello adeguato di capitale favorendo la sicurezza e la solidità
degli stessi, dei consumatori e del sistema finanziario tutto; in tale logica, i sistemi
(assicurativi o bancari) più trasparenti avranno possibilità maggiori di sopravvivere nel
13
Banca Impresa Società, Crisi finanziaria e “capital adequacy” degli intermediari, Anno XXIX, n.2/2010
19
lungo periodo in quanto premiati, per la propria condotta, dell‘ambiente in cui
operano.
14
In un quadro così delineato, le Autorità di vigilanza sono chiamate ad un ripensamento
delle proprie logiche tradizionali favorendo, invece, la cooperazione attraverso
suggerimenti organizzativi che consentano all‘intera industria finanziaria di operare con
ordine, regolarità e armonia.
2. Lo scenario assicurativo europeo dopo la crisi del 2008
Nel Settembre 2008, il dissesto Lheman Brothers è stato il detentore di fortissime
turbolenze nei mercati finanziari internazionali che hanno provocato una crisi di portata
eccezionale e imprevedibile; i mercati finanziari sono stati vicino al collasso e ovunque
sono stati concessi aiuti alle banche e alle economia reale.
Le imprese di assicurazione non hanno certamente originato la crisi finanziaria, ma ne
hanno, ovviamente, risentito. Si è trattato in larga parte di effetti derivanti dalla perdita
di valore degli investimenti in azioni e obbligazioni. Secondo le stime del Geneva
Report 2010
15
, il complesso delle perdite del settore assicurativo fino al 10 Febbraio
2010 è stato pari a 270 miliardi di dollari, ossia il 26% dell‘equity del 2006; a titolo di
apragone, nel settore bancario le perdite sono state pari al 68% della capitalizzazione del
2006. Inoltre, il complesso delle operazioni di ricapitalizzazione del settore assicurativo
è stato pari a 170 miliardi di dollari, ossia il 16% della capitalizzazione del 2006; tale
percentuale si confronta con il 58% nel settore bancario.
Il settore assicurativo internazionale, grazie a un basso grado di indebitamento
finanziario e a una ridotta esposizione al rischio di fuga degli assicurati, non ha
evidenziato quei problemi di rischiosità sistemica che hanno interessato altri segmenti
del sistema finanziario e che motivano una profonda revisione delle regole prudenziali.
Si può affermare che il sistema assicurativo, superata la più importante crisi finanziaria
degli ultimi settanta anni in buone condizioni e senza registrare difficoltà sistemiche, è
chiamata adesso ad affrontare la riforma strutturale delle regole di vigilanza avviata già
14
Mondo Bancario, I progetti di riforma della vigilanza nel sistema finanziario: i “suggerimenti organizzativi” di Basilea 2 e
Solvency II, n.2,Anno 46, 2005
15
Liedtke P., The Geneva Reports Risk and Insurance Research, n.3/2010, Anatomy of the credit crisis , Geneva Association
20
nel 2001, denominata Solvency II, che mira alla promozione di una più efficace gestine
dei rischi e dei controlli interni e requisiti patrimoniali coerenti con il profilo di rischio
dell‘impresa e in grado di garantire, con una probabilità del 99,5%, l‘assolvimento degli
impegni nei confronti degli assicurati nei successivi dodici mesi.
16
Oltre la crisi, sono tante le forze centrifughe che negli ultimi anni hanno scosso il
settore: la crescente internazionalizzazione, l‘acuirsi della concorrenza, la sofisticazione
dei clienti e la loro accresciuta sensibilità al prezzo, il susseguirsi di fusioni,
acquisizioni e Joint Ventures nazionali e internazionali, l‘affermarsi di soluzioni
tecnologiche sempre più sfidanti. Senza dimenticare un contesto istituzionale e
regolamentare che sempre più obbliga le compagnie a comportamenti di conformità,
garanzia, apertura e trasparenza. L‘apertura dei mercati finanziari e l‘evoluzione
normativa hanno contribuito a modificare le caratteristiche operative e le logiche
gestionali delle compagnie assicurative. Un esempio è rappresentato dal marketing
assicurativo, che da funzione di supporto sta transitando a funzione core, in coerenza
con la progressiva centralità assunta dai clienti; nel tempo, infatti, saper rispondere in
maniera adeguata ai fabbisogni di un consumatore sempre più esigente ed attento, è
diventato uno dei fattori critici di successo per operare nel settore. L‘accresciuta
capacità critica dei clienti, la progressiva sofisticazione dei prodotti, l‘importanza del
fattore tempo e lo sviluppo dei canali on line obbligano le imprese a ripensare i propri
modelli di business, passando dalla logica push alla customer relationship, dal focus sui
‖prodotti‖ alle ―soluzioni ad hoc‖. Inoltre, le dinamiche di aggregazione che si sono
registrate negli ultimi anni (M&A, Joint Venture, Alleanze), hanno generato
problematiche gestionali e organizzative legate al Diversity Management e al
Knowledge Management.
Il settore assicurativo a livello mondiale vanta un giro d‘affari (volume premi) pari a
$3,888.6 mld.
Le quote del mercato mondiale si ripartiscono tra: Europa (40,8%) , Americhe (35,3%) ,
Asia e Pacifico (9,1%) , resto del mondo (1,3%).
16
Il ruolo delle impree di assicurazione nella crisi finanziaria: Solvency II è una risposta adeguata?, in Banca Impresa Società,
n.2/2010, Crisi finanziaria e “Capital adequacy” degli intermediari, Il Mulino
21
In Europa, il segmento danni risente del clima economico, che seppur in miglioramento
rispetto al 2009, ha presentato dinamiche contenute. Il settore non auto è stato
caratterizzato maggiormente da questa situazione, con andamenti modesti o flessioni del
fatturato, soprattutto in Italia ed in Spagna. In questo contesto il comparto property
registra qualche recupero, indotto da un irrigidimento delle condizioni tariffarie, legato
alle esigenze di riequilibrio tecnico del settore, osservato in particolare in Francia.
Andamenti modesti o riduzioni del fatturato si sono avute nel comparto auto,
principalmente in Italia ed in Spagna, nonostante un miglioramento rispetto allo stesso
periodo del 2009, per un progressivo recupero tariffario, indotto dal deterioramento
della profittabilità tecnica dello scorso esercizio. Nei paesi dell‘Europa centro-orientale
i rami danni hanno mostrato nei primi mesi dell‘anno andamenti analoghi. Fa eccezione
la Polonia, unico paese non entrato in recessione all‘indomani della crisi finanziaria di
fine 2008.
Il segmento vita ha generalmente evidenziato un positivo sviluppo del fatturato, specie
in Italia, Germania e Francia, grazie al gradimento della clientela per i prodotti a forte
contenuto assicurativo e di garanzia, in un quadro finanziario caratterizzato da una
notevole volatilità dei tassi azionari e da tassi di interesse a breve termine storicamente
modesti. Il trend positivo dei mercati azionari dei primi mesi dell‘anno ha, in alcuni
casi, favorito anche lo sviluppo delle polizze di tipo linked, in particolare in Italia e
Francia. Nei paesi dell‘Europa centro-orientale i rami vita hanno mostrato un
andamento positivo, in particolare in Ungheria e Repubblica Ceca, che viene però
ridimensionato dall‘andamento negativo del emrcato polacco. Infine il mercato vita
spagnolo appare in flessione, complice la perdurante difficile situazione economica del
paese, risultata ancora in recessione nel 2010.
2.1 Il mercato assicurativo in Italia
In Italia vi sono due tipologie di compagnie assicurative: tradizionali e dirette.
Le compagnie tradizionali si rapportano al cliente attraverso varie forme di
intermediazione: agenzie e agenti d'assicurazione, broker indipendenti.
Le compagnie dirette invece si affidano a mezzi come il web e il telefono, saltando i
tradizionali canali d'intermediazione. Questo mercato è ancora piuttosto limitato e
22
dedicato al ramo R.C. auto, ma ha notevoli prospettive di crescita: già oggi rappresenta
il 20% di tutto il fatturato dell'e-commerce.
A vigilare su questo complesso mercato c'è un organismo indipendente, l'Istituto per la
Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo, noto come ISVAP ,
Autorità amministrativa indipendente dotata di piena autonomia giuridica, patrimoniale,
contabile, organizzativa e gestionale, operante per garantire la stabilità del mercato
assicurativo, nonché la trasparenza dei prodotti offerti, nell'interesse degli assicurati e
della collettività, sanzionando i comportamenti scorretti.
Il settore assicurativo in Italia è fortemente concentrato; la grande dimensione permette
di sfruttare economie di scala, di scopo e di specializzazione, creando un vantaggio
competitivo consistente nei confronti degli altri players di minori dimensioni.
I 5 maggiori gruppi assicurativi (Generali, Allianz, Mediolanum, Fondiaria Sai e
Unipol), infatti, raccolgono oltre il 55% dei premi, dato che porta alla sempre più
frequente richiesta di maggiore concorrenza e trasparenza.
17
La tendenza generale del mercato italiano è quella della specializzazione: i gruppi
preferiscono razionalizzare le risorse, usando al meglio le specificità delle compagnie
che hanno al loro interno. Così, al loro interno, le società si specializzano, nel ramo
danni o in quello vita, a seconda della forza del marchio e della loro storia.
Fra le assicurazioni italiane che fanno riferimento a grandi gruppi si distinguono
principalmente due tipi: quelle all'interno di gruppi assicurativi (come, ad esempio,
Generali), il cui peso all'interno del mercato è molto aumentato, e quelle appartenenti a
gruppi bancari o finanziari (per esempio Mediolanum), in declino nell'attuale panorama
di mercato.
Anche gli italiani hanno saputo cavalcare i processi di internazionalizzazione del
mercato, oggi circa un terzo delle entrate delle società italiane deriva da premi
assicurativi raccolti su mercati stranieri, viceversa si calcola che nel totale del giro
d'affari dei premi assicurativi pagati in Italia, il 30% finisce nelle casse di gruppi o di
società straniere.
18
La presenza di concorrenti stranieri è stata in qualche modo ostacolata dall'architettura
del mercato italiano, e dai presunti "cartelli" tra le assicurazioni cioè gli accordi tra i
17
www.assicurazione.it
18
www.ania.it
23
gruppi assicurativi per tenere alti i costi dei premi, privando quindi il mercato di
concorrenza e trasparenza. Attraverso normative che favoriscono la trasparenza, si
possono attirare sul mercato nuovi soggetti, migliorando il livello di concorrenza e
abbassando i prezzi.
La rappresentanza più ampia è quella di un paese a forte tradizione assicurativa come il
Regno Unito che conta 73 imprese nel territorio nazionale e che avendo la loro sede
nell‘UE, secondo la normativa europea possono operare in Italia senza essere iscritte
all‘ISVAP.
19
Seguono in questa classifica Francia e Germania e Quote minori sono
detenute da Irlanda, Austria, Belgio, Lussemburgo e Olanda. Tra i grandi gruppi
assicurativi stranieri, il più importante in ordine di grandezza e per giro d'affari, è il
gigante tedesco Allianz, che è diventato il secondo gruppo operante in Italia, alle spalle
di Generali, dopo aver assorbito al suo interno tutto il gruppo Ras.
3. Le caratteristiche e gli obiettivi di Solvency II
Solvency II è un progetto di riforma del regime di vigilanza sulle imprese di
assicurazione promosso dalla Commissione Europea destinato a divenire operativo il 31
Ottobre 2012 (è di recente lo slittamento della Direttiva al 1 Gennaio 2013).
Nasce dalla necessità di superare i limiti legati all‘assenza di sensibilità dei livelli di
capitale attualmente richiesti rispetto al profilo di rischio specifico sia a livello della
singola impresa di assicurazione sia a livello di gruppo.
Il nuovo regime Solvency II per le compagnie di assicurazione e di riassicurazione
dell‘UE stabilisce nuovi requisiti patrimoniali, tecniche di valutazione e norme di
gestione del rischio che andranno a sostituire l'attuale regime di solvibilità.
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