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INTRODUZIONE
Il bisogno di comunicazione è un‟esigenza naturale di
tutti gli organismi viventi. Ciò che distingue la specie umana
da tutte le altre specie viventi è la capacità di comunicare
mediante un‟articolazione di suoni e segni significanti, dotati di
significato: il linguaggio. Se il passaggio dalla comunicazione
orale alla parola scritta segna lo sviluppo di una civiltà, è solo a
partire dal XV secolo, con l‟invenzione gutemberghiana della
stampa a caratteri mobili, che la trasmissione scritta della
cultura diventa potenzialmente accessibile a tutti.
Il progresso della riproduzione a stampa culmina a
cavallo tra Settecento e Ottocento con il quotidiano, il giornale
che si stampa ogni giorno. Nel corso dell‟Ottocento
l‟industrializzazione e la progressiva democratizzazione della
società contribuiranno allo sviluppo della comunicazione di
massa. Si tratta di un processo che implica produzione,
trasmissione e diffusione di testi, notizie, immagini e suoni,
atto a raggiungere in modo simultaneo o in brevissimo tempo
un gran numero di persone dislocate su un vasto spazio e, per
lo più, non in rapporto tra di loro.
Si avvia così un nuovo e diverso ciclo di avanzamenti
tecnologici, che porterà prima alla nascita del telegrafo e del
telefono, che marcano l‟inizio delle comunicazioni immediate;
poi all‟avvento della radio e della televisione, che aggiungono
una voce e un‟immagine da diffondere in tutte le case. Questo
4
modello comunicativo veicola un messaggio unidirezionale,
one-to-many: si tratta di un processo che attraverso l‟utilizzo di
mezzi tecnici è in grado di diffondere con rapidità ed efficacia
una serie di messaggi da un emittente verso un pubblico.
Nel quadro della rivoluzione tecnologica che ha
caratterizzato il secolo scorso, un ruolo fondamentale è svolto
da Internet, una rete mondiale di computer interconnessi a cui
si può accedere liberamente. Internet è un archivio di
informazioni e un efficace mezzo di scambio dati tra destinatari
individuati o individuabili, le cui principali caratteristiche sono
la facilità nell‟accesso e nella fruizione, la polivalenza delle
attività che vi si realizzano, la multimedialità, l‟assenza di un
territorio di riferimento e la trans-nazionalità.
Con l‟avvento di Internet e lo sviluppo delle reti di
comunicazione interattiva, si è affermato un nuovo modello
comunicativo, many-to-many, basato sulla logica partecipativa
e conversazionale. In questo caso, si tratta di una rete di
comunicazione globale che permette agli utilizzatori,
potenzialmente illimitati, di comunicare tra loro mediante un
protocollo comune e un linguaggio tecnico capace di far
dialogare sistemi anche diversi per caratteristiche costruttive e
sistema operativo.
Dalle analisi compiute sulla fruizione dei nuovi media
dagli istituti di ricerca Censis e Istat, risulta che essi possono
essere analizzati nell‟ottica della compresenza, e non della
sostituzione dei mezzi di comunicazione tradizionali. Il loro
uso, infatti, è ancora condizionato dall‟esperienza con i vecchi
media ed è caratterizzato da aspettative e abitudini che devono
ancora molto a questi ultimi. Secondo i rapporti Censis sulla
comunicazione, tra il 2001 e il 2009 il consumo di tutti i media
5
appare in crescita. Gli utenti della televisione arrivano a quota
97,8% della popolazione, il cellulare sale all‟85,0%, la radio
all‟81,2%, i quotidiani al 64,2% e i libri al 56,5%, Internet al
47,0%. In particolare, secondo le indagini Istat, la rete delle reti
è stata utilizzata prevalentemente per comunicare attraverso
l‟uso della posta elettronica (79,1%), per apprendere (69,4%) e
per cercare informazioni su merci e servizi (64,5%). Negli
ultimi anni le diete mediatiche degli italiani hanno subito
notevoli trasformazioni. Se il digital divide, la cui soglia si
collocava nel 2006 al 71% e scende nel 2009 al 51,3%, inizia
ad affievolirsi, il press divide è in aumento, e dal 33,9% degli
italiani che nel 2006 non avevano contatti con i mezzi a
stampa, si è arrivati nel 2009 al 39,3%.
La vera rivoluzione compiuta dai nuovi media sta nel
fatto che essi offrono la possibilità di superare alcuni limiti
strutturali del processo di comunicazione di massa, quali
l‟asimmetria tra emittente e ricevente e la
produzione/distribuzione di contenuti standardizzati: oggi
ciascun utente ha la possibilità di comporre un insieme
sistematico e coerente di comportamenti di consumo, un menù
personalizzato di consumo mediale.
La comunicazione nella società contemporanea è fatta
di segni e linguaggi specialistici, si realizza attraverso
tecnologie sempre più evolute e si avvale di mezzi di diffusione
di grande efficacia. I media veicolano informazioni, aiutano a
interpretare le dinamiche della società contemporanea e, al
tempo stesso, orientano le opinioni politiche dei cittadini che,
diversamente, resterebbero isolati all‟interno di un contesto
culturale troppo articolato e vasto per poter essere compreso
attraverso la conoscenza diretta o la comunicazione
6
interpersonale. In accordo con il sociologo tedesco Niklass
Luhmann, possiamo affermare che «tutto ciò che sappiamo
della nostra società, e in generale del mondo in cui viviamo, lo
sappiamo dai mass media»
1
.
La comunicazione ha un ruolo insostituibile nella
circolazione del pensiero e come tale è un‟attività
indispensabile per la realizzazione di quelle libertà
fondamentali che nella libertà di espressione trovano il loro
antecedente naturale. La libertà di informazione è alla base di
ogni società contemporanea e di ogni sistema democratico. Se
tra Seicento e Settecento non esiste libertà di stampa, a partire
dal XVIII secolo tutti i movimenti rivoluzionari e riformisti
includono la libertà di stampa nei loro proclami e la utilizzano
per far conoscere le proprie ragioni.
La libertà di informazione è alla base dello sviluppo dei
primi sistemi costituzionali; tale dottrina trova il suo retroterra
storico nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino,
approvata in Francia nel 1789 e nella Dichiarazione dei diritti
americana del 1791. La storia dell‟Italia unita, in tema di
libertà di stampa, inizia con l‟articolo 28 dello Statuto
Albertino, emanato da Carlo Alberto il 4 marzo del 1848.
Durante le dittature del XX secolo i giornali perdono la
libertà di produrre autonomamente informazione, ma
rimangono veicoli di informazione per milioni di persone; il
cinema si piega alla propaganda, ma rimane un mezzo di
intrattenimento di massa; la radio diventa la voce dei regimi,
ma conserva la funzione di colonna sonora della vita
domestica. In Italia la libertà di stampa è stata ripristinata alla
1
Niklass Luhmann, La realtà dei mass media, Milano, Franco Angeli,
2002, p. 15.
7
caduta del regime fascista ed è sancita dall‟articolo 21 della
Costituzione, il cui voto definitivo risale al 15 aprile 1947.
La comunicazione, fatta di regole poste agli operatori e
assicurate ai destinatari, è mutata profondamente da quando
sono comparsi sulla scena i mass media. La stampa, il cinema,
la radio, mentre si diffondevano e conquistavano pubblici,
hanno imposto ai politici di adeguare il loro linguaggio alle
nuove grammatiche specifiche di ciascun mezzo. E i politici si
sono rapidamente impossessati, o hanno tentato di controllare
tali media per utilizzarli come potenti strumenti di propaganda,
finché non si sono resi conto di non poter più fare a meno dei
media.
Nella visione postmoderna i nuovi media sono stati
salutati come una possibilità alternativa alla politica verticale
delle democrazie di massa, nelle quali partiti politici dalla
rigida organizzazione operano unilateralmente e programmano
la militanza con il minimo dell‟organizzazione. Infatti i nuovi
media forniscono un‟offerta altamente differenziata di
informazioni e idee politiche, un accesso illimitato per tutti e
un grado considerevole di feedback tra leader e loro sostenitori,
consentendo tra loro un dialogo diretto non più mediato dal
partito.
Lo sviluppo tecnologico consente con maggiore facilità
l‟acquisizione di informazioni in tempo reale e l‟accesso ai
circuiti comunicativi come soggetti attivi, in grado di produrre
notizie dalle forme e dai contenuti più svariati. Ma nell‟agorà
telematica di Internet non ci sono garanzie di veridicità per
ogni notizia diffusa dal web, pertanto resta immutata la
necessità di una forte coscienza etica in chi si assume il
compito di fare informazione.
8
E in questo contesto le agenzie di stampa costituiscono
l‟organo principale che fornisce informazione ai media. Nate a
metà Ottocento, nel cuore della Rivoluzione industriale, le
agenzie hanno reso possibile la nascita dei periodici di
informazione e la vittoria della borghesia, che considerava la
stampa quotidiana uno strumento per la conquista e la
conservazione del potere.
Nel XX secolo hanno accentuato il loro peso, rendendo
l‟informazione un mezzo di conoscenza e al tempo stesso uno
strumento di lavoro. In un sistema dei media in rapida e
turbolenta evoluzione, le agenzie hanno conquistato la loro
assoluta insostituibilità: con la loro organizzazione nazionale e
internazionale, con i loro collegamenti con le fonti istituzionali
e con le altre agenzie ma soprattutto con l‟adozione dei nuovi
mezzi offerti dal progresso tecnologico, hanno dimostrato di
essere finora l‟unico strumento in grado di assicurare
un‟informazione immediata, non vincolata dal tempo; diretta,
senza limiti di distanza; selezionabile, sulla base delle esigenze
del fruitore e memorizzata, in modo da poter essere sempre
controllata, verificata e arricchita.
Nell‟era del giornalismo on line, le agenzie si sono così
trovate a essere gli unici organismi in condizione di sfruttare
tutti gli elementi fondamentali della comunicazione mediata
dal computer: la multimedialità, compresenza e interazione di
più mezzi di comunicazione in uno stesso contesto informativo;
l‟ipertestualità, possibilità di accedere a un documento
all‟interno del quale sono inseriti rimandi e collegamenti ad
altri documenti, e la personalizzazione dell‟informazione, sulla
base delle esigenze del fruitore.
9
All‟interno di questo panorama, un‟attenzione
particolare è stata posta sull‟analisi di Mf-Dow Jones News,
l‟agenzia di informazione economico-finanziaria, nata nel 2001
da un accordo tra i gruppi editoriali Class Editori e Dow Jones
Newswires. Mf-Dow Jones News ha due sedi operative per
l‟Italia: la principale si trova a Milano, cui è affiancata la
redazione di Roma, entrambe coinvolte quotidianamente nella
produzione di informazione politica, economico-politica,
economica, sindacale, politico-sanitaria e di cronaca, sia
dall‟Italia sia dall‟estero. Ai redattori italiani, sono integrati i
giornalisti inglesi del gruppo Dow Jones, e insieme formano
uno staff specializzato in finanza che lavora a stretto contatto e
in totale collaborazione.
Grazie all‟evoluzione tecnologica, i processi di
produzione, ricezione e pubblicazione delle notizie si svolgono
interamente attraverso personal computer. L‟agenzia utilizza i
prodotti di Telpress, l‟unica azienda al mondo ad aver
sviluppato una propria piattaforma di comunicazione, Tosca e
un sistema di workflow management, Norma, in grado di
produrre, ricevere, archiviare, classificare, ritrasmettere
e selezionare in display video o a stampa le news di agenzia e
ogni altro documento testuale o multimediale diffuso dalle
agenzie di stampa o disponibile da altre sorgenti a stampa, in
rete internet o in diffusione radio-televisiva.
Il lavoro dell‟agenzia di stampa inizia con la rassegna
stampa. La redazione sottopone a una prima selezione e
interpretazione le notizie che riceve, le elabora e ne invia una
parte agli abbonati. Se lo spazio per pubblicare notizie è in
apparenza senza limiti – un lancio dopo l‟altro alla massima
10
velocità possibile – in realtà la selezione è doverosa e riflette la
linea editoriale e i campi di interesse dell‟agenzia in questione.
La rassegna stampa non è però l‟unico strumento
attraverso cui si diffondono le notizie. Ogni giorno gli uffici
stampa di imprese e istituzioni inviano comunicati stampa alle
caselle di posta dei giornalisti: a quel punto spetta loro decidere
quali informazioni diramare, nell‟ottica dell‟interesse del
pubblico. In particolare, prima di essere trasmesso ai media, il
comunicato deve essere sintetizzato, attraverso l‟uso di un
linguaggio chiaro e senza ridondanze, con periodi brevi,
ciascuno autosufficiente rispetto al suo contenuto e occorre
scegliere un titolo breve, che illustri in modo sintetico i
contenuti del testo.
E poi c‟è il cuore del lavoro: le notizie. Ogni giorno
avvengono miriadi di fatti che meriterebbero di essere
raccontati, ma solo una piccola parte di essi diventa invece una
notizia. L‟agenzia di stampa ha l‟esigenza di coprire la realtà
completamente. Un avvenimento non può occupare la linea per
troppo tempo, essenziale è la sintesi: la notizia in pillole, il
fatto puro e semplice. L‟elemento decisivo, oltre alla brevità e
alla precisione, è dunque la rapidità, la tempestività, perché la
concorrenza si svolge sul filo dei secondi e il giornalista di
agenzia che viene in possesso di un documento importante di
cento pagine deve trovare immediatamente, leggendo alla
velocità massima possibile, la frase più importante, il
messaggio chiave e dettare al volo il primo dispaccio: solo così
potrà sperare di tagliare per primo il traguardo sul monitor dei
propri utenti.
Nel mix di realtà che ogni giorno passa attraverso il
web ci sono diversi tipi di informazioni. E le agenzie ne
11
rappresentano le macchine produttrici, poiché almeno il 70 per
cento delle notizie arriva da questa via: sono i giornalisti che
raccolgono direttamente o indirettamente queste migliaia di
informazioni, e che le trasformano in notizie.
La sopravvivenza delle agenzie di informazione, cioè la
necessità di ricorrere a esse come sicuri organi di base, dipende
quindi dalla misura in cui la loro mediazione significhi non
soltanto gestione delle informazioni che circolano fuori e
dentro la rete, ma anche verifica e controllo di quelle
informazioni. Internet è una tecnologia di comunicazione
completamente nuova, cui anche il giornalismo ha dovuto
adeguarsi. L‟introduzione nelle redazioni dei sistemi editoriali
basati sul pc e l‟aumento delle edizioni hanno determinato il
potenziamento delle agenzie di notizie, che ora sono in grado
di trasmettere direttamente all‟ordinatore delle testate abbonate
notiziari e servizi. Inoltre, il sistema editoriale consente al
giornalista di consultare rapidamente archivi e banche dati, di
trasmettere direttamente i propri servizi alla redazione e di
procedere alla video-impaginazione.
In questo contesto le agenzie appaiono l‟unico organo
in grado di beneficiare dei progressi della tecnologia,
mantenendo il grado di affidabilità che ne ha da sempre
caratterizzato il primato rispetto agli altri media, quel grado che
contraddistingue il giornalismo di informazione e di cui la
ricerca empirica svolta presso l‟agenzia Mf-Dow Jones News
ha dato conferma.
13
I. INTERNET E I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA.
1. La comunicazione di massa
Il bisogno di comunicazione è un‟esigenza naturale di
tutti gli organismi viventi. Se nelle piante e negli animali la
comunicazione ha il fine supremo della sopravvivenza della
specie, nell‟uomo non è necessitata da alcun fine, ma avviene
in condizioni di libertà
2
. La specie umana, infatti, si differenzia
dalle altre per la sua capacità di comunicare mediante
un‟articolazione di suoni e segni significanti, dotati di
significato: il linguaggio
3
.
Qualunque siano gli strumenti e le pratiche che
utilizziamo per comunicare, e nonostante le trasformazioni
avvenute nelle modalità e nelle forme, la comunicazione
rimane un processo nel quale siamo profondamente implicati in
quanto esseri sociali facenti parte di una comunità.
Il termine comunità
4
– letteralmente, che “appartiene a
parecchi” – deriva dal greco antico τό κοινόν
5
e viene
2
Michele Partipilo, Etica e deontologia del giornalista, in AA.VV., La
deontologia del giornalista, Roma, Centro di Documentazione
Giornalistica, 2009, p. 25.
3
Giovanni Sartori, Homo videns. Televisione e post-pensiero, Bari, Laterza,
2006, p. 5.
4
Nicola Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, Bologna, Zanichelli,
2001.
5
Lorenzo Rocci, Vocabolario greco-italiano, Milano, Hoepli, 2003.
14
successivamente assorbito dal latino attraverso l‟espressione
communis
6
, composta dalla preposizione cum (con, insieme) e
dal sostantivo maschile munus (dono). L‟aggettivo communis
a sua volta è alla base del verbo communicare (mettere in
comune, condividere), da cui deriva il termine comunicazione,
inteso come scambio reciproco tra esseri umani, costruzione di
una comunità.
Nel corso dell‟Ottocento l‟industrializzazione e la
progressiva democratizzazione di massa porteranno allo
sviluppo di un fenomeno sociale del tutto nuovo: un processo
che attraverso l‟utilizzo di mezzi tecnici è in grado di
diffondere con rapidità ed efficacia una serie di messaggi da un
emittente verso un pubblico. Si tratta di ciò che nel XX secolo è
stato definito comunicazione di massa
7
, alludendo ad un
insieme di produzione, trasmissione e diffusione di testi,
notizie, immagini e suoni, atto a raggiungere in modo
simultaneo o in brevissimo tempo un gran numero di persone
dislocate su un vasto spazio e, per lo più, non in rapporto tra di
loro.
Aspetto centrale del processo di comunicazione di
massa è il distacco tra oggetti e osservatori: i mass media
contribuiscono, cioè, a creare tutte le forme di comunicazione a
distanza
8
, in cui emittente e ricevente sono separati nello spazio
e nel tempo e non hanno possibilità di contatto.
La vita sociale di tutti i giorni è fortemente modellata
sull‟uso abitudinario dei media e i contenuti che essi
6
Luigi Castiglioni e Scevola Mariotti, Il vocabolario della lingua latina,
Torino, Loescher, 2001.
7
Dennis Mcquail, Sociologia dei media, Bologna, il Mulino, 2007, p. 34.
8
Niklas Luhmann, La realtà dei mass media, cit., p. 10.
15
presentano abbracciano la sfera economico-politica, quella
culturale, ma anche la vita quotidiana: in accordo con quanto
affermato dal sociologo tedesco Niklass Luhmann, possiamo
affermare che tutto «ciò che sappiamo della nostra società, e in
generale del mondo in cui viviamo, lo sappiamo dai mass
media»
9
.
Secondo il sociologo britannico Dennis Mcquail, i
media svolgono una duplice funzione
10
: da una parte mettono a
conoscenza le popolazioni di eventi e situazioni che accadono
nella società e nel mondo, dall‟altra si occupano di spiegare ed
interpretare il significato degli avvenimenti e
dell‟informazione. Sostenere l‟autorità costituita e le norme
vigenti, costruire il consenso e fissare le priorità sono alcune
delle funzioni sociali svolte dai mezzi di comunicazione di
massa, cui vanno aggiunte quelle di esprimere la cultura
dominante e di riconoscere sottoculture e novità culturali, di
plasmare e di preservare una comunanza di valori. I media si
battono per obiettivi di interesse sociale nella sfera della
politica, nello sviluppo economico, in campo lavorativo e
ideologico, ma hanno anche il compito di stemperare la
tensione sociale attraverso l‟intrattenimento, procurando
divertimento, svago e relax.
Secondo Luhmann, il codice del sistema dei media si
basa sulla dicotomia informazione/non informazione
11
: ogni
comunicazione contiene sempre nuove informazioni. La
conseguenza di questo orientamento esclusivo
9
Niklas Luhmann, La realtà dei mass media, cit., p. 15.
10
Dennis Mcquail, Le comunicazioni di massa, Bologna, il Mulino, 1989, p.
11.
11
Niklas Luhmann, La realtà dei mass media, cit., p. 47.