CAPITOLO I
L’ISTITUTO PER LE OPERE DI RELIGIONE 1. Cenni sulla Storia dello Stato Pontificio Lo Stato Pontificio, è un’entità statale costituita dall’unione di territori sui
quali la Chiesa esercitò il proprio potere temporale dal 728
1
al 1870
2
.
1 Nel 728 quindi Liutprando conquistò la città di Sutri (nell'alto Lazio ) ed il suo castello togliendola alle
milizie bizantine. Papa Gregorio II chiese ed ottenne, con molto sforzo, di rinunciare ai territori già
conquistati. Liutprando , invece di rinunciare a favore dei Bizantini (ai quali, secondo diritto, dovevano
essere restituiti in quanto legittimi possessori ) donò ai «beatissimi apostoli Pietro e Paolo» solo il
castello di Sutri. La donazione aveva ad oggetto la donazione alla Chiesa di Roma oltre che di Sutri, di
altri castelli laziali.
2 Nel 1870 , alcune settimane dopo la caduta di Napoleone III ( battaglia di Sedan del 1º settembre ),
l'esercito italiano si fece più ardito e, guidato dal generale Raffaele Cadorna , entrò in Roma , non più
difesa dalle truppe francesi ( Breccia di Porta Pia del 20 settembre ), annettendo il millenario Stato della
1
Da questa ultima data tutte le proprietà ecclesiastiche vennero annesse al
Regno d’Italia sotto la guida di Vittorio Emanuele II.
(Territori appartenenti allo Stato ecclesiastico prima del 1870)
La perdita dei territori Pontifici (1870), fu il contraccolpo più importante
subito dalla Chiesa negli ultimi secoli, ulteriormente accentuato dalla
emanazione da parte del Parlamento, nel Maggio 1871, della cosiddetta
“Legge delle guarentigie”, la quale era costituita da venti articoli suddivisi
Chiesa al Regno d'Italia . Il 3 febbraio 1871 Roma è nominata Capitale del Regno d'Italia, il 13 maggio
1871 veniva approvata la Legge delle Guarentigie , la quale - come dice il suo nome - stabiliva precise
garanzie per il Papa e la Santa Sede .Il Papa , (all'epoca Pio IX ), secondo la suddetta legge, diventava
suddito dello Stato Italiano, pur potendo godere di una serie di privilegi rispetto agli altri cittadini.
Tuttavia il Pontefice non volle mai accettare una legge unilaterale (fu compilata, infatti, su iniziativa
del solo Stato italiano) e, a suo parere, eversiva; per questo motivo utilizzò per respingerla
un'espressione latina desunta dagli Atti degli apostoli : non possumus (in italiano , "non possiamo").
Rinunciò, inoltre, alla dotazione annua, fissata in lire 3.225.000.
2
in due parti:
• La prima riguardava le prerogative del Pontefice a cui veniva
garantita l'inviolabilità della persona, gli onori sovrani, il diritto di
avere al proprio servizio guardie armate a difesa dei palazzi,
Vaticano , Laterano, Cancelleria e villa di Castel Gandolfo. Tali
immobili erano sottoposti a regime di extraterritorialità che li
esentava dalle leggi italiane e assicurava libertà di comunicazioni
postali e telegrafiche ed il diritto di rappresentanza diplomatica.
Infine si garantiva, all'articolo 4 della legge, un introito annuo di
3.225.000 Lire per il mantenimento del Pontefice , del Sacro
Collegio e dei palazzi apostolici.
• La seconda parte regolava i rapporti fra Stato e Chiesa Cattolica,
garantendo ad entrambi la massima pacifica indipendenza.
La legge non venne recepita da Papa Pio IX
3
, che si considerò ostaggio
delle autorità italiane, in quanto secondo il Pontefice era un atto unilaterale
3 Papa Pio IX , nato Giovanni Maria Mastai Ferretti ( Senigallia , 13 maggio 1792 – Roma , 7 febbraio
1878), terziario francescano , è stato il 255º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica e 163° ed
ultimo sovrano dello Stato Pontificio (1846-1878): è stato proclamato beato nel 2000 .
3
del neocostituito Regno d’Italia.
I rapporti con lo stato italiano andarono sempre più ad incrinarsi con
l’enciclica “non expedit” 4
, che invitava tutti i sudditi appartenenti al regno
a non partecipare alla vita politica.
Si ebbe una distensione dei rapporti e un riavvicinamento tra le parti con i
successivi pontificati, ulteriormente accentuato in seguito alla prima guerra
mondiale (1914-1918) con un colloquio tra Monsignor Bonaventura Cerruti
e il primo ministro Vittorio Emanuele Orlando e successivamente con la
marcia su Roma
5
, ad opera di Benito Mussolini, il quale salì al potere con
4 « La scelta [politica, ndr] non è libera, perché le passioni politiche oppongono troppi e potenti
ostacoli. E fosse anche libera, resterebbe un ostacolo anche maggiore da superarsi, quello del
giuramento che ciascuno è obbligato a prestare senza alcuna restrizione. Questo giuramento, notate
bene, dovrebbe prestarsi a Roma, qui nella capitale del cattolicesimo, qui sotto gli occhi del Vicario di
Gesù Cristo… si deve giurare di sancire lo spoglio della Chiesa, i sacrilegi commessi, l’insegnamento
anticattolico… » (Pio IX).
5 La Marcia su Roma fu un colpo di Stato organizzato dal Partito Nazionale Fascista (PNF), guidato da
Benito Mussolini , il cui successo ebbe come conseguenza l'ascesa al potere del partito stesso in Italia
ed il dissolvimento definitivo dello Stato liberale , già precedentemente in crisi. Il 28 ottobre 1922 ,
alcune decine di migliaia di militanti fascisti si diressero sulla capitale rivendicando dal sovrano la
guida politica del Regno d'Italia e minacciando, in caso contrario, la presa del potere con la violenza.
La manifestazione eversiva si concluse con successo quando il re Vittorio Emanuele III cedette alle
pressioni dei fascisti e decise di incaricare Mussolini di formare un nuovo governo, in carica dal 30
ottobre di quell'anno. Vengono ricompresi nella medesima locuzione anche altri eventi collegati
verificatisi, fra il 27 ed il 30 ottobre , in tutto il territorio nazionale.
4
un colpo di stato.
Mediante la figura del Duce, vi fu una escalation normativa in favore dello
Stato Pontificio, a partire dalla riforma scolastica che prevedeva
l’introduzione del crocifisso e dell’insegnamento della religione cattolica in
tutti gli istituti scolastici e culminando con i Patti Lateranensi del 1929.
2. Dai Patti Lateranensi allo I.O.R.
I Patti Lateranensi tra Stato e Chiesa nel 1929, ratificati per la risoluzione
della " Questione romana ", si conclusero in maniera soddisfacente per le
parti in causa. L'inizio delle trattative segrete, avvenne grazie all'iniziativa
di tre sacerdoti: padre Giovanni Genocchi , dei Missionari del Sacro Cuore
e di don Giovanni Minozzi , fondatore con padre Giovanni Semeria
dell'O.N.M.I
6
.
6 L'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia è una rete di orfanotrofi e altre strutture dedicate
all'assistenza dei più poveri concepita dal barnabita padre Giovanni Semeria e da lui fondata insieme a
don Giovanni Minozzi .I due religiosi avevano toccato con mano le condizioni in cui la prima guerra
mondiale aveva lasciato le regioni più povere d' Italia , e avevano coltivato insieme il progetto di
raccogliere il testamento di tanti genitori morti in guerra. Cominciarono così ad occuparsi dei bambini
rimasti orfani. Decisero quindi di partire dal sud d'Italia, che dalla guerra aveva ricevuto le ferite più
consistenti. Crearono case, strutture di formazione e di preghiera. Il loro impegno era quello di
5
Le discussioni e i lavori durarono tre giorni, al termine dei quali padre
Genocchi si incaricò di portare, all'allora segretario di Stato Vaticano, il
cardinale Pietro Gasparri, l’esito del loro lavoro. L'alto prelato della Curia
romana rimase molto soddisfatto per tale iniziativa personale dei tre
sacerdoti.
Finalmente il 26 agosto 1926 , furono designati ufficiosamente e
informalmente due incaricati per redarre la bozza del patto: uno dal
governo Mussolini e l'altro da parte di papa Pio XI .
Comparì, per la prima volta, l'avvocato concistoriale Francesco Pacelli ,
quale plenipotenziario per il Vaticano, fratello di Eugenio Pacelli , futuro
segretario di Stato dapprima e papa Pio XII poi; la designazione italiana,
invece, cadde su Domenico Barone
7
.
preparare uomini per il futuro.
7 Dopo aver vinto nel 1902 un concorso per la carriera di magistrato , nel 1919 si trasferì nel Consiglio
di Stato . Sposato con Tecla Delpino, ebbe tre figlie: Anna, Italia , Silvia.
[1]
Nel 1926 ricevette da
Alfredo Rocco , ministro di Grazia e Giustizia , l'incarico ufficioso di condurre trattative riservate con
l'avvocato concistoriale Francesco Pacelli (fratello maggiore di Eugenio , futuro papa Pio XII )
designato dal cardinale Pietro Gasparri , Segretario di Stato Vaticano di papa Pio XI , sulla possibilità di
giungere ad un accordo che ponesse fine alla questione romana .Il primo incontro tra Barone e Pacelli
avvenne il 6 agosto dello stesso anno. Le riunioni si tennero, alternativamente, nelle abitazioni private
dei due delegati, qualcuna avvenne nell'ufficio di Barone al Palazzo di Giustizia . Il 4 ottobre del 1926,
il capo del governo Benito Mussolini confermò per iscritto a Barone l'incarico, sempre in forma
"strettamente confidenziale", con una lettera.
[4]
Nel corso delle trattative il consigliere di Stato tenne
6
Il 23 aprile 1929 iniziò il dibattito in Senato per la ratifica dei Patti
Lateranensi, conclusosi il 25 maggio con voto a favore, a seguito di vivaci
discussioni e polemiche anche all'esterno del Senato stesso. Sei senatori
votarono contro l'approvazione: fra questi Benedetto Croce
8
. Anche la
Camera dei deputati votò l'approvazione dei Patti, vi furono due
dissenzienti nonostante fosse formata completamente da elementi del
Partito fascista. Lo scambio delle ratifiche avvenne con una solenne
cerimonia in una saletta dei Palazzi apostolici.
I Patti Lateranensi constavano di tre distinti documenti: il Trattato 9
che
costantemente informato il capo del governo con periodiche relazioni. Le trattative furono a volte
sospese, in attesa di trovare un accordo, quando si manifestarono divergenze in questioni rilevanti per
una o ambedue le parti. Il principale ostacolo fu quello sulla formazione dei giovani e le rispettive
organizzazioni a ciò designate: l' Opera Nazionale Balilla (ONB) in campo fascista in competizione
con l' Associazione Scouts Cattolici Italiani (ASCI) e il settore giovanile dell' Azione Cattolica . Altre
questioni riguardarono gli effetti civili del matrimonio celebrato con rito cattolico e l'entità delle
riparazioni (Convenzione finanziaria) che dovevano sostituire la dotazione annua prevista dalla legge
delle Guarentigie .
8 Benedetto Croce ( Pescasseroli , 25 febbraio 1866 – Napoli , 20 novembre 1952 ) è stato un filosofo ,
storico , scrittore e politico italiano , principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano e
"rifondatore" del Partito Liberale . Con Giovanni Gentile - dal quale lo separava la concezione
filosofica e la posizione politica nei confronti del fascismo - è considerato un importante protagonista
della cultura italiana ed europea della prima metà del XX secolo .
9 Il trattato è una delle principali fonti del diritto internazionale e consiste nell'incontro delle volontà di
due o più Stati diretti a disciplinare rapporti intercorrenti tra essi. Nella prassi si usano anche altre
7
riconosceva l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo
Stato della Città del Vaticano; mediante diversi allegati, fra cui, importante,
la Convenzione Finanziaria ed il Concordato 10
che definiva le relazioni
civili e religiose in Italia, tra la Chiesa ed il Governo. La "Convenzione
Finanziaria" regolava le questioni sorte a seguito delle spoliazioni degli enti
ecclesiastici a causa delle leggi eversive.
Era stata poi prevista l'esenzione, al nuovo Stato denominato «Città del
Vaticano», dalle tasse e dai dazi sulle merci importate ed il risarcimento di
«1 miliardo e 750 milioni di lire e di ulteriori titoli di Stato consolidate al 5
per cento al portatore, per un valore nominale di un miliardo di lire»
per i
danni finanziari subiti dallo Stato pontificio in seguito alla fine del potere
temporale.
denominazioni, quali accordo , patto o convenzione (le ultime due sono di solito adottate per trattati di
particolare rilevanza). Viene usato anche il termine protocollo , di solito per indicare il trattato con il
quale si stabiliscono norme integrative rispetto a quelle contenute in un altro, o si disciplina
l'attuazione di un altro trattato in attesa della sua entrata in vigore ( protocollo di firma ), o viene
regolata una questione specifica. Tradizionalmente nel testo dei trattati gli Stati tra cui intercorre
l'accordo sono denominati alte parti contraenti .
10 Concordato è il nome dato ai trattati che la Santa Sede redige con gli altri stati; tipicamente sono degli
accordi in cui si concedono alcuni interventi dello Stato nella gestione della Chiesa, quali il veto sulla
nomina di vescovi o la restrizione di alcune libertà di culto, in cambio di privilegi economici (sussidi
diretti o sostegno alle opere di culto) o particolari diritti per i fedeli laici o per il clero .
8
Nel precedente Concordato, nel quale ancora vigeva la norma del
giuramento dei nuovi vescovi al Governo italiano, l'unico vescovo che non
era obbligato a giurare fedeltà all'Italia era colui che faceva le veci del
Pontefice, nella sua qualità di vescovo di Roma, cioè il cardinale vicario.
Questa eccezione alla regola, che compariva nel Concordato, era stata
prevista proprio in segno di rispetto dell'indipendenza del Papa da parte
dell'Italia.
Il suo vicario non doveva essere sottoposto al giuramento, poiché
rappresentava il vescovo effettivo della città di Roma, ossia il Papa. Il
governo italiano acconsentì nel rendere le sue leggi sul matrimonio e sul
divorzio conformi a quelle della Chiesa cattolica di Roma e di rendere il
clero esente dal servizio militare.
I Patti garantirono alla Chiesa il riconoscimento delle religione di Stato in
Italia, con importanti conseguenze sul sistema scolastico pubblico, come
l'istituzione dell' insegnamento della religione cattolica , già presente dal
1923 e tuttora esistente, seppure con modalità diverse.
Il Patto fu rivisitato, in seguito, nel 1984 (presidente del Consiglio Bettino
Craxi) e si prevedeva che il clero fosse finanziato da una frazione del
9
gettito totale IRPEF
11
, attraverso il meccanismo noto come otto per mille
12
,
e che la nomina dei vescovi non richiedesse più l’approvazione del
Governo italiano.
Tornando al 1929, dopo la ratifica dei Patti lateranensi, avvenne il
riconoscimento della Città del Vaticano come Stato indipendente dalla
Italia e per compensare l’espropriazione dei beni immobili del 1870,
vennero pattuiti degli aiuti finanziari (sottoscritti nei Patti Lateranensi) .
Questa parte di capitali consentì al nuovo Stato di predisporre un sistema
amministrativo per tutelare i propri interessi.
La gestione del capitale fu affidata, nel 1929, da papa Pio XI al banchiere
laico Bernardino Nogara
13
, posto a capo della neo-costituita
11 L'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche , abbreviata con l'acronimo IRPEF, è regolata dal Testo
Unico delle Imposte sui Redditi , il D.P.R. 22 dicembre 1986 , n. 917. Si tratta di un' imposta italiana
diretta , personale, progressiva, generale.
12Otto per mille viene definito il meccanismo con cui lo Stato italiano ripartisce, in base alle scelte dei
contribuenti , l'8 ‰ dell'intero gettito fiscale IRPEF fra lo Stato e diverse confessioni religiose, per
scopi definiti dalla legge .
13Laureatosi a pieni voti in Ingegneria industriale ed elettrotecnica al Politecnico di Milano fu ingegnere
minerario e poi direttore in Inghilterra , in Bulgaria, in Grecia e in Turchia. Le sue relazioni oltre ad
essere estese al mondo politico si ramificavano anche nel settore bancaria in quanto dal 1913 al 1935
fu consigliere della Società Commerciale d'Oriente (Comor), una sorta di filiale della Banca
Commerciale Italiana (BCI) in Turchia e nei Balcani. Inoltre ricoprì la carica di amministratore
delegato della Comor tra il 26 giugno 1916 e il 13 maggio 1922 insieme a Giuseppe Volpi fino al 1919
e a Pietro Fenoglio nel 1920. Dal 1925 al 1945 Nogara divenne consigliere della BCI e, in virtù delle
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"Amministrazione speciale per le Opere di Religione".
3. Finanziamento attuale della Chiesa
Come già precedentemente anticipato, con l'Accordo di Villa Madama, del
1984, venne profondamente modificato il sistema di finanziamento statale
alla chiesa cattolica.
Con queste norme furono introdotte due diverse forme di finanziamento di
cui potevano usufruire non solo la chiesa cattolica ma anche le altre
confessioni religiose dotate di intesa.
La prima riguardava una quota, pari allo 0,8% del gettito dell'IRPEF.
All'atto della dichiarazione dei redditi, il contribuente poteva scegliere,
barrando un'apposita casella, se destinare questa quota:
• allo Stato italiano, per interventi straordinari
• alla chiesa cattolica per esigenze di culto
• ad una confessione religiosa che ha stipulato un'intesa con lo Stato
sue relazioni nel Comitato di Liberazione Nazionale di Roma, fu nominato vicepresidente della Banca
il 28 giugno 1945.
11
La seconda forma di finanziamento consisteva nella possibilità di dedurre
dal reddito imponibile delle persone fisiche le donazioni effettuate a favore
dell'istituto per il sostentamento del clero fino ad un ammontare pari a mille
euro l'anno.
Le cifre raccolte nel 2006/07 erano pari a 960 milioni di euro e vengono
ripartiti nel seguente modo:
• 35% - sostentamento dei sacerdoti (La Chiesa cattolica stabilisce che
in base al principio di perequazione, al netto dell e trattenute IRPEF
un giovane sacerdote riceva uno stipendio di 852,93 €/mese per 12
mensilità ripartito come segue:
• contributo dalla parrocchia di cui è pastore (0,036 centesimi i
vice-parroci; 0,07 centesimi i parroci per ogni abitante, ad
esempio per una parrocchia di 8000 abitanti il vice-parroco
riceve 289,00 € al mese, il parroco 578,00 €)
• eventuali altri stipendi (ad esempio se insegna):qualora, la
somma del contributo della parrocchia ed eventuali altri
stipendi, non raggiungano gli 852,93 €/mese, si attinge dall'8
per mille. A ciò si aggiungono eventuali scatti di anzianità e di
carriera, un vescovo vicino alla pensione riceve al massimo
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