1.Scopo del lavoro
Lo scopo di questo lavoro di tesi riguarda l'utilizzo di a-nitroacetammidi in
reazioni di cicloaddizione 1,3-dipolare a composti di carbonio nanostrutturati al
fine di verificare la possibilità di funzionalizzare fullerene C
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e nanotubi di
carbonio (CNTs) ottenendo nuovi derivati isossazolinici.
Gli scopi principali del lavoro sono:
1. Dimostrare la generalità della reazione di cicloaddizione di a-
nitroacetammidi a vari dipolarofili all'interno di un progetto più ampio
mirato alla definizione di questa reazione come appartenente alla classe
"Click Chemistry".
2. Ottenere un nuovo metodo efficace per la funzionalizzazione di composti
di carbonio nanostrutturati, nello specifico [C
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] e nanotubi in carbonio,
che consenta lo sviluppo di materiali organici innovativi.
I due scopi di cui sopra fanno convergere in unico lavoro due linee di ricerca
portate avanti da alcuni anni presso l'Università degli Studi di Firenze.
La cicloaddizione di nitro-derivati alchilici, variamente sostituiti, è oggetto di
studio da qualche anno e ed è stato dimostrato come, attraverso una attenta ed
oculata ottimizzazione delle condizioni di reazione, sia possibile accedere ad una
grande varietà di derivati isossazolinici su una grande varietà di substrati molto
diversi tra loro.
La notevole semplicità della reazione e la facilità di ottenere nitroderivati
sostituiti, che consente una notevole variabilità strutturale, rende questa reazione
un candidato credibile ad essere annoverato nella classe ristretta di reazioni note
come "Click chemistry".A questo fine è necessario dimostrare la praticità della
reazione anche su substrati più complessi o comunque dotati di una reattività
particolare.
Analogamente è attiva da qualche anno una linea di ricerca mirata alla sintesi di
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nuovi materiali basati su derivati di carbonio nanostrutturati.
Allo scopo di sfruttare pienamente le caratteristiche chimico fisiche di questi
materiali è necessario procedere ad una loro funzionalizzazione per farne
aumentare la scarsa solubilità in solventi organici e modularne le proprietà.
In letteratura è possibile rintracciare varie metodologie di funzionalizzazione,
ma la ricerca di nuovi metodi di funzionalizzazione innovativi riveste comunque
un ruolo cruciale nello sviluppo di materiali organici innovativi. Questo lavoro
dunque consente di approfondire la conoscenza della reattività dei sistemi
esaminati e prospetta nuovi ed efficaci metodi di funzionalizzazione .
L'obbiettivo generale del lavoro è stato quello di ottenere composti di struttura:
Fig.1: Strutture tipo di derivati isossazolinici
di composti di carbonio nanostrutturati 6
2.Introduzione 2.1.Fullerene 2.1.1.Generalità La scoperta di una molecola composta da 60 atomi di Carbonio risale al 1985,
anno in cui Harold Kroto, Robert F. Carl e Richard E. Smalley, durante alcuni
esperimenti volti a studiare i meccanismi con cui si formano composti a lunghe
catene di atomi di Carbonio nel mezzo interstellare, ottennero un aggregato
stabile di formula C
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[1]
. Quest'ultimo prese il nome di Buckminsterfullerene,in
seguito fullerite, e si rivelò essere una nuova forma allotropica stabile del
Carbonio .Per questi studi i tre ricercatori furono insigniti nel 1996 del premio
Nobel per la Chimica.L'esperimento originario in sintesi prevedeva di simulare
in laboratorio la composizione dell'atmosfera stellare di una gigante rossa,nella
fase in cui i processi di fusione termonucleare producono atomi pesanti quali il
carbonio, sfruttando la vaporizzazione mediante “laser ablation” di specie
carboniose da un disco di grafite rotante( Fig.2).
Fig.2: Schema dell'esperimento originale di Kroto e Smalley
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L'impatto del fascio laser sul disco permetteva la creazione di un plasma ad
elevata temperatura che veniva raffreddato da un flusso di He sovrastante
permettendo così sia la stabilizzazione delle specie carboniose formatesi al suo
interno, sia il loro trasporto verso uno spettrometro di massa a tempo di volo
( TOF ) grazie a cui avveniva la loro identificazione. I primi spettri di massa
ottenuti mostravano la formazione di vari tipi di clusters di atomi di Carbonio,
ma in seguito variando il flusso di He e le condizioni di raffreddamento i
composti aventi massa corrispondente al C
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e al C
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erano gli unici presenti, con
abbondanza maggiore per il primo dei due ( Fig.3).
Figura 3: Spettri di massa dei clusters di Carbonio
ottenuti riportati nell'articolo originario prima (b) e dopo
(a) aver modificato le condizioni di raffreddamento.
2.1.2.Sintesi 2.1.2.1. Sintesi naturale Date le condizioni estreme necessarie per la sintesi di questa classe di composti
in natura essi sono individuati,tramite mezzi spettroscopici, nel mezzo
interstellare (ISM)
[2]
e nella frazioni insolubili di alcuni meteoriti [3]
, ad esempio il
campione di Murchison. Sulla Terra sono stati solamente ritrovati in tracce in
nella miniera di carbone di Yinpinglang, in Cina.
2.1.2.1. Sintesi in laboratorio Attualmente la procedura adottata per la produzione di fullerene in grandi
quantità si basa sull'evaporazione termica di grafite in ambiente di He alla
pressione di 140 mbar ottenuta o facendo passare una corrente elevata (40-60 A )
attraverso un elettrodo di tale materiale il quale si riscalda fino a temperature
elevate ( 2500- 3000 °C ) a causa dell'effetto Joule e produce una fuliggine nera
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( contenente C
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e sottoprodotti in percentuale del 5 – 10 % ) che si deposita
sulle pareti del reattore, o ottenendo lo stesso prodotto tramite scariche ad arco
tra due elettrodi di grafite. Successivamente si estrae il C
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con tecniche
cromatografiche, la più efficiente delle quali prevede la separazione su colonna
di carbone Elorit.
2.1.3.Caratteristiche chimico fisiche 2.1.3.1.Caratteristiche topologiche 2.1.3.1.1.Forma La struttura del carbonio C
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è quella di un icosaedro troncato, cioè quella di un
icosaedro privo dei suoi 12 vertici che sono sostituiti da pentagoni. Il fullerene
C
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è quindi costituito da 12 pentagoni e 20 esagoni, con ciascun pentagono
circondato da cinque esagoni in accordo con il teorema di Eulero ( Fig.4 ). La
gabbia del fullerene ha un diametro tra i 7 ed i 15 angstroms. Il C
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ha un
diametro di circa 7 angstroms, cioè 10 volte più grande di un atomo.
Fig.4 :Confronto tra un icosaedro,a sinistra, e un icosaedro troncato,a destra,i cui vertici sono stai sostituiti da pentagoni evidenziati in rosso 2.1.3.1.2.Legami Nel C
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tutti gli atomi di Carbonio sono identici, come è evidente dall'unico
segnale presente nello spettro
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C-NMR a δ = 143.2 ppm ( Fig.5), e ciascun
Fig.5 :Spettro
13
C NMR di C
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atomo presenta un'ibridazione di tipo sp 2
, quindi il sistema risulta aromatico; in
particolare è presente un'estesa nuvola di elettroni delocalizzata lungo entrambe
le superfici, sia interna che esterna, della molecola. I legami degli atomi sono
orientati in modo che due legami singoli C-C si trovino condivisi tra un
pentagono e l'esagono adiacente e sono lunghi 1.45 Å , mentre il terzo legame
presenta caratteristiche di un doppio legame C=C, è più corto ( 1.38 Å ) e si trova
tra due esagoni vicinali (Fig.6).
Fig.6: Rappresentazione schematica
dei legami nella molecola di C
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Poiché i legami C=C non sono tutti uguali la geometria complessiva della
molecola risulta distorta, tuttavia in modo trascurabile. Inoltre è da considerare
che l'ibridazione sp 2
richiede una geometria planare che in questo caso è
impedita dalla forma tridimensionale che comporta una deformazione che porta
un certo carattere sp 3
nell'ibridazione dei vari atomi di carbonio.
2.1.3.2 Reattività La fullerite ed i suoi omologhi superiori hanno la caratteristica unica di essere
molecole completamente aromatiche in un sistema sferico tridimensionale, e
questo, differentemente ai derivati aromatici classici, porta il sistema a non avere
atomi di Idrogeno che possano subire reazioni di sostituzione.
Le proprietà strutturali del C
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determinano il comportamento chimico della
molecola; in particolare l'enorme strain causato dalla geometria sferica e riflesso
nell'angolo di piramidalizzazione degli atomi di Carbonio, è la principale causa
della reattività ad essa associata . In un normale atomo di Carbonio sp 2
la
planarità è largamente favorita e questo si riflette nell'angolo di
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piramidalizzazione σ p = 0°, in un sistema sp 3
, viceversa, si ottiene un valore
dell'angolo σ p = 19.5°. Nel C
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tutti gli atomi di Carbonio hanno σ p = 11.6° e
questo implica che qualsiasi modificazione chimica che permetta il passaggio ad
un'ibridazione sp 3
si accompagnata da una diminuzione dello strain , in
particolare sull'atomo coinvolto nel processo ma anche nei 59 atomi rimanenti,
per l'adozione di una geometria preferenziale, nonché da un rilascio di energia,
infatti nella maggior parte dei casi le reazioni risultano essere esotermiche
(Fig.7).
Fig.7: Angoli di piramidalizzazione in C
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Considerato questo il C
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può essere oggetto di una vasta gamma di reazione [4]
.
Tra queste si ricordano
• le reazioni di ossido-riduzione in cui è in grado di accettare fino a 6
elettroni a causa della formazione di carbanioni che, prediligendo una
geometria piramidalizzata, riducono lo strain dovuto ai carboni
piramidalizzati;
• le reazioni con nucleofili e radicali [5]
• le reazioni di ciclo addizione in cui si comporta da dipolarofilo, agendo
come componente 2 p • inoltre stati pubblicati studi in cui si sostiene di essere riusciti ad inserire
in C
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e in altri fullereni atomi di lantanio, ferro o elio. Si è anche tentato
di sostituire atomi di carbonio nella gabbia con atomi di boro o azoto [6]
.
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