Introduzione L’inglese è al giorno d’oggi patrimonio linguistico mondiale. Si è imposto in ogni
luogo e in ogni tempo, in ogni ambito, settore e situazione, come la lingua della
comunicazione. È la lingua del progresso, della riduzione di barriere e confini. È la
lingua del contatto, dello scambio e della condivisione a livello mondiale. L’oggetto di
questa tesi è proprio lo studio dell’uso di questa lingua in uno degli ambiti più
importanti: la medicina. La tesi è organizzata in tre parti. Nella prima parte si
forniscono notizie generali sulla teoria della traduzione e sul ruolo del traduttore, in
particolar modo in riferimento alla branca della traduzione di nostro interesse: la
traduzione tecnico-scientifica. Nella seconda parte spiegheremo perché proprio
l’inglese è stato eletto come lingua universale e ci occuperemo di inglese scientifico.
Dopo qualche breve accenno all’inglese utilizzato per scopi speciali, facendo quindi
riferimento a ESP e EST, parleremo delle risorse e dei materiali tipici dell’inglese
scientifico, soffermandoci sulla tipologia di scritto scientifico che ci proponiamo di
analizzare in questa tesi: l’articolo. Nell’ultima parte tratteremo esclusivamente
l’inglese della medicina, come comunemente lo si definisce, anche se sarebbe
preferibile parlare di inglese nella medicina o di inglese della professione medica.
Proporremo la traduzione di un articolo di ginecologia estratto da uno dei tanti siti web
che si occupano di medicina e ospitano quindi articoli e abstract, le due tipologie di
scritti scientifici più utilizzati. Si tratta di un articolo on-line, tra l’altro scritto in
inglese americano, fattori assolutamente non trascurabili nella nostra successiva analisi
del testo. Faremo, infatti, un’analisi del testo nella quale cercheremo di considerare
tutti gli aspetti tipici dell’inglese della medicina e di verificare la loro presenza nel
testo in analisi. Si farà riferimento per questo anche ad una ricerca effettuata mediante
la corpus linguistics , su due corpora, di circa trentamila parole ognuno, di articoli
medici, sempre estratti dal web, in inglese britannico e in inglese americano.
Sicuramente il nostro non potrà essere un lavoro definitivo, in quanto parliamo
dell’uso della lingua inglese, una lingua già di per se soggetta a continue mutazioni, in
un contesto in continua evoluzione. La medicina, la ricerca, la scienza in generale, non
sono scienze finite, riassumibili e trattabili come una qualsiasi altra scienza. Sono
discipline che si rinnovano ogni giorno e ogni giorno si rinnovano e mutano le loro
caratteristiche, le loro esigenze, i loro obiettivi. Parallelamente non può non mutare
l’inglese scientifico. Sarebbe impossibile affermare che le caratteristiche dell’inglese
della medicina si esauriscono in quelle che andremo ad elencare, in quanto si tratta di
una lingua che vive della grandezza di uno stile passato, come testimoniano i continui
rimandi al latino e al greco, e della tipica essenzialità e mutabilità moderne, come
testimoniano ad esempio neologismi e nominalizzazioni. Il nostro cercherà di essere
un lavoro accurato e preciso, serio, e soprattutto motivato. Tutto parte, infatti, da una
profonda passione, per la traduzione e per la medicina. E la passione, si sa, è sempre la
partenza migliore.
Capitolo 1
Notizie generali sulla pratica della traduzione 1.1 Significato della parola traduzione “ Si l’on accepte les thèses courantes sur la structure des lexiques, des
morphologies et des syntaxes, on aboutit à professer que la traduction devrait être
impossibile. Mais les traducteurs existent, ils produisent, on se sert utilement de leurs
productions ”.
1
Nel corso del tempo, sin dall’epoca dei Romani, in tanti si sono interessati alla
pratica della traduzione e hanno provato a darne una definizione. Cicerone e Orazio
facevano già una distinzione tra la word for word translation e la sense for sense
translation. Possiamo quindi affermare che i quesiti sulla pratica della traduzione
esistono da sempre, come d’altronde da sempre esiste la traduzione, seppur con diverse
accezioni, pratiche e metodi, e seppur utilizzata a scopi diversi in contesti diversi.
Ancora oggi, a distanza di molti anni dall’apparizione della definizione di Translation
Studies di André Lefevere 2
, e dopo che la pratica della traduzione è stata riconosciuta
attorno al 1990 come disciplina indipendente e non più considerata quindi solo come
una branca della linguistica, il significato della parola traduzione non è ancora chiaro o
universalmente definibile. Passando in rassegna i numerosi testi in materia dei più
importanti studiosi, potremmo trovare una serie infinita di definizioni, alcune più o
meno simili, altre assolutamente divergenti, ma alla fine dovremmo sempre
riconoscere che “quella cosa che ha titolo ad essere chiamata traduzione è in fondo
imprendibile in una formula”.
3
Tytler per esempio ha detto:
“ a good translation is one in which the merit of the original work is so completely
transfused into another language as to be as distinctly apprehended and as strongly
1
Mounin, G., Les problèmes théoriques de la traduction , Gallimard, 1963, pag. 8 (citato da Fazi, M.C., in Aspetti
linguistici dell’italiano e dell’inglese nella teoria della traduzione, Guerra edizioni, 1990, pag. 3)
2
Lefevere, A., Translation Studies: The Goal of the Discipline in James S. Holmes, José Lambert and Raymond
van den Broeck (eds), Literature and Translation, ACCO, 1978, pp. 234-5 (citato da Bassnett, S., Translation
studies, Routledge, 2002, pag. 11)
3
Fazi, M.C., ibidem , pag. 3
1
felt by a native of the country to which that language belongs as it is by those who
speak the language of the original work ”.
4
Jakobson 5
invece parla di tre diversi tipi di traduzione: intralingual translation or
rewording, interlingual translation or translation proper, intersemiotic translation or
transmutation e ritiene che la seconda tipologia sia quella che meglio rappresenta il
processo di passaggio dalla source language alla target language . Possiamo
concludere dicendo che la traduzione non è impossibile ed è assolutamente necessaria.
Senza dubbio è un’attività rischiosa e difficile. Non esistono traduzioni senza errori,
come non esiste una traduzione definitiva. “Ogni atto di traduzione è un concreto
passo avanti verso traduzioni più fedeli, anche se non definitive”.
6
Molto bello è il
concetto di traduzione, senza dubbio molto personale, fornito indirettamente dallo
studioso irlandese Michael Cronin 7
che definisce il traduttore “ a traveller, someone
engaged in a journey from one source to another ”. Capiamo bene come il definire la
traduzione come la semplice sostituzione di un messaggio in una lingua con lo stesso
messaggio in un’altra lingua voglia dire ridurre un processo importantissimo ad una
attività banale, scontata e meccanica.
1.2 Storia della traduzione Anche in merito alla storia della traduzione esistono varie ipotesi e correnti di
pensiero. George Steiner per esempio, in After Babel 8
, divide la storia della teoria e
della pratica della traduzione in quattro periodi. Il primo inizia con le affermazioni di
Cicerone e Orazio sulla traduzione e termina con la pubblicazione dell’opera di Tytler
nel 1791, Essay on the Principles of Translation . In questo momento la teoria della
traduzione è strettamente legata alla pratica. Il secondo periodo si conclude con la
pubblicazione dell’opera di Larbaud nel 1946, Sous l’invocation de Saint Jérome . La
teoria della traduzione è in questo periodo segnata dalla creazione di un vocabolario e
di una metodologia di approccio alla traduzione. Il terzo periodo inizia con la
4
Tytler, A.F., 1790, Essay on the principles of translation , Dent, 1912 ( citato da Fazi, M.C., ibidem, pag. 4)
5
Jakobson, R., On Linguistic Aspects of Translation, in Brower, R.A. (ed.), On Translation , Harvard University
Press, 1959, pp. 232-9 ( citato da Bassnett, S., ibidem , pag.22)
6
Fazi, M.C., ibidem, pag. 14
7
Cronin, M., Across the Lines: travel, language, translation , Cork University Press, 2000 (citato da Bassnett,
S., ibidem , pag. 1)
8
Steiner, G., After Babel , Oxford University Press, 1975, pp. 236ff (citato da Bassnett, S., ibidem, pag. 46)
2
pubblicazione dei first papers on machine translation attorno al 1940 ed è
caratterizzato dall’applicazione dei principi della linguistica strutturale e della teoria
della comunicazione. L’ultimo periodo inizia attorno al 1960 e offre una visione della
teoria della traduzione come di una disciplina indipendente ma strettamente correlata
ad altre discipline, idea tuttora predominante.
In generale i primi esempi di traduzioni, riconducibili al regno degli antichi Egizi,
risalgono al 3000 a.C.. Per quanto riguarda l’Occidente, nello sviluppo di una
embrionale pratica della traduzione, fu molto importante per i Romani l’incontro con
la cultura greca nel 300 a.C. e successivamente il contatto con l’Islam nella Spagna
mussulmana nel XII secolo. Per quanto riguarda il contatto con la cultura greca si parla
di un suo generale e totale assorbimento da parte dei Romani, al punto che i Romani
sono universalmente ritenuti vittime della loro visione pragmatica della vita e dell’arte
e generalmente accusati di sfruttare invece l’immaginazione e lo spirito creativo dei
Greci, per supplire alle loro mancanze in ambito artistico. Da qui l’importanza della
traduzione nella letteratura romana, anche se si dava molto più spazio a criteri estetici
piuttosto che di fedeltà al testo di origine. In quest’atmosfera vengono a crearsi le due
condizioni essenziali e fondamentali per la diffusione della traduzione su vasta scala:
“Una differenza culturale qualitativa (l’Occidente era inferiore, ma avido di
conoscenze scientifiche e aperto a nuove idee) e il contatto costante fra due lingue”.
9
Sicuramente, nella storia della traduzione, di fondamentale importanza è la traduzione
della Bibbia. Il traduttore aveva in questo caso la missione di diffondere il “ word of
God ”.
10
La prima traduzione completa della Bibbia in inglese è la Wycliffite Bible,
realizzata tra il 1380 e il 1384. Erasmus 11
offre con le sue parole la motivazione più
vera e profonda alla base della traduzione della Bibbia:
“ I would desire that all women should reade the gospell and Paules episteles and I
wold to God they were translated in to the tonges of all men so that they might not
only be read and knowne of the scotes and yrishmen But also of the Turkes and the
Sarracenes… ”.
9
Fazi, M.C., ibidem , pag. 4
10
Bassnett, S., ibidem , pag. 51
11
Erasmus, Novum instrumentum , Froben, 1516. 1529, tr. Tindale, W. (citato da Bassnett, S., ibidem , pag. 53)
3