1. PREMESSA
Con questa tesi ci si è proposto di dare visione ad un progetto realizzato, ancora in fase di
collaudo, localizzato a Cassola nell’alto Vicentino.
Il suddetto impianto è alimentato da biomasse liquide costituite da materiale vegetale, da colture
dedicate provenienti da “Filiera corta”, cioè che traggono origine dal territorio nazionale o
comunque da coltivazioni all’interno di aree agricole della Comunità Europea.
L’olio vegetale alimenta un motore a ciclo diesel, accoppiato con un generatore sincrono a bassa
tensione (400V, 50 Hz).
Assieme al recupero di calore ottenuto dal raffreddamento della camicia motore e dell’olio
refrigerante, che ne costituisce la parte cogenerativa, è prevista produzione di energia elettrica.
L'omogeneità del combustibile consente di condurre il processo di recupero di energia in maniera
efficiente e compatibile con l'ambiente e la salute. L'impianto è dimensionato per erogare una
potenza elettrica netta pari a 480 kW interamente ceduta alla rete nazionale, per una produzione
annuale in rete di 3.564.000kWh. L'energia termica recuperabile, sotto forma di acqua calda alla
temperatura di 85°C, è complessivamente pari a 250 kW.
Il nuovo impianto consente la completa valorizzazione delle biomasse vegetali, per il fatto che il
loro potenziale energetico non è più solo utilizzato per produrre energia termica, ma anche
energia elettrica.
L'energia elettrica così prodotta consente il risparmio di corrispondenti quantità di energia
primaria derivante da fonti energetiche non rinnovabili, per il recupero di calore per riscaldamento
e per scopi industriali, stimato pari a circa 94.000 m
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/anno di gas metano, cioè 77 TEP.
Il risparmio di combustibili primari tradizionali, rappresentati nel nostro paese generalmente da
combustibili fossili di importazione, che sarebbero stati necessari per produrre, con centrali
termiche tradizionali, pari quantità di energia elettrica, riduce l'emissione in atmosfera di notevoli
quantità di anidride carbonica e quindi di gas serra, causa dell'ormai evidente squilibrio climatico
del nostro globo.
Particolarmente critica per l'ambiente è l'emissione di biossido di carbonio (C0
2
), prodotto dalla
combustione di combustibili fossili, che è il principale responsabile dell'effetto serra: si stima che
circa un terzo di tutta la C0
2
prodotta dall'attività umana, provenga dagli effetti della produzione di
energia elettrica.
Il biossido di carbonio prodotto e immesso nell'atmosfera durante la combustione di combustibili
fossili è stato assorbito e fissato nelle piante in una altra era geologica e giace" sopito ".Pertanto,
la combustione dei tradizionali combustibili fossili aggiunge biossido di carbonio al contenuto
attuale dell' atmosfera. Al contrario utilizzando la biomassa, prodotta nella nostra era, si può
considerare che la C0
2
emessa sia praticamente zero, in quanto il processo di assorbimento da
parte delle piante, fonte primaria delle biomasse, avviene quasi contestualmente alla loro
trasformazione in energia.
Si stima che la riduzione di emissioni di C0
2
è di 1.960 tonnellate all’anno, rispetto al quantitativo
afferente un motore diesel tradizionale.
In buona sostanza la produzione di energia elettrica da biocombustibili non libera C0
2
aggiuntivo
nell'atmosfera, ed è quindi una tecnologia che ben si inserisce nei programmi di riduzione della
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produzione di C0
2
consentendo con impianti come quello in questione, un elevatissimo risparmio
di energia primaria (energia elettrica) altrimenti prodotta da fonti convenzionali. Occorre inoltre
tenere presente che nell'impianto proposto oltre alla produzione di energia elettrica si recupera
anche calore per il riscaldamento di capannoni adibiti ad attività produttive.
In sintesi l’impianto per la produzione di energia da biomassa è composto dai seguenti
sottosistemi:
Gruppo cogeneratore SEVA Energia AG mod. SEV – MT480P basato su motore MTU 12V
2000 G63, potenza elettrica resa 480kW;
Serbatoio da 50 m
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per l’olio vegetale, realizzato in acciaio a doppia camicia con
sistema di termoregolazione automatica mediante l’utilizzo dell’acqua calda prodotta
dal motore;
Rete di distribuzione per olio vegetale dal serbatoio al motore;
Moduli di contabilizzazione dell’olio e dell’energia prodotta;
Ventilatori, filtri e raffreddamento di emergenza;
Sistema silenziatore per gas di scarico e per l’aria di raffreddamento;
Catalizzatore gas di scarico per abbattimento CO e NO
x
;
Sistema elettrico in media tensione per collegamento alla rete ENEL;
Sistema di controllo e supervisione locale e via rete;
Sistemi elettrici in bassa tensione.
Il motore è alimentato da un serbatoio di servizio, isolato termicamente e termostatato della
capacità di 100 litri, a sua volta collegato al serbatoio principale da 50 m
3
di capacità.
La produzione di acqua calda avviene attraverso un modulo di recupero termico completo di
scambiatore di calore (acqua glicole / acqua) di tipo a piastre. Con questa configurazione di
scambiatori è possibile utilizzare l’energia termica prodotta (acqua calda alla temperatura di
80/85°C) per il riscaldamento degli ambienti confinanti e per altri utilizzi specifici (essicazione
legname).
Il sistema è allestito all’interno di un container avente lunghezza 12m, larghezza 3m, altezza 2.6m,
realizzato in acciaio carbonio per esterni insonorizzato con pannelli fonoassorbenti, dotato di
aperture di ventilazione con filtri antipolvere, rete antintrusione e labirinti fono isolanti,
rivestimento interno in lana di roccia completo di sistemi di sicurezza e di emergenza. Tutti i
sistemi ausiliari nonché le pompe per la distribuzione dell’energia termica sono contenuti
all’interno di un secondo container di dimensioni minori, ma con le medesime caratteristiche
costruttive. Il tutto è contenuto all’interno di un capannone già esistente.
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2. I BIOCOMBUSTIBILI LIQUIDI
Gli oli vegetali non raffinati sono divenuti recentemente di grande interesse per il settore
energetico, grazie alla possibilità di utilizzarli in motori endotermici con buone efficienze di
conversione e alla disponibilità di materia a prezzi interessanti sul mercato internazionale.
Gli impianti funzionanti a olio vegetale rappresentano un settore innovativo e di particolare
interesse, che ha dato un impulso allo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia, offrendo nuove
opportunità di investimento.
L'Olio Vegetale Puro è un biocombustibile ottenuto dalla spremitura di semi di oleaginose quali ad
esempio girasole, colza e soia.
L’impianto in esame utilizza olio di colza, ricavato dalla pianta Brassica napus, coltivata soprattutto
in paesi nordici, essa occupa più di 30 milioni di ettari della superficie coltivabile terrestre.
La produzione dell'olio vegetale puro può avvenire direttamente nell'azienda agricola con semplici
sistemi di pressatura e filtraggio, ottenendo così una produzione decentralizzata su piccola scala.
Il prodotto di scarto della produzione è rappresentato da un pannello di estrazione, adatto
all'alimentazione di animali da ingrasso.
Vi sono una molteplicità di materie prime adatte alla produzione di olio per utilizzo energetico, con
caratteristiche simili , ma non identiche.
La tabella seguente riporta le principali caratteristiche degli oli più diffusi nel mercato
internazionale.
Coltura T
(semi)/
ha T
(olio)
/ha Litri
(olio)
/ha
Girasole 2,5 – 4 0,800 952
Soia 3 – 4 0,375 446
Colza 2,5 – 3 1,0 1.190
Palma da olio 10 – 20
(kg di frutti)
/casco 3,6 4.500
Questa tabella mostra che la produzione di olio di palma è quella che, per ettaro coltivato,
garantisce un maggior quantitativo di olio vegetale; va però tenuto conto delle complicazioni che
risultano nella raccolta e nella spremitura dei frutti della palma. Inoltre, per ragioni climatiche, la
palma non è coltivata nell’Unione Europea e quindi non è convenzionata dai fondi destinati alle
energie rinnovabili, per questa ragione risulta economicamente poco conveniente. Bisogna
inoltre tenere conto di altri fattori come la temperatura di fusione e altre caratteristiche che la
rendono poco compatibile con il clima della zona di collocazione dell’impianto.
Per tutte queste ragioni si è deciso di utilizzare l’olio di colza come combustibile dell’impianto.
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I. Analisi chimica dei biocombustibili
Dal punto di vista chimico gli oli vegetali sono sostanzialmente trigliceridi composti da 3 lunghe
catene di acidi grassi, che possono costituire con gli atomi di carbonio un legame singolo o doppio.
Gli indici Ra, Rb e Rc rappresentano gruppi di atomi di carbonio e idrogeno legati tra loro in una
catena ramificata.
Per ridurre la viscosità i trigliceridi sono convertiti in esteri attraverso un reazione di trans
esterificazione. Quindi da una molecola di trigliceride si ottiene una molecole di glicerina e tre
molecole di estere. La glicerina viene quindi rimossa come sottoprodotto, e gli esteri vanno a
comporre quello che conosciamo come biodiesel.
Trigliceride Glicerina Esteri
Le molecole di trigliceride contengono molti atomi di carbonio e idrogeno e solo sei atomi di
ossigeno: ciò significa che questi oli sono fortemente riducenti e in questo senso sono simili agli
idrocarburi, quindi ai carburanti convenzionali.
La definizione della qualità di un carburante è una premessa fondamentale per un’affidabile
funzionamento dei motori in cui è impiegato: infatti, solo quando qualità e composizione chimica
del carburante sono definiti in modo rigoroso, è possibile rilasciare le necessarie garanzie sia per il
corretto funzionamento che per il rispetto dei limiti di emissioni fissati; alcune proprietà, come
densità, punto di infiammabilità, potere calorifico sono caratteristiche tipiche dell'olio e pertanto
soggette ad una scarsa variabilità.
Altre, invece, sono caratteristiche variabili che dipendono da una serie di condizioni al contorno
(coltivazione, raccolta, stoccaggio del seme, estrazione dell'olio, stoccaggio e trasporto dell'olio) e
influiscono in modo sostanziale sulle proprietà dell'olio.
Di queste meritano particolare attenzione: la contaminazione totale, l'acidità e il contenuto di
fosforo per gli effetti che possono avere nei motori durante la combustione.
Elevati livelli di contaminazione totale possono comportare l'intasamento dei filtri e degli iniettori.
Una grossa parte della contaminazione totale deriva dai residui di spremitura dei semi che non
sono rimossi adeguatamente durante la fase di pulitura dell'olio; inoltre, uno stoccaggio dell'olio
non appropriato, può anch'esso peggiorare il livello di contaminazione dell'olio.
L'acidità, o numero di neutralizzazione, esprime il quantitativo di acidi minerali e acidi grassi liberi
contenuti nell'olio; è espressa in mg di KOH richiesti per neutralizzare un grammo di acido grasso.
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Esso è un indicatore del grado di alterazione/invecchiamento dell'olio: una eccessiva acidità
comporta infatti problemi di corrosione negli iniettori.
Un elevato contenuto di fosforo favorisce la formazione di depositi in camera di combustione.
Il costruttore definisce dei valori limite per questi parametri in modo da garantire il corretto
funzionamento del gruppo motore e dell’intero impianto, affinché vengano salvaguardati i diversi
componenti del motore e rispettati i valori di produzione di energia elettrica e termica stimati in
fase di progetto. Qui in basso è riportata una tabella che riporta i valori delle proprietà medie
prese precedentemente in esame, ottenute da analisi chimica dell’olio vegetale confrontate con i
valori limite imposti dal costruttore.
Proprietà Unità
Valori
Min
limite
Max
Valore riscontrato
Contaminazione totale mg/kg 20 8
Acidità mg KOH/g
2,0 0,5
Contenuto di fosforo mg/kg
12 10
Come si può desumere dalla tabella l’olio utilizzato è conforme agli standard imposti dal
costruttore, quindi lo si può utilizzare senza compromettere l’integrità del motore.
Qui in basso è riportata una tabella che riassume le Caratteristiche chimico fisiche medie dei
principali oli vegetali.
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