Opzioni asiatiche: tecniche di valutazione
Gratis
L'anteprima di questa tesi è scaricabile gratuitamente in formato PDF.
Per scaricare il file PDF è necessario essere iscritto a Tesionline. L'iscrizione non comporta alcun costo: effettua il Login o Registrati.
Capitolo 1 Le opzioni 1.1 Le opzioni Plain Vanilla Leopzionisonoparticolaretipidistrumentiderivatichegarantisconoall’acqui- rente, dietro pagamento di un prezzo, detto premio, il diritto di esercitare, se conveniente, la facoltà di: -acquistare (in caso di Call) con formula C(T ) =maxfS(T ) K; 0g 1 - vendere(in caso di Put) con formula P (T ) =maxfK S(T ); 0g una determinata quantità di un bene (sottostante), ad un prezzo prece- dentemente fissato (strike price), ad una data prestabilita (scadenza). Se l’opzione è esercitabile solo a scadenza allora siamo in presenza di un’opzione di tipo Europeo, se altrimenti è esercitabile in qualsiasi momento allora tale opzione è di tipo Americano. Dopo una breve apparizione all’inizio del ’900 nel Put and Call Dealers Association (PCDA) dove non ottennero il successo a causa del verificarsi di una serie di episodi illeciti e della mancanza di un mercato organizzato in senso proprio, questi strumenti vennero scambiati per la prima volta nel 1973 al Chicago Board Option Exchange (CBOE), il prima mercato organizzato delle opzioni. Principalmente venivano scambiate opzioni su Commodities agricole, ma illorosuccesso, comestrumentidicopertura, permisel’adattamentodiquesti derivati ad ogni genere di contratto finanziario; si vennero quindi a creare mercati dove si commerciavano opzioni su valute, Philadelphia Stock Ex- change (PHLX), opzioni su indici azionari sull’American Stock Exchange (AMEX), e opzioni su futures, scambiabili su tutti i mercati dove già si scambiavano futures. 1 S(T) rappresenta il valore del sottostante a scadenza, K è il prezzo d’esercizio, lo strike price. 10 Verso la fine degli anni ’70, il mercato con tutti i suoi protagonisti com- prese appieno le potenzialità delle opzioni al punto che, al fine di tutelare i contraenti e anche per evitare danni con ‘effetto domino’ dovuti a strumenti nuovi ideologicamente molto utili e innovativi ma potenzialmente dannosi, ci fu un rigido processo di regolarizzazione di questi scambi. Nel 1982, con un programma triennale caratterizzato da un progressivo ir- rigidimentodeicontrolli,laCommodityFuturesTradingCommission(CFTC) si impegnò finalmente ad approvare la negoziazione dei contratti di opzione su mercati organizzati. In realtà nacque un contrasto, la Securities and Exchange Commission (SEC), ente governativo statunitense preposto alla vigilanza della borsa va- lori 2 , aveva intenzione di procedere in maniera autonoma proponendo un proprio programma che ne confermasse l’autorità, questa opposizione portò la CFTC e la SEC a scontrarsi ripetutamente in materia giurisdizionale. Al termine del confronto, conclusosi con l’accordo Johnson-Shad (dai no- mi dei due governatori che condussero le trattative) alla CFTC venne con- ferita l’autorità su tutti i contratti futures e sulle opzioni, mentre la SEC mantenne la propria giurisdizione per le opzioni su strumenti obbligazionari. Con l’evolversi del tempo il commercio di questi derivati ebbe uno sviluppo tecnologico passando da contrattazione ‘alle grida’ a contrattazioni ‘telema- tiche’: il primo esempio fu il ‘Big Bang’ della borsa di Londra nel 1986 dove ci fu l’introduzione di processi telematici che automatizzarono procedure e standardizzano schemi di compravendita sostituendo la figura degli agenti di cambio con quella dei market makers. Il5febbraiodel1971aWallStreetnacqueilNasdaq, NationalAssociation of Securities Automated Quotation, ovvero il mercato borsistico elettroni- co dove vengono tuttora scambiati i principali titoli tecnologici della borsa americana. Per concludere questo excurus storico è necessario menzionare che ad oggi i mercati finanziari si stanno muovendo in un’ottica di integrazione e cioè si integra la possibilità di scambiare uno stesso contratto su piazze differenti a seconda degli orari d’apertura, questo anche grazie alla liberalizzazione dei movimenti di capitale sancita nel Trattato di Maastricht. Dal punto di vista degli investitori, le opzioni vengono utilizzate con una duplice finalità: se da un lato sono strumenti utili a fini di copertura di portafoglio, vale a dire strumenti assicurativi che limitano le perdite evi- tandone l’incertezza, dall’altro vengono utilizzate per speculare sull’anda- mento del prezzo del bene sottostante, attraverso lo sfruttamento della leva 2 l’equivalente della Consob in Italia 11 finanziaria, concetto che si basa sull’ipotesi che l’ammontare di un investi- mento non sia necessariamente uguale al capitale a disposizione, ma possa superarlo abbondantemente. La chiave del loro successo risiede in questo concetto: la leva finanziaria consentedimoltiplicareiguadagniconuninvestimentoinizialerelativamente basso, è ovvio pero che l’altra faccia della medaglia risiede nella possibilità di perdita: un investimento con esito negativo può generare perdite pari o superiori al capitale investito superando talvolta anche le garanzie alla base del contratto stesso. Contemporaneamente alla loro evoluzione si è accompagnato un crescente interesse degli studiosi e ricercatori per la loro valutazione tra cui annoveria- mo, in ordine cronologico, i due più importanti: • (1973) Black e Scholes il cui modello si pone come obbiettivo quello della valutazione del prezzo di non arbitraggio di un’ opzione standard di tipo europeo, per semplicità, che non paga dividendi. Il modello si basa su un concetto fondamentale: un titolo derivato è implicitamente prezzato se il sottostante è scambiato sul mercato. • (1979) Cox, Ross e Rubinstein il cui modello chiamato ‘modello bino- miale’ si basa su ipotesi più semplicistiche e prevede la discrezionalità del tempo, cioè la possibilità di suddividere l’intero periodo in diversi stadi, e che il prezzo del sottostante possa crescere o diminuire, di uno stesso fattore, ad ogni passaggio. Giunta la scadenza, la valutazione del derivato int<T sarà quindi data dall’attualizzazione al tasso risk-free della media risk-adjusted degli ipotetici valori delle opzioni in T. La struttura del modello binomiale si basa essenzialmente su versioni discre- te degli stessi argomenti che sono alla base del modello di Black e Scholes, infatti questi due convergerebbero se la discrezione temporale del modello binomiale tendesse a zero, cioè se i passi temporali di questo modello fossero infinitesimali dovremmo giungere agli stessi risultati. La tipologia di derivati finora descritti ha preso il nome di opzioni di pri- ma generazione ma vengono più comunemente chiamate Plain-Vanilla cioè contratti standard, senza clausole accessorie. 1.2 Le opzioni Esotiche Con l’avanzare del tempo, ci fu un’ulteriore innovazione di questi strumen- ti derivati tanto marcata che fu necessario suddividere l’intera categoria in opzioni di prima e di seconda generazione. 12 E’ facile camuffare una semplice opzione decorata di clausole con un’ot- timo ipotetico investimento: grazie a ciò molte banche, sulla scia dell’entusi- asmo per la nascita di questi nuovi strumenti, hanno variegato la gamma di scelta dei contratti in questione ornandoli di accessori contrattuali. Studiate e descritte in una serie di articoli della rivista Risk tra il 1991 e il 1992 da parte di Mark Rubinstein e Eric Reiner, nascono così una serie di strumenti derivati affidabili in quanto adatti a colmare esigenze di copertura da parte degli operatori, o necessità fiscali, contabili, legali o regolamentari. Questeprendonoilnomediopzionidisecondagenerazioneo Opzioni Eso- tiche: famiglia di opzioni che si distingue dalle opzioni Plain-Vanilla proprio per questa varietà di clausole contrattuali. A differenza delle plain vanilla queste vengono solitamente trattate nei mercati OTC (dei quali verrà data una definizione in seguito) per questo motivononèsempliceclassificarlecorrettamenteessendopresentisulmercato in grandissima varietà di forma ed oltretutto in continua evoluzione. Volendo comunque citare le più scambiate è possibile trovare: • Asian Options: chiamate ‘asiatiche’, sono opzioni che a scadenza dipen- dono dalla media dei prezzi assunta dal sottostante nel periodo di vita dell’opzione • Barrier Options: chiamate ‘con barriera’, sono opzioni il cui valore a scadenza dipende dal fatto che il prezzo del sottostante abbia o meno raggiunto un determinato livello in un certo periodo. La particolarità si focalizza nelle clausole ‘knock in’, dove l’opzione si attiva al rag- giungimento da parte del sottostante di tale livello, e ‘knock out’ dove, al contrario, l’opzione si spegne. Un ultimo elemento è necessario per inquadrare questo strumento: la direzione del sottostante. Spesso per l’attivazioneodisattivazionedell’opzioneèprevistocheillivello‘knock’ sia colpito dal basso o dall’alto. Distinguiamo quindi quattro casi: 1. Down and In: l’opzione si attiva al toccare della barriera verso il basso 2. DownandOut: l’opzionesidisattivaaltoccaredellabarrieraverso il basso 3. Up and In: l’opzione si attiva al toccare della barriera verso l’alto 4. Up and Down: l’opzione si disattiva al toccare della barriera verso il basso Queste opzioni, a prescindere che siano call o put, hanno sempre un costo ridotto rispetto alle plain vanilla. 13 • Compound Options: chiamate ‘composte’, sono opzioni su opzioni (es. Call su Call, Call su Put, Put su Call, Put, su Put). Il possessore di una Call su Call , ad esempio, ha il diritto a scadenza di acquistare una Call con caratteristiche prestabilite. Sono strumenti molto speculativi che consentono di sfruttare alte leve finanziarie. • Lookback Options: chiamate ‘retrospettive’, opzioni il cui valore finale dipende dal prezzo minimo o massimo raggiunto dall’azione durante la vita dell’opzione. Queste opzioni consentono al possessore di deter- minare a scadenza lo strike price scegliendolo tra i valori del prezzo del sottostante assunti nell’arco periodale della vita dell’opzione. • Bermuda Options: opzioni che possono essere esercitate non solo a scadenza ma anche in altri periodi prefissati dalle parti e non a totale discrezione del possessore. Vengono considerate punto di incontro tra le Europee e le Americane. • Quanto Options: opzioni dove il sottostante è espresso in valuta, ma il pagamento viene effettuato in un’altra valuta con tasso di cambio prestabilito. • Opzioni a Tempo: opzioni dove il payoff dipende da quanto tempo il sottostante è rimasto all’interno di una forchetta di valori. • Chooser Options: chiamate anche ‘a scelta’ o ‘come vi pare’ sono opzionichepermettonoall’acquirente, datounostrikeprice, discegliere in un determinato istante se tale opzione è una Call o una Put. • Shout Options: chiamate ‘gridate’, sono opzioni di tipo europeo che permettono all’acquirente di poter ‘gridare’ un valore del sottostante durante il periodo di vita dell’opzione. A scadenza il portatore riceverà il massimo tra il valore di mercato del sottostante e quello gridato. • Rainbow Options: chiamate ‘arcobaleno’, sono opzioni il cui payoff a scadenza dipende da una serie di attività rischiose. • CappedOptions: opzionichecessanodiesistereseilsottostantedovesse raggiungere una certa soglia, in questo caso il possessore verrebbe liquidato con una somma di denaro prestabilita. • Opzioni Binarie: queste opzioni si attivano se alla scadenza il prezzo raggiunge lo strike price , in questo caso il pagamento è un ammontare prestabilito di denaro, indipendentemente da quanto il prezzo abbia superato lo strike. 14 In sostanza l’opzione esotica è una Plain Vanilla modificata in modo tale da soddisfare le particolari necessità dell’acquirente e, per questo motivo, non è standard. Per quanto riguarda la loro valutazione sorge lo stesso problema incontrato per le opzioni di prima generazione: la non-linearità del payoff. Un approccio risolutivo prevede di partire dalle formule in forma chiusa che caratterizzano il pricing delle ‘genitrici’ Plain Vanilla, per poi adattarlo a l’opzione in questione. Se per alcuni tipi di opzioni la soluzione del problema si può ottenere adattando l’impostazione di Black e Scholes, per numerosi altri è necessario ricorrere a metodi di approssimazione del modello discreto, quali i modelli binomiali, o a tecniche di simulazione di tipo Monte Carlo o quasi Monte Carlo. 1.3 I mercati OTC Sono definiti come mercati OTC tutti quei mercati che non sono di , carat- terizzati dal non avere i requisiti riconosciuti ai mercati regolamentati, cioè mercati la cui negoziazione si svolge al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali. All’interno di questi mercati Over the counter avvengono scambi diret- tamente tra le parti, i mediatori, chiamati ‘dealers’, che trattano contratti finanziari via telefono, o computer, insomma senza l’intermediazione di una figura super-partes come il mercato. Questo ci porta immediatamente ad affrontare il primo grande rischio di contrattazione in questi mercati, il rischio di credito. Vale a dire che se gli scambi vengono effettuati sulla parola, la mancanza dell’organo del mercato, inteso in senso istituzionale, fa venir meno quella figura garantista che a scadenza avrebbe assicurato il buon esito del contrat- to stipulato tempo addietro, in quanto c’è sempre la possibilità, per quanto piccola, che il contratto non venga onorato. In questi mercati gli oggetti di scambio sono dei più variegati, non solo c’è un fitto commercio di prodotti standard, ma essendo un semplice accordo fra due parti, gli oggetti di scambio vengono modificati per venire più incontro ai desideri ed alle necessità dei soggetti contraenti. 15 Capitolo 2 Le opzioni Asiatiche 2.1 Definizione Un’opzione asiatica è un’opzione che garantisce a scadenza un payoff dato dal massimo tra la differenza della media dei valori del sottostante e lo strike price, e zero. Le opzioni asiatiche appartengono alla classe path-dependenth (sentiero dipendenti) il cui payoff a scadenza non dipende solo dal prezzo a scadenza ma anche dal sentiero intrapreso dai valori del sottostante stesso durante la vitadell’opzione(odaunapartediessa), dalprezzoaterminediquest’ultimo e dal tempo che manca alla scadenza. Un tipico esempio di opzione asiatica è un contratto che offre a chi lo possiede il diritto di comprare un prodotto per il suo prezzo mediato su un periodo di tempo definito. Studiate per la prima volta da Boyle e Emanuel vennero trattate in- izialmente alla fine degli anni ottanta sul mercato di Tokio, da qui il nome ‘asiatiche’, utilizzate sia come strumento a sè stante sia come derivato com- plementare di titoli obbligazionari. Nella prassi il sottostante è una commodity, una merce, ed in particolare può essere rappresentato da un prodotto petrolifero o un metallo prezioso. Il motivo di tale scelta è quello di coprirsi da oscillazioni valutarie dell’an- damento del sottostante, cioè l’acquisto di un’opzione asiatica, a dispetto di una plain vanilla, ha senso in quanto permette di placare gli sbalzi giornalieri ‘spikes’ (picchi) del prezzo del bene in questione, mitigarli quindi attraverso la media. Beni come l’elettricità, che hanno in genere un prezzo contenuto, in caso di black-out possono vedere il loro prezzo raddoppiarsi, quintuplicarsi o peggio. Le asiatiche, da questo punto di vista, sono un paracadute, un mezzo per assottigliare perdite dovute a casi come questo. 16 Sotto il profilo contrattuale questi strumenti possono raggiungere tre anni di vita, oltre alle normali scadenze caratteristiche dei plain-vanilla (3,6,9 mesi), mentre il valore a scadenza è in funzione di: 1. il periodo in cui si effettua la media che può coincidere con la vita dell’opzione o essere parte di essa; 2. tipo di media: se aritmetica (come media dei prezzi) oppure geometrica (come esponenziale della media del logaritmo del prezzo); 3. media pesata o non pesata; 4. la scansione del tempo intesa come continua o discreto, dove per discre- to intendiamo il campionamento di un numero n finito di dati, mentre per continuo intendiamo il campionamento dei dati istante per istante. Distinguiamo ora due classi di opzioni: 1. Average-Price-Option (o fixed strike average rate) 2. Average-Strike-Option (o floating strike average rate) Le prime, anche chiamate Average Rate Options, assumono, se convenienti, un valore a scadenza dato dalla differenza tra la media dei prezzi del sot- tostante e lo strike price, da cui la funzione di payoff APO =max(!S med !K; 0) (2.1) Le seconde invece assumono, se convenienti, un valore a scadenza dato dal- la differenza tra il valore finale del sottostante e la media dei prezzi del sottostante stesso, da cui la funzione di payoff: ASO =max(!S T !S med ; 0) (2.2) dove ! rappresenta una variabile binaria uguale a 1 in caso di Call e -1 in caso di Put, K è lo strike price, S med rappresenta la media dei prezzi del sottostante calcolata fino alla scadenza. Il loro valore teorico è solitamente meno oneroso rispetto all’opzione stan- dard con stesse caratteristiche sullo stesso sottostante, proprio perchè il pre- mio che eventualmente verrà ricevuto dal portatore tenderà ad essere, in linea di massima, moderato dalla media e non dal valore assoluto dell’asset al momento della scadenza. Volendo citare un esempio, si noti come la figura 2.1 mostri l’andamento del titolo Lottomatica a partire dal 13/ottobre/2010 al 13/gennaio/2011. 17 Figura 2.1: Andamento sul mercato di Lottomatica In partenza il titolo quotava 11,83 euro e le previsioni prevedevano un rialzo costante fino ad una soglia intorno ai 15 euro. Un investimento ideale sarebbe stato quello di vendere un’opzione Put 10.5 OTM 1 Plain Vanilla, che con il suo alto valore temporale avrebbe con- sentito un guadagno interessante, a fronte di un rischio teoricamente infinito, ma poco probabile a causa della previsione rialzista. Per prudenza si sarebbe potuto acquistare una Put 10,5 OTM Plain Valilla di copertura ad uno strike di distanza, che avrebbe evitato il rischio di perdita infinita limitandolo a 0.5 punti, ma anche ridotto estremamente il guadagno rendendolo molto meno interessante. In effetti questa operazione avrebbe portato a scadenza una perdita di 0.5 punti. Un’alternativa a questo tipo di investimento sarebbe potuta essere la vendita di un’opzione Put 10 ATM Asiatica senza copertura. Infatti la Put Asiatica, nel caso specifico della Lottomatica avrebbe com- portato il guadagno di una parte del premio invece che una perdita, in quanto la media a tre mesi delle quotazioni del sottostante ha un valore notevol- mente superiore e quindi meno penalizzante, rispetto al prezzo a scadenza delle opzioni Plain Vanilla. Infatti nel caso specifico la media a tre mesi risulta, a scadenza, non distantedallostrikedellaopzioneasiaticavenduta, consentendoilsalvataggio 1 OTM: un’opzione call (put) si definisce Out of The Money se il prezzo di esercizio è maggiore (inferiore) del prezzo di mercato, cioè se K >S T (K <S T ). ITM: un’opzione call (put) si definisce In The Money se il prezzo d’esercizio è minore (maggiore) del prezzo di mercato, cioè se K <S T (K >S T ). ATM: un’opzione, sia essa call o put, si definisce At The Money se c’è coincidenza tra prezzo di esercizio e prezzo di mercato, cioè se K =S T . 18 di parte del premio. In seguito verranno mostrati alcuni metodi di pricing di questi derivati, dopo una panoramica sui concetti basilari su cui si basano questi stessi mo- delli, vale a dire uno sguardo a quello che in finanza viene definito come ambiente Black e Scholes. 2.2 L’ambiente Black e Scholes Agliinizideglianni’70F.Black, M.ScholeseR.Mertonidearonounmodello di prezzaggio dei derivati che diede una svolta all’intero mondo finanziario diventando il pilastro portante del pricing di tutti quei prodotti che furono di lì in poi protagonisti assoluti dei mercati finanziari. Il modello si basa su una serie di ipotesi che inquadrano lo scenario nel quale opereremo: • La dinamica del prezzo S del bene sottostante l’opzione sia regolata da una passeggiata aleatoria di tipo lognormale; • È consentita la vendita allo scoperto del sottostante, come dello stru- mento derivato; • Non sono ammesse opportunità d’arbitraggio non rischioso; • Il sottostante e lo strumento derivato sono scambiati sul mercato in tempo continuo; • Non sussistono costi di transazione, tassazione, né frizioni di altri tipo nel mercato; • Vige la perfetta divisibilità di tutte le attività finanziarie (è possibile scambiare frazioni arbitrariamente piccole di ogni titolo sul mercato); • Il tasso d’interesse privo di rischio è costante, e uguale per tutte le scadenze. L’ipotesi base prevede che il sottostante segue un processo di moto brow- niano geometrico, descritto tramite l’equazione differenziale stocastica: dS = Sdt + Sdz t (2.3) S(T ) = Sexp ( 1 2 2 )T + z (T ) (2.4) 19 dove: • è il tasso d’interesse istantaneo rischioso, • rappresenta la volatilità istantanea • z(t) è un processo di Wiener L’equazione (2.3) stabilisce che il sottostante S cresca in media , in un in- tervallo di tempo infinitesimo dt, ad un tasso rischioso e si discosti da tale media di un valore moltiplicato per un processo di Wiener che rappresenta un processo stocastico gaussiano in tempo continuo con incrementi indipen- denti. Il modello prevede quindi la possibilità di creare un portafoglio composto parte in sottostante e parte, con segno opposto, in opzioni sullo stesso sot- tostante. Tale portafoglio non è soggetto al rischio ed è prezzabile attualiz- zandone i flussi di cassa al tasso di interesse risk-free r (con r<