INTRODUZIONE: IL FOREX E IL FO- REX TRADING
Che cos’è il Forex
Il ForEx (Foreign Exchange Market) è il mercato mondiale per il commercio delle valute.
E’ configurato come un unico mercato, aperto 24 ore su 24, senza sede in un luogo fisso specifi- co, non soggetto a particolari regolamentazioni inerenti ai sistemi di negoziazione, alle quanti- tà negoziate, modalità di consegna e scadenze standardizzate.
Si caratterizza per essere il più vasto mercato “over the counter” presente sul panorama finan- ziario e include gli scambi che avvengono tra grosse istituzioni bancarie, banche centrali, spe- culatori valutari, imprese multinazionali, governi e altri mercati finanziari e istituzioni.
L ’obiettivo primario del Forex è quello di sostenere e assistere il commercio internazionale e gli
investimenti, permettendo alle imprese di convertire una valuta in un’altra. In una tipica tran- sazione, una parte acquista una quantità di una valuta, pagando una quantità di un’altra valuta.
In generale, è possibile aff ermare che il tasso di cambio di una valuta contro le altre valute è un
riflesso della condizione economica di quel paese, rispetto alle economie degli altri paesi.
S IMBOLO S TATO V ALUTA
USD Stati Uniti Dollaro
EUR Zona Euro Euro
JPY Giappone Y en
GBP Gran Bretagna Sterlina
CHF Svizzera Franco
CAD Canada Dollaro canadese
AUD Australia Dollaro australiano
NZD Nuova Zelanda Dollaro neozelandese
T abenulla 1.1: le principali valute del Forex.
Le valute vengono sempre scambiate a coppie. Non capita mai di vendere solo euro, o di ven- dere solo dollari statunitensi. A essere scambiata è sempre una coppia di valute.
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Esse si dividono in tre grandi gruppi:
i) coppie major
ii) coppie esotiche
iii) cross valutari
Le coppie major ( Tabella 1.2) sono quelle in cui la valuta più importante sui mercati internazio- nali, ovvero il dollaro statunitense (USD) , è abbinata ad un’altra delle sette valute rilevanti su
scala mondiale ( Tabella 1.1): l’euro (EUR) , la sterlina britannica (GBP) , il franco svizzero (CHF),
lo yen giapponese (JPY) , il dollaro canadese (CAD) , il dollaro australiano ( AUD) e il dollaro
neozelandese (NZD).
C OPPIA S TATI V ALUTA
EUR/USD Zona Euro/Stati Uniti Euro/Dollaro
USD/JPY Stati Uniti/Giappone Dollaro/Y en
GBP/USD Gran Bretagna/Stati Uniti Sterlina/Dollaro
USD/CHF Stati Uniti/Svizzera Dollaro/Franco
USD/CAD Stati Uniti/Canada Dollaro/Dollaro canadese
AUD/USD Australia/Stati Unuti Dollaro australiano/Dollaro
NZD/USD Nuova Zelanda/Stati Uniti Dollaro neozelandese/Dollaro
T abenulla 1.2: le coppie major .
Le coppie di valute esotiche ( Tabella 1.3) sono quelle coppie in cui la valuta più importante, ov- vero il dollaro statunitense (USD) , è abbinata ad un’altra valuta che non è ritenuta una major.
V alute come la corona svedese (SEK) , il rand sudafricano (ZAR ) o il peso messicano (MXN)
sono definite esotiche perché sono associate a valute poco liquide. Le valute esotiche di solito
hanno un volume di scambio ridotto e presentano un ampio spread bid-ask. Tuttavia, molte co- siddette valute “esotiche” stanno diventando sempre più note e quindi sta aumentando anche il
numero di investitori che opera con esse.
C OPPIA S TATI V ALUTA
USD/SGD Stati Uniti/Singapore Dollaro/Dollaro di Singapore
USD/ZAR Stati Uniti/Sud Africa Dollaro/Rand
USD/THB Stati Uniti/Tailandia Dollaro/Bath
USD/MXN Stati Uniti/Messico Dollaro/Peso
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C OPPIA S TATI V ALUTA
USD/DKK Stati Uniti/Danimarca Dollaro/Corona danese
USD/SEK Stati Uniti/Svezia Dollaro/Corona svedese
USD/NOK Stati Uniti/Norvegia Dollaro/Corona norvegese
T abenulla 1.3: alcune coppie esotiche.
I cross valutari ( Tabella 1.4), detti anche solo cross, sono costituiti da coppie di valute ove non è
presente il dollaro statunitense (USD) . L ’euro (EUR ) abbinato alla sterlina britannica (GBP ) o il
dollaro australiano (AUD) abbinato allo yen giapponese (JPY) costituiscono dei cross valutari.
C OPPIA S TATI V ALUTA
EUR/CHF Zona Euro/Svizzera Euro/Franco
EUR/GBP Zona Euro/Gran Bretagna Euro/Sterlina
EUR/JPY Zona Euro/Giappone Euro/Y en
CHF/JPY Svizzera/Giappone Franco/Y en
GBP/JPY Gran Bretagna/Giappone Sterlina/Y en
T abenulla 1.4: alcuni cross valutari.
Storia del Forex
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Prima del 1971 un accordo internazionale denominato Bretton W oods Agreement impediva la spe- culazione sui mercati valutari. Gli accordi di Bretton W oods erano stati conclusi nel 1944 con il
fine di stabilizzare le valute internazionali e prevenire la fuga di capitali tra le nazioni. Questi
accordi fissavano un tasso di cambio tra tutte le valute e il dollaro e tra il dollaro e l'oro ( 35 dol- lari per oncia).
Precedentemente, il gold exchange standard era in uso fino dal 1876. Prevedeva l'uso dell'oro come
base di ciascuna valuta; in questo modo impediva a re e governanti di svalutare arbitrariamente
il denaro e di innescare l'inflazione.
Il gold exchange standard presentava, comunque, alcuni problemi. Crescendo, un'economia
avrebbe importato beni dall'estero fino all'esaurimento delle riserve auree. Il risultato sarebbe
stato una restrizione dell'offerta di moneta nel paese che causava un innalzamento dei tassi di
interesse, quindi un rallentamento dell'attività economica che avrebbe potuto portare anche
alla recessione.
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Infine, tale recessione avrebbe causato una caduta dei prezzi dei beni così in basso che essi sa- rebbero apparsi convenienti ad altri paesi. Un successivo flusso inverso di oro in entrata e il ri- sultante aumento nell'offerta di moneta avrebbe causato una caduta del tasso d'interesse e un
raff orzamento dell'economia.
Tali schemi di boom-recessione erano frequenti nel mondo durante gli anni del gold exchange
standard e fino allo scoppio della prima guerra mondiale che interruppe il libero flusso degli
scambi e di conseguenza i movimenti dell'oro.
Dopo la guerra, tramite il Bretton W oods Agreement, le nazioni partecipanti accettavano di man- tenere il valore delle loro valute all'interno di uno stretto margine di cambio con il dollaro. Agli
stati era proibito svalutare la propria moneta oltre il 10% per migliorare la propria posizione
commerciale. Il commercio internazionale si espanse rapidamente per via delle esigenze di ri- costruzione post- bellica, il che comportò massicci movimenti di capitali. Vi fu una destabiliz- zazione dei tassi di cambio che erano stati fissati per mezzo degli accordi di Bretton W oods.
Tali accordi furono abbandonati nel 1971 e il dollaro non fu più convertibile in oro. A partire
dal 1973, le valute delle nazioni maggiormente industrializzate divennero liberamente fluttuan- ti, essendo spinte principalmente dalle forze dell'offerta e della domanda. I prezzi erano forma- ti da volumi, velocità e volatilità crescenti durante gli anni ‘70. Questo portò alla nascita di
nuovi strumenti finanziari, alla deregolazione del mercato e al libero scambio, con conseguente
aumento del potere degli speculatori.
Negli anni ‘80 i movimenti internazionali di capitali ebbero un'accelerazione per l'avvento dei
computer e il mercato divenne continuo, con scambi che si svolgevano tra i continenti asiatico,
europeo ed americano, ed i relativi fusi orari. Le grosse istituzioni bancarie crearono sale ope- rative in cui centinaia di milioni di dollari, sterline, euro e yen venivano scambiati nel giro di
pochi minuti. Gli odierni broker operano quotidianamente nel Forex, avvalendosi di strumenti
elettronici. Il miglior esempio è Londra, dove singoli scambi per decine di milioni di dollari
vengono conclusi in pochi secondi. Il mercato è cambiato significativamente, poiché la maggior
parte delle transazioni finanziarie è finalizzata non all'acquisto o alla vendita di beni ma alla
speculazione, essendo l'intento della gran parte degli operatori quello di fare soldi con i soldi.
Dimensione del mercato e liquidità
Come già accennato, il Forex è il più grande e liquido mercato finanziario del mondo. Il con- trovalore medio giornaliero di scambi nel 2010 ammontava a 4.000 miliardi di dollari ( contro i
1.700 miliardi di dollari nel 1998).
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Figura 1.1 - V olumi del mercato
Forex connullontati a quenulli denull
più grandi borse valori mondia-
li.
Gli scambi effettuati durante
la sessione di Londra am- montano al 36,7% del totale,
rendendo Londra il centro
principale degli scambi sul
Forex. Al secondo e al terzo
posto di collocano rispetti- vamente New Y ork ( 17,9%
degli scambi) e Tokyo (6,2%).
Il volume del mercato è au- mentato del 20% tra Aprile
2007 e Aprile 2010. Tale incremento è dovuto ad una serie eterogenea di fattori: la crescente
importanza delle valute come classe di attività, la nascita di investitori “al dettaglio” e la loro
aff ermazione come importante segmento del mercato, lo sviluppo di un’attività di trading ad
“alta frequenza” da parte degli operatori.
Il dollaro è la moneta più scambiata e riprende l’ 84,9% di tutte le operazioni ( Figura 1.2), la
seconda è l’euro (39,1%), la terza lo yen (19%).
Figura 1.2 - V olumi di
contrattazione in percen-
tuale sunulle rispettive va-
lute. Poiché le valute co-
involte in ogni transa-
zione sono due, la somma
denulle quote percentuali è
200% invece di 100%.
Secondo il Fondo mo- netario internazionale
(FMI), il dollaro sta- tunitense comprende quasi il 62% delle riserve ufficiali in valuta estera dei vari paesi del mon- do. Questo è il motivo per cui la maggior parte degli investitori, delle imprese, e delle banche
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centrali stesse concentrano una porzione così larga della loro attenzione su questa moneta ( Fi- gura 1.3).
Figura 1.3 - Composizio-
ne denulle riserve in valuta
estera detenuti danulle ban-
che centrali di tutto il
mondo.
Oltre a questa, altre
importanti ragioni
della centralità del
dollaro nel mercato
Forex sono:
i)gli Stati Uniti sono
l’economia più grande del mondo,
ii) gli Stati Uniti sono il più grande e liquido mercato finanziario del mondo,
iii) gli Stati Uniti godono di un sistema politico stabile,
iv) gli Stati Uniti sono l’unica superpotenza militare del mondo,
v) il dollaro americano è l’unico mezzo di scambio di molte transazioni internazionali.
Speculazione
Una delle componenti principali del mercato Forex risiede nel fatto che il 90% del volume de- gli scambi è generato da operazioni speculative. In altre parole, la maggior parte delle transa- zioni non avviene su necessità commerciali o finanziarie, ma su aspettative di profitto derivanti
dal movimento del prezzo di una coppia valutaria all’interno di una sessione di contrattazione.
La portata del fattore speculativo implica che la liquidità, ossia la quantità di valuta in acquisto
o in vendita in un determinato momento, sia estremamente alta.
Dal punto di vista di un investitore, la liquidità assume un’importanza fondamentale, in quanto
è determinante sulla facilità di cambiamento di prezzo in un determinato momento. In un
mercato liquido come il Forex, permette che enormi volumi di negoziazione si riflettano in un
movimento di prezzo molto ridotto.
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Partecipanti al mercato
I principali operatori sono le grandi banche, i broker, le grandi aziende e le banche centrali. A
seconda dei diversi obiettivi e delle modalità operative vengono classificati in diverse categorie:
i) operatori finanziari,
ii) operatori aziendali,
iii) operatori istituzionali.
Gli operatori finanziari sono principalmente rappresentati da grandi banche e broker. Per que- sto tipo di operatori, i mercati finanziari e in particolare il mercato dei cambi sono gli ambienti
nei quali perseguire i loro obiettivi e nei quali operare costantemente. La loro funzione consiste
nel fungere da tramite d’accesso al mercato; inoltre diventano partner delle imprese nella fun- zione di trasferimento del rischio di cambio, rischio che viene assunto, nella maggior parte dei
casi, in maniera indiretta.
Gli operatori aziendali sono rappresentati da aziende industriali e commerciali che entrano nel
mercato dei cambi per raggiungere obiettivi legati strettamente ai propri fini aziendali. Nella
maggior parte dei casi tale mercato svolge una funzione di supporto per l’azienda; tuttavia nulla
vieta la possibilità di operare esclusivamente per fini speculativi, investendo nell’acquisto di va- lute estere una parte del proprio utile.
Gli operatori istituzionali hanno la funzione di regolamentare il funzionamento del mercato
dei cambi, e svolgono una funzione di controllo e di garanzia sull’effettiva operatività dei mer- cati. In questo tipo di mercato, essendo un mercato OTC, la loro presenza risulta meno incisi- va.
Prezzo e quotazioni
Il rapporto di cambio, all’interno di un book di negoziazione valutario, viene sempre espresso
con una duplice quotazione di prezzi, la BID (denaro ) e la OFFER ( lettera), dove la quotazione
BID indica a quanto il market maker
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è disposto ad acquistare valuta, e la quotazione OFFER
indica a quanto il market maker è disposto a vendere valuta, quindi rappresenta il prezzo di ac- quisto per il cliente. Per ovvi motivi il prezzo di acquisto è maggiore di quello in vendita e la
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Il market maker o dealer è un intermediario finanziario che pubblica i prezzi di acquisto e di vendita dei titoli quotati in borsa e
in suo possesso permettendo a tutti gli altri investitori di comprare o vendere a quei prezzi. Questi operatori sono quindi in- termediari specializzati che “fanno” il mercato e si impegnano su una certa azione ( o strumento finanziario) a fare un prezzo di
acquisto e di vendita. Chiunque voglia trattare quel titolo lo può fare a quei prezzi, anche per enormi quantità. Il ruolo del
market maker è modificare continuamente i prezzi in base a ciò che accade. Il business del market maker è sfruttare lo spread fra
prezzo denaro ( a cui è disposto a comprare) e prezzo lettera ( a cui è disposto a vendere). Se ci sono molti market maker la con- correnza aumenta e quindi lo spread diminuisce.
differenza tra i due rappresenta lo SPREAD differenziale, ossia il guadagno del market maker,
calcolato e espresso in termini di PIP
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.
Il PIP rappresenta la più piccola unità del rapporto di cambio, varia in funzione della liquidità
del cambio, delle condizioni del mercato nell’istante di quotazione e della quantità di valuta
negoziata.
V antaggi dell’operatività sul Forex
Il Forex è un mercato di dimensioni vastissime, in quanto le valute sono trattate sui mercati
finanziari di tutto il mondo ininterrottamente 24 ore su 24. A differenza delle borse azionarie
non è collocato in un preciso luogo fisico, e le transazioni avvengono solo telematicamente at- traverso intermediari autorizzati. Di fatto, quindi, non è soggetto a nessuna regolamentazione,
ma piuttosto a delle convenzioni, mentre gli intermediari sono soggetti alle leggi e alle regola- mentazioni del paese che li autorizza ad operare.
In breve, i principali vantaggi del mercato Forex sono:
- liquidità: il mondo del Forex è nettamente il mercato con il turnover giornaliero più consisten- te, con volumi giornalieri che si aggirano a circa 4 mila miliardi di USD; scambia decine di vol- te quello che viene scambiato sui mercati regolamentati azionari mondiali ( Figura 1.1). Di con- seguenza, il rischio di mancanza di liquidità è praticamente nullo. I costi di transazione sono
generalmente bassi e gli spread sono estremamente contenuti tra il prezzo della domanda e il
prezzo dell’offerta;
- non ha limitatezza temporale: il mercato Forex è aperto 24 ore su 24 dalle 23:00 di domenica
sera ( ora italiana) che corrisponde all’apertura dei mercati in Nuova Zelanda, alle 23:00 di ve- nerdì sera (ora italiana) che corrisponde alla chiusura del mercato statunitense;
- trasparenza: il pericolo di dispersione di informazioni privilegiate è praticamente nullo in
quanto tutte le notizie di un certo spessore vengono rese pubbliche seguendo un calendario
specifico, in modo tale che tutti gli operatori possano accedere alle informazioni nello stesso
istante, quindi, in teoria, non c’è possibilità di fare “insider trading”;
- eterogeneità: il mercato valutario è altamente eterogeneo. Ne fanno parte diverse realtà tra
cui market maker istituzionali, speculatori ( istituzionali e non), operatori commerciali (esporta- tori e importatori), enti nazionali e sovrannazionali. Ciascuno ha differenti esigenze e adotta
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3
Il Pip è l’acronimo della traduzione inglese Percentage in Point, in italiano punti in percentuale. Rappresenta il valore minimo
della variazione che può avere una valuta. Solitamente una valuta è caratterizzata da 5 cifre,una cifra intera e quattro cifre de- cimali. L ’ultima cifra decimale rappresenta il pip ovvero il minimo valore di quella valuta. Esempio: l’Euro vale 1,3144 dollari, se
nella seduta successiva il valore aumenta a 1,3145 dollari si è apprezzato di un pip, se invece il valore diminuisce a 1,3143 si è de- prezzato di un pip.
diversi approcci al mercato. Oggi le transazioni commerciali rivestono un ruolo molto meno
importante che in passato e la parte finanziaria/speculativa tratta il 90% del totale dei volumi;
- equità: è il mercato più vicino al regime di concorrenza perfetta. Nessun operatore ( per quan- to grande) può manipolare il mercato nel lungo periodo. Ne sono un esempio le svalutazioni
subite da alcune valute a dispetto dei massicci interventi delle rispettive banche centrali;
- presenza di numerosi cambi decorrelati tra loro. Qui possiamo fare delle distinzioni:
i) valute “rifugio” dette major ( usd, eur, gbp, jpy , chf, cad, aud), che normalmente godono bassa
volatilità e maggior liquidità in termini di spread. Le major coprono oltre il 90% degli scambi
mondiali. Il concetto di bassa volatilità sulle major ha sicuramente perso valore negli ultimi 2
anni a causa dell’alta volatilità sul cambio eur/usd;
ii) valute appartenenti a paesi emergenti che normalmente hanno alta volatilità e minor liquidi- tà in termini di spread;
iii) valute di paesi importatori;
iv) valute di paesi esportatori;
- impossibilità di default di una valuta: le valute rappresentano le monete di un determinato
paese e, come è intuitivo, uno Stato non può fallire ( o lo fa molto difficilmente), quindi non ci
sarà mai il rischio di aver comprato qualcosa di invendibile. Si potrà certamente deprezzare, se
l’economia di quel paese non è stabile, ma prima o poi si verificheranno un riequilibrio e un’in- versione.
- operatività sia al rialzo sia al ribasso: ogni singola divisa può essere acquistata per poi essere
rivenduta in un secondo momento a un valore più alto, sia venduta per poi procedere all'acqui- sto in un secondo momento. I due tipi di operazione comportano gli stessi costi;
- possibilità di impiego della leva finanziaria: la leva finanziaria permette di controllare, me- diante l'impegno di un importo esiguo di denaro, una somma più consistente. E' possibile cioè
comprare o vendere una valuta contro l'altra in multipli dei fondi che ha a disposizione. Un
movimento sul cambio prescelto, per esempio Euro/Dollaro, pari all’1% provocherà, usando
una leva 1:10, una variazione dell'investimento pari al 10%. Chiaramente, l’utilizzo della leva
può trasformare l’investimento in Forex in investimento altamente speculativo e con perdite
oltre il capitale investito.
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Analisi dei prezzi e tecniche di trading
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Esistono alcuni approcci perseguiti da risparmiatori e investitori istituzionali per cercare di
prevedere l'andamento del mercato o di specifici strumenti finanziari e regolarsi di conseguen- za per le proprie decisioni di investimento.
Si distingue, in particolare, in due forme di analisi, differenti sul piano dei fattori presi in con- siderazione e dei presupposti su cui poggiano:
i) l’analisi fondamentale;
ii) l’analisi tecnica.
L 'analisi fondamentale è un approccio che mira a determinare il valore intrinseco ( fair value) di
uno strumento finanziario attraverso metodi matematici, statistici e contabili. Il valore intrin- seco viene poi confrontato con quello espresso dal mercato per determinare così se lo strumen- to è sovraqquotato o sottoquotato.
Un'importante presupposto alla base dell'analisi fondamentale è la convinzione che le forze di
mercato agiscano in maniera tale da correggere eventuali situazioni di sovraqquotazione o sot- tovalutazione, per riportare i prezzi dal valore di mercato al valore effettivo. In virtù di tali con- siderazioni, in presenza di uno strumento sovraqquotato potrà rendersi opportuno venderlo, in
presenza di uno strumento sottoquotato potrà risultare conveniente acquistarlo.
Per arrivare a determinare il valore intrinseco, l'analisi fondamentale si avvale di una metodolo- gia che comprende l'analisi dell'ambiente macroeconomico di riferimento, l'analisi del settore
di mercato ( volta a individuare le prospettive future dei diversi settori economici) e l'analisi
dello strumento stesso ( mediante valutazioni che cercano di individuare il valore intrinseco e la
capacità di preservare il proprio valore nel corso del tempo e di produrre redditi futuri).
Benché l'analisi fondamentale presenti delle solide basi di tipo razionale, anch'essa è stata sot- toposta a alcune critiche. T ra di esse, il fatto che sia basata su informazioni difficilmente repe- ribili ( specie per il piccolo investitore) o comunque disponibili con un certo ritardo e quindi
suscettibili di portare a conclusioni non sempre in linea con l'attuale situazione di mercato.
L 'analisi tecnica mira a analizzare il movimento del mercato, principalmente attraverso metodi
grafici e statistici, per cercare di individuare le tendenze future dei prezzi. Scopo ultimo del- l'analisi tecnica è dunque quello di permettere agli investitori di farsi un'idea sul momento giu- sto per entrare in posizione o uscirvi, per acquistare strumenti oppure venderli. Oltre che ai
mercati azionari e valutari, i fondamenti dell'analisi tecnica possono essere applicati anche a
altre tipologie di mercato, come per esempio il mercato obbligazionario o il mercato delle ma- terie prime.
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