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Capitolo 1.
Strutture Religiose
Testimonianze epigrafiche provenienti da varie parti del mondo greco,
2
hanno
confermato l’esistenza di feste biennali di tipo estatico o quasi estatico, assimilabili allo
stereotipo sabbatico per le caratteristiche di entusiasmo sfrenato, danze notturne sui
monti, orge in luoghi aperti di congregazioni di donne. Il rituale sembra più antico del
mito delle Baccanti con il quale si vuole spiegarlo e sembra avere radici psicologiche
profonde. Nei periodi in cui la straordinaria passione per la danza furoreggiò in Europa
tra il XIV e il XVII secolo, si ballava fino a cadere per esaurimento; in Alsazia si
credeva che fosse possibile imporre la mania per la danza invocandola mediante uno
scongiuro che faceva danzare la vittima a intervalli regolari crescendo d’intensità fino al
giorno di san Vito o san Giovanni dove la normalità riprendeva soltanto dopo una
manifestazione esteriorizzante violenta. In Italia è nota la cura periodica mediante
musica del morso della tarantola. Dodds ne conclude che le testimonianze epigrafiche,
per quanto incomplete, rivelano una relazione con i culti reali delle menadi che non
sono nella loro essenza personaggi del tutto mitologici ma un tipo umano osservato e
osservabile nella realtà.
Ho citato Di Simplicio per l’opera di chiarificazione della documentazione
inquisitoriale relativa alla stregoneria medievale italiana, (soprattutto toscana). È vero
che la neostregoneria nasce negli anni ‘50 del Novecento in Inghilterra e in particolare a
Londra per poi diffondersi in Europa e soprattutto in America, ma l’Italia precristiana,
al di là della veridicità storica dell’antica Arte Magica, è considerato il luogo in cui, più
di ogni altro, si praticava e custodiva la Vecchia Religione. Leland, l’autore del Vangelo
delle streghe
3
, ha sostenuto e diffuso questo fatto che è stato ripreso e ampliato da molti
personaggi tra cui Margharet Murray. Con l’enorme successo e le numerose critiche
ricevute, la teoria murrayana ha diffuso l’idea dell’esistenza di un ampio passato
folkloristico pagano, gestito principalmente da sacerdotesse e costretto dalla violenza
2
Secondo Dodds, si tenevano a Tebe, Opunte, Melo, Pergamo, Periene, Rodi, in Arcadia, Mitilene e
Creta, ma sicuramente si celebravano anche altrove.
3
C.G.Leland, Il Vangelo delle streghe, Stampa alternativa Nuovi Equilibri Viterbo, 2001. Quest’opera
scritta nel 1899, ha avuto e continua avere molte ristampe.
10
conquistatrice del Cristianesimo a tramandarsi solo in segreto. Autori come Frazer,
Graves e Aldous Huxley che, come molti altri loro contemporanei, approvarono la moda
murrayana scrivendo al riguardo, sono stati, e sono in parte tuttora, “saccheggiati” dalla
filmografia e letteratura che continua riproporre questo paradigma. La Murray era stata
a sua volta influenzata dalla tesi di Bachofen sull’esistenza di forme di diritto femminile
arcaico, cavallo di battaglia dei primi movimenti femministi, (altra vivida caratteristica
della neostregoneria ed in particolare di alcune diramazioni di questa). Per completare il
quadro degli elementi ripresi e interpretati all’interno delle diverse sfumature
neostregoniche non potevo non accennare all’ambiente vittoriano in cui si è evoluta la
moderna teosofia e lo spiritismo. Rudolf Steiner e Helena Blavatskj, (soprattutto
quest’ultima), sono due figure fondamentali per i nuovi momenti religiosi perchè hanno
aperto l’Occidente moderno alle religioni orientali riprese poi dal movimento New Age,
di cui la Neostregoneria non è esente.
In epoca vittoriana, nessun’aspetto veniva trascurato dalla scienza, la nascita della
psicologia e il progresso anatomo-fisiologico nell’indagine delle funzioni mentali sono
stati oggetto di una ricostruzione accurata che incentivò l’emergere delle neuroscienze
nel secolo XIX. I ricercatori psicologici miravano a ottenere un’immagine della
spiritualità umana che risultasse compatibile con la concezione della natura. La crisi che
investì la fisica del secondo Ottocento fu rafforzata dai turbamenti religiosi, emotivi,
spirituali e intellettuali. La concezione dell’incalcolabile estensione delle potenzialità
mentali, fece emergere la questione se la personalità umana implicasse un elemento che
potesse sopravvivere alla morte del corpo. La psicologia Junghiana, in linea con queste
affermazioni, appare come un’altro leit-motive costante nello studio dei nuovi
movimenti neopagani.
Molti elementi della neostregoneria inoltre, sono direttamente collegabili alla storia
dell’Arte Magica Occidentale del XIX secolo.
Secondo la divisione di Introvigne
4
, diversi livelli di poteri magici sono collegabili a
quattro diversi tipi di magia tra cui possiamo riconoscere forme di magia pratica, di
magia gnostica, magia evocatoria e magia della vita, ( tecnica che mira al supremo
scopo di entrare nel mistero della vita per vincere la morte con l’immortalità spirituale o
4
M.Introvigne, Il cappello del mago, Sugarco Edizioni S.r.l, Milano 1990.
11
alchemica, tramite l’utilizzo dell’energia sessuale e le tecniche di respirazione per
arrivare a costruire il corpo di luce). Quest’ultima caratteristica è tipica della magia
cerimoniale le cui figure fondamentali sono Aleister Crowley e Dion Fortune, altri
personaggi chiave di alcuni dei principali nuovi movimenti religiosi.
Infine, i modi di trasmissione dei poteri possono essere di tipo iniziaziatico, pratica
caratteristica delle massonerie di frangia a cui, i primi fondatori della neostregoneria,
volevano riallacciarsi.
12
1.1. Tradizione Africana
La neostregoneria è un fenomeno sicuramente occidentale; alcuni dei rituali di tipo
magico, vengono comunque, dichiaratamente associati all’antica stregoneria africana.
Nonostante la tradizione africana rappresenti quindi, un argomento a sé stante rispetto al
fenomeno qui indagato, ritengo giusto farne qualche accenno. I culti affermatisi nelle
Americhe dai discendenti degli schiavi neri deportati dall’Africa (come il Voodoo ad
Haiti o l’Ubanda in Brasile), sono anch’esse, associate con la stregoneria per la matrice
tribale che mantengono.
Il famoso studio antropologico condotto negli anni Venti da Pritchard
5
sulla
popolazione Azande dell’Africa Centrale, spiega ciò che incarnava il concetto tribale di
stregoneria, importante per capire le analogie e le differenze con lo stereotipo stregonico
europeo medievale e ciò che è stato ripreso dal nuovo movimento moderno, (anche se le
pratiche a cui la neostregoneria si riferisce, sono accomunabili più ai concetti di magia
che a quelli propriamente della stregoneria Azande.)
Gli Azande credono che taluni individui siano stregoni e possano arrecare loro del male
in forza di una qualità intrinseca. Uno stregone non compie alcun rito, non pronuncia
formule magiche, non possiede medicine. Un atto di stregoneria è un atto psichico. Essi
credono anche che i fattucchieri possano loro nuocere compiendo riti magici per mezzo
di medicine malefiche. Gli Azande distinguono nettamente tra stregoni e fattucchieri.
Contro gli uni e gli altri ricorrono a divinatori, oracoli e medicine.
Pritchard, afferma che è sullo sfondo della stregoneria che si imperniano tutte le altre
credenze e i rapporti sociali della società. La filosofia naturale fornita dalla stregoneria,
spiega le relazioni tra gli uomini e gli avvenimenti sfavorevoli con un sistema di valori
che regola la condotta umana. Le persone che infrangono le regole del vivere sociale
sono quelle più spesso denunciate come stregoni.
Gli Azande ritengono che la stregoneria consista in una sostanza che risiede nel corpo
degli stregoni; una credenza che si riscontra in molti popoli dell’Africa centrale e
5
E.E.Evans Pritchard, Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande, Raffaello Cortina Editore, Milano
2002 (titolo originale, Witchcraft, Oracles, and Magic among the Azande, Oxford University Press 1976).
13
occidentale.(…)La stregoneria oltre ad essere una caratteristica fisica è anche ereditaria
(…)Essi credono che il concepimento avvenga all’unisono con le proprietà psichiche
dell’uomo e della donna
6
.
Il fatto di nascere stregoni, però, non è socialmente rilevante finché non c’è una vittima
che, in questo caso, deva essere vendicata. Facendo parte del corpo, la sostanza
stregante si sviluppa di pari passo con esso, ma essendo appunto organica, al di là della
probabilità per discendenza, non vi è modo di sapere se un uomo è o meno uno stregone
se non dall’autopsia mortuaria. Per questo verso gli anziani si manifesta molta
appresnsione, anche perché, la stregoneria opera quando non corre buon sangue tra lo
stregone e la sua vittima. In generale, le accuse di stregoneria e le consultazioni
oracolari attinenti, non vengono rivolte contro i nobili e i cittadini altolocati che
comunque, credono fermamente che la stregoneria possa danneggiarli da parte delle
proprie mogli.
A volte, la stregoneria può trovarsi in alcuni animali come i cani, capre, pipistrelli,
sciacalli, galli domestici con strani atteggiamenti e soprattutto uccelli notturni, ritenuti
anche al servizio degli stregoni. L’animale più temuto indicato da Pritchard, sembra
essere però una specie di gatto selvaggio chiamato adandara, ritenuto in grado di
accoppiarsi con le donne
7
. La modalità tramite la quale la stregoneria agisce è psichica:
l’anima dello stregone può lasciare la sua dimora corporea per andare ad appropriarsi
degli organi vitali della vittima, contenenti l’altrui anima, facendola piano, piano
ammalare fino ad ucciderla se non si interviene prima.
Essa cavalca l’aria emettendo una vivida luce. Di giorno questa luce può essere vista
soltanto dagli stregoni e dagli antistregoni messi sull’avviso dalle medicine, ma
chiunque può avere la rara sfortuna di osservarla di notte. Gli Azande dicono che la
luce della stregoneria somiglia al baluginare di una lucciola, solo che è sempre più
grande e brillante. Gli Azande dicono che un uomo può vedere la stregoneria quando va
a posarsi sui rami, poiché “la stregoneria è come il fuoco ed emana luce”.(…)
Qualunque cosa la cui azione non sia rilevabile dai sensi può parimenti essere spiegata
dall’esistenza di un’anima. Le medicine agiscono per mezzo della loro anima;
spiegazione, questa che copre il vuoto esistente tra un rito magico e il raggiungimento
6
Ivi. pp.1-3.
7
Altri agenti di malaugurio simili alla stregoneria sono associati ai i rapporti lesbici e al nascere nei
bambini dei denti superiori prima di quelli inferiori.
14
del fine cui mira. Anche l’oracolo del veleno ha un’anima, che ne spiega la capacità di
vedere quanto un uomo non può vedere.
8
L’azione stregante non è quindi, soggetta alle condizioni ordinarie della quotidianità,
ma si crede sia comunque limitata dallo spazio: non può colpire a grandi distanze, per
questo i primi ad essere accusati di stregoneria sono i vicini. Secondo la credenza gli
stregoni si accomunano negli scopi e dividono i successivi, macabri festini. Essi
possiedono una specie particolare di unguento che se sfregato sulla pelle, li rende
invisibili e in grado di operare il male anche con il loro corpo. Per convocarsi,
percuotono piccoli tamburi. Alla morte, essi diventano spiriti maligni. Gli antistregoni
sopraccitati, sono coloro che, a conoscenza della magia e della medicina, curano
fisicamente e psicologicamente le persone dalla stregoneria. Essi posseggono un sapere
esoterico acquisibile solo una volta iniziati ad una loro congrega. Le associazioni non
facevano parte della cultura zande antica, ma si sono create nei primi due decenni del
Novecento, considerate di origine straniera non incorporate nell’organizzazione sociale
e per cui, in un certo senso, sovversive. L’iniziazione ad esse, avviene attraverso una
sepoltura rituale.
Procedono soli o in coppia, diretti verso un casale la cui pace è stata turbata. Ognuno di
essi porta un cappello decorato da piume e una grande borsa di cuoio contenente pelli,
corni, fistule magiche, cinture, braccialetti da polso e da caviglia, costruiti con frutti
selvatici di varie specie, e semi
9
.
È raro, sottolinea l’autore, che le donne diventino antistregoni anche se alcune di esse,
spesso anziane o vedove, sono qualificate ad agire come guaritrici e godono di
considerevole fama. È molto raro comunque, che le donne prendano parte alle danze
degli antistregoni o ai pasti comuni che la professione comporta. Le danze avvengono
all’interno di cerchi tracciati con cenere bianca da cui i profani devono tenersi a
distanza. Dopo una danza frenetica, le profezie di stregoneria vengono rivelate con voce
che Pritchard ha definito di un medium che vede e sente qualcosa dall’esterno
10
.
8
Ivi. pp.12-14.
9
Ivi. p.82.
10
Ivi.p.94.
15
L’uso della magia per scopi socialmente approvati, come combattere la stregoneria, non
è considerata una pratica antisociale. Mentre il fattucchiere adopera la tecnica della
magia ricavandola dalle medicine, lo stregone agisce attraverso i soli poteri psicofisici.
Naturalmente anche il fattucchiere può essere malvagio ed opporsi alla magia buona al
pari della stregoneria. La magia, in generale, implica rituali che utilizzano oggetti
ricavati da vegetali. In molti riti magici, come per la materia medica, interviene
l’elemento omeopatico.
1.2. Ttradizione sciamanica
L’ampia documentazione analizzata nello studio di Eliade
11
, mostra come le avventure
dello sciamano ricordano quelle dei personaggi dei racconti popolari e degli eroi della
letteratura epica.
Quando prepara la trance, lo sciamano batte il tamburo, chiama i suoi spiriti ausiliari,
parla il linguaggio segreto degli animali imitandone il verso. Egli arriva ad ottenere un
secondo stato che mette in moto la creazione linguistica e i ritmi della poesia lirica
12
.
La tecnica sciamanica consiste nel passaggio da una regione cosmica all’altra, ovvero,
dalla Terra al Cielo o dalla Terra agli Inferni in quanto, lo sciamano conosce il mistero
delle rotture di livello. Questa comunicazione tra le zone cosmiche è resa possibile dalla
struttura stessa dell’Universo che viene concepito come ripartito in tre piani collegati tra
loro da un’ asse centrale. Il simbolismo relativo alle zone cosmiche è stato più volte
storicamente modificato intrecciandosi ad altri simbolismi più recenti ma lo schema
essenziale è comunque, riconoscibile: l’asse centrale passa per un’apertura per la quale
scendono gli dei dal cielo e i morti negli inferi, ed è grazie a questo asse che l’anima
dello sciamano in estasi può volare o discendere nelle diverse zone cosmiche. Il
11
M.Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi, ed. Mediterranee, Roma, 1992.
12
Eliade, op.cit.p. 400.
16
simbolismo legato al Centro è connesso con lo spazio sacro dove sono possibili le
manifestazioni sacre, ovvero le rotture di livello.
Questa concezione cosmologica non appartiene esclusivamente all’ideologia dello
sciamanesimo ma è un’idea universalmente diffusa, connessa alla credenza stessa nella
possibilità di una comunicazione diretta con il Cielo. A livello macrocosmico questa
comunicazione ha la sua raffigurazione in un Asse (Albero, Monte, Pilastro, ecc.), a
livello microcosmico è legata al pilastro centrale dell’abitazione come se ogni
abitazione umana fosse proiettata nel Centro del Mondo.
Il simbolismo e la magia del cane e del lupo, è relativa al cane funerario che defunti,
eroi e sciamani incontrano nella discesa agli inferi, ed è legato alle credenze nelle
società segrete cannibali insieme a tutto ciò che riguarda la lincatropia e le
trasformazioni in questi animali.
Il cavallo è l’animale funerario, lo psicopompo per eccellenza, immagine mitica della
Morte; per questo rientra nelle ideologie e nelle tecniche dell’estasi, tramite lui si rompe
il livello, per questo ha un valore di primo piano in certi tipi di iniziazione maschili. Il
bastone con la testa di cavallo, usato in alcuni rituali sciamanici ha avuto una diffusione
vastissima, cavalli ottipedi o acefali, sono riscontrabili nei miti e nei riti delle società
maschili germaniche e giapponesi. Cavalli polipedi o fantasma, hanno una funzione
estatica e funeraria, anche se non necessariamente sciamanica praticamente ovunque,
legati simbolicamente al cavallo di legno, hobby horse.
Il potere del fuoco si lega invece alla magia dei metalli che spiega la, anch’essa diffusa,
fama di stregoni connessa con la reputazione dei fabbri che li descrive come esseri
demoniaci. La concezione del calore mistico appartiene alla magia in genere, spesso la
trance estatica è ottenuta attraverso la realizzazione del calore interiore ottenuto con
mezzi meccanici.
Dappertutto nel mondo agli stregoni viene attribuito il potere del volo magico
sottoforma di animali, soprattutto uccelli, o spiriti. Secondo molte tradizioni, il potere di
volare era una caratteristica primordiale di tutti gli uomini.
Gli Indoeuropei, come tutti gli altri popoli, hanno avuto i loro maghi e i loro estatici con
funzioni definite nell’insieme della vita magico-religiosa della comunità. Sia il mago
che l’estatico disponevano di un modello mitico. Eliade, si domanda se si può parlare di
sciamanismo indoeuropeo nello stesso senso in cui si parla dello sciamanismo altico o
17
siberiano
13
; in che misura i vari popoli indoeuropei conservano tracce di una ideologia
legata ai temi essenziali di una tecnica sciamanica come l’ascesa in Cielo, la discesa
negli Inferni, la funzione di psicopompo, l’evocazione e incorporazione di spiriti, il
viaggio estatico, il dominio del fuoco, ecc.? Secondo l’autore, anche se non si può
considerare lo sciamanesimo dominante, ne sussistono tracce, in quasi tutti i popoli
indoeuropei. La religione indoeuropea è caratterizzata dalla supremazia di un Dio
uranico, dall’assenza o minor importanza di divinità femminili, dal culto del fuoco e via
dicendo. La tripartizione divina, altra caratteristica essenziale, corrisponderebbe nelle
religioni indoeuropee, all’organizzazione comunitaria e alla concezione sistematica
della vita magico-religiosa; ogni divinità possiede una funzione speciale e una
corrispondente mitologia. Secondo Eliade, una tale organizzazione si realizzò quando i
Proto-Indoeuropei non si erano ancora separati nei vari gruppi etnici e implicò
l’integrazione dell’ideologia e delle esperienze sciamaniche. I poteri sciamanici furono
però limitati in funzione di altri poteri e prestigi magico-religiosi; generalmente, le
tradizioni sciamaniche introiettate, si sarebbero raccolte intorno alla figura mitica del
Sovrano terribile, il cui archetipo sembra essere stato Varuna, il Maestro della magia, il
grande “Legatore”. Magie e tecniche dell’estasi di natura non sciamanica permangono
nelle religioni indoeuropee, come la magia dei guerrieri o le tecniche estatiche in
relazione con le grandi Dee materne e la mistica agricola, dovute invece, ai contatti
degli indoeuropei con il Vicino Oriente. Secondo Eliade, le trasformazioni subite dal
retaggio religioso delle diverse immigrazioni greche riversatesi dai Balcani verso l’Egeo
sono un indizio del fenomeno molto complesso di assimilazione e di rivalutazione
dovuto ai contatti con una cultura di tipo agrario ed urbano.
13
Ivi., p.401.
18
1.3. Ideologie e tecniche sciamaniche nelle tradizioni nordiche e
greche
La figura di Odino, Sovrano terribile e Grande Mago, per appropriarsi della saggezza
segreta delle rune, resta appeso ad un albero per nove giorni e nove notti come per il rito
della scalata iniziatica su un albero, eseguita dagli sciamani siberiani. L’albero al quale
Odino si impicca, viene interpretato come l’Albero cosmico Yggdrasil, nome che
significa “corsiero di Ygg”, ovvero di Odino. Nella tradizione nordica la selvaggina
viene chiamata “cavallo dell’impiccato” e certi riti d’iniziazione germanici
comprendevano una impiccagione simbolica, usanza diffusa anche altrove. Anche il
cavallo di Odino viene impiccato, tema mitico diffuso anche in Asia centrale e
settentrionale. Sleipnir, destriero di Odino, ha otto gambe ed è lui che porta il suo
padrone e altri deì all’Inferno. Il cavallo ad otto gambe, ricorda Eliade, è il cavallo
sciamanico per eccellenza, in relazione all’esperienza estatica. Odino ha la capacità di
mutare forma mentre il suo corpo giace come se dormisse in modo del tutto simile al
viaggio estatico sciamano per lottare tra loro sotto altre forme. Anche le tradizioni
nordiche menzionano spesso battaglie tra maghi analoghe, mentre i corpi dormono
distanti. Tradizioni scandinave parlano di spiriti ausiliari che prendono forme animali
percepibili ai soli sciamani. I due corvi di Odino, Hugin, “Pensiero” e Muninn,
“Memoria”, sembra rappresentino anch’essi, spiriti ausiliari. È da Odino che trae origine
la negromanzia: con Sleipnr, penetra nell’Inferno, Hel e ordina ad una profetessa morta
di risorgere dalla tomba per rispondere alle sue domande; necromazie di questo tipo
rientrano nell’orizzonte spirituale sciamanico. Secondo la tradizione nordica si può
divenire profeti sedendosi su delle tombe e poeti inspirati dormendo sul sepolcro di un
poeta. Questo costume lo ritroviamo tra i celti che, oltre a dormire sulla tomba di parenti
e antenati per divenire profeti, usavano mangiare carne cruda di toro, avvolgendosi nella
sua pelle per dormire e incontrare “amici invisibili” che comunicavano le risposte alle
domande che gli assillavano. Queste usanze si avvicinano all’iniziazione o inspirazione
dei futuri sciamani e maghi; l’idea che fa da substrato è la stessa: i morti conoscono
l’avvenire e rivelare cose nascoste. Il sogno è percepito universalmente come uno stato
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simile alla morte e può quindi portare agli stessi risultati. Le idee concernenti l’esistenza
dopo la morte non erano esenti di contraddizioni, le tradizioni germaniche e celte
parlano di varie sedi destinate ai trapassati, concordando con le concezioni di altri
popoli circa la pluralità dei destini. L’inferno viene collocato al Centro del Mondo,
sotto una delle radici di Yggdrasil. Si parla di nove piani sotterranei, stesso schema
cosmologico centro-asiatico dei sette o nove Inferni che corrispondono ad altrettanti
Cieli. Secondo la mitologia nordica, i giganti, affermavano che si poteva divenire
sapienti, cioè chiaroveggenti, grazie ad una discesa negli Inferni, ovvero attraverso
un’iniziazione di tipo estatico. Anche Odino, secondo il mito, è disceso negli Inferni per
recuperare un anima, come per le discese sciamane. Miti analoghi con gli stessi
riferimenti al cammino dei morti, ad ostacoli da attraversare quali, fiumi, ponti,
muraglie, fuoco ecc., sono diffusissimi, e spesso chi guida negli inferi è una donna
misteriosa che uccide un gallo che poi torna in vita. Ad Odino, era attribuita la pratica
magica seidhr, grazie alla quale poteva prevedere il futuro, causare morte, sciagure e
malattie. Queste stregonerie non venivano mai usate senza vergogna perchè venivano
delegate alle sacerdotesse o dee, Odino, infatti, apprese questa tecnica dalla dea Freyja.
Eliade afferma che le sedute di seidhr descritte nei testi da lui analizzati, presentano
sempre una seidhkona o spàkona, cioè una chiaroveggente, profetessa, con un costume
cerimoniale azzurro, ornata da gioielli, un copricapo di agnello nero con pelli di gatto
bianco e un bastone. Durante la seduta la profetessa usa sedersi su di un cuscino di
penne di gallina, posto su di un piedistallo elevato. Essa usa andare di fattoria in fattoria
per rivelare il destino degli uomini, predire il tempo, i raccolti, ecc. Di solito porta con
sé quindici giovinette e altrettanti giovani che cantano in coro in quanto la musica ha
parte essenziale nella preparazione all’estasi. Durante la trance della sacerdotessa, la sua
anima lascia il suo corpo per viaggiare nello spazio sottoforma di animale. Tutto questo
assomiglia alla seduta sciamanica per vari aspetti che comprendono il costume rituale,
l’importanza della musica e dell’estasi.
L’entusiasmo bacchico non rassomiglia invece, secondo Eliade, all’estasi sciamanica.
Le figure greche paragonabili agli sciamani, sembrano individuabili, invece, nei culti di
Apollo, (dove si rilevano esempi di allentamento delle malattie tramite sacrifici e
20
predizioni di calamità
14
), e nel mito di Orfeo. La discesa agli inferi per cercare l’anima
di Euridice nella versione che non menziona l’insuccesso finale, è l’esempio più
importante. Anche se l’orfismo di per sé non può essere avvicinato allo sciamanesimo,
delle laminette d’oro trovate in alcune tombe considerate orfico-pitagoriche, contengono
testi che indicano al morto la via da seguire nell’aldilà e possono essere ravvicinate a
testi analoghi tibetani che accompagnano insieme allo sciamano psicopompo, l’anima
del defunto. Anche nella simbologia del volo magico, legata alle ali di Ermete, si sono
voluti vedere richiami allo sciamanesimo; certi stregoni infatti, pretendevano di dare ali
alle anime dei trapassati per permettere loro di volare verso i Cieli. In questo caso però,
si ha anche a che fare con l’antico simbolismo dell’anima-uccello che appare intrecciato
a numerose e più recenti interpretazioni di origine orientale in relazione con i culti solari
e con l’idea di ascensione-apoteosi. Allo stesso modo la discesa di Er, ucciso sul campo
di battaglia e resuscitato dopo dodici giorni, nonostante l’influenza orientale sembra
mantenere nella transe catalettica il viaggio estatico sciamanico; Er vede infatti, i colori
del Cielo, l’Asse centrale e i destini degli uomini determinati dagli astri. Il simbolismo
relativo al destino degli uomini già scritto in un libro celeste, o sull’Albero della Vita,
trasmeso dalla divinità ai sovrani e ai profeti saliti in Cielo, è antichissimo e molto
diffuso in Oriente. Nel mito di Er, l’Asse cosmico diviene il Fuso della Necessità e il
destino astrologico si sostituisce al libro celeste, ma la situazione dell’uomo rimane
inveriata: è sempre per mezzo di un viaggio estatico che Er ha la rivelazione delle leggi
che governano il cosmos e la vita intendendo il destino e l’esistenza post mortem. La
14
Si tratta della leggenda di Abari che viene mostrato in volo su di una freccia, elemento importante nella
religione degli Sciti per la simbologia relativa legata al volo magico e presente anche in molte cerimonie
sciamane siberiane. Apollo ha anche relazioni con Aristeo di Proconeso, altra figure che cadeva in estasi;
il dio gli prendeva l’anima apparendo contemporaneamente in due luoghi distanti, accompagnando
Apollo sottoforma di corvo.
Anche a Ermotimo di Clazomene veniva attribuito il potere di abbandonare il corpo per molti anni,
viaggiando lontano ed acquisendo conoscenza del futuro; furono i suoi nemici a bruciargli il corpo
disanimato. Eliade riporta anche la leggenda di Epimenide di Creta che aveva dormito a lungo nella
caverna di Zeus sul monte Ida digiunando e praticando l’estasi; lasciò così la caverna come maestro di
“sapienza entusiastica”, cioè estatica e continuò a viaggiare praticando l’arte terapeutica, predicendo
l’avvenire, spiegando il senso nascosto del passato ed allontanando i mali inviati dai demoni. Spesso
l’estasi era però provocata attraverso il fumo di canapa, noto anche ai Traci e a gli Sciti. I kapnobàtai,
sarebbero stati dei danzatori e stregoni getici che usavano il fumo prodotto dalla canapa per le loro trance
estatiche. Altri elementi sciamanici, afferma Eliade, permasero nella religione tracia, ma non è sempre
facile individuarli; Polieno, ad esempio, Kosinga, sacerdote-re di tribù trace, usava minacciare i suoi
sudditi di recarsi dalla dea Hera salendo su una scala di legno e lamentarsi con lei della loro condotta.
L’ascensione simbolica in Cielo mediante una scala è tipicamente sciamanica, simbolismo attestato anche
in altre religioni del Vicino Oriente antico e del Mediterraneo.
21
struttura non cambia, è attraverso l’estasi che l’uomo realizza la sua situazione nel
mondo.
1.4. Eric Dodds: la prigione dell’anima.
Senofonte affermava che dalla morte possiamo aspettarci per l’anima, una libertà
maggiore di quella che si ha in sogno, in quanto il sogno è l’esperienza dei viventi che
più si avvicina alla morte
15
. Dello stesso parere erano Platone e Aristotele. Attribuendo
all’uomo un “io” occulto di origine divina e contrapponendo quindi l’anima al corpo,
s’inserì nella civiltà europea un’interpretazione nuova dell’esistenza umana. Questa
caratteristica, secondo Dodds è un elemento essenziale della civiltà sciamanica siberiana
che ha lasciato tracce del suo passaggio dalla Scandinvia, attraverso il continente
eurasiatico, fino all’Indonesia; la sua vasta diffusione prova la sua notevole antichità.
Quando nel VII secolo il Mar Nero si aprì al commercio e alla colonizzazione, i Greci
vennero a contatto con civiltà basate sullo sciamanesimo che arricchirono di nuovi
elementi la tradizionale rappresentazione greca dell’Uomo Dio. Questi nuovi elementi
vennero ben accettati in quanto rispondevano alle necessità. Secondo l’autore,
l’esperienza religiosa di tipo sciamanistico rispondeva al crescente individualismo
rispetto alle estesi collettive.
Pitagora è considerato uno sciamano greco, al quale si attribuiva una sapienza
conseguita nel corso di dieci o venti vite. Indizi della leggenda di Pitagora risalgono al
V secolo, come la leggenda di Empedocle che aveva fermato i venti con la magia,
richiamato in vita una donna e, scomparso corporalmente, fosse divenuto un dio
16
.
Dodds, come Eliade associa questi sviluppi con il personaggio mitologico Orfeo e con
15
E.R.Dodds, I Greci e l’irrazionale, RCS Libri S.p.A., Sansoni, Mlano, 2005 IV ed., (titolo originale,
The Greeks and the Irrational, University of California Press, Berkeley-Los Angeles 1951).
16
L’eredità spirituale sintetizzata nel libro di Dodds, muove dalla Scozia, attraverso l’Ellesponto e passa
nella Grecia d’Asia combinandosi con residui di tradizione minoica cretese, per emigrare verso
l’Occidente con Pitagora e Empedocle, ultimo rappresentante siciliano che diffuse la credenza in un io più
antico del corpo al quale sopravviverà.