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Introduzione
Lo strumento finanziario noto come securitisation
1
nasce in Prussia più di due
secoli fa, ma tale tecnica si sviluppa e si evolve nel più avanzato mercato
statunitense diventando una normale fonte di finanziamento per le imprese.
La cultura finanziaria elementare, la mancanza di una normativa specifica, la
riluttanza degli imprenditori all’apertura a forme di finanziamento differenti da
quelle tradizionali, come il prestito bancario, hanno frenato, in Italia, l’evolversi
della securitisation, come forma di finanziamento, di investimento e di
mitigazione del rischio.
La promulgazione della Legge n.130 del 30 aprile 1999 ha introdotto anche
nel nostro paese lo strumento finanziario della securitisation; con tale legge, il
legislatore ha voluto introdurre un quadro normativo ad hoc per regolamentare
questa tecnica di finanza strutturata, il cui vero e proprio sviluppo viene fatto
coincidere proprio a partire dal 1999; infatti già alla fine del 2001 il mercato
italiano si collocava al secondo posto in Europa con volumi pari a 30 miliardi di
euro.
Inizialmente, il mercato è stato dominato da operazioni di cessione dei
portafogli di crediti dubbi dei bilanci delle banche; infatti la legge del 1999
permetteva alle banche di ridurre tutti gli impieghi non performing che erano stati
accumulati durante il periodo di recessione degli anni Novanta. Grazie al successo
1
Nella prassi statunitense si parla di securtization, mentre in Francia titrisation. Si preferisce
l’accezione inglese di securitisation in quanto più vicina a quella di ABS (Asset Backed
Securities), con la quale vengono indicati i titoli emessi a fronte di un’operazione di
cartolarizzazione.
6
di queste operazioni, lo strumento della cartolarizzazione è stato utilizzato anche
per diversificare e ottimizzare i canali di finanziamento.
In Italia
2
, quindi, la securitisation può essere considerata uno strumento che
dopo essersi concentrato unicamente sulla cessione dei portafogli di crediti dubbi,
ad oggi comprende un ventaglio variegato di attivi; infatti da qualche anno questo
settore è caratterizzato da varie operazioni che possono essere classificate in:
• ABS (asset backed securities), titoli garantiti da crediti relativi ad
operazioni di leasing e prestiti personali;
• RMBS (residential mortgage backed securities), titoli garantiti da
portafogli mutui residenziali o misti;
• Operazioni effettuate dal Tesoro Italiano (MEF) riguardante sia la
categoria ABS che CMBS (commercial mortgage backed securities);
• CDO e, uno strumento di ultima generazione, i covered bonds
3
.
Dal punto di vista dei volumi cartolarizzati, l’Italia è al terzo posto in Europa,
dopo Regno Unito e Spagna; il trend seguito evidenzia una riduzione del numero
di operazioni contestualmente ad un incremento dei volumi per operazione.
2
GIANNOTTI (2004), La cartolarizzazione dei crediti: rischi e regolamenti, Franco Angeli
Editore
3
La disciplina dei covered bond sarà affrontata nell’ultimo capitolo
7
Tabella 1 - Trend del mercato italiano per tipologia di emissione
4
Il segmento RMBS continua ad essere uno dei motori principali della finanza
strutturata italiana, in virtù della crescita del mercato dei mutui residenziali offerti
dalle banche alle famiglie.
Il mercato ABS dovrebbe continuare a registrare un trend positivo in quanto
garantito dai prestiti personali considerata la crescita del credito al consumo e la
diffusione di prodotti simili, come le erogazioni finanziarie garantite dalla
cessione del quinto dello stipendio (CDQ). La differenza principale tra il prestito
personale e la CDQ sta nel fatto che il rimborso di questi ultimi è garantito dal
quinto dello stipendio del debitore; ad oggi le erogazioni CDQ sono effettuate da
piccole finanziarie, anche se, dato il loro successo, l’interesse da parte di banche
di maggiori dimensioni è sempre crescente.
Il procedimento in sintesi
La cartolarizzazione è una particolare tecnica della finanza che permette la
conversione di attività, che hanno una liquidità differita, in prodotti finanziari
4
PIZZUTILO FABIO (2002), Aspetti finanziari delle operazioni di securitisation, Giuffrè Editore
8
rappresentati da titoli negoziabili sul mercato per mezzo di una società
appositamente costruita (lo Special Purpose Vehicle).
Gli strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione,
sono definiti asset backed securities (o ABS), e generano un flusso di cedole di
ammontare determinato sulla base dei tassi di interesse fissi o variabili.
La società, che crea un ABS, scinde dal proprio bilancio i crediti, li
“impacchetta” e li vende sul mercato tramite lo SPV con l’obiettivo di originare
liquidità. In questo modo vengono traslati i flussi finanziari dal mercato del
credito a quello dei capitali. Si tratta di una tecnica di finanziamento che può
utilizzare qualsiasi categoria di impresa, sia finanziaria che industriale, anche se in
Italia ed in ambito internazionale, tale tecnica è stata utilizzata per lo più da
intermediari finanziari
5
.
Il momento importante di questa operazione è l’individuazione degli asset da
cartoralizzare e da cedere allo SPV; negli USA, ad esempio, dove il meccanismo
della cartolarizzazione si è sviluppato velocemente, gli asset che sono stati oggetto
di tali operazioni sono stati crediti relativi a mutui ipotecari, a finanziamenti, a
leasing, a carte di credito.
Il rischio principale di tale operazione è costituito dal mancato rimborso degli
ABS nel momento in cui c’è un mancato incasso del credito che sostiene
l’operazione; per limitare tale rischio, l’importo dei crediti ceduti è in genere
superiore al valore nominale delle obbligazioni emesse.
5
Fonte: www.ilsole24ore.it
9
I CAPITOLO
L’OPERAZIONE DI CARTOLARIZZAZIONE
1.1 Evoluzione storica
L’origine della securitisation viene fatta risalire alle prime emissioni
prussiane di cartelle rappresentative di mutui ipotecari; in realtà, tale operazione
ha origini molto più recenti, infatti la prima operazione “moderna” di
securitisation è stata effettuata nel 1970 quando l’agenzia federale statunitense
Government National Mortgage Association emise i primi titoli definiti MBS
coperti finanziariamente da mutui ipotecari garantiti dalla stessa agenzia
6
.
Proseguendo nei diversi anni, le emissioni di tali titoli furono effettuate
esclusivamente tramite le Agenzie Governative, le quali sono state un importante
elemento di sviluppo del mercato degli MBS; infatti, in Europa la mancanza di
simili organizzazioni è stata considerata una delle principali cause del ritardo che
il vecchio continente si porta dietro rispetto agli USA
7
.
Lo sviluppo del mercato degli MBS negli Stati Uniti è stato la conseguenza
della grande richiesta di mutui ipotecari negli anni ’70; i vari istituti di credito
specializzati in questa tipologia di operazioni incontrarono difficoltà nel
reperimento di risorse finanziarie necessarie per soddisfare la domanda di mutui.
6
Le agenzie menzionate sono quelle istituite con la “National Housing Act” del 1934 per
affrontare la crisi di liquidità del mercato dei mutui ipotecari conseguente alla depressione degli
anni trenta.
7
PIZZUTILO FABIO (2002), Aspetti finanziari delle operazioni di securitisation, Giuffrè Editore
10
Le varie cartolarizzazioni effettuate grazie all’intervento delle Agenzie
Governative permisero di smobilizzare parte del portafoglio mutui e di far fronte
alla richiesta di nuovi prestiti; tale operazione consentì di migliorare anche la
gestione del rischio di interesse (mismatching delle scadenze) delle banche in
quanto si indebitavano a breve concedendo mutui a media e lunga scadenza.
Suddette agenzie continuano ad avere nel mercato statunitense delle
cartolarizzazioni di elevata importanza; è possibile evidenziare ciò riportando i
volumi di emissioni di MBS delle tre agenzie governative dal 1980 in poi.
Tabella 2 - Volumi di emissioni di MBS dal 1980 in poi (dati espressi in miliardi di USD)
8
Durante i primi anni ’80, inoltre, furono realizzate le prime operazioni di
cartolarizzazione su assets differenti dai mutui ipotecari, ad esempio:
8
Fonte: Rielaborazione dati da www.bondmarket.com
11
• Crediti al consumo (1984);
• Prestiti per acquisti di autovetture (Marine Midland Bank, 1985);
• Contratti leasing di computer (Sperry Corp., 1985);
• Carte di credito (Republibank Deleware, 1987).
I titoli emessi in virtù di queste operazioni vennero denominati ABS (Asset
Backed Securities). La dottrina statunitense utilizza con due accezioni diverse i
termini MBS e ABS; il primo indica titoli cartolarizzati il cui sottostante è
rappresentato da mutui ipotecari, il secondo indica titoli il cui sottostante è
diverso.
La dottrina europea, invece, non mette in luce questa netta differenza; infatti
viene utilizzato il termine ABS per qualsiasi titolo emesso in seguito ad
un’operazione di cartolarizzazione, mentre MBS viene utilizzato per indicare gli
ABS che hanno un sottostante definito da un mutuo ipotecario.
Trasferendoci in Europa, il mercato della cartolarizzazione ha avuto uno
sviluppo più lento anche a causa del forte ritardo nell’introdurre un quadro
normativo di supporto. Nel 1985 è stata effettuata la prima operazione di
cartolarizzazione in Gran Bretagna dalla Bank America Finance Iternational su un
portafoglio di mutui residenziali; mentre nel 1987 ci fu l’emissione di MBS
effettuata dalla Trustee Savings Bank
9
.
L’esperienza inglese fu prontamente seguita dalla Francia, dove nel 1988 fu
anche approvata una legge sulla cartolarizzazione dei crediti.
9
PIZZUTILO FABIO (2002), Aspetti finanziari delle operazioni di securitisation, Giuffrè Editore
12
La differenza che è possibile evidenziare tra lo sviluppo della securitisation in
Europa e quella in USA, risiede nel fatto che negli Stati Uniti tale tecnica di
finanza strutturata è stata la risposta alle difficoltà emerse da una crescita
esponenziale del mercato del credito immobiliare; in Europa, tale strumento è
stato utilizzato dalle banche per poter raggiungere in modo più agevolato i livelli
di patrimonializzazione richiesti dagli accordi sul capitale del Comitato di Basilea.
In Italia, questa tecnica finanziaria è stata ostacolata, come già detto, anche
dalla mancanza di un quadro normativo specifico, infatti la prima vera operazione
di cartolarizzazione è datata 1990 ed è stata realizzata dalla Citifin Finanziaria
Spa, su un portafoglio di 210 miliardi di lire di prestiti per acquisto auto
1.2 Le fasi dell’operazione di securitisation
La cartolarizzazione coinvolge diversi soggetti
10
:
• Il soggetto (Originator) che cede gli asset da cartoralizzare
• lo SPV, che acquista gli asset trasformandoli in titoli negoziabili
(ABS)
• l’investitore che acquista tali titoli
Lo schema alla base dell’operazione è molto lineare e si realizza nella
cessione di crediti o di altre attività finanziarie da parte di un soggetto detto
originator ad una società veicolo (SPV), la quale provvede alla conversione di
suddetti crediti in titoli negoziabili sul mercato.
10
DRAGO DANILO (2007), Securitization, CDO e covered bonds, Bancaria Editrice
13
Figura 1 Schema base di un'operazione di securitisation
11
corrispettivo cessione emette i titoli
ORIGINATOR SPV
prezzo sottoscrizione
INVESTORS
cessione assets rim b. titoli e pagam. int.
flussi non monetari
flussi monetari flussi di cassa
derivanti dagli assets
1.2.1 L’originator
“Ci si può chiedere se anche le imprese industriali o commerciali possano
essere Originator, con la massa dei loro crediti, ai fini di impostare un’operazione
di securitisation. La risposta può essere positiva in linea teorica ma negativa in
linea pratica in quanto essi soddisfano le loro esigenze, molto più semplicemente,
con un’operazione di factoring” (FRIGNANI).
L’originator è il soggetto che ha la titolarità di assets che sono oggetto di
cartolarizzazione e che possono essere suddivisi in assets fruttiferi di interessi
come i prestiti bancari, i mutui ipotecari, i canoni di leasing e assets infruttiferi di
interesse come i crediti commerciali e flussi derivanti da prestazioni future.
Qualsiasi impresa, in linea teorica, può accedere a questa forma di finanziamento
affinché disponga di assets facilmente individuabili e cedibili a terzi, ma nella
11
Fonte: Rielaborazione dati da Drago Danilo (2007), Securitization, CDO e covered bonds,
Bancaria Editrice
14
pratica sono spesso le banche e le società finanziarie ad utilizzare tale tecnica
finanziaria
12
.
Nella realtà sempre più imprese commerciali e industriali ricorrono alla
securitisation, imprese quali Olivetti, Cremonini, Cirio e di recente anche società
calcistiche quali la Fiorentina Calcio e Lazio Spa, imprese cinematografiche come
Cecchi Gori Group e società discografiche. Le difficoltà che tali imprese
incontrano, però, sono di gran lunga superiori a quelle affrontate dalle banche, a
causa della difficoltà a possedere asset facilmente cartolarizzabili e ottenere dei
convenienti finanziamenti alternativi.
Il motivo principale, infatti, che potrebbe spingere un soggetto ad effettuare
un’operazione di cartolarizzazione è proprio la ricerca di una fonte di
finanziamento alternativa a quella tradizionale; tale tecnica sarà preferita nel
momento in cui presenti un profilo costi-benefici migliore rispetto ad altre forme
di raccolta. La maggiore efficienza ed il costo più basso sono dovuti alla capacità
dell’emittente di emettere titoli che possano avere un rating più alto e quindi un
tasso di interesse più basso rispetto ad altre forme di finanziamento che si
baserebbero solo sulla valutazione del merito creditizio dell’Originator stesso
13
.
Di recente anche alcuni governi hanno fatto ricorso all’operazione di
securitisation, infatti, il governo italiano è stato uno tra i primi ad utilizzare la
securitisation con un’operazione di 4.650 milioni di Euro. Nel 1999, i crediti
INPS per contributi sociali in mora e crediti previdenziali, sono stati cartolarizzati
12
www.securitisation.it
13
LA TORRE M., (1995) Securitisation e banche. La titolarizzazione degli attivi bancari:
tecniche operative, quadro normativo e riflessi gestionali, Il Mulino
15
con l’obiettivo di ridurre il deficit pubblico e rispettare i criteri previsti per
l’accesso alla terza fase dell’Unione Monetaria Europea. La società veicolo
dell’operazione è stata la S.C.C.I. Spa controllata da una fondazione olandese.
L’operazione di securitisation, può essere effettuata anche per raggiungere
altri obiettivi diversi da quelli descritti fin’ora:
• migliorare la struttura patrimoniale e finanziaria dell’impresa;
• semplificare l’attività amministrativo-contabile dell’azienda;
• trasformare attività illiquide in liquidità
14
;
• ottenere mezzi finanziari altrimenti non acquisibili;
• migliorare la gestione del rischio di liquidità;
• migliorare la gestione del rischio di credito;
• migliorare la gestione del rischio di cambio;
1.2.2 Lo Special Purpose Veichle
La società veicolo è appositamente costituita per acquistare il pool di attivi
ceduti dall’originator e per la successiva emissione di titoli; la presenza di tale
organismo consente di sottrarre all’originator i beni oggetto di cartolarizzazione,
di destinarli al servizio degli ABS e di scindere il rischio di investimento nei titoli
cartolarizzati dal merito creditizio dell’originator.
Le funzioni speciali che svolge lo SPV sono:
14
Per la Granarolo Felsinea, infatti, la cartolarizzazione dei crediti commerciali effettuata nel 1997
ha consentito di reperire risorse finanziarie necessarie per sostenere il piano di sviluppo che ha
portato la società a diventare una delle aziende leader in Italia del latte fresco.
16
• trasferire sugli investors i rischi relativi alle attività cartolarizzate
• sottrarre i flussi di cassa prodotti dai beni dal rischio di impresa
dell’originator
• essere l’emittente degli ABS
• essere il finanziatore dell’originator
Lo SPV può anche essere funzionale al desiderio dell’Originator di mantenere
l’anonimato sullo svolgimento dell’operazione.
Affinché la società veicolo possa svolgere queste funzioni è necessario che
non eserciti altre attività, che sia del tutto indipendente dall’originator in modo da
evitare che un’eventuale insolvenza del cedente possa intaccare la capacità di
assicurare il servizio del debito. Quindi lo SPV si configura come una bankruptcy
remote finance company, ossia società a bassissimo rischio di fallimento; gli
investitori che sottoscrivono titoli emessi da suddetta società sono posti al riparo
da possibili crisi finanziarie dell’originator.
Lo SPV, inoltre, non ha necessità di possedere un capitale sociale ingente;
infatti, i mezzi finanziari necessari per acquisire i beni cartolarizzati sono raccolti
con l’emissione di ABS e, le obbligazioni verso i possessori di titoli cartolarizzati
sono “with limited recourse”, ossia non garantiti né dal patrimonio del cedente né
da quello del veicolo ma dal portafoglio di attività acquistate dallo SPV.
Quindi, possiamo affermare che la società veicolo è un organismo thin
capitalised, dato che l’ampiezza del capitale sociale è ininfluente ai fini della
riuscita dell’operazione di cartolarizzazione.
17
Tabella 3 - Sintesi delle Funzioni e delle caratteristiche di SPV
15
FUNZIONI CARATTERISTICHE
• Sottrarre i flussi di
cassa generati dai beni
cartolarizzati dal rischio
di impresa
• Emettere gli ABS
• Essere finanziatori
dell’originator
• Scorporare i beni dal
bilancio dell’originator
• Consentire l’anonimato
del cedente
• Non esercitare altre
attività
• Responsabilità “with
limited recourse”
• Non generare costi
elevati
• Thin capitalisation
• Non avere finalità di
lucro
• Bankruptcy remoteness
S
P
V
Possiamo identificare due tipologie di strutture all’interno delle quali inserire
i differenti modelli di configurazione finanziaria della società veicolo. Una,
conosciuta come “pay-through”, utilizzata nella prassi anglosassone nella quale si
identificano tutte le cartolarizzazioni strutturare in modo tale che lo SPV raccolga
risorse finanziarie attraverso operazioni di natura creditizia (emissione di
obbligazioni, sub-partecipation); in questo modo il sottostante diviene di proprietà
di uno SPV ed i titoli emessi hanno natura di debito dell’emittente.
La seconda struttura, impiegata in Francia, è denominata “pass-through”,
essa è caratterizzata dal fatto che l’operazione che effettua l’investitore con la
società veicolo non è di natura creditizia; infatti le risorse raccolte dallo SPV per
effettuare il pagamento all’originator derivano dall’emissione di quote di
partecipazione al capitale del veicolo. I titoli emessi dallo SPV non incorporano
un diritto di credito nei confronti della società ma di proprietà sugli attivi
15
Fonte: PIZZUTILO FABIO (2002), Aspetti finanziari delle operazioni di securitisation, Giuffrè
Ed.
18
cartolarizzati: l’investitore è proprietario del veicolo in base alla quota di
possesso.
Nella struttura “pay-through”, può essere effettuata un’ulteriore distinzione
in base al pagamento degli interessi agli investitori ed i rimborsi degli ABS siano
strettamente correlati ai flussi di cassa generati dai sottostanti o meno.
Nel primo caso si parla di “pay-through propriamente detta”, nel secondo
caso di “asset backed bonds structure”; nella “pay-through propriamente detta”,
i flussi di interesse di rimborso all’investitore sono legati ai flussi di cassa generati
dai sottostanti cartolarizzati, invece, nella “asset backed bonds structure” gli
investitori ricevono i pagamenti in base ad un piano di ammortamento definito nel
momento dell’emissione. Quest’ultima modalità dell’operazione comporta
difficoltà per lo SPV derivanti da un eventuale mismatching tra scadenze dei
pagamenti agli investitori e flussi generati dai beni cartolarizzati; di contro tale
struttura consente di offrire maggiore flessibilità operativa all’investitore, in
quanto permette di immettere sul mercato ABS con caratteristiche simili a quelle
preferite dagli stessi.
Altre valutazioni riguardanti lo SPV devono essere fatte in merito al Paese in
cui costituire la sede legale; i fattori da analizzare sono la tipologia di beni da
cedere, le disposizioni legali e fiscali, ecc. Generalmente si preferisce optare per
paesi fiscalmente off-shore come Lussemburgo, Isole Cayman, Antille Olandesi,
Jersey.