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INTRODUZIONE
Edward Bond è considerato tra i più importanti
drammaturghi inglesi “impegnati” del „900.
Come per altri suoi contemporanei, la sua
carriera inizia in seno alla English Stage Society, la
compagnia teatrale con sede al Royal Court Theatre di
Londra, che alla fine degli anni Cinquanta iniziò una
politica di incoraggiamento di nuovi autori.
Le sue prime opere, tutte andate in scena al
Royal Court tra la seconda metà degli anni Sessanta e
la prima metà degli anni Settanta, fecero scalpore per
i contenuti scioccanti e dissacratori, tanto che
spesso la censura ne proibì le repliche.
Sicuramente le polemiche scoppiate intorno al
“caso Bond” su quotidiani e settimanali, polemiche che
divisero l‟opinione pubblica in entusiasti e
scandalizzati, contribuirono ad attirare l‟attenzione
sul problema della censura, che finì con l‟essere
abolita nel 1968.
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Nonostante i primi due lavori rivelino
l‟influenza del teatro di denuncia sociale sul genere
di Osborne e Wesker, già con la terza opera, Early
Morning, Bond si distacca dagli Angry Young Men e
dalla drammaturgia realista, dimostrando subito di
essere un autore difficilmente assimilabile ad una
corrente o ad una scuola
1
.
Bond definisce i suoi primi dieci anni di
attività un periodo di tirocinio, durante il quale ha
preso coscienza del preciso significato politico che
intendeva dare alla sua opera e, contemporaneamente,
ha sperimentato e cercato di combinare diverse
tecniche drammatiche – dal teatro surrealista a quello
epico di impronta brechtiana, dal teatro dell‟assurdo
al genere agit-prop – alla ricerca di uno stile
personale.
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A proposito degli Angry Young Men, dice in una intervista:
“Assunsero una posizione rivoluzionaria, ma non ne chiarirono il
senso. Ciò fece perdere valore ai loro scritti. Contestavano
varie cose che non funzionavano, ma senza aver esaminato il
motivo di quella loro rabbia e le possibilità di un cambiamento
effettivo di ciò che più li arrabbiava. Basavano tutto sulla
rabbia, ma non è sufficiente arrabbiarsi” (Bond e il suo re, a
cura di R.De Baggis, Sipario n° 317, ottobre 1972)
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La decisione di distaccarsi definitivamente dalla
English Stage Society alla fine degli anni Settanta
nasce proprio dall‟esigenza di definire in completa
libertà la base ideologica sulla quale fondare una
nuova drammaturgia.
Bond non vuole più solo limitarsi a denunciare
quello che non va nella società contemporanea, ma
vuole proporre, attraverso le sue opere, un progetto
per una società alternativa a quella esistente, basata
su principi nuovi, in grado di creare un‟umanità più
libera e più felice. Mentre all‟inizio il suo scopo
primario era quello di scuotere le coscienze del
pubblico, costringendolo ad assistere alla violenza
del mondo in cui viviamo, successivamente si convince
che il teatro può gettare le fondamenta per una vita
migliore.
Certo, una rappresentazione teatrale non può
cambiare il mondo, ma può “co-operate with all those
who are in any way involved in rationally changing
society and evolving a new consciousness. It may
initiate the change in some people.”
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2
E.Bond, A Note On Dramtic Method, in The Bundle, Methuen,
London 1978, pagg.XII-XIII
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La differenza fra Bond e i “giovani arrabbiati”
sta nella sostituzione della rabbia con la
razionalità: ispirandosi alle teorie di Brecht, egli
vuole creare una drammaturgia in grado di cambiare
quello che la generazione di Osborne si limitava a
contestare.
Il primo passo che compie per creare un “teatro
razionale”, è proprio un‟analisi delle caratteristiche
formali del teatro epico. Egli non intende scrivere
dei drammi che riproducano fedelmente il lavoro di
Brecht, ma, come spiega nell‟introduzione a The Bundle
(la sua prima opera dopo l‟abbandono del Royal Court),
vuole continuare a sperimentare sulla strada tracciata
dal drammaturgo tedesco.
Nel corso degli anni ha sviluppato una personale
idea sulla struttura di un testo teatrale, sotto molti
aspetti persino contrastante rispetto alle
caratteristiche del teatro epico brechtiano. Quello
che continua ad accomunare i due autori è l‟intento di
creare un teatro “rivoluzionario”, in grado di
contribuire attivamente alla creazione di una società
socialista.
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Dal 1978 Bond si dedica anche alla regia delle
sue opere, da una parte perché – a suo parere – i
registi, troppo preoccupati di riempire le platee di
spettatori paganti, tendono a tradire la sostanza dei
suoi testi, dall‟altra perché il lavoro a stretto
contatto con gli attori stimola la sua attività di
scrittore: le difficoltà che incontra sul palcoscenico
lo aiutano a sviluppare le sue teorie in modo che non
siano soltanto funzionali al contenuto politico
dell‟opera, ma anche alle esigenze pratiche della
messa in scena.
Uno dei progetti, ancora irrealizzato, di Bond, è
trovare un proprio spazio, un teatro tutto suo, nel
quale poter attuare liberamente ai suoi progetti.
Nella prospettiva di lavorare in futuro con una
propria compagnia, Bond sta elaborando anche un
metodo di approccio al testo, sul modello di quelli
codificati in passato da Brecht e da Stanislavkji, con
lo scopo di formare una nuova generazione di attori,
capace di rendere, attraverso l‟interpretazione, la
complessità della sua teoria sui diversi piani di
lettura di un testo teatrale.
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Sicuramente, proprio per gli sforzi volti a
creare uno stile personale e a codificare una teoria
originale sulla drammaturgia, la regia e la messa in
scena, Bond è uno degli autori sperimentali più
interessanti della sua generazione, anche se ancora
non è riuscito ad esporre in modo chiaro ed organico i
punti salienti del suo nuovo modo di fare teatro.
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Capitolo 1
IL CLIMA CULTURALE
Bond, insieme con Arden, Osborne e Wesker, è un
“prodotto” del Royal Court Theatre, dove nel 1956 la
English Stage Society inaugurò la sua politica di
incoraggiamento di nuovi talenti. Il primo direttore
artistico, George Devine, intendeva creare un teatro
d'autore, "a place where the dramatist is acknowledged
as the fundamental creative force in the theatre and
where the play is more important than the actors, the
director, the designer"; voleva scoprire "hard-
hitting, uncompromising writers whose plays are
stimulating, provocative and exciting"
1
.
La produzione al Royal Court di Look Back in
Anger di John Osborne, nel maggio del 1956, è
considerato il punto di partenza di una nuova
drammaturgia inglese, in netta contrapposizione al
well-made-play del periodo prebellico, che nella prima
1
The Royal Court Theatre, sito web
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metà degli anni cinquanta ancora spopolava nei teatri
del West End.
La seconda guerra mondiale aveva segnato la fine
dell'Impero britannico, e del ruolo di grande potenza
che la Gran Bretagna aveva occupato fino a quel
momento. Nel 1945 i laburisti erano andati al governo
con l‟intenzione di costruire una società più giusta
in grado di consentire pari possibilità economiche e
culturali a tutti i cittadini, e di abolire i vecchi
privilegi di classe che avevano caratterizzato
l‟Impero. La nazionalizzazione di alcune industrie, la
creazione di nuove università e scuole superiori,
l‟organizzazione di un sistema assistenziale (Welfare
State) a favore dei meno abbienti non furono misure
sufficienti a soddisfare l‟ansia di cambiamento che si
era venuta a creare nel paese, e i laburisti non
furono riconfermati al potere. Il clima di tensione
creato dalla guerra fredda servì al governo
conservatore (entrato in carica nel 1951) a
identificare il socialismo con lo stalinismo e a
conquistare il consenso di gran parte della
popolazione, mentre al di fuori dei partiti - e in
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contrapposizione ad essi - sorgevano due movimenti, la
New Left e il Cnd (Campaign for Nuclear Disarmament),
che seppero entusiasmare la gioventù inglese, ma che
non riuscirono nel tempo a trasformarsi in forze
politiche organizzate.
Il periodo fu contrassegnato da una profonda
crisi dei valori e da complesse trasformazioni
sociali; soprattutto fra i giovani cresceva
l'insoddisfazione per l'incongruenza fra i vecchi
ideali e una realtà decisamente mutata, fra le attese
di giustizia sociale e il mantenimento delle strutture
classiste del passato.
Nel 1966 il Royal Court pubblicò un resoconto
illustrato dei suoi primi dieci anni di vita; lo
concludeva un articolo di George Goetschius, che
lavorava come ricercatore al London Council of Social
Service, dal titolo The Royal Court in its Social
Context, dove venivano analizzate le ragioni che
avevano portato il teatro a diventare il punto di
incontro della drammaturgia sociale e politica.
Egli scriveva che a causa dei cambiamenti seguiti
alla seconda guerra mondiale - soprattutto la
crescente mobilità geografica e la possibilità per un
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sempre maggior numero di persone di accedere ad un
livello di istruzione superiore - si rendeva
necessario uno spazio nuovo, che raccogliesse
all'interno della struttura classista britannica il
nuovo gruppo sociale che si stava formando.
Questo gruppo era composto essenzialmente da tre
categorie: i figli di quella porzione di operai o
artigiani arricchiti che si erano lasciati alle spalle
ogni legame con la classe operaia, esponenti della
piccola borghesia che stavano raggiungendo il successo
sia nelle vecchie professioni, sia nelle nuove (ad
esempio, nelle telecomunicazioni o nell'industria), e
un piccolo gruppo di medio-alto borghesi che volevano
rompere con gli schemi della società prebellica (ad
esempio, i figli degli amministratori delle colonie).
Concludeva: "All three of these elements had in
common the need to clear away part of the middle class
way of life and to make the necessary psychological
place within which to establish their new identity.
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This involved questioning the old identity and the
social paraphernalia which surrounded it..."
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Jimmy Porter, il protagonista di Look Back in
Anger, di estrazione popolare, ma intellettuale, anti-
tory, giovane e ribelle, divenne il simbolo di questa
generazione di transizione.
Il dramma di Osborne, paragonato alle opere che
venivano messe in scena nei teatri del West End, che
continuavano a proporre un rispettabilissimo ambiente
alto-borghese recitato in perfetto e raffinatissimo
inglese, era decisamente sconvolgente: si svolge in
una mansarda, il dialogo è pieno di urla, insulti e
oscenità, e il protagonista in lunghi monologhi
attacca indiscriminatamente l'establishment e il
conformismo della società inglese.
Il successo di Osborne non servì soltanto ad
incoraggiare il Royal Court a continuare nella sua
politica in favore di nuovi autori, ma creò una
domanda del tutto nuova anche da parte di altri
teatri, indirizzando verso la forma drammatica una
2
G.Goetschius, The Royal Court in its Social Context, in Ten
Years at the Royal Court: 1956-1966, pubblicato dal teatro
stesso nel 1966
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quantità di energie creative che la resero la forma
privilegiata della comunicazione dell'esperienza e
della riflessione sulla realtà.
Un fattore non trascurabile di questo sviluppo
eccezionale del teatro inglese del dopoguerra è
l‟introduzione, nel 1945, di un sistema di sovvenzioni
tramite l‟Arts Council, un ente statale non
direttamente legato al governo. Il Drama Department
dell‟Arts Council distribuì in quegli anni contributi
per la costruzione di nuovi teatri e la fondazione di
nuove compagnie, ma soprattutto - dal 1952 in poi –
borse di studio per nuovi autori; anche Bond ne
beneficiò nel 1966.
I nuovi scrittori del periodo 1956-60, parlando
dei loro problemi, della loro condizione all'interno
di una società che sentivano ingiusta e soffocante,
portarono in scena la realtà contemporanea,
risvegliando un nuovo interesse pubblico nei confronti
del teatro.
Il rinnovamento relativamente alla drammaturgia
precedente fu soprattutto di tipo tematico. In
generale i giovani autori si rifacevano, per quanto
riguarda la forma, al teatro tradizionale,