5
1. Introduzione
Il presente lavoro cercherà di entrare nel mondo
museale madrileno passando attraverso le esperienze, così
diverse, dei tre principali musei della capitale spagnola:
il Museo del Prado, il museo di arte contemporanea Reina
Sofia e il museo creato attorno alla collezione Thyssen-
Bornemisza e oggi installato nel Palacio de Villahermosa.
Tre musei e tre diverse storie, a volte legate tra
loro, soprattutto per quanto riguarda il Museo del Prado e
il Centro Nacional de Arte Reina Sofia, che uniscono il
panorama cittadino del Paseo del Prado.
Grazie a questi tre straordinari musei, collocati a
così breve distanza tra loro, Madrid ha consolidato la sua
condizione di capitale culturale. Le collezioni artistiche
dei tre musei, tanto diverse come vedremo per origine e
contenuti, raggruppano una così vasta quantità di
capolavori che si è giunti a rinominare questo singolare
gruppo museale “TriÆngulo de Oro de la Cultura”. Tale
condizione “aurea” è consolidata anche dal marchio
urbanistico che abbraccia i tre edifici: il Paseo del Prado
appunto, autentica arteria culturale della capitale
spagnola. Attraverso un'unica via, il visitatore
interessato può formarsi una cultura sull'arte, dal
rinascimento fino alle ultime manifestazioni dell'arte dei
nostri giorni.
Inoltre gli stessi edifici, depositari e custodi delle
collezioni artistiche, catturano l'attenzione dei
visitatori grazie alla loro indiscutibile condizione
monumentale. Caratteristica comune ai tre edifici è la loro
origine decisamente lontana da quella di “museo d'arte”.
Nonostante ciò, oggi svolgono con particolare dignità
6
questo oneroso compito grazie anche all'impegno dello Stato
spagnolo che, per il potenziamento di questo Triangolo
Culturale, ha sviluppato complessi piani e progetti di
ampliamento architettonico: il Ministerio de Educación,
Cultura y Deporte ha avviato infatti un'ambiziosa strategia
di modernizzazione e ampliamento degli stessi.
Analizzando la storia, spesso travagliata, delle
collezioni, verranno dunque presentati gli edifici che le
accolgono con i loro rispettivi ampliamenti (Museo Thyssen-
Bornemisza 2004, Centro Nacional de Arte Reina Sofia 2005,
Museo del Prado 2007)e lo spostamento della collezione del
barone Heinrich Thyssen-Bornemisza da Villa Favorita,
Lugano, al Palacio de Villahermosa a Madrid (avvenuto nel
2002). Alla fine di questi lavori di ampliamento i tre
musei si trovano a disporre di grandi spazi espositivi
addizionali, uniti ai nuovi auditori, biblioteche e ai
servizi di caffetteria, ristoranti e book-shop. Per ogni
singolo caso vedremo come si tratti inoltre di un grande
progetto architettonico che riflette il talento di alcuni
tra i migliori architetti contemporanei. Per portare a
compimento questo ambizioso progetto il Governo spagnolo ha
imposto un investimento eccezionale di 147 milioni di euro.
Vedremo inoltre come l'obiettivo di questi musei non
sia soltanto quello di incrementare il riscontro di
pubblico e di “metri quadrati”, quanto quello di
comprendere i diversi interessi e la necessità dei
visitatori che oltrepassano la loro soglia. La volontà di
mostrare una parte sempre maggiore delle proprie collezioni
si fonde con la necessità di rendere memorabile la visita,
giocando un ruolo fondamentale nella rivitalizzazione della
città. Allo stesso tempo c'è il desiderio di aumentare la
qualità dei servizi interni dei singoli musei sia per
7
quanto riguarda la ricerca o la didattica che per quanto
riguarda la comunicazione con i diversi segmenti di
pubblico.
Seguirà un'analisi dei percorsi espositivi delle
prestigiose Collezioni Permanenti dei tre musei per capire
il rapporto del singolo museo con le sue opere e il loro
sviluppo piø o meno didattico o puramente espositivo
all'interno dell'edificio. Vedremo così la nota
classificazione per “scuole nazionali” nel Museo del Prado,
un percorso lineare attraverso la storia della pittura per
quel che riguarda il Museo Thyssen-Bornemisza e il medesimo
criterio applicato all'arte contemporanea nel Museo
Nacional Centro de Arte Reina Sofia, con qualche difficoltà
per la zona dedicata all'arte dei nostri giorni.
8
9
2. Il Paseo del Prado: cuore artistico di
Madrid
Madrid è una delle piø giovani tra le grandi città
d'Europa, una capitale in possesso di un ricco patrimonio
culturale che oggi sta attraversando un periodo di rapidi
cambiamenti, riuscendo a cogliere gli insegnamenti delle
altre città e a trasformarsi in un'autentica metropoli. La
sua vita culturale è fondamentale in questa nuova
transazione: Madrid combina una tradizione artistica
singolare con uno spirito aperto a nuove idee. Le sue
collezioni d'arte ben note in tutto il mondo, i suoi
fiorenti musei - con il conseguente pubblico da essi
attratto - sono stati fondamentali per renderla una città
di importanza mondiale.
Il percorso che da Cibeles arriva ad Atocha, con i suoi
grandi edifici del XIX secolo e le sue istituzioni vicine
al Jardin Botanico, è centro culturale della capitale
spagnola. Il “Paseo del arte” viene concepito come un
allacciamento fisico e concettuale fra i tre grandi musei
madrileni. ¨ un piano che si basa sia sulle singolari
caratteristiche di ognuna di queste tre istituzioni che
sulla continuità e complementarietà delle manifestazioni
artistiche e delle collezioni che contengono.
Il Paseo del Prado non è solo un'arteria monumentale di
Madrid, è bensì il cuore culturale e urbano di una città
convertita in capitale culturale, per volontà del re Filipe
II nel 1561. Durante il suo sviluppo la città raggiunse il
Prado, zona frondosa situata al limite orientale della
stessa, l'area che attualmente si estende da Colón ad
10
Atocha.
1
In origine il Paseo del Prado Viejo era dominato da due
fondazioni religiose, il Convento di Agustinos Recoletos e
il monastero di San Jerónimo, e da due porte monumentali,
quella di AlcalÆ e quella di Atocha. Di tali strutture oggi
purtroppo rimane solo la chiesa di San Jerónimo
2
.
Il Paseo del Prado iniziò ad assumere carattere
monumentale già nel XVII secolo, arricchendosi di giardini
e fontane, una solida base sulla quale, nei secoli
seguenti, si troveranno a intervenire diversi architetti.
Il primo piano “architettonico-urbanistico” di Madrid
risale al 1635 circa ed è attribuito all'italiano Marcelli,
nonostante tale documento sia conosciuto grazie al nome del
suo impresario, l'olandese De Wit
3
. Secondo il piano di De
Wit possiamo vedere l'origine del Paseo del Prado Viejo
diviso in tre grandi settori: a nord, il “Prado de
Recoletos”, zona molto verde attorno al convento degli
Augustinos Recoletos e alla Puerta e al viale di AlcalÆ che
segnavano l'ingresso alla città; il secondo settore era
occupato dal cosiddetto “Prado de San Jerónimo”, che prende
il nome dal monastero fondato da Enrico IV, e che fu sempre
grande protagonista in questo importante asse urbanistico;
infine il “Prado de Atocha” che fu il settore meno
brillante del Paseo durante il XVII secolo, nonostante
avesse al suo fianco il Retiro, il convento dei Trinitarios
Descalzos, e importanti case nobiliari
4
.
Il progetto di De Wit venne presto dimenticato alla
comparsa, nel 1656, della dettagliata “Topographia” di
1 Varas Ibaæez I.G., Museos del Paseo del Prado, Madrid, 2006, p.16.
2 Ibidem p.16.
3 Ibidem p.17.
4 Ibidem p.17.
11
Madrid ad opera del portoghese Pedro Teixeira
5
. Il piano di
Teixeira mostrava l'importante trasformazione sperimentata
nel “paseo de los Jerónimos” dopo la costruzione del
palazzo e dei giardini del Real Sitio del Buen Retiro
attorno al monastero di San Jerónimo. Questo importante
complesso cortigiano sorse per iniziativa del conte-duca
Olivares e fu concepito come luogo di riposo e divertimento
per il re Felipe IV. Il complesso, tipicamente barocco,
subì forti danni durante la Guerra de la Indipendencia nel
XIX secolo e delle sue costruzioni originali oggi rimangono
soltanto il Casón del Buen Retiro
6
e il “Salón de Reinos”
7
,
che costituiva l'ala nord del palazzo. Due edifici
attualmente isolati che sono integrati nel complesso degli
spazi pertinenti il Museo del Prado
8
.
All'inizio del XVIII secolo con il cambiamento
dinastico dovuto alla salita al trono dei Borboni, vennero
messe in moto diverse riforme urbane nella capitale
spagnola e la zona del Prado ne risultò essere la grande
privilegiata
9
. Raggiunse così il suo vero significato
culturale e urbano convertendosi nello scenario prediletto
della riforma decisa dal re Carlos III, attraverso la quale
il monarca mostrò un forte impegno nel convertire Madrid in
una città moderna, pulita e monumentale. Già nel 1759, anno
del suo insediamento nella capitale spagnola, aveva
elaborato alcuni progetti per convertire il Paseo del Prado
nel tratto urbano piø elegante di Madrid. Il nuovo monarca
5 Pedro Teixeira (Lisboa 1595 ca. - Madrid 1662), cartografo
portoghese al servizio di Filipe III di Spagna.
6 Oggi conosciuto come “Casón del Buen Retiro”, era il “Salón de
Saraos” del Palazzo, ossia il salone dei balli e dei ricevimenti.
7 Questa ala del Palazzo era una sorta di esaltazione della storia di
Spagna. Dopo la devastazione del Palazzo per mano dei francesi, il
Salón de Reinos, che rimase in piedi, fu riabilitato come Museo
dell'Esercito.
8 Varas Ibaæez I.G., Museos..., op.cit., p.17.
9 AA.VV., El Nuevo Paseo del arte en Madrid, Madrid, 2005, p.8.
12
e il suo ministro, il conte di Aranda, incaricarono
l'architetto JosØ de Hermosilla, nel 1767, di effettuare un
completo rimodellamento della zona. Oltre all'importante
lavoro di decoro, ornato e opere di infrastruttura, le
proposte urbanistiche del XVIII secolo per il Paseo del
Prado devono essere lette all'interno dell'ideologia
dell'epoca che poneva in relazione l'uomo, la città e la
natura.
A JosØ de Hermosilla succedette, nel 1775, l'architetto
Ventura Rodriguez
10
che, l'anno seguente, ricevette
l'incarico di disegnare quattro fontane mitologiche a
ornamento del Paseo del Prado, un complesso scultoreo che
diverrà uno dei simboli dell'orgoglio cittadino.
La piø importante di queste quattro fontane è la Fuente
de Cibeles
11,
che rappresenta la dea della Natura e della
Fertilità su un carro trainato da due leoni, simbolizzanti
a loro volta Ippomene e Atalanta. Tale gruppo scultoreo fu
opera della collaborazione tra Francisco GutiØrrez e Robert
Michel, mentre gli angioletti furono aggiunti all'inizio
del XX secolo, quando il gruppo scultoreo venne situato nel
centro della piazza
12
, dove ancor oggi possiamo ammirare il
suo sguardo diretto verso la Puerta del Sol.
La Fuente de Apolo
13
, conosciuta anche come fontana
delle Cuatro Estaciones, fu eseguita dagli scultori Manuel
`lvarez e Alfonso Giraldo e rappresenta gli dei della
Musica, della Medicina e della Poesia.
La Fuente de Neptuno
14
, eseguita da Juan Pascual de
Mena in marmo bianco, completa il Salón del Prado e, nella
10 Varas Ibaæez I.G., Museos..., op.cit., p.20.
11 Ibidem p.21.
12 Plaza de Cibeles.
13 Ibidem p.21.
14 Varas Ibaæez I.G., Museos..., op.cit., p.21.
13
sua collocazione originaria, il dio del Mare rivolgeva lo
sguardo alla dea Cibeles.
La quarta e ultima fontana, la Fuente del Tritón y de
la Nereida
15
, conosciuta come Fuente de la Alcachofa, era
situata nella piazzetta di Atocha
16
, mentre oggi la
possiamo ammirare al laghetto del Retiro.
Tuttavia la riforma fin qui illustrata del Paseo del
Prado non si limitò all'abbellimento della strada con
fontane mitologiche e i suoi riferimenti classicisti. Nel
piano di Carlos III era incluso un ambizioso progetto
scientifico
17
: la creazione di una collina e un “paseo”
consacrati alle scienze della natura che riunissero nella
zona del Prado vari centri di ricerca e insegnamento
dispersi per la capitale. Il nuovo Hospital General,
accanto alla Puerta de Atocha, e il Real Jardín BotÆnico
furono le prime espressioni di questo programma che, grazie
al conte di Floridablanca
18
, si incrementò con altre due
importanti fondazioni che ricevettero forma architettonica
dall'architetto Juan de Villanueva: il Real Gabinete de
Ciencias Naturales e l' Observatorio Astronómico.
Il Paseo del Prado assume così, poco alla volta,
un'importanza sempre maggiore a livello culturale.
Purtroppo all'inizio del XIX secolo subì gravi danni a
causa della Guerra de la Indipendencia, quando il palazzo
del Retiro fu bombardato e distrutto dalle truppe di
Napoleone e convertito in caserma
19
.
Superato questo tragico periodo, il Salón del Prado
15 Varas Ibaæez I. G., Museos …, op. Cit., p. 21
16 Glorieta de Atocha.
17 Ibidem p.22.
18 Conde de Floridablanca (Murcia 1728 – Sevilla 1808), ministro dello
Stato di Carlos III.
19 Varas Ibaæez I.G., Museos..., op.cit., p.24.
14
tornò a essere il centro della vita cittadina e incrementò
il suo patrimonio monumentale con notevoli edifici eretti
tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, in un momento
di tranquillità economica per la capitale e in un periodo
di rivitalizzazione degli stili storicisti.
Attualmente il Paseo del Prado offre svariate
opportunità culturali, a cominciare dal cosiddetto
“TriÆngulo del arte”, costituito dal Museo del Prado, dal
Museo Thyssen - Bornemisza e dal Centro de Arte Reina
Sofia, proseguendo con altri importanti spazi espositivi
quali il Museo de Artes Aplicadas e il Museo Naval
20
.
Non va tuttavia dimenticato che lo stesso Paseo è
spesso scenario di esposizioni (scultoree, fotografiche...)
all'aria aperta coronando in tal modo l'idea di arteria
culturale e artistica propria di una Madrid moderna e
assolutamente al passo coi tempi. Gli aspetti sociologici
del Paseo del Prado hanno fatto sì che, nel corso del
tempo, vi siano state edificate costruzioni dedicate
all'ozio e al divertimento del pubblico.
Già nell'Ottocento infatti, secondo il volere
dell'assessore Juan FernÆndez, il Paseo del Prado era stato
fulcro di attività cultural-ricreative, con la costruzione
di una sorta di “torre belvedere”
21
che serviva come
scenario a un gruppo di musicisti che dovevano rendere
piacevole, con le loro musiche, le passeggiate dei
cittadini: la cosiddetta “torrecilla de la música”
22
20 Aparicio L. Fiesta oficial y configuración de la ciudad. El caso
del madrileæo Paseo del Prado in “Anales de historia del arte”, p.
83.
21 Aparicio L. Un singular edificio del Prado Viejo de San Jerónimo:
la Torrecilla de Musíca in “Anales de historia del arte”, pp.93-99.
22 Aparicio L. Un singular edificio del Prado Viejo de San Jerónimo:
la Torrecilla de Musíca in “Anales de historia del arte”, Madrid
1995, pp.93-99.
15
divenne in tal modo un popolare chiosco di ritrovo. La
Torrecilla mantenne la sua attività purtroppo soltanto fino
alla metà del XVIII secolo, quando venne demolita: la sua
posizione alla fine della Carrera de San Jerónimo impediva
il compimento di un piø vasto progetto di Ventura Rodriguez
che avrebbe dovuto condurre il Paseo a un rafforzamento dei
suoi valori come area di divertimento pubblico e ozio
cittadino. Purtroppo, a causa di problemi economici, non fu
possibile portare a termine tale ambizioso progetto.
Nonostante ciò il Paseo del Prado, in tutta la sua
estensione, mantenne la sua condizione di “paseo”
invariabile nel tempo convertendosi in un classico del
divertimento all'aria aperta e punto di riferimento
quotidiano per i madrileni.
Dalla metà del XIX secolo iniziarono a sorgere nel
Prado costruzioni di carattere ludico promosse da
iniziative private, come risposte alle nuove richieste di
divertimenti: caffetterie, sale da ballo, teatri e, molto
importante, il famoso Giardino di Tivoli. Quest'ultimo
rifletteva un tipo di esperienza, giunta con qualche anno
di ritardo in Spagna, tipica delle grandi città europee di
inizio secolo, per quelli che venivano chiamati “giardini
di divertimenti”: grandi spazi all'aria aperta in cui
riposare o saloni in cui godere di spettacoli musicali,
balli o anche esposizioni di oggetti curiosi
23
.
Non solo musei, dunque, ma un vero e proprio centro di
cultura al passo coi tempi, un “distretto culturale”,
rinvigorito grazie anche al progetto di rinnovamento ed
espansione dei suoi tre grandi musei che aveva come fine
una nuova e dinamica presentazione delle collezioni viste
23 Aparicio L. Ocio y negocio. El jardín de Tívoli en el Paseo del
Prado de Madrid in “Anales de historia del arte”, pp.269-279.
16
come ingrediente essenziale del futuro della città.
Infine si mostra inequivocabilmente la collaborazione
tra i tre musei al fine di offrire una vasta e sempre
migliore esperienza al visitatore che può passare
rapidamente dall'uno all'altro in un imprescindibile
percorso attraverso la pittura e l'arte universale
dall'antichità classica fino ai nostri giorni.
17
Figura 1: Vista complessiva dall'alto del Paseo del Prado.
Figura 3: Litografia della vista
dall'alto della "Torrecilla de la
Musica".
Figura 2: Progetto del "Portico",
mai realizzato, di Ventura
Rodriguez.