1
SOMMARIO 
 
 
La classica topologia di un amplificatore audio in classe AB 
prevede uno stadio differenziale in ingresso, un secondo stadio 
ad emettitore comune con resistore di emettitore non bypassato 
in frequenza, un terzo stadio a collettore comune in di tipo 
push-pull. 
 
Per questi tipi di circuiti, una analisi accurata di 
sensibilità alle variazioni parametriche non è attendibile se 
ci si basa  sull’ipotesi di linearità dei parametri, 
principalmente perché in questi circuiti i problemi di natura 
termica sono importanti e implicano fluttuazioni dei punti di 
riposo dei componenti a semiconduttore, nonchè dei valori 
effettivi dei componenti passivi. 
  
L’analisi di sensibilità condotta sui parametri fortemente non 
lineari e difficilmente controllabili (ad esempio i guadagni di 
corrente e le transconduttanze dei transistor) e quelli non 
costanti rispetto al tempo e alla temperatura, ha lo scopo di 
evidenziare il peso della singola causa sulla distorsione in 
uscita e suggerisce come i parametri possono essere allocati 
per ridurre al minimo le distorsioni ad essi associate.  
Inoltre, permette di evidenziare i limiti oltre cui non si può 
abbattere la distorsione se non introducendo delle modifiche 
topologiche. A tal fine, in questa trattazione si evidenzierà 
principalmente l’utilità di una particolare tecnica che prevede 
l’introduzione di cicli di feedback nidificati e le modifiche 
applicabili sui feedback, con attenzione ai problemi connessi 
di stabilità e al costo delle soluzioni in termini di 
componenti aggiunti.   
 
L’ipotesi che solitamente si adotta è di porre come carico 
dell’amplificatore una resistenza pura, mentre in questa sede 
si confronteranno i risultati ottenuti su un carico puramente 
ohmico e su un altoparlante reale, osservando come questo sia, 
sotto determinate ipotesi, riconducibile a una serie di un 
induttore con un resistore. Si tratteranno inoltre i problemi 
relativi alla stabilità nelle suddette condizioni di carico. 
Tutta la presente trattazione verrà inoltre messa in relazione 
con le ipotesi, i calcoli e i risultati consultabili sugli 
articoli:  
 
[1] E.M. Cherry, “Feedback, Sensitivity and Stability of Audio Power Amplifiers”, Journal 
of Audio Engineering Society, vol.30 No. 5, pp. 282-294, Maggio 1982. 
 
[2] E.M. Cherry, “Nested Differentiating Feedback Loops in Simple Audio Power 
Amplifiers”,  Journal of Audio Engineering Society, vol.30 No.5, pp. 295-305, Maggio 1982. 
 
I risultati ottenuti proporranno degli spunti per ulteriori 
approfondimenti del problema (rimuovendo determinate ipotesi di 
lavoro), permetteranno di intuire anche fino a che punto ci si 
può spingere all’abbattimento delle distorsioni in sistemi 
basati su questo tipo di architettura.
2 
INTRODUZIONE 
 
 
Il lavoro presentato in questa sede riguarda pricipalmente uno 
studio accurato delle sensibilità parametriche associate ad 
alcuni elementi fortemente non lineari di un tipico 
amplificatore audio in classe AB, le considerazioni sul ruolo 
dei parametri correlati alle distorsioni e alcune applicazioni 
basate sulla tecnica NDFL (nested differentiating feedback 
loops, anelli nidificati a feedback derivativo) allo scopo di 
abbattere le distorsioni senza influire sulla funzione di 
trasferimento tensione di ingresso -  tensione al carico e 
senza comportare un costo troppo elevato di elementi circuitali 
aggiuntivi.  
 
Nel primo capitolo vengono enunciati alcune considerazioni 
preliminari  e i metodi matematici adottati per lo studio delle 
sensibilità parametriche. Viene presentata la topologia 
classica di un amplificatore audio in classe AB, presa poi di 
riferimento per tutta la trattazione. Si pongono alcune ipotesi 
di lavoro e si ricavano i modelli lineari dei componenti attivi 
e dei vari stadi di interesse. Agli elementi del modello al 
piccolo segnale complessivo si associano gli ordini di 
grandezza che si possono ritenere tipici, indispensabili per 
individuare lecite approssimazioni in tutti i calcoli. Nel caso 
in esame ciò viene ottenuto servendosi dei risultati forniti 
dalla simulazione Spice di un amplificatore reale basato 
sull’architettura considerata. Tali ordini di grandezza si 
rivelano in perfetto accordo con gli ordini di grandezze 
considerati nell’articolo di riferimento E.M. Cherry, 
“Feedback, Sensitivity and Stability of Audio Power 
Amplifiers”, Journal of Audio Engineering Society, vol.30 No. 
5, pp. 282-294, Maggio 1982. 
Sempre nel primo capitolo si modella il carico 
dell’amplificatore, ovvero un altoparlante in aria libera, 
estraendo le condizioni sotto cui esso può essere considerato 
come una resistenza, oppure una serie di una resistenza con una 
induttanza con presente, o meno, un picco di “risonanza” in 
bassa frequenza. 
Viene studiata la stabilità dell’amplificatore nelle tre 
situazioni di carico, sia in modo analitico, sia in modo 
grafico, mediante l’uso del simulatore Spice e del modello 
lineare del circuito. Vengono ricavate delle condizioni 
necessarie alla stabilità sui valori delle grandezze del 
sistema, ampiamente verificate per il tipo di amplificatore 
trattato. La funzione di trasferimento di interesse, ovvero  
tensione al carico su tensione di ingresso, viene ricavata per 
via analitica e approssimata a una funzione a polo dominante. 
 
Nel secondo capitolo si affronta per via analitica lo studio 
delle sensibilità parametriche sul sistema di partenza. 
Successivamente si individua una prima variante che prevede lo 
spostamento verso l’uscita del punto di prelievo di feedback 
dell’anello interno. Questa soluzione, che per certi aspetti 
ricorda la tecnica NDFL, comportà già un apprezzabile riduzione 
delle distorsioni in uscita. 
 
Nel terzo capitolo si appplica la tecnica NDFL, con attenzione  
alle caratteristiche del circuito. Il blocco integrativo pre-
3
visto da tale tecnica, non può essere di fatto implementato 
direttamente e viene realizzato mediante un circuito attivo con 
uno zero: il comportamento è dunque integrativo solo in bassa 
frequenza. Lo zero, non svincolabile al guadagno di Bode 
dell’integratore,  viene compensato mediante un particolare 
filtro passivo a monte del carico dell’amplificatore. La 
sintesi del filtro è però possibile in modo esatto e noto solo 
nelle ipotesi di carico ohmico e ohmico-induttivo. Nel caso di 
altoparlante reale si introduce il metodo di lavoro, si tenta 
di individuare il filtro, ma il problema si rivela presto per 
nulla banale e di una complessità che esula dallo scopo della 
trattazione. 
Si lavora dunque ipotizzando l’esistenza di tale filtro, 
asserendo che comunque una soluzione almeno approssimata del 
problema esiste. 
 
Nel quarto capitolo si individuano delle ottimizzazioni dei 
risultati, proponendo due soluzioni topologicamente 
semplificate e rispetto a quanto ottenuto nel capitolo 
precendente. Tali soluzioni prevedono entrambe la rimozione del 
filtraggio in uscita. In un caso si introduce una compensazione 
in frequenza della rete di feedback intermedia, nell’altro caso 
si modifica il blocco integrativo previsto dalla tecnica NDFL.  
 
Oltre alle conclusioni vengono indicati spunti di eventuale 
affinamento del lavoro svolto, in particolar modo viene 
focalizzata l’attenzione su ipotesi di lavoro che possono 
essere rilassate, comportando un riesame dei circuiti 
soprattutto nei confronti della stabilità in frequenza.
4 
 
CAPITOLO   1 
    
    
    
    
    
ARCHITETTURA DI UN COMUNE AMPLIFICATORE AUDIO IN ARCHITETTURA DI UN COMUNE AMPLIFICATORE AUDIO IN ARCHITETTURA DI UN COMUNE AMPLIFICATORE AUDIO IN ARCHITETTURA DI UN COMUNE AMPLIFICATORE AUDIO IN 
CLASSE AB E MODELLI PER LO STUDIO IN FREQUE CLASSE AB E MODELLI PER LO STUDIO IN FREQUE CLASSE AB E MODELLI PER LO STUDIO IN FREQUE CLASSE AB E MODELLI PER LO STUDIO IN FREQUENZA NZA NZA NZA 
 
 
 
 
 
In questo capitolo si illustrerà l’architettura tipica di un 
reale amplificatore audio in classe AB.  
Si prenderanno in considerazione i molteplici effetti di carico 
presenti nei blocchi di sistema, al fine di effettuare una 
analisi accurata delle sensibilità alle variazioni parame-
triche.   
Sotto determinate ipotesi e osservazioni sugli ordini di 
grandezza degli elementi del sistema, si estrarranno dei 
modelli adatti allo studio in bassa e in alta frequenza. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1.1 Sistemi a retroazione con effetti di carico. Strumenti per l’analisi delle  
        sensibilità parametriche 
 
 
Si può definire come blocco unidirezionale un quadrupolo in cui 
la porta di ingresso non risente di effetti di carico 
imputabili alla porta di uscita: 
 
 
 
yo 
i1 i2 
ym*vin vin vout 
yi 
 
 
 
fig. 1.1.1: doppio bipolo unidirezionale.
5
 
Sia dato un sistema a retroazione negativa, dove G rappresenta 
la catena diretta e B la rete di retroazione (fig 1.1.2). 
 
 
B
-
errore
G
ingresso uscita
+
 
 
fig. 1.1.2: sistema di blocchi unidirezionali in retroazione negativa 
 
 
Se G e B rappresentano due blocchi “unilaterali”, si possono 
definire la funzione di trasferimento W e il guadagno 
d’anello 
L
A rispettivamente come: 
 
 
1
uscita G
W
ingresso GB
=
+
≜                                     
[1.1.1] 
L
A GB ≜ 
 
 
Si definisce “sensibilità parametrica” della funzione di 
trasferimento W alle variazioni parametriche di G:  
 
 
[ ]
W
W
W
S G
G
G
∂
∂
≜                                      [1.1.2] 
 
 
che nel caso in esame vale: 
 
 
[ ]
1
1
W
S G
GB
=
+
                                       [1.1.3]     
 
 
Si definisce “fattore di retroazione”: 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
_
_
s e n z a fe e d b a c k
c o n fe e d b a c k
e r r o r e
in g r e s s o
F
e r r o r e
in g r e s s o
≜                                [1.1.4]
6 
Si può dimostrare che nel caso del sistema a retroazione 
negativa di figura 1.1.2 vale: 
 
 
 
_ _ _ _
1
_ _ _ _
guadagno del sistema senza feedback G
F GB
guadagno del sistema con feedback W
= = = +       [1.1.5] 
 
 
 
Sfortunatamente i sistemi reali non sempre sono rappresentabili 
come blocchi unidirezionali interconnnessi: i blocchi 
interagiscono tra di loro e le loro funzioni di trasferimento 
non sono dunque proprietà indipendenti dalla topologia del 
sistema. 
Per tenere conto di ciò, si ricorre ad una teoria più generale 
e la trattazione relativa ai sistemi a blocchi unidirezionali 
può essere considerata come caso particolare. 
 
Un doppio bipolo “a parametri y” viene così rappresentato: 
 
 
 
q,2
*
q,n
v v
y
y p,n-1
v
i
q,n-1
i
*
1
p,1
n-1
n *
q,1
p,p
p
y
*
*
y y
v
y V
v
y
2
q
y
p,n
q
v
q,q
2
p
*
n-1
V
y
* n 1
v
*
p,2
v
y
 
 
 
fig. 1.1.3: rappresentazione a parametri y di un doppio bipolo con effetti di carico inserito in una rete  
                 di  n nodi. 
 
 
 
Si consideri ora un sistema  con n nodi, connesso alla sorgente 
di segnale 
S
v , con ammettenza interna 
S
Y e sia il carico 
L
Y . 
 
 
 
= = B v A*
11 12 13 1
21 22
31 32 33
1
... ...
... ... ... ...
... ... ...
... ... ... ... ... ...
... ... ... ... ... ...
... ... ... ...
S n
L
n nn
Y y y y y
y Y y
y y y
y y
+  
 
+
 
 
 
 
 
 
 
 
1
2
3
...
...
n
v
v
v
v
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
=
0
0
...
...
0
s s
v Y  
 
 
 
 
 
 
 
 
       [1.1.6]
7
Si identifichi con 
1
v la tensione del nodo di ingresso, con 
2
v  
la tensione del nodo di uscita e con 
3... n
v v le tensioni rispet-
tive ai rimanenti nodi interni. 
Servendosi della legge di Kirchoff alle correnti, si può 
rappresentare il sistema in forma matriciale [1.1.6], dove  i 
coefficienti di A sono combinazioni lineari delle 
pq
y dei 
doppi bipoli della rete. 
Osservando che le ammettenze sono funzioni della variabile 
complessa ω j s = e applicando la regola di Cramer,  si ricava 
la funzione di trasferimento ingresso-uscita: 
 
 
W(s)
12
( ) 2
 ( )  ( )*
( )
s v
s Ys s
vs s
null =
null ≜                            [1.1.7]                                                                               
 
dove  i coefficienti di A sono combinazioni lineari delle 
pq
y 
dei doppi bipoli della rete. 
Osservando che le ammettenze sono funzioni della variabile 
complessa ω j s = e applicando la regola di Cramer,  si ricava 
la funzione di trasferimento ingresso-uscita: 
 
 
W(s)
12
( ) 2
 ( )  ( )*
( )
s v
s Ys s
vs s
null =
null ≜                            [1.1.7]   
                                                                             
dove ) (s null è il determinante di A e ) (
12
s null è il determinante 
della sottomatrice ottenuta eliminando la riga 1 e la colonna 
2. I poli della funzione di trasferimento sono soluzioni di: 
 
 
0 ) ( = null s                                                       [1.1.8] 
 
 
A partire dalla definizione [1.1.4] data per blocchi 
unidirezionali, Bode ha esteso il concetto di “fattore di 
retroazione” esprimendone uno  per ogni parametro di 
riferimento interno al sistema e dimostrato che in generale 
vale: 
 
 
0
] [
null null = g F                                           [1.1.9]                                                                                                              
 
 
dove g rappresenta il parametro di riferimento scelto, mentre 
0
null è il determinante del sistema quando il parametro è posto a 
zero. 
Bode ha dimostrato inoltre che la sensibilità della funzione di  
trasferimento W alle variazioni del parametro g si può espri- 
mere come:
8 
[ ]
W
S g =
0 0
12
12
 
null null −
null null = -
1
W
S
g
 
 
 
                            [1.1.10]                                                                     
 
 
In generale, la sensibilità non è il reciproco del fattore di 
retroazione. 
Riguardo il guadagno d’anello, è importante osservare che 
smette di essere un concetto legato al sistema nel suo 
complesso e diventa invece assegnato al singolo parametro di 
riferimento g. Si può dimostrare che: 
 
 
0
0
[ ] [ ] 1
L
A g F g
null − null = − =
null                                [1.1.11]                                                                                                           
 
 
Un caso particolare della [1.1.10] è rappresentato dal veri- 
ficarsi della condizione 
0
12
0 null =  (o, nella forma reciproca,  
12
0
∞
null = ), in cui: 
 
 
0
1
[ ]
[ ]
W
S g
F g
null ≡ =
null                                                                                     [1.1.12] 
 
 
ossia, da un punto di vista formale l’espressione coincide con 
quella relativa al caso di sistemi a blocchi unidirezionali. In 
questo caso,inoltre,detti N. e D. rispettivamente numeratore e 
denominatore di 
W
S , vale: 
 
 
1
[ ] [ ] 1 1
[ ]
Sw Sw
L
W Sw
D N
A g F g
S g N
−
= − = − =                     [1.1.13]               
 
 
ovvero i poli di 
L
A sono zeri per 
W
S e quindi laddove ( )
L
A s 
diminuisce, ( )
W
S jω aumenta. 
 
 
 
 
 
1.1.1   Sensibilità parametriche nello studio dei sistemi non lineari 
 
Lo scopo principale di questa trattazione è dare una 
descrizione del comportamento di un amplificatore in classe AB 
basato su una determinata architettura, nei confronti della 
distorsione tra tensione di ingresso e tensione di uscita.
9
Tale indagine comporta il considerare il sistema non lineare, 
ossia il caso in  cui nel tempo e in frequenza non risultano 
costanti i rapporti tra varie ampiezze  di correnti, tensioni e 
relative derivate temporali presenti alle porte degli n-bipoli 
del sistema. Questo corrisponde col non poter considerare 
costanti i valori di resistenza, capacità, induttanza  propri e 
mutui definibili tra coppie di nodi del sistema. 
 
Il metodo di approccio al problema che si applicherà vedrà 
l’uso del concetto di “Sensibilità Parametrica”: il sistema 
verrà analizzato utilizzando gli strumenti visti nel paragrafo 
precedente.  
 
Da un punto di vista fisico le [1.1.10],[1.1.12] esprimono 
infatti gli effetti concomitanti di vari fenomeni, sempre 
presenti nei sistemi reali e non sempre trascurabili. Tra di 
essi si evidenziano, in particolare: 
 
• gli effetti di deriva termica sui componenti: è noto   
come la temperatura influenza i valori di Resistenza, 
Capacità, Induttanza,  proprie e mutue delle porte di n-
bipoli: questo è un aspetto critico da tenere ben in 
considerazione  nella sintesi di un sistema con 
particolare attenzione per quanto riguarda gli elementi 
attivi. Per fare un esempio, una variazione di 
temperatura di 1 C ° è in grado di comportare una 
variazione di 2-3 mV della tensione di soglia di una 
giunzione p-n al silicio e una variazione dell’ordine 
dell’ 1% del guadagno di corrente in un transistor 
bipolare.  
 
• la deviazione tra valori nominali ed effettivi dei 
parametri: le tolleranze sui valori nei comuni componenti 
commerciali arrivano anche al 20%. L’aspetto prende 
particolare rilevanza nel caso di transistor, in cui il 
guadagno tra corrente di collettore e corrente di base e 
la tranconduttanza tra tensione base-emettitore e 
corrente di collettore non soltanto è molto variabile tra 
campione e campione, ma  è anche fortemente dipendente 
dal punto di lavoro del dispositivo stesso. 
 
• le variazioni dei valori dei parametri dovuti 
all’invecchiamento dei componenti. 
 
• i comportamenti non  ideali in frequenza dei bipoli 
dovuti ai limiti tecnici della loro costruzione. 
 
 
    
    
    
1.2   Schema di principio di un comune amplificatore audio in classe A-B 
 
 
Un tipico amplificatore audio in classe AB e’ costituito essen-
zialmente da tre stadi amplificativi, una retroazione esterna e 
da un prefiltro in ingresso.
10 
Q4
I2
C2
V1
Q2
Re2
Re_b3
V2
Qa3
V3
-V
ZL
V4
0
ib(Q2)
C3 B*V2
stadio1
Vbe_pol
Re_a3
Vs
Zf1
0
Ys
Zf2
Q5
Qb3
+V
stadio2
I1
Q1
0
0
R1
stadio3
 
 
fig. 1.2.1: architettura tipica di un amplificatore audio in classe AB 
 
 
 
S
V , con la sua resistenza interna 
S
R , è la sorgente di segnale 
in banda audio da amplificare. Il condensatore 
3
C realizza un 
accoppiamento in ac e con il resistore di polarizzazione dello 
stadio differenziale R1, realizza un prefiltraggio d’ingresso 
di tipo passa alto e può stabilire la frequenza di taglio 
inferiore della funzione di trasferimento 
2
( )
s
V
s
V
. 
 
Il primo stadio è costituito da un amplificatore differenziale 
che ha la funzione di confrontare il segnale al suo ingresso 
1
V 
con il segnale 
2
* B V retroazionato dall’uscita, dove B è il 
rapporto di partizione di tensione 
1
1 1
f
f f
Z
Z Z +
.  Tale stadio ha un 
carico attivo a specchio di corrente, indicato con 
5
Q ed è 
polarizzato tramite il generatore di corrente 
1
I . 
 
Il secondo stadio consiste in un amplificatore ad emettitore 
comune E’ dato dal transistor 
2
Q , dal carico al suo collettore 
e dall’eventuale resistenza di emettitore 
2 e
R . Il suo ruolo è 
quello di fornire una grande amplificazione di tensione.
11
Il terzo stadio è costituito da due elementi attivi connessi in 
modo complementare, che funzionano come inseguitori di emetti-
tore, con guadagno di tensione 
2
4
V
V
 circa unitario. 
Tali elementi possono essere i singoli transistor  
3 a
Q e 
3 b
Q o, 
più in generale, coppie di transistor in configurazione 
darlington. Lo scopo dello stadio è di presentare una bassa 
impedenza d’uscita e di fornire un elevato guadagno di 
corrente.  
Agli emettitori di 
3 a
Q e 
3 b
Q sono presenti 
_ 3 e a
R ed 
_ 3 e b
R di 
valore molto piccolo rispetto al modulo di 
L
Z , che svolgono la 
funzione di protezione verso il cortocircuito al carico. 
 
Per realizzare un funzionamento del terzo stadio in classe AB, 
e’ necessario che le tensioni di polarizzazione delle giunzioni 
base-emettitore di 
3 a
Q e 
3 b
Q siano corrispondenti ai valori di 
soglia di accensione, in modo che i transistor possano condurre 
anche per piccole correnti di segnale utile in base. Ciò è 
realizzato dall’elemento 
pol be
V
_
. Ai piccoli segnali, affinchè 
il terzo stadio risulti simmetrico rispetto alla corrente 
iniettata da 
2
Q , 
pol be
V
_
 deve presentare una impedenza molto pic- 
cola rispetto all’impedenza presentata dalla base di 
3 b
Q . 
pol be
V
_
 
ha anche come compito la compensazione degli effetti di deriva 
termica sulle tensioni di soglia delle giunzioni base-
emettitore di 
3 a
Q e 
3 b
Q .  
Il generatore 
2
I svolge la duplice funzione di polarizzare il 
secondo stadio e di stabilizzarne il punto di lavoro.  
In seguito verrà trattato il caso comune in cui 
2
I è 
implementato mediante la tecnica di bootstrapping.  
 
Nel sistema si possono individuare due principali retroazioni: 
quella realizzata da 
2
C sulla catena 
4
2
( )
V
ib Q
 e la retroazione 
più esterna data da 
1 f
Z e 
2 f
Z , che linearizza il sistema e sta-
bilisce il guadagno teorico: 
2
1
1
1
f
f
Z
B Z
= + . 
La capacità 
2
C è inserita allo scopo di garantire la stabilità 
del sistema complessivo e, come si illustrera’ in seguito, in 
questi circuiti individua anche la frequenza di taglio 
superiore di 
2
( )
s
V
s
V
. Qualora la sorgente Vs non fosse limitata 
in banda audio o si rendesse necessario limitare la frequenza 
di taglio superiore a una frequenza inferiore a quanto 
stabilito da 
2
C , si può intervenire sull’allocazione di poli e 
zeri di 
1 f
Z e 
2 f
Z , nonché sostituire 
3
C con un opportuno 
filtro passa banda.