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2 La società dell’informazione
Il termine “Società dell’Informazione” appariva per la prima volta, circa dieci anni fa, nella
presentazione di un documento di grande importanza per il futuro dell’Europa, il cosiddetto Libro
Bianco Delors su “Crescita, Competitività ed Occupazione” del dicembre 1993.
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Il termine ebbe
subito grande successo perchØ rappresentava molto bene i profondi cambiamenti che si
intravedevano sull’onda prorompente delle nuove tecnologie dell’Informazione e della
Comunicazione.
Quello che fu intravisto nel 1993 è oggi la nostra realtà di vita quotidiana, la Società
dell'Informazione, infatti, ormai permea la realtà di ogni giorno, è intorno a noi, è nelle cose che
facciamo quotidianamente. Essa è il personal computer che usiamo per lavorare o studiare, la rete
globale da cui raccogliamo le informazioni che ci servono, è presente quando andiamo dal medico o
in un ufficio pubblico, quando decidiamo di programmare una vacanza o come trascorrere il tempo
libero. La realtà è che la Società dell'Informazione ha modificato il nostro modo di vivere e di
consumare, nonchØ di intendere la collettività. E sta anche influenzando fortemente la competitività
delle imprese e ha aperto nuove frontiere di ricerche in ogni campo. Tutto ciò è successo molto
rapidamente sull'onda delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT,
Information and Communication Technology).
L'affermarsi nella Società dell'Informazione è quindi necessario perchØ un paese progredisca e
cresca, dalla scuola alla sanità, all'ambiente, lo sviluppo tecnologico può fornire il contributo
determinante per migliorare la qualità della nostra vita. ¨ quindi di fondamentale importanza per la
crescita del nostro paese lo sviluppo dell'ICT a livello capillare sia delle aziende che dei singoli
cittadini.
Parte importante dell’ ICT è l’utilizzo e l’espansione del Worl Wide Web ovvero di quella
rete, definita poi Internet che in realtà è un insieme articolato di reti interconnesse, diffuse su scala
mondiale, collegate tra loro attraverso canali trasmessivi diversi (cavi, onde, radio, satelliti) che
offre a qualunque pc si connetta in qualunque parte del mondo la possibilità di dialogare, cercare
informazioni e scambiare file con qualunque altro pc, annullando lo spazio fisico come se i due
fossero presenti in quel dato momento nel medesimo luogo. Internet è la realizzazione di un sogno
sempre presente nell’umanità, quello di poter dialogare con tutti gli individui della società umana,
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Cap "Introduzione", Rapporto statistico sulla Società dell'Informazione in Italia, promosso dal Ministero per le
Innovazioni e le Tecnologie (MIT), 2004, presente nel sito: http://www.innovazione.gov.it
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comunicare senza confini di spazio ed è per questo che questa invenzione di storia abbastanza
recente si è diffusa con tale velocità. Peraltro tale è stato anche il destino di un’altra tecnologia della
comunicazione cioè quello della telefonia mobile che in pochi anni ha rivoluzionato il nostro modo
di comunicare e anche i nostri rapporti interpersonali.
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Secondo una delle ricostruzioni piø accreditate, la storia di Internet affonda le sue radici nel
contesto sociale del secondo dopoguerra, ovvero quello della Guerra Fredda in cui la concorrenza
scientifica con l’Unione Sovietica era molto sentita. In quel periodo gli investimenti nei nuovi
progetti di ricerca furono ingenti e tra i vari progetti c’era quello di collegare tra loro computer
remoti per obiettivi non tanto di comunicazione quanto di condivisione di preziose risorse di
calcolo. I primi quattro elaboratori elettronici che erano, infatti, situati in altrettanti centri
universitari statunitensi furono collegati nel 1969. Questa antenata di Internet venne denominata
Arpanet e le sue caratteristiche primarie erano la ridondanza ovvero il fatto che due punti della rete
potevano essere messi in contatto tra loro con percorsi di instradamento diversi in maniera che la
rete potesse funzionare anche se uno o piø suoi nodi erano inattivi. Si tratta, infatti, di
un’architettura policefala cioè senza un unico nodo centrale incaricato di smistare tutti i dati tra gli
altri nodi. La rete Internet divenne quindi una struttura estremamente robusta e versatile capace di
collegare standard informatici diversi grazie al gruppo di protocolli denominato Tcp/Ip
11
e di
funzionare anche in presenza di guasti presso uno o piø suoi punti. Queste caratteristiche e il fatto
che sfruttasse la già esistente e capillarmente diffusa rete telefonica, fece si che la diffusione di
Internet fosse rapida e raggiungesse ogni parte del mondo. Ad oggi le grandi potenzialità di Internet
si stanno ancora sviluppando e ampliando e la sua crescita e diffusione non si può certo dire ancora
finita. Quello di cui parlerò nelle prossime pagine è quindi in realtà un soggetto in continuo
divenire, quasi come un essere vivente, animato dai milioni di persone che ogni giorno con la loro
presenza fanno vivere la rete delle reti .
10
Luciano Paccagnella, Sociologia della comunicazione, Cap. n.4, Il Mulino, 2004
11
Il nome completo è TCP/IP Internet Protocol Suite, ed è un insieme di protocolli di trasmissione. Un protocollo è
essenzialmente è una serie di regole per comporre dei messaggi e per far sì che essi possano essere scambiati tra due
macchine. I due principali protocolli sono appunto il TCP (Transmission Control Protocol) e l'IP (Internet Protocol).
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3 Quante persone accedono ad Internet, con quali strumenti
e da dove.
Come si è già detto per sfruttare tutti i vantaggi della ICT è necessario che essa si sviluppi
capillarmente su tutto il territorio e in tutta la popolazione e questo discorso è ancora piø importante
quando si parla della rete delle reti ovvero di Internet. Per garantire quindi l’ampliamento e
sfruttamento delle piene potenzialità di Internet è quindi basilare un'opportuna preparazione ed
alfabetizzazione informatica dei soggetti che la andranno ad utilizzare. Importante è inoltre una
diffusione capillare della tecnologia hardware(i personal computer e i cavi di collegamento,
soprattutto quelli nuovi in fibra ottica per connessioni veloci di ultima generazione).
I grafici che seguono analizzano l’evoluzione che è avvenuta in Italia degli ultimi anni per
quanto riguarda la diffusione all’interno
delle famiglie italiane dei pc e delle
connessioni alla rete.
La figura n. 3.1 ci mostra come a
partire dal 1999 la presenza del pc
all’interno delle famiglie italiane sia
aumentata esponenzialmente, passando
da circa il 27% delle famiglie al 50 %
nel 2003, con un incremento costante e
continuo che non accennava a fermarsi.
La previsione del 2003 era giusta
e le figure n. 3.2 e n. 3.3 dimostrano
che la diffusione della rete è continuata
fino ad arrivare secondo le rilevazioni effettuate da Nielsen/NetRatings, al 58% delle famiglie
italiane dotate di un computer nel
secondo trimestre 2005, con una
crescita di due punti percentuali
dall’anno precedente. Tale dato è
sostanzialmente stabile rispetto a
quello rilevato sei mesi prima, questo
perchØ la vendita dei pc è stagionale
cioè c’è una
vendita molto piø
elevata in periodo
Fig n. 3.1
Fig n. 3.2
10
natalizio.
I grafici ci permettono inoltre un
confronto con gli altri paesi europei
per capire come si pone l’Italia a
livello internazionale. La Francia ha
una diffusione dei PC nelle famiglie
piø bassa (51%), ma il recupero
nell’ultimo anno è stato di 3,7 punti
percentuali; la Spagna ha una
diffusione del 52%, sostanzialmente
stabile rispetto agli ultimi dodici mesi.
La diffusione dei pc nelle famiglie
colloca l’Italia in una fascia intermedia rispetto agli altri paesi europei,
insieme al 59% della Germania (aumento di un 1 percentuale nell’anno) ed al 61%
del Regno Unito (aumento di 4 punti percentuali nell’anno – dato che va letto in connessione alla
forte crescita della diffusione della banda larga nel Regno Unito). Caso a parte rimane la
tecnologica Svezia, in cui il 73% delle famiglie posseggono un PC in casa (dato rimasto pressochØ
invariato nell’ultimo anno e che potrebbe indicare una soglia di saturazione). Quindi se certamente
non siamo i primi paesi come
diffusione, ci attestiamo tuttavia
su una posizione intermedia piø
che soddisfacente se si
considera il ritardo iniziale con
cui parte l’Italia. Nel 1999,
infatti, il nostro Paese era,
quanto a diffusione di pc nelle
famiglie, a poco piø dello zero
(Fig. n. 3.1).
Una volta appurato che in giugno ’05 il 58 % delle famiglie italiane è dotato di un pc
bisogna capire quanti di questi sono collegati ad Internet.
La figura n. 3.4 ci mostra quanti dei pc domestici vengono collegati ad Internet ovvero
quante delle famiglie che potrebbero usufruire della connessione alla rete realmente decidano di
attivarla e utilizzarla. Il valore è ovviamente alto e cresce con il passare del tempo attestandosi nel
’05 sull’81% dei pc domestici, una buona percentuale certo, ma che non solo non è progredita ma
Fig n. 3.3
Fig n 3.4
11
ha addirittura perso un punto rispetto a sei
mesi prima. Bisogna tuttavia constatare che
la nostra situazione è buona rispetto agli altri
paesi europei; infatti la Germania si allinea
con noi mentre rimangono ancora al di sotto
Spagna e Francia. Il motivo delle mancate
connessioni di quel 19% può essere da
ricercare nel fatto che magari in una famiglia
è presente piø di un pc e non tutti sono
collegati alla rete oppure semplicemente la
famiglia non dispone di un abbonamento alla
rete di telefonia fissa.
La tabella n. 3.5 mostra il ritardo delle
famiglie d’Italia nel dotarsi di un collegamento alla rete, infatti nel 2000 da noi
questo processo era appena agli albori.
Nel 2002 ci troviamo in dodicesima
posizione, nella classifica dei paesi
dell'Unione Europea, con il 35% delle
famiglie italiane aventi a disposizione un
computer collegato in rete e un ritardo di 9
punti percentuale sulla media europea.
Questo dato non sembra al primo
impatto molto incoraggiante,
bisogna però tener conto del
fatto che l'Italia partiva in
questo settore da una condizione decisamente
di ritardo rispetto agli altri paesi dell'Unione
Europea. Se si guarda all'incremento
avvenuto tra il 2001 e il 2002 ci si rende
conto che esso si attestava sul 8%, quindi
perfettamente in linea con la crescita
avvenuta in quell'anno negli altri paesi
europei. Osservando la figura 3.5, sebbene
l'Italia avesse ancora molto lavoro da
Fig n. 3.5
Fig n. 3.6
Fig n. 3.7
12
svolgere per aumentare la propria alfabetizzazione informatica, si può dire che non era distante
come condizione da quella di paesi a noi affini, come Francia e Spagna e che faceva presagire
ulteriori ottimi sviluppi futuri.
Ora analizzando questa la figura n 3.6 ci si può facilmente rendere conto di come le prospettive
di miglioramento che ci si aspettava nel 2002, in seguito ai dati allora in possesso fossero non solo
esatte ma venirono anche ulteriormente sorpassate dalla reale situazione che si creò nell'anno e
mezzo successivo. La figura 3.7, infatti, ci mostra che nel secondo trimestre 2004 la navigazione da
casa veniva ormai effettuata dal 42% delle famiglie italiane, con un incremento del 10% negli
ultimi 12 mesi. Il nostro tasso di crescita nel 2004 si attestava come secondo tasso di crescita in
Europa dopo il 13% della Germania. Quanto poi alla percentuale delle famiglie con accesso ad
Internet eravamo indietro soltanto a Svezia (circa 64%), UK (45%) e Germania (44%), con un
potenziale di sviluppo ancora ampio. Sempre la figura n. 3.7 ci mostra anche che le famiglie
italiane che nel giugno 2005 avevano la possibilità di accedere a Internet da casa erano il 43%
(pari a 9,2 milioni di famiglie) ma la variazione dall'anno precedente è di appena un punto
percentuale.
Come valutare questa situazione di bassa crescita? Prima di tutto bisogna comparare il dato
constatato con l'andamento globale della crescita in Europa e in questo senso la nostra posizione
non si trova arretrata rispetto a Spagna, Germania e Svezia. Si può quindi dedurre da questa
situazione che come molti altri fenomeni, anche la curva dello sviluppo della diffusione di Internet
ha avuto una prima fase di forte accelerazione che potremmo identificare con il 2000 e le nuove
politiche di Free Internet Provider (cioè uso libero e gratuito dell’accesso alla rete, tranne
ovviamente i costi della telefonata). ¨ appunto in quel periodo che l'uso di Internet comincia a
trasformarsi da realtà per pochi eletti a realtà di massa. In seguito vi fu un periodo di
consolidamento del mercato, poi una nuova spinta propulsiva stimolata dagli incentivi statali
sull'acquisto dei pc nel 2003 e dai
successivi incentivi, sempre statali,
per dotarsi di una connessione a
banda larga agli inizi del 2004.
Si può dunque senza grossi
dubbi ipotizzare, come già fa
l’Osservatorio Nazionale della
Società dell’Informazione, che il
2005 sia stato un nuovo anno di
consolidamento delle posizioni
Fig n. 3.8
13
raggiunte nei maggiori paesi europei per quanto riguarda la diffusione di Internet. Ciò non sta a
significare che lo sviluppo del mezzo si sia bloccato, ma che si è entrati in uno stadio tale per cui i
tassi d'ulteriore diffusione sono molto piø graduali, a meno di forti politiche di incentivazione da
parte degli operatori del mercato.
Dai precedenti dati siamo riusciti a capire che 9,2 milioni di famiglie italiane nel ’05
disponevano di accesso ad Internet ma resta ancora da comprendere, poichØ non tutte le famiglie
sono composte dal medesimo numero di persone, quanti individui sono realmente coinvolti
nell’utilizzo della rete. Se si considerano gli individui maggiori di due anni (in Italia un totale di
quasi 57 milioni di persone) nel giugno ‘05 l’universo di Internet coinvolge 27,9 milioni di
persone, un milione in piø rispetto a giugno 2004, pari al 49 % della popolazione potenziale. Il
dato è stabile negli ultimi sei mesi, quindi è ipotizzabile che anche in questo campo il trend sia per il
momento il medesimo cioè di consolidamento delle posizioni raggiunte. In crescita invece sono i
navigatori attivi, ossia coloro che non solo hanno la possibilità di accedere alla rete ma che
effettivamente hanno navigato dalla loro abitazione nel secondo trimestre 2005, cioè 17,7 milioni
(1,3 milioni in piø, ossia l’8% in piø rispetto allo stesso periodo del 2004).
Si può quindi dire che, se è vero che si è in una fase di stallo per quel che riguarda la
diffusione dell’accesso alla rete di nuove famiglie, è anche vero che coloro che si sono dotati di tale
tecnologia stanno scoprendone man mano le molte potenzialità e quindi sono stimolati ad effettuare
un maggior numero di accessi in virtø dell’interesse che su di loro esercitano i contenuti presenti in
rete.
Abbiamo accertato che nel 2005 i dati portano a considerare la crescita degli utenti che
accedono alla rete abbastanza ferma, in stallo appunto; ma io ritengo importante sottolineare che di
fatto questa valutazione si può considerare incompleta, infatti, ci si limita a considerare le persone
che usano Internet da casa ma non
quelle che accedono dal posto di
lavoro o da altri luoghi.
Dalla figura n. 3.9 ci si rende
chiaramente conto che, ci sono
persone che per vari motivi non
sono dotate di un computer o di
un accesso ad Internet da casa, ma
che tuttavia accedono alla rete da
altre postazioni. Questo starebbe a
significare che la rete è utilizzata da un numero di persone superiore a quello
Fig n 3.9
14
che ci appare da una prima analisi delle famiglie collegate ad Internet. Il primo dato che salta
all’occhio è che sicuramente nel nostro paese si predilige utiilizzare da casa alla rete, ma la
percentuale di coloro che vi accede dall’ufficio nell’ottobre ’04 è comunque considerevole;
infatti si tratta del 26,6%, cioè di una buona fetta di italiani. Certo non si può sostenere che tutte
le persone che accedono dall’ufficio non accedono anche da casa, ma certamente tra esse c’è una
percentuale di italiani che frequenta la rete ma sfugge al precedente conteggio. Risulta, infatti,
molto probabile che coloro che non dispongono a casa di un accesso alla rete, tendenzialmente, se
hanno a disposizione tale collegamento in ambito lavorativo sono fortemente propensi ad
utilizzarlo. Il 7,8 % accede da scuola o università e di queste persone si può ben pensare che una
buona parte di essi non abbia
modo di accedere da casa. Molti
di questi sono studenti delle
superiori che non possono per
ragioni di costi utilizzare la rete a
casa e altri sono universitari che
molto spesso, studiando in città
diverse da quella natale, non
dispongono di un pc o di un
accesso alla rete nelle abitazioni
che affittano provvisoriamente.
Rimane poi un 6,1% di persone che accede da altre postazioni,
presumibilmente da Internet point, ed è abbastanza probabile che se si recano in questi luoghi non
dispongano a casa dell’accesso alla rete. Se quindi nel giugno del ’05 i navigatori italiani sono 27,9
milioni da casa; essi non sono
sicuramente tutti i navigatori italiani
ai quali vanno aggiunti quelli che
navigano dal posto di lavoro o da altre
postazioni.
La figura 3.10 ci dice che tra
ottobre ‘04 e giugno ’05, con una
aumento di 1,6 punti percentuale, la
casa resta il luogo di accesso principe;
tuttavia non si può non notare che gli accessi dal luogo di lavoro sono
aumentati di ben 2,3 punti percentuale e quelli da altre postazioni dell’1%.
Fig n 3.11
Fig n. 3.10
15
Il dato generico di altre postazioni viene in questo caso disaggregato e vediamo che gli accessi
dagli Internet point sono per la verità molto pochi e che invece sono molto piø frequenti quelli da
computer di amici e conoscenti.
Al di là del dato in se stesso sarebbe interessante capire come mai ci siano così tante persone
che accedono fuori dalla propria abitazione e sapere quante di esse non accedono poi anche da casa.
Al riguardo si potrebbero fare parecchie ipotesi che vanno dal non possedere a casa un pc, al non
possedere una linea telefonica, o semplicemente la comodità di non avere costi aggiuntivi nel
proprio bilancio familiare.
Abbiamo analizzato fino a questo punto quanti italiani accedono alla rete e da dove, non resta
che appurare con quali strumenti accedono. La figura n. 3.11 ci mostra che sebbene esistano diversi
modi di collegarsi ad Internet, come la televisione (per mezzo di un apparecchio collegabile allo
schermo e alla rete telefonica), i cellulari e i palmari, queste altre tecnologie sono ben poco
utilizzate e il pc fisso è col suo 88,3% ancora di gran lunga il principale mezzo di collegamento
utilizzato dagli italiani. Certamente si può notare come in un anno esso abbia perso ben 5 punti
percentuale, un dato considerevole che pone ancor piø l'accento su come le nuove tecnologie di
connessione stiano diventando sempre piø avvicinabili dall'utente non propriamente esperto, sia
grazie alle interfacce amichevoli che ai costi ridotti dalla notevole concorrenza sviluppatasi sul
mercato. Il secondo mezzo di connessione appare chiaramente essere il portatile (18,8% degli
accessi ad Internet) che grazie alla riduzione dei costi sta diventando sempre piø diffuso con un
incremento in un anno di ben 8 punti percentuale. Questo dato è notevole anche perchØ sottolinea
come sempre piø l’utente reputi importante avere con se il proprio pc ed indica quindi che le nuove
tecnologie stanno passando da novità a necessità della vita quotidiana. Inoltre il pc portatile
permette di connettersi sia da casa che dall’ufficio ma anche grazie alle nuove tecnologie wireless
con il telefonino o con schede integrate permette la connessione al Web ovunque.