Premessa
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Premessa
La presente tesi è stata svolta in collaborazione con ITACA srl, società che opera nel
campo dell'Information & Communication Technology, il cui obiettivo è lo sviluppo
di sistemi di supporto alle decisioni, la pianificazione e gestione di servizi di igiene
ambientale, la progettazione e il controllo di sistemi logistici, produttivi e di
trasporto, e la cui sede operativa di Lecce è presso il Laboratorio di Sistemi Logistici
del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione.
Per quanto riguarda la logistica, ITACA srl sviluppa sistemi di supporto alle
decisioni (Decision Support Systems, DSS), in diversi campi:
- logistica della produzione
- logistica distributiva
- logistica delle aziende ospedaliere
- logistica delle aziende di servizi (come quella di igiene ambientale)
- logistica portuale
- aereoportuale
Tale attività si lega alle profonde competenze e alle molteplici collaborazioni che i
soci di ITACA srl hanno maturato con la loro pluriennale attività di ricerca nel
settore, che ha prodotto importanti risultati quali:
- sviluppo di sistemi di gestione real-time di veicoli;
- soluzioni per la logistica di magazzino;
- modelli di ottimizzazione piani di carico;
- metodologie ed algoritmi per la razionalizzazione di un sistema di raccolta
dei rifiuti solidi urbani.
Oggetto del presente studio è l’analisi, la ridefinizione e l’ottimizzazione della
gestione dei servizi di igiene ambientale, con particolare attenzione a:
• percorsi di raccolta rifiuti solidi urbani indifferenziati
• percorsi di raccolta dei rifiuti differenziati provenienti dalla raccolta multi-
materiale (plastica, carta e metalli) “porta a porta”
• percorsi per il servizio di spazzamento
Premessa
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attraverso la valutazione di metodologie quantitative basate sull’impiego di algoritmi
di ottimizzazione.
Per la pianificazione dei percorsi di raccolta si utilizzeranno inizialmente dati
indicativi dei tempi di percorrenza e successivamente dati real time dei rilevati da
dispositivi mobili, grazie alla collaborazione dell’azienda Bianco Igiene Ambientale
Srl, che svolge il servizio di raccolta dei rifiuti urbani per il Comune oggetto di
studio.
In questo modo si è avuta la possibilità di esaminare e risolvere una situazione reale e
di testare l’efficacia e l’efficienza del DSS implementato.
Capitolo 1
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Capitolo 1. La gestione dei rifiuti
1.1 Introduzione e contesto
Nell'ambito dei servizi di utilità pubblica, rivestono particolare importanza i servizi
di gestione dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU), riguardanti la raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti stessi.
Rientrano sotto la definizione di rifiuti tutte quelle sostanze o oggetti che risultano di
scarto o avanzo alle piø svariate attività umane, anche se pericolose; per essi è stato
realizzato un elenco a livello comunitario in cui ad ogni tipo di rifiuto corrisponde un
codice, detto codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti).
Numerose sono le direttive in materia di rifiuti, ed in particolare per una definizione
esaustiva della gestione dei rifiuti si fa riferimento alla direttiva 91/156/CEE: “La
gestione dei rifiuti comprende le attività di raccolta, trasporto, recupero e
smaltimento dei rifiuti, le attività di controllo delle operazioni sopracitate e di
gestione post-operativa dei siti di smaltimento”.
L'importanza del servizio di raccolta dei RSU è andata aumentando negli ultimi anni
in seguito alla crescita esponenziale sia dei volumi di rifiuti prodotti, dovuta alla
crescita economica e all’aumento dei consumi, sia delle tipologie di rifiuti prodotti,
dovuta alla diversificazione dei processi produttivi. Ciò ha prodotto un aumento
altrettanto esponenziale dei costi di raccolta e soprattutto di smaltimento dei rifiuti,
ed un aumento delle risorse assorbite dalle attività coinvolte, in particolare delle
risorse ambientali, il cui costo è spesso di difficile valutazione.
Accanto alla usuale e tradizionale gestione del problema di raccolta e smaltimento
dei rifiuti basata sull'esperienza e su valutazioni empiriche, si fa sempre piø spazio
l'impostazione in termini matematico-scientifici del problema.
La Ricerca Operativa viene usata in questo contesto proprio per affrontare i problemi
di ottimizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, spaziando dalla
localizzazione ottimale dei siti degli impianti di smaltimento o di trattamento
differenziato dei rifiuti, all'assegnazione delle città al bacino di servizio degli
impianti, al dimensionamento e alla localizzazione ottimale dei recipienti di raccolta,
al dimensionamento della flotta di veicoli adibiti alla raccolta e al trasporto dei
Capitolo 1
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rifiuti, alla suddivisione ottimale dell'area urbana in zone di raccolta,
all’individuazione dei percorsi all'interno di queste.
Particolarmente significativo è il contributo degli strumenti informatici per la
pianificazione dei percorsi di raccolta dei rifiuti, che risulta essere un problema di
non facile soluzione per la numerosità dei fattori da cui dipende, la molteplicità dei
vincoli cui è soggetto e la varietà degli obiettivi cui è rivolto.
1.2 La gestione integrata dei rifiuti
La gestione dei rifiuti deve avere come primo obiettivo la riduzione del consumo di
risorse ed un loro utilizzo eco-efficiente; a fronte di ciò, una corretta politica di
gestione dei rifiuti richiede una strategia integrata, ossia una strategia che riguardi
l’intero ciclo del prodotto che a fine vita diventa rifiuto.
Dal punto di vista normativo, già il Programma triennale 1994–1996 per la tutela
ambientale individuava negli impianti a tecnologia complessa il culmine di sistemi di
smaltimento all’interno dei quali realizzare un equilibrio tra azioni di carattere
preventivo (riduzione della massa di rifiuti prodotti), interventi di recupero (raccolta
differenziata), iniziative volte alla valorizzazione dei residui (produzione e
commercializzazione di combustibile e compost da rifiuti), attività di recupero ed
impiego. Successivamente, la strategia adottata dall'Unione Europea, e recepita in
Italia con il D.lgs. Ronchi del '97 (abrogato e sostituito con il D.lgs. 152/06),
affrontava la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all'interno di una
logica di gestione integrata del problema.
• Criteri di priorità:
- sviluppo di tecnologie pulite;
- ideazione e messa in commercio di prodotti che non contribuiscano, o
diano un contributo minimo, alla produzione di rifiuti e all'inquinamento;
- miglioramenti tecnologici per eliminare la presenza di sostanze pericolose
nei rifiuti;
- ruolo attivo delle amministrazioni pubbliche nel riciclaggio dei rifiuti e
loro utilizzo come fonte di energia.
• Prevenzione della produzione di rifiuti:
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- corretta valutazione dell'impatto ambientale di ogni prodotto durante il
suo intero ciclo di vita;
- promuovere accordi e programmi sperimentali per prevenire e ridurre la
quantità e pericolosità dei rifiuti;
- attuare il D.L. 18 Febbraio 2005 n. 59 e la direttiva 96/61/CE per la
riduzione e prevenzione integrate dell'inquinamento.
• Recupero dei rifiuti:
- riutilizzo, reimpiego e riciclaggio;
- produzione di materia prima secondaria trattando i rifiuti stessi;
- favorire tramite misure economiche e capitolati nelle gare d'appalto il
mercato dei prodotti reimpiegati;
- uso dei rifiuti per produrre energia, ovvero recupero energetico
(ossidazione biologica a freddo, gassificazione, incenerimento).
Pertanto, se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la
formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda
l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie) e, se non è possibile il riuso,
riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta). Infine, solo per quanto riguarda il
materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare (come ad esempio i
tovaglioli di carta) e il sottovaglio (che rappresenta circa il 15% del totale), si ricorre
al recupero energetico tramite sistemi a freddo o a caldo (come la biossidazione, la
gassificazione, la pirolisi e l'incenerimento) oppure allo smaltimento in discarica.
Dunque, anche in una situazione ideale di completo riciclo e recupero vi sarà una
percentuale di rifiuti residui da smaltire in discarica o da ossidare per eliminarli e
recuperare l'energia.
Il ricorso alle discariche ed all'incenerimento indifferenziato dovrebbe essere limitato
al minimo indispensabile, ma la carenza di efficaci politiche integrate di riduzione,
riciclo e riuso, fanno dello smaltimento in discarica ancora la prima soluzione
applicata in Italia ed in altri paesi europei.
L’approccio innovativo della gestione integrata, ha posto quindi le premesse
indispensabili per una razionalizzazione e modernizzazione del settore.
In particolare, i fattori da tenere maggiormente in considerazione sono:
• Socio-Politico:
- aumento della legislazione a tutela dell'ambiente, sia a livello di politica
nazionale o regionale che a livello europeo;
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- migliore utilizzo delle legislazioni ambientali, in riferimento ai
meccanismi di controllo e verifica delle unità locali;
- minor costo del terreno;
- minori costi operativi e di investimento;
- aumento del mercato dei materiali riciclati;
- migliore utilizzo dei finanziamenti.
• Tecnologico:
- miglioramenti operativi, legati ad un cambiamento dei metodi attuali in
metodi piø efficienti;
- presenza di nuova domanda, riferita ai materiali riciclati.
• Ambientale:
- riduzione dell'inquinamento acustico, dovuto sia agli impianti di
lavorazione dei rifiuti che ai mezzi utilizzati per il
trasporto/carico/scarico;
- riduzione dell'inquinamento dell'aria (è indispensabile tener conto del
tasso di inquinamento esistente molto elevato a causa delle emissioni di
anidride carbonica, di metano, di ossido di zolfo e di piombo);
- riduzione dell'inquinamento del suolo, dovuto ai vari tipi di depositi
scaricati dall'atmosfera e dalle acque;
- riduzione dell'inquinamento delle acque, sia del sottosuolo che in
superficie;
- riduzione dell'inquinamento visivo.
• Finanziario:
- vita utile dell’impianto maggiore, poichØ avere un impianto con vita utile
elevata evita i problemi legati alla realizzazione di uno nuovo;
- tempi rapidi di installazione;
- facilità di installazione.
• Conservazione delle Risorse:
- quantità dei materiali recuperati, non finalizzati ai ricavi ottenibili con la
vendita, ma al riutilizzo dei materiali in virtø della loro disponibilità per le
generazioni future;
- quantità di energia recuperata.
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1.3 Classificazione dei rifiuti
Coerentemente con le direttive europee (Catalogo CER), il D.lgs. 22/97 definisce una
classificazione dei rifiuti rispetto alla provenienza ed alla pericolosità.
In base all’origine si hanno:
• rifiuti urbani:
- rifiuti domestici provenienti da locali e luoghi ad uso di civile abitazione;
- rifiuti non pericolosi, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso non di
civile abitazione, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità;
- rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
- rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti su strade e aree
pubbliche;
- rifiuti vegetali provenienti da aree verdi.
• rifiuti speciali:
- rifiuti da attività agricole e agro-industriali;
- rifiuti da attività di demolizione, costruzione e scavo;
- rifiuti da lavorazioni industriali, artigianali, commerciali o di servizio;
- rifiuti da attività di recupero e smaltimento di rifiuti;
- rifiuti da attività sanitarie;
- macchinari ed apparecchiature deteriorati e obsoleti;
- veicoli a motori e rimorchi fuori uso e loro parti.
La tabella seguente mostra un esempio della classificazione europea dei rifiuti
secondo il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER).
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Cod. CER Descrizione
20 00 00 rifiuti solidi urbani ed assimilabili
20 01 00 raccolta differenziata
20 01 01 carta e cartone
20 01 02 vetro
20 01 03 plastica (piccole dimensioni)
20 03 01 rifiuti urbani misti (non differenziati)
Tabella 1.1: Codice CER dei rifiuti solidi urbani
1.4 Raccolta dei rifiuti
La fase di raccolta dei rifiuti è quella piø evidente per il cittadino ed alla quale egli è
certamente piø sensibile, mentre è spesso indifferente alle fasi successive che almeno
apparentemente ritiene che non lo riguardino. Gli aspetti che piø interessano in tale
fase sono il punto scelto per la raccolta, i contenitori impiegati e la frequenza di
raccolta. D'altra parte, questi elementi sono anche quelli che influenzano il metodo di
raccolta, la quantità di risorse da impiegare ed il costo del servizio.
La frequenza di raccolta può essere effettuata:
• una volta alla settimana, con un minor costo di consumo del carburante, una
diminuzione dei veicoli necessari e una diminuzione del personale, a scapito
di una maggiore diffusione di mosche e odori, maggiori rischi igienico-
sanitari e maggiori costi di disinfestazione e disinfezione;
• due volte alla settimana;
• piø di due volte alla settimana, con una riduzione di spazio richiesto per il
deposito dei rifiuti.
Il punto di raccolta può essere:
• al bordo del marciapiede e della strada: i cittadini trasportano i rifiuti al
punto di raccolta e recuperano i recipienti (con questa soluzione si ha un
risparmio di costi del 50% circa rispetto alla raccolta presso le abitazioni, una
Capitolo 1
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minor richiesta di manodopera, e la possibilità di impiego di mezzi
meccanizzati; per contro si richiede l'impiego diretto dei cittadini, la
previsione di un servizio speciale per i cittadini impossibilitati al trasporto, e
un certo disordine ai bordi del marciapiede).
• presso le abitazioni: si richiede l'impiego di bidoni trasportabili e veicoli
satelliti di piccola capacità (non si prevedono disordini sui marciapiedi, ma si
ha un impiego fisico maggiore degli operatori e un costo piø elevato dovuto
al tempo speso per il trasporto).
I tipi di contenitori impiegati sono:
- sacchi di carta o di plastica, sia in contenitori rigidi sia come recipienti
autonomi;
- contenitori rigidi;
- cassonetti, containers per la raccolta automatica;
- recipienti fissi.
Questi tre elementi sono fondamentali per valutare le attrezzature ed il personale
necessari a svolgere la raccolta dei rifiuti in un centro abitato; altri fattori che
certamente influiscono sul tipo di veicolo e sulla quantità di personale da impiegare
sono:
- i tempi di percorrenza dai punti di raccolta agli impianti di trattamento o alla
discarica;
- la larghezza delle strade, che influenza la dimensione dei veicoli non
permettendo l'impiego di mezzi di grosse dimensioni (questi consentirebbero
una riduzione dei viaggi all'impianto di smaltimento, ma se impiegati in
itinerari tortuosi, pur permettendo una diminuzione dei costi di trasporto,
porterebbero a costi di manutenzione maggiori);
- la quantità di rifiuti prelevata ad ogni fermata nelle aree fortemente popolate
(in questo caso automezzi di grosse dimensioni risultano piø convenienti di
quelli piø piccoli, anche se si deve aumentare il numero dei membri della
squadra);
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- i costi della manodopera.
Le caratteristiche dei mezzi di trasporto devono essere tali da permettere di
trasportare la maggiore quantità possibile di rifiuti, nel minor tempo, col minor
costo, col minor ingombro, con il minor rumore e con il minimo inquinamento
dell'aria.
Vari sono i sistemi di trasporto, raccolta, costipamento e compressione che sono stati
messi a punto dall'industria del settore nell'ultimo decennio. Essi si differenziano tra
loro oltre che per le dimensioni, anche per il principio di funzionamento e per i
particolari dispositivi di cui sono dotati. Le loro dimensioni variano dai motocarri di
piccola taglia (3-4 quintali) agli autocarri di capacità maggiore (25-50 quintali).
Molti mezzi sono poi dotati di sistemi di costipamento o di compressione; per essi
è utile fare riferimento non alla portata del contenitore ma alla sua capacità, cioè al
volume sciolto di rifiuti caricabili, che è comunque un parametro differente dalla
capacità geometrica a causa dell'effetto prodotto sui rifiuti dalla presenza di organi di
compressione o costipamento. Si è soliti in questo caso fare riferimento al rapporto di
compressione o di costipamento, definito come rapporto tra il volume dei rifiuti
sciolti ed il volume del contenitore. Le moderne attrezzature permettono in generale
un rapporto compreso tra 3 e 5.
Possiamo suddividere tali mezzi in:
• mezzi a costipamento semplice o a stivaggio, in cui non c'è alcun dispositivo
specifico nØ di pigiamento nØ di distruzione dei rifiuti, ma si tratta di cassoni
semplici in cui l'unico pigiamento è dovuto all'azione della gravità sui rifiuti
stessi;
• mezzi a costipamento forzato, in cui si ha un sistema di caricamento e di
distribuzione dei rifiuti verso la parte anteriore del contenitore, distribuzione
che determina anche un considerevole pressaggio dei rifiuti stessi;
• mezzi a compressione, in cui c'è un vero e proprio dispositivo con azione di
compressione dei rifiuti caricati, mentre manca un sistema di distribuzione in
quanto i rifiuti sono solo spinti verso l'interno e quindi compressi.
Una ulteriore classificazione può essere fatta in relazione all'ubicazione del sistema
dì caricamento di cui è dotato il mezzo:
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- posteriore (il piø diffuso);
- laterale;
- anteriore;
- sul tetto.
1.4.1 Le stazioni di trasferimento
Un altro aspetto fondamentale nella raccolta dei rifiuti urbani riguarda l’installazione
di una o piø stazioni di trasferimento intermedie.
Tali postazioni rivestono molto spesso un ruolo chiave poichØ rendono la raccolta dei
rifiuti solidi urbani piø efficiente riducendo i costi complessivi dei trasporti, le
emissioni, il consumo di energia e il traffico degli autocarri. Tutto ciò, si riflette in un
abbattimento complessivo dei costi dei servizi per la gestione dei RSU.
Come si può facilmente immaginare, la scelta del luogo dove ubicare l’impianto per i
rifiuti spesso si rivela una questione spinosa; una stazione di trasferimento è un
impianto leggero di tipo industriale dove gli autocarri addetti alla raccolta dei rifiuti
devono poter scaricare i loro carichi per far sì che i rifiuti possano essere compattati e
successivamente ricaricati su veicoli di dimensioni maggiori per il trasporto verso un
sito per lo smaltimento finale (solitamente una discarica controllata oppure un
impianto di termorecupero).
Le stazioni di trasferimento consentono quindi di trasportare in maniera efficiente i
rifiuti dal punto di raccolta verso gli impianti di recupero, raggiungendo il massimo
dell’efficienza quando la distanza tra queste due locazioni è la piø breve possibile.
Ciò riduce i costi della manodopera, del carburante nonchØ i costi di manutenzione
dei veicoli adibiti alla raccolta stessa.
AffinchØ le stazioni di trasferimento possano definirsi ben gestite devono essere:
- localizzate, progettate e gestite in modo tale da salvaguardare la salute
pubblica, la sicurezza ed il benessere della comunità e dell’ambiente;
- localizzate in modo tale che il movimento veicolare da e verso l’impianto
possa minimizzare l’impatto sui flussi di traffico esistente;
- realizzate in conformità con i regolamenti locali, statali e con i piani di
gestione dei rifiuti urbani.
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Va comunque considerato che, per quanto una stazione di trasferimento intermedia
possa presentare dei vantaggi potenziali, essa implica la costruzione di un nuovo
impianto e l’introduzione di un’ulteriore fase di trattamento dei rifiuti, e comporta
inevitabilmente dei costi aggiuntivi sia di impianto che di gestione.
1.5 Il costo dei RSU
Sono essenzialmente due le tipologie di costo da considerare nella gestione dei RSU:
• costi di trasporto;
• costi relativi agli impianti.
Uno dei principali obiettivi che si vuole raggiungere con l'applicazione della Ricerca
Operativa nella gestione dei RSU, è proprio il contenimento dei costi, soprattutto di
quelli associati al trasporto dei rifiuti.
I costi per il trasporto dei rifiuti, sia dalle sorgenti ai siti intermedi di lavorazione
che da questi ultimi verso le discariche dipendono da:
- distanza;
- quantità di rifiuti trasportati;
- tipo di rifiuti;
- numero di operai coinvolti;
- tipo di trasporto utilizzato;
- frequenza della raccolta;
- percorso;
- salario dei lavoratori.
Il costo per il trasporto può essere assunto, ad esempio, linearmente proporzionale
alla distanza percorsa e alla quantità di rifiuti caricati. Tale distanza può essere
calcolata considerando il percorso piø corto tra i due punti della regione di interesse,
mentre se esistono due punti fra cui non può essere ammesso il trasporto dei rifiuti,
viene considerato convenzionalmente un valore di costo infinito.
Relativamente agli impianti, i costi stimabili, ad esempio, su base annuale, sono:
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- costi fissi, che includono i costi di mantenimento e di amministrazione degli
impianti;
- costi diretti delle operazioni, relativi alla quantità di rifiuti manipolati;
- costi di capitale, relativi ai capitali investiti negli impianti.
La raccolta dei RSU viene solitamente gestita in modo diretto dall'amministrazione
comunale, mentre in altri casi viene appaltata a privati o affiancata da un servizio
parallelo per i rifiuti speciali, pericolosi o tossici e nocivi. La scelta verso una
gestione diretta piuttosto che verso altre soluzioni è in genere subordinata ad una
serie di fattori collegati alla struttura dell'ente, alla sua disponibilità di mezzi e di
personale, all'esistenza nel territorio di ditte operanti nel settore regolarmente
autorizzate che diano garanzie di affidabilità. Si può generalmente affermare che il
servizio appaltato o in gestione privata, offre un livello tecnico piø elevato, specie nei
centri urbani maggiori. In questo caso, infatti, è richiesta la stipulazione di un
contratto che preveda da una parte gli obblighi del gestore e dall'altra un corrispettivo
fisso o un canone dovuto dal Comune. E’ altresì possibile che, adottando tale
soluzione, si vada incontro ad una cospicua riduzione dei costi per l’Ente, grazie alla
concorrenza che si può venire a creare tra le diverse ditte candidate all’appalto.
Negli ultimi anni si è fatto strada da parte dei comuni un sempre piø frequente
ricorso all’ “outsourcing” per alcune attività dì raccolta (ad esempio la differenziata
o quella nelle zone extraurbane), affidandole a società private le quali, avendo ad
esempio vincoli per gli autisti diversi (piø laschi generalmente) e servendo piø
aziende municipalizzate, possono sfruttare economie di scala non accessibili alla
singola azienda. Nel caso di ricorso all’outsourcing le esigenze primarie dell'azienda
municipalizzata, piø che la definizione dei viaggi operativi, sono quelle di avere
indicatori di costo che consentano di imporre livelli di servizio adeguati (frequenze
di svuotamento), e di “controllare" i costi del servizio (ad esempio avere una stima
attendibile dei tempi necessari allo svolgimento del servizio per poter valutare se
l'offerta è congrua oppure no). In questi casi l'azienda mantiene comunque il
controllo delle infrastrutture (ossia i cassonetti, le discariche ed a volte i mezzi), ma
può essere “interessata” alla loro gestione ottimale.
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1.6 La gestione dei RSU in Italia
La gestione dei rifiuti in Italia è divenuto un problema centrale per l’ambiente e al
tempo stesso allarmante e di complessità crescente.
Il trattamento dei rifiuti consiste nell'insieme di tecniche volte ad assicurare che i
rifiuti, qualunque sia la loro sorte, abbiano il minimo impatto sull'ambiente.
Le pratiche di trattamento dei rifiuti sono diverse tra paesi sviluppati e paesi in via di
sviluppo, tra città e campagna e a seconda che i produttori siano residenziali,
industriali o commerciali. Il trattamento dei rifiuti per gli utenti residenti e
istituzionali nelle aree metropolitane è solitamente responsabilità delle autorità di
governo locale, mentre il suo trattamento per utenti commerciali e industriali è
solitamente responsabilità di colui che ha prodotto i rifiuti.
1.6.1 La filiera della raccolta differenziata
I rifiuti raccolti in maniera differenziata possono essere trattati, a seconda del tipo,
mediante due procedure:
• riciclaggio, per le frazioni secche (comprende tutte le strategie organizzative
e tecnologiche per riutilizzare come materie prime materiali di scarto
altrimenti destinati allo smaltimento in discarica o distruttivo);
• compostaggio, per la frazione umida (tecnologia biologica usata per trattare la
frazione organica dei rifiuti raccolta in modo differenziato, anche detta
umido, sfruttando un processo di biossidazione, trasformandola in
ammendante agricolo di qualità da utilizzare quale concime naturale).
1.6.2 La filiera della raccolta indifferenziata
I rifiuti provenienti dalla raccolta indifferenziata sono naturalmente molto piø
difficili da trattare rispetti a quelli raccolti in modo differenziato. Possono essere
eseguite tre diverse modalità di trattamento:
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• trattamenti a freddo, ovvero separazione e parziale recupero di materiali,
biostabilizzazione e conferimento in discarica;
• trattamenti a caldo, ovvero incenerimento, produzione di CDR e
conferimento in discarica (si distinguono tre processi di base: combustione,
pirolisi e gassificazione);
• conferimento diretto in discarica (i problemi principali delle discariche sono
la produzione di percolato e l'emissione di gas spesso maleodoranti, dovuti
alla decomposizione della frazione organica; possono essere risolti
rimuovendo la frazione organica mediante raccolta differenziata o
pretrattando i rifiuti con un trattamento meccanico-biologico a freddo,
riducendo fra l'altro anche i volumi da smaltire).
In ogni caso è evidente che gli inevitabili scarti di questi processi finiranno in
discarica.
La combustione dei rifiuti non è di per sØ contrapposta o alternativa alla pratica della
raccolta differenziata finalizzata al riciclo, ma dovrebbe essere solo un eventuale
anello finale della catena di smaltimento. Inoltre è ovvio che, se un inceneritore viene
dimensionato per bruciare un certo quantitativo di rifiuti, dovrà essere alimentato per
forza con quel quantitativo, impedendo di fatto la riduzione dei rifiuti e l'aumento
ulteriore della raccolta differenziata.
Per ragioni tecnico-economiche, la tendenza è oggi quella di realizzare inceneritori
sempre piø grandi, con la conseguenza di alimentare il "turismo dei rifiuti" (cioè il
trasporto di rifiuti anche da altre province se non da altre nazioni) e il conseguente
inquinamento. In Italia questo fenomeno è stato accentuato dai forti incentivi statali
che hanno favorito l'incenerimento a scapito di altre modalità di smaltimento piø
rispettose dell'ambiente.
1.7 Rapporto rifiuti 2009
Il Rapporto Rifiuti è il frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed
elaborazione dati svolta dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale) attraverso la predisposizione e l’invio di appositi questionari ai soggetti
pubblici e privati che detengono informazioni relative al settore; l’Istituto, fornisce