9
3000
730
484
450
420
233
185
168
60
32
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
Germania Italia Giappone Stati Uniti Repubblica
Ceca
Belgio Francia Corea del
Sud
Spagna Portogallo
MW
Figura 2 Potenza fotovoltaica installata dai principali Paesi europei nel 2009.
E’ stimato che le FER saranno gli unici settori energetici ad avere una
forte crescita in termini di fatturato, numero di occupati ed energia
prodotta. Dunque, questa tipologia di produzione energetica si configura
come la vera innovazione del prossimo futuro nel panorama dell’energia
mondiale.
In Italia, puntare sulle fonti energetiche rinnovabili, ed in particolare su
quella solare, eolica e geotermica, può rappresentare una straordinaria
occasione per creare nuova occupazione e ridurre la dipendenza dalle
importazioni di greggio, oltre che per stimolare la ricerca e l'innovazione
tecnologica. Può rappresentare anche un’opportunità per ripensare e
migliorare la qualità delle nostre città, per rinnovare e recuperare edifici
che consumano troppa energia, caldi d'estate e freddi d'inverno. La strada
da seguire è dunque quella di valorizzare le risorse naturali, ossia sole,
vento, acqua, biomasse e calore del sottosuolo, a seconda delle
potenzialità locali.
Le tecnologie attualmente utilizzate e conosciute, più in particolare, sono:
10
a) Il Solare Termico: rappresentato, in genere, da impianti installati sui tetti
degli edifici, che utilizzano le radiazioni solari per riscaldare l’acqua ad
uso sanitario, oppure per il condizionamento dell’aria attraverso un
accumulatore d’acqua calda.
b) Il Solare Fotovoltaico: capace di convertire direttamente l’irradiazione
solare in energia elettrica. Si tratta di pannelli composti da celle di
silicio o alluminio, che vengono esposti alla luce solare per generare
energia pronta da utilizzare.
c) Il Solare Termodinamico: (o a Concentrazione) sfrutta l’energia solare in
maniera più incisiva degli altri, grazie ad un fluido termovettore sul
quale i diversi specchi installati fanno convergere i raggi del sole. Può
essere utilizzato a livello industriale perché, al contrario del
fotovoltaico, genera calore a media e alta temperatura (fino a 600 C°).
d) L’eolico: è costituito da aerogeneratori che raccolgono il vento,
trasformando l’energia cinetica in energia meccanica, la quale serve a
produrre energia elettrica
4
.
e) Le Biomasse: sono, in generale, tutti i materiali di origine organica
provenienti da reazioni fotosintetiche attraverso l’accumulo di energia
solare. Possono essere utilizzati come combustibili o trasformati in
altre sostanze di più facile utilizzo negli impianti di conversione e
servono agli impianti di produzione termica per generare energia.
f) La Geotermia: questa tecnologia è legata alle sorgenti di calore del
sottosuolo provenienti dalle zone più interne della terra, che possono
essere sfruttate per produrre energia elettrica o per il riscaldamento.
Attualmente, nel nostro Paese, questa tecnologia è utilizzata
solamente nelle regioni della Toscana e del Lazio, le quali, assieme
4
Gli impianti eolici di potenza ridotta, ossia fino a 20 kW, appartengono alla sottofamiglia del
Mini-eolico. Questi impianti, oltre ad avere un ridotto impatto ambientale, rispetto a quello molto
più elevato degli impianti di potenza e dimensioni superiori, sono adatti a servire utenze diffuse,
come aziende agricole di modeste dimensioni, imprese artigianali e famiglie. Attualmente alle
prime armi, questo modello rappresenta quello che, soprattutto nel nostro Paese, dimostra di avere
importanti potenzialità principalmente legate alle caratteristiche del territorio e degli agenti
atmosferici presenti.
11
alla Sardegna, la Sicilia ed alcune zone del Nord Italia, vengono
chiamate “zone calde”, proprio per la presenza di una intensa attività
geotermica del sottosuolo.
g) Il Mini-Idroelettrico: rappresentato, abitualmente, da impianti idroelettrici
di ridotte dimensioni con un basso impatto ambientale. L’energia viene
ottenuta attraverso impianti idraulici che sfruttano la portata dell’acqua
per muovere le turbine, le quali generano energia cinetica che serve
alla produzione di quella elettrica.
1.3 Gli incentivi e gli aiuti pubblici: quadro generale.
Le agevolazioni e gli aiuti pubblici, in linea generale, possono essere
rappresentati da:
a) Contributi in conto capitale (a fondo perduto), concessi dallo Stato una
tantum per la realizzazione di un certo impianto, senza alcun obbligo di
restituzione. In particolare, si tratta di una somma di denaro erogata in
relazione ad una percentuale calcolata sugli investimenti ammissibili a
contributo. Gli investitori, quindi, ricevono questa somma di denaro pari
ad una percentuale di quanto hanno effettivamente speso per il loro
impianto, senza l’obbligo di doverla restituire.
b) Contributi in conto interessi (a tasso agevolato), consistenti in un
abbattimento del tasso d’interesse di un finanziamento bancario legato
ad un investimento.
c) Crediti d’imposta, calcolati in misura percentuale su quella grandezza
rappresentata dagli investimenti ammissibili a contributo, e consistenti
in una riduzione dell’imposta lorda da pagare. Il credito d’imposta, in
particolare, può essere usato per le compensazioni orizzontali
5
nel
5
La compensazione orizzontale, introdotta con l’art. 17 del d.lgs. 241/97, consente al contribuente
di compensare debiti e crediti nei confronti, anche, di diversi enti impositori (Stato, Inps, Enti
locali, Inail, Enpals). In linea di principio, la regola è che tutto ciò che è oggetto di versamento con
il modello F24 può essere oggetto di compensazione con crediti spettanti al contribuente.
12
Modello F24, in relazione a tutte le tipologie di imposte o contributi ed
in più esercizi fiscali.
d) Bonus fiscale, calcolato nella stessa maniera del credito d’imposta (o
del contributo a fondo perduto), ma rappresentato da una detrazione
dall’imposta lorda, che può essere fatta valere ai fini IRPEF o IRES,
fino a concorrenza dell’imposta lorda stessa. Se il contribuente, cioè,
nell’esercizio in cui potrebbe usufruire del bonus fiscale, non ha
un’imposta lorda da pagare, il bonus non potrà essere fatto valere.
e) Rilascio di garanzie, da parte delle regioni o delle loro società
finanziarie nei confronti di Istituti di Credito convenzionati e
nell’interesse degli investitori. Si sostanziano in un’agevolazione
all’accesso al credito.
f) Tariffa incentivante, che permette all’investitore di rientrare del suo
investimento iniziale nel tempo, attraverso la corresponsione di una
somma di denaro legata all’utilizzo dell’impianto stesso.
1.4 La politica europea per l’efficienza energetica.
In Europa sono due le motivazioni essenziali che hanno determinato la
propensione allo sviluppo delle energie rinnovabili da parte della
Commissione e dei Governi: la prima riguarda i cambiamenti climatici e le
connesse politiche europee di contenimento delle emissioni di gas serra;
la seconda, molto attuale e forse anche più rilevante, concerne la
sicurezza degli approvvigionamenti energetici e l’esigenza strategica di
evitare che la dipendenza dalle importazioni di idrocarburi diventi un
vincolo politico permanente.
A partire dalla metà degli anni novanta, attraverso una serie di strategie a
favore delle energie rinnovabili, la Comunità Europea è stata promotrice di
innumerevoli attività volte alla promozione di studi e ricerche per la
realizzazione di un sistema sostenibile basato sulle fonti energetiche di
nuova generazione. Ricordiamo il Libro Verde “Energia per il futuro: le
13
fonti energetiche rinnovabili” del 1996, il Libro Bianco per una strategia e
un piano di adozione della Comunità del 1997, ed il Libro Verde sulla
sicurezza dell’approvvigionamento energetico del 2000, il quale, tra le
altre tematiche, ha affrontato il problema della dipendenza energetica dei
Paesi membri dai Paesi extracomunitari, Russia fra tutti.
Tra gli strumenti legislativi che hanno trovato una più decisa applicazione,
la Direttiva 2001/77/EC sta concorrendo in modo concreto non solo alla
promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica,
chiamando ogni Stato membro a fissare un proprio obbiettivo di
produzione di energia derivata da fonti rinnovabili, ma anche nel rispetto
delle modalità di adempimento di tali obbiettivi, monitorate attraverso
attività di reporting continue.
L’Unione Europea, in linea con quanto descritto sopra, si è impegnata a
finanziare iniziative specifiche nell’ambito sia del Programma Energia
Intelligente – Europa (2007-2013)
6
, supportando attività nel campo
dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, sia nell’ambito del VI
e VII Programma Quadro di azione comunitaria di ricerca, sviluppo
tecnologico e dimostrazione, che abbraccia tutto il periodo che va dal
2007 al 2013.
Scendendo nell’analisi dei due strumenti agevolativi citati, il Programma
Energia Intelligente – Europa (2007-2013) è stato specificatamente
istituito nell’ambito del Programma Quadro per la competitività e
l’innovazione
7
e prevede azioni a favore dell’efficienza energetica, delle
fonti di energia rinnovabili dei carburanti rinnovabili per il trasporto. Oltre
ad incoraggiare un uso razionale delle risorse energetiche ed a
promuovere le nuove fonti per una diversificazione energetica, ha
6
Il Programma energia Intelligente-Europa è stato istituito nel 2006 dal Parlamento e dal
Consiglio Europeo.
7
CIP, è questo l’acronimo del Competitiveness and Innovation Framework Programme
(Programma per la competitività e l’innovazione), ovvero finanziamenti dell’Unione Europea volti
a “promuovere” e “sostenere” le Piccole e Medie imprese.
I finanziamenti, attivati anche in Italia, non sono erogati direttamente alle imprese, ma sonno
veicolati dal Fondo europeo degli investimenti (FEI) mediante Intermediari Finanziari operanti a
livello locale.
14
l’obbiettivo di migliorare la sostenibilità attraverso una serie di strumenti
legislativi che servano a valutare e monitorare l’incidenza delle misure
adottate dalla Comunità Europea nei vari Stati membri, di sostenere gli
investimenti in nuove tecnologie altamente redditizie in termini di efficienza
energetica e di eliminare tutti gli ostacoli, di carattere normativo e socio-
politico, che frenano l’adozione di modelli efficienti ed intelligenti per la
produzione ed il consumo di energia.
Le iniziative ammissibili alle agevolazioni previste dal Programma Energia
Intelligente sono rappresentate dai progetti di promozione e diffusione e
dai progetti di prima applicazione commerciale. Senza entrare nel merito
di quali siano, nello specifico, i progetti sostenuti da tale programma, va
ricordato in questa sede che le risorse ad esso destinate dall’Unione
Europea
8
ammontano a circa il 20% dell’intero stanziamento destinato al
CIP, ossia circa 724.260.000 di euro.
Il contributo erogato si basa sul rimborso integrale o parziale dei costi
ammissibili, ma possono essere previste anche altre forme, come
finanziamenti a tasso forfetario, o rimborsi forfetari, borse o premi, ecc.
In generale, però, l’aiuto non può superare il 75% del costo totale
dell’azione o del progetto, mentre la parte rimanente viene coperta da
fondi pubblici o privati, o una combinazione di entrambi.
Il VII Programma Quadro di azione comunitaria di ricerca, sviluppo
tecnologico e dimostrazione
9
, invece, rappresenta il principale strumento
di finanziamento della ricerca a livello europeo.
Attraverso questo strumento, la Commissione Europea si propone di
raggiungere vari obbiettivi: il rafforzamento delle basi scientifiche e
tecnologiche, il sostegno alla competitività internazionale e la promozione
delle azioni di ricerca.
L’importo globale dei fondi stanziati per il 7PQ ammonta a 50.521 milioni
di euro, ripartiti tra i quattro programmi specifici che lo compongono. Dal
8
Erogate dalla Commissione Europea – DG Imprese e Industrie.
9
(7PQ).
15
punto di vista strettamente legato al tema delle energie rinnovabili, il
Programma Cooperazione è quello che verrà di seguito trattato, ed il suo
stanziamenti si aggira sui 32.413 milioni di euro, ossia circa il 64%
dell’intero stanziamento.
In particolare, al suo interno troviamo il Programma Energia, focalizzato
sulla ricerca di fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti, nonché sul
miglioramento dell’efficienza energetica, con un ammontare di risorse
stanziate disponibili pari a 2.350 milioni di euro, che saranno messe a
disposizione degli investitori in ricerca sotto forma di agevolazioni per
l’accesso al credito e finanziamenti a tasso agevolato.
Le ricerche finanziabili, tra le altre, sono quelle nel campo della
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, carburanti da fonti
rinnovabili, reti energetiche intelligenti e tecnologie pulite per la produzione
di carbone. Secondo la Commissione Europea, i cittadini dell’UE trarranno
profitto dalla ricerca in campo energetico, che si tradurrà in costi più bassi
ed in un uso più efficiente della energia fornita dalle diverse fonti. Ciò
contribuirà, inoltre, alla riduzione dei fattori che sono all’origine dei
cambiamenti climatici a cui si sta assistendo quotidianamente, con
conseguente ed immediato vantaggio per l’intero ecosistema.
Un altro programma, contenuto anch’esso nel 7PQ, che vale la pena
accennare, è quello sui Prodotti Alimentari, Agricoltura e Biotecnologia,
riguardante più da vicino il tema dei biocarburanti e biocombustibili.
Questo programma ha a disposizione, per i vari anni della sua durata,
1.950 milioni di euro, che serviranno, a detta della Commissione Europea,
a far avanzare la conoscenza nell’ambito della gestione, produzione ed
uso sostenibile delle risorse biologiche: si porranno le basi per la
produzione di prodotti e servizi più sicuri, eco-efficienti e competitivi nei
settori dell’agricoltura, della pesca, dell’industria alimentare e nel settore
della salute.
16
1.5 Gli interventi normativi nazionali.
Nel contesto sin qui descritto, l’Italia, oltre al dovere di tener conto degli
impegni assunti in ambito UE, ha certamente motivazioni aggiuntive per
confermare l’orientamento favorevole per le rinnovabili. Tra queste
spiccano:
a) le maggiori opportunità di investimento, in termini di potenziale
redditività elevata di alcune risorse primarie rinnovabili, rispetto al resto
d’Europa; è il caso certamente del solare, grazie all’insolazione media
particolarmente alta nel sud Italia, ma anche della geotermia,
dell’eolico, delle biomasse e dell’idroelettrico, in quanto esistono
ancora molti siti che presentano condizioni favorevoli al loro
sfruttamento;
b) la possibilità di sviluppare filiere industriali per le fonti rinnovabili; per
alcune di esse, inclusi l’eolico ed il fotovoltaico, il contributo
dell’industria italiana alla realizzazione è ancora parziale e spesso
ridotto alle sole fasi di montaggio ed installazione; la presenza sul
territorio di una filiera industriale garantirebbe invece evidenti vantaggi
in termini di occupazione e valore aggiunto, nonché di formazione
permanente di professionalità (installatori e manutentori compresi).
Con il D.lg. n. 387/2003, è stata recepita la Direttiva 2001/77/CE, gettando
le basi per la creazione di strumenti normativi che puntino alle biomasse
come fonte indispensabile per raggiungere gli obbiettivi di sviluppo
dell’energia da fonti rinnovabili. Tali obbiettivi sono stati sostenuti
indirettamente anche da misure che si proponevano il superamento del
criterio di incentivazione tariffaria, con l’introduzione dei famosi Certificati
Verdi, dei Certificati RECS e dei Certificati Bianchi. Questo sistema di
certificati, ha dato il via ad un vero e proprio mercato, in cui vengono
continuamente scambiati i titoli rappresentativi della produzione da fonti
rinnovabili o dell’efficienza energetica. Per una trattazione più esaustiva si
rimanda ai capitoli successivi.
17
In questa sede va ricordato, inoltre, che la Finanziaria del 2007, oltre ad
innovare il meccanismo sopra citato dei Certificati Verdi, ha introdotto
numerose misure a supporto del risparmio e dell’efficienza da un punto di
vista energetico e delle fonti energetiche rinnovabili volte, da un lato, ad
incoraggiare un atteggiamento di maggiore attenzione verso l’ambiente e,
dall’altro, a favorire un miglioramento tecnologico e strutturale degli
strumenti di produzione energetica e contenimento dei consumi.
Innanzitutto, viene utilizzato un meccanismo di detrazioni (ed in particolare
un Bonus Fiscale) da far valere nei confronti dell’Erario in sede di
dichiarazione dei redditi.
La Finanziaria del 2008 ha esplicitamente previsto il prolungamento di tale
agevolazione fiscale per tre anni, ossia sino al 31 Dicembre del 2010,
correggendone e perfezionandone alcune anomalie
10
.
Ed ancora, a partire dal 1° Gennaio del 2008, è stata introdotta una nuova
forma di incentivazione per gli impianti di produzione energetica di
dimensioni modeste, la cosiddetta “tariffa omnicomprensiva”, alternativa al
meccanismo dei Certificati Verdi, sicuramente più adatto ai grandi
operatori del settore, ed improntata maggiormente ai piccoli impianti,
soprattutto mini-eolici, che utilizzano esclusivamente fonti rinnovabili. Si
tratta di un incentivo fisso, di entità variabile a seconda del tipo di fonte
utilizzata, erogato su ogni kW/h prodotto, per un periodo di tempo di 15
anni.
La nuova legge sul Conto Energia, per continuare sulla breve elencazione
di quelle che sono le principali manovre fiscali e finanziarie poste in essere
dal nostro Paese, sostiene la produzione di energia elettrica tramite
pannelli solari-fotovoltaico, con un meccanismo più snello e
semiautomatico rispetto a quello delle precedenti versioni
11
.
10
Nel mese di Dicembre 2010, l’Ecobonus è stato prorogato sino al 31/12/2011.
11
La prima versione del Conto Energia risale al 2003. Da quel momento, si sono susseguite
numerose rivisitazione del meccanismo, fino ad arrivare a quella attuale, contenuta nel Decreto
interministeriale del 6/08/2010 “Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante
conversione fotovoltaica della fonte solare”, emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico,
redatto per dare continuità al meccanismo di incentivazione in Conto Energia per gli impianti
18
Si tratta, anche in questo caso, di tariffe incentivanti legate alla quantità di
energia elettrica prodotta da questo tipo di impianti ed immessi nella rete
nazionale.
Da ultimo, ricordiamo che, sempre la Finanziaria del 2008, ha previsto
tutta una serie di Fondi messi a disposizione degli investitori sotto forma di
finanziamenti a tasso agevolato. I più importanti sono:
a) il Fondo per il risparmio e l’efficienza energetica, con una dotazione
stanziata di 1 milione di euro, finalizzato al finanziamento di campagne
informative sulle misure che consentono la riduzione dei consumi
energetici per migliorare l’efficienza energetica, con particolare
riguardo all’avvio di una campagna per la progressiva e totale
sostituzione delle lampadine ad incandescenza con quelle a basso
consumo, per l’avvio di misure atte al miglioramento dell’efficienza
della pubblica illuminazione e per sensibilizzare gli utenti a spegnere
gli elettrodomestici dotati di funzione stand-by, quando non sono
utilizzati;
b) il Fondo per la promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza
energetica attraverso il crollo e la riduzione delle emissioni inquinanti e
climalteranti, nonché per la produzione di energia elettrica da solare
termodinamico, con un importo stanziato di 40 milioni di euro annui.
1.6 L’Ecobonus.
Nel corso del mese di Dicembre 2010 è stata approvata, nell’ambito del
patto di stabilità, la proroga della detrazione del 55% per la riqualificazione
energetica degli edifici, il famoso “Ecobonus”.
Gli spunti di discussione legati a questo strumento agevolativo non sono
mancati, ma a detta degli esperti il fatto che sia stato prorogato almeno
fotovoltaici, già avviato con i precedenti decreti del 28/7/2005 e 6/2/2006 (Primo Conto Energia) e
19/2/2007 (Secondo Conto Energia).
19
per un altro anno, rappresenta un punto a favore per l’intero sistema
economico ed energetico italiano.
I dati degli ultimi 3 anni, ossia del periodo in cui l’Ecobonus è stato in
vigore, confermano la bontà delle scelte legate al suo utilizzo:
- più di 793.000 famiglie hanno richiesto l’incentivo per effettuare
lavori di riqualificazione del proprio edificio;
- oltre 1 miliardo di euro risparmiato dalle famiglie italiane, nel solo
biennio 2007-2008, sotto forma di detrazione dall’imposta lorda da
pagare;
- più di 3.000 euro portato in detrazione per ogni singolo intervento
per cui si è fatto richiesta del bonus;
- risparmio globale, in termini energetici, dovuto all’ammodernamento
dell’intero pacchetto edilizio, in simbiosi con quello degli altri paesi
europei facenti parte del patto sul 202020
12
;
- espansione vertiginosa del settore della Green Economy, che ha
aiutato il Paese a fronteggiare la grave recessione economica
manifestatasi in tutti i restanti settori dell’economia e della finanza
globale;
- emersione del lavoro nero nel settore edilizio ed energetico dovuta
alle procedure richieste per la fruizione dell’incentivo.
Se questi sono i dati positivi legati al provvedimento, esistono anche degli
aspetti negativi, o perlomeno da valutare come tali a detta di alcuni
studiosi della materia.
Innanzitutto, sono state sollevate questioni sulla presunta sostenibilità di
un meccanismo che richiede, secondo stime effettuate, un saldo negativo
nelle casse dello Stato di oltre 1,7 miliardi di euro
13
.
12
Il patto prevede che, entro il 2020, le emissioni di gas serra diminuiscano del 20%, il 20% del
consumo di energia provenga da fonti rinnovabili e che l’efficienza energetica aumenti del 20%.
Lo stesso, inoltre, prevede anche un’altra serie di obbiettivi di carattere programmatici.
13
Il dato si riferisce all’ipotesi dello studio teorico proposto nel capitolo III della presente
trattazione.
20
Inoltre, il vice ministro dell’Economia Giuseppe Vegas ha recentemente
spiegato che l’Ecobonus porterà, a fronte dei 124,8 milioni di euro di
maggiore gettito Iva, un minor gettito di 32,4 milioni di euro nel 2012, di
292,8 milioni di euro nel 2013 e di 168,2 milioni di euro a partire dal 2014.
Queste cifre configurano l’incentivo come uno dei più onerosi per le casse
erariali ma, secondo il versante a favore della manovra, questo buco sarà
agevolmente colmato dal ritorno in termini di efficienza energetica,
espansione dell’intero comparto legato al suo finanziamento ed alle
entrate fiscali connesse.
Per concludere, un ulteriore ambito di critica, questa volta non al
provvedimento in se per se, ma ai termini ed alle modalità del suo rinnovo,
è stato rilevato in questi giorni alla luce della recente ufficializzazione: il
rinnovo per un solo anno, ossia per le spese effettuate sino al 31/12/2011,
senza alcuna modifica delle percentuali di detrazione e dei meccanismi
agevolativi, assieme al raddoppiamento dei termini di detrazione che sono
passati da 5 a 10 anni, sono apparsi come segnali negativi che
prefigurerebbero un avvio all’abbandono dell’Ecobonus per gli anni a
venire. In questa ipotesi, come dimostra lo studio effettuato nel capitolo III
del presente lavoro, il risultato per le casse dello Stato e per l’intero
sistema Paese, ossia formato anche dalle imprese e dalle famiglie italiane,
sarebbe molto negativo.
Le opportunità di crescita, la possibilità di trasformare un oneroso
meccanismo di incentivazione, necessario a raggiungere gli obbiettivi
fissati in ambito europeo sul fronte del risparmio energetico e delle energie
rinnovabili, sono sostanzialmente legate ad un utilizzo dell’Ecobonus che
si protenda al futuro, accompagnate da alcune modifiche legate,
soprattutto, a premiare quegli interventi più difficoltosi ed onerosi ma
ugualmente auspicabili, come ad esempio nelle regioni del sud Italia, in
cui interventi sugli edifici per la riqualificazione del proprio sistema di
riscaldamento o energetico sono visti meno di buon grado rispetto alle
regioni del nord e soprattutto si presentano, a parità di qualità del risultato
21
ottenuto, ossia di risparmio globale annuo, molto più gravose sulle tasche
dei contribuenti.
1.7 La Green Economy.
Esiste un mercato in netta controtendenza rispetto all'andamento della
congiuntura economica internazionale: la Green Economy. Gli interventi
legislativi di cui abbiamo parlato finora, assieme alle mutevoli condizioni
dell’economia mondiale, hanno contribuito alla nascita di nuovi settori e
nuove figure professionali, garantendo l’espansione, anche in termini di
gettito fiscale, del volume di ricchezza prodotta in quegli Stati che meglio
hanno saputo adattarsi.
Si consideri che i 27 leader comunitari si sono impegnati a portare, entro il
2020, la quota di energie rinnovabili utilizzate dall'attuale 8,5% al 20%
riducendo le emissioni di anidride carbonica e migliorando l'efficienza del
sistema energetico del 20%. In termini di investimenti si stima che essi
ammonteranno a 13-18 miliardi di euro all'anno mentre, in termini
occupazionali, l'indotto della Green Economy sarà capace di generare
circa 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro.
Si definisce Green Economy (Economia Verde) un tipo di analisi
econometrica che, oltre ai benefici economici, come ad esempio l’aumento
del PIL o dell’occupazione, prende in considerazione i danni ambientali
14
prodotti dall'estrazione delle materie prime, dal loro trasporto e
trasformazione in energia, della loro manifattura in prodotti finiti e del
possibile riciclaggio o danno ambientale che produce la loro eliminazione
definitiva.
La Green Economy propone misure economiche, legislative, tecnologiche
e di educazione pubblica in grado di ridurre il consumo di energia e di
risorse, diminuire la dipendenza dall'estero, abbattere le emissioni di gas
14
I danni all’ambiente diminuiscono anche il PIL, dal momento che riducono le rese di attività che
beneficiano da una buona qualità dell'ambiente come l'agricoltura, la pesca, e il turismo in luoghi
incontaminati, montagne o spiagge. Si definiscono Esternalità Negative.