- 102 -
3.3 Produttività, indebitamento e deregolamentazione
Un modello per esplorare gli effetti della deregolamentazione
294
sul rapporto di
lavoro, sull'occupazione e sul circuito monetario è stato avanzato nella TMC. Il
fallimento della domanda effettiva si spiega soprattutto con la spontanea
tendenza di deregolamentare l’economia di mercato e di fissare i salari a loro
livello minimo e/o nella produzione di fenomeni di preferenza per la liquidità, che
si suppongono essere le principali cause disoccupazione
295
. Introducendo come
visto la possibilità di ottenere credito da parte dei lavoratori, il ruolo degli stessi
nel circuito non è più quindi di secondo piano
296
. I lavoratori desiderano
mantenere un determinato livello qualitativo di vita, hanno un propensione alla
conflittualità con le imprese, all’indebitamento e al rimborso del debito
297
. Inoltre
nei modelli più avanzati di circuito monetario, oltre all’indebitamento privato,
assumono sempre più importanza elementi immateriali
298
, ad esempio la fiducia
nelle relazioni tra gli genti economici
299
che porta ad un miglioramento delle
aspettative e ad una riduzione dell’incertezza nel sistema economico, capace
294
Oltre alla flessibilità numerica, nel quale le imprese possono assumere e licenziare lavoratori senza
particolari restrizioni in termini di modalità di assunzione, si ha la flessibilità salariale quando il salario
oscilla in base alla domanda e all'offerta di lavoro e la flessibilità funzionale, cioè la libertà delle imprese
di attribuire mansioni diverse ai lavoratori cause di licenziamento Forges Davanzati Guglielmo, La
legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità salariale e contrattuale, in Realfonzo
Riccardo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso una nuova legislazione in
Campania,Franco Angeli, 2008, p.62.
295
Pacella Andrea, The Effects Of Labour Market Flexibility In The Monetary Theory Of Production,
Metroeconomica 59:4 (2008), doi: 10.1111/j.1467-999X.2008.00330.x, p.608.
296
Nel modello base a tre macroagenti il ruolo dei lavoratori in termini monetari è quello di assicurare che la
finanza finale torni alle imprese attraverso la spesa di beni e servizi e l’acquisto di titoli nel mercato
finanziario.
297
Pacella Andrea, The Effects Of Labour Market Flexibility In The Monetary Theory Of Production,
Metroeconomica 59:4 (2008), doi: 10.1111/j.1467-999X.2008.00330.x, p.613.
298
Forges Davanzati Guglielmo, La legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità
salariale e contrattuale, in Riccardo Realfonzo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso
una nuova legislazione in Campania,Franco Angeli, 2008, p.60.
299
“Sul piano microeconomico, la fiducia è una variabile estremamente rilevante nell’erogazione di impegno
lavorativo in team; sul piano macroeconomico, la fiducia influenza le aspettative, dei consumatori e degli
imprenditori, circa il futuro andamento delle variabili economiche rilevanti, soprattutto in economie
monetarie in condizioni di incertezza.” Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella, La fiducia come
risorsa e il suo rendimento economico, Quaderno di comunicazione, fiducia/sicurezza, Meltemi, Roma,
6/2006, p.109.
Capitolo III
- 103 -
quindi di migliorarne l’efficienza
300
. Dal paragrafo precedente, se nel mercato del
lavoro è prevista la massima rigidità, i lavoratori otterranno dalle imprese proprio
il salario monetario che è nella loro memoria
301
: in base alla [47] il credito al
consumo sarà pari a zero, i profitti nulli e deficit monetario pari agli interessi sulla
produzione nel caso dell’analisi del modello base
302
.
Grafico 19: consumo target e rigidità
Nel caso che la variabile Z sia massima, i lavoratori ottengono il consumo target,
massimo, pari a W
t-1
N(Z
t-1
)
303
. Nel secondo capitolo, attraverso la funzione di
produzione, si è sottolineato l’importanza dell’uguaglianza tra prezzi effettivi ed
attesi affinché i lavoratori assicurino la produttività richiesta dalle imprese.
Prezzi effettivi, superiori ai prezzi attesi, in presenza di deregolamentazione, non
300
Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella, La fiducia come risorsa e il suo rendimento economico,
Quaderno di comunicazione, fiducia/sicurezza, Meltemi, Roma, 6/2006, p.119.
301
All’inizio del processo produttivo, il salario di sussistenza è dato, e riflette nella memoria dei lavoratori il
livello di retribuzione conquistato nel passato dalle loro richieste, ed è quindi il più alto in assoluto.
Forges Davanzati Guglielmo, Subsistence Wages, Private Indebtedness And Aggregate Demand. A
Postkeynesian-Classical Interpretation Of The Current Crisis, www.boeckler.de ,(2010) p. 5.
302
Pacella Andrea, The Effects Of Labour Market Flexibility In The Monetary Theory Of Production,
Metroeconomica 59:4 (2008), doi: 10.1111/j.1467-999X.2008.00330.x, p.616.
303
Nel grafico, per effetto della *46+ all’aumentare della forza contrattuale, aumenta anche il consumo
target.
Z
W
0
Wt0(Ztn0)
Wt-1(Ztn-1)
Z*
Wt*(Ztn*)
Equilibrio e deregolamentazione del mercato del lavoro
- 104 -
possono che fare aumentare il livello di indebitamento dei lavoratore in quanto il
salario reale andrà a ridursi ulteriormente, allontanandosi ancora di più dal
salario obiettivo, dato che le imprese non asseconderanno o asseconderanno
meno del richiesto l’aumento dei salari reali.
304
Nel grafico sottostante, ecco una
possibile rappresentazione per un’unità di tempo:
Grafico 20: indebitamento addizionale
Cosa accade se si verifica un decremento della produttività con politiche di
deregolamentazione in atto? Se la produttività del lavoro è inferiore a quella del
capitale, l'imprenditore domanderà meno lavoro e più capitale, e se gli
imprenditori non hanno aspettative positive sui profitti, la riduzione dei costi si
traduce in aumenti di utili da distribuire o da accantonare mentre se ci sono
aspettative positive non è plausibile che gli investimenti vengano effettuati nella
stessa area geografica oggetto di politiche di flessibilità, poiché l'aumento della
304
Realfonzo Riccardo, The Italian Circuitist approach , in P.Aretis and M. Sawyer (eds), A Handbook of
Alternative Monetary Economics, Edgar Elgar, Cheltenham (UK) and Northampton (USA, 2006), p.116.
T
W/P
0
Wt-1/P
Wto/Pe
Indebitamento
Wto/P
Indebitamento addizionale
Capitolo III
- 105 -
domanda di lavoro farebbe aumentare i salari
305
. Tale ragionamento si evince dai
tre grafici:
Grafico a tre quadranti 1
Nel primo grafico a sinistra è riportato l’equilibrio monetario, cui corrisponde un
determinato reddito Y1, una combinazione di capitale K1 e lavoro L1 come
riportato nel secondo grafico e un determinato salario reale.
Grafico a tre quadranti 2
305
Forges Davanzati Guglielmo, La legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità salariale
e contrattuale, in Realfonzo Riccardo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso una nuova
legislazione in Campania,Franco Angeli, 2008, pp. 58-59.
Y1
ADe ,
C+I+G+E-M
AS
AD
AS
0
ADe=AD=AS=wN=F a
K
L
K1
L1
a
W/P
L1
L
Disoccupazione Disoccupazione
Y*
Y2
ADe ,
C+I+G+E-M
AS
AD
AS
0
ADe=AD=AS=wN=F a
K
L
K1
L1
W/P
L1
L
Disoccupazione Disoccupazione
Y*
L1 L2
K2
L2
b
b
a
1
Equilibrio e deregolamentazione del mercato del lavoro
- 106 -
Una riduzione della produttività del lavoro, comporta un aumento della
disoccupazione, una nuova combinazione di capitale K2 e lavoro L2, un livello
pari a Y2 se le imprese non hanno aspettative negative sulla domanda. Il salario
reale resta invariato, poiché le imprese si prefiggono di mantener costante la
produttività.
Grafico a tre quadranti 3
Dal grafico a tre quadranti 3 si leggono i presupposti di base che sono stati
sovrapposti sul quadro teorico standard keynesiano che giudicano che una
strategia di flessibilità salariale o è inefficace o controproducente: a) la
deregolamentazione aumenta l'incertezza sul consumo
306
inducendo i lavoratori
a trattenere maggiori quote di reddito a fini precauzionali riducendo la
propensione al consumo
307
, quindi una parte della moneta stagna non fluendo
nel circuito; non si avrà un aumento dell'occupazione, mentre se le imprese
verificano o hanno aspettative
308
negative sulle vendite, la disoccupazione
aumenta ancora di più – nel grafico un abbassamento del salario reale dovuto
306
Forges Davanzati Guglielmo, Pacella Andrea, Realfonzo Riccardo, Fiscal policy in the monetary theory of
production: an alternative to the “new consensus” approach, Journal of Post Keynesian Economics,
Summer 2009, Vol. 31, No. 4, 2009 M.E. Sharpe, Inc, p. 614.
307
La propensione al consumo diminuisce di un x uguale per tutti i lavoratori.
308
Fontana Giuseppe, Realfonzo Riccardo, The monetary Theory of Production, Tradition and Perspectives,
Palgrave Macmillan, 2005, p. 10.
Y1
ADe ,
C+I+G+E-M
AS
AD
AS
0
ADe=AD=AS=wN=F a
K
L
K1
L1
W/P
L1
L
Disoccupazione Disoccupazione
Y*
L1 L2
K2
L2
b
b
a
1
2
Y2
Capitolo III
- 107 -
alla deregolamentazione provoca un abbassamento della domanda aggregata -
(b), la deregolamentazione funziona come un dispositivo di disciplina, - a causa
della credibilità della minaccia di licenziamento - ma non vi è un aumento dello
sforzo del lavoratore, e quindi della produttività del lavoro; esso ha effetto solo se
il lavoratore ha una ragionevole speranza che il contratto sia rinnovato
309
.
L'aumento della produttività dei lavoratori oltre un certo livello non è possibile in
un'economia monetaria perché accrescono i conflitti all'interno dei gruppi di
lavoro, finalizzati all'espulsione dal mercato del lavoro dei concorrenti, riducendo
le economie di team
310
– nel grafico le imprese per aumentare la produttività
dovrebbero aumentare gli investimenti per aumentare il capitale disponibile
almeno livello K2, lasciando invariata la forza lavoro al livello L1, altrimenti si ha
in caso di aspettative negative, disoccupazione – c) per aumentare l’occupazione,
e quindi riportare ai livelli originari la domanda globale, occorrono le politiche
fiscali espansive
311
, di cui è maggiormente efficace la spesa pubblica d) la
deregolamentazione diminuisce le capacità di rimborso dei finanziamenti dei
lavoratori, riducendo il valore dell’indebitamento privato e dei profitti da parte
delle imprese e quindi si registra un livello di domanda aggregata ancora più
basso. Graficamente per aver una dettaglio del punto c riprendiamo il grafico 15
309
Forges Davanzati Guglielmo, La legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità
salariale e contrattuale, in Realfonzo Riccardo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso
una nuova legislazione in Campania,Franco Angeli, 2008, p. 60.
310
“La fiducia è una risorsa anche in senso strettamente economico, dal momento che vi sono buone ragioni
per ritenere che contesti con elevato stock di capitale sociale siano in grado di generare esiti migliori in
termini di efficienza, rispetto a contesti nei quali il capitale sociale è basso. Il caso del lavoro di squadra
(team) appare estremamente significativo in tal senso. L’elemento che maggiormente conta è la
trasmissione di informazioni fra colleghi (coworkers),che può significativamente incidere sulla
produttività del lavoro. La quale, per il singolo lavoratore, è co-determinata da tre variabili: lo stock di
capitale fisso (impianti, macchinari) disponibile, che determina ciò che il lavoratore può fare; il capitale
umano (l’insieme delle conoscenze generali e tecniche), che determina ciò che il lavoratore sa fare;
l’effort (la motivazione al lavoro), che determina ciò che (o quanto) il lavoratore vuole fare. Nel lavoro di
squadra, la produttività dipende anche dalla coesione interna al team, ovvero, in ultima analisi, alla
fiducia fra i suoi componenti”. Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella, La fiducia come risorsa e il
suo rendimento economico, Quaderno di comunicazione, fiducia/sicurezza, Meltemi, Roma, 6/2006,
p.113.
311
Fontana Giuseppe, Realfonzo Riccardo, The monetary Theory of Production, Tradition and Perspectives,
Palgrave Macmillan, 2005, p. 10.
Equilibrio e deregolamentazione del mercato del lavoro
- 108 -
ed introduciamo il comportamento delle banche, che a fronte della riduzione dei
salari monetari, riducono l’importo del credito al consumo fornito ai lavoratori.
Grafico 21: effetto peggioramento forza contrattuale su domanda aggregata e profitti
Con -AD è indicato la diminuzione della domanda aggregata e con -P la riduzione
dei profitti da parte delle imprese nei periodi t
0
, t
1
e t
2
dovute entrambe al minor
indebitamento concesso dalle banche ai lavoratori causato da un peggioramento
delle loro capacità di rimborso rispetto al periodo t-n, poiché il salario nominale
scende dal valore w
t0
(Z
t0
) a w
t1
(Z
t1
) a w
t2
(Z
t2
) a seguito del
peggioramento della forza contrattuale dei lavoratori. I lavoratori consumeranno
di meno e questo si tradurrà in minori profitti. Una revisione della capacità di
rimborso da parte delle banche fa diminuire come la variabile Z il consumo target
w
t-1
(Z
t-1
)attraverso la concessione di minor credito e/o l’aumento del tasso di
interesse sul credito al consumo (nel grafico è indicato w
t-n
(Z
t-n
) per indicare i
nuovi livelli di consumo target dovuti alla deregolamentazione nei periodi t
0
, t
1
e t
2
).
L'effetto complessivo della deregolamentazione del mercato del lavoro è la
riduzione dell'occupazione di equilibrio, generando disoccupazione involontaria,
dell'equilibrio monetario a parità di produttività del lavoro.
W
O
wt0N(Zt0)
D
wt-nN(Zt-n)
i
P
T, u t0
P
i
i
P
t1 t2
wt2N(Zt2)
wt1N(Zt1)
- AD - P
- AD
- AD - P
- P
D
D
Capitolo III
- 109 -
3.4 Deregolamentazione, mercato del lavoro, profitti , occupazione e reddito
La deregolamentazione, come detto, influisce sulle variabili istituzionali
312
,
indebolendo la forza lavoro. Le imprese potranno fissare quindi un salario
nominale più basso rispetto al periodo precedente, al momento dell’avvio della
produzione:
Grafico 22:determinazione del salario nominale del mercato del lavoro
Il nuovo prezzo nel mercato del lavoro sarà rappresentato dalla retta 1, inferiore
rispetto al livello precedente, determinando il tasso di disoccupazione, ad un
livello maggiore u
1
, esprimente per le imprese un salario reale
1+ più
favorevole per le imprese a causa dell'indebolimento dei lavoratori. Come
mostrato dai grafici a tre quadranti, stabilito il livello di domanda aggregata le
imprese sceglieranno la combinazione ottima tra capitale e lavoro: ciò implica
che il salario reale non è stabilito nell’incontro tra domanda ed offerta di
312
Il salario nominale w, è funzione di tre variabili: dei prezzi attesi p
e
, della disoccupazione u e delle variabili
istituzionali z (principalmente le rigidità del mercato e la regolamentazione del mercato del lavoro).
W=P
e
F( u,z).
Equilibrio e deregolamentazione del mercato del lavoro
- 110 -
lavoro
313
. Esso nasce dai piani produttivi delle imprese: questo implica che ai fini
dell’aumento dell’occupazione la variazione del salario reale non ha effetti sul
livello dell’occupazione, bensì ha effetti redistributivi. Infatti se le imprese al
diminuire del salario nominale non riducono il markup q, per riequilibrare salario
atteso e salario effettivo, otterranno un profitto maggiore pari a π-B, come
evidenziato nei grafici sottostanti
314
:
Grafico 23 (in alto) e grafico 24 (in basso): effetti redistributivi
Vediamo analiticamente cosa accade ai profitti in caso di deregolamentazione:
Dato che wN = w
t
N =
(1+ )
, indicando con θ la quota rimborsata del debito
privato, e indicando con λ la propensione all’indebitamento privato che tiene
conto del tasso di interesse bancario sul credito al consumo
315
, l’indebitamento
privato, che fluisce all’impresa (quindi al netto della di rimborso del debito), è
pari a [52] D = [ w t-1N(Z t-1) - w
(1+ )
(Z t)],1 − (1 + )-, i profitti per le imprese
a livello macroeconomico sono dati da [53] ( )
(
(1+ )(1+ )
+ ) + ( ( −1)
−
313
Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella, La fiducia come risorsa e il suo rendimento economico,
Quaderno di comunicazione, fiducia/sicurezza, Meltemi, Roma, 6/2006, p.115.
314
Grafici contenuti in Passarella Marco, Il ruolo delle aspettative nel circuito della moneta. Contrattazione
salariale, produttività, disoccupazione, e distribuzione in un Modello di Teoria Monetaria della
Produzione, (2006) www.decon.unipd.it, p. 9.
315
L’aumento del tasso di interesse riduce i consumi e la propensione all’indebitamento. Pacella Andrea, The
Effects Of Labour Market Flexibility In The Monetary Theory Of Production, Metroeconomica 59:4 (2008),
doi: 10.1111/j.1467-999X.2008.00330.x, p.617.
Capitolo III
- 111 -
0
) + ,
( −1)
( ( −1)
) − ( )
(1+ )(1+ )
( ( )
)-,1 − (1 + )- + + ±
−
(1+ )(1+ )
(1 + ) in base alla [51] mentre sono pari [54] a ( )
(
(1+ )
+
) + ( ( −1)
− 0
) + , ( −1)
( ( −1)
) − ( )
(1+ )
( ( )
)-,1 − (1 + )- +
+ ± −
(1+ )
(1 + ) in base alla [50], in termini reali si ha che i profitti
per le imprese in termini aggregati sono pari [55] a
, ( )
( + )+ ( ( −1)
− 0
) + , ( −1)
( ( −1)
)− ( )
(1+ )(1+ )
( ( )
)-,1− (1+ )-+ + ± − (1+ )-
(1+ )(1+ )
e [56]
, ( )
( + )+ ( ( −1)
− 0
) + , ( −1)
( ( −1)
)− ( )
(1+ )
( ( )
)-,1− (1+ )-+ + ± − (1+ )-
(1+ )
316
. Da tali relazioni si evince che a livello macroeconomico la deregolamentazione
diminuisce i profitti a causa della riduzione del coefficiente , all’aumento delle
scorte liquide dovute a ( −1)
< 0
, mentre la riduzione dell’indebitamento
privato, espresso da [57] D
317
= , ( −1)
( ( −1)
) − ( )
(1+ )(1+ )
( ( )
)-,1 −
(1 + )-, a causa dell’aggiustamento del consumo target e del maggior peso
della quota di debito da restituire alle banche, riduce il consumo e riduce
meno
318
l’indebitamento bancario espresso da (1 + ). Per effetti dinamici
legati all’aggiustamento del consumo target, l’indebitamento privato oltre un
certo limite non può più crescere: nel lungo periodo la continua
deregolamentazione e l’intervento delle banche limita l’ammontare
dell’indebitamento e quindi il volume dei profitti sono ulteriormente destinati a
ridursi. Le imprese per aumentare i profitti, più che comprimere i salari,
316
Se c
(a)
=1, implica che c
(a)
wN= -wN; se w
(t-1)
=w
t
implica che D=0; si ritorna logicamente al paradosso dei
profitti del circuito base, in cui a livello aggregato si registrano profitti negativi pari a –i
b
wN, , ipotizzando
inoltre che G,EX, ± siano pari a zero.
317
, ( −1)
( ( −1)
) − ( )
(1+ )(1+ )
( ( )
)-,1 − (1 + )-in base al pagamento del tasso di
interesse da parte dei lavoratori sul salario. Tale indebitamento è visto al netto della quota di rimborso
alle banche, poiché esso è un profitto nelle banche, non delle imprese, che può ritornare alle imprese
attraverso il mercato dei beni, ipotesi accolta nell’equilibrio economico generale, ma qui specificata per
compiutamente analizzare gli effetti della deregolamentazione. Lo stesso vale per i tassi di interesse.
318
Vedi grafico 18.
Equilibrio e deregolamentazione del mercato del lavoro
- 112 -
dovrebbero aumentare il livello degli investimenti, sia per aumentare il livello
della domanda aggregata dal lato della spesa e dal lato della produttività.
319
Immediatamente in termini monetari e reali si ha una riduzione del livello della
domanda aggregata e quindi dell’occupazione, se le imprese non riducono il
mark-up, o effettuino nuovi investimenti per aumentare la produttività.
320
. Una
deregolamentazione prolungata nel tempo a) limita la capacità di rimborso dei
lavoratori che avranno meno credito e/o subiranno alti tassi di interesse bancari b)
riduce i profitti sia per minor finanziamenti concessi alle imprese, sia per la
riduzione della propensione all’indebitamento, legata al tasso di interesse sul
credito al consumo, sia per la formazione di maggiori scorte liquide
321
, sia per la
riduzione della produttività dovuta alla minore fiducia nelle relazioni tra e dentro
i macroagenti. Il saggio di profitto, dato dal rapporto tra profitti e costi totali, è
pari [58] a
( )
+ ( )
+ ( ( −1)
− 0
) + , ( −1)
( ( −1)
)− ( )
( ( )
)-,1− (1+ )-+ + ± −w − w w + w che
è uguale in termini reali [59] a
( )
(1+ )
+ ( )
+ ( ( −1)
− 0
) + , ( −1)
( ( −1)
)− (1+ )
.
( ) ( ( )
)-,1− (1+ )-+ + ± −
(1+ )
− (1+ )
(w + w ),w(1+ q)-
.
Deregolamentando il mercato del lavoro, per mantenere costanti i profitti, se la
spesa pubblica, le esportazioni nette, i guadagni e/o le perdite in conto capitale
sono costanti, le imprese devono aumentare gli investimenti, e quindi la
produttività, per compensare la perdita dei profitti dovuti alla
319
In termini reali il rapporto
rappresenta la produttività π.
320
La produttività del lavoro è indipendente dal grado di flessibilità. Forges Davanzati Guglielmo, La
legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità salariale e contrattuale, in Riccardo
Realfonzo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso una nuova legislazione in
Campania,Franco Angeli, 2008, p.62.
321
Sul piano microeconomico l’impresa sperimenta una riduzione dei costi, ma sul piano macroeconomico
si sperimenta una riduzione della propensione al consumo . I lavoratori accantonano maggiori quote di
reddito per fini precauzionali. Forges Davanzati Guglielmo, La legislazione nazionale del lavoro in Italia: le
politiche di flessibilità salariale e contrattuale, in Riccardo Realfonzo, Qualità del lavoro e politiche per il
mezzogiorno, Verso una nuova legislazione in Campania, Franco Angeli, 2008, p. 63.
Capitolo III
- 113 -
deregolamentazione.
322
Una compressione dei salari per diminuire i costi può
essere indotta da una riduzione della spesa pubblica
323
per ottenere profitti, in
termini macroeconomici non porta vantaggi, anzi si registra una diminuzione
della domanda aggregata sia per la riduzione della spesa pubblica che per
l’aggiustamento del consumo obiettivo verso il basso
324
, sia per una riduzione
della produttività dovuta alla funzione di reazione dei lavoratori che rende
controproducente la stessa politica di deregolamentazione,
325
sia per la
riduzione della fiducia tra gli operatori, sia per il maggior peso della quota del
rimborso del debito che riduce i consumi. Cosa accade al numero degli occupati?
Come chiarito, in numero degli occupati dipende dalla domanda aggregata e
dalla combinazione di lavoro e capitale scelta dalle imprese nei loro piani
produttivi. Andando a determinare l’occupazione dall’uguaglianza tra credito e domanda
aggregata e ponendo che ( )
è pari a C+I, ipotizzando che ( )
= 1, si ha che [60]
=
C+ I+ ( )
+ ( ( −1)
− 0
) + (1− )+ + ± + , ( −1)
( ( −1)
)− ( )
( ( )
)-,1− (1+ )-+ w
. L’occupazione cresce al crescere
delle componenti autonome della domanda aggregata, della propensione al
consumo
326
, al diminuire delle scorte liquide a fini precauzionali, al crescere dei
322
Come visto nel mercato del lavoro, i lavoratori incrementano la propria produttività se il salario reale
atteso è crescente. In altre parole i profitti devono essere effettivamente destinati agli investimenti.
Forges Davanzati Guglielmo, La legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità
salariale e contrattuale, in Riccardo Realfonzo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso
una nuova legislazione in Campania,Franco Angeli, 2008, p.62.
323
“l’attuazione di politiche fiscali e monetarie restrittive finalizzate all’abbattimento del debito pubblico e
al contenimento del tasso di inflazione, aumenta le passività delle imprese più deboli inducendoli al
ricorso a contratti flessibili e a minori tutele per comprimere i costi”. Forges Davanzati Guglielmo, La
legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità salariale e contrattuale, in Riccardo
Realfonzo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso una nuova legislazione in
Campania,Franco Angeli, 2008, p.63.
324
La variabile Z, come illustrato nel paragrafo 1.2, diminuisce al diminuire della spesa pubblica.
325
Se la produttività si riduce, si riducono i profitti poiché la produttività incide sull’intero rapporto. Come
visto, la compressione del salario agisce certo sulla riduzione del denominatore, ma ha effetto anche
sulla riduzione del nominatore.
326
“Sviluppi recenti in ambito keynesiano (Forges Davanzati, Realfonzo 2004) hanno mostrato come la
propensione al consumo possa essere considerata una variabile endogena, funzione del grado soggettivo
di incertezza. Più precisamente, si ritiene ragionevole assumere che – se gli individui desiderano
mantenere il proprio livello di consumi pressoché costante nel tempo – un elevato grado di incertezza
sulle prospettive di reddito futuro comporta una riduzione oggi della propensione al consumo. La
riduzione della propensione al consumo, a sua volta, comprime la domanda aggregata, dunque i redditi
delle famiglie, confermando l’aspettativa di una riduzione dei redditi, in base a un circolo qui vizioso di
Equilibrio e deregolamentazione del mercato del lavoro
- 114 -
guadagni in conto capitale sui titoli, al crescere dell’indebitamento privato, ma
anche al crescere della propensione all’indebitamento nel periodo in corso
327
e
alla riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti alle imprese e sul credito al
consumo. La deregolamentazione a causa di una maggiore incertezza, riduce la
fiducia, che costituisce un presupposto fondamentale per la crescita
economica
328
, propensione al consumo e all’indebitamento ed aumenta le scorte
liquide, comporta un aggiustamento del consumo target che riduce il livello del
debito privato ma anche una maggiore difficoltà nel rimborsare le quote del
debito privato, se come accade nella realtà, il rimborso del debito ha durata
pluriennale che riduce i consumi ulteriormente. Le banche a seguito
dell’incertezza sul reddito può aumentare i tassi di interesse sui prestiti e sul
credito al consumo, essendosi ridotte le garanzie di rimborso da parte dei
lavoratori. La deregolamentazione si dimostra una strategia inefficace o finanche
controproducente ai fini della riduzione della disoccupazione
329
. Vediamo se gli
effetti pocanzi descritti sul reddito di equilibrio. Dato che il reddito atteso Y
e
è
pari a wN, e dato che ( )
è pari a C+I, se ( )
= 1, nell’equilibrio,
l’ammontare totale del credito concesso è dato [61] da
Y + Y + [Y
( −1)
( ( −1)
) − Y( ( )
)],1 − (1 + )-, è pari alla domanda aggregata
data [62] da C + I + ( )
+ ( ( −1)
− 0
) + D(1 − θ) + + ± . Il reddito di
equilibrio, è pari [63] a =
C+ I+ ( )
+ ( ( −1)
− 0
) + (1− )+ + ± 1+ , ( −1)
( ( −1)
)− ( ( )
)-,1− (1+ )-+ , in termini reali,
ricostituendo C+I con ( )
si ha [64]
= ( )
+ ( )
+ ( ( −1)
− 0
) + (1− )+ + ± {1+ [ ( −1)
( ( −1)
)− ( ( )
)],1− (1+ )-+ },w(1+ q)-
. In tale relazione è molto più
profezie autoverificantesi”. Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella, La fiducia come risorsa e il suo
rendimento economico, Quaderno di comunicazione, fiducia/sicurezza, Meltemi, Roma, 6/2006, p. 118.
327
Nella [56] λ che moltiplica w
(t−1)
rappresenta la propensione all’indebitamento nella mente dei
lavoratori, anch’esso dinamico, si adatta come il consumo target al variare della variabile Z .
328
Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella, La fiducia come risorsa e il suo rendimento economico,
Quaderno di comunicazione, fiducia/sicurezza, Meltemi, Roma, 6/2006, p. 109.
329
Forges Davanzati Guglielmo, La legislazione nazionale del lavoro in Italia: le politiche di flessibilità
salariale e contrattuale, in Riccardo Realfonzo, Qualità del lavoro e politiche per il mezzogiorno, Verso
una nuova legislazione in Campania,Franco Angeli, 2008, p.63.
Capitolo III
- 115 -
chiaro che comprimendo i salari il livello della domanda aggregata e quindi dei
profitti sono destinati a ridursi. Infatti, oltre agli effetti già esaminati della
deregolamentazione, riducendo il salario nominale, si riduce anche la spesa per i
consumi e per gli investimenti, pari a C+I sia nel livello, sia per la riduzione della
riduzione della propensione al consumo
330
. Nella il salario nominale w è presente
anche al denominatore, ma nel rapporto la riduzione della domanda al
numeratore diminuisce il reddito nonostante una riduzione in termini numerici
del denominatore, in quanto, per semplicità se non si verifica una variazione di λ,
il prodotto [ ( −1)
( ( −1)
) − ( ( )
)],1 − (1 + )- = 0 e ( )
> ,w(1 +
q)-(1+i b). Ancora una volta, e in altri termini, si giunge alla conclusione che una
riduzione del salario non accresce il reddito, il quale non può accrescere i profitti
e quindi gli investimenti che generano nuova occupazione, secondo l’assunto
della dottrina mainstream.
331
. Un riepilogo degli effetti sulla deregolamentazione
su indebitamento privato, profitti e domanda aggregata:
330
“…politiche di deregolamentazione contrattuale, sebbene possano risultare efficaci sul piano
microeconomico e sebbene non sia ovviamente questo l’obiettivo che si propongono, agiscono
sostanzialmente come strumenti di propagazione di aspettative pessimistiche, dunque di sfiducia
sistemica, almeno per quanto attiene al comportamento dei lavoratori-consumatori. Per converso,
politiche di regolamentazione contrattuale – associate alla stabilità dell’impiego – riducono il grado
soggettivo di incertezza e, conseguentemente, accrescono la propensione al consumo, la domanda
aggregata e l’occupazione”. Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella, La fiducia come risorsa e il suo
rendimento economico, Quaderno di comunicazione, fiducia/sicurezza, Meltemi, Roma, 6/2006, p. 119.
331
Le stesse conclusioni si potevano raggiungere nella [60] in termini
reali: = C+ I+ ( )
+ ( ( −1)
− 0
) + (1− )+ + ± * + , ( −1)
( ( −1)
)− w( ( )
)-,1− (1+ )-+ w+,w(1+ q)-
; infatti C + I > ,w(1 +
q)-(w+i
b
w) se l’indebitamento privato è pari a zero.
Equilibrio e deregolamentazione del mercato del lavoro
- 116 -
Grafico 25: Riepilogo effetti deregolamentazione su profitti, domanda aggregata e indebitamento privato
Rispetto al periodo precedente t
0
, si regista un aumento della quota di rimborso
del debito dovuta ai maggiori interessi sul credito al consumo, ad una riduzione
della domanda aggregata, dei profitti, della propensione λ, dei consumi, e
dell’indebitamento privato e dell’occupazione.
W
O
wt1N(Zt1)
wt-1N(Zt-1)
i
T, u t1
P
t2 t3
wt3N(Zt3)
wt2N(Zt2)
- AD
D
i
i
i
D
wt-0N(Zt-0)
wt-2N(Zt-2)
wt-3N(Zt-3)
P
P
D
- P -AD
-AD - P
- P
-D
-D
-D
- P -AD
λ=1
λ=0,9
λ=0,85
λ=0,95
Riduzione domanda aggregata
- D
Riduzione indebitamento privato
Riduzione costo i su F
Quota rimborso debito privato
Indebitamento privato
Riduzione dei profitti
P
Profitti
D
Propensione all'indebitamento λ