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Introduzione
Il fenomeno migratorio in Italia è stato da sempre oggetto di studio da
parte di demografi, sociologi, economisti, in quanto, l‟affluenza di
stranieri comporta profonde trasformazioni che riguardano aspetti
demografici, politici, economici e sociali.
Attualmente in Italia vi è una consistente presenza straniera poiché la
nostra nazione, negli ultimi decenni, è divenuta uno dei poli di
attrazione per gli immigrati, trasformandosi da tradizionale paese di
emigrazione, in terra di immigrazione. Uno degli aspetti più
significativi del fenomeno migratorio italiano è la differente
distribuzione di genere all‟interno dei flussi, in quanto,
l‟immigrazione italiana è caratterizzata da una marcata presenza
femminile. Essa risulta essere consistente già dall'inizio del fenomeno
migratorio italiano.
L‟obiettivo di ricerca di questa tesi è di effettuare una ricostruzione
della presenza femminile straniera in Italia, attraverso l‟analisi
dell‟evoluzione dei flussi di stranieri nel nostro paese e delle
trasformazioni avvenute nell‟immigrazione italiana. Si cercherà di
individuare le principali caratteristiche dell‟attuale fenomeno
migratorio, la consistenza delle presenze straniere sul territorio, le
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nazionalità di provenienza e le loro peculiarità, facendo anche
riferimento ai mutamenti sociali che hanno investito l‟Italia negli
ultimi anni e le politiche messe in atto in ambito migratorio. Il fulcro
d‟indagine sarà l‟analisi dell‟aspetto relativo all‟inserimento
lavorativo delle immigrate, sia a livello nazionale, che in riferimento
alla regione Puglia. Si cercherà di individuare le principali
occupazioni svolte dalle straniere, i motivi della scelta di tali impieghi,
le problematiche relative alla loro collocazione, e le difficoltà che esse
incontrano.
Nel primo capitolo, verrà presentato un breve excursus sulla storia
dell‟immigrazione in Italia, a partire dagli anni ‟70 fino ai nostri
giorni; le caratteristiche delle fasi migratorie che si sono succedute in
questi anni, soffermandosi principalmente sul fenomeno della
“femminilizzazione” dei flussi migratori, che da sempre ha interessato
l‟immigrazione nella nostra penisola. Vedremo i differenti percorsi
migratori femminili; i motivi che hanno spinto e spingono le
immigrate a lasciare la loro terra, ed i fattori di attrazione ed
espulsione (Push-pull factors).
Nel secondo capitolo, verranno individuati i principali ambiti
lavorativi nei quali si inseriscono le donne immigrate. In particolare si
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analizzerà il lavoro domestico, sia a livello mondiale che nazionale,
cercando di comprendere i motivi per i quali le straniere sono molto
richieste in questo tipo di mansioni; le trasformazioni sociali che
hanno incentivato il ricorso a tale manodopera, le caratteristiche, i
vantaggi e gli svantaggi del lavoro di cura.
Negli ultimi due capitoli verrà esaminata la situazione migratoria
pugliese: il passaggio da terra di emigrazione a terra di immigrazione;
l‟inserimento lavorativo delle immigrate in Puglia, con un‟attenzione
particolare al lavoro domestico.
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I CAPITOLO: Le migrazioni in Italia
1. Femminilizzazione dei flussi migratori
Il fenomeno dell‟immigrazione in Italia è un fenomeno recente, che ha
assunto dimensioni rilevanti in un lasso di tempo relativamente breve.
È solo negli ultimi decenni che l‟immigrazione inizia a diventare
consistente. Mentre alla fine dell‟800, erano soprattutto gli italiani ad
espatriare in cerca di lavoro e migliori condizioni economiche, a
partire dagli anni Settanta del secolo scorso, si comincia ad assistere
all‟ingresso di immigrati provenienti dall‟Africa, dall‟Asia e, più
recentemente, dall‟Est Europa (Tonin - 2010)
1
. L‟Italia, quindi, da
paese “tradizionalmente” di emigrazione, si trasforma in meta di flussi
migratori, i quali, inizialmente sono sporadici e poco rilevanti, in
quanto l‟Italia non è meta di destinazione, ma luogo di transito per gli
stranieri, diretti verso paesi che offrono maggiori opportunità
d‟inserimento lavorativo (Report flussi migratori)
2
.
Negli anni successivi, però, l‟approdo di immigrati comincia ad essere
sempre più consistente fino a diventare, agli inizi del XXI secolo,
1
Tonin (a cura di), “Immigrati in Italia. Chi sono, cosa fanno, come arrivano?”
(http://www.cultumedia.it/2010/06/immigrati-in-italia-chi-sono-cosa-fanno-come-
arrivano/)
2
Università degli Studi di Bari, Ministry of Labour, Social Affairs and Equal
Opportunities (Albania), “Report flussi migratori”
7
fenomeno caratterizzante della demografia italiana. Infatti, già nel
1990 vediamo che, gli stranieri presenti in Italia a seguito del
provvedimento di regolarizzazione arrivano ad oltre mezzo milione di
presenze. Negli ultimi 20 anni, la popolazione straniera è cresciuta di
quasi 20 volte.
Tab. 1 - Popolazione straniera residente in Italia dal 2006
Anno Totali
% su totale
popolazione
residente
2006 2.938.922 4,97
2007 3.432.651 5,76
2008 3.891.295 6,48
2009 4.235.059 7,02
Fonte: Elaborazione personale dati ISTAT
I cittadini stranieri presenti in Italia, al 1° gennaio 2010, sono pari a
4.235.000. Essi arrivano a costituire più del 7% del totale della
popolazione residente in Italia (Tab.1) e, rispetto all‟anno precedente,
sono aumentati del 8,8% (Caritas/Migrantes – 2010).
I motivi per i quali l'Italia è stata scelta come terra di approdo, dando
il via a flussi migratori sempre maggiori, sono vari. Tra questi,
rilevante è stata la sua posizione geografica sul Mediterraneo che l‟ha
resa particolarmente esposta ai flussi provenienti dai Paesi
Nordafricani; i suoi chilometri di coste difficili da controllare e,
quindi, facilmente raggiungibili e, inoltre, la minore rigidità nelle
politiche di frontiera rispetto a quelle di chiusura praticate dai paesi
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dell'Europa Centro-Settentrionali, di antica tradizione migratoria,
come Francia, Germania, Gran Bretagna. L‟immigrazione attualmente
è regolata secondo le disposizioni della legge n. 189 del 30 luglio
2002, cosiddetta legge Bossi – Fini sull'immigrazione, che prevede il
rilascio del permesso di soggiorno agli stranieri che dimostrino di
avere un contratto di lavoro, riduce a due anni la durata del permesso
di soggiorno ed introduce il reato per il clandestino che rientra in
Italia, nonostante sia stato espulso.
Nel nostro Paese, inizialmente, il flusso migratorio si localizza in
prevalenza nelle grandi città e nelle regioni del Centro-Nord, però col
tempo, si assiste ad un mutamento della configurazione del fenomeno
sul territorio italiano, che vede coinvolte anche le regioni del Sud della
penisola.
Tab. 2 - Popolazione straniera residente in Italia dal 2006 per sesso
Anno Maschi Femmine Totali
%
Femmine
2006 1.473.073 1.465.849 2.938.922 49,88
2007 1.701.817 1.730.834 3.432.651 50,42
2008 1.913.602 1.977.693 3.891.295 50,82
2009 2063407 2.171.652 4.235.059 51,28
Fonte: Elaborazione personale dati ISTAT
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Grafico 1 - Popolazione straniera residente in Italia
dal 2006 per sesso
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
2006 2007 2008 2009
Maschi
Femmine
Fonte: Elaborazione personale dati ISTAT
Uno degli aspetti più significativi del fenomeno migratorio italiano, è
la differente distribuzione di genere all‟interno dei flussi, in quanto,
l‟immigrazione italiana è caratterizzata da una marcata presenza
femminile. Attualmente, la componente femminile delle migrazioni,
arriva a costituire più della metà della popolazione straniera
regolarmente presente in Italia (Tab.2 e grafico 1), anche se con
notevoli differenze tra nazioni di provenienza. Ad esempio, gli
immigrati provenienti dai paesi dell‟Europa Orientale, sono costituiti
prevalentemente da donne, a differenza di quelli di origine africana e
asiatica che sono soprattutto uomini. Proprio per questa presenza
femminile, all‟interno di tali flussi migratori, la situazione migratoria
10
italiana si presenta anomala rispetto al resto dell‟Europa. Infatti,
mentre in altri paesi europei, come per esempio Francia e Germania,
la progressiva “femminilizzazione” dell'immigrazione avviene in una
seconda fase del ciclo migratorio, come conseguenza delle restrittive
legislazioni nazionali sull'immigrazione, nel nostro Paese troviamo le
donne già all'inizio del fenomeno. Le prime consistenti presenze
straniere in Italia, infatti, sono donne eritree, latino-americane,
capoverdiane, fin dalla metà degli anni settanta, e filippine qualche
anno più tardi (Cambi, Ulivieri, Campani, 2003)
3
. Nonostante le
donne siano sempre state rilevanti nei flussi migratori italiani, la loro
presenza è stata per molto tempo trascurata dagli studiosi e dalle
istituzioni politiche. Fin dall‟inizio, le ricerche sull‟immigrazione
vedevano come protagonista l‟uomo, mentre le donne erano
considerate fattori poco rilevanti nell‟immigrazione. La loro presenza
all‟interno di questi flussi non era considerata rilevante, poiché erano
viste solo come un effetto dei ricongiungimenti familiari, in quanto la
donna era fattore di stabilizzazione del flusso migratorio; essa
raggiungeva il marito nel paese d‟immigrazione e assumeva il ruolo
tradizionale di “moglie” e “madre”. Negli ultimi anni, invece, le
3
Cambi, Ulivieri, Campani, Donne migranti : verso nuovi percorsi formativi,
Pisa, Edizioni ETS, 2003
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migrazioni femminili sono diventate tema centrale delle ricerche
sociologiche italiane e straniere, per via dell‟aumento di questo
fenomeno e, soprattutto, della presenza di donne che emigrano da sole
per cercare lavoro in un altro paese. Sono donne che si assumono la
responsabilità di procurarsi risorse economiche per provvedere alle
necessità delle loro famiglie, dando vita a catene migratorie al
femminile e a ricongiungimenti famigliari “rovesciati”, dove sono i
mariti a raggiungere le donne dall‟estero. L‟Italia, quindi, si presta ad
essere oggetto di studi sui flussi migratori “al femminile”. All‟interno
di questo filone di studi (Favaro, Tognetti, Bordogna - 1991), sono
state individuate quattro diverse fasi nella storia dell‟immigrazione
femminile in Italia, a partire dalla metà degli anni Sessanta fino al
nuovo millennio.
Negli anni Sessanta, si assiste all‟arrivo delle “pioniere”: le prime
donne giunte nel nostro paese provenienti principalmente dalle
Filippine, da Capo Verde ed Eritrea. Sono donne sole, giovani e
prevalentemente nubili. La partenza ed il loro inserimento in Italia
sono facilitati dall‟intervento di missionari o gruppi religiosi presenti
nei paesi d‟origine, che fanno da intermediari tra le straniere e le
famiglie italiane in cerca di collaboratrici domestiche. Queste