I
Introduzione
I- Produzione figurativa achemenide: introduzione allo studio
di alcuni elementi di regalità
“Achaemenid art is the art of the kings. Just as the Achaemenid
Empire was consciously created and its bureaucratic structures
formalized by the early kings of the dynasty, so the art which
speaks for that empire was, in every meaningful sense, a product
of their creative effort brillianty conceived and consciously
evocative. It was commissioned in the service of kingship,
designed by high-level officials who were in all probability directly
responsable to the king himself; and it was planned as an
imperial programme which was intended to project, in a variety
of rapresentational contexts, a specific set of consistenly imposed
images of power and hierarchical order”.
1
La creazione dell‟arte figurativa achemenide sarebbe dunque
frutto di uno stile formulato e programmato consapevol-
mente, atto ad esprimere il concetto di regalità, studiato
durante il regno di Dario I, intorno al 500 a.C. , e continuato
senza significative variazioni fino alla fine del IV secolo a.C. :
la brevissima durata politica dell‟impero, solo duecento anni,
costituisce infatti un tempo troppo esiguo per qualunque tipo
di rinnovamento tematico e stilistico.
1
COOL ROOT, M. , 1979: p. 1
II
Questa arte figurativa achemenide è stata definita più volte
come una sorta di eclettismo figurativo; il carattere eclettico
dell‟arte achemenide sta nell‟accogliere al suo interno degli
elementi provenienti da varie culture, riadattandoli alle
proprie esigenze ideologico-culturali. Questo stesso concetto
era già stato espresso nel 1905 da Jacques de Morgan,
seppure lo studioso desse poi un giudizio critico su tale
mescolanza di elementi diversi:
“ L‟art achéménide, si toutefois on peut qualifier d‟art le mélange
qui se trouvait en faveur à la cour des successeurs de Cyrus,
n‟était qu‟un composite d‟assyrien, d‟égiptien, de phénicien, de
grec, de lycien, de cappadocien, de phrygien, de tout enfin ce que
les armées du Roi des Rois avaient vu dans leurs expéditions
militaires”.
2
La selezione di questi elementi provenienti da altre culture
deve essere stata condotta con una sistematica attenzione,
cercando dei modelli ed adattandoli al nuovo contesto
artistico-culturale per esprimere particolari ragioni politiche e
culturali.
Si pensa generalmente che gli Achemenidi, quando
diventarono i padroni del Vicino Oriente, provenissero da un
“nomadic stage, a sort of cultural vacuum”
3
. La Cool Root,
invece, precisa:
2
DE MORGAN, J. , 1905: p. 46
3
COOL ROOT, M. , 1979: p. 28; FRANKFORT, H. , 1946: p. 6-14 ; RICHTER, G.M.A. ,
1946 : p. 15-30
III
“A reassessment of the material at hand suggest that, contrary to
this generraly accepted view, the Persians were part of a complex
network of estensive historical and cultural relationship within
the Near East. These relationship had a profond effect on eventual
formulation of the official art of the Achaemenid kings”.
4
Se da un lato è, dunque, indubbio il ruolo primario che
avrebbero svolto le culture del Vicino Oriente nella creazione
dell‟arte imperiale achemenide
5
, d‟altro canto è altrettanto
evidente anche l‟apporto politico, religioso e ideologico svolto
dalla cultura achemenide nell‟elaborazione originale di
simboli vicino-orientali antichi, adattati nell‟arte achemenide
ad esprimere concetti nuovi, caratteristici della cultura
iranica propria degli Achemenidi
6
.
Queste premesse sono doverose per studiare e per
comprendere gli elementi che si andranno analizzando nel
corso di questa ricerca.
La produzione figurativa achemenide si incentra su pochi
simboli essenziali e inequivocabili, utilizzati per lo scopo
specifico di “propaganda ideologica asservita al potere
politico”. Ed è proprio l‟analisi di alcuni simboli atti ad
4
COOL ROOT, M. , 1979: p. 23
5
I motivi artistici da cultura ad un‟altra e da un periodo ad un altro potevano passare
in una quantità di modi differenti, che non è compito di questa ricerca analizzare. Per
questo argomento si veda COOL ROOT, M. , 1979: p. 24-25 e 29-42: la studiosa
riferisce non solo le modalità di passaggio interculturale di alcuni elementi
iconografici, ma anche il complesso background storico, politico e culturale dal quale è
emersa l‟arte achemenide.
6
Bruno Genito e Paolo Piacentini definiscono il passato achemenide come “la scomoda
eredità culturale nomadica dalla quale la dinastia non si sarebbe mai completamente
liberata e che avrebbe, di fatto, impedito un‟autonoma capacità creativa”: GENITO, B. ;
PIACENTINI, P. , 2001: p. 77
IV
esprimere il concetto di regalità lo scopo specifico di questa
ricerca.
Il primo paragrafo di ogni capitolo parte, infatti, dalla
descrizione dei simboli da me scelti fra i tanti, non
analizzabili tutti nell‟ambito di una tesi universitaria.
Ogni simbolo di regalità è descritto in primis nella sua
iconografia e viene collocato nell‟ambito dei vari monumenti
achemenidi. In seguito è discussa l‟origine del simbolo, a volte
più e a volte meno chiara, e i significati specifici che il
simbolo connota nell‟ideologia regale achemenide.
II- Produzione figurativa partica: elementi di regalità nella
produzione figurativa arsacide. Prosecuzioni e discontinuità
dei simboli achemenidi
Il secondo paragrafo di ogni capitolo prenderà in analisi lo
sviluppo di ogni simbolo di regalità in epoca arsacide.
Sono dunque necessarie alcune premesse che inquadrino i
problemi relativi allo studio della concezione della regalità in
periodo partico.
Le origini della dinastia arsacide non sono affatto chiare: le
testimonianze degli storici antichi, infatti, non sono concordi.
Per Strabone Arsace era uno sciita della stirpe dei Parni, una
tribù appartenente alla confederazione dei Dahae
7
che, dalle
pianure a nord dei monti del Khorasan, sua terra di origine,
7
NEUSNER, J. , 1963: p. 40; GHIRSHMAN, R. , 1962 b: p. 17
V
avrebbe invaso la Partia, occupando la zona ad est del Mar
Caspio, a nord della catena del Koppet Dagh ai limiti delle
steppe centroasiatiche
8
. Per altri, invece, Arsace era un greco-
battriano, che s‟era ribellato ad un certo punto contro
Diodoto, il satrapo della Battriana
9
.
Le fonti anteriori al I secolo a.C. non fanno menzione della
presunta origine della dinastia arsacide dalla stirpe
achemenide. Pare infatti che questa pretesa fosse stata
avanzata solo verso la metà del I secolo a.C. : prima del 100
a.C. solo Mitridate II (123-88 a.C. ), secondo l‟evidenza
numismatica, aveva infatti utilizzato l‟antico titolo di
Shahansha (βασιλέυς βασιλέων, Malkan Malk), titolatura
regale che collegava con ogni evidenza la nuova dinastia con i
predecessori achemenidi. È probabile che proprio da questo
periodo si fossero avanzate le prime pretese all‟eredità
achemenide:
“The tendency to recall the glories of achaemenid Persia must
have received considerable and strilking support fron the victories
of partia in the corse of the first centiry b.c.e, and in particular in
the reigns of Mithradates III, 57-54, Orodes I, 57-37, and
Phraates IV, 37-2. The tremendous victories of Mithradates over
Crassus at Carrhae, in 54 b.c.e. , of Pacorus in Syria and
Palestine from 40 to 37 b.c.e. , and the qualified victory of
Phraates IV over Antony in 37 in the Mesopotamian valley,
doubtless raised the hopes of the Parthians to duplicate the great
8
GHIRSHMAN, R. , 1962: ibidem; VENCO RICCIARDI, R. , 1985: p. 290
9
FRYE, R.N. ,1964: p. 42; NEUSNER, J. ,1963: p. 41; WIESHÖFER, J. , 2003: p. 132
VI
imperial achivements of the Achaemenids. Hence the tendency to
emphatise the ?continuity of Arsacid and Achaemenid traditions
was based on sound historical parallels”.
10
L‟interpretazione data da Wiesehöfer del fenomeno è del tutto
simile:
“We may further assume that Mithridates I, the first Parthian for
whom the Achaemenid title of „king of the kings‟ is recorded,
played no negligible part in creating this tradition. This makes
historical sense as well, for it was after all under him that the
sovereignty over the Parthia became the sovereignty over a great
empire extending beyond the borders of Iran and requiring
historical legitimation. That succession to the Achaemenids
continued being part of the ideological programme of the Arsacid
is proved by the fact that Artabanus II reclaimed previous
Persians territories from the Romans in 35 AD”.
11
In effetti la notizia delle pretesa alla discendenza achemenide
è riportata fra gli storici per la prima volta da Tacito il quale
tramanda la notizia dei messi di Artabano III all‟imperatore
romano Tiberio, che avrebbero così esposto il programma
politico dei Parti:
10
NEUSNER, J. ,1963: p. 50-51
11
WIESHÖFER, J. , 2003: p. 133
VII
“missis qui [...] repopscerunt; simul veteres Persarum ac
Macedonum terminos, seque invasurum possessa primum Cyro
et post Alexandro per vaniloquentiam ac minas iacebat”.
12
La spiegazione di tale programma politico è per Wolsky:
“la preuve de leur attachement aux traditions des Achéménides,
et témoignage de l‟orgueil national dont se sentaient animés leurs
rois en qualité de souverains iraniennes”.
13
Si vedrà dall‟analisi dei simboli che tratterò nel seguito della
mia tesi, se l‟eredità tanto proclamata alla dinastia
achemenide è perpetuata anche a livello iconografico: i
simboli della regalità achemenide si ritroveranno nell‟arte
ufficiale degli Arsacidi?
Non dobbiamo però dimenticare chi i Parti, dopo Mitridate I
(171-138 a.C.), erano venuti a contatto con la regione
mesopotamica, nella quale l‟ellenismo aveva lasciato delle
tracce esplicite. Il legame degli Arsacidi con la cultura
ellenistica, soprattutto nel periodo più antico, è ,d‟altro canto,
molto forte. Così si vedrà come alcuni dei simboli di regalità
presi in esame si manterranno dal periodo precedente, ma
riflettendo la nuova concezione di regalità, mentre altri
simboli, anche per gli apporti della cultura ellenistica,
potranno subire dei cambiamenti.
Per il periodo partico l‟analisi iconografica è stata svolta in
prevalenza sulle testimonianze numismatiche: non posse-
12
TACITO, Annali VI, 3
13
WOLSKY, J. , 1966: p. 73
VIII
dendo altri documenti dell‟arte ufficiale arsacide, ho ritenuto
opportuno condurre il mio studio sulle monete, che riportano
l‟ideologia ufficiale degli Arsacidi. A volte si prenderà in esame
anche l‟arte delle province dell‟impero: probabilmente l‟arte
delle province è riflesso dell‟arte di corte per cui, in mancanza
di altre fonti, si può fare un confronto con opere d‟arte delle
zone periferiche.
III- Produzione figurativa sasanide: elementi di regalità nella
produzione figurativa ufficiale. Prosecuzioni e discontinuità
dei simboli achemenidi e partici
Il terzo paragrafo di ogni capitolo prenderà in esame gli stessi
simboli analizzati in precedenza per vederne continuità e
discontinuità.
Come si collegano la dinastia sasanide e quella achemenide?
Come avevano fatto precedentemente gli Arsacidi, anche i
Sasanidi cercano di ricollegare le proprie origini ai fondatori
dell‟impero achemenide
14
.
Sull‟origine della dinastia sasanide esistono diverse fonti,
sebbene non ci siano concordanze fra esse.
Gli storici romani contemporanei di Ardashir, Cassio Dione
ed Erodiano, non riportano nessuna notizia che riguardi
l‟origine dalla dinastia sasanide.
14
WIESHÖFER, J. , 2003: p. 133
IX
Agazia, storico bizantino vissuto nel VI secolo d.C., ci dà una
notizia sulle origini di Ardashir. Secondo lo storico, Papak era
un astrologo che viveva in un villaggio del Fars; ad un certo
momento arrivò presso lui un soldato chiamato Sāsān, in cui
Papak riconobbe i segni di magnificenza. Per questo motivo
gli lasciò la propria moglie, e dalla loro unione nacque
Ardashir. Più tardi, quando Ardashir divenne re, sorse fra i
due una disputa sulla paternità di quest‟ultimo, per cui
stabilirono di chiamare Ardashir figlio di Papak e discendente
di Sāsān
15
. Questa storia, come sostiene Frye:
“is probably borrowed from native Persian lore, but changed by
Agatias, a Byzantine enemy of the Sasanian”.
16
Altre fonti, invece, collegano Ardashir ad una discendenza
achemenide.
Nel Budahishin si legge:
“‟rthš p‟pk‟n MNWš‟M BRTH y s‟s‟n y wyh‟plyt zlyl y s‟s‟n y „rhštr
MNW whwmnd y spndy‟t‟n”
“Ardashir Pāpākan, la cui madre (era) la figlia di Sāsān, figlio di
Vēhāfrid, (figlio di) Zairi, figlio di Sāsān, figlio di Ardashir che è
chiamato Vohumand, figlio di Spendiyad”
Il testo è corrotto, ma da esso si possono capire alcune cose:
non si può determinare con chiarezza chi fosse Sasan, ma si
15
AGAZIA, Historia Augusta II, 27
16
FRYE, R.N. , 1964: p. 47
X
capisce che questi doveva essere un discendente di Artaserse,
presumibilmente da identificare come uno dei re
achemenidi
17
.
“The new monarch descend in direct line from Artexerxes
Longimanus and therefore claimed all the provinces, which had
earlier belongend to the Achaemenids”.
18
La versione in medio-persiano del Romanzo di Ardashir,
Tabari ed altri autori islamici tramandano invece la notizia di
una discendenza della stirpe sasanide dal re achemenide
Dario III
19
.
Dunque, proclamandosi discendenti degli achemenidi, i
sasanidi vedono il modo per legittimare il loro dominio
sull‟Iran e sui territori che un tempo avevano fatto parte dei
domini degli antichi Re dei Re. Per attuare il loro scopo
arrivarono addirittura al tentativo di eliminare la dinastia
Arsacide dalla storia nazionale iraniana
20
.
A questa pretesa di continuità dinastica con gli Achemenidi,
rivendicata sia dai sovrani parti, sia dai re sasanidi
corrisponde anche una continuità di simboli ed una
continuità nella concezione della regalità? Si mantengono
delle stesse iconografie nel rappresentare i simboli di potere
17
FRYE, R.N. ,1964: ibidem; WIESHÖFER, J. , 2003: Ancient Persia, p. 108
18
DE MORGAN, J. : Numismatique de la Perse Antique, III fasc.: Dynastie Sasanide,
col. 557 in YAR-SHATER, E. , 1971: p. 518
19
FRYE, R.N. , 1964: p. 47; WIESHÖFER, J. , 2003: p. 108; YAR-SHATER, E. , 1971:
p. 518
20
WIESHÖFER, J. , 2003: p. 108
XI
da me scelti per essere analizzati? Quali sono le variazioni di
una simbologia e quali sono i significati che esse assumono
attraverso i vari periodi?
Questa tesi, dunque, si pone come obiettivo quello di
dimostrare come i simboli di regalità selezionati rimangano i
medesimi o varino nel corso del tempo, attraverso un‟analisi
diacronica che prenderà in esame l‟insorgere di un
determinato simbolo di regalità in epoca achemenide, e
vedendone gli sviluppi in epoca arsacide e in epoca sasanide.
Tenterò nel corso della mia analisi di rispondere alle domande
appena poste.