Il Coordinatore Infermieristico e la gestione delle conoscenze: progetto di Knowledge
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Premessa
Talvolta chiudendo gli occhi ripenso a quando ancora studente
svolgevo il mio tirocinio in un reparto di medicina. Con la mente
rivedo ancora distintamente l’armadietto a vetri, rigorosamente
chiuso a chiave, che si trovava all’interno della stanza della
caposala illuminata dai neon.
Dentro vi erano libri, riviste, documenti che parlavano di nursing e
medicina.
La domanda mi sorgeva spontanea, ossia
...perchè mai quei libri, riviste o documenti si trovano chiusi, e il loro
accesso avviene solo in presenza della caposala, ed è riservato
solamente a pochi eletti?”...
Tutto questo mi sembrava un pò strano visto che lavoriamo con
persone per le persone.
La conoscenza quando si parla di assistenza non dovrebbe essere
celata o tenuta segretamente custodita solo per poter apparire
come il più bravo in un determinato campo.
Purtroppo l’essere umano spesso si pone in una posizione
scomoda, fatta di muri di incomunicabilità che evitano il confonto
con gli altri.
Ma una cosa è certa, dal confronto nasce l’idea, e da essa
l’evoluzione del pensiero che è il punto di partenza della creatività.
“Il movimento è la fonte di ogni vita”
Leonardo da Vinci
Durante questo percorso formativo “essere creativi” è stata una
frase che ricorreva spesso durante le lezioni .
Come se la creatività avesse qualcosa in comune con il budget, i
bilanci, l’analisi organizzativa e i progetti di miglioramento.
Il mio concetto di creatività era per lo più relegato al mondo del
Rock, come Space Oddity di David Bowie del 1969, alle opere di
Andy Warhol per quanto concerne l’arti figurative, ad Hansel
Adams per la fotografia, a Wim Wenders e Stanley Kubrick per il
cinema e così via.
Quindi, spesso mi soffermavo a pensare...”ma cosa c’entra essere
creativi con il manager?”
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Poi lezione dopo lezione, grazie anche ai libri consigliati dai docenti
ed alle modalità di lavoro di gruppo, ho cominciato ad acquisire
una nuova visione della creatività.
Essere creativo vuol anche dire trasformare qualcosa in
qualcos’altro.
Pertanto trovare metodi originali per interpretare, rileggere e
applicare principi scientifici, per poi condividerli con altri per
rielaborarli e ritrasformarli, non è un atto creativo vero e proprio?
La creatività si connota in modo diverso, e viene messa al servizio
della conoscenza, la quale a sua volta viene condivisa per poi
essere ritrasformata.
Oggi saper implementare ciò che ci arriva dalle nuove ricerche in
campo scientifico richiede un approccio trasversale a quello che
troviamo descritto nei libri, perchè applicare quello che troviamo in
un nuovo contesto non è altro che trasformare qualcosa in
qualcos’altro e pertanto è capacità di sviluppare percorsi, processi o
altro sistematicamente diversi dall’originale.
L’uomo ha inventato la ruota,e ha cercato successivamente quali
potessero essere le sue applicazioni. All’inizio l’ha utilizzata per il
carro, poi per gli ingranaggi fino ad arrivare ad oggi per creare la
ciclicità della conoscenza, che nasce dalla condivisione organizzata
dei saperi.
Walter Tevis scrittore de
“L’uomo che cadde sulla terra”,
interpretato da un bravissimo
David Bowie nel film di Nicolas
Goerg.
Narra le vicende di Newton
(l’extraterreste dalle sembianze
umane), che vendendo
all’industria i suoi mirabolanti
segreti tecnologici, diventa
ricchissimo e potentissimo, ma
alla fine si immalinconisce e
viene distrutto dai terrestri
stessi.
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Questo per dire che esistono al giorno di oggi le potenzialità per
condividere la conoscenza – Internet ne è l’esempio più evidente -
che rappresentano le mirabolanti invenzioni di Newton, ma sta a
noi saperle sfruttare al meglio senza che la tecnologia prenda il
sopravvento.
Altrimenti ci ammaliamo e ci alieniamo, perdendo così la gioia di
condividere un bene così prezioso, che è la conoscenza.
Ad Ale, Ginny e Fede.
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Introduzione
All’inizio di questo viaggio nel Knowledge Management mi
sono chiesto in che modo il manager può inserirsi come elemento
di spicco nel processo della crescita delle conoscenze, e far
intraprendere questo modus operandi al personale sanitario.
Ho pensato al Coordinatore Infermieristico come un innovatore, che
può incontrare numerose difficoltà nel proprio cammino.
Infatti, l’innovazione và decisamente controcorrente al pensiero
comune; i cambiamenti sono geneticamente e fin dall’origine
generatori di disordini.
Inoltre la novità, crea generalmente resistenza, opposizione e
presto o tardi conduce a una decisione, la quale a sua volta
comporta stress e và a coinvolgere direttamente quelle che sono
l’emozioni dei professionisti.
Questi sono aspetti che il Coordinatore deve prendere in
considerazione, al fine di aiutare a livello individuale il
professionista, e successivamente a livello di gruppo.
Agire sulla persona significa far apprendere l’importanza che
l’innovazione comporta, e quale ricaduta positiva potrà avere sul
proprio lavoro in futuro.
Il gruppo di conseguenza deve essere coinvolto tutto nel processo
innovativo.
Infatti, se l’innovazione rimane ad appannaggio di un piccolo
numero di specialisti, vi sono forti possibilità che l’organizzazione
crei degli anticorpi che causeranno il rifiuto alle nuove idee.
Si deve creare un dialogo con il personale, che permetta a tutti gli
operatori di un servizio di esprimenre le proprie idee, le quali
potranno trovare libera espressione solo se si riuscirà a creare un
clima proprizio, fondato sull’ascolto e il riconoscimento di tutti i
talenti.
Nello svolgimento del mio lavoro, ho ricercato quelli che possono
essere i mezzi attraverso i quali il Coordinatore Infemieristico può
raggiungere questi obiettivi.
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Nella prima parte della tesi ho descritto l’infrastruttura per la
costruzione di una rete di conoscenze.
Pertanto ho descritto come è costutituito il web, al fine di avere
informazioni a riguardo su come poter svolgere una ricerca
attraverso le banche dati più utilizzate nel campo sanitario.
Successivamente, ho trattato tutti quegli approcci che permettano
una crescita culturale del professionista attraverso la rete:
E-learning;
Learning organization;
FaD.
Collegandomi a com’è cambiato il modo di aggiornarsi oggi.
Ho trattato volutamente a lungo la learning organization, in quanto
a mio avviso rappresenta il punto di partenza di una buona
crescita culturale all’interno di un gruppo di professionisti, e
inoltre è un mezzo efficace, per creare un buon clima all’interno
dell’organizzazione lavorativa.
Ho affrontato l’area vasta per descrivere quale sia il substrato su
cui andavo a costruire il mio progetto di Knowledge Management.
A mio avviso è importante affrontare un progetto di condivisione su
una così larga scala, in quanto non solo ha dei buoni esiti sui
professionisti che vi lavorano, ma dà l’opportunità ai pazienti di
poter usufruire di un’assistenza omogenea, senza incongruenze tra
un ospeale e un altro.
La parte che riguarda il progetto, affronta il Knowledge
Management descrivendone le sue caratteristiche e i suoi vantaggi.
Viene successivamente descritto come costituire la rete,
identificando due macro sistemi:
1. livello centrale: dove viene descritta la rete di Area Vasta
Centro;
2. livello periferico: dove viene descritto come vviene il canale
della comunicazione a livello Aziendale.
Una precisazione che mi preme, è che ho distinto il processo di
condivisione in:
1. Knowledge Management: che interessa tutta l’Area Vasta
Centro;
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2. Knowledge sharing: che costituisce la rete di scambi a livello
aziendale.
Questo tipo di suddivisione è puramente convenzionale, in quanto
mi ha permesso di distinguere distintamente i due sistemi.
Naturalmente sia il Knowledge Management che il Knowledge
sharing, almeno per Trentin sono il solito concetto.
Marshall
McLuhan
La ruota .......................................è un'estensione del piede
il libro........................................è un'estensione dell'occhio
gli indumenti, sono un'estensione della pelle...
il circuito elettrico,
un'estensione
del sistema
nervoso
centrale
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1. Nuove tecnologie e Internet a
supporto del Knowledge Managment
1.1 Cenni sulla nascita e diffusione di
Internet
Uno dei più importanti strumenti per la diffusione delle conoscenze
è il web, che è la parola più diffusa per identificare Internet.
Se andiamo a fare una ricerca sulla rete della parola Internet
troviamo diverse definizioni:
Tabella 1 - Definizioni di Internet trovate in rete
La storia e nascita di questo mirabolante strumento non sono così
recenti e risalgono addirittura alla fine del secondo conflitto
mondiale.
Infatti, nel 1946 fra USA e URSS, si consolida la “cortina di ferro”
che si concretizzerà a seguito di alcuni eventi, come:
costruzione del muro di Berlino,
invasione della Corea,
1957, l’URSS invia in orbita lo Sputnik, che è il primo
satellite artificiale della storia.
•rete informatica diffusa a livello internazionale e utilizzata
per lo scambio di notizie e informazioni di vario genere;
Internet
•rete delle reti
Internet
•grande rete telematica
Internet
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In particolare quest’ultimo evento dette via ad una corsa al
progresso tecnologico che sarà sempre più inarrestabile.
L’America nell’ottobre dello stesso anno convoca un comitato di
consulenza scientifica (Scienze Advisory Committee), che ha lo
scopo di favorire un rapido ed efficiente sviluppo della scienza
americana.
Il 7 gennaio 1958 il presidente Eisenhower richiede al congresso i
fondi per la nascita dell’ARPA (Advance Reserch Project Agency),
l’agenzia per i progetti per la ricerca avanzata.
In questo periodo il costo dei calcolatori è alto, e l’esigenza degli
utenti sono insufficienti da permettere la condivisione della
potenza di calcolo fornite da un singolo elaboratore centrale, e la
tecnologia è ancora agli inizi.
Le reti composte in questo periodo sono formate da un elaboratore
centrale e più terminali connessi mediante un’architettura a stella
(fig.1).
Figura 1 Architettura a stella -inizio anni '60
Elaboratore
centrale
Terminale
Termianle
Terminale Terminale
Terminale
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Alla fine degli anni ’60, più precisamente nell’estate del ’69 –
quando quattro ragazzi di Liverpool si stavano separando, la guerra
in Vietnam imperversava e gli astronauti Neil Armstrong e Buzz
Aldrin camminavano sul suolo lunare - nacque Arpanet, ossia un
progetto per coordinare e migliorare le ricerche nei rami più
svariati: linguistica, crittografia, microelettronica, ottica avanzata
(laser) ecc.
L’evento che dette il via ad ARPANET si realizzò con il collegamento
di quattro diverse Università:
1. Stanford University;
2. University of Utah;
3. University of California a Los Angels (UCLA);
4. University of California a Santa Barbara
Il collegamento avvenne attraverso le linee telefoniche in cui furono
installati degli Information Message Processor (IMP), cioè dei
particolari computer in grado di gestire il traffico in rete.
Gli obiettivi erano essenzialmente due:
1. Scientifico;
2. Militare.
Agli inizi degli anni ’70 ARPANET iniziò a diventare difficile da
gestire, pertanto fu diviso in due reti:
1. MILNET: per un utilizzo militare,
2. ARPANET, che mantenne il nome originale, e veniva
utilizzata per scopi civili.
Le reti che si formano in questo periodo utilizzano la solita linea
telefonica per più terminali geograficamente vicini.