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CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
1.1. PREMESSA
L’energia rappresenta una premessa indispensabile per garantire un elevato livello di
qualità della vita e lo sviluppo economico di un Paese. Il fabbisogno mondiale di energia è in
continua crescita e la disponibilità di tale fattore deve essere assicurata nel tempo. Se si
considera che nei prossimi vent’anni la popolazione del pianeta aumenterà di un miliardo e
mezzo di individui e tutti, legittimamente, vorranno accedere all’energia per una vita migliore,
fornire tali quantità a coloro che la chiederanno, riducendo al contempo gli impatti
sull’ambiente, sarà una sfida alquanto complessa.
Lo sviluppo industriale ed il progressivo aumento della popolazione mondiale rendono
indispensabile ogni anno una maggiore quantità di energia e tale esigenza ha assunto
oramai proporzioni preoccupanti, tanto che le previsioni sul progressivo esaurirsi delle
tradizionali fonti di energia ed il livello di inquinamento raggiunto impongono per il futuro un
cambiamento delle attuali politiche energetiche.
I nostri modelli di consumo sono divenuti insostenibili e sono fra le principali cause del
progressivo degrado delle risorse ambientali a livello globale. È necessario, dunque,
sviluppare e perfezionare interventi politici per modificare gli attuali modelli di consumo
rafforzando al contempo approcci e strategie a favore di modelli sostenibili, applicando
incentivi per i comportamenti virtuosi, penalizzando gli sprechi, promuovendo la
responsabilizzazione delle imprese produttrici e sensibilizzando gli utenti finali.
Nell’ultimo decennio attraverso alcuni provvedimenti nazionali e comunitari si sono già
registrati dei cambiamenti importanti nelle decisioni di politica energetica, però, nel nostro
Paese, resta ancora molto da fare per raggiungere un “riequilibrio energetico” che sia
duraturo nel tempo. La domanda di energia in Italia è in continua crescita e la sua struttura è
la conseguenza di una complessa combinazione di fattori sociali, economici, tecnologici e
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
12
politici che si sono succeduti negli anni.
Il nostro Paese presenta alcune caratteristiche peculiari, che lo differenziano dagli altri
paesi industrializzati. Il forte peso che è stato assunto dalle fonti primarie non rinnovabili
costituisce un grave elemento di vulnerabilità, sia per quanto riguarda la sicurezza
dell’approvvigionamento sia per le conseguenze economiche causate dall’instabilità dei
prezzi. È noto, infatti, che nel nostro territorio vi è scarsità di fonti energetiche fossili (le quali
devono essere acquistate da quei paesi che ne dispongono e che spesso sono caratterizzati
da una forte instabilità politica). Tutto ciò pone l’Italia in una situazione di rischio rispetto agli
altri paesi industrializzati.
Questi ultimi possiedono quantità non trascurabili di risorse interne e, comunque, in
seguito alle crisi energetiche degli anni ‘70, hanno attuato profonde trasformazioni, volte a
raggiungere l’obiettivo fondamentale della riduzione della dipendenza dall’estero.
Queste ragioni rendono fondamentale individuare gli strumenti più adatti per attrarre
investimenti e per promuovere un ciclo energetico basato su un mix che rappresenta il
miglior compromesso possibile in termine di prezzi finali, disponibilità energetica e qualità
dell’ambiente. Per tale motivo è opportuno incentivare tutte le tecnologie attualmente più
efficienti includendo in tale definizione anche le fonti di energia rinnovabile.
Nei prossimi anni le fonti rinnovabili probabilmente continueranno a rivestire un ruolo
marginale, nonostante lo sviluppo di tali tecnologie sia fondamentale per il nostro Paese,
infatti, se si trovasse il modo di diminuire i costi di produzione, queste fonti potrebbero
generare consistenti benefici economici, energetici ed ambientali.
Per quanto detto l’importanza delle fonti alternative di energia dovrebbe aumentare sia
perché il loro utilizzo è una risposta adeguata ai problemi legati alla diversificazione
energetica ed alla riduzione della dipendenza dall’estero, sia per il minor impatto ambientale
ed il rispetto degli impegni internazionali sulla riduzione dei gas serra.
1.2. LE ENERGIE RINNOVABILI
“Si definiscono generalmente fonti energetiche rinnovabili quelle il cui utilizzo non
pregiudica le risorse naturali per le generazioni future o che per loro caratteristica intrinseca
si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani” [1]. In particolare il loro
utilizzo non influenza le risorse naturali per le generazioni future e che per loro caratteristica
1.2. LE ENERGIE RINNOVABILI
13
si rigenerano e non si esauriscono.
Le fonti rinnovabili che sono generalmente utilizzate in ambito civile sono:
• biomasse;
• energia solare:
o solare termica;
o solare fotovoltaica;
inoltre si aggiungono alle precedenti altre due tecnologie che non possono essere definite
effettivamente rinnovabili, ma che per il ruolo che svolgono di diminuzione del consumo di
energia negli edifici svolgono un ruolo importante:
• pompe di calore accoppiate al terreno;
• cogenerazione.
Delle fonti rinnovabili appena definite rivolte al civile si descrivono alcune
caratteristiche salienti solo di quelle prese in considerazione per lo sviluppo del progetto di
tesi.
1.2.1. Le pompe di calore accoppiate al terreno
Questo tipo di tecnologia è generalmente conosciuta anche col nome di “geotermia a
bassa temperatura” ed è molto diffusa in campo civile per la climatizzazione in quanto dal
suo uso deriva un risparmio mediamente pari al 35%, il che consentirebbe se usata in
maniera massiccia di abbattere in modo significativo le emissioni nocive mantenendo la
stessa struttura dell’impianto di climatizzazione.
Le pompe di calore (in inglese heat pump, di seguito riportato anche HP) hanno
riacquistato una grossa fetta del mercato in virtù del fatto che il riscaldamento negli edifici è
rivolto ai terminali che sfruttano la bassa temperatura e inoltre si può soddisfare anche il
fabbisogno di raffrescamento con gli stessi terminali e la stessa macchina termica.
Il funzionamento si basa sul principio della pompa di calore che scambia calore (ceduto
in estate e raccolto in inverno) col terreno che presenta una temperatura media costante
nell’anno e questo accoppiamento favorisce l’aumento del rendimento della macchina con
una diminuzione dei consumi di energia elettrica. E proprio perché è alimentata dall’energia
elettrica che potrebbe anche essere accoppiata con moduli fotovoltaici per diminuire o
addirittura azzerare il fabbisogno di energia elettrica che richiede la pompa di calore.
Le pompe di calore in generale accoppiate al terreno si differenziano anche in base al
modo di scambiare il calore:
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
14
• con sonde verticali;
• con sonde orizzontali;
• con acqua di falda.
Purtroppo però questa tecnologia non è possibile adottarla in maniera capillare nel
territorio in quanto ci sono difficoltà logistiche da considerare, come per esempio il tipo di
terreno su cui effettuare le perforazioni o la densità abitativa non sia troppo elevata
comunque si può dire che in generale è una tecnologia che potrebbe essere valutata più
spesso in quanto sono numerose le aree adatte all’installazione.
1.2.2. L'energia solare termica
Il solare termico come fonte rinnovabile vera e propria deriva direttamente dallo
sfruttamento dell’energia solare che arriva sulla superficie terrestre usata per riscaldare il
fluido termovettore contenuto all’interno dei collettori solari. A sua volta il fluido termovettore
è mandato in uno scambiatore per effettuare, direttamente o indirettamente, lo scambio
termico in altri ambienti o con l’acqua calda sanitaria.
Al giorno d’oggi ci sono due tipi di tecnologie di collettori solari adottati nel civile:
• collettori solari piani;
• collettori sottovuoto;
i quali hanno delle differenze sia costruttive che di modi di applicazione e di rendimenti.
Infatti se i collettori piani sono usati soprattutto nella stagione estiva per il loro scarso
rendimento in inverno, i collettori sottovuoto sfruttano la caratteristica che il fluido
termovettore è scaldato per irraggiamento mentre la parte sottovuoto limita le dispersioni per
convezione, in questo modo aumentano di qualche punto percentuale il rendimento in
inverno.
L’energia solare, soprattutto alle nostre latitudini, è relativamente scarsa e per questo
l’impianto di solito è costituito da un accumulatore di calore che svolge la funzione di volano
termico per la richiesta di energia che potrebbe essere richiesta in altri momenti della
giornata. Il fatto che l’energia solare con questa tecnologia non sia in grado da sola di
soddisfare il fabbisogno richiesto, si deve comunque prevedere l’installazione di un impianto
tradizionale per integrare il solare termico.
Nonostante però i molti limiti, i collettori solari termici continuano ad aumentare la loro
diffusione anche grazie agli incentivi statali per la loro installazione.
Tali impianti vedono il loro ruolo preponderante nella produzione dell’acqua calda
1.2. LE ENERGIE RINNOVABILI
15
sanitaria. Infatti se la tecnologia presenta scarsi rendimenti in periodo invernale, con l’inizio
della primavera è possibile ottenere grosse rese e arrivare a staccare completamente la
caldaia tradizionale per usare unicamente il solare termico, in questo modo, anche se
limitatamente nel tempo, si possono avere dei vantaggi in termini economici e ambientali.
1.2.3. L'energia solare fotovoltaica
Gli impianti solari fotovoltaici si basano sul principio che la radiazione elettromagnetica
proveniente dalla radiazione solare è convertita in energia elettrica. La conversione è ancora
bassa (al massimo 18%) ma questo è dovuto perché viene trasformata una forma di energia
non pregiata come quella solare, in una molto versatile, come l’energia elettrica, adatta per
qualsiasi tipo di alimentazione di tecnologie elettriche.
La parte fondamentale del pannello fotovoltaico è la cella fotovoltaica in silicio la quale,
in base al tipo di tecnologia usata per la sua costruzione, ha rendimenti diversi:
• cella in silicio monocristallino: efficienza del 17% con costi elevati;
• cella in silicio policristallino: efficienza del 14% e costi minori delle precedenti;
• cella in silicio amorfo: efficienza del 7% con costi bassi ma grossa flessibilità di impiego.
Nel caso di edifici civili la tecnologia più usata è quella con silicio monocristallino in
quanto lo scopo dei pannelli fotovoltaici installati sulla copertura dell’edificio stesso permette
di produrre una certa quantità di energia elettrica per essere sfruttata nei consumi
dell’abitazione.
Il principale problema del fotovoltaico sta proprio nel suo basso rendimento che
necessita di aree di captazione dell’energia solare elevate (1 kWe è prodotto da circa 8 m
2
di
pannelli fotovoltaici) e di conseguenza anche il costo iniziale è elevato.
Anche per questo caso la soluzione che ha permesso di aumentare la quantità di
energia elettrica prodotta da fotovoltaico sono gli incentivi statali. In particolare per questo
caso si parla di Conto Energia, un sistema di incentivazione in cui il proprietario del pannello
fotovoltaico non paga l’energia che produce il pannello stesso e in più il gestore dell’energia
paga con un certo prezzo tutta l’energia che ha prodotto il pannello. Da questo si evince che
il ritorno economico più rapido si ha con un impianto fotovoltaico progettato per soddisfare
tutta l’energia che l’abitazione produce in un anno senza essere sovradimensionato.
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
16
1.3. IL PROGETTO DI TESI
Il presente lavoro di tesi si pone come obiettivo quello di verificare la fattibilità
energetica ed economica nell’utilizzare in un complesso edilizio residenziale di nuova
costruzione, un sistema di climatizzazione distribuita a bassa differenza di temperatura,
dotato di pompe di calore accoppiate con sonde geotermiche, rispetto al caso classico di
riscaldamento e raffrescamento (caldaia e split system in impianti separati per ogni singolo
appartamento).
Lo studio è stato effettuato su un terreno edificabile di nuova costruzione sito a
Borgoricco, nel nordnullest della provincia di Padova, su un’area che si estende su una
superficie di 45.000 m
2
e con una volumetria edificabile di 35.000 m
3
.
Il progetto preliminare del quartiere che dovrebbe sorgere, come si vede dalla Fig. 1.1,
è composto da circa trenta lotti, suddivisi in due zone: quella di estensione maggiore, pari a
circa i 2/3 del totale e quella di estensione minore pari al rimanente 1/3 del totale, separati
nel mezzo da una zona adibita a parco pubblico indicativamente di 10.000 m
2
.
Fig.1.1 Progetto preliminare del quartiere. Si nota a destra dell’immagine la zona di espansione maggiore (2/3 del
totale), separata dalla zona di espansione minore (1/3 del totale) dall’area adibita a parco nel mezzo.
1.3. IL LAVORO DI TESI
17
Per rendere il lavoro di tesi a carattere più generale si sono valutati due tipi di layout di
quartiere:
• edifici radi che si ergono fino al primo piano;
• condomini con la stessa superficie edificabile dei precedenti che si ergono fino al sesto
piano di altezza in modo da aumentare la volumetria del quartiere e di conseguenza la
densità abitativa.
Nelle condizioni di cui sopra, di seguito si riportano le considerazioni di tesi relative alla
verifica della fattibilità energetica ed economica nell’uso della pompa di calore associata a
sonde geotermiche, all’aumentare della densità abitativa in una zona residenziale rispetto ad
impianti standard.
1.3.1. Procedimento della tesi
Dopo aver acquisito il progetto preliminare del quartiere sono stati ricavati tutti i dati di
massima per ottenere l’estensione, la volumetria dello stesso e la suddivisione dei lotti.
Per rendere più valido ed indicativo il lavoro di tesi, le analisi condotte sono state
estese non solo alla situazione progettuale approvata (rispettosa pertanto delle condizioni e
dei vincoli autorizzativi) ma anche ad una diversa situazione di studio nel qual caso sono
state ipotizzate diverse condizioni volumetriche degli edifici con un’estensione in altezza
superiore al primo piano e quindi con un maggiore numero di unità abitative.
Tali ipotesi, di seguito presentate, sono identificate nel proseguo della trattazione con il
nome di “ipotesi 1” ed “ipotesi 2":
• ipotesi 1: bifamiliari e condomini con altezze non superiori al primo piano composti da 4
appartamenti;
• ipotesi 2: condomini con sei piani di altezza composti da 24 appartamenti.
Successivamente, ipotizzando particolari condizioni relative alla geometria costruttiva,
alla tipologia della costruzione e a specifici dati di confort (riportate nel dettaglio nel Cap. 3.),
mediante l’implementazione del programma informatico Trnsys
1
(adatto per la simulazione
dinamica dell’edificio) è stato stimato il fabbisogno di riscaldamento e raffrescamento dei
singoli edifici.
I dati forniti dall’applicazione del programma Trnsys sono stati inseriti come dati input
1
Version: 2005null02 For TRNSYS 16.00.0037, TRNSYS Coordinator: Solar Energy Laboratory, University of
WisconsinnullMadison 1500 Engineering Drive, 1303 Engineering Research Building Madison, WI 53706 – U.S.A..
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
18
nell’ulteriore programma EED
2
(Earth Energy Designer), utilizzato per la simulazione delle
condizioni di funzionamento delle sonde geotermiche. Sono così state definite, per le varie
ipotesi formulate, il numero delle sonde stesse necessarie a soddisfare il fabbisogno degli
edifici considerando diverse soluzioni impiantistiche:
• impianto con sola pompa di calore;
• impianto con pompa di calore e solare termico;
• impianto con pompa di calore e caldaia integrativa;
inoltre, solo per alcuni casi di studio significativi, è stato valutato l’utilizzo di:
• impianto con pompa di calore alimentata da solare fotovoltaico.
L’ultima parte del lavoro ha previsto una precisa ricerca di mercato per evidenziare il
prezzo di tutti i macchinari termici e dei vari componenti dell’impianto così da effettuare
un’analisi costinullbenefici tra la soluzione di quartiere che prevede l’uso dell’energia
geotermica e la seconda soluzione dove tutti gli edifici sono dotati di sistemi di riscaldamento
e raffrescamento tradizionali.
2
Dr. Göran Hellström: Dept. of Mathematical Physics, Lund University, P.O.Box 118, SEnull221 00 Lund, Sweden;
Dr. Burkhard Sanner: Asternweg 2, Dnull35633 Lahnau, Germany.
19
CAPITOLO 2. INPUT ENERGETICI:
CARATTERISTICHE TERMOIGROMETRICHE
INTERNE ED ESTERNE
2.1. PREMESSA
Precisando che un ruolo fondamentale nel lavoro di tesi e specificatamente
nell’applicazione dei programmi informatici è demandato alla definizione delle condizioni al
contorno necessarie a delineare i limiti e le prestazioni del sistema e a semplificarne la
trattazione, di seguito si individuano gli input energetici inseriti in Trnsys e, nello specifico,
nei programmi Trnsys Simulation Studio e TRNBuild.
Tali input per i programmi sopra citati, si dividono nell’ordine in:
• input esterni: tutti i dati che rappresentano le condizioni sitonullspecifiche e climatologiche
del luogo nel quale è previsto di realizzare gli edifici (temperatura esterna, umidità relativa
esterna e radiazione solare diretta e diffusa);
• input interni: tutti i dati che rappresentano invece sia le condizioni ed i valori
termoigrometrici dell’ambiente interno degli edifici (temperatura interna e umidità) sia i
valori dei guadagni gratuiti interni (presenza di persone e di apparecchi elettronici,
importanti nello specifico, per la loro capacità di riscaldare l’ambiente per l’effetto joule).
Gli input esterni, codificati in un file formato testo, come valori orari (24 input quotidiani
per tutta la durata di un anno solare così da ricomprendere tutte le condizioni climatiche)
vengono inseriti nel programma Trnsys Simulation Studio attraverso la Type 9a (vedi Fig.
2.1).
Quest’ultima è collegata alla Type 16e che gestisce i valori della radiazione solare in
base all’orientamento geografico dell’edificio e, collegata a sua volta alla Type 56a che
CAPITOLO 2. INPUT ENERGETICI: CARATTERISTICHE TERMOIGROMETRICHE INTERNE ED ESTERNE
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definisce le dimensioni dell’edificio (trattato nel Cap.3.), ne definisce i valori in base alla
superficie esposta. Gli altri dati contenuti nella Type 9a e non ancora utilizzati, cioè la
temperatura e umidità relativa esterna, vengono inviati direttamente alla Type 56a per essere
usati nella simulazione.
Type9a
Type16e
Type56a Type25c
Type9a-2
Fig. 2.1 Schema del simulatore Trnsys Simulation Studio.
Gli input interni potrebbero essere definiti dall’utente all’interno del programma
TRNBuild ma, nel caso analizzato, vengono inseriti mediante un file esterno formato testo e
fatti interagire all’interno del programma attraverso la Type 9anull2 collegata direttamente alla
Type 56a.
Alla fine vengono stampati tutti gli output attraverso la Type 25c collegata direttamente
alla Type 56a.
2.1. DATI CLIMATICI ESTERNI
Si precisa in primo luogo che i dati climatici esterni inseriti all’interno del programma
fanno riferimento al capoluogo più vicino, ovvero alla città di Venezia, poiché non vi sono i
dati sitonullspecifici di tutti i comuni d’Italia.
Inoltre, poiché gli edifici considerati nella simulazione sono dotati di una certa inerzia
termica, è stato ritenuto più corretto, essendo la stessa una simulazione dinamica, inserire in
input i dati climatici esterni ed interni relativi ad un periodo temporale di 2 anni ma,