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Introduzione
Democrazia e internet. Un titolo che all'apparenza potrebbe sembrare usurato, invece con
grande stupore mi accorgo che così non è. Infatti, nonostante questo argomento, sia passato da
argomento di nicchia, ad argomento “pop” - la letteratura è stata molto proficua negli ultimi anni
– gli autori che hanno scritto di questo tema, si sono impegnati (riuscendoci), a trovare dei titoli
più originali di questo: post-democrazia, dopo la democrazia, cyber democrazia, tecnopolitica,
tecnologie e democrazia(spesso per distinguersi, spesso perché abbracciavano un tema non
concentrato solo su internet). Quindi a me, nel mio piccolo, è andata bene, mi sono state facilitate
le cose avendo potuto scegliere il titolo più diretto e scontato possibile,(così scontato che risulta
poco utilizzato) per una tesi che parla proprio di democrazia e internet. Cercherò tra l'altro di
essere molto equilibrato e razionale su questo argomento, viste, le molte posizioni antitetiche di
studiosi e intellettuali, tra chi crede nella democraticità insita nelle nuove tecnologie,una sorta di
determinismo tecnologico, e tra chi invece sminuisce e minimizza la rivoluzione democratica a cui
può portare internet, soprattutto senza un giusto contesto socio-culturale e politico.
Ho scelto questo tema perché in questo momento storico mi sembra molto importante avere
un idea dei rapporti tra nuovi media democrazia e politica. Perché è il periodo storico delle crisi
dei partiti, della tele-politica, del populismo televisivo e virtuale, dell'accelerazione dell'uso
politico di internet(sia che si tratti di partiti sia che si tratti di movimenti dal basso). E' un periodo
storico in cui tutti devono comprendere a fondo che la comunicazione è la sfera più importante
della politica in una democrazia, che il cambiamento di comunicazione, cambia l'organizzazione e
l'azione politica, e quindi influisce pesantemente sulla tenuta o meno della democrazia di un
Paese. E' per questo motivo che dando uno sguardo ad un po' di letteratura sul tema ho deciso di
impostare questa tesi come una specie di guida, per cercare di orientarsi e districarsi tra le tante
discussioni che sono proliferate in tutti questi anni sull'argomento. Ovviamente senza la pretesa di
essere esaustivi negli argomenti trattati.
La prima cosa che salta all'occhio è che spesso alcuni autori si concentrano sul rapporto tra
internet e democrazia, o esclusivamente in un ottica top-down, quindi trattando della politica in
rete, dell'uso che fa la politica di internet, del cambiamento di comunicazione dei leader e dei
partiti. O trattando esclusivamente l'argomento in un ottica botton-up, quindi la nascita di una
democrazia dal basso con internet, le possibilità che offre di organizzazione e di discussione
virtuale, i nuovi movimenti online, le possibilità di una democrazia diversa più partecipativa.
Questo è la ragione che mi ha portato a pensare di produrre un lavoro che magari peccasse di
approfondimento(spero non troppo), ma che fosse completo, che toccasse tutti gli aspetti che
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riguardano il rapporto tra politica democrazia e internet. Detto questo passo ad illustrare la
struttura della trattazione del tema:
Nel primo capitolo “ Internet partecipazione e democrazia ”, affronteremo la
tematica in ottica botton-up, e dunque nel primo paragrafo, cercheremo di rispondere all'annosa
(relativamente annosa) domanda: “con internet c'è un opinione pubblica più informata e
partecipativa?”. Cercheremo qui di capire se, e come, internet può rendere migliore l'opinione
pubblica, renderla più attenta più partecipante, se può trasformare il tele-cittadino sottile di
Mazzoleni, in un cittadino più informato e consapevole, senza cadere nel cittadino totale di
Sartori. Il secondo paragrafo si concentrerà quindi sul concetto di e-democracy, cercheremo di
capire cos'è, delimitandola in alcune definizioni prima in negativo e poi in positivo, negli altri
sottoparagrafi andremo a riflettere sugli scenari post-democratici consentiti dalle nuove
tecnologie, in particolare: la democrazia referendaria, la democrazia deliberativa(con particolare
riferimento al sondaggio deliberativo), e la democrazia partecipativa(con particolare riferimento
alle. reti civiche). Il Terzo paragrafo, affronterà il tema dei movimenti politici e di pressione
online, nati e organizzati tramite le nuove tecnologie, con particolare riferimento al movimento di
Grillo, e al Popolo Viola. Due movimenti nati da due piattaforme tecnologiche diverse, il blog, e
facebook.
Ne secondo capitolo verrà affrontata la questione in un ottica opposta, quella
botton-up, quindi andremo a descrivere le modalità dell'avvento della politica in rete, di come
questa storicamente inizia ad approcciarsi alla rete e a considerare quest'ultima un ottima risorsa
per eliminare la mediazione dei vecchi media tra la politica e il cittadino. Poi passeremo ad
analizzare la situazione attuale dei siti dei partiti politici, a livello di interattività e di altri
parametri (dall'estetica all'usabilità), dedicando anche un piccolo spazio al fenomeno Facebook, e
a come quest'ultimo stia rendendo obsoleti altre piattaforme digitali prima in voga, come i blog o i
siti. Nell'ultimo paragrafo daremo uno sguardo alla presidenza digitale di Obama, e all'uso che
quest'ultimo ha fatto della rete nella sua vincente campagna elettorale del 2008.
Nell'ultimo capitolo, avendo già toccato tutte le tematiche più significative rispetto
al rapporto tra politica internet e democrazia, ci fermeremo a riflettere sui nuovi fenomeni che
sono da molti, considerati potenziali nemici della democrazia, stimolati proprio dalla politica
mediatizzata , soprattutto dalla televisione. Quindi dopo aver fornito nel primo paragrafo una
riflessione concettuale sui termini spesso confusi di antipolitica e populismo, passiamo nel
secondo paragrafo a parlare della video politica e di tutte le conseguenze che ha portato,
leaderismo, spettacolarizzazione, personalizzazione, marketing politico. Tutte conseguenze che
spingono la politica verso possibili derive populiste come stile comunicativo, ma anche come
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agire politico. Dunque nell'ultimo paragrafo, con pochi riferimenti bibliografici(ce ne sono
davvero pochi sul tema in questione), facciamo una riflessione sul populismo virtuale, e come si
differenzia , se si differenzia, dal tele-populismo, se c'è continuità nei pericoli di deriva populista,
con l'uso sempre più massiccio di internet, o se c'è una rottura in qualche modo col passato. O
semplicemente se, forse, c'è una continuità verso le spinte di populismo mediatico e leaderismo,
ma c'è una diversità (in positivo) in termini di meccanismi di autodifesa, che internet ha verso
questi fenomeni che mettono a rischio la democrazia sostanziale.
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1. Internet partecipazione e democrazia
1.1Con internet un ’opinione pubblica informata ?
Con l'avvento delle nuove tecnologie (ITC)
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e la loro diffusione esponenziale - almeno nelle
aree geografiche più sviluppate - si è iniziato a riflettere su i vari modi in cui queste avrebbero
condizionato e influenzato - con il loro potenziale - ogni singola sfera dell'attività umana.
Compresa dunque la sfera politica, e in particolare il rapporto tra istituzioni politiche e cittadini.
Una delle tante domande che ci si pone, è sicuramente quella del titolo, infatti gran parte
della teoria democratica sottolinea come un opinione pubblica informata(quindi la ricezione di un
informazione imparziale e di qualità ), porti a più partecipazione, e quindi a cittadini
migliori(Chiara Facello, 2010). E' evidente dunque che la qualità di una democrazia dipende
molto dall'opinione pubblica, poiché le democrazie moderne, sostiene Sartori sono “governi
consentiti” condizionati, e quindi fondati sull'opinione pubblica(Giovanni Sartori, 2007, p.61).
Da qui l'importanza di capire come l'avvento delle nuove tecnologie abbia influenzato ,
condizionato, l'opinione pubblica e l'approccio del pubblico all'informazione e quindi alla
partecipazione.
Da parte dei più ottimisti era stata già preannunciata una sorta di cittadinanza elettronica, un
miglioramento qualitativo dei processi democratici, un informazione più libera e quindi scelte
elettorali più razionali. Una prospettiva indubbiamente legittima, ma, in Italia,(ma anche altrove),
tale prospettiva si è rivelata prematura, per una serie di motivi che analizzeremo in questo
paragrafo.
Non v'è dubbio d'altro canto che internet abbia influito sui processi politici, sulla
propaganda, sulla mobilitazione spontanea dal basso dei cittadini e su quella - meno spontanea -
dall'alto attivata dalla politica, sugli esperimenti delle reti civiche e che abbia in seno le
potenzialità di un continuo miglioramento qualitativo del rapporto tra cittadini e politica. Una
tecnologia del genere che annulla il senso stesso del termine spazio, è quasi scontato che - con il
tempo - abbia effetti sull'organizzazione della politica, e quindi sulla partecipazione , e di
conseguenza , sulla qualità della democrazia.
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. Tuttavia , come già detto, a mio parere, siamo
ancora lontani dall'avvento di una post-democrazia con cittadini più consapevoli e più
partecipativi alla cosa pubblica.
1 Information and communication technology
2 Nelle democrazie moderne come ci ricorda un passo del libro “La partecipazione politica” di Francesco Raniolo, i
concetti di partecipazione e organizzazione sono interdipendenti, nel senso che è difficile che ci sia un partecipare
efficace senza un organizzazione. E' quindi evidente da questo ragionamento che uno strumento che migliora e ti
facilità a dismisura, l'organizzazione in senso lato, ha effetto anche sulla partecipazione e quindi sulla democrazia.