Presentazione
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corso
2
. La tesi di questi autori scosse il pensiero accademico e la prassi come
mai era successo in precedenza. Essi sostenevano che, in presenza de mercati
finanziari perfetti ed efficienti, la politica finanziaria e dei dividendi non ha
alcuna influenza sul valore globale di una società. Molte delle opere seguenti,
furono tese ad identificare le imperfezioni del mercato che vanificavano le tesi
di Modigliani e Miller.
L’evento più importante degli anni settanta fu lo sviluppo della teoria del
portafoglio e la sua possibile applicazione al management finanziario. Elaborata
per la prima volta da Markowitz ne 1952 tale teoria fu ripresa e ampliata da
Sharpe, Lintner, Mossin, Fama e molti altri
3
.
Il perfezionamento del modello del Capital Asset Pricing di Sharpe per la
valutazione delle attività finanziarie ne rese possibile l’applicazione, nel corso
degli anni settanta, alla finanza aziendale. Secondo il modello di Sharpe, parte
del rischio di impresa è irrilevante per coloro che investono in titoli di quella
impresa; si tratta della parte che può essere eliminata mediante la
diversificazione del portafoglio. Negli anni seguenti il modello capital assets
pricing fu oggetto di molte cririche, soprattutto per ciò che riguarda la sua
validità pratica.
Molto apprezzato è invece il modello arbitrage pricing (prezzo di arbitraggio)
che costituisce un’alternativa molto ristretta al modello di Sharpe.
Nel 1970 fondamentale fu il contributo di Black e Schole, che svilupparono il
modello di options pricing (determinazione del prezzo delle opzioni, utile per
valutare i diritti finanziari)
4
. L’applicazione dell’option pricing model alla
finanza aziandale è tuttora in fase di espansione e costituisce un ricco filone
della ricerca scientifica. Sino agli anni ottanta si è assistito a rilevanti progressi
1
The Theory of Investment Value, Amsterdam North Holland Publishing, 1964.
2
F.Modigliani e M.H. Miller, The Cost of Capital, Corporation Finance and Theory of Investment, in “American
Economic Review”, 48 (1958), pp 261-297; e Dividend Policy Growth, and Valuaation of Shares, Journal of Business,
34 (1961), pp 441-443.
3
Si veda H.M. Markowitz, Portfolio Selection Efficient Diversification of Investmens, New York, Wiley 1959; W.F.
Sharpe, Capital Asset Prices: A Theory of Market Equilibrium under Conditions of Risk, In journal of Finance, 19
(1964), pp 425-442.
4
F. Black e M. Scholes, The Pricing of Options and Corporate Liabilities, in “Journal of Political Economy”, 81
(1973), pp 637-
Presentazione
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nell’analisi del valore di una impresa in condizioni di incertezza, tenendo conto
delle imperfezioni del mercato finanziario e dell’influenza esercitata dalla
presenza delle imposte sul reddito e dell’imposta sulle società. Numerosi sono
infine gli studi tesi a comprendere come l’ambiente esterno all’impresa
recepisce ed interpreta il comportamento del manager finanziario.
Da disciplina essenzialmente descrittiva, la finanzia aziendale è diventata teoria
basata su analisi rigorose, utilizza strumenti di analisi sofisticati e, mentre prima
si occupava solo dei problemi connessi all’ottenimento dei fondi, ora si occupa
anche di gestione dell’attivo, di allocazione ottimale delle risorse finanziarie e di
valutazione globale della società. Mentre il punto di osservazione era prima
esterno, ora l’impresa è vista dall’interno, con particolare attenzione al momento
decisionale.
Il lavoro seguente parte dalla riclassifica delle principali grandezze patrimoniali,
economiche e monetarie fino ad arrivare alla valutazione delle aziende basate
sul flusso di cassa. Per la valutazione abbiamo usato alcuni dei modelli scritti
dal professor Aswath Damodaran, professore di finanza aziendale alla Stern
School Of Business University di New York. I modelli, tradotti italiano, sono
stati per quanto possibile, adattati alla realtà italiana. I modelli sono inclusi nel
dischetto allegato. Nello svolgimento del lavoro è stato indicato quale modello è
stato usato.
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 11
Capitolo 1
La determinazione dei flussi di cassa
Preliminare a qualsiasi analisi delle grandezze aziendali e in particolare alla
determinazione dei flussi di cassa, è senza dubbio la riclassifica dei dati
dell’impresa. Spesso, infatti, il bilancio di esercizio (sia esso consolidato oppure
riferito alla sola capogruppo), pur essendo redatto in ossequio alla dicliplina
aziendalistica e fiscale, non presenta le caratteristiche di sintesi utili allo scopo
di evidenziare le diverse grandezze aziendali oggetto di analisi.
1.1 La riclassificazione delle Stato Patrimoniale
Lo schema di stato patrimoniale contenuto nell’art. 2424 del codice civile non
consente una corretta analisi storica e prospettica dei flussi di cassa della
società. Questo perché, come noto, lo schema ottempera a numerose esigenze
conoscitive relative ai diversi destinari del bilancio stesso. Appare quindi
fondamentale riclassificare le diverse voci che compongono lo stato
patrimoniale con lo scopo di evidenziare alcune gradezze, frutto di aggregazioni,
fondamentali ai fini della valutazione dell’azienda stessa. Gli schemi di
riclassifica che presentiamo, elaborati dalla disciplina classica, tendono a
mettere in rilievo alcune di queste caratteristiche fondamentali.
1.1.1 L’importanza della riclassifica
La prima riguarda la distinzione tra attività operative della gestione caratteristica
(o in senso stretto) e le attività riferibili a gestioni accessorie (chiamate spesso
surplus assets). Nonostante si tratti di impieghi estranei all’attività caratteristica
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 12
dell’impresa, tali assets spesso assumono dimensioni ragguardevoli in rapporto
al totale dell’attivo. La loro individuazione consente di meglio cogliere la
dimensione del capitale impiegato nella gestione dell’impresa e, quindi, di
rapportare il più correttamente possibile i flussi economici, ottenuti dalla
gestione stessa, alle risorse investite.
Di seguito indichiamo lo stato patrimoniale di un’impresa industriale (Gewiss)
per gli esercizi 1997 e 1998 sia non riclassificato che riclassificato. Lo schema
sarà in seguito utile per calcolare il valore del capitale economico della società,
attraverso diversi metodi finanziari solitamente usati dagli analisti in sede di
valutazione; sia quest’ultima riferita ad un investimento di minoranza o di
maggioranza, oppure ad operazioni straordinarie, quali fusioni o scorpori
d’attività aziendali. Sia per lo stato patrimoniale che per il conto economico,
abbiamo usato il bilancio consolidato di gruppo.
Gruppo Gewiss: Stato Patrimoniale
ATTIVO (dati in milioni di lire) 1997 1998
IMMOBILIZZAZIONI
Immobilizzazioni immateriali
Costi di impianto ed ampliamento 85.3 1598.1
Diritti di brevetto industriale 947.1 649.9
Concessioni, licenze e marchi 107.7 0.0
Avviamento 0.0 7733.5
Diferenza di consolidamento 16250.6 14600.3
Altro 471.1 597.7
TOTALE 17861.8 25179.5
Immobilizzazioni materiali
Terreni e fabbricati 110094.5 148460.0
Impianti e macchinari 150398.5 202499.0
Attrezzature industriali 34550.5 38048.1
Altri beni 15376.6 17688.1
Immobilizzazioni in corso 2615.6 13337.9
Fondo ammortamento -139483.0 -166518.0
TOTALE 173552.7 253515.1
Immobilizzazioni finanziarie
Partecipazioni in imprese controllate 0.0 101.5
Parteipazioni in imprese collegate 0.0 738.4
Partecipazioni in altre imprese 89.9 89.9
Crediti esigibili oltre l'esercizio successivo 0.0 30.0
Crediti verso altri esigibili entro l'esercizio successivo 98.9 267.8
Crediti verso altri esigibili oltre l'esercizio successivo 656.2 1531.0
TOTALE 845.0 2758.6
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI 192259.5 281453.2
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 13
ATTIVO CIRCOLANTE
Rimanenze
Materie prime 18171.1 25365.2
Prodotti finiti in corso di lavorazione 1019.9 2489.2
Prodotti finiti e merci 23860.0 31454.0
Acconti 209.7 132.4
Fondo obsolescienza magazzino -1910.0 -2422.0
TOTALE 41350.7 57018.8
Crediti
Verso clienti: esigibili entro l'esercizio successivo 121127.1 117019.7
Verso imprese controllate: esigibili entro l'es. succ. 0.0 296.9
Verso imprese collegate: esigibili entro l'es. succ. 1289.6 2801.7
Verso altri: esigibili entro l'es. successivo 4197.9 9170.9
TOTALE 126614.6 129289.2
Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
Altri titoli 0.0 590.0
TOTALE 0.0 590.0
Disponibilità liquide
Depositi bancari e postali 10033.7 16878.9
Denaro e valori in cassa 70.4 138.8
TOTALE 10104.1 17017.7
TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE 178069.4 203915.7
Ratei e risconti attivi 1245.3 736.4
TOTALE ATTIVO 371574.2 486105.3
PASSIVO (Dati in milioni di lire) 1997 1998
Patrimonio Netto
Capitale sociale 40000.0 40000.0
Riserva sovrapprezzo azioni 6000.0 6000.0
Riserva legale 6956.1 8000.0
Riserva art. 55 dpr 917/86 159.4 159.4
Riserva di consolidamento 141.0 141.0
Riserva di traduzione 169.0 69.0
Riserve straordinarie 76202.6 101735.3
Utili/Perdite portati a nuovo 16251.5 21877.3
Utile dell'esercizio 42202.8 38788.0
TOTALE PATRIMONIO NETTO DI GRUPPO 188082.4 216770.0
Capitale e riserve di terzi 0.0 5401.1
Utile/perdita di pertinenza di terzi 0.0 -255.5
Totale patrimonio di terzi 0.0 5175.6
TOTALE PATRIMONIO NETTO 188082.4 221945.6
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 14
Fondi per rischi ed oneri
Per trattamento di quiescienza ed obblighi simili 905.2 760.1
Per imposte 13352.7 13717.9
Altri 3390.1 4054.8
TOTALE FONDI RISCHI ED ONERI 17648.0 18532.8
Trattamento di fine rapporto di lavoro
Variazione area di consolidamento 0.0 4343.0
Utilizzi -911.0 -1996.8
Accantonamenti netti dell'esercizio 2195.1 2592.0
TOTALE 11936.2 16874.4
Debiti
Debiti verso banche esigibili entro l'esercizio successivo 21327.1 81050.6
Debiti verso banche esigibili oltre l'esercizio successivo 23845.7 5204.9
Debiti verso altri finanziatori esigibili entro l'es. successivo 0.0 9287.1
Acconti esigibili entro l'esercizio successivo 31.8 277.7
Debiti verso fornitori esigibili entro l’esercizio successivo 82598.1 111061.4
Debiti verso imprese controllate esigibili entro l'es.
successivo
0.0 80.7
Debiti verso imprese collegate esigibili entro l'es.
successivo
128.9 405.4
Debiti tributari esigibili entro l'esercizio successivo 10618.9 3318.9
Debiti verso istituti di previdenza esigibili entro l'es. succ. 4802.9 3704.4
Altri debiti esigibili entro l'esercizio successivo 9596.5 14020.6
TOTALE DEBITI 152949.9 228411.7
Ratei e risconti passivi 957.8 340.8
TOTALE PASSIVO 371574.3 486105.3
Di seguito indichiamo lo stato patrimoniale riclassificato. In appendice
riportiamo invece la tabella con le singole voci non riclassificate che hanno
concorso a determinare quelle riclassificate. I diversi schemi sono contenuti nel
dischetto allegato, leggibile tramite il programma Excel (FILE: RICL.XLS).
Lo schema di riclassifica proposto e quello seguente, che evidenzia il capitale
circolante commerciale e il capitale circolante netto, sono particolarmente usati
nelle elaborazioni connesse alle valutazioni di carattere finanziario.
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 15
Stato Patrimoniale riclassificato
Dati in milioni di lire 1997 1998
Attivo fisso netto 192259.5 281453.2
Attivo corrente 169210.6 187634.4
rimanenze 41350.7 57018.8
Crediti commerciali 121127.1 117019.7
Crediti verso imprese controllate e collegate 1289.6 3098.6
Altri crediti 5443.2 10497.3
Passivo corrente 108734.9 142497.0
Debiti commerciali 82598.1 111061.4
Debiti verso imprese controllate e collegate 128.9 486.1
Altri debiti 26007.9 30949.5
Disponibilità liquide -11223.0 -64032.9
Attivo corrente netto 49252.7 -18895.5
TOTALE ATTIVO 241512.2 262557.7
Passivo a medio - lungo termine 53429.9 40612.1
Mutui a medio - lungo termine 23845.7 5204.9
Trattamento di fine rapporto 11936.2 16874.4
Fondi per rischi ed oneri 17648.0 18532.8
Patrimonio netto 188082.4 221945.6
TOTALE PASSIVO 241512.3 262557.7
1.1.2 Il Capitale Circolante Commerciale
L’opportuna aggregazione di alcuni valori consente di evidenziare grandezze
fondamentali, quali per esempio il capitale investito netto ed il capitale
circolante commerciale. Allo scopo di mettere in risalto la natura degli impieghi
collegati alla gestione, è utile riferirsi allo schema connesso all’inizio di
un’attività industriale:
Uscite monetarie per acquisto struttura
produttiva
Costi relativi alla produzione (personale,
meterie prime, servizi, costi generali)
Costi per il mantenimento del magazzino
Vendite: sfasamento temporale rispetto al
sostenimento dei costi ⇒
Prolungamento esposizione finanziaria
connesse alle spese di carattere operativo.
Lo schema ci permette di cogliere le classi fondamentali di impieghi all’origine
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 16
dei fabbisogni finanziari. In particolare quello connesso agli impieghi che
riguardano le immobilizzazioni al servizio dell’attività dell’impresa e quelli
netti originati dalle diverse operazioni di gestione (acquisto di materie prime)
che viene detto in altro modo capitale circolante commerciale, da non
confondersi con il capitale circolante netto. Il capitale circolante commerciale
misura esclusivamente le risorse impegnate nel ciclo delle operazioni correnti di
gestione. Più elevato è il circolante commerciale rispetto al fatturato, maggiori
saranno i fabbisogni finanziari connessi allo sviluppo dell’attività dell’impresa
e, viceversa.
1.1.3 Il Capitale Circolante Netto
Il capitale circolante netto, essendo la differenza tra le attività e le passività
correnti, misura il grado di solvibilità dell’impresa oggetto di analisi. Il capitale
circolante commerciale misura invece esclusivamente le risorse impiegate nel
ciclo delle operazioni correnti di gestione. Infatti, più elevato è il capitale
circolante commerciale rispetto al fatturato, maggiori saranno i fabbisogni
finanziari connessi allo sviluppo dell’attività dell’impresa.
Tra le classi fondamentali all’origine del fabbisogno finanziario, si usa
distinguere quelle che riguardano le immobilizzazioni al servizio dell’attività
operativa dell’impresa da quelle (nette) originate dalla sequenza delle operazioni
ripetitive di gestione, generalmente chiamato appunto fabbisogno di capitale
circolante commerciale.
Rappresentazione dello Stato Patrimoniale Riclassificato
Crediti Debiti Verso Fornitori
Commerciali
Magazzino Debiti finanziari
Immobilizzazioni
Operative Nette Fondo Trattamento di Fine Rapporto
TFR
Attività Accessorie Patrimonio Netto
Liquidità Crediti
Finanziari
Scorporando idealmente dallo schema precedente le aree legate all’attività
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 17
operativa, è possibile giungere alla definizione di capitale investito netto (CIN).
Esso è formato dalle immobilizzazioni operative nette e il capitale circolante
commerciale. La dimensione del capitale circolante commerciale è correlata
direttamente alla durata del ciclo finanziario delle operazioni di gestione. La
durata del ciclo finanziario è a sua volta funzione della durata delle varie fasi del
processo di produzione e delle politiche aziendali relative alla condizioni di
incasso e di pagamento dei crediti e debiti di natura commerciale.
La dimensione delle immobilizzazioni tecniche rispetto al volume di affari
dipende invece dall’indice di intensità di capitale dell’attività svolta e quindi
dalle caratteristiche tecnico-economiche del processo produttivo. Di seguito
indichiamo, con lo stesso schema utilizzato per la riclassificazione dello stato
patrimoniale, il capitale investito netto.
Capitale Investito Netto (CIN)
Crediti Debiti Verso Fornitori CA CAPIT
Commerciali PI CIRC
Magazzino TA COMM
LE IMPI
Immobilizzazioni IN EGHI
Operative Nette VES NET
TITO TI
NETTO
Gli impieghi netti, siano essi di carattere operativo che extraoperativo, sono
generalmente coperti dai debiti finanziari (a breve, medio e lungo termine), dal
fondo TRF e dal suo patrimonio netto. Il mix tra queste diverse grandezze
economiche individua la struttura finanziaria dell’impresa.
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 18
Il Capitale Investito Netto e le sue coperture
Dati in milioni di lire 1997 1998
Attività commerciali 167921,0 184535,8
Passività commerciali -108606,0 -142010,9
Capitale circolante commerciale 59315,0 42524,9
Attivo fisso netto 192259,5 281453,2
Fondo TFR -12841,4 -17634,5
Capitale investito netto operativo 238733,1 306343,6
Attività non strumentali nette 1160,7 2612,5
Capitale investito netto complessivo 239893,8 308956,1
Coperture
Posizione fiscale netta 13352,7 13717,9
Posizione finanziaria netta 35068,7 69237,8
Patrimonio netto 188082,4 221945,6
Altro 3390,1 4054,8
Totale coperture 239893,9 308956,1
1.1.4 Il TFR
Nello schema semplificato
5
appare come fonte di copertura anche il TFR. Il
meccanismo di funzionamento del fondo può essere interpretato in due modi. Il
primo intendendo il TFR come elemento che concorre alla formazione del costo
complessivo del lavoro, la cui liquidazione è differita nel tempo. Il secondo,
come finanziamento accordato dai dipendenti contestualmente alle retribuzioni
periodiche e indicizzato nel capitale. In tutti i tipi di elaborazioni abbiamo
seguito la prima alternativa la quale consente di semplificare la riclassificazione
del conto economico e la rappresentazione della dinamica finanziaria.
1.1.5 Il Fondo Imposte
Un’altra ambiguità di classificazione (che non abbiamo riportato nello schema)
è quella relativa al Fondo Imposte. Ambigua perché il pagamento delle imposte
non segue di pari passo la formazione del reddito tassabile. Se così fosse lo stato
patrimoniale non evidenzierebbe nell’attivo e nel passivo, crediti e debiti
tributari. Le imprese versano invece le imposte in due momenti nell’anno (a
5
Nell’ambito delle attività legate al ciclo acquisti, trasformazione e successive vendite, andrebbero inclusi anche i ratei
ed i risconti riferibili alla gestione commerciale, agli anticipi a fornitori per l’acquisto di materie prime ecc.
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 19
novembre l’anticipo e nel maggio successivo il saldo). La soluzione del
problema sarebbe quella di disaggregare il debito (credito) fiscale complessivo,
nelle componenti riferibili a ciascuna area gestionale. Nelle elaborazioni, per
semplicità, è stata adottata la soluzione di rappresentare il debito (credito)
fiscale netto in una specifica sezione dello stato patrimoniale, denominata
“posizione fiscale netta”.
1.1.6 La Posizione Finanziaria Netta
Dallo schema di riclassifica dello stato patrimoniale proposto nelle pagine
precedenti, emerge un’altra figura estremamente importante e spesso usata dagli
analisti finanziari: la Posizione Finanziaria Netta. Essa è data dalla differenza tra
crediti e debiti di natura esclusivamente finanziaria. Il concetto di posizione
finanziaria netta è particolarmente utile per misurare l’effettivo grado
d’indebitamento delle imprese che fanno parte di gruppi e che intrattengono con
le consociate rilevanti rapporti finanziari. Ovviamente la posizione finanziaria
netta va sempre messa in relazione con la normale struttura del circolante
commerciale. Un allungamento dei pagamenti verso i fornitori ad esempio,
libera liquidità e di conseguenza riduce i debiti finanziari. Il fenomeno contrario,
ovvero il ritardo negli incassi da clienti, peggiora il debito finanziario.
Anche il livello delle scorte incide sulla posizione finanziaria. Un andamento
stagionale delle vendite particolarmente favorevole riduce il fabbisogno di
finanziamento. Così come è esattamente vero il contrario.
La “normale” posizione finanziaria non può quindi prescindere dall’esame dei
giorni di pagamento ai fornitori, dai giorni di incasso dai clienti e dall’esame del
livello di scorte medio desiderato dall’azienda nel medio – lungo periodo.
1.2 Il Conto Economico
Di seguito indichiamo, così come per lo stato patrimoniale, lo schema di conto
economico (sempre del gruppo Gewiss) non riclassificato e quello riclassificato.
La tabella di raccordo tra i due schemi è contenuta in appendice. Lo schema di
riclassifica del conto economico proposto è quello maggiormente usato dagli
analisti finanziari al fine di valutare il capitale economico di una società, con la
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 20
sola eccezione del risultato della gestione non caratteristica, utile al fine di
agevolare la predisposizione dei dati necessari per la valutazione dei surplus
assets.
Gruppo Gewiss: Conto Economico
Dati in milioni di lire 1997 1998
Ricavi delle vendite e prestazioni a clienti 412302,2 437195,5
Premi su vendite -19298,4 -17262,4
Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lav. e finiti 2259,7 3924,2
Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 2356,3 3655,1
Contributi in conto esercizio 558,6 0,0
Altri ricavi e proventi 1736,2 1754,8
TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE 399914,6 429267,2
Costi della produzione
Per materie prime, sussidiarie di consumo -121126,7 -125052,3
Per servizi -66341,0 -80306,2
Compensi per lavorazione di terzi -27673,2 -40594,0
Per godimento di beni di terzi -3879,7 -3272,7
Salari e stipendi -38760,7 -47368,7
Oneri sociali -13697,8 -14218,1
Trattamento di fine rapporto -2315,0 -2712,8
Trattamento di quiescienza e simili -11,6 0,0
Altri costi -17,5 -75,5
Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali -3130,3 -3601,6
Ammortamento delle immobilizzazioni materiali -24858,5 -27648,3
Altre svalutazioni delle immobilizzazioni -2079,5 -2347,4
Svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante -768,0 -1130,2
Variazioni delle rimanenze di materie prime -2310,4 5426,6
Altri accantonamenti -392,9 -214,4
Oneri diversi di gestione -596,1 -530,0
Imposte e tasse indirette -2193,0 -1681,8
TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE -310151,9 -345327,4
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA
PRODUZIONE
89762,7 83939,8
Proventi ed oneri finanziari
Proventi finanziari 1418,6 1411,7
Oneri finanziari -8533,6 -13303,6
TOTALE PROVENTI ED ONERI FINANZIARI -7115,0 -11891,9
Rettifiche di valore di attività finanziarie
Rivalutazione di immobilizzazioni finanziarie 16,9 29,4
Svalutazioni di partecipazioni 0,0 -80,0
TOTALE RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA
FINANZIARIE
16,9 -50,6
Proventi ed oneri straordinari
Proventi 1262,9 0,0
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
Pagina 21
Oneri -241,8 -170,3
TOTALE DELLE PARTITE STRAORDINARIE 1021,1 -170,3
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 83685,7 71827,0
Imposte sul reddito dell'esercizio -43582,1 -32899,9
Imposte differite 2099,2 -364,6
UTILE/PERDITA PRIMA DEGLI INTERESSI DI TERZI 42202,8 38562,5
Utile/Perdita di pertinenza di terzi 0,0 225,5
UTILE/PERDITA DELL'ESERCIZIO 42202,8 38788,0
Gruppo Gewiss: Conto Economico riclassificato
Dati in milioni di lire 1997 1998
Fatturato totale 412302,2 437195,5
Premi su vendite -19298,4 -17262,4
Consumi di materiali e lavorazioni esterne -148850,6 -156295,5
Capitalizzazioni interne 2356,3 3655,1
Valore aggiunto 246509,5 267292,7
Costo del lavoro -54802,6 -64375,1
Costo per servizi -66341,0 -80306,2
Altri proventi / costi operativi -2181,0 -2047,9
Altri accantonamenti e svalutazioni -3240,4 -3692,0
Margine operativo lordo 119944,5 116871,5
Ammortamenti -27988,8 -31249,9
Margine operativo netto 91955,7 85621,6
Proventi / oneri finanziari -7115,0 -11891,9
Proventi / oneri straordinari e rettifiche di attività finanziarie 1038,0 -220,9
Utile ante imposte 85878,7 73508,8
Imposte -45775,1 -34581,7
Imposte differite 2099,2 -364,6
Risultati di pertinenza di terzi 0,0 225,5
Utile netto 42202,8 38788,0
Capitolo1: La determinazione dei flussi di cassa
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1.3 I collegamenti tra lo stato patrimoniale ed il conto economico
Diversi sono i pregi di uno schema di riclassifica. Tra questi, una rilevante
importanza è assunta dal più agevole collegamento fra i valori aggregati (quali il
Capitale Circolante Commerciale, il Capitale Investito Netto ecc.) individuati
dallo schema di riclassifica dello stato patrimoniale e i flussi generati da tali
grandezze che figurano nel conto economico, anch’esso riclassificato. Le
grandezze di conto economico riclassificate devono ovviamente essere
compatibili con quelle relative allo stato patrimoniale. Viceversa il confronto
non sarebbe omogeneo e farebbe perdere di efficacia all’analisi.
Lo schema seguente fornisce una visione di sintesi dei flussi, misurati in termini
economici, riferibili alle principali aree dello stato patrimoniale individuate in
precedenza. Lo schema costituisce il più efficace punto di partenza per la
dimostrazione di alcuni importanti principi della teoria della finanza aziendale e
per la valutazione delle aziende e degli investimenti.
Aree dello stato patrimoniale e dei flussi ad esse riferibili (in termini economici)
CIN PN
RO x (1-T
x
) - IRAP RN= (RO- I
p
+RAA) x (1-T
x
) - IRAP
DF
ATTIVITA’ ACCESSORIE I
p
x (1-T
x
)
RAA x (1-T
x
) - (IRAP/RAA)
Dove:
RO Risultato operativo
I
p
Interessi passivi
T
x
Aliquota dell’imposta sulle persone giuridiche (IRPEG)
RN Reddito netto
RAA Risultato delle attività e gestioni accessorie
IRAP Imposta regionale sulle attività produttive