7
Introduzione
Affrontare il tema della corruzione significa affrontare un problema di portata ormai globale e
con risvolti e implicazioni sempre più spesso transnazionali e legati ad un elevato numero di
discipline, quali economia, sociologia, politica e non per ultimo il diritto. Oggi più che mai, appare
evidente che la lotta alla corruzione sia una delle più grandi sfide mondiali, che comporta
conseguenze per lo sviluppo dell’intero pianeta e il coinvolgimento di un sempre maggior numero
di soggetti, governativi e non, provenienti da tutti i settori e da tutte le fasce della società.
Uno studio della Banca Mondiale
1
afferma che già nel 2004 la corruzione rappresentava
un’industria mondiale pari a 1 trilione di dollari e sottolinea che il calcolo dell’ammontare delle
transazioni commerciali corrotte, comprende solo una parte dei costi complessivi della corruzione,
la quale rappresenta anche uno dei maggiori ostacoli nel ridurre la povertà dei paesi con economie
emergenti e per lo sviluppo sociale ed economico a livello globale.
L’enorme portata del fenomeno è dovuta al suo carattere invasivo e alla sua ampia diffusione.
Questo comportamento affligge, infatti, qualsiasi paese del mondo, indipendentemente dalla
posizione geografica, dalla cultura, dall’ideologia, dalla situazione economica e dallo sviluppo
sociale; nessuno stato sembra esserne immune
2
.
1
Si veda per approfondimento l’articolo The Cost of Corruption ,8 aprile 2004, sul sito della Banca Mondiale, sezione News and Broadcast, feature
stories: http://web.worldbank.org/
2
RICK STAPENHURST,SAHR JOHN KPUNDEH, Curbing corruption, World Bank, Washnigton D.C., 1999.
8
Dopo anni durante i quali la situazione politico-sociale rendeva la corruzione un taboo, la
questione ha iniziato a venire sempre più alla luce e ad attirare seriamente l’attenzione della
comunità internazionale. La globalizzazione, la crescita dei commerci internazionali e la libera
circolazione di beni, individui e conoscenze, così come l’internazionalizzazione dei mezzi di
comunicazione e l’aumento delle libertà individuali, hanno fatto aumentare i contatti tra individui
ed imprese, generando nuovi contesti per la corruzione e allo stesso tempo una maggiore presa di
coscienza della portata del fenomeno.
Tuttavia, questo aumento di interesse non si deve attribuire ad un reale incremento dei fenomeni
corruttivi rispetto al passato, ma alle maggiori informazioni di cui disponiamo oggigiorno, che
rendono più chiare le conseguenze e gli effetti negativi economici e sociali della corruzione, e alla
conseguente minore tolleranza da parte della società verso tali comportamenti
3
. Come sosteneva, ad
esempio, il Professore Silvio Wasibord già nel 1995, “la corruzione è più visibile ora per via della
nuova situazione politica e dei nuovi media e non perché i governi di alcune nazioni sono più
corrotti dei loro predecessori”
4
.
Poiché si tratta di un fenomeno multidimensionale, causato da diversi e molteplici fattori, la
soluzione non può essere semplice, soprattutto considerando lo spostamento del problema da un
piano esclusivamente nazionale, su un piano internazionale.
Essendo diventata tale problematica così estesa e avendo effetti e risvolti su tutta la società, non
solo i tradizionali soggetti del diritto internazionale, ma anche la società civile ha iniziato a
interessarsi attivamente a questa tematica. Negli ultimi anni, infatti, sempre più soggetti non
governativi hanno messo in atto dei meccanismi per contrastare la corruzione, complementari alle
azioni già intraprese dai singoli stati e dalle organizzazioni governative internazionali.
Questo lavoro si propone, quindi, di capire quale ruolo abbia la società civile in questa lotta, con
quali mezzi cerchi di influenzare il diritto internazionale in materia e fino a che punto questo
obiettivo venga raggiunto.
Per fare questo tratteremo innanzitutto la tematica in generale, cercando di capire che cosa
significhi corruzione, quale sia stata l’evoluzione del fenomeno e quali siano le sue cause e
conseguenze principali. Cercheremo inoltre di mettere in luce, attraverso alcuni esempi, come viene
considerata tale fattispecie di illecito dai diversi ordinamenti giuridici nazionali e quali siano gli
sforzi di questi per combatterlo.
3
Si veda il discorso di Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, per la presentazione della International Anti-Corruption Academy in
Vienna il 2 settembre 2010 sul sito http://www.unodc.org.
4
SILVIO WASIBORD, Globe and Mail, 19 December 1995, Toronto, in STAPENHURST,R., KPUNDEH, S.J., cit. p.2.
9
In secondo luogo analizzeremo la legificazione in materia a livello internazionale, quali organi
ufficiali abbiano lavorato in tale direzione e con quali strumenti stiano cercando di contrastare il
fenomeno.
Ci concentreremo, poi, sull’azione della società civile, soffermandoci sulla sua definizione e
sulle sue diverse forme, per arrivare ad analizzare le organizzazioni che si occupano di lotta alla
corruzione e con quali mezzi cerchino di svolgere tale azione.
Infine cercheremo di mettere a fuoco i principali risultati ottenuti da tutte le azione messe in atto,
sia governative, sia non governative, soffermandoci sul ruolo e sulle conquiste fatte dalla società
civile, sull’importanza del suo operato e su quali effetti e quanto peso abbia all’interno del diritto
internazionale.
10
Capitolo primo
La corruzione
1.1 Definizione del termine
Secondo il dizionario della lingua italiana il termine corruzione, dal latino “corruptus”, corrotto,
ha diversi significati:
1. Decomposizione, alterazione materiale: la corruzione di una sostanza, del corpo umano,
dell'aria. SIN. Putrefazione │ (raro) Inquinamento: corruzione dell'acqua, dell'aria.
2. Deterioramento morale: corruzione politica; la corruzione dei costumi, della società; la
corruzione dei sentimenti, degli affetti. SIN. Depravazione, dissolutezza, pervertimento │
Attività illecita in vari tipi di reati: corruzione di minorenni │ Reato consistente nell'indurre
qualcuno con denaro, promesse e simili a venir meno al proprio dovere: corruzione di un
testimone; corruzione di pubblico ufficiale; CFR. Concussione.
3. Alterazione, decadimento di lingua, stile e sim. : la lingua latina s'è corrotta ..., e da quella
corruzione son nate altre lingue (CASTIGLIONE).
4. † Contagio, infezione.
5. † Disfacimento.
5
5
Si veda il dizionario della lingua italiana Zingarelli 2010 su http://dizionari.zanichelli.it/dizionariOnline/index.php
11
In questo lavoro prenderemo in considerazione il secondo significato dato dal vocabolario, ossia
quello sul piano giuridico, che tuttavia contiene diverse sfumature del termine al suo interno, ossia
deterioramento morale, ma anche attività illecita e reato consistente nell’indurre qualcuno con
denaro, promesse o simili a venir meno al proprio dovere.
Nella storia la corruzione non ha avuto una definizione statica, anche perché la percezione
dell’uomo di ciò che è corrotto è cambiata nel tempo e tuttora è spesso diversa da paese a paese e da
cultura a cultura. Nei diversi ordinamenti giuridici, così come nella letteratura sull’argomento,
infatti, la corruzione è stata definita in molti modi differenti, partendo da punti di vista diversi e di
conseguenza tralasciando ogni volta alcuni aspetti a favore di altri. Proprio per questi motivi, in
molte occasioni il problema della definizione del concetto “corruzione” è stato l’argomento centrale
di incontri e conferenze sul tema, durante i quali, essendo un concetto così sfaccettato, è risultato
difficile trovare una definizione generale comune per tutti, sebbene, davanti ad un esempio
concreto, sembri facile decidere se si tratti di corruzione oppure No. Aveva quindi forse ragione
Max Weber nel sostenere che non si dovrebbe partire da una definizione astratta, bensì arrivarci
osservando degli esempi concreti e giungere, di conseguenza, non ad una definizione assoluta, ma
ad una definizione costruita si misura per la specifica situazione
6
.
La costruzione della definizione di un atto criminoso è un processo sociale ampiamente studiato
da esperti di sociologia giuridica, che, seppure attraverso diverse teorie
7
, sostengono che il crimine
o il criminale non sono tali nella loro essenza, bensì vengono considerati tali dalla percezione
dell’individuo o della società in cui esso agisce. Si afferma infatti che nel rapporto dialettico tra
comportamento sociale e istituzioni è la stessa tipizzazione a contenere la funzione di controllo,
indicando i confini della consuetudine sociale. È attraverso il meccanismo della tipizzazione che la
costruzione soggettiva della realtà, oggettivata nell’ istituzione, si consolida e si stabilizza nella
produzione di segni, come indici generalizzati di significato
8
. Nel nostro caso i segni vengono
tradotti dalle istituzioni in leggi di diritto penale, anch’esso costruito all’interno della società.
9
Per poter generalizzare e lavorare a livello preventivo contro la corruzione è tuttavia spesso
necessario dare una definizione al fenomeno il più possibile condivisibile. Nella letteratura e nella
legislazione a riguardo si trovano, infatti, svariati esempi, come la semplice definizione usata dalla
Banca Mondiale per riassumere il concetto, ossia “l’abuso del potere pubblico per benefici privati”
6
MAX WEBER,The Protestant ethic and the spirit of capitalism. Allen and Unwin, London, 1930, p. 47-48.
7
Negli anni gli studiosi hanno sviluppato diverse correnti teoriche per comprendere le ragioni alla base di azioni criminose e antigiuridiche e per
spiegare il rapporto tra soggetto e società. A partire dal ‘700 troviamo la Scuola Classica, a cavallo tra l’800 e il ‘900 si sviluppano il Determinismo
Positivo, con Cesare Lombroso, e la Corrente Finzionalista di Durkenheim, per arrivare al ‘900 con lo Struttural-funzionalismo di Parson, La scuola
di Chicago o Ecologica, il Costruttivismo e infine la teoria dell’Etichettamento o Labelling Approach, sviluppata da diversi studiosi tra cui Lemert,
Beker e Matza.Per approfondimenti sulle teorie di sociologia giuridica sulla costruzione sociale del crimine e di sociologia della devianza, si vedano
tra gli altri: GAETANO DE LEO, PATRIZIA PATRIZI, La spiegazione del crimine. Il Mulino, Bologna, 1999; STEPHEN HESTER, PETER EGLIN, Sociologia
del crimine, MARCELLO STRAZZERI (a cura di), Piero Manni, Lecce, 1999; ALESSANDRO BARATTA, Criminologia critica e critica del diritto penale:
introduzione alla sociologia giuridico-penale, Il Mulino, Bologna, 1982.
8
G. DE LEO, P. PATRIZI, cit. , p. 65 .
9
S. HESTER, P. EGLIN, M. STRAZZERI (a cura di), cit. p. 64.
12
10
, oppure la definizione ancora più neutrale “la corruzione è l’inadempienza intenzionale con
relazioni a distanza con lo scopo di ricavare dei vantaggi da questo comportamento per se stessi o
per individui correlati”
11
.
Più complessa e precisa è “la corruzione è un […] deterioramento nel processo decisionale in
cui il decisore (in una impresa privata o nel settore pubblico) consente a o domanda di deviare dal
criterio che dovrebbe guidare il processo decisionale in cambio di una ricompensa, della promessa
o dell’aspettativa di essa, mentre questi motivi che influenzano il suo processo decisionale non
possono essere parte della giustificazione della decisione”
12
.
La definizione data invece dall’organizzazione non governativa Transparency International
descrive la corruzione come: “l’insieme di comportamenti di pubblici ufficiali o di impiegati
pubblici finalizzati all’arricchimento personale (o di persone vicine), e che si realizzano attraverso
l’abuso dei poteri preposti al loro ufficio; tale abuso comporta necessariamente una violazione
dell’insieme dei doveri d’ufficio”
13
.
Queste sono solo alcune delle definizioni date al termine corruzione e ognuna con le sue
sfumature e particolarità, ci fanno capire quanto sia difficile arrivare ad una stesura definitiva e
condivisa di tale concetto. Questa difficoltà aumenta ulteriormente se pensiamo all’ambito
internazionale che vogliamo prendere in considerazione, dove il problema non è solo teorico, ma
estremamente pratico, volendo arrivare ad un’azione condivisa contro la corruzione e dove alla fine
si cerca il più possibile di semplificare e di esemplificare per rendere il concetto il più condivisibile
possibile.
14
Tuttavia ci sono alcune caratteristiche basilari che identificano e caratterizzano la corruzione e
sono riassumibili in alcuni punti principali:
- La corruzione implica la violazione, in modo attivo o passivo, di un dovere legato al
proprio incarico o alla funzione svolta (sia in ambito privato, sia in ambito pubblico);
- Perché esista un atto di corruzione deve necessariamente esserci un sistema normativo di
riferimento, che ne delinei i confini;
- Non sempre un atto di corruzione è un atto antigiuridico. Questo dipenderà dal
trattamento giuridico della fattispecie di reato nel sistema normativo di riferimento, ma
rimane in ogni caso un atto di corruzione;
10
Helping Countries to Combat Corruption: the Role of the World Bank, The World Bank, September 1997, p. 8.
11
VITO TANZI, Corruption: arm’s-length relationships and Markets, in The economics of organised crime, a cura di Gianluca Fiorentini e Sam
Peltzman Cambridge University press, Cambridge, 1995, pp.161-180.
12
BARBARA HUBER (a cura di) Combating Corruption in the European Union, Series of Publications by the Academy of European Law in Trier, vol.
31, Bundesanzeiger Verlagsges, Koeln, cit. in MARCO ARNONE, ELENI ILIOPULOS, La corruzione costa : effetti economici, istituzionali e sociali,
V&P, Milano, 2005 p. 17.
13
ARNONE, M., ILIOPULOS, E. cit., p. 18.
14
Nazioni Unite, Relazione alla Commissione per la prevenzione dei reati e della giustizia penale, Promotion and Maintenance of the Rule of Law
and Good Governance, Action against Corruption and Bribery, E/CN.15/1997/3.
13
- Gli atti di corruzione sono collegati all’aspettativa di ottenere un beneficio extra, che può
essere di carattere economico, politico, professionale, etc. ;
- Gli atti di corruzione tendono ad essere compiuti in modo discreto o in segreto, proprio
perché si cerca di nascondere un atto illecito, anche dove normalmente tale atto non
viene punito
15
.
L’insieme di tali caratteristiche identifica quindi un atto di corruzione in modo generico,
permettendo di capire cosa si intende con corruzione e quali siano i principali reati a livello
internazionale riconducibili a tale illecito.
1.2 La corruzione internazionale
Tralasciando la definizione generale del termine e quella del fenomeno, della quale ho trattato
nel primo paragrafo, è doveroso soffermarsi brevemente su come la corruzione, da illecito
nazionale, si trasformi in illecito internazionale, dando luogo a problematiche, relazioni e
discussioni che coinvolgono nazioni e soggetti diversi.
Poiché i pagamenti in cui si concretizza la corruzione avvengono per lo più di nascosto, risulta
difficile quantificare con precisione il danno economico che essa causa, che tuttavia si evince essere
di notevole portata dalle indagini e dagli studi economici condotti sul fenomeno. Da questi, infatti,
appare chiaro che la corruzione comporta un enorme danno economico ai paesi in cui è diffusa,
oltre a impedire l’effettiva e corretta gara concorrenziale
16
.
Inoltre, dagli studi compiuti da alcuni economisti
17
, la corruzione risulta più diffusa nei paesi in
via di sviluppo, anche se molte volte sostenuta o comunque con il coinvolgimento di soggetti
appartenenti a stati industrializzati. Nei cosiddetti paesi del Terzo Mondo, però, la corruzione causa
non solo danni economici rilevanti, ma anche un rallentamento del processo di crescita politico e
sociale, traducendosi così un ostacolo allo sviluppo complessivo di questi paesi.
Da parte loro gli stati industrializzati frequentemente sostengono i pagamenti illeciti a funzionari
stranieri da parte delle loro imprese, perché sperano che queste riescano così ad ottenere appalti o
contratti commerciali vantaggiosi e di poter quindi, attraverso i proventi di tali commesse,
15
JORGE F. MALEM SEÑA, Globalizzazione, commercio internazionale e corruzione. Il Mulino, Bologna, 2004.
16
Per un’approfondimento sull’argomento si vedano tra gli altri: R. KLITGAARD, Controlling Corruption, Berkeley, University of California, 1991,
M. ARNONE, E. ILIOPULOS cit., V. TANZI, H.R DAVOODI, Corruption Growth and Public Finances, Nov. P/00/182, International Monetary Found,
PAOLO MAURO, Why Worry About Corruption?, IMF Working Paper No. 6, International Monetary Found, Washington, D.C., February 24 1997, e
PAOLO MAURO, The Effects of Corruption on Growth, Investment, and Government Expenditure, IMF Working Paper No. 96/98, International
Monetary Found, Washington, D.C. , September 01 1996.
17
Si vedano tra gli altri M. ARNONE, E. ILIOPULOS cit., ANTONIO COGNATA, PIETRO NAVARRA, Economia di mercato, investimenti diretti
dall'estero e corruzione nei paesi in via di sviluppo: ipotesi teoriche e alcuni risultati empirici, in Effetti distorsivi sull'economia legale: la
corruzione, FERDINANDO OFRIA (a cura di), Rubettino Editore, Soneria Mannelli, 2006, pp. 21-52.
14
migliorare la bilancia commerciale statale, migliorare la situazione delle imprese sul territorio
nazionale e diminuire la disoccupazione.
Bisogna inoltre considerare i sempre più frequenti e complicati contratti di vario genere, ad
esempio di distribuzione, di agenzia, di consulenza, di assistenza, ecc, che in realtà vengono
stipulati per camuffare reati di corruzione. Pratiche che vengono rese estremamente semplici e
sicure dalle operazioni bancarie internazionali, tramite banche site in paesi con regimi fiscali
agevolati o in cui il segreto bancario è scrupolosamente protetto, proteggendo così però anche i
soggetti coinvolti in attività illegali e riducendo al minimo il loro rischio.
Nella realtà gli economisti affermano che la società, e di conseguenza gli stati, otterrebbero
effetti più positivi da una attività commerciale e industriale naturalmente competitiva, piuttosto che
da una governata da atti illeciti.
La presa di coscienza di tale reato a livello internazionale e i risultati degli studi economici sul
fenomeno, hanno portato i giuristi a ritenere la corruzione internazionale un fatto giuridicamente
rilevante e quindi ad entrare a far parte del diritto internazionale, richiedendo l’intervento di
organizzazioni internazionali e la collaborazione tra gli stati per contrastarla.
1.3 Diffusione del fenomeno nella storia
La corruzione non è nata ieri, anzi era un fenomeno ben noto e praticato già nell’antichità, anche
se, come accennato in precedenza, l’apprezzamento positivo o negativo di un fenomeno sociale
cambia nel tempo e nello spazio e con il mutare dei valori della comunità di riferimento. Basta
pensare al fatto che già Dante nella Divina Commedia, composta secondo la critica nei primi
decenni del 1300, poneva i corrotti in uno dei gironi più infimi dell’inferno.
18
Inoltre ci sono
testimonianze che indicano che già nell’antica Cina venivano date delle indennità extra agli ufficiali
chiamate “Yang-lien”, che significa “sostenere l’incorruttibilità”, per far sì che non avessero motivi
economici per accettare delle tangenti, anche se pare che questo sostegno spesso non sia servito allo
scopo previsto
19
, e addirittura Platone, filosofo greco vissuto tra il 400 e il 300 a.C., affermava nei
suoi scritti che “i funzionari dello stato devono rendere servizio senza accettare regali”
20
.
A livello giuridico tuttavia l’argomento è stato trattato solo in tempi relativamente recenti. In
Europa, ad esempio, si deve arrivare alle codificazione Napoleonica e quindi agli ordinamenti
18
Si veda DANTE , Divina Commedia, Inferno, ottavo cerchio, quinta bolgia, canti XXI, XXII, XXIII. Qui Dante descrive la punizione dei barattieri,
che nel lessico giuridico del Medioevo indicavano gli imbroglioni che arraffavano denaro sottobanco e/o ottenevano altri vantaggi con la furbizia,
quindi anche i concussori e i magistrati corrotti.
19
Si veda SYED HUSSEIN ALATAS, The Sociology of Corruption: the Nature, Function, Causes, and Prevention of Corruption. Singapore, Times
Books, 1980, cit in Klitgaard, 1991.
20
Si veda PLATONE Le leggi, Libro XII, in cui parla tra le altre cose di frode, furto e rapina , disciplina militare, controllo della magistratura , rapporti
con l’estero.
15
giuridici ad essa ispirati per vedere introdotte delle sanzioni concrete e severe a livello nazionale,
dirette a colpire sia l’atto di chi corrompe, sia il funzionario che non adempie ai suoi doveri. A
partire dall’Ottocento, quindi, si è iniziato a sentire il bisogno di affrontare il problema della
corruzione sul piano giuridico e con strumenti normativi che si sono migliorati e raffinati nel tempo
e con l’aumentare della complessità del fenomeno
21
, il quale sempre più si intreccia con altre
discipline, con altre fattispecie di reati e che, con l’aumentare dei rapporti economici e politici tra
gli stati, diventa sempre più globale.
Solo dagli anni ‘90 dello scorso secolo però il grado di attenzione data al fenomeno della
corruzione è salito a livelli senza precedenti, tanto da far sì che il Financial Times nel suo editoriale
di fine anno del 31 dicembre 1995 etichettasse l’anno appena passato come l’anno della corruzione
e che la pubblicazione di testi sull’argomento diventasse un business in molte nazioni
22
.
L’aumento di attenzione ed interesse nei confronti della corruzione non è certo dovuto al fatto
che sia nata solo negli anni ‘90 del 900 o che ci sia più corruzione ora rispetto al passato, bensì si
possono trovare una serie di motivazioni che possono aver contribuito a portare in luce il problema.
Innanzitutto, con il crollo dei regimi Comunisti e con la fine della Guerra Fredda finirono anche
parte di quei comportamenti per i quali gli stati e le super potenze chiudevano un occhio nei
confronti di fenomeni di corruzione in alcuni paesi, fintanto che questi erano schierati dalla parte
giusta. Oltre a questo, si tendeva a pensare che nei paesi con economie pianificate dallo stato, come
l’Unione Sovietica o i paesi che si ispiravano al modello di quest’ultima, non ci fosse corruzione,
sia per mancanza di informazione, sia per riluttanza a parlarne da parte di chi ne era al corrente.
Però, con l’aumentare negli ultimi anni del numero di governi democratici e di conseguenza anche
di mezzi di comunicazione ed informazione liberi, si è creato un ambiente in cui le discussioni sulla
corruzione non sono più un tabù, bensì un fenomeno di cui interessarsi e da denunciare.
Ruolo determinante in questo aumento di attenzione, e forse anche nell’aumento dei fenomeni di
corruzione veri e propri, è da attribuire alla globalizzazione, che attraverso i continui e numerosi
scambi commerciali e rapporti economici tra paesi, ha generato la corruzione internazionale. La
globalizzazione, oltre al generare o comunque portare alla luce un fenomeno internazionale prima
ignoto, ha anche fatto sì che funzionari pubblici o privati di paesi meno corrotti entrassero in
contatto con paesi più corrotti, portando alla luce i fatti, soprattutto quando i primi ritenevano di
venir tagliati fuori dal commercio, piuttosto che da possibili appalti, perché altri avevano pagato
delle tangenti.
21
NICOLETTA PARISI, Organizzazione Internazionale e lotta alla corruzione: questioni introduttive, in NICOLETTA PARISI (a cura di) La cooperazione
giuridica internazionale nella lotta alla corruzione, Cedam, Padova, 1996, pp. 3-23.
22
VITO TANZI, Corruption Around the World. Causes, Consequences, Scope, and Cures. Working Paper IMF No. 98/63, May 1, 1998, p.560.
16
Studi economici più approfonditi e soprattutto lo studio sulle distorsioni che la corruzione
provoca all’economia moderna, in cui l’efficienza e la competitività sono le chiavi principali, hanno
quindi fatto sì che il problema della corruzione venisse preso maggiormente in considerazione e
spesso ritenuto fondamentale sia all’interno dei singoli stati, sia a livello internazionale.
Non sono poi da sottovalutare le azioni intraprese appunto dai singoli stati o dalle organizzazioni
internazionali per portare a galla e combattere questo fenomeno. Un esempio importante degli anni
‘90 sono stati gli Stati Uniti, anche grazie alla loro posizione influente all’interno nelle maggiori
organizzazioni internazionali. Gli studiosi americani sostenevano che gli esportatori statunitensi
stessero perdendo terreno negli scambi internazionali rispetto ad altri, perché per legge non gli era
permesso pagare bustarelle ai funzionari stranieri. Al contrario in quasi la totalità degli altri stati,
anche quelli appartenenti all’OCSE, il corrompere un ufficiale straniero non era ritenuto illegale,
anzi spesso le spese per le tangenti si potevano dedurre a livello fiscale. Per questo motivo gli Stati
Uniti presero una posizione forte in merito, come analizzeremo più avanti sia a livello nazionale, sia
all’interno delle organizzazioni internazionali, ritenendosi in posizione di svantaggio rispetto agli
altri e ad oggi la situazione, soprattutto all’interno degli stati appartenenti all’OCSE, sta iniziando a
cambiare.
Parlando di organizzazioni internazionali infine bisogna sottolineare l’importanza non solo di
quelle organizzazioni governative che si muovono per volontà degli stati membri contro il
fenomeno della corruzione, ma anche di quelle non governative, composte dalla società civile, che
avendo preso coscienza della gravità e della portata del problema, ha preso una posizione, creando
organizzazioni atte a informare e combattere proprio contro la corruzione, e creando quindi un
movimento anti-corruzione in molti paesi.
Bisogna, tuttavia, prendere in considerazione anche l’ipotesi che l’aumento di attenzione data al
fenomeno, sia realmente legata alla crescita del fenomeno stesso negli ultimi decenni. Questo
potrebbe derivare dal ruolo più invasivo del governo nella vita economica dei paesi, che si esplica
con l’aumento della tassazione, così come con la crescita della spesa pubblica in molti paesi del
mondo e, non meno importante, anche con la crescente burocrazia necessaria per svolgere gran
parte delle operazioni economiche. In un notevole numero di paesi, ad esempio, servono sempre più
permessi, autorizzazioni e via dicendo per compiere azioni economiche, e questo dà ai funzionari
pubblici più opportunità di richiedere o di accettare tangenti. Tutto questo è inoltre aggravato dalla
mancanza di trasparenza nella legislazione, dalla trascuratezza delle rendicontazioni fiscali e
dall’assenza di presa di responsabilità da parte delle istituzioni pubbliche
23
.
23
TANZI, 1998, cit, pp.561-564.