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Cap.1 Introduzione
Alcuni gas presenti nell’aria detti “gas serra” hanno la capacità di assorbire il calore di quella
quota di raggi solari che, una volta “rimbalzati”, si disperderebbero nello spazio.
Questo permette alla superficie terrestre di mantenere una temperatura di circa 30°C,
superiore ai -18°C che si avrebbero senza l’effetto serra di questi gas.
Fig.1.1 - i gas serra
Vengono raggruppati nei gas serra l’anidride carbonica (CO
2
), i clorofluorocarburi (CFC), il
metano (CH
4
), gli ossidi di azoto (N
x
O), l’ozono (O
3
), il vapore acqueo (H
2
O) e l’esafluoruro
di zolfo (SF
6
) :
L’anidride carbonica: è la causa principale dell’aumento rapido dell’effetto serra. La
quantità di C sulla Terra non è illimitata, ma attraverso il suo ciclo essa può subire vari
mutamenti di stato e passare nell' aria o nella biosfera o negli oceani. Le piante
assorbono la CO
2
dall’atmosfera e tramite la fotosintesi riescono a fissarla in composti
energetici e nei tessuti per poi rilasciarla con la respirazione e, dopo la morte, durante
la decomposizione. In determinate condizioni i resti fossilizzati di piante e animali nel
I raggi del Sole
attraversano
l’atmosfera e
riscaldano la
superficie
della Terra
1
2
Dalla superficie terrestre, il calore si irradia nell’atmosfera
sotto forma di radiazioni infrarosse
Circa il 30% della radiazione
infrarossa si perde nello spazio
3
In condizioni naturali circa
il 70% della radiazione
infrarossa è assorbita dai
gas serra presenti in
atmosfera. Tali gas
agiscono come pannelli di
vetro in una serra
intrappolando il calore e
riflettendolo nuovamente
sulla Terra
4
Quando aumenta la
concentrazione dei
gas serra in
atmosfera cresce la
quantità di calore
intrappolato e
riflesso. Gli Oceani
si riscaldano e
liberano più vapor
acqueo che
incrementa l’effetto
serra
5
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corso di milioni di anni creano i combustibili fossili (il carbone deriva da forme
organiche terrestri mentre il petrolio da quelle marine).
I clorofluorocarburi: gli unici gas ad effetto serra che non esistono in natura ma
vengono prodotti dall’uomo a fini industriali. Hanno la capacità di essere molto
resistenti e venire degradati nella stratosfera dai raggi ultravioletti, rilasciando atomi di
cloro che alterano lo strato di ozono
Il metano: per ordine di importanza è al secondo posto quanto a effetto serra. In natura
viene creato da esseri viventi, che in condizioni di anaerobiosi degradano le materie
organiche, e dall’uomo attraverso attività minerarie, discariche e sfruttamento dei
combustibili fossili.
L’ossido di azoto: viene emesso naturalmente da oceani, foreste pluviali e da certi
batteri. Viene anche rilasciato da certe attività umane come ad esempio la combustione
dei combustibili fossili, la distribuzione di fertilizzanti a base di nitrati, la produzione
da parte di aziende chimiche di certi prodotti con base azotata. Il biossido di azoto è
dannoso soprattutto perché è l’intermedio a una serie di inquinanti quali ozono, acido
nitrico, acido nitroso, ecc.
L’ozono: nella stratosfera si trova la quantità maggiore di questo gas che ha la facoltà
di bloccare i raggi ultravioletti derivanti dal Sole. La restante parte si trova nella
troposfera, dove è uno dei più pericolosi componenti del cosiddetto “smog
fotochimico”.
Il vapore acqueo: è il principale elemento causante l’effetto serra. Il vapore acqueo
contenuto nell’aria fa parte del sistema chiuso di circolazione dell’acqua. A causa
dell'aumento della temperatura di cui l'uomo è responsabile, si verifica un maggiore
assorbimento di vapore acqueo e quindi l’innalzamento delle acque.
L’esafluoruro di zolfo: è un gas inerte poco solubile in acqua ma con un’alta densità.
Viene utilizzato come mezzo di isolamento per impianti ad alta tensione.
Alcuni di questi gas si trovano normalmente in natura; la loro percentuale, però, negli ultimi
decenni è aumentata notevolmente soprattutto a causa delle industrie e delle macchine.
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Fig.1.2 percentuali delle emissioni CO
2
nei diversi settori nell’UE
fonte: www.ec.europa.eu
Ciò è dovuto al fatto che le combustioni di petrolio, carbone e gas producono notevoli
quantità di questi gas che rimangono nell’atmosfera per moltissimi anni; si passa dai 12 anni
del metano ai 50000 anni del CF
4
. Per l’anidride carbonica il tempo medio di vita atmosferico
è variabile, ma si può assumere come valore di riferimento circa 100 anni (Climate Change,
1995).
Notiamo che la concentrazione della CO
2
nell’atmosfera è aumentata da 290 ppm del 1880 a
370 ppm del 1993.
Si calcola che circa tre quarti delle emissioni antropiche di CO
2
negli ultimi venti anni siano
dovute ai combustibili fossili, mentre la restante parte va imputata prevalentemente alla
deforestazione, aumentata in maniera esponenziale negli ultimi trent’ anni con notevoli danni
ai cosiddetti polmoni verdi.
Inoltre l’anidride carbonica si scioglie facilmente in acqua e quindi gli oceani ne contengono
enormi quantità.
L’aumento dei gas serra fa aumentare anche la temperatura delle acque: in questo modo si
abbassa la solubilità dei gas in acqua liberando nuovo gas nell’aria.
Se il tasso di crescita dell’anidride carbonica dovesse aumentare secondo il trend degli ultimi
decenni, si calcola che in una cinquantina d’anni si arriverebbe a concentrazioni di 700-750
ppm. [1]
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In tal caso si avrebbero aumenti differenziati di temperatura a seconda della latitudine a
livello del mare, con incrementi di circa 4°-5°C nelle regioni più settentrionali del globo, con
conseguente drammatico scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello degli oceani
anche di un metro.
E’ stato elaborato un sistema di fattori di equivalenza che utilizza la CO
2
come metro di
riferimento per stimare l'impatto di tutti i gas sul riscaldamento della Terra.
Questo sistema di equiparazione di impatto dei diversi gas é stato ideato
dall’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC).
L’IPCC è stato istituito nel 1988 dalla World Meteorological Organisation (WMO) e dallo
United Nations Environment Programme (UNEP), un organo intergovernativo (non ha tra i
suoi obiettivi la ricerca diretta) aperto a tutti i Paesi membri della WMO e dell’UNEP, con lo
scopo di fornire ai decisori politici una valutazione scientifica della letteratura tecnico-
scientifica e socio-economica disponibile in materia di cambiamenti climatici, impatti,
adattamento, mitigazione.
L’attività principale dell’IPCC consiste nel produrre periodicamente Rapporti di Valutazione
scientifica sullo stato delle conoscenze nel campo del clima e dei cambiamenti climatici
(Assessment Reports).
Il sistema si basa su un coefficiente chiamato Global Warming Potential (GWP).
Il GWP é il valore che rappresenta il riscaldamento globale provocato in un certo periodo di
tempo (determinato solitamente nell’arco di 100 anni) da una sostanza, e quello provocato
nello stesso tempo dall’anidride carbonica nella medesima quantità.
Viene fissato il GWP dell’anidride carbonica pari a 1:
tabella 1.1 GWP
fonte: US EPA, 1997
Per calcolare quindi il GWP totale si utilizzerà la formula:
GWP (kg CO
2
eq.) = [(Q1 kg CH
4
* K1) + (Q2 kg N
2
O * K2) + ....+ kg CO
2
]
Gas serra GWP
100
CO
2
1
CH
4
21
N
2
O 310
CF
4
6500
SF
6
23900
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Dove Q sono le quantità di gas presenti e K é il fattore di conversione corrispondente:
tab.2 – fattori di conversione dei gas serra
fonte: US EPA, 1997
Si utilizza invece il Carbon Dioxide Equivalent (CDE) per comparare le emissioni dei vari
gas serra sulla base del loro potenziale di riscaldamento.
Comunemente vengono espressi in Million Metric Tons of Carbon Dioxide Equivalents
(MMTCDE).
Questi equivalenti si ottengono dalla seguente formula:
MMTCDE = (milioni di tonnellate di gas serra)x(GWP del gas)
È anche possibile rappresentare le emissioni dei gas serra in funzione del carbonio e non
dell’anidride carbonica con Million Metric Tons of Carbon Dioxide Equivalents (MMTCE).
In questo caso basterà moltiplicare il valore della MMTCDE per 12/44.
Il tema del surriscaldamento del nostro Pianeta è uno degli argomenti piú discussi e
controversi.
Il mondo scientifico è diviso su tale argomento.
Una parte di esso pensa che il surriscaldamento sia solo un’evoluzione naturale del clima e
della meteorologia del nostro pianeta, come avvenne nell’era glaciale.
Viceversa, chi non sostiene questa teoria, si appella ai trend degli ultimi anni sul
surriscaldamento evidenziati dal Climate Change 2007.
I dati forniti dall’IPCC nel Climate Change 2007 fanno emergere che:
la temperatura dal Pianeta è in aumento (fig.1.3) ma soprattutto è preoccupante il trend
dell’ultimo trentennio (fig.1.4);
Gas serra
Fattore di
conversione
20 anni
Fattore di
conversione
100 anni
Fattore di
conversione
500 anni
CO
2
1 1 1
CH
4
62 25 7,5
N
2
O 290 320 180
CF
4
4100 6300 9800
SF
6
16500 24900 36500
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fig.1.3 variazione temperatura media mondiale dal 1880 al 2008
fonte: earthobservatory.nasa.gov
fig.1.4 - variazione temperatura media mondiale dal 1980 al 2010
fonte: Il Sole 24 ore, 2009
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è aumentata la temperatura anche degli oceani, fino ad almeno 3000 m di profondità;
ghiacciai e coperture nevose sono diminuiti ovunque, contribuendo all’innalzamento
dei mari;
il livello medio dell’innalzamento delle acque marine è di 1,8 (da 1,3 a 2,3) mm
all’anno dal 1961 al 2003. Considerando il periodo 1993-2003 il tasso di crescita
risulta maggiore con un valore medio di circa 3,1 (da 2,4 a 3,8) mm all’anno.
La crescita degli ultimi 100 anni si stima attorno a 0,17 (da 0,12 a 0,22) m.
La temperatura media dell’Artico è cresciuta quasi del doppio rispetto a quella globale
nell’ultimo secolo.
In particolare, nell’ultimo trentennio in zone tropicali e subtropicali si sono registrati
periodi più lunghi e più intensi di siccità. (vedi tab.1.3)
Tab.1.3 – tasso innalzamento del mare in diversi punti nel Mondo
Tasso di innalzamento del livello del mare (mm all’anno)
Cause di innalzamento del livello del
mare
1961–2003 1993–2003
Espansione termica 0.42 ± 0.12 1.6 ± 0.5
Ghiaccio e calotte di ghiaccio 0.50 ± 0.18 0.77 ± 0.22
Calotte di ghiaccio in Groenlandia 0.05 ± 0.12 0.21 ± 0.07
Calotte di ghiaccio in Antartide 0.14 ± 0.41 0.21 ± 0.35
Somma dei contributi climatici individuali
all’innalzamento del livello del mare
1.1 ± 0.5
2.8 ± 0.7
Innalzamento totale del livello del mare
osservato
1.8 ± 0.5a 3.1 ± 0.7°
Differenza
(osservato meno la somma dei contributi
climatici stimati)
0.7 ± 0.7 0.3 ± 1.0
Nota a: I dati antecedenti al 1993 provengono da mareografi e quelli successivi il 1993 da dati di altimetria satellitare.
fonte: IPCC, 2007
Grazie a modelli sempre più affidabili, l’IPCC ha potuto elaborare una visione dei futuri
cambiamenti climatici in funzione del surriscaldamento globale.
Si è previsto che l’innalzamento delle temperature di aria e mari e lo scioglimento delle acque
dovrebbero continuare.
In quest’ottica, da parecchi anni oramai si stanno facendo proposte per cercare di arginare il
problema.