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Introduzione
Il progetto di ricerca qui presentato consiste nell’analisi della conformità del sito web
Unitalsi.it ai principi di accessibilità. La valutazione mira a verificare la capacità del sito di
essere fruibile con facilità da qualsiasi categoria di utente, in qualunque contesto e con
qualunque dispositivo. Il grado di accessibilità viene esaminato in base alla possibilità da parte
di utenti con diverse disabilità di servirsi efficacemente sia dell'interfaccia che del contenuto
delle pagine web, valutando parallelamente l'indipendenza del sito rispetto ai dispositivi
adottati e la sua fruibilità anche con tecnologie hardware e software differenti.
La tesi è strutturata in tre parti. Nel primo capitolo sono descritti i documenti formali sui
quali la valutazione si fonda e gli strumenti idonei a verificare i requisiti richiesti dagli stessi.
Il secondo capitolo espone i principali ostacoli posti dalla struttura generale del sito in
rapporto a tipologie differenti di utenti, fornisce quindi una revisione preliminare delle
peculiarità delle pagine web, al fine di identificare le barriere di carattere generale. Nel terzo
capitolo, infine, è effettuata una valutazione di conformità più puntuale, dettagliando la
rispondenza o meno di un insieme di pagine-campione del sito ad ogni singolo requisito di
accessibilità indicato dai documenti di riferimento. La verifica mette a confronto le scelte dello
sviluppatore del sito, tradotte in codice, con i principi stabiliti dalle fonti della valutazione.
Nelle Conclusioni si espongono i risultati dell’analisi compiuta attraverso i differenti approcci
adottati e le opportunità mancate, con uno sguardo sia verso gli utenti sia verso i proprietari
dei siti. Infine, vengono descritti i principali benefici derivanti dall’eventuale realizzazione di
un sito web accessibile, non soltanto per il pubblico ma anche per i soggetti che gestiscono il
sito.
Chi più di un’associazione o un’azienda che decide di investire capitale nella realizzazione
di un sito web ha bisogno che questo sia sfruttabile in ogni servizio che può offrire? È nota la
necessità per ogni impresa che abbia scopo di lucro di avere congrui ritorni di investimenti:
allora perché non sfruttare a pieno le possibilità offerte dalla realizzazione di un sito, quali ad
esempio la possibilità di presentare un catalogo on line, vendere prodotti, offrire informazioni?
La comunicazione è oggi alla base di ogni attività di vendita e ciò fa sì che le imprese
investano gran parte delle loro risorse per la promozione del loro brand. A differenza di ogni
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altro tipo di canale comunicativo, il web possiede un vantaggio ineguagliabile, che riguarda la
possibilità da parte dei consumatori/utenti di auto-indirizzarsi verso ciò che li interessa. Più
che una comunicazione di tipo push: dall’impresa verso il cliente che richiede dispendiose
ricerche di marketing e altrettanto costose scelte strategiche di comunicazione, in internet la
modalità di fruizione dell'informazione è invertita. La comunicazione è di tipo pull, non più
spinta dall'alto, ma scelta dal basso ed è quindi l’utente stesso che va alla ricerca
dell’informazione o del prodotto.
Il lavoro di analisi compiuto in questo progetto non è fine a sé stesso, l’obiettivo non è
tanto quello di indicare la conformità o meno del sito valutato alle disposizioni di legge,
quanto piuttosto dimostrare come la mancanza di accessibilità comporti sì uno svantaggio per
i disabili, ma anche (e in maniera ancora più incisiva) per chi ha investito nella realizzazione
del sito stesso. Che senza una progettazione accessibile viene così sfruttato solo in parte,
escludendo molte categorie di utenti (non solo i disabili). Per usare un’espressione metaforica
si potrebbe affermare che realizzare un sito non accessibile sia come disporre di una
Limousine con una sola porta. Tale considerazione non è frutto soltanto di valutazioni
teoriche, i vantaggi del web sono confermati dai crescenti investimenti ad esso destinati.
Secondo la ricerca annuale pubblicata da Venture One, nel 2006 i finanziamenti nel settore
sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. L’interesse nei confronti dei nuovi
servizi di Internet, sale ormai regolarmente dal 2002. Sempre più imprese sono disposte a
sborsare ingenti risorse per vedere on line il loro brand e i loro prodotti. A riguardo,
considerata la disponibilità da parte delle imprese di investire, si crede che sia compito degli
sviluppatori consigliare e comprendere l’importanza di realizzare un sito accessibile.
La definizione di accessibilità contenuta nei documenti del WAI (Web Accessibility
Initiative), mette in risalto come principali beneficiari di un sito conforme, le persone colpite
da determinate disabilità:
Un contenuto è accessibile quando può essere usato da qualcuno con una disabilità.
Accanto a disabilità fisiche e impedimenti sociali e culturali, vengono considerati anche
utenti che sono limitati dall'uso di strumenti hardware e software obsoleti o fuori dagli
standard tecnologici più aggiornati. Si crede però che l’indicazione dei disabili come principali
destinatari rispetto alle altre categorie di utenti elencate, dipenda esclusivamente dalla
differenza tra il poter usare o meno un sito, nel senso che i disabili in mancanza delle basilari
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linee guida per l’accessibilità verrebbero esclusi dalla navigazione, ma ciò non significa che
gli altri utilizzatori non siano penalizzati.
Se si considerano insieme queste tipologie di utenti – non solo i disabili ma anche gli
anziani, i neofiti del computer, utenti con handicap momentanei (pensiamo a un normodotato
destrorso che abbia temporaneamente il braccio destro ingessato) – è facile notare che essi
rappresentano una parte considerevole dell’insieme di utilizzatori di internet. Ciò significa che
rendere fruibile un sito a tali categorie è necessario, non solo quando obbligatorio per legge,
ma ogni volta che si vogliono sfruttare interamente le capacità comunicative di internet.
Dopo aver esposto l’obiettivo del progetto è opportuno ora chiarire le motivazioni della
scelta del sito oggetto di analisi. In Italia la legge prescrive il rispetto dei requisiti di
accessibilità solo ad alcune categorie, che fanno per lo più capo agli enti della Pubblica
Amministrazione. Si è deciso di escludere dalla scelta tali categorie proprio in ragione di ciò:
essendo obbligati non c’è ragione di persuadere questi organismi a rispettare i dettami
dell’accessibilità. Per quanto riguarda invece i siti delle imprese private aventi scopo di lucro,
si è deciso di lasciare tempo al tempo e di dimostrare attraverso una via indiretta l’utilità e il
vantaggio economico che offre il raggiungimento del maggior numero di utenti possibile.
La scelta è caduta quindi sul sito di una categoria intermedia – per così dire:
un’Associazione benefica senza scopo di lucro, l’Unione Nazionale Italiana Trasporto
Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (Unitalsi). Infatti, se da una parte l’Unitalsi non
è obbligata al rispetto della Legge Stanca in materia di accessibilità, dall’altra un’attenzione al
problema sembrerebbe scontata da parte di un’associazione che si fonda, sul “servizio verso e
con gli ammalati e i disabili” – come recita l’art. 2 dello Statuto dell’associazione.
Ciò che colpisce è proprio la vocazione dell’associazione ad essere non solo a vantaggio dei
disabili, ma ad inserirli attivamente in tutte le attività previste. Il sito web di tale Associazione
è un mezzo d’informazione che riguarda le novità, la storia e i programmi dell’Unione e
dovrebbe contribuire a unire le sottosezioni esistenti nei vari distretti, proprio in quanto ha
carattere nazionale. Il progetto di analisi del sito www.unitalsi.it si propone di evidenziare i
principali problemi di accessibilità in generale, e in particolare le conseguenze che la
mancanza di accessibilità comporta per i principali fruitori delle pagine web. Il risultato della
valutazione indicherà le categorie di utenti esclusi dalla navigazione e dal servizio offerto dal
sito, con la speranza che, presa coscienza delle occasioni perse da chi non si conforma ai
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principi di accessibilità, l’attenzione verso queste questioni divenga maggiore. Ciò a beneficio
non solo degli internauti ma anche di chi promuove se stesso o la propria attività attraverso
questo tipo di comunicazione.
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1. Fonti della valutazione
Per valutare l’accessibilità di un sito web occorre scegliere preliminarmente il significato da
attribuire alla parola accessibilità perché solo in tal modo è possibile, al termine dell’analisi,
valutare e verificare i risultati ottenuti. Tale progetto inizia quindi presentando ciò che si
intende in modo più specifico con il termine accessibilità, per poi proseguire con
l’illustrazione degli atti su cui il lavoro si è basato per la valutazione del sito web. Il capitolo
mostra infine i mezzi tecnici attraverso cui è stato possibile analizzare la conformità ai
requisiti richiesti dell’oggetto analizzato.
1.1.Documenti formali di riferimento
In Italia la normativa che regola l’accessibilità dei siti web è la Legge 9 gennaio 2004, n. 4:
Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici (Legge
Stanca 2004), la quale deve essere applicata alle pubbliche amministrazioni, alle aziende
municipalizzate regionali, agli enti di assistenza e di riabilitazione pubblici, alle aziende di
trasporto di telecomunicazione a prevalente partecipazione di capitale pubblico e alle aziende
appaltatrici di servizi informatici.
L’articolo 2 della succitata legge recita:
L’accessibilità è la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti
dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza
discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di
tecnologie assistive o configurazioni particolari.
Nella Relazione di accompagnamento alla Legge, illustrando l’articolo 2, il legislatore
afferma:
La norma contiene le definizioni di accessibilità e di tecnologie assistive, assegnando
a queste due espressioni il significato che è loro comunemente attribuito nella
pubblicistica di settore.
La pubblicistica del settore è molto ricca. Il testo fondamentale di riferimento a livello
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internazionale è il Web Content Accessibility Guidelines (WCAG 1999) prodotto dalla Web
Accessibility Initiative (WAI), che è una sezione del World Wide Web Consortium (W3C), il
consorzio diretto da Tim Berners-Lee che stabilisce gli standard di Internet. Secondo il WAI
l'accessibilità è un concetto relativo, cioè può essere ottenuta con una qualità variabile, che si
misura in tre livelli di qualità crescente. Ciò significa che un sito accessibile al primo livello
offre, rispetto a un sito accessibile al secondo o al terzo livello, un'accessibilità meno
completa, meno funzionale, meno comprensiva di tutti gli stati e le disabilità che i navigatori
possono avere. La verifica del livello di
conformità del sito si compie valutando
quanto in profondità un sito rispetti le
raccomandazioni che le WCAG associano a
ciascuno degli obblighi di accessibilità,
raggruppati formalmente nel livello base A,
quello intermedio AA ed infine nel livello
massimo di accessibilità AAA.
La prima fase dello sviluppo di questo
progetto ha implicato la raccolta di tutti i
requisiti ai quali deve sottostare un sito per
essere accessibile. Per quanto riguarda la
legge italiana occorre rifarsi ai requisiti
presenti nell’allegato A del Decreto
Ministeriale dell’8 agosto 2005, i quali
richiamano alcuni punti delle linee guida
WCAG 1.0., come mostrato nella tabella.
Ad ogni modo, nonostante i riferimenti
incrociati tra la normativa italiana e le
direttive dettate dalle WCAG, si crede che
queste ultime indichino un approccio alla
valutazione più tecnico, maggiormente
delineato e meno soggettivo del primo. La
Legge Stanca include nella definizione di
accessibilità molteplici aspetti, fornendo
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infine un significato che si presta a diverse interpretazioni. Oltre a tale considerazione di
carattere generale, è fondamentale sottolineare l’esistenza di due differenze cruciali che
influenzano non solo la visione complessiva della questione, ma anche e soprattutto i risultati
e quindi le conseguenze delle valutazioni di accessibilità dei siti. La Legge Stanca, rispetto alle
WCAG:
• non tiene conto della distinzione in tre livelli dell'accessibilità;
• vaglia altri parametri soggettivi di valutazione.
In altri termini, la legge Stanca (2004) non ricalca completamente il concetto di
accessibilità che il WAI sta tentando di identificare. A ciascun punto di controllo, infatti le
WCAG (1999) assegnano un livello di priorità basato sull'impatto che tale punto può avere
sull'accessibilità, al fine di determinare le conseguenze per ogni grado di conformità.
Priorità 1. Lo sviluppatore di contenuti Web deve conformarsi al presente punto di
controllo. In caso contrario, a una o più categorie di utenti viene precluso l'accesso
alle informazioni presenti nel documento. La conformità a questo punto di controllo
costituisce un requisito base affinché alcune categorie di utenti siano in grado di
utilizzare documenti Web.
Priorità 2. Lo sviluppatore di contenuti Web dovrebbe conformarsi a questo punto di
controllo. In caso contrario per una o più categorie di utenti risulterà difficile accedere
alle informazioni nel documento. La conformità a questo punto consente di rimuovere
barriere significative per l'accesso a documenti Web .
Priorità 3. Lo sviluppatore di contenuti Web può tenere in considerazione questo
punto di controllo. In caso contrario, una o più categorie di utenti sarà in qualche
modo ostacolata nell'accedere alle informazioni presenti nel documento. La
conformità a questo punto migliora l'accesso ai documenti Web.
Pertanto in seguito a tali osservazioni sembra giusto vincolare l’analisi del sito, in primis,
alla conformità alle linee guida fissate dal gruppo di lavoro del W3C, le quali non essendo in
contrasto con i dettami della Legge Stanca permettono di valutare di conseguenza anche la
rispondenza ai 22 requisiti prescritti dalla legge italiana.
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1.2.Scelta degli strumenti di valutazione e di verifica
La normativa italiana non dà indicazioni specifiche su quali dispositivi utilizzare per
effettuare le verifiche, segnala comunque gli strumenti presenti sul sito del W3C. L’analisi
compiuta in questo progetto è stata sviluppata con l’ausilio dei metodi e strumenti di seguito
descritti, distinti in base alle loro funzioni:
Validazione HTML al fine di verificare la correttezza del codice HTML, prima di
valutare l’accessibilità. A tale scopo è stato utilizzato il validatore messo a disposizione
dal W3C: il Markup Validation Service
ed il WDG HTML Validator.
Verifica Fogli di stile (CSS). Dopo aver verificato la correttezza del linguaggio HTML,
è necessario verificare l’esattezza del codice all’interno dei Fogli di Stile per mezzo del
servizio di validazione del W3C: CSS Validation Service.
Verifica contrasto colori. Per controllare se i colori scelti abbiano un sufficiente grado
di contrasto si è adoperato il sistema messo a disposizione da JuicyStudio, che esegue
l'analisi della luminosità e del contrasto dei colori seguendo le formule stabilite dal
W3C. Per poter valutare meglio le pagine è stato usato anche un dispositivo per
visualizzare i contenuti in scala di grigio, reso disponibile on line da GrayBit, questo
strumento è utile soprattutto per valutare i testi nelle immagini, infatti molta
dell’informazione presente nel sito viene proposta attraverso immagini e queste non
possono essere analizzate automaticamente tramite formule.
Uno strumento specifico utile a valutare le gif (Graphic Interchange Format) animate è
un dispositivo sviluppato da Renzo Giust e consiste nel misuratore il flicker rate nelle
immagini, L’algoritmo di calcolo per controllare le combinazioni fra i colori di sfondo
e di primo piano allo scopo di stabilire se riescono a garantire una buona visibilità dei
colori viene indicato nelle Techniques For Accessibility Evaluation And Repair Tools
per le WCAG 1.0.
Per la simulazione di particolari patologie relative alla malattia di cecità ai colori si è
adoperato lo strumento disponibile sul sito Vischeck.
Verifica dell’accessibilità. Stabilito come presupposto dell’intero progetto il principio
secondo cui non è possibile valutare l’accessibilità in maniera esclusivamente
automatica, si crede utile in prima analisi l’impiego di ausili utilizzabili sul web che
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garantiscono una preliminare revisione del sito ed elencano le principali problematiche
di accessibilità. Tuttavia l’impiego di questi strumenti automatici o semiautomatici
deve essere accompagnato da una valutazione manuale che può comunque avvalersi di
strumenti disponibili sul web, gratuitamente scaricabili e utilizzabili.
Di seguito vengono elencati i dispositivi utilizzati in questo progetto:
• WebXACT (precedentemente Bobby), uno strumento informatico che verifica la
rispondenza dei siti ai requisiti di accessibilità agli utenti disabili, facendo
riferimento a quanto stabilito nelle linee guida pubblicate dal WAI-W3C.
• Torquemada offre uno strumento di controllo delle pagine che permette di capire
velocemente quali sono le zone della pagina interessate dall’errore e il codice
HTML corrispondente.
• Un validatore per le gif animate. Data l’esistenza in più pagine del sito di gif
animate si è reso necessario misurare il loro flicker rate attraverso un’applicazione
ad hoc.
• Èulogos CENSOR è un servizio che analizza la leggibilità del testo secondo l'indice
Gulpease e confronta le parole del testo con il Vocabolario di base della lingua
italiana.
Web Developer toolbar. Indispensabile per la valutazione manuale delle pagine,
permette di analizzare la gran parte dei punti di controllo delle WCAG.
Editor. Al fine di analizzare meglio il codice, soprattutto delle pagina generate
dinamicamente, è stato utilizzato il programma Dreamweaver.
Test cross-browser. Lo scopo di un’analisi con diversi browser non è tanto quello di
verificare se un sito venga visualizzato nello stesso modo con i diversi dispositivi
esistenti sul mercato, ma quello piuttosto di accertare se i contenuti siano fruibili con la
maggiore quantità di browser possibili. Rendere la visualizzazione di un sito
perfettamente identica con tutti è una missione difficile. I Browser utilizzati per questo
test sono elencati nella Tabella 1.1.
Test con il browser testuale Lynx.
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Tabella 1.1
Windows 2000/XP
Internet Explorer
(versioni 7, 6, 5.5,
5.01, 4.01)
x
Mozilla Firefox
(versione 2.0.0.11.)
x
Opera (versione 9.24) x
La scelta dei browser grafici sui quali effettuare le valutazioni è dipesa dalla
considerazione di quali siano quelli più utilizzati dagli utenti che navigano la rete. Da
una recente ricerca sono emersi i dati riportati nel grafico qui esposto:
Browser utilizzati - Fonte: Market Share – Pubblicazione: dicembre 2007