I
INTRODUCTION
La traduction prØsentØe concerne un roman Øcrit par la journaliste Martine Cadieu en 1995 titrØ
PrØsence de Luigi Nono, portrait dØlicat et vivant du compositeur Nono. Le musicien, nait à Venise
en 1924, fait des Øtudes de droit et après de composition avec Malipiero. Sa première œuvre parue
en 1950: " Variations canoniques sur la sØrie de l'op. 41" de Schoenberg duquel il Øtudie la thØorie
de la sØrie dodØcaphonique. Nono sera un chef de file du sØrialisme en Italie.
Dans la succession des œuvres, Martine Cadieu retrace dans ces pages le parcours d’une conscience
musicale singulière et d’un intellectuel engagØ. Nono Øtudie les musiciens Moussorgski, Jacek,
Bartók qui sont des ethnographes et chercheurs de musiques populaires de l’Europe centrale et de la
Russie. Le compositeur pour Øcrire ses livrets s’inspire de grands artistes comme García Lorca,
Éluard, Pavese et Machado mais il se laisse influencer aussi par des slogans et des affiches des
Øtudiants du mouvement de Mai 1968 à Paris, par des documents de mouvements contre la
colonisation europØenne en Afrique, et par des essais de intellectuels afro-amØricains qui s’opposent
à la guerre du Viêtnam. Il est toujours à côtØ de qui lutte contre les injustices sociales pour dØfendre
les plus faibles.
Parmi ses œuvres les plus cØlèbres et qui ont provoquØ des scandales retentissants il y a Le chant
suspendu, IntolØrance et L’usine illuminØe.
Le chant suspendu paru en 1956 est partagØ en neuf parties, chaque partie est tirØe d’une lettre d’un
condamnØ à mort par les nazi-fascistes. Nono maîtrise très bien la technique du sØrialisme. Il s’agit
d’une œuvre qui touche beaucoup et le public et la critique à cause de la communication immØdiate
de la douleur.
En 1960 IntolØrance – le livret est inspirØ de Maïakovski, Brecht et Sartre – cause des violents
dØsordres entre des extrØmistes de gauche et de droite. Sur la scène sont projetØes des lumières en
couleurs violentes et des images sanglantes de la guerre d’AlgØrie. L’œuvre jette un cri d’espoir
«que viennent les temps oø l’homme sera un appui, un secours, une grâce pour son frère».
Dans L’usine illuminØe parue en 1964, le thème est le malaise des ouvriers dans l’usine vue comme
un lieu dangereux et aliØnant.
Le roman est une tØmoignage poØtique de Luigi Nono, que l’Øcrivaine connaissait très bien comme
ils ont eu une collaboration Øtroite autour de la version française de l’opØra IntolØrance en 1960.
Dans le texte sont publiØes des lettres inØdites que, tout au long des annØes, Nono adressa à l’auteur.
Le livre entier est conçu comme une sØrie de souvenirs du musicien mØlangØs à son art crØative, il
nous apparait ici sous le double visage de l’artiste et de l’homme. Le texte est Øcrit dans un langage
II
poØtique; l’autrice n’utilise pas un langage technique même si elle est une musicologue, grande
connaisseuse de la musique italienne du XXe siècle et connue aussi pour les biographies de
musiciens comme Mozart et Manuel de Falla.
La traduction en italien du texte de Martine Cadieu suit la mØthode communicative, on a produit
dans la langue d’arrivØe une version homologue à l’originale et dans les ØnoncØs et dans le texte
tout entier.
On a ØvitØ de traduire tout dans une façon automatique comme par exemple l’expression à la page
1,“l’homme est un loup pour l’homme” qui n’a pas ØtØ rendue en italien mais en latin car elle est
utilisØe et connue dans cette forme dans la langue italienne. Le processus de traduction après une
première analyse et comprØhension a suivi un parcours de dØverbalisation et de contextualisation,
comme par exemple à la page 6 quand on a traduit le mot paradis avec l’Øquivalent dans le domaine
du monde du thØâtre en italien loggione.
Dans l’original en français il y a beaucoup de expressions en italien comme vaporetto, langhe,
espressivo monteverdiano qui sont utilisØes pour faire plonger le lecteur dans le contexte dØcrit.
III
INTRODUZIONE
La traduzione presentata riguarda brani estrapolati dal romanzo-testimonianza PrØsence de Luigi
Nono della giornalista e musicologa francese Martine Cadieu pubblicato nel 1995 in omaggio al
grande compositore.
Luigi Nono nasce a Venezia nel 1924, nipote del pittore omonimo, uno dei principali esponenti
della scuola veneziana dell'800 nonchØ uno dei fondatori della celebre mostra Biennale. Dal 1941 al
1946 studia composizione al Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia e opera una rottura
con lo stile romantico.
Nella ricca formazione culturale di Nono si delineano due aspetti fondamentali: l'impulso costante e
prepotente verso il nuovo e il culto appassionato dell'antica tradizione della musica polifonica
fiamminga e rinascimentale. Si avvicina, nei primi anni cinquanta, alla tecnica seriale, uno stile
compositivo che si avvale di un programma preordinato – detto appunto “serie” – sul quale
costruire la composizione (ritmo, altezza ed intensità), e che raggiunge la massima espressione nella
docecafonia di Schoenberg. Nono, anzi, oltre ad essere ritenuto, insieme a Luciano Berio, un
capofila della musica contemporanea italiana, viene anche considerato il piø eminente
rappresentante del serialismo italiano. Tuttavia, pur ricorrendo alla tecnica seriale, egli non rinuncia
al lirismo e all’espressività, realizzati anche attraverso lo strumento da lui piø amato, quello che
considera il piø grezzo e immediato: la voce.
Nel 1955 fonda lo Studio di Fonologia Musicale della RAI e opera una svolta estetica e ideologica
con l’opera Il canto sospeso, mettendo la sua arte al servizio di un attivo impegno sociale e politico
nelle file del PCI e prendendo le distanze, con altrettanta energia, sia dal pomposo “realismo
socialista” sia da un’avanguardia che voleva sottrarsi al presente per riparare in un’ermetica
subcultura. Nono si propone come testimone d’accusa di una società che considera corrotta,
ingiusta, violenta e distruttiva; si dichiara contrario alle guerre d’Algeria e del Vietnam e alle
dittature dell’America latina; rende la sua protesta attiva portando i suoi concerti nelle fabbriche e la
musica contemporanea nelle sale d’aspetto e nei grandi magazzini; rifiuta i circuiti ufficiali della
diffusione come i festival; nel 1968 declina l’invito alla Biennale di Venezia. Nelle sue opere sono
frequenti i collegamenti ipertestuali con prodotti delle arti figurative e vi si rintraccia un continuo
scambio osmotico con altri intellettuali con i quali condivideva l’impegno politico. Si oppone
invece con veemenza a quelli tra i suoi amici artisti il cui motto era ars gratia artis. Per i suoi testi
si fa ispirare da grandi nomi della letteratura, come García Lorca, Éluard, Pavese e Machado, ma
anche da frasi-slogan di contestazione scritte sui muri alla fine degli anni ’60, da testi sindacali,
dalle rivendicazioni degli operai che condivide intimamente e alle quali partecipa in prima persona
attraverso la musica, di cui ha una concezione militante e liberatrice.
¨ estremamente critico nei confronti della musica di Cage e Stravinskij, che considera composta
principalmente da collages e citazioni. Apprezza, invece, e si fa ispirare da Mussorskij, Jacek,
Bartok, in quanto etnografi e studiosi delle musiche popolari.
IV
Il canto sospeso, scritto nel 1956 e definito dal musicologo Massimo Mila “una messa della
liberta”, è articolato di fatto come una messa in Kyrie, Agnus, Dies irae. Il testo è suddiviso in nove
episodi tratti dalle ultime lettere di condannati a morte dai nazifascisti. Nono padroneggia la tecnica
del serialismo a tal punto che tramite questo linguaggio moderno si possono sentire riecheggiare gli
espressivi di Monteverdi senza che ne risulti compromessa la comunicazione immediata del dolore.
L’emozione che suscita tra gli addetti ai lavori e il pubblico non esperto è tale che la tradizionale
frattura tra i “moderni ” e i ” tradizionalisti” sembra assottigliarsi.
Nel 1960, durante la prima di Intolleranza – il cui testo è ispirato a scritti di Maiakovski, Brecht,
Sartre – si verificano disordini e scontri in teatro tra estremisti di destra e di sinistra. Il tema è
doloroso: anche attraverso la proiezione di immagini della guerra d’Algeria, il XX secolo viene
presentato come dominato da esilio, prigione, tortura, fanatismo razziale. La sola speranza di
salvezza è riposta nell’uomo. Nell’opera la parte elettronica è rilevante, ma le espressioni piø forti e
strazianti sono affidate alle voci del soprano e del coro. La rappresentazione termina – trionfalmente
– con la proiezione sul tendone chiuso della frase “Non stancarsi d’amare”.
Anche ne La fabbrica illuminata del 1964 è la voce piø che gli strumenti a veicolare il messaggio al
pubblico; in questo caso il tema è il disagio dell’uomo dentro la fabbrica, descritta come un luogo
pericoloso a causa delle esposizioni nocive, delle temperature troppo alte, dei ritmi serrati e
alienanti. Per documentarsi, Nono si reca personalmente in una fabbrica di Genova, che chiama
“fabbrica dei morti”, e ne intervista gli operai. La protagonista dell’opera, un’operaia interpretata
da un mezzo-soprano, canta la sua incapacità di dormire e l’ossessione che guida i suoi pensieri
sempre alla disumana fabbrica.
Quello che caratterizza tutte le opere di Nono è la rappresentazione in musica delle tematiche
sociali. Per i critici, le sue opere hanno il limite di utilizzare un linguaggio musicale avanguardista,
non sempre facile da comprendere. Questa obiezione gli viene mossa anche personalmente da
Sartre, che Nono incontra a Venezia nel 1964 in occasione della prima de La fabbrica illuminata: il
filosofo gli rimprovera che le sue opere, in modo particolare La fabbrica a cui aveva appena
assistito, non sono accessibili al grande pubblico, sostenendo anche che il grande flusso di persone
che gremiscono il teatro sia dovuto, piø che all’interesse per il musicista, al favore per l’antifascista
schierato accanto agli operai nella loro lotta per il miglioramento delle proprie condizioni di lavoro
e di vita.
L’autrice del testo tradotto in questa tesi è la giornalista francese Martine Cadieu, scomparsa due
anni fa. PrØsence de Luigi Nono fu da lei scritto nel 1995, cinque anni dopo la morte del
compositore, al quale la scrittrice era legata da una profonda amicizia, testimoniata anche dal
carteggio pubblicato nel testo e da varie collaborazioni musicali, compresa la traduzione e
l’adattamento in francese nel 1971 dell’opera Intolleranza. Nel romanzo sono messe in evidenza la
figura dell’artista impegnato e la fragilità dell’uomo. Di Nono, la scrittrice ci racconta le
sperimentazioni musicali - che vanno dai madrigali del rinascimento fino alla musica elettroacustica
- come nobili, altere e animate dall’utopia e dal sogno.
Nel descrivere la successione delle opere, Martine Cadieu traccia il percorso di una coscienza
musicale singolare che non ha mai voluto separare l’arte dalla vita; descrive, inoltre, le ispirazioni