13
2. VELIVOLI UNMANNED
2.1 Definizione
La genesi dei velivoli di tipo unmanned riflette la tendenza, radicata e costante
nell’aviazione, di concretizzare il concetto di velivoli condotti senza necessità di un
pilota a bordo. Nonostante l’evoluzione tecnologica, inaugurata in ambito militare
sin dagli inizi del Novecento, tuttora la letteratura aeronautica non ha ancora offerto
una definizione univoca di Unmanned Aerial Vehicle (UAV). La pluralità di
definizioni esistenti riflette, da un lato, la necessità di focalizzare su particolari
aspetti tecnici dei velivoli considerati e, dall’altro, le aspettative in termini di utilizzo
e di mercati di destinazione dei velivoli stessi.
Una definizione di tipo istituzionale, riportata nella Convenzione sull’Aviazione
Civile Internazionale, classifica un UAV come “qualunque tipo di velivolo capace di
essere pilotato senza necessità di un essere umano a bordo”
1
, definizione in seguito
raffinata ed estesa al fine di evidenziarne peculiarità tecniche ed ambiti applicativi.
In genere, nel settore aeronautico, è preferito l’utilizzo dell’acronimo UAS,
Unmanned Aircraft System, poiché riferito non intrinsecamente al velivolo ma anche
a tutte le componenti necessarie per la conduzione e messa in funzione dello stesso.
In un’ottica sistemica il velivolo unmanned è dunque “un velivolo modulato per
operare in assenza di pilota e gestito da controllo remoto”
2
.
In seguito alle ottime performance registrate in ambito militare, la Comunità
Scientifica, a partire dagli anni Novanta, intraprese dei progetti di ampliamento degli
ambiti applicativi dei velivoli unmanned. Si iniziarono infatti ad elaborare
programmi di utilizzo anche in ambito civile e commerciale, con l’effetto di
estensione delle modalità di classificazione dei velivoli coerentemente ai potenziali
settori di destinazione. In particolare, si è elaborata una classificazione riconducibile
a tre macrocategorie di velivoli unmanned: la categoria UAV, comprensiva dei
velivoli utilizzati in missioni militari di intelligence e ricognizione, la categoria
UCAV, Unmanned Combat Aerial Vehicles, costituita da velivoli da combattimento
1
The International Civil Aviation Organization Convention on International Civil Aviation, art.8,
7/12/1944 [denominata in seguito Chicago Convention].
2
“Unmanned Aerial Vehicle Operations in U.K. Airspace-Guidance” 2002:2,1,722.
14
e la categoria residuale CUAV, Civil Unmanned Aerial Vehicles, comprensiva di tutti
i possibili utilizzi dei velivoli trascendenti l’ambito prettamente militare.
Si considererà, in questa sede, la notazione unmanned con riferimento alla categoria
generale di velivoli senza pilota a bordo, mentre l’acronimo CUAV sarà utilizzato
esclusivamente per i velivoli utilizzati in tutte le applicazioni di tipo non militare.
2.2 Excursus storico
I velivoli unmanned vantano una storia “più lunga e corposa di quanto comunemente
si creda”
3
, con un primo volo sperimentale effettuato con il rudimentale Aerodrome
già nel 1896. L’evoluzione tecnologica nei primi anni del Novecento fu
accompagnata da concreti programmi di utilizzo del velivolo nell’ambito militare. Vi
era, nella Comunità Militare, una generale e diffusa consapevolezza delle
potenzialità dei velivoli per le operazioni di spionaggio e di combattimento, insieme
con l’apprezzamento per la loro eventuale conduzione evitando il rischio di perdita
della vita dei piloti. Nonostante la diffusa condivisione, i primi velivoli UAV,
denominati Droni, furono utilizzati solo a partire dalla Seconda Guerra Mondiale ad
opera degli Stati Uniti. Il fattore critico di successo e di popolarità dei velivoli
unmanned nel warfare, si identificava nella concreta possibilità di superamento aereo
delle linee nemiche senza compromettere l’incolumità dei piloti, fattore motivante
per l’ulteriore affinamento tecnologico, culminante con l’ampio utilizzo statunitense
dei sistemi unmanned nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Gli UAV furono ampiamente utilizzati con compiti di intelligence e ricognizione
anche negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Gli Stati Uniti iniziarono a
focalizzare sullo sviluppo di sistemi meno ingombranti, più flessibili ed economici,
implementando una cospicua mole di test. A causa degli elevati costi di acquisizione
e dell’immaturità tecnologica dei prototipi, solo una ridotta parte dei velivoli
sviluppati effettivamente entrò in produzione.
Con il termine della Guerra Fredda il riavvicinamento all’Unione Sovietica ed alla
Cina, gli Stati Uniti rinunciarono ai sorvoli a scopo ricognitivo in quei Paesi,
inaugurando un parallelo sviluppo di dispositivi con capacità di immagini ad alta
risoluzione da installare a bordo dei velivoli.
3
“Study analysing the current activities in the field of UAV”, European Commission, 2007:5.
15
Dopo la Guerra del Vietnam, dati gli ingenti costi statunitensi sostenuti nel corso del
conflitto, il Paese ridusse le spese per la Difesa e, conseguemente, per la ricerca e lo
sviluppo nell’ambito dei velivoli unmanned, lasciando spazio ad un nuovo attore,
Israele. Il Paese infatti sviluppò sistemi utilizzati in diverse operazioni nel Libano,
finalizzati a fornire informazioni per l’intelligence e alla sorveglianza e ricognizione
(ISR). Tali sistemi vennero in seguito acquistati dagli Stati Uniti e ulteriormente
tecnologicamente raffinati.
Solo a partire dagli anni Novanta, in seguito alla diffusione del sistema anche in
ambito Europeo e l’utilizzo in Bosnia e Kosovo, gli UAV vennero riconosciuti dalla
Comunità Internazionale quali utili strumenti di warfare. Nello stesso periodo la
NASA iniziò a concepire la loro estensione anche in ambito civile, per missioni di
tipo “dull, dirty , dangerous”
4
relativamente ai settori della ricerca atmosferica ed
oceanografica. Tale direttrice fu intrapresa anche da altri Paesi, che iniziarono a
sviluppare CUAV per applicazioni di tipo non militare. In seguito alle performance
soddisfacenti raggiunte nell’ambito della ricerca scientifica e l’introduzione dei
sistemi GPS e di navigazione wireless, se ne iniziarono ad esplorare le potenzialità
anche in ambito commerciale.
L’interesse per CUAV ed UAV è oggi crescente a livello globale. Si stima che vi
siano 32 Paesi impegnati in programmi di sviluppo e di perfezionamento della
tecnologia, mentre 43 Paesi siano effettivi utilizzatori di velivoli unmanned. Solo il
10% della produzione globale dei velivoli è assorbita dai settori civile e
commerciale: il mercato predominante resta quello militare.
5
2.3 Struttura dei velivoli unmanned
In riferimento alla struttura tecnica dei velivoli esiste una notevole eterogeneità in
termini di specifiche, componenti, dimensioni e caratteristiche aeronautiche degli
stessi. La letteratura aeronautica ha proposto una molteplicità di modelli
classificatori, considerando diverse tipologie di parametri di carattere tecnico.
Il modello classificatorio più frequentemente utilizzato considera una serie di
parametri primari quali peso, range operativo, altitudine di volo ed endurance.
4
Secondo la NASA sono tali quelle missioni civili che, per la loro ripetitività, durata e rischio
potrebbero compromettere l’incolumità dei piloti.
5
Fonte: Frost & Sullivan, dati riferiti al 2009.
16
Range operativo e altitudine di volo costituiscono due misure di lunghezza, da
intendersi quali la distanza percorribile ed altitudine raggiungibile dal velivolo. “Il
Range operativo massimo totale è la distanza percorribile da un aereo interposta tra
decollo e atterraggio”
6
.
L’endurance, invece, costituisce un limite operativo nel tempo, da intendersi quale
autonomia oraria o massimo intervallo di tempo in cui il velivolo può rimanere in
aria.
Tabella 1- Categorie di velivoli unmanned
7
Tipologia Peso Range
Operativo
Altitudine
Volo
Endurance
Micro <5 Kg <10 Km 250 m 1 ora
Mini <20/25/30/150 <10 150/250/300 <2
Close Range (CR) 25-150 10-30 3000 2-4
Short Range (SR) 50-250 30-70 3000 3-6
Medium Range
(MR)
150-500 70-200 5000 6-10
MR Endurance
(MRE)
500-1500 >500 8000 10-18
Medium Altitude
Long Endurance
(MALE)
1000-1500 >500 5000-8000 24-48
High Altitude Long
Endurance (HALE)
2500-5000 >2000 20000 24-48
Una metodologia classificatoria di tipo trasversale rispetto alla precedente contempla
gli ambiti applicativi dei velivoli unmanned: si ricorda, a questo proposito, la
sopraccitata tripartizione UAV, CUAV,UCAV.
Dal punto di vista del singolo velivolo, è possibile delineare una struttura elementare
di riferimento, tipica di ogni modello. Sarebbe però opportuno affermare che, da un
6
FAA "Pilot's Handbook of Aeronautical Knowledge" (FAA-H-8083-25A)
7
Fonte: PwM Consulting e UVS International.
17
punto di vista puramente tecnologico non vi sono differenze strutturali sostanziali tra
velivoli di tipo UAV e di tipo CUAV: vi sono stati casi, infatti, di conversione di
velivoli precedentemente utilizzati in ambito militare per i settori civile e
commerciale. L’unico elemento ovviamente differenziante tra velivoli militari e
civili è l’inclusione, nell’equipaggiamento dei primi, delle armi.
L’ architettura basilare UAV è costituita da tre sottosistemi:
Sottosistema a bordo di tipo hardware;
Sottosistema a bordo di software;
Stazione di terra.
Per quanto concerne la componente a bordo, la categoria include tutti i sistemi
installati a bordo del velivolo ma anche le tecnologie e il know-how necessari per il
design e la messa in funzionamento del velivolo stesso. Un elemento fondamentale a
livello di hardware sono i sensori, particolarmente quelli funzionali alla visibilità,
spesso incorporanti capacità di visione notturna e tecnologie a raggi infrarossi. I
sensori costituiscono elementi fondamentali soprattutto qualora il velivolo sia
utilizzato per rilevazioni atmosferiche e meteorologiche e per attività di tipo
sperimentale.
La componente software è invece costituita da sistemi implementati a bordo tramite
utilizzo da computer.
L’ultimo sottosistema, posizionato a terra, costituisce un’interfaccia, utilizzata da
risorse umane qualificate, per elaborare ed utilizzare i dati derivanti dalle strutture
aeree. Tali dati possono avere la forma di messaggi automatici generati dal velivolo,
risultanti dalle tecnologie software, distinguibili secondo le finalità: alcuni di essi
hanno la funzione di guida e controllo del velivolo, quali le informazioni su
posizione, velocità ed assetto, altri hanno lo scopo di monitorarne lo stato di salute ed
altri ancora sono riferiti alle specifiche missioni intraprese; rientrano nell’ultima
categoria i dati di carattere visivo, quali immagini e video, di carattere sonoro quali
le radiofrequenze in ricezione e, inoltre, i dati di natura meteorologica, relativi a
temperatura, pressione e umidità.
18
2.4 Unmanned versus Manned
Sebbene tradizionalmente strutturati per intervento di tipo militare, la Comunità
Scientifica concorda con il concetto di “incommensurabilità delle potenziali
applicazioni pratiche negli utilizzi civili dei velivoli unmanned”
8
, segnale di estrema
versatilità ma anche fonte di difficoltà nell’identificazione di un chiaro mercato
potenziale.
I fattori critici di successo nell’utilizzo dei velivoli unmanned sono sostanzialmente
riconducibili alla possibilità di contenere i rischi agli operatori nel caso di missioni
“dull, dirty and dangerous” .
Rispetto ai velivoli tradizionali con pilota (manned), i velivoli unmanned presentano
delle capacità tecnologiche uniche che ne permetterebbero l’estensione in quegli
ambiti applicativi nei quali l’operatività dei velivoli tradizionali potrebbe essere
fortemente limitata.
In primo luogo si evidenzia la possibilità dei velivoli senza pilota di rimanere in aria,
anche a quote elevate, per tempi lunghi (in genere 24-48 ore), senza necessità di
rientro alla base di partenza, richiedendo fermi solo per manutenzione, rifornimento
di carburante o nel caso di avaria. Tale capacità, in ottica aeronautica, di definisce
autonomia oraria o endurance: sarebbe opportuno evidenziare che, nei sistemi
Unmanned tale autonomia è potenzialmente maggiore rispetto a quelli manned
poiché, data l’assenza di personale a bordo, manca anche la necessità di rispettare
vincoli di carattere fisiologico.
I velivoli unmanned presentano inoltre un minor livello di complessità nella
progettazione ed un peso contenuto dei payload
9
, implicanti conseguentemente
vantaggi in termini di modularità. Il peso e lo spazio normalmente assegnati
all’equipaggio, nei velivoli unmanned, potrebbero essere utilizzati per trasportare una
maggior quantità di combustibile, dunque incrementandone l’autonomia, oppure per
ridurre le dimensioni complessive del velivolo senza modificarne le capacità
operative.
Un’ulteriore caratteristica tipica dei velivoli senza pilota è la capacità di volo a
velocità relativamente bassa, adatta per l’utilizzo di sensori ad alta risoluzione e
8
Test Group n.46, Holloman Air Force Base, 2004.
9
In aeronautica si intende per payload il carico utile di un velivolo, comprensivo di flotta ed
equipaggiamento.
19
dunque per tutte quelle operazioni finalizzate all’acquisizione di immagini con un
elevato grado di precisione.
In un’ottica di tipo economico, i costi di acquisizione per unità ed unità di peso dei
velivoli unmanned sono sostanzialmente analoghi ai costi connessi ai velivoli
manned. Sarebbe però opportuno osservare che, in virtù delle capacità tipiche dei
velivoli senza pilota, il loro utilizzo implicherebbe una rilevante riduzione dei costi
operativi, derivante da una maggiore facilità di trasporto e dalla riduzione della forza
lavoro necessaria alla loro operatività.
La riduzione della forza lavoro dipende, ovviamente, dall’assenza di un pilota a
bordo, ma anche dalla possibilità di addestramento degli operatori per mezzo di
simulatori. I vantaggi dell’automazione in termini di risorse umane sono inoltre
riconducibili alla possibilità di scaricare gli esseri umani da molte mansioni e di
“incrementare l’efficienza e le capacità degli esseri umani stessi nel poter controllare
più velivoli contemporaneamente”
10
. Tale consapevolezza è stata fonte di una certa
diffidenza da parte della categoria professionale dei piloti, definita come “silk scarf
sindrome” e derivante dal timore di marginalizzazione delle proprie responsabilità in
seguito ai processi di automazione.
Una questione direttamente legata ai costi è l’affidabilità dei sistemi senza piloti.
Sebbene con l’utilizzo dei velivoli unmanned, grazie alle loro capacità intrinseche,
sia possibile ridurre i costi operativi di manutenzione, la considerazione
dell’affidabilità mostra la presenza di un trade-off tra costi di progettazione,
convenienza del velivolo e grado di rischio percepito dall’utilizzatore. Aumentare
l’affidabilità del velivolo dipende infatti dall’implementazione di sistemi ridondanti e
maggiormente complessi, fattore di riduzione di potenziali incidenti e dunque del
grado di rischio percepito ma, contemporaneamente, fonte di incremento dei costi di
progettazione ed acquisizione delle piattaforme.
Considerando l’affidabilità quale variabile dipendente dalla numerosità dei motori
installati a bordo, si osserva che, le piattaforme dotate di un solo motore offrono una
soluzione semplice, conveniente ma meno affidabile. Aumentare l’affidabilità si
sostanzierebbe ad esempio con l’adozione di piattaforme twin-engine ma, in questo
caso, la soluzione del trade-off implicherebbe naturalmente un maggior peso, una
maggiore complessità costruttiva e manutentiva e dunque un maggior costo.
10
Di Loreto, 2006:57
20
Ciononostante, si osserva che la maggior parte dei velivoli unmanned sono dotati di
un solo motore, soluzione preferita in quanto implicante, oltre che il contenimento
dei costi, la possibilità di avere minori payload e dunque una maggiore versatilità. In
tal senso l’affidabilità non sarebbe da ricondursi al numero dei motori a bordo ma,
piuttosto, dalla possibilità di installare sui velivoli sistemi capaci di individuare e
diagnosticare eventuali avarie e malfunzionamenti.
2.5 Potenzialità applicative in ambito non militare dei velivoli nmanned
In linea generale, secondo l’approccio adottato dalla NASA
11
, la letteratura tende a
classificare le potenziali applicazioni civili dei velivoli nelle quattro macrocategorie
riportate nel grafico seguente.
Grafico 1-Assessment NASA ambiti applicativi CUAV
Le applicazioni nell’ambito della gestione territoriale sono teoricamente, secondo
l’Organizzazione, il mercato primario ai quali sarebbero indirizzati i velivoli CUAV.
La macrocategoria include il monitoraggio di oleodotti , metanodotti, di siti di
interesse archeologico, la supervisione del traffico autostradale e la fornitura di aiuti
umanitari in zone colpite da catastrofi belliche o naturali.
All’interno della macrocategoria delle scienze geologiche possono essere incluse
tutte le missioni finalizzate alle applicazioni di carattere scientifico, quali il
monitoraggio atmosferico, marittimo e biologico e le rilevazioni meteorologiche.
L’ambito della sicurezza interna appare quello più vasto in quanto costituito da
operazioni di natura molteplice: sorveglianza marittima e di frontiera per il controllo
dell’immigrazione clandestina e del traffico di narcotici, gestione di situazioni di
emergenza.
11
Civil UAV Capability Assessment, 2004.
Applicazioni Civili
Gestione Territoriale Scienze Geologiche Sicurezza Interna Commerciale
21
Il macrosettore commerciale, di limitato interesse nei Report Nasa, contempla
potenzialità applicative nell’ambito dell’agricoltura, della topografia, dei servizi di
trasporto, dei media e delle telecomunicazioni.
L’elenco dei possibili ambiti di operatività dei CUAV non è completamente
esaustivo, dato il loro intrinseco carattere di indeterminatezza e l’inesistenza
empirica di un sufficientemente valido track record di operazioni svolte.
Uno studio particolarmente interessante sulle potenzialità civili e commerciali dei
velivoli unmanned è stato effettuato dalla Società Internazionale di consulenza Frost
& Sullivan
12
. L’analisi è stata svolta considerando fonti quali dati economici di
aziende produttrici, trend ed indicatori di mercato, mostrando un “mercato CUAV
turbato nel presente, promettente nel futuro”.
13
Tabella 2-Mercati CUAV e UAV 1998-2008
14
Anno Ricavi (Bilioni $) Tasso di crescita (%)
1998 2.07
1999 2.17 4.9
2000 2.38 9.6
2001 2.67 12.3
2002 3.02 13.1
2003 3.45 14.2
2004 3.98 15.1
2005 4.57 15.1
2006 5.22 14.3
2007 5.96 14.1
2008 6.87 15.2
Tasso annuale di crescita
composto
12.2
Ricavi cumulati 42.4
12
“European Civil and Commercial UAV Markets”, 2008.
13
Katrina Herrick, consulente Frost & Sullivan.
14
Fonte: Frost & Sullivan
22
I dati riportati nella tabella si riferiscono ai ricavi di vendita di entrambe le tipologie
di velivoli Unmanned, CUAV ed UAV. Dei ricavi cumulati solo una quota pari al
10% è imputata alla vendita dei velivoli di tipo CUAV, confermando l’ipotesi della
marginalità delle applicazioni civili rispetto agli utilizzi di carattere militare.
Lo studio di Frost & Sullivan è ciononostante ottimistico rispetto alle prospettive
future del mercato CUAV, che appare caratterizzato da trend positivi di crescita,
soprattutto in ambito europeo. Nel tentativo di quantificare il potenziale di mercato,
la Società identifica sette settori prioritariamente interessanti per la
commercializzazione dei velivoli, evidenziandone il timing necessario per
l’emergere, al loro interno, delle opportunità di mercato.
Grafico 2- Previsione applicazioni CUAV, 2009-2015
15
38%
14%
13%
12%
11%
7%
5%
Osservazione geologica
Sorveglianza marittima
Telecomunicazioni
Gestione incendi
Sorveglianza frontiere
Monitoraggio gasdotti/oleodotti
Controllo centrali energetiche
Si evince dal grafico la preponderanza delle applicazioni, secondo la classificazione
NASA, relativamente alle macrocategorie della sicurezza interna e delle scienze
geologiche.
Per quanto concerne il timing, la Società postula un programma la cui realizzazione
sarà presumibilmente effettuata in tre passi successivi:
15
Ibidem
23
Una fase di breve termine (1-2 anni), con applicazioni dei velivoli nei settori
della sorveglianza alle frontiere, del monitoraggio nel traffico di narcotici ed
altre operazioni nell’ambito della sicurezza interna, settore di intervento
definito prioritario anche dalla NASA;
Una fase di medio termine (3-4 anni), parallela allo sviluppo tecnologico di
sistemi innovativi in grado di esercitare funzioni di sorveglianza costiera ed
osservazioni meteorologiche;
Una fase di lungo termine (5-7 anni), in seguito alla diffusa accettazione dei
CUAV dalla Società Civile con applicazioni in ambito commerciale
relativamente ai sistemi di telecomunicazioni.
Uno studio ulteriore sulle prospettive del mercato CUAV è stato realizzato dalla
UAV task force collegata ad EUROCONTROL, Organizzazione Europea per la
Sicurezza della Navigazione Aerea, preposto all’armonizzazione ed all’integrazione
dei servizi di navigazione aerea in 38 Paesi Membri dell’Unione Europea.
L’approccio distingue le potenziali applicazioni in base a diverse variabili, quali
timing di diffusione nel mercato, caratteristiche specifiche dei velivoli e settori di
interesse, giungendo alla classificazione riportata nel grafico seguente.
Grafico 3-Prospettive EUROCONTROL mercato CUAV, 2009-2015
Monitoraggio territorio
Rilevamento agricolo
Controllo frontiere
Controllo infrastrutture
Telecomunicazioni
Ricerca geologica
Lungo Termine, MALE/HALE
Medio Termine, CS/SR/MR
Breve termine, Micro/Mini
24
Il timing di diffusione dei velivoli, secondo l’Organizzazione, è intrinsecamente
correlato alla tipologia di velivoli oggetto delle missioni: tale osservazione deriva,
principalmente, dagli stadi di sviluppo della tecnologia unmanned , in quanto modelli
più complessi e con maggiori funzionalità di tipo HALE e MALE necessitano di
maggiori sforzi in Ricerca e Sviluppo e dunque implicanti una dilatazione
dell’intervallo temporale considerato. Inoltre, l’evolvere della domanda di mercato in
relazione ai diversi modelli risponde anche alle esigenze applicative di questi ultimi.
Modelli più leggeri e meno complessi sono particolarmente idonei al rilevamento di
immagini a bassa quota, dunque agevolmente utilizzabili nell’ambito del
monitoraggio agricolo. Aerei più complessi, con capacità di volo a quote elevate e
rilevanti dotazioni nel payload, sarebbero invece più idonei alla ricerca geologica ed
atmosferica ad alta quota o al trasporto di sistemi di comunicazione satellitare.
Rispetto all’analisi di Frost & Sullivan, l’analisi di EUROCONTROL mostra una
generale convergenza negli ambiti applicativi considerati sia per il medio che per il
lungo termine. Per il breve termine si prospettano invece soluzioni diverse,
presumibilmente derivanti dalle due differenti posizioni analitiche adottate: la
prospettiva meramente europea di EUROCONTROL, ed un’altra più ampiamente
globale, considerata dalla Frost & Sullivan.
2.6 Mercato attuale dei velivoli CUAV
2.6.1 Lo status quo internazionale
In linea con l’analisi effettuata da Frost & Sullivan si osserva, nel mercato attuale,
una massiccia preponderanza nella commercializzazione dei velivoli utilizzati in
ambito militare rispetto a quelli potenzialmente applicabili in settori non militari.
Nelle sezioni seguenti tale constatazione sarà approfonditamente investigata
sottolineandone dinamiche e concause di fondo. Sarebbe opportuno, in via
preliminare, analizzare lo status quo del mercato CUAV, focalizzando sia su dati di
carattere economico che sugli effettivi ambiti e settori di impiego dei velivoli.
Un primo dato rilevante è costituito dalla produzione globale dei velivoli CUAV ed
UAV nel 2008. Come illustrato nel grafico, circa il 60% del mercato mondiale è
presieduto da Europa e Stati Uniti.
25
Grafico 4-Produzione mondiale sistemi UAV e CUAV, 2008
16
33%
27%
15%
10%
12%
3%
Nord America
Europa
Estremo Oriente
Medio Oriente
America Latina
Altri
Come già citato, nel 2008, solo il 10% della produzione globale di velivoli
unmanned, equivalente a circa 600 modelli, ha trovato la sua applicazione in settori a
connotazione non militare.
Un’indagine relativa allo stesso anno e condotta dalla Commissione Europea
17
ha
rivelato che circa il 42% delle applicazioni di carattere non militare sono state
relative alle scienze geologiche, in particolar modo finalizzate alle rilevazione di
immagini e video aerei per scopi di ricerca scientifica e meteorologica. Un’elevata
percentuale di applicazioni (circa 30%) è invece relativa al settore della sicurezza
interna, particolarmente riferita ad operazioni di polizia di natura sperimentale.
Il settore commerciale appare quello meno considerato (13%): all’interno di esso, la
maggior parte delle applicazioni è riconducile a rilevazioni aeree di video ed
immagini per l’industria cinematografica, mentre solo una quota marginale dei
velivoli è stata devoluta ad interventi nel settore agricolo, come spargimento di
fertilizzanti e pesticidi e monitoraggio dello stadio di avanzamento delle coltivazioni.
Allo stato attuale esistono, a livello globale, circa 300 aziende operanti come prime
contractors nel settore, dunque produttrici e integratori di interi sistemi unmanned,
ed un numero simile di aziende fornitrici di apparati e componenti per i velivoli.
16
Ibidem
17
Di rettorato Generale per l’energia e i trasporti, TREN F2/LT/GF/gc D (2009)
26
Circa l’80% di esse è costituito da piccole e medie imprese
18
. Tale dato riflette il
marginale interesse delle grandi aziende aerospaziali per il mercato civile,
considerato poco remunerativo rispetto a quello militare, in quanto gli esemplari
civili, di norma, sono venduti in misura limitata e a prezzi inferiori rispetto ai velivoli
militari.
2.6.2 Lo status quo italiano
Le caratteristiche del mercato unmanned italiano appaiono in linea rispetto a quanto
evidenziato in ambito globale: si osserva una preponderanza nella produzione di
velivoli e componenti indirizzati al settore militare, particolarmente evidente in
seguito alle ottime performance registrate nell’utilizzo dei velivoli nel corso del
conflitto in Iraq. Attori principali, analogamente al panorama internazionale, sono le
grandi e consolidate aziende quali Alenia Aeronautica, operanti in ambito globale.
Considerando i caratteri del segmento CUAV, anch’essi appaiono coerenti rispetto al
panorama internazionale: esso costituisce infatti una nicchia di mercato,
principalmente servita da piccole e medie imprese. In ottica comparata si osservano
però, nel paese, una vivacità e un’intraprendenza più evidenti e rilevanti : l’Italia nel
2009 infatti contava 12 aziende produttrici di 21 modelli CUAV rispetto ad una
media europea di 7,28 produttori e 10 modelli, preceduta solo da Regno Unito,
Francia e Germania.
19
Prevalentemente i produttori CUAV italiani rientrano nella categoria dei prime
contractors, poiché la loro offerta consiste di sistemi Unmanned integrati, con
l’unica eccezione della AeroSekur, azienda operante esclusivamente nel settore dei
componenti.
I prime contractors rientrano nella categoria delle piccole e medie imprese ad
eccezione di due attori, Alenia Aeronautica e Selex Galileo, entrambe collegate al
gruppo industriale italiano Finmeccanica, player mondiale in aerospazio, difesa e
sicurezza. Alenia Aeronautica e Selex Galileo costituiscono, rispettivamente, le
divisioni del Gruppo per i settori dell’aeronautica e dell’elettronica per la difesa e la
18
Si considera qui la definizione di piccola e media impresa sancita dalla Raccomandazione /361/EC
della Commissione Europea. La macrocategoria contempla al suo interno le aziende con meno di 250
unità lavorative annuali, un fatturato annuo inferiore o uguale a 50 milioni di euro e un totale annuo di
bilancio inferiore o uguale a 43 milioni di euro.
19
Fonte: UVS International, 24/11/2009
27
sicurezza: unitamente sviluppano velivoli di tipo Medium Altitude Long Endurance e
Medium Range per applicazioni militari che, con processi di downgrading, sono in
un secondo momento indirizzati a settori della Protezione Civile. Poiché nell’ambito
militare tali velivoli erano utilizzati prevalentemente per le attività di sorveglianza e
ricognizione, i loro sensori tecnologicamente avanzati con ottime capacità
elettromagnetiche ed elettro-ottiche ne permettono l’utilizzo nell’ambito della
Protezione Civile prevalentemente per rilevazioni video e fotografiche.
Le piccole e medie imprese, d’altra parte, sviluppano esclusivamente velivoli di tipo
CUAV ricompresi nelle categorie mini e micro. Gli ambiti applicativi maggiormente
considerati rientrano prevalentemente nei settori della Protezione Civile e della
Sicurezza Interna, tra cui prevale, come si evince dal grafico seguente, il
monitoraggio costiero finalizzato al controllo dell’immigrazione clandestina (20%).
Da un punto di vista prettamente commerciale vi sono applicazioni marginali
nell’ambito del rilevamento agricolo per il monitoraggio degli effetti di fertilizzanti e
pesticidi e per il controllo delle condizioni delle colture (7%). E’ interessante
evidenziare un’applicazione italiana di tipo commerciale innovativa rispetto al
panorama globale, consistente nell’utilizzo dei CUAV per il sorvolo di aeree urbane
finalizzato al supporto pubblicitario per l’esposizione di banner ed insegne, che, per
l’azienda Nautilus Aerospace, costituisce l’unico mercato di interesse per i velivoli.
Grafico 5- Applicazioni CUAV in Italia, 2009
20%
13%
3%
10%
7%
10%
7%
10%
7%
13%
Controllo frontiere/coste
Controllo linee
elettriche/oleodotti
Esplorazione mineraria
Gestione catastrofi naturali
Mappatura territorio
Protezione infrastrutture
Pubblicità aerea
Ricerca e Sviluppo
Rilevamento agricolo
Sorveglianza affollamenti