Ecoturismo e conservazione: aspettative del visitatore e limiti alla fruizione sostenibile nell'Oasi di Valle Averto (laguna di Venezia)
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1 INTRODUZIONE
La politica delle aree naturali protette ha assunto, ormai, un rilievo istituzionale
poiché ha disegnato una nuova geografia territoriale, che interessa tutte le Regioni italiane,
basata sulla riscoperta di antichi valori storici, sociali, culturali e ambientali (Bernetti e
Marinelli, 1995). La rivalutazione dei parchi e delle riserve ha reso indispensabile l’attuazione
di corrette politiche di organizzazione e gestione territoriale, le cui norme operative sono
mutate contestualmente all’evolversi del concetto di area protetta. Quest’ultima, infatti, da
“elemento di vincolo”, completamente separato dal contesto territoriale di riferimento, è
successivamente reputata uno “strumento dinamico” capace d’integrarsi con la realtà locale
mediante l’inserimento nei circuiti economici, sociali e culturali.
Allo stato attuale delle conoscenze pare assodato che un’area protetta deve mirare al
raggiungimento di una pluralità di obiettivi quali la conservazione delle aree, lo sviluppo
della ricerca scientifica, la tutela dei paesaggi storici, la valorizzazione ricreativa del
territorio, la ricerca di forme di sviluppo maggiormente rispettose dell’ambiente (Marangon
e Tempesta, 1999).
Tra le diverse tipologie di attività economiche un ruolo privilegiato è svolto dall’ecoturismo
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poiché risponde ad alcune caratteristiche fondamentali quali la minimizzazione dell’impatto
ambientale, il miglioramento nella conoscenza dei sistemi naturali e culturali di un’area e la
maggiore tutela e valorizzazione delle aree protette (Fontebasso, 2010).
Il presente lavoro di tesi prende in considerazione il sistema costiero‐lagunare veneziano che
richiama ogni anno circa due milioni di turisti sia italiani sia stranieri (Regione Veneto –
Banca Dati) attratti non solamente dalle strutture di balneazione e dalle bellezze
architettoniche, ma anche dagli ambienti umidi della Laguna.
Valle Averto s’inserisce come Oasi WWF in un’offerta naturalistica di qualità, dove la
protezione della flora e della fauna è aspetto prioritario di gestione e il turista‐ visitatore ha
la possibilità di recarsi in un lembo di territorio lagunare ancora intatto.
Come per tutte le Aree Naturali inserite nella Rete Natura 2000, lo strumento territoriale di
pianificazione è costituito dal Piano di Gestione che ne delinea potenzialità, obiettivi e
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L’UNWTO (2002) definisce ecoturismo un tipo di turismo praticato in aree naturali relativamente indisturbate,
con il principale scopo di goderne, di osservarle, di studiarne ed apprezzarne la natura ed ogni caratteristica
culturale ad essa associata, al fine di promuoverne la tutela, minimizzare l’impatto sull’ambiente e fornire
sostanziali benefici economici alle popolazioni locali.
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restrizioni. Per Valle Averto è in vigore dal 2002 il Piano di Riserva che è stato sottoposto a
revisione nel 2010 per volontà del WWF di arricchire il piano precedente.
Tali aspetti riguardano la compatibilità della funzione turistico‐ricreativa con quella
naturalistica propria della Riserva, risulta, infatti, poco chiaro quali siano i limiti affinché una
funzione non vada a intaccare l’altra.
Ci si chiede, inoltre, quale possa essere il limite perché non si superi l’effettiva capacità
portante di un ambiente umido come quello di Valle Averto, quando è sottoposto a disturbo
antropico.
1.2 Scopo del lavoro
Nel lavoro che segue, è esposto uno studio condotto presso la Riserva Statale di Valle
Averto, una valle da pesca in laguna di Venezia situata nel Comune di Campagna Lupia.
Obiettivi:
− esaminare, mediante un’indagine diretta, la funzione turistico‐ricreativa per capire le
caratteristiche dell’utenza, le aspettative di visita e gli aspetti più critici legati all’offerta
turistica proposta all’interno del percorso di visita;
− ricavare la disponibilità a pagare (WTP dall’acronimo inglese willingness to pay) per un
probabile ingresso e per partecipare a una serie di attività proposte sia all’interno che
fuori dalla Riserva. Lo studio ha la duplice finalità di ottimizzare il flusso d’ingresso alla
Riserva per non intaccare la qualità dell’ecosistema e per sfruttare le risorse gestionali al
fine di migliorare l’offerta per il visitatore e reinvestire parte dei proventi in interventi
volti a salvaguardare la qualità ecosistemica;
− individuare il bacino d’utenza tramite un’analisi della provenienza turistica, per
inquadrare l’effettiva estensione del richiamo turistico allo stato attuale dell’offerta;
− ragionare in merito alla capacità portante dell’area per capire fino a che punto la
valorizzazione economico‐sociale potrebbe essere spinta senza intaccare le funzioni
protettive della Riserva. Lo scopo è di riflettere sui molteplici effetti negativi
dell’impatto antropico sull’ecosistema, di dimensionarlo per attuare delle strategie
gestionali di riduzione dell’impatto soprattutto nel periodo dell’anno maggiormente
sensibile per l’avifauna acquatica, quale quello dell’incubazione e della cova.
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2 AREA DI STUDIO
2.1 Descrizione generale del Sito
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L’area complessivamente denominata Valle Averto, di superficie pari a circa 526
ettari, è una valle da pesca localizzata nella parte meridionale della Laguna di Venezia, in
corrispondenza della bocca di Porto di Malamocco, all’interno del territorio comunale di
Campagna Lupia (VE), in località Lugo. È delimitata a ovest dal canale Novissimo e dalla
Strada Statale Romea (S.S. 309), nel tratto che collega Mestre a Chioggia, mentre sugli altri
lati confina con altre valli da pesca.
La Valle Averto è una valle da pesca arginata, il cui livello dell’acqua è indipendente dalle
maree, poiché la comunicazione con le acque esterne è regolata dall’uomo mediante
apposite strutture, denominate
“chiaviche ”, inserite nelle arginature
vallive.
L’attuale delimitazione della valle è il
risultato delle modifiche idrauliche e
delle diversificazioni fluviali attuate
dalla Repubblica di Venezia all’inizio
del XVII secolo, per favorire la
conservazione dell’ambiente lagunare
e culminate, nel 1610, con lo scavo
del Canale Novissimo del Brenta (Taglio di Brenta), la comunicazione della valle con l’acqua
dolce è assicurata da due apposite aperture sul Taglio di Brenta denominate “bùseni” e
localizzate una in località Lugo e l’altra in località Cà Giarona del Cornio.
Dal punto di vista naturalistico la Valle Averto è caratterizzata da una molteplicità di
ambienti che vanno dagli ampi specchi di acqua salmastra, frazionati da barene e argini, a
vaste zone di canneto e numerosi canali di acqua dolce. Circa un terzo della valle è occupato
da barene, ricoperte dalla tipica vegetazione alofila, mentre nella zona a ridosso della Strada
Romea si sviluppa una vegetazione igrofila, caratterizzata da pioppi, salici, ontani e tamerici.
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Le informazioni d’inquadramento del sito sono tratte dal Piano di Gestione di Valle Averto del 2002 (AA.VV.).
Figura 1: Foto aerea della Valle dell'Averto.
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A questa varietà di habitat corrisponde una fauna ricca e diversificata. Le acque sono, infatti,
popolate da numerose specie di invertebrati marini (crostacei, molluschi, anellidi, ecc.) e da
specie ittiche eurialine, in altre parole adattate a tollerare ampie variazioni di salinità
(anguille, cefali, orate, ecc.).
Valle Averto riveste un ruolo di importanza internazionale come luogo di sosta e di
nidificazione degli uccelli, che vi sono presenti con circa 10.000 esemplari l’anno. Trovandosi,
infatti, lungo una delle rotte migratorie più importanti d’Europa, la Valle costituisce un
rifugio ideale durante l’inverno per numerose specie di uccelli acquatici. Tra i più numerosi vi
sono gli anatidi, con il germano reale, l’alzavola, il mestolone, il codone e il fistione turco, e
gli aldeidi, quali la garzetta, l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore e l’airone rosso. Sono
stati osservati inoltre il fenicottero, la spatola, la casarca, l’aquila di mare e l’aquila anatraia
maggiore.
Durante il passo primaverile sostano numerosi anche i limicoli, come i piovanelli, le
pettegole, i piro piro e i chiurli.
2.2 Localizzazione del Sito
La zona umida di Valle Averto si trova in Veneto, all’interno della Laguna di Venezia,
circa 20 Km a nord‐ovest dalla foce del Brenta, che delimita l’estremità meridionale della
Laguna stessa. Valle Averto dista 16 Km dalla città di Venezia, 18 Km da Chioggia e 22 Km da
Padova. Si colloca nella parte meridionale della laguna veneziana e più precisamente nel
bacino idrografico della Bocca di Porto Malamocco. Ha un’estensione superficiale di circa
526 ettari ed è compresa tra le valli di Serraglia–Miana e la Canaletta di Lugo a nord, Valle
Contarina a est, la Valle Cornio e la canaletta di Cornio a sud e la Strada Statale n.309
“Romea” a ovest.
Le sue coordinate geografiche sono:
− latitudine 45°21’N
− longitudine 12°09’E
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Figura 2: Ortofoto che individua l’Oasi WWF Valle Averto.
Per quanto riguarda le proprietà e i vincoli di tutela istituiti, l’area presenta il seguente
assetto:
− 83 ha. Sono di proprietà del WWF Italia e comprendono terreni emersi e aree umide
d’acqua dolce con habitat di notevole interesse ambientale; sono tutelati dall’ordinanza
del Ministero dell’Ambiente del 3 maggio 1993, compresa nell’Oasi provinciale di
protezione della fauna e della flora, nella ZPS I.T.3250028 e nella zona Ramsar 7IT042;
− 76 ha. Sono di proprietà degli eredi di Carlo Ancillotto; costituiscono la zona centrale del
compendio vallivo, cioè il nucleo su cui insiste tutto l’ecosistema e rivestono quindi una
fondamentale importanza ai fini della tutela del biotopo; sono tutelati dall’ordinanza del
Ministero dell’ambiente del 3 maggio 1993, compresi nell’Oasi provinciale di protezione
della fauna e della flora, nella ZPS I.T.3250028 e della zona Ramsar 7IT042;
− 47 ha. Sono di proprietà dell’Azienda Boscaro&Franceschini. Si tratta di una piccola
proprietà contadina, posta all’estremità nord dell’area, a ridosso della canaletta di Lugo
e comprende prati stabili e zone agricole; è tutelata dall’ordinanza del Ministero
dell’Ambiente del 3 maggio 1993, compresa nell’Oasi provinciale di protezione della
fauna e della flora, nella ZPS I.T. 3250028 e nella zona Ramsar 7IT042;
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− 300 ha circa. Sono di proprietà della A.M.A. Azienda Marina Averto s.r.l. di Sergio Gambi
e soci; comprendono l’intera zona orientale del compendio e riguardano una vasta zona
gestita a vallicoltura. Sono compresi nell’Oasi provinciale di protezione della fauna e
della flora, nella ZPS I.T.3250028 e nella zona Ramsar 7IT042. L’ambiente principale è
costituito dal Lago Grande dell’Averto, un bacino salmastro più profondo degli altri, di
complementare interesse ambientale e, soprattutto d’inverno, molto importante per lo
svernamento di alcune specie di uccelli tuffatori;
− 20 ha circa. Sono di proprietà della Soc. Valle Cornio S.p.A. dei F.lli Capuzzo; collocati
nell’estremità sud della Valle, a ridosso della S.S. Romea e in continuità con l’area gestita
dal WWF. L’area è di scarso interesse ambientale e risulta compresa nell’Oasi
provinciale di protezione della fauna e della flora ma esterna agli altri vincoli di tutela;
2.3 Inquadramento climatico
Il clima della costa veneziana è definito dall’Ufficio Idrografico Magistrato delle Acque
(1974) come “temperato umido ad estate calda”, simile a quello della Pianura Padana,
sebbene risulti meno rigido dall’influenza del mare, che ne mitiga i valori estremi di
temperatura.
Nonostante la Laguna Veneta rientri geograficamente nel bacino del Mare Mediterraneo, il
suo clima non presenta i tipici caratteri mediterranei, in quanto il periodo di minori
precipitazioni si verifica in inverno anziché in estate (Petrarca et al., Archivio climatico ENEA,
2010).
Il mese più caldo è luglio, con una temperatura media di 23,8°C e una massima di 30,8°C, il
mese più freddo è febbraio, con una temperatura media di 4,0°C e una minima di ‐5,3°C; la
temperatura media annua è di 13,3°C. Le gelate invernali provocano frequentemente la
glaciazione superficiale di tutti i corpi idrici presenti nella riserva.
Il totale annuo medio delle precipitazioni è pari a 852,5 mm, con una media di 98 giorni
piovosi l’anno. Il mese più secco è febbraio, con 45,4 mm, mentre il mese più piovoso è
ottobre, con 98,6 mm. Le precipitazioni nevose sono poco frequenti.
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L’umidità relativa è piuttosto elevata, con un valore massimo di 84,1% in gennaio, e un
minimo di 71,9% in luglio; il valore medio annuale è di 73,2%.
La nebbia è presente in media per 39 giorni l’anno, con punte massime in inverno e minime
nei mesi estivi. Va detto, comunque, che rare sono le nebbie fitte, mentre più frequenti
quelle leggere o medie.
La velocità media annua del vento è di 6,9 Km/ora, il mese a minor ventilazione è dicembre,
che è anche il mese a maggiore incidenza di nebbie, mentre i mesi più ventilati sono aprile,
giugno e ottobre.
I venti dominanti sono:
− bora: vento settentrionale molto forte, con direzione NE;
− scirocco, vento meridionale di SE, precursore di piogge e burrasche;
− libeccio: vento meridionale di SO, meno frequente degli altri due.
2.4 Inquadramento geolitologico
L’origine e l’evoluzione di Valle Averto non differiscono da quelle della bassa Pianura
Padana. Verso la fine del Terziario (circa 2 milioni di anni fa) emergevano dalle acque del
mare solamente i rilievi appenninici, mente una buona parte della regione costiera era
ancora sommersa. Al posto della Pianura Padana c’era un’ampia insenatura che si estendeva
fino all’attuale Piemonte.
Le glaciazioni del Quaternario (circa 1 milione di anni fa) causarono un notevole
abbassamento del livello del mare: l’alto Adriatico si ritirò arretrando fino alla latitudine
dell’attuale Ancona, in corrispondenza della quale si estendeva il paleo‐delta del Po.
Successivamente (circa 50.000 anni fa), la linea di costa raggiunse circa la posizione attuale.
Il territorio in cui si colloca Valle Averto è di natura alluvionale olocenica (circa 10.000 anni
fa) ed ha assunto la sua attuale fisionomia solo negli ultimi millenni. La successiva evoluzione
è stata determinata prevalentemente dai fattori geografico‐ambientali locali, quali i fiumi e il
mare, nonché dai movimenti di innalzamento e abbassamento sia del mare sia del suolo,
movimenti di origine tanto naturale quanto antropica.
Dal punto di vista stratigrafico abbiamo:
− substrato calcareo dell’Era Secondaria;
− marne compatte, anche arenacee dell’Eocene e Oligocene;
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− depositi calcarei anche consistenti;
− marne arenacee del Miocene inferiore e medio;
− argille con sabbie del Pliocene, con uno spessore anche di 200 m;
− sabbie e argille del Pleistocene;
− argille sovraconsolidate: “caranto” che erano utilizzate come base d’appoggio per gli
antichi edifici veneziani;
− colte limosa e argillosa dell’Olocene.
Nell’entroterra di Valle Averto le complesse fasi di alluvione hanno dato luogo a sedimenti
della granulometria e composizione variabili, in relazione alla provenienza. Tali sedimenti si
succedono e si compenetrano anche a più livelli, formando banchi più o meno estesi e
potenti.
2.5 Inquadramento idrologico e idrografico
L’area nella quale si colloca Valle Averto è ricca di corsi e derivazioni d’acqua:
− a Nord il corso del Naviglio Brenta;
− a Ovest quello del Taglio Novissimo;
− a Sud il tratto finale del Bacchiglione‐Brenta.
La zona umida di Valle Averto è delimitata dai corsi d’acqua denominati Canaletta di Lugo (a
Nord) e Canaletta di Cornio (a Sud), collegati direttamente alla laguna e tributari del
retrostante bacino agricolo, scolante in laguna attraverso delle complesse strutture
idrauliche denominate “botti sifone” o “scoladori”, che sotto passano il Taglio Novissimo del
Brenta.
Il regime idrologico della Valle è interamente artificiale, essendo mediato tramite apposite
aperture (chiaviche e saracinesche) che controllano la comunicazione con l’acqua dolce del
Taglio Novissimo del Brenta o con l’acqua marina proveniente dalla Laguna di Venezia,
attraverso le canalette di Lugo e del Cornio. La Valle non è quindi soggetta al regime delle
maree, che interessa invece le antistanti zone di laguna vera e propria (laguna viva, mentre
le valli vengono chiamate laguna morta).