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CAPITOLO 1
LA PSICOLOGIA CULTURALE
1.1 DAGLI ALBORI ALLA SCUOLA STORICO-CULTURALE
La psicologia culturale riflette sulle relazioni tra processi psicologici e
dinamiche sociali e si propone l‟obiettivo di verificare in che misura la
mente e la vita umana siano lo specchio della cultura (oltre che della storia
e dei fenomeni biologici)
1
. Durante i nove mesi di gestazione e per alcuni
mesi dopo la nascita, la crescita e lo sviluppo del cervello sono determinati
prevalentemente dal codice genetico. Nel periodo postnatale però, e negli
anni a seguire, in cui si verifica gran parte dello sviluppo del cervello, il
genoma non è sufficiente a determinare le connessioni che verranno poi
attivate: è l‟interazione con l‟ambiente a stimolare la definizione della rete
delle connessioni neurali, che costituiscono l‟unità funzionale dell‟attività
mentale. Per lo sviluppo di una normale capacità percettiva o emotiva,
infatti, è necessario che la corteccia sensoriale e quella prefrontale ricevano
stimoli specifici in un particolare arco di tempo. Esiste infatti un periodo
critico del sistema nervoso centrale particolarmente sensibile alle influenze
esterne. Questo periodo varia da animale ad animale ed è
approssimativamente proporzionale alla durata della vita dell‟animale e del
peso del cervello
2
. Alcuni studi sulla stimolazione ambientale, come quelli
condotti da Diamond nel 1988
3
, dimostrano che le cellule nervose
modificano le loro dimensioni in risposta agli stimoli esterni. Di
1
Fabbri D., 2005.
2
Mecacci, 2001.
3
Diamond, Eniching Heredity, 1988, cit. in Pally R., 2003.
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conseguenza, una ridotta stimolazione porta ad una diminuzione delle
connessioni sinaptiche del neurone. Noi nasciamo con un una
sovrabbondanza di neuroni e dendriti
4
. Nel periodo postatale inizia un
processo di sfoltimento, apoptosi, durante il quale le vie nervose che sono
utilizzate persistono, quelle che non sono sfruttate si estinguono.La
ragione della morte neuronale
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probabilmente consiste nel fatto che il
neurone riceve un “fattore neurotrofico” a livello sinaptico che ne permette
la sopravvivenza, essendo però questo fattore neurotrofico in quantità
limitata, solamente i neuroni attivi riescono a sopravvivere, mentre gli altri
vengono eliminati. Gli stessi atteggiamenti materni sembrano essere in
grado di influenzare il sistema neuro-modulatore nel cervello del bambino.
L‟apprendimento è un esempio di come la stimolazione modifichi la
crescita neurale. Alcuni studi sulla lumaca di mare Aplysia
6
hanno
contribuito a confermare questo fenomeno individuando due forme di
risposta agli stimoli: l‟abituazione e la sensibilizzazione. Nell‟abituazione
si ha una risposta sempre minore con il ripetersi delle stimolazioni, dato
che vi è una diminuzione dei neurotrasmettitori rilasciati a livello sinaptico
e di conseguenza una perdita di connessioni sinaptiche. Viceversa nella
sensibilizzazione si ha una maggiore risposta a determinati stimoli e un
maggior numero di neurotrasmettitori rilasciati. Ciò dimostra non solo che
il cervello cresce in risposta all‟ambiente ma che l‟ambiente stesso
influenza lo sviluppo del genoma. Le connessioni interneuronali del
sistema nervoso vengono quindi modificate in modo preciso e prevedibile
durante l‟apprendimento.
4
Pally R., 2003.
5
Mecacci, 2001.
6
Kandel e Howkins, The biological basis of learning and individualità, 1992, cit. in
Pally R., 2003.
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Dalla metà dell‟Ottocento e per tutto il Novecento in psicologia la
prospettiva che ha prevalso sulle altre è quella individuale. Essa si basa
sull‟idea che “il modo d‟essere delle persone, le loro motivazioni ed
emozioni, e in definitiva il loro comportamento possano essere spiegati
sulla base di dinamiche e processi che hanno sede nell‟individuo, e che in
quella sede possano e debbano essere spiegati”
7
. I processi psicologici in
questa ottica appaiono come qualcosa di dato e di separato rispetto
all‟esperienza dell‟individuo e agiscono in base a funzioni biologicamente
fondate. In opposizione a questa idea individuale, nel corso del „900 si sono
sviluppati però una serie di filoni di ricerca che hanno assunto la
dimensione culturale come elemento fondamentale, in grado di influenzare
i processi mentali. Questi differenti filoni si distinguono per la misura in
cui ritengono che i processi culturali possano influenzare quelli psicologici
e per la convinzione che i processi psicologici stessi possiedano delle
caratteristiche proprie e di fatto universali. Da un lato quindi gli
orientamenti che considerano i processi mentali come dotati di alcuni
elementi autonomi, biologicamente determinati e quindi comuni a tutti gli
uomini, tenendo però sempre in considerazione l‟influenza del contesto
culturale su di essi. Dall‟altro lato gli approcci che considerano talmente
profonda l‟influenza che la cultura esercita sui processi psicologici da non
poter parlare dei processi mentali e di quelli culturali come due meccanismi
separati.
Nel passato uno dei primi studiosi che si occupò del rapporto tra individuo
e contesto storico-culturale fu Gian Battista Vico
8
. Egli proponeva
7
Mazzara, 2007, pag. 21.
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Gian Battista Vico nacque a Napoli nel 1668, il 23 giugno e morì il 23 gennaio 1744.
Durante l'infanzia una frattura al cranio gli impedì di frequentare la scuola per tre anni
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l‟utilizzo di nuovi strumenti, come l‟analisi storico-comparativa, che
permettessero di ricostruire i percorsi attraverso i quali si sono originati i
fenomeni che vengono osservati. Vico introdusse inoltre il concetto di
“senso comune”, in base al quale gli esseri umani che fanno parte di un
determinato contesto organizzano la propria struttura sociale. L‟idea che la
collettività abbia delle caratteristiche proprie, che trascendono quelle degli
individui, in seguito ha avuto piena realizzazione all‟interno del movimento
romantico-idealistico, nato in Germania nel Settecento. L‟espressione più
compiuta dell‟idea che i processi psicologici siano radicati nelle dinamiche
sociali e culturali si trova però nell‟opera di Lev Semënovič Vygotskij
(1896- 1934)
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, il cui lavoro si svolge nell‟ambito della scuola storico-
culturale sovietica. In Russia, a partire dai primi anni '20 si venne a creare
una corrente di ricerca che mirava a fondare una nuova psicologia sulla
base dei principi del marxismo
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e del materialismo storico la cui funzione
doveva essere quella di operare attivamente e concretamente per la
trasformazione della società. La psicologia può essere considerata infatti
una scienza che si presta al servizio delle classi dominanti, in quanto può
servire da strumento di controllo del comportamento individuale, nel
e, nel 1681, abbandonò definitivamente gli studi regolari divenendo un autodidatta e
dedicandosi alla grammatica, alla logica e alla giurisprudenza. Tra le sue opere più
importanti troviamo La scienza nuova (1725), Autobiografia (1725) e Scienza nuova
(1744).
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Vygotskij, Studi sulla storia del comportamento, 1930.
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Il marxismo è una teoria politica e sociale basata sul pensiero di Karl Marx, filosofo
tedesco del XIX secolo, oltre che economista, giornalista e rivoluzionario. Partendo
dalla filosofia di Hegel, dalla economia politica di Adam Smith, dal socialismo francese,
Marx sviluppò una critica scientifica e rivoluzionaria della società moderna. Egli
raccolse questa critica nella sua opera fondamentale (anche se incompiuta): Il Capitale.
Il marxismo è caratterizzato dalla messa in discussione del principio di proprietà e dal
rifiuto dell'individualismo liberale: è quindi portatore di un radicale mutamento della
società. Si rivolgeva alle classi sfruttate, proletariato e contadini, promettendo loro un
mondo in cui fosse abolito il potere dell'uomo sull'uomo.
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momento in cui ne stabilisce criteri normativi. Il materialismo storico è
alla base dell'interpretazione materialistica della storia sviluppata da Karl
Marx nella sua analisi di struttura e sovrastruttura, che sta a fondamento del
marxismo. L'analisi di Marx è materialistica perché considera fattori come
quelli economici o tecnologici determinanti per lo sviluppo della storia
umana e per la creazione di un ordine sociale. La concezione materialistica
della storia consiste nello sviluppare il processo reale di produzione
partendo dalla produzione materiale della via immediata
11
. Il materialismo
si sforza di restituire al pensiero la sua forza attiva, quella che possedeva
prima della separazione fra la coscienza e il lavoro, quando questo era
direttamente contesto nella pratica. Vygotskij elaborò una complessa teoria
psicologica in base alla quale lo sviluppo della psiche è connesso agli stadi
dello sviluppo socioeconomico. La psiche non è altro che il risultato delle
condizioni materiali fondamentali, sulle quali un individuo può intervenire
modificandole. La coscienza delle azioni è il prodotto del legame che
esiste tra i diversi ordini di riflessi e il linguaggio che è alla base della vita
sociale. Anche le funzioni psichiche vengono quindi considerate
concretamente influenzate dalle condizioni materiali dell‟esistenza. Il
manifesto della scuola storico culturale (1925) è esposto nel saggio di
Vygotskij La coscienza come problema della psicologia del
comportamento il quale si basava sulla prima conferenza che tenne
all‟Istituto di psicologia di Mosca. Il saggio affronta 3 punti fondamentali:
la coscienza rende unici i processi psichici umani e ci differenzia dagli
animali;
per comprendere il comportamento bisogna studiare i “movimenti
interiori” che guidano il comportamento manifesto;
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Lefebvre H., 1949.
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la coscienza è formata da:
1. un‟esperienza storica, per cui tutta la vita e l‟attività dell‟uomo
sono condizionate dall‟esperienza delle generazioni passate;
2. un‟esperienza sociale, che permette all‟uomo di agire non solo
secondo la sua esperienza ma anche grazie a quella degli altri
membri della società;
3. un‟esperienza duplicata, che permette all‟uomo di riprodurre
concretamente oggetti ed eventi che ha sperimentato nella realtà.
Riprende l‟idea di Marx per cui il lavoro ripete nei movimenti delle
mani e delle trasformazioni del materiale che prima è stato fatto
nella rappresentazione del lavoratore; questa esperienza duplicata,
che permette all'uomo di sviluppare forme di adattamento attivo,
manca all'animale.
Il punto di partenza per questa nuova corrente consiste nel fatto che la
psiche è concepita come un prodotto dell'evoluzione, che si è sviluppato
sotto l'influenza dei fattori storici, sociali e culturali. L‟elemento
fondamentale risulta quindi essere la considerazione della dimensione
storico-culturale nello studio della psiche umana. È proprio per questo
motivo che le ricerche empiriche non sono l‟unico risultato del lavoro della
psicologia culturale; essa si pone come obbiettivo quello di cercare un
riscontro nella società confrontandosi con i problemi di carattere
psicologico di un preciso contesto storico e sociale.