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Introduzione
Eugenio Montale: poeta, baritono, premio Nobel (1975), genio incontrastato della poesia
italiana del’900. Autore di grande fama internazionale, apprezzatissimo dalla critica
occidentale, è tuttavia, poco conosciuto nel mondo orientale. Il primo capitolo del mio
lavoro delinea un quadro generale sulla vita e sulle opere di quest’ autore, esaminando lo
stile e le tematiche delle sue liriche.
Il secondo capitolo si concentra sulla descrizione delle prime traduzioni del poeta
( facendo riferimento in particolare, alla figura del traduttore Lϋ Tongliu ). Passando
attraverso quelli che sono gli eventi più significativi della sua esistenza, arriverò ad
analizzare quali sono gli aspetti che hanno maggiormente contribuito a rivalutare la sua
immagine in Cina, dopo la pesante censura politica che si è abbattuta su di lui.
In questo secondo capitolo, tento di prendere in esame le motivazioni che hanno portato la
Cina a censurare questo autore e di come questo giudizio sia stato superato (almeno a livello
di libertà di pubblicazione), dopo la caduta della Banda dei Quattro(1976). Infatti, risulta
evidente che ancora oggi i testi critici che accompagnano le traduzioni di Montale, si
allontanino raramente dalla linea di aspra condanna imposta per decenni da una critica
letteraria fortemente politicizzata.
Montale è stato definito “borghese decadente”, ed è con questa etichetta che gli studiosi
cinesi devono ancora oggi confrontarsi. Sicuramente al momento c’è una maggiore
consapevolezza e voglia di mettere in discussione la critica ufficiale, tant’è che Montale è
presente nelle riviste cinesi di letteratura straniera più importanti come 外国文艺(Waiguo
wenyi) e 世界文学(Shijie wenxue) e in riviste di poesia come 诗刊(Shikan). Tre sono inoltre,
i volumi monografici a lui consacrati e ben 178 poesie sono state tradotte, di alcune delle
quali esistono diverse edizioni.
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Nei capitoli successivi, mi sono concentrata sulla traduzione e sulla resa linguistica di tre
famosi componimenti, appartenenti alla raccolta Ossi di Seppia: Corno inglese, Meriggiare
pallido e assorto e Forse un mattino andando … Perché scegliere tre liriche appartenenti alla
raccolta Ossi di seppia? La risposta è legata sia a motivi professionali, di studio e analisi di
ciò che gli italianisti cinesi hanno preferito tradurre, sia a motivazioni strettamente personali,
dettate da quelle che potrei definire “affinità elettive” per alcuni componimenti, ed in
particolare per Forse un mattino andando ….
Per quello che ho potuto constatare, c’è stata una netta propensione da parte degli autori
cinesi nel tradurre le poesie degli Ossi, motivata in parte da quelle che possono essere le
simpatie personali dei traduttori ( cfr. Lϋ Tongliu con la lirica Corno inglese)e in parte, da
una maggiore facilità di lettura di questa raccolta. Infatti, dagli Ossi alla Bufera si assiste ad
un infittirsi del procedimento simbolico. Tutti i traduttori di Montale insistono sull’oscurità
della sua poesia. Tale oscurità non dipende direttamente dalla scelta dei termini utilizzati
(considerati comuni, semplici, quotidiani), quanto dal significato allegorico che essi
nascondono al loro interno. Per comprende appieno la poetica dell’autore genovese è
infatti necessario per gli italianisti, avere un bagaglio culturale, una conoscenza
approfondita della cultura occidentale ( religiosa, storica, poetica, letteraria ). E spesso
questa mediazione culturale è mancata e manca ai traduttori.
Mano a mano che mi addentrerò nell’analisi di queste tre poesie( nel capitolo terzo, quarto
e quinto), arriverò a constatare che nonostante un’ apparente semplicità di lessico e della
struttura morfologica, la poesia di Montale è tutt’altro che di immediata e di facile
comprensione. Essa necessita di studi ancora più approfonditi e ancora più scrupolosi da
parte dei nuovi traduttori cinesi, ai quali è lasciato l’arduo compito di addentrarsi sempre
più profondamente nei meandri della poetica montaliana.
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Capitolo 1
Eugenio Montale
1.1 La vita e le opere
Eugenio Montale, poeta italiano per eccellenza, celebre baritono profondo, premio Nobel
per la letteratura ricevuto a Stoccolma nel 1975, nasce a Genova il 12 ottobre 1896.
A partire dal 1905, trascorre l’intera stagione estiva a Monterosso, nelle Cinque Terre che si
rivelerà lo scenario privilegiato degli Ossi di Seppia, la sua prima raccolta poetica(1925).
Nonostante si diplomi ragioniere, i suoi interessi sono prevalentemente letterari che riesce
a nutrire e soddisfare, frequentando le biblioteche cittadine e partecipando alle lezioni
private della sorella Marianna, iscritta a Lettere e Filosofia. La sua formazione inizia tra il
1914 e il 1917 ed è essenzialmente da autodidatta.
Documento importante, per questo primo periodo di apprendistato, è il diario, Quaderno
Genovese, scritto nel 1917 ma pubblicato postumo nel 1983, nel quale vi sono racchiuse
impressioni, giudizi, primi spunti creativi, le proprie letture, gli autori a cui si è avvicinato.
Questo diario, con il tempo si è rivelato un testo della massima importanza, poiché ha
svelato i punti di riferimento, gli studi compiuti, gli scrittori che ha trovato maggiormente
interessanti che hanno contribuito alla sua formazione di letterato. Tra i più significativi
ritroviamo: Dante, Pascoli, D’Annunzio, per quanto riguarda la letteratura. Per quello che
riguarda la filosofia, Montale si avvicina, negli anni giovanili, a Schopenhauer, Lachelier,
Rensi.
Abbiamo anche dei riferimenti, come nella lirica “Forse un mattino andando …”, a Tolstoj.
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In questo momento di formazione, Montale coltiva, anche la sua grande passione per il
canto, studiando dal 1915 al 1923 con Ernesto Sivori, esperienza che lascia in lui un
profondo interesse per la musica.
Entrato nell’ Accademia militare di Parma, fa richiesta per essere inviato al fronte(1918) e
dopo una brevissima esperienza bellica, a Valmorbia, viene congedato(1920). E’ nell’estate
di questo stesso anno che conosce Anna Degli Uberti, ispiratrice di molte sue poesie con il
nome di Arletta.
Poi, a partire dal 9 Novembre 1921, tutto è diverso, tutto cambia …. Il motivo?
l’affermazione del fascismo come partito. La vita degli italiani e quindi del poeta stesso
subisce pesantemente l’influenza di questa nuova situazione politica.
Moltissimi testi, in cui si narra la biografia di Montale, riportano l’impegno del poeta nel
prendere le distanze dal fascismo, avendo partecipato alla Prima Guerra Mondiale e avendo
poi, rifiutato la tessera del partito fascista(decisione che gli avrebbe perduto l’incarico al
Gabinetto di Viesseux di Firenze, nel 1938) . Sottolineare tali eventi come fondamentali
nella vita del poeta, è importante, poiché tali scelte, tali avvenimenti, hanno contribuito a
farlo considerare come “militante e antifascista schierato”.
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Altro fatto determinante,
nell’essere visto come intellettuale militante, sarebbe stata la sua sottoscrizione al
Manifesto degli Intellettuali antifascisti, nel 1925. Tuttavia, l’ enfasi portata da tantissimi
critici italiani e stranieri (Lϋ Tongliu in primis) sul manifesto antifascista come prova tangibile
e schiacciante dello schieramento politico del poeta, contrasta un po’ con una dichiarazione
rilasciata dallo stesso Montale, secondo cui:
Firmai il manifesto di Croce (nella seconda ondata) per antipatia verso
Mussolini. Non ho mai ritrattato quella firma come altri fecero. Non ricordo quali motivazioni
ideologiche fossero nascoste dietro il mio rifiuto. Certo dovettero essercene molte. Ma la mia
memoria è corta.
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Barbara Leonesi, Il poeta del male di vivere. Montale in Cina,Torino, ed. Dell’Orso 2000;
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Dopo aver firmato il Manifesto degli intellettuali antifascisti, trascorre un periodo di tempo
nella provincia ligure, la quale gli ispira una visione claustrofobica e impotente della vita.
“L'emarginazione sociale a cui era condannata la classe di appartenenza, colta e liberale,
della famiglia, acuisce nel poeta la percezione del mondo, la capacità di penetrare nelle
impressioni che sorgono dalla presenza dei paesaggi naturali: la solitudine genera il
colloquio con le cose, quelle piccole e insignificanti della riviera ligure o quella lontana e
suggestiva del suo orizzonte, il mare”
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E’inoltre, al 1925 che risale la nascita di Ossi di seppia.
Nel 1927 Montale arriva a Firenze, avendo ottenuto in precedenza un lavoro di redattore
presso la rivista Bemporad. Il capoluogo toscano è da parecchi anni, un luogo
estremamente importante, in cui si radunano i grandi intellettuali dell’epoca( Ungaretti,
Dino Campana, Umberto Saba, Vincenzo Cardarelli sono accolti con grande entusiasmo
dalle case editrici fiorentine).
Montale fa il suo ingresso nella città con l’opera Ossi di seppia e nel frattempo collabora con
la rivista Solaria, frequenta circoli letterari come il caffè delle giubbe rosse, conoscendovi
Carlo Emilio Gadda e Elio Vittorini.
La vita che il poeta conduce a Firenze è caratterizzata tanto da incertezze economiche
quanto sentimentali. E’ proprio in questi anni che conosce una donna, Irma Brandeis,
giovane italianista americana. Dal loro incontro nasce una relazione, tenuta in massima
parte segreta, a causa della già esistente relazione con Drusilla Tanzi. Irma Brandeis altri
non è che Clizia, presente sia ne Le Occasioni (1938) sia nella raccolta successiva La Bufera e
altro (1956).
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Papa E. R, Fascismo e cultura, Venezia – Padova, Marsilio,1974,p.236;
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Wikipedia, Biografia di Eugenio Montale, enciclopedia on‐line;