6
INTRODUZIONE
Il maltrattamento verso i minori costituisce un grave e diffuso problema
sociale, sebbene esso sia misconosciuto e di conseguenza, scarsamente segnalato.
In tale circostanza, è essenziale il ruolo preventivo e diagnostico svolto dagli
esercenti una professione sanitaria che prestano la loro assistenza od opera nei
confronti dei minori. Lo scambio di esperienze e professionalità sotto il profilo
medico, giuridico e psicologico diventa un passo necessario per il comune e
condiviso obiettivo di tutelare e proteggere il minore maltrattato.
Nel 1971 un autore canadese scriveva: “Vi sono fanciulli che sono stati
frustati, picchiati, lasciati morire di fame, sbattuti contro pareti o porte, tenuti a
bagno dentro acqua gelata, esposti fuori casa a temperature estremamente rigide,
bruciati con ferri roventi, legati e tenuti in piedi per lunghi periodi, sottoposti
sistematicamente a scosse elettriche, obbligati ad inghiottire pepe, feci urina,
aceto, alcool e altre sostanze dannose, bruciati vivi, sui cui genitali è stata versata
acqua bollente e le cui membra sono state tenute sul fuoco, posti su strade dove
sarebbero stati investiti da automobili, o su tetti e camini in modo da farli cadere,
imbavagliati, colpiti con armi da taglio o da sparo, o con gli occhi estratti con uno
scalpello
1
.”
Quasi quaranta anni dopo, queste constatazioni sono ancora attuali.
Il maltrattamento dei minori costituisce una delle principali cause di
lesione e di morte durante l‟infanzia; negli Stati Uniti Mc Neese (1982) ha
valutato che circa 1.600.000 bambini sono ogni anno vittime di maltrattamento o
trascuratezze, e Gasbarino G. (1978) riporta circa 5.000 morti ogni anno causati
sempre da maltrattamento
2
.
Entro i primi sei mesi di vita, il maltrattamento è secondo come causa di
morte per i bambini, soltanto alla sindrome di morte improvvisa del neonato.
La violenza fisica, nell‟età compresa tra sei e dodici mesi costituisce la
causa principale di morte rispetto alle altre cause, quali il cancro, le
1
D. BAKAN Slanghter of Innocents: a study of the battered child phenomenon. Toronto, Canadian Broadcasting
Corporation. 1972 (p 4).
2
Paola Toniolo Piva. Servizi alla Persona. Manuale Organizzativo. CAROCCI FABER. Roma 2001.
7
malformazioni o malattie infettive. Dopo il primo anno di età è seconda soltanto
agli incidenti propriamente detti (Rosenberg 1982).
Alcuni ricercatori considerano il maltrattamento, in senso assoluto, la
causa numero uno delle morti durante l‟infanzia (White 1979). Secondo Ragno
(1984) anche in Italia il 15% circa dei bambini osservati al pronto soccorso sono
vittime di maltrattamento.
Secondo l‟Organizzazione Mondiale della Sanità quasi 60.000 bambini
sono stati uccisi nel 2000; ma le morti rappresentano solamente l‟iceberg del
fenomeno del maltrattamento/abuso infantile ed interessano una percentuale molto
esigua del totale dei minori abusati e/o maltrattati
3
. La tipologia di
abuso/maltrattamento predominante risulta variare in relazione all‟età e al sesso
del minore: i maschi sono più frequentemente vittime di maltrattamento/violenza
fisica, mentre le femmine di abusi sessuali, infanticidi e trascuratezza. Inoltre i
bambini più piccoli risultano maggiormente a rischio di maltrattamento fisico (il
maggior numero di maltrattamenti infantili risulta essere fra i bambini di età
compresa fra gli 0 e i 4 anni); mentre i minori in età puberale ed adolescenziale
risultano essere maggiormente vittime di abusi sessuali (circa il 20% delle donne
ed il 5-10% degli uomini rivelano di aver subito abusi sessuali da bambini).
Le ragioni del lavoro che andremo a sviluppare risiedono, oltre che in un
particolare interesse e sensibilità nei confronti del maltrattamento sui minori
anche in un forte senso di responsabilità e di urgenza verso una forma di violenza
all‟infanzia che più di altre, è portatrice di conseguenze traumatiche a livello non
solo fisico ma anche psicologico, affettivo-relazionale e sessuale, tali da
compromettere la possibilità di una crescita serena, armonica ed equilibrata. Lo
stimolo ad approfondire tali tematiche deriva anche dalla professione che
svolgiamo come infermiere nei reparti di Pediatria-Terapia Intensiva Neonatale e
Pronto Soccorso; e quindi dalla necessità di acquisire conoscenze teoriche e
metodologiche sull‟argomento, al fine di ottenere una maggiore preparazione per
realizzare strategie d‟intervento adeguate a gestire situazioni complesse. E‟ molto
importante che la nostra società riconosca questo male ed agisca per prevenirlo,
sviluppando una reale attenzione al bambino e ai suoi bisogni, anche attraverso
3
Vittorio Volterra. PSICHIATRIA FORENSE, CRIMINOLOGIA ED ETICA PSICHIATRICA. MASSON.
Milano, 2006.
8
corsi di formazione rivolti non solo ad operatori dei Servizi Socio Assistenziali,
ma estesi anche a tutte quelle figure professionali coinvolte nello sviluppo del
bambino quali: insegnanti, educatori, psicologi, medici, infermieri, giudici ed
avvocati.
Lo scopo di questa tesi è di sensibilizzare tutti gli operatori sanitari, che
operano in strutture pubbliche, alla problematica del maltrattamento ai minori, per
una più attenta intercettazione e prevenzione del maltrattamento. Problemi
complessi, come il maltrattamento ai minori richiedono soluzioni diverse: lo
scopo di questa tesi, non è quello di proporre una soluzione, ma di gettare le basi
per uno studio tecnico relazionale e quindi dar rilievo particolare alla figura
dell‟infermiere forense, alle competenze specifico-applicative nella “terra di
mezzo” tra l‟etica, la deontologia e la giurisprudenza per esercitare atti
infermieristici specifici di prevenzione, educazione alla salute, formazione ed
informazione, attività di ricerca e tutela della salute in ambito assistenziale e
previdenziale.
Non si dimentichi mai che la violenza ha una portata devastante sul
minore, sulla sua crescita affettiva e psicologica e che se il corpo violato e abusato
può fisicamente apparire guarito, a distanza di tempo, non guariscono certo le
ferite dell‟anima. Più spesso sono celate e non curate, manifestando disturbi
ancora più dolorosi. Dunque la protezione del minore deve essere intesa quale
misura capace di interrompere le azioni e le relazioni abusanti.
9
CAPITOLO 1
DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE DEL
MALTRATTAMENTO E DELL’ABUSO
Punire fisicamente i bambini con calci, pugni, colpi e schiaffi, è una
pratica socialmente e legalmente accettata nella maggior parte dei paesi. In molti
rappresenta un fenomeno importante nelle scuole e in altre istituzioni nonché
negli istituti di correzione per giovani delinquenti.
Alice Miller, in uno dei suoi testi richiama una frase di notevole
importanza (riportata negli allegati a pagina 107): “....ma è giusto e ragionevole
batterli....., se essi l’hanno fatto per cattiveria. Se il vostro figliuolo non vuole
studiare,....se fa danni per ingiuriarvi,....se s’incaponisce: allora picchiatelo pure
di santa ragione e lasciatelo urlare:..., siete autorizzati a scacciare la violenza
con la violenza.....mirare a convincerlo che il padrone siete voi...se invece già
dalla prima volta si è riconosciuto vinto e ha dovuto umiliarsi dinanzi a voi,
perderà il coraggio di ribellarsi un’altra volta....”
4
.
La Convenzione O.N.U. sui diritti dei bambini approvata dall'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 a New York, impegna gli stati
a proteggere i bambini da “tutte le forme di violenza fisica o mentale” quando essi
siano sotto la responsabilità dei genitori e di altri adulti, e il Comitato delle
Nazioni Unite sui diritti dei bambini ha sottolineato che le punizioni corporali
sono incompatibili con la Convenzione. Nel 1979, la Svezia è divenuta il primo
paese a proibire qualsiasi forma di punizione corporale sui bambini. Da allora,
almeno altri dieci stati l‟hanno vietata. La Costituzione etiope del 1994, afferma il
diritto dei bambini ad essere liberi da qualsiasi tipo di punizione corporale nelle
scuole e nelle altre strutture assistenziali. Questo tipo di punizione è stato vietato
anche in Nuova Zelanda, repubblica di Corea, Thailandia e in Uganda. Nel 2000,
4
Alice Miller. La persecuzione del bambino. Le radici della violenza. CDE. Milano, 1989.
10
la corte suprema d‟Israele ha dichiarato fuorilegge qualsiasi tipo di punizione
corporale
5
.
Tuttavia le statistiche indicano che la punizione corporale rimane una
pratica legale in moltissimi paesi, si tratta di punizioni considerate “legalmente
accettabili” in ambito domestico in tutti i paesi tranne quindici
6
.
L‟abuso minorile identifica tutte le forme di maltrattamento fisico e/o
psicologico, abuso sessuale abbandono o cura inadeguata, sfruttamento
economico o altre forme di sfruttamento, potenzialmente o affettivamente lesive
della salute, della sopravvivenza, dello sviluppo e della dignità del minore
all‟interno di una relazione di responsabilità, obbligo (dovere) o potere.
Di Chiara Camerani, psicologo, Direttore CEPIC - Centro europeo
psicologia investigazione e criminologia, docente di storia e sociologia Università
dell‟Aquila scrive: “Oggi quando sentiamo parlare di maltrattamento su minori,
il nostro pensiero associa immediatamente alla pedofilia, in realtà i
maltrattamenti che vengono ogni giorno inflitti ai bambini sono molteplici”
Una vasta letteratura sull‟argomento che inizia nel 1973 con Salomon, De
Mause 1976, Chesnais 1986 e Badinter 1993
7
, concorda nel conferire un carattere
storico e culturale al concetto di “abuso del minore”, evidenziando come diverse
culture e sub-culture, nello spazio e nel tempo, hanno commesso veri e propri
abusi e violenze sui bambini ed adolescenti, motivati da sottospecie di pratiche
educative, religiose, mediche, socializzatrici, socialmente condivise e
culturalmente approvate.
Il problema delle violenze intrafamiliari benché fosse già emerso,
essenzialmente in ambito clinico-medico, sin dalla seconda metà del secolo
scorso, è tuttavia salito alla ribalta, solo all‟inizio dei nostri anni ‟60.
5
Organizzazione Mondiale della Sanità. VIOLENZA E SALUTE NEL MONDO. Rapporto dell‟Organizzazione
Mondiale della Salute. CIS editore. Milano 2002.
6
In Europa, l‟utilizzo delle punizioni corporali nei confronti dei bambini, anche in ambito familiare, è vietato in
Svezia, Norvegia, Finlandia, Austria, Cipro, Danimarca, Lettonia, Bulgaria, Ungheria, Germania, Romania, Grecia e, dal
2007, anche nei Paesi Bassi, in Portogallo e Spagna.
7
Vincenzo Mastronardi. Manuale per operatori Criminologici e psicopatologi forensi. Con la presentazione di
Paolo Albarello. IV Edizione. Dott. A. Giuffrè Editore. Milano 2001.
11
E‟ stato per primo il pediatra americano John Caffey del Dipartimento
Pediatrico della Columbia University di New York nel 1946 a descrivere un
quadro clinico caratterizzato da “frequenti associazioni tra ematomi subdurali e
fratture multiple delle ossa lunghe”. Successivamente Silvermann descrisse in più
bambini esaminati: “Fratture, ematomi periostali, calli ossei”. Nel 1962 Kampe
delineò la Battered child sindrome
8
, e sempre nel 1962 G. Rezza e B. De Carlo in
seguito ad uno studio su l‟osservazione di una lattante parlano di “sindrome da
maltrattamento cronico”. Nel 1978 Kempe li sistematizza descrivendo i criteri
clinici e creando la definizione di “Child abuse and Neglect
9
”, al fine di
inquadrare al meglio gli aspetti multiformi del problema, tutt‟ora in uso.
In Italia la ricerca sul mondo minorile è piuttosto scarsa e, solo negli ultimi
anni, hanno preso il via osservazioni e studi accurati; fino a poco tempo fa non
c'era un contatto diretto con il bambino e i testi studiati erano traduzioni di autori
stranieri.
Il dizionario Garzanti definisce l‟abuso come “uso di un diritto o di un
potere per fini diversi da quelli per i quali è stato riconosciuto”.
Considerando che rispetto ad un bambino, l‟adulto ha un dovere di
protezione, cura e tutela, l‟abuso si manifesta come lo sfruttamento di questo
ruolo, di questa autorità, per finalità inadatte (es il padre che sfrutta il suo potere e
la fiducia del bambino per scopi sessuali).
Gli abusi ed i maltrattamenti contro i minori rappresentano un fenomeno in
crescita, così come risultano in aumento i reati relativi alla pornografia “on-line”,
allo sfruttamento sessuale dei minori e alla prostituzione minorile.
L‟Italia è uno dei paesi di massima esportazione di turismo sessuale,
particolarmente in Romania e Thailandia. D‟altronde solo nella città di Milano si
stimano circa 500 baby prostituti rumeni.
8
Il termine “sindrome del bambino battuto” venne coniato per indicare i bambini con ripetute e gravi lesioni alla
pelle, al sistema scheletrico o a quello nervoso. Comprende bambini con fatture multiple a diversi stadi, trauma cranico e
gravi traumi interni, con segni di ripetizione dell‟abuso. Fortunatamente, anche se si tratta di casi tragici, questa tipologia è
rara.
9
“Child abuse and Neglect” all‟abuso fisico Kempe aggiunse quello psicologico, quello sessuale, l‟incuria,la
trascuratezza e la malnutrizione.
12
I dati forniti dall‟Associazione Prometeo e dal Ministero di Giustizia relativi al
2006: denunciano un aumento del 30% di bambini abusati a fronte di un aumento
del 300% di siti pedofili
10
.
L‟aumento dei siti internet non è così sorprendente se consideriamo che un
sito pedofilo comporta un guadagno giornaliero di introito di 90.000 euro e che
una foto pedopornografica costa tra i 30 -100 euro. Ciò che preoccupa
maggiormente riguarda il fatto che abitualmente 7 bambini su 10 navigano soli in
internet, privi di supervisione. Infatti il 70% degli agganci da parte di pedofili
avviene in rete.
11
In una ricerca condotta su 250 bambini
12
di varia età e con varie
problematiche, Montecchi ha constatato che nella maggior parte dei casi di abuso
fisico l‟autore è il padre (tabella 1), e che i maschi sono più coinvolti nell‟abuso
fisico (tabella 2) rispetto alle femmine che risultano più coinvolte nell‟abuso
sessuale (forse anche per una maggior difficoltà nel diagnosticare l‟abuso tra
madre e figlio). Dietro la situazione di abuso vi era nell'85% dei casi una
patologia materna e nel 73% una patologia a carico del padre, le due cose spesso
si accavallavano. Nell'88% dei casi, dalla situazione di abuso deriva una patologia
del bambino di varia entità.
Tabella 1 (autore dell’abuso)
AUTORE ABUSO
FISICO
ABUSO
SESSUALE
INTRAFAM
ABUSO
SESSUALE
EXTRAFAM
INCURIA IPER
CURIA
ABUSO
PSICOLO
GICO
Padre 38,5 57 2 3 6
Madre 27,5 11 21 94 15,5
Genitori 30 7 77 69
Parenti
conviventi
4 25 3 9,5
Parenti non
conviventi
8
Amici 42
Estranei 50
10
CESAP. Centro Studi sugli Abusi Psicologici.
11
Rosaria Stimoli. ABUSO SULL‟INFANZIA. Analisi del fenomeno e una proposta di ricerca. Bonanno Editore.
Roma, 2005.
12
F. Montecchi. GLI ABUSI ALL‟INFANZIA. Dalla ricerca all‟intervento clinico. NIS. Roma 1994.
13
Tabella 2 (suddivisione in base al sesso)
68,5
31,5
18
82
41
59
52
48
58
42
52
48
Abuso fisico
Abuso
sessuale
extrafamiliare
Ipercuria
Maschi
Femmine
L'altro dato molto interessante che Montecchi ha evidenziato in questa
casistica è che, nella maggior parte degli abusi, gli stessi abusanti (spesso genitori
del bambino) a loro volta erano stati vittime durante l'infanzia di violenze, di
abusi, di incuria. Si può ritenere che l'aver subito violenze sia uno dei fattori per
definire il quadro del genitore abusante, insieme alla psicopatologia; a questi,
naturalmente, si aggiungono i fattori sociali favorenti quali la povertà,
l'isolamento, l'ignoranza. Infine nella tabella 3 sono riportati i tipi di abusi rilevati
nei casi esaminati.
Tabella 3 (tipi di abuso nei casi esaminati)
ABUSO %
Fisico 28,6
Psicologico 25,1
Incuria 18,8
Ipercuria 12,2
Sessuale intrafamiliari 10,6
Sessuale extrafamiliare 4,7
Incuria
Abuso sess
intrafamiliare
Abu
so
psic
olog
ico
14
Di seguito sono riportate alcune percentuali che riguardano la percentuale
di bambini morti in per maltrattamento (tabella 4), le zone maggiormente colpite
(tabella 5), appare subito evidente come fianchi, glutei e viso siano maggiormente
esposti, i “mezzi” maggiormente utilizzati dall‟abusante (tabella 6); infine nelle
tabelle 7 e 8 sono riportate le maggiori cause per ospedalizzazione e le principali
lesioni provocate dai maltrattamenti e le conseguenze che il maltrattamento
infantile ha sulla salute. Si noti come il maggior numero di conseguenze
appartiene al gruppo degli effetti psicologico-comportamentali, inoltre è
attualmente provato che alcune delle più importanti forme di malattia tra gli
adulti, quali ad esempio: cardiopatie ischemiche, cancro e sindrome dell‟intestino
irritabile, sono collegate a esperienze di abuso durante l‟infanzia. Questo perché il
soggetto assume comportamenti a rischio quali fumo, abuso di alcool, mancanza
di esercizio fisico etc
13
.
Tabella 4: Percentuale di bambini, appartenenti a classi di età differenti,
morti per maltrattamento
14
.
45%
24%
31%
da 5 a 14 anni
fino a 1 anno
da 1 a 4 anni
13
Cristina Roccia. DALLA PARTE DELL‟INFANZIA, riconoscere e ascoltare il trauma. Maltrattamento e abuso
sessuale sui minori: prevenzione e terapia. Franco Angeli editore.
14
INNOCENTI REPORT CARD, 2003. I dati sono calcolati in un arco di tempo di 5 anni (1998-2003) nei paesi
che fanno parte dell‟OECD: Australia, Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Korea, Lussenburgo, Messico, Olanda, Nuova Zelanda,
Norvegia, Polonia, Portogallo, Cecoslovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Stati Uniti d‟America, Gran Bretagna.
15
Tabella 5 localizzazione anatomica delle lesioni.
LOCALIZZAZIONE ANATOMICA DELLA LESIONE (Children
Hospital Columbus, Ohio)
LOCALIZZAZIONE %
Glutei, fianchi 27
Viso 26
Braccia 24
Dorso 24
Occhio, orecchio, naso, bocca. 21
Cosce 20
Gambe 18
Cute del capo 17
Torace 11
Addome 9
Mano, polso 8
Collo 7
Spalle 6
Cranio e suo contenuto 4
Piede 4
Genitali esterni 4
Altro (retto, vescica) 1
Tabella 6
CAUSA %
Cinghia 23
Mano aperta 22
Pugno 11
Spinta 8
Frusta/bastone 8
Corda 6
Liquido bollente 6
Calcio 4
Stufa/bollitore 3
Sigaretta 2
Scarpa 2
Coltello 1
Scuotimento <1
Ferro da stiro <1
16
Tabella 7 principali lesioni provocate dai maltrattamenti:
LESIONI CUTANEE
1 Ecchimosi
2 Ematomi
3 Contusioni
4 Ferite
5 Cicatrici
6 Morsi
7 Graffi
8 Escoriazioni ed ecchimosi a stampo (cinture, fili metallici, funi)
9 Ustioni (sigarette, liquidi, corpi incandescenti)
10 lacerazioni
LESIONI SCHELETRICHE
1 Fratture (pregresse e recenti)
TRAUMI CRANICI
1 Frattura cranica
2 Ematoma subdurale
3 Emorragia retinica
4 Alopecia traumatica
LESIONI ADDOMINALI
1 Milza, fegato, reni, intestino.
Tabella 8 frequenza di ospedalizzazione per abuso ai minori.
traumi cutanei 39%
trascuratezza 14%
traumi cranici 13%
scarso accrescimento 12%
ustioni 10%
fratture 7%
abuso sessuale 2%
munchausen per procura 2%
altro 1%
Le manifestazioni fisiche, comportamentali e affettive dell‟abuso, riportate
nella tabella 9 sono molteplici, poiché diverse in base allo stadio di sviluppo del
bambino al momento dell‟abuso, alla gravità dell‟abuso, alla relazione esistente