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INTRODUZIONE
Con l‘arrivo del nuovo millennio l‘industria della musica sta affrontando una delle
più grandi sfide della sua storia, che alla fine arriverà a trasformarne profondamente la
struttura. Le nuove tecnologie della digitalizzazione del suono e la diffusione delle
connessioni veloci a Internet nelle abitazioni hanno creato nuove opportunità
tecnologiche per distribuire la musica ai consumatori. Il formato di compressione audio
MP3 e i suoi successori, insieme all‘ampia rete di distribuzione che è divenuta
disponibile attraverso Internet, stanno guidando i cambiamenti nel mercato della musica
registrata con un impatto significativo sugli attori nella catena del valore tradizionale del
settore.
Contrariamente ai formati tradizionali, i file musicali digitali possono essere
separati dal loro supporto fisico, e possono essere compressi e scambiati su Internet in
un intervallo di tempo relativamente breve. Da un lato, quindi, la tecnologia per vendere
la musica digitale è costruita su una nuova struttura dei costi, mentre dall‘altro, la
protezione dei file musicali digitali solleva nuove sfide economiche e legali. Mentre le
opportunità offerte dalla musica online, sia per i consumatori che per gli artisti, sono
molto considerevoli, le tecnologie digitali possono anche rappresentare – tramite la
pirateria online – una sfida significativa alla creazione artistica. Fronteggiando una tale
minaccia, le società discografiche hanno iniziato a far causa agli utenti di Internet che
condividono gratuitamente e anonimamente file protetti da copyright sulle reti peer-to-
peer (P2P), senza l‘autorizzazione dei titolari del diritto d‘autore, ma soprattutto senza
ricompensare gli artisti, le etichette discografiche o altri partecipanti al processo
creativo. Allo stesso tempo le società di elettronica hanno sviluppato misure
tecnologiche di protezione, conosciute come Digital Rights Management (DRM), per
controllare l‘utilizzo della musica in formato digitale, dando luogo a un paradosso: si
utilizza la tecnologia per limitare i vantaggi che essa stessa ha procurato ai consumatori,
i quali possono oggi scaricare e ascoltare canzoni ovunque e in qualsiasi momento
grazie alla musica digitale.
La questione più importante rispetto alle possibilità generate dalla distribuzione
digitale della musica è costituita quindi dalla necessità di trovare un buon equilibrio tra
gli usi legali e innovativi delle nuove tecnologie disponibili per la musica online e la
9
necessaria protezione dei diritti di proprietà intellettuale associati. La soluzione vincente
non si è dimostrata, però, quella di contrastare con mezzi legali e tecnologici la pirateria
musicale collegata al cambiamento tecnologico, ma di cavalcare il cambiamento
tecnologico stesso sviluppando nuove iniziative commerciali online che mettano a
disposizione dei consumatori i vantaggi che esso ha prodotto, al fine di competere con
la pirateria invece di combatterla. Comprendendo i bisogni delle persone e utilizzando
le nuove tecnologie, le società discografiche possono offrire ai consumatori più di
quanto offrono loro le reti di condivisione illegale dei file su Internet.
In questo contesto, la musica digitale sta attirando molta attenzione da parte
dell‘industria, con un gran numero di servizi legali di musica online divenuti disponibili
a partire dal biennio 2003-2004. Il mercato per la musica digitale su Internet e sui
telefoni cellulari si sta espandendo molto rapidamente, con l‘industria discografica
globale che sta raccogliendo notevoli ricavi da queste fonti. La distribuzione digitale
della musica registrata sta attirando nuovi entranti e nuovi intermediari con modelli di
business innovativi.
L‘obiettivo di questo lavoro è di indagare i modelli di business impiegati dai vari
attori presenti sul mercato per la distribuzione digitale della musica, al fine di
evidenziarne i punti di forza e le criticità. L‘analisi di un caso aziendale relativo a
ciascun modello di business permetterà di sviscerare i fattori che rendono un modello
vincente in base alla sua rispondenza alle aspettative dei consumatori.
Dopo una descrizione della struttura tradizionale dell‘offerta del settore musicale
e della sua articolazione, si passa ad indagare i cambiamenti portati dall‘avvento delle
tecnologie digitali e della diffusione delle connessioni a banda larga che fanno di
Internet la nuova rete di distribuzione per la musica registrata. Un‘analisi delle possibili
determinanti dell‘attuale declino del settore tradizionale della musica registrata precede
la discussione dei caratteri del nuovo mercato della distribuzione digitale della musica.
Quindi, dopo uno sguardo alle dinamiche della crescente domanda di musica digitale e
alla nuova struttura dei costi, si procede ad analizzare i cambiamenti prodotti dalla
transizione verso la musica digitale sugli attori del mercato e sulla catena del valore. Un
ruolo rilevante è ricoperto dalle strategie utilizzate per l‘estrazione del valore da beni
digitali non rivali e durevoli come sono i file musicali. È attraverso la scelta tra strategie
di protezione del contenuto digitale e strategie di trasferimento del suo valore su
10
consumi ausiliari, nonché attraverso la loro implementazione, che sono costruiti i
modelli di business esaminati in dettaglio nella parte successiva. Conclude il lavoro
l‘analisi dei casi aziendali che meglio rappresentano le caratteristiche di fondo di
ciascuno dei modelli di business individuati e dalle maggiori probabilità di successo,
scelti tra i servizi di musica digitale disponibili anche nel nostro paese.
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CAPITOLO 1 - L’INDUSTRIA MUSICALE E L’AVVENTO DELLE
TECNOLOGIE DIGITALI
1.1 – La struttura tradizionale dell’offerta del settore musicale
Il business dell‘industria musicale consiste nella creazione, la gestione e la vendita
delle registrazioni musicali. La discografia è l‘industria che investe sulla produzione
della musica, ne rivendica quindi la proprietà e gli ascoltatori possono accedere ai
contenuti musicali registrati solo attraverso la mediazione dell‘industria, pagando un
disco da essa prodotto. L‘industria per la musica registrata è valutata 27,8 miliardi di
dollari nel mondo
1
. La musica gioca un ruolo importante nella vita della maggior parte
delle persone, che spesso passano diverse ore al giorno ascoltando musica pre-registrata.
Un cambiamento nel modo in cui la musica viene acquistata e consumata è probabile
che sia destinato a influenzare molte persone.
In questo paragrafo si procede alla descrizione degli attori operanti nel mercato
musicale e alla presentazione di cifre collegate alla produzione di un CD, che al
momento è ancora il formato dominante per la musica pre-registrata nella maggior parte
dei paesi.
1.1.1 – Evoluzione nel tempo
La moderna industria discografica sorge tra la fine dell‘Ottocento e i primi anni
del Novecento, quando entra in scena la nuova tecnologia di fissazione del suono su un
supporto
2
: il fonografo di Edison prima (1877), inizialmente pensato per registrare la
voce e non la musica, e poi il grammofono di Berliner (1894). La musica viene
sostanzialmente trasformata in un oggetto e, attraverso la sua fissazione e archiviazione
su un supporto, la musica diventa quindi ri-producibile e ri-vendibile. Come ricorda
Sterne
3
è Berliner a introdurre l‘idea del playback, di uno strumento – il grammofono –
1
IFPI, The recording industry in numbers 2009, Londra.
2
Precedentemente la musica esisteva solo nell‘atto della sua esecuzione o nella sua traslitterazione su uno
spartito tramite un linguaggio convenzionale.
3
Sterne J., The Audible Past: Cultural Origins of Sound Reproduction, 2003, Durham, Duke University
Press.
12
mirato all‘intrattenimento casalingo riproducendo un supporto registrato in precedenza
4
.
Nella prima metà del XX secolo, così, l‘industria discografica cambia il suo core
business dalla gestione dei diritti di autore (i proventi derivanti dalle esecuzioni di brani
noti e dalla vendita di spartiti)
5
alla produzione e vendita di dischi per la riproduzione
casalinga.
La discografia moderna nasce quindi con la riproducibilità seriale della musica,
ottenuta tramite le tecnologie di registrazione di uno studio: una canzone viene incisa
per essere stampata in migliaia/milioni di copie, virtualmente identiche l‘una all‘altra.
Per più di cinquant‘anni, l‘industria musicale ha avuto a che fare con il
cambiamento tecnologico che ha periodicamente trasformato il mercato.
Gli anni Cinquanta segnarono la fine dei dischi di gommalacca a 78 giri per
minuto, che potevano contenere una singola canzone per facciata per un massimo di 4-5
minuti di musica ed erano pesanti e fragili. Nel 1951, la Columbia
6
iniziò a rilasciare
dischi nel formato a 7 pollici (18cm) di diametro e 45 giri per minuto della RCA
7
. Dal
1954, le società discografiche stanno usando questo formato per consegnare le nuove
canzoni alle stazioni radio. Nel 1958, la RCA introdusse gli LP stereo, ovvero dischi in
vinile a 12 pollici (30 cm) di diametro e 33 giri per minuto, che potevano contenere sino
a 46 minuti di musica sulle due facciate (per questo vennero chiamati Long Playing, che
significa lunga durata di ascolto) e che presto divennero lo standard.
Durante gli anni Sessanta, gli album presero il posto dei singoli quale prodotto
musicale di punta. Per i successivi quarant‘anni, l‘album ha regnato come il prodotto
musicale chiave. Le classifiche di Billboard, basate sulle vendite degli album, sono
diventate la misura del successo.
4
Si sono così andate definendo nel tempo le due forme principali di fruizione della musica: la diffusione,
cioè l'ascolto della musica nel suo farsi suono, a una vasta platea di utenti (gli anglosassoni la definiscono
broadcasting), e la distribuzione, cioè la registrazione di brani musicali su supporti di archiviazione
destinati alla vendita al dettaglio ai clienti per la riproduzione casalinga in un numero teoricamente
infinito di volte. Sebbene l‘avvento delle tecnologie digitali abbia prodotto effetti importanti su entrambe
queste modalità di fruizione della musica, è sulla distribuzione che focalizzerò principalmente
l‘attenzione in questo lavoro.
5
È il cosiddetto modello Tin Pan Alley, dal soprannome della strada di New York dove avevano sede le
maggiori case di edizioni musicali, che vivevano sulla vendita degli spartiti per le pianole casalinghe e
sugli incassi della gestione dei diritti d‘autore derivanti dalle esecuzioni della musica e delle canzoni
popolari.
6
La Columbia Records è la più vecchia etichetta discografica ancora in commercio: fondata nel 1888,
oggi appartiene al gruppo Sony BMG.
7
Radio Corporation of America, azienda statunitense di elettronica, nonché notissima casa discografica, il
cui marchio è oggi posseduto da Sony e Thomson.
13
Gli anni Sessanta furono anche testimoni dell‘introduzione dell‘audio-cassetta
compatta, della bobina a otto tracce
8
e dei relativi lettori che fecero delle automobili dei
―sistemi stereo su ruote‖. I semi della mobilità della musica avevano cominciato a
germogliare.
Negli anni Ottanta si assiste all‘emergere delle prime tecnologie digitali, (il
Compact Disc), che si affiancano a quelle analogiche (vinile e cassetta), replicandone
forme e modelli. Il CD, inizialmente, non è che un LP migliorato in termini di capienza,
longevità e qualità sonora del supporto. Progressivamente il CD sostituisce il vinile, ma
non la cassetta magnetica, che grazie alla sua portabilità e a lettori come il walkman e
l‘autoradio resiste fino all‘inizio del XXI secolo.
Volgendo lo sguardo alle forme di hardware e software della musica, la figura 1
riassume le trasformazioni delle forme di fissazione e di riproduzione della musica degli
ultimi venticinque anni.
Figura 1 – Evoluzione dei formati e degli strumenti di diffusione, distribuzione e
consumo della musica dagli anni Ottanta a oggi.
Anni ottanta Oggi
Formati/software Lettori/hardware Formati/software Lettori/hardware
Vinile Giradischi/hi-fi,
juke box
Cassetta Hi-fi, autoradio,
walkman, ghetto
blaster
CD Lettore CD/hi-fi,
CD walkman
CD Lettore CD/hi-fi,
CD walkman,
autoradio, lettore
DVD, console, PC
8
Sistema di registrazione audio su nastro magnetico racchiuso in particolari cassette che in Italia prese il
nome di Stereo8.
14
Radio Radio,
sintonizzatore/hi-fi,
autoradio, radiolina
portatile
Radio Radio, sintonizza-
tore/hi-fi, autoradio,
radiolina portatile,
satellite/TV, PC
Videomusica TV,
videoregistratore
Videomusica TV, videoregistrato-
re, satellite, sistemi
home theater, PC
DVD Lettore DVD,
sistemi home
theater, PC, console
Streaming (musica,
radio, video)
PC
MP3 e altri file
digitali
PC, lettore MP3,
lettore CD, lettore
DVD, console,
telefoni cellulari
Suonerie Telefoni cellulari
Fonte: rielaborazione da OECD, Working Party on the Information Economy. Digital
Broadband Content: Music, 2005, Parigi.
Il moltiplicarsi dei formati di distribuzione e consumo della musica negli ultimi
anni è dovuto a un ulteriore cambiamento avvenuto all‘interno del periodo digitale: la
smaterializzazione della musica, ridotta a una sequenza di numeri, gli 0 e 1 del
linguaggio binario degli elaboratori elettronici, e compressa in file trasmissibili lungo le
reti telematiche. Smaterializzazione significa moltiplicazione degli hardware di
riproduzione; questi ultimi non sono più ad appannaggio esclusivo dell‘industria
discografica, che perde progressivamente il monopolio tecnologico sulla musica.
Tutti i principali lettori musicali del XX secolo, dal grammofono al walkman, dal
giradischi al lettore CD, sono stati inventati e prodotti da industrie legate o facenti parte
di multinazionali attive anche nel campo della discografia. Il tentativo di controllo delle
15
tecnologie di riproduzione da parte dell‘industria della musica si è manifestato, quindi,
nel favorire od ostacolare determinati formati (e relativi lettori) piuttosto che altri.
Il criterio di selezione è sempre stato la protezione dei prodotti, che è il modello di
business su cui si basa l‘industria culturale
9
. La discografia ha favorito formati come il
vinile e, almeno inizialmente, il CD, entrambi non duplicabili: il consumatore poteva
solo acquistare quelli ―originali‖. Da questo punto di vista, formati di alta qualità e
facile duplicabilità come il DAT e il MiniDisc – evoluzioni digitali della cassetta
magnetica – non hanno avuto vita facile sul mercato consumer: oggi sono ridotti a
supporti destinati a nicchie di consumo particolari.
In altri casi, ancora, l‘industria discografica ha accettato supporti e lettori prodotti
da un‘industria affine e analoga, quella dell‘home entertainment e del cinema: è il caso
dei VHS prima e dei DVD dopo, utilizzati non solo per la vendita e la riproduzione di
film, ma anche per concerti, raccolte di videoclip, ecc.
Infine, ha dovuto subire – da parte di un comparto industriale estraneo –
l‘introduzione di un nuovo hardware di lettura: il personal computer, prodotto dalle
industrie informatiche. Tramite strumenti come il masterizzatore o la conversione della
musica in file, il PC ha consentito forme d‘uso e di consumo della musica stessa (come
la copia dei CD o la distribuzione telematica) che la discografia aveva strategicamente
tentato di impedire e/o limitare.
Poi il terremoto che ha cambiato la forma dell‘industria musicale si è verificato
durante alcuni brevi anni intorno all‘inizio del nuovo millennio quando Internet, la
comparsa dei lettori MP3, e lo sviluppo delle reti peer-to-peer (P2P) delinearono di
cambiare radicalmente il panorama del mercato musicale. I consumatori hanno
abbracciato velocemente le opportunità offerte da queste tecnologie. La portabilità e
l‘interoperabilità della musica sono divenute l‘aspettativa generale.
Dunque dall‘introduzione sul mercato di tecnologie e forme di consumo pensate
da un‘industria inizialmente esterna alla musica è nata l‘evoluzione digitale, lo scossone
che ha costretto l‘intero sistema musicale a rimettersi in gioco. Simultaneamente, nuove
entità sono emerse nel canale distributivo e hanno sfidato i modelli di business delle
maggiori etichette musicali esistenti.
9
Thompson J.B., The Media and Modernity. A Social Theory of the Media, 1995, Cambridge, Polity
Press.
16
1.1.2 – Gli attori nel mercato musicale
Le società discografiche o etichette vendono la musica e i prodotti complementari
ai consumatori
10
. Chiaramente, la musica è scritta dagli artisti, i quali, se divengono ben
conosciuti, giocano un importante ruolo nell‘industria musicale. Altri attori diffondono
informazioni circa le nuove uscite musicali. La figura 2 descrive gli attori nell‘industria
musicale
11
. L‘ellisse tratteggiato indica che alcune funzioni economiche sono
verticalmente integrate. È di particolare importanza sottolineare che le società
discografiche effettuano tipicamente la maggior parte delle attività di marketing e
pubblicità.
Figura 2 – L’industria musicale tradizionale
Fonte: Peitz M. e Waelbroeck P., An Economist‘s Guide to Digital Music, 2005, CESifo
Economic Studies, 51 (2-3).
10
Alcuni prodotti complementari sono tipicamente offerti dagli artisti stessi, il più importante dei quali è
rappresentato dai concerti.
11
Alcuni dettagli sono stati tralasciati per semplificare il diagramma, per esempio una band musicale ha
tipicamente un contratto con un manager.
17
1.1.2.1 – Gli artisti
I contratti tra l‘artista e le etichette sono di natura complessa. Mentre molti artisti
con pubblico modesto si lamentano che le grandi etichette li vincolano in contratti di
lungo termine con condizioni sfavorevoli, le etichette discografiche si lamentano
riguardo gli artisti di successo in maniera simile. In particolare, Chuck Philips riporta
che ―gli artisti di successo contrastano il sistema di contratti esistente rifiutando di
consegnare gli album successivi finché non ricevono pagamenti anticipati‖
12
.
Comunque, la maggioranza dei musicisti ricava solo una piccola parte del proprio
reddito dalla musica registrata; essi hanno altri lavori e ricavano soldi dagli spettacoli
dal vivo
13
. L‘artista è spesso affiancato da un manager che, oltre a gestire la dimensione
artistica (stile musicale e immagine dell‘artista), ha una serie di compiti più pratici
riguardanti la negoziazione dei contratti che regolano l‘attività del musicista, per i quali
riceve in cambio una parte dei suoi compensi (in genere una percentuale sui contratti e
sugli ingaggi procurati all‘artista).
1.1.2.2 – Le società discografiche
Storicamente, gli artisti musicali hanno avuto bisogno del supporto di una
etichetta discografica per produrre, promuovere e distribuire la musica. Le società
discografiche funzionano come intermediari tra i produttori della musica (gli artisti) e i
consumatori. Le grandi società discografiche possiedono etichette differenti; ciascuna
etichetta è attiva in certi segmenti del mercato. Il ruolo dell‘etichetta è di selezionare
artisti e offrire servizi agli artisti al fine di realizzare ―abbinamenti‖ tra la musica che
viene registrata e i consumatori. Gli artisti firmano contratti esclusivi con le etichette
discografiche che hanno consentito alle etichette di agire essenzialmente come
monopolisti per il loro contenuto di artisti. Le etichette hanno potuto fissare compensi di
royalty e conseguenti livelli di prezzi al dettaglio coerenti con la disponibilità a pagare
del consumatore e non necessariamente basati sulla qualità della musica. Ciò ha dato
luogo a coerenti strategie di prezzo tra etichette e uscite musicali diverse, riflettendo il
fatto che le etichette, a causa del loro potere monopolistico, non hanno bisogno di
impiegare politiche discriminative di prezzo.
12
Philips C., Record Labels Chorus: High Risk, Low Margin, Los Angeles Times, 31 maggio 2001.
13
Vedi paragrado 1.15.
18
L‘industria musicale è fortemente concentrata: quattro società discografiche
dominano il mercato e nella stampa di business si parla spesso di ulteriori fusioni. I dati
annuali sulle quote di mercato delle diverse etichette (tabella 1) sono pubblicati dalla
International Federation of the Phonographic Industry (IFPI).
Tabella 1 – Quote di mercato delle major nel 2004
Universal 25,5%
Sony BMG 21,5%
EMI 13,4%
Warner 11,3%
Totale 71,7%
Fonte: IFPI, The recording industry in numbers 2005, Londra.
Le quattro più grandi società discografiche, cioè Universal Music, Sony BMG,
EMI e Warner Music, si spartiscono quasi i 3/4 dei ricavi nel mercato discografico
mondiale. Le major discografiche hanno una lunga storia di presunto allineamento dei
prezzi. Uno dei casi più recenti negli Stati Uniti è stato dibattuto nell‘Ottobre 2002,
quando le più importanti società discografiche e tre grandi dettaglianti di musica hanno
accettato di pagare 143 milioni di dollari in contanti e CD per liquidare le accuse di aver
truffato i consumatori fissando prezzi alti
14
. Il presunto allineamento dei prezzi risale al
1995. Durante gli anni a seguire, il prezzo di un CD è lievitato da 12 a 15 dollari. Nel
2000, 28 stati presentarono una causa contro le cinque maggiori etichette discografiche,
sostenendo che le società discografiche avevano colluso per fissare i prezzi dei CD
musicali. La transazione fuori giudizio fu poi raggiunta nel 2002.
1.1.2.3 – I distributori
Rappresentano il canale attraverso il quale il prodotto è venduto sul mercato
(grossista, negozi al dettaglio specializzati, punti di vendita in grandi magazzini,
edicole), mentre il mezzo di distribuzione è costituito dal supporto fisico (es. LP, CD) o
immateriale (es. file) sul quale il contenuto musicale è replicato. I dettaglianti effettuano
14
De Vries L., Settlement In CD-Record Club Suit, CBS news, 5 dicembre 2003,
http://www.cbsnews.com/stories/2003/12/05/entertainment/main587137.shtml.