Capitolo 1
Le espressioni del volto L’uomo, per manifestare le proprie emozioni, utilizza i muscoli mimici
del volto che, uniti alla postura e ai gesti, permettono di comprendere lo stato
d’animo del momento. L’espressione facciale fornisce un commento costante
alla produzione verbale; alle sensazioni rispetto all’ambiente, alla situazione e
alle persone vicine.
Secondo Charles Darwin 1
ad ogni emozione corrisponde un tipico
movimento facciale comune a tutto il genere umano. Si può, quindi, dedurre
che esistono emozioni “fondamentali” che vengono manifestate in ogni luogo
ed in ogni situazione in modo simile, fatta eccezione per le variazioni
attribuibili a fenomeni culturali o dovute ad apprendimento/imitazione. Darwin
volle fornire un’analisi scientifica delle emozioni umane servendosi di schemi
anatomici della muscolatura del volto umano capaci di identificare i movimenti
dei muscoli specifici di ogni emozione.
E’ quindi possibile individuare lo stato d’animo di chi abbiamo di fronte
attraverso l’osservazione dell’espressione del suo volto? A tutti noi è capitato
almeno una volta nella vita di esclamare: “Basta guardarlo in faccia” o “Guarda
che faccia che ha!”.
Il volto è il canale primario delle emozioni. A tal proposito gli studiosi
Ricci Bitti - Zani hanno elaborato uno schema delle emozioni primarie: “ La
ruota delle emozioni mostra le otto emozioni primarie e le risultanti dalla
mescolanza di emozioni primarie adiacenti. Così le emozioni primarie paura e
sorpresa combinandosi danno lo spavento, la combinazione di gioia e
accettazione produce amore”.
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1 Cfr. Darwin, C. (1982).
2 Cfr. Ricci Bitti, P.E. – Zani, B. (1983): pag. 166.
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La “ruota” delle emozioni Prima di loro Darwin aveva attribuito ad ogni emozione delle specifiche
caratteristiche fisiche riscontrabili negli occhi, nella bocca e nelle sopracciglia.
Per esempio : “La paura di solito è preceduta dallo stupore, e anzi queste due
emozioni hanno molte analogie fra loro, tanto che entrambe hanno l’effetto di
attivare immediatamente il senso della vista e dell’udito. Inoltre sia nell’uno
che nell’altro stato mentale, gli occhi e la bocca si spalancano e le
sopracciglia si sollevano. Un uomo impaurito in un primo momento rimane
immobile come una statua, senza neanche respirare, oppure si rannicchia
come se volesse evitare istintivamente di essere visto”.
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Ogni uomo, quindi,
manifesta le proprie emozioni per lo più attraverso il volto, anche se nella
maggior parte dei casi compie dei movimenti involontari ed inconsapevoli.
Darwin teorizza che per ogni emozione fondamentale esista un
movimento facciale che porta a dedurre la natura innata delle espressioni
delle emozioni. Ci sono casi in cui, però, l’apprendimento e l’imitazione
possono falsare la naturalezza delle emozioni. A differenza di Ricci Bitti - Zani,
Darwin amplia le categorie di emozioni relative ad ogni espressione facciale:
3 Cfr. Darwin, C. (1982): pag. 355.
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1. Depressione, ansietà, afflizione, scoraggiamento, disperazione;
2. Gioia, allegria, amore, sentimenti affettuosi, devozione;
3. Riflessione, meditazione, irritabilità, malumore, determinazione;
4. Odio e ira;
5. Disdegno, disprezzo, disgusto, colpevolezza, superbia, incapacità,
pazienza, affermazione e negazione;
6. Sorpresa, stupore, paura, orrore;
7. Vergogna, timidezza, modestia.
Anche lo studioso Ekman rintraccia un legame tra le emozioni
fondamentali e espressioni facciali, ma ritiene che le differenze culturali siano
da ricercarsi negli stimoli ambientali, e nelle diverse situazioni sociali. La sua
teoria sull’espressione facciale delle emozioni denominata “neuro-culturale”
sottolinea i due fattori fondamentali del suo pensiero, l’uno relativo agli aspetti
universali, l’altro alle differenze culturali. “Il termine <<neuro>> si riferisce alla
relazione fra particolari emozioni e l’attivazione di determinati muscoli facciali;
tale relazione costituisce quello che Ekman definisce <<programma facciale
delle emozioni>> che sarebbe almeno in parte innata. Il termine
<<culturale>> si riferisce invece agli eventi o circostanze attivanti che
suscitano l’emozione, alle regole che ne controllano la manifestazione ed alla
maggior parte delle conseguenze che ne derivano, tutti elementi che variano a
seconda delle culture e che sono appresi”.
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Fondamentali per l’interazione sociale sono i cenni del capo che il
ricevente compie per dare una risposta, un segnale per l’emittente che in
questo modo può valutare il grado di attenzione o di disattenzione, di
partecipazione o di disinteresse dell’interlocutore. Un ruolo importante
nell’interazione sociale viene svolto dallo sguardo che può essere
accompagnato da espressioni facciali diverse e può segnalare stati d’animo
quali interesse, attrazione, ecc, e che risulta collegato alla comunicazione
verbale come veicolo di rimando delle informazioni.
Altri elementi essenziali nella comunicazione sono il riso e il sorriso che
si presentano quando un individuo si trova in compagnia e permettono di
4 Cfr. Ricci Bitti, P.E. – Zani, B. (1983): pag. 167.
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raccoglie molte informazioni sull’ambiente. Attraverso gli sguardi, le
espressioni, i cenni del capo, i sorrisi si può capire se un individuo sia
particolarmente socievole o da quale stato d’animo sia attraversato in quel
momento.
Ma come mai possiamo interpretare lo stato d’animo dei nostri
interlocutori? Possiamo riuscire a comprendere le emozioni di chi ci sta intorno
in quanto si manifestano in ognuno di noi e, quindi, siamo in grado di
riconoscere negli altri ciò di cui abbiamo un’esperienza personale.
Le espressioni facciali, come teorizzato da Morris 5
, sono comprensibili
perché comuni a tutti. Osservando, quindi, una serie di sguardi è facile
attribuirli ad un’emozione specifica.
5 Cfr. Morris, D. (1978).
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1.1 La classificazione semantica La mia ricerca si è svolta durante tutto il periodo estivo avendo la
possibilità di fotografare i bambini all’interno e all’esterno della struttura, in
diversi momenti della giornata dedicati al gioco organizzato o al gioco libero.
Ognuna di queste variabili ha prodotto del materiale fotografico differente. Ho
notato come, ad esempio, i bambini più timidi e riservati tendessero ad isolarsi
e, quindi, ad avere comportamenti più riflessivi o a manifestare tristezza e
malumore quando veniva data la possibilità di giocare senza un’
organizzazione da parte dell’animatore. Gli stessi bambini spinti a partecipare
a giochi di gruppo assumevano espressioni ed atteggiamenti di allegria e
rilassatezza.
Un primo passo verso la creazione di un classificatore semantico è
stato quello di confrontare il materiale fotografico in mio possesso con la
“ruota delle emozioni” di Ricci Bitti - Zani 6
. Da una prima analisi ho potuto
constatare come espressioni primarie quali l’accettazione, l’anticipazione e la
collera fossero totalmente assenti.
L’ambiente in cui si è svolta la mia ricerca era quello di un centro estivo
in cui le interazioni tra i bambini erano prevalentemente quelle del gioco e
quindi la possibilità di provare forti emozioni negative come l’ira, il disprezzo o
la superbia, era sicuramente inferiore, ma non totalmente impossibile, rispetto
alla possibilità di riscontrare emozioni positive quali la gioia, l’allegria, la
sorpresa. Ho potuto rilevare categorie di emozioni come la meditazione, il
disappunto o lo scoraggiamento non rilevate da Ricci Bitti - Zani, ma prese in
considerazione da Darwin. La classificazione fatta da Darwin prevedeva
categorie di emozioni come l’odio e l’ira, riscontrabili in maniera meno
evidente rispetto a emozioni come l’allegria o la gioia.
Avendo molto materiale a mia disposizione ho selezionato le fotografie
in cui l’espressione del volto fosse dominante e in cui il significato percepito
fosse di facile comprensione. Nelle immagini che seguono ho cercato di
6 Cfr. Ricci Bitti, P.E. – Zani, B. (1983): pag. 166.
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mettere in evidenza gli stati d’animo ed i gesti ad essi correlati spiegando
quando e in che situazione la fotografia è stata scattata:
1. CLASSIFICATORE DI: DEPRESSIONE, ANSIETA’, AFFLIZIONE,
SCORAGGIAMENTO, DISPERAZIONE. Lara manifesta, attraverso lo sguardo diretto verso il basso e una
smorfia sulla bocca, lo scoraggiamento per aver perso nel gioco
di squadra.
Lo stato d’animo, oltre che dal viso, si può comprendere dalla
postura ricurva e dalle braccia abbandonate sulle gambe.
In questo particolare momento Lara è ansiosa per lo
svolgimento del gioco. Si può notare dallo sguardo fisso
verso i compagni di squadra, dalla bocca quasi serrata e
dalle sopracciglia inarcate.
Anche le mani, che sembrano mescolare le carte, fanno
intuire questo stato di ansia.
Lo sguardo di Beatrice e il suo mettersi nel mani nei capelli
rendono l’idea della disperazione che la bambina prova in
seguito ad una sconfitta subita durante la partita di calcio
balilla.
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Emanuel con questo suo gesto di “aggrapparsi” alla rete, che
divide il campo da calcio dalle panchine, e il suo sguardo diretto
verso gli amici che stanno giocando a calcio manifesta un senso
di afflizione per non poter prendere parte al gioco.
Chiara ha un’espressione triste e depressa con lo sguardo diretto
verso agli altri bambini che stanno giocando nel campo da calcio.
La bocca è tesa fino a fare una smorfia di disappunto in quanto
vorrebbe partecipare al gioco, ma la sua timidezza le rende più
difficile l’interazione con gli altri bambini.
Enrico enfatizza il suo scoraggiamento per aver perso la gara
di percorso ad ostacoli socchiudendo gli occhi e
abbandonando le braccia lungo il corpo quasi a voler indicare
di aver usato inutilmente tutte le energie.
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2. CLASSIFICATORE DI: GIOIA, ALLEGRIA, AMORE SENTIMENTI
AFFETTUOSI, DEVOZIONE. Sara è felice per la proposta del nuovo gioco da parte dell’animatore
e manifesta questa sua allegria attraverso il sorriso ed uno sguardo
che richiama alla felicità.
Sara esulta mostrando le carte che le hanno permesso di vincere
la partita. Il suo sorriso e i suoi occhi trasmettono tutta l’allegria e
la felicità che sta provando.
Lara manifesta il suo affetto sia utilizzando
le mani per stringere la faccia del bambino
sia attraverso il sorriso e lo sguardo diretto
al suo amico.
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