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INTRODUZIONE.
Il presente studio ha per oggetto la metropolitana leggera automatica di Brescia
attualmente in costruzione nell’ambito della rete di trasporto pubblico provinciale.
In sintesi, il presente lavoro si divide in sei parti:
1) Inquadramento geografico della provincia di Brescia.
2) Analisi delle infrastrutture di trasporto esistenti.
3) L’analisi della domanda di trasporto nei primi studi di fattibilità della
metropolitana leggera automatica di Brescia.
4) L’intervento: la metropolitana leggera automatica di Brescia.
5) Le conseguenze dell’entrata in servizio della metropolitana leggera automatica
di Brescia.
6) Conclusioni.
Si è ritenuto innanzi tutto necessario descrivere la zona territoriale interessata
dall’analisi, perciò la prima parte del lavoro presenta un profilo geografico, demografico ed
economico del territorio della provincia di Brescia.
Nella seconda parte si è inteso fornire una rappresentazione quantitativa e
qualitativa dell’offerta di trasporto, mettendo in luce le caratteristiche delle infrastrutture
esistenti (strade, ferrovie, parcheggi) e dei servizi di trasporto pubblico (urbani ed
extraurbani) che interessano il territorio provinciale.
Nonostante l’area interessata dalla linea della metropolitana leggera automatica di
Brescia e dalle sue previste estensioni future sia limitata al capoluogo ed ai comuni
costituenti la sua area metropolitana, è necessario analizzare la struttura dell’offerta di tutta
la provincia, poiché l’influenza di queste infrastrutture di trasporto non può essere limitata
ad aree definite e ristrette.
L’offerta di trasporto pubblico della provincia comprende quattro modalità: il
trasporto stradale, la ferrovia, la navigazione lacuale ed il trasporto aereo.
Nella parte relativa all’offerta l’oggetto principale di studio è il trasporto stradale,
mentre gli altri tre modi (trasporto aereo, navigazione lacuale e ferrovia) sono tenuti
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presenti per le loro interazioni col modo principale. La ferrovia interessa per gli ambiti
d’intersezione, di concorrenza e di completamento con la rete di autolinee. Il trasporto
aereo e la navigazione lacuale, interessano solo in un ambito complementare.
Per l’elaborazione dell’offerta di trasporto si è seguito il presente schema:
- descrizione delle infrastrutture (aeroporto, viabilità principale, impianti ferroviari
etc.);
- analisi globali dei servizi (linee, parametri di servizio).
Esaurita l’indagine dell’offerta, l’analisi si sposta sulla domanda di trasporto
all’epoca in cui l’Azienda Servizi Municipalizzati del Comune di Brescia (A.S.M. S.p.A.),
dopo un approfondito studio preliminare del settembre 1986, maturò la decisione di fare
eseguire i primi studi circa la fattibilità per dotare la città di Brescia di una metropolitana
leggera automatica
1
. Dai risultati di tali studi, rielaborati in seguito dall’A.S.M. S.p.A. e
completati per quanto riguarda i costi, le modalità di realizzazione, la copertura finanziaria
dell’investimento risultò un rapporto finale che venne approvato dalla Commissione
Amministratrice con delibera del 14 dicembre 1987 e trasmesso, con le proposte attuative,
all’Amministrazione Comunale di Brescia.
La terza parte del lavoro sintetizza l’analisi della domanda di trasporto contenuta
nel rapporto ufficiale, che negli anni successivi ha rappresentato la base per lo sviluppo del
progetto di realizzazione della metropolitana leggera automatica di Brescia. Essa si
compone di varie fasi logiche. Dapprima analizza gli aspetti urbanistici e socio-economici
del contesto urbano al fine di valutarne le future evoluzioni per poi passare all’analisi della
domanda di trasporto vera e propria e, sulla base delle indagini statistiche allora
disponibili, alla costruzione delle matrici origine-destinazione degli spostamenti effettuati
sia con mezzi pubblici che privati, al fine di determinare la domanda totale di trasporto
suddivisa sia per tipo di vettore utilizzato (mezzo pubblico o privato) che per categoria
d’utenza sistematica (lavoratori o studenti) elaborando le possibili evoluzione future. Infine
analizza la rete di trasporto nelle tre componenti, della rete viaria, di autolinee pubbliche
urbane e di autolinee pubbliche extraurbane attraverso l’uso della tecnica dei grafi, che
permette l’applicazione di modelli matematici di simulazione del funzionamento delle reti
1
Tali studi vennero assegnati contemporaneamente a due società, la Fiat Engineering di Torino e la
Transystem di Milano (A.S.M. S.P.A. - AZIENDA SERVIZI MUNICIPALIZZATI DEL COMUNE DI
BRESCIA - UFFICIO STAMPA E P.R. (a cura di), Metropolitana leggera automatica: fattibilità, Brescia,
Advertising Studio A.S., Litografica Bagnolese, marzo 1988, p. 1).
9
stesse. Tali simulazioni, condotte con riferimento alla configurazione del trasporto
pubblico di quegli anni, vennero poi estese, con la stessa metodologia, ad altri sistemi di
trasporto per confrontarne il grado di efficacia rispetto alla domanda di trasporto dell’area
metropolitana bresciana. Tra le diverse tipologie allora prese in esame e ritenute fattibili
per Brescia (filobus, tram in sede propria e non, metropolitane leggere su gomma o su
ferro, a guida automatica e non), l’esito del confronto portò alla scelta di realizzare per
Brescia un sistema di metropolitana leggera automatica. Le simulazioni vennero infine
utilizzate per selezionare, tra le “linee potenziali” ottenute collegando i centri attrattori e le
zone generatrici di traffico attuali e future, le “linee più convenienti”, e quindi i tracciati
della futura metropolitana leggera automatica di Brescia.
La quarta parte è dedicata alla descrizione dell’infrastruttura. Inizia illustrando la
storia del progetto della metropolitana, con le tappe principali che hanno portato alla scelta
del vettore e del tracciato più appropriato, poi alla realizzazione dell’intervento vero e
proprio, con i pareri e dei finanziamenti richiesti ed ottenuti negli anni, dall’inizio fino ai
giorni nostri. Si prosegue riportando una sintesi dei principali dati economici dell’opera,
indicando gli obiettivi che si intendono conseguire. Si passa poi alla descrizione del
tracciato, avvalendosi anche di supporti cartografici e si enunciano le caratteristiche
tecniche del veicolo quali, le dimensioni, la capacità di trasporto etc. ed il
dimensionamento della flotta che potrà variare nel tempo dall’entrata in esercizio fino a
giungere a regime. La descrizione passa poi al Sistema Automatico, vero e proprio
“cervello” dell’intero sistema della metropolitana. Successivamente si illustra come si
configurerà il servizio in termini di prestazioni, numero di persone trasportate, velocità e
tempi di percorrenza medi previsti etc., soffermandosi sul comfort riservato ai passeggeri e
sulle misure previste per la fruizione del servizio da parte dei portatori di handicap.
Vengono poi descritte le due previste future estensioni della metropolitana, la prima verso
“Fiera”, dal nome della stazione capolinea che stando ai progetti dovrebbe sorgere nei
pressi del nuovo polo fieristico, la seconda verso “Val Trompia” che rappresenta il primo
sbocco extraurbano del metrò, collegando alla città tutta una serie di centri abitati della
bassa e media valle e che col capoluogo costituiscono ormai un continuum edilizio. In
ultimo trova spazio la cantierizzazione e lo stato d’avanzamento dei lavori.
Nella quinta parte si passa alla valutazione degli effetti previsti, sul sistema della
mobilità bresciana, dall’entrata in servizio della metropolitana. Si riporta la stima dei
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passeggeri attesi, sul sistema di trasporto pubblico e sulla metropolitana, effettuata da
Brescia Mobilità S.p.A. applicando il modello di simulazione Cube Voyager
2
ai dati di
mobilità attuale. Vengono descritte le modifiche che si prevede interesseranno le autolinee
urbane ed extraurbane mano a mano che entreranno in funzione dapprima la prima tratta
urbana Prealpino - S. Eufemia/Buffalora con l’estensione urbana a “Fiera” e
successivamente con l’estensione extraurbana in “Val Trompia” del nuovo vettore. Trova
spazio anche la descrizione del progetto di riqualificazione delle linee ferroviarie della
provincia ad uso metropolitano proposto dall’Amministrazione Provinciale attraverso il
Piano di bacino della mobilità e dei trasporti - marzo 2009, che potrà trovare nella
realizzazione della metropolitana di Brescia e delle sue estensioni un sicuro “volano”.
Chiudono il lavoro alcune considerazioni sulle opportunità che la metropolitana
potrà offrire all’intero sistema della mobilità provinciale nella prospettiva che si realizzi un
efficiente sistema di trasporto integrato dove ogni soggetto gestore del servizio di trasporto
pubblico operi in maniera coordinata e sinergica con tutti gli altri.
2
Cube Voyager è un sistema informatico per l’analisi dei sistemi di trasporto che integra gli strumenti per la
previsione della domanda di trasporto, simulazione del traffico e sistemi G.I.S. (Geographical Information
System). Basato su una struttura modulare supportata su uno specifico linguaggio di programmazione
permette di sviluppare modelli di traffico basati sull’analisi della capacità della rete e delle intersezioni, così
come modelli di trasporto pubblico multipercorso. Incorpora strumenti di calcolo delle reti e delle matrici per
la valutazione della domanda di mobilità e per la comparazione dettagliata tra scenari. Fornisce un sistema
con cui sviluppare modelli in grado di analizzare diverse politiche di pianificazione e sviluppo a scala urbana
e regionale.
Le funzioni di Cube Voyager:
- Network: viene utilizzata per realizzare grafi di rete, introducendo archi, intersezioni e rampe. Questa
funzione crea un database delle infrastrutture che può essere utilizzato nella stima dei percorsi punto-a-
punto e di costi, tempi e distanze di spostamento. Valuta inoltre intersezioni semaforizzate, a precedenza
semplice, rotatorie e rampe, elementi determinanti per la ricerca del percorso di costo minimo e nel
processo di assegnazione. Viene utilizzata come elaboratore in grado di valutare e confrontare reti del
traffico privato e del trasporto pubblico e le loro variabili.
- Highways: utilizzata per calcolare i percorsi zona-zona e le corrispettive matrici di costo, usate in fase di
analisi e per la valutazione della domanda di mobilità. Per i percorsi analizza inoltre le intersezioni e la
capacità degli archi
- Assegnazione: basata sull’analisi della capacità delle intersezioni. Definisce il tempo perso dall’utente e
quanto influisce sulla scelta del percorso. Valuta elementi quali i flussi di saturazione e le code.
- Public Transit: utilizzata per studiare sistemi di trasporto pubblico. Permette di analizzare sistemi di
qualsiasi dimensione, con un numero illimitato di linee, nodi ed archi. Gestisce in automatico le
connessioni pedonali, il trasferimento dall’auto al servizio di trasporto pubblico ed il transito tra diversi
sistemi. Può generare report e tabelle di sintesi dei dati del sistema di trasporto pubblico. Il modello di
simulazione multipercorso valuta le alternative tra le varie origini e destinazioni, lungo cui analizzare
tutti gli elementi che compongono il “costo di spostamento” su trasporto pubblico accesso, attesa,
trasbordo etc. (Brescia Mobilità S.p.A., 2009).
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PARTE PRIMA.
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA.
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PARTE PRIMA.
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA.
1.1 Inquadramento geografico generale.
La provincia di Brescia, con un territorio di 4.784,36 kmq
3
, è la più grande
provincia lombarda per superficie.
Collocata geograficamente all'estremità orientale della Lombardia, si estende su un
territorio costituito per più della metà da zone montuose, per quasi un terzo da pianura e
per la restante parte da aree collinari.
Confina, da nord ed in senso orario, con le province di Trento, Verona, Mantova,
Cremona, Bergamo e Sondrio.
Dal Monte Gavia (m 3.223 s.l.m.), limite settentrionale della provincia, essa si
estende fino al confine meridionale del comune di Fiesse (m 39 s.l.m.), per una lunghezza,
in linea d’aria, di circa 123 km; dal corso del Fiume Oglio, ad ovest, fino al centro del
ramo settentrionale del Lago di Garda, ad est, per una larghezza, sempre in linea d’aria, di
circa 76 km.
Il territorio presenta gli aspetti geografici più vari: dagli ambienti alpini con i
ghiacciai e le rocce del Gruppo dell’Adamello, alla zona prealpina tra i grandi laghi
subalpini di Garda, d’Iseo e d’Idro; dalle colline moreniche coltivate a vigneti ed ulivi, alla
grande pianura irrigua con le estese coltivazioni di cereali e foraggio; dalle boscose vallate
alpine, agli ambienti “mediterranei” tipici della riviera del Lago di Garda.
La struttura geografica della provincia di Brescia può essere schematicamente
riassunta come segue (fig. 1):
- a nord la Val Camonica, affiancata dalle ultime propaggini orientali delle Alpi
Retiche ed Orobie, nonché dalle Prealpi Lombarde, percorsa dal Fiume Oglio fino
all’estremità settentrionale del Lago d’Iseo;
3
Dati: Provincia di Brescia, 2009.
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- più a sud la Val Trompia, dal Monte Maniva fino al limite settentrionale della città
di Brescia, attraversata dal Fiume Mella, e la tortuosa Val Sabbia, percorsa dal
Fiume Chiese, dal Lago d’Idro fino al comune di Roè Volciano, dove s’apre la
vasta zona collinare della Valtenesi;
- ad ovest il Lago d’Iseo, ad est il Lago di Garda, circondati a sud, il primo dalla
zona umida delle torbiere, ed entrambi da colline moreniche d’origine glaciale;
- a sud la grande pianura declinante verso il Fiume Oglio.
L’area settentrionale: le montagne e le valli.
La montagna copre il 55% del territorio bresciano; le vallate principali sono la Val
Camonica, la Val Trompia e la Val Sabbia.
La Val Camonica, con una superficie di 1.351 kmq, è la più vasta del bresciano;
percorsa dal Fiume Oglio, si estende per una lunghezza di 81 km, fra il Passo del Tonale
(m 1.883) e Pisogne.
La Val Trompia, percorsa dal Fiume Mella, ha una superficie di 298 kmq ed una
lunghezza di 40 km, dal Monte Maniva (m 1.863) alle porte della città di Brescia.
La Val Sabbia, percorsa dal Fiume Chiese, ha una superficie di 372 kmq ed una
lunghezza di 40 km, da Ponte Caffaro (fraz. di Bagolino) a Roè Volciano.
L’area centrale: le colline ed i laghi.
Vasta ed articolata è l’area centrale collinare della provincia di Brescia, pari al 16%
del territorio. Essa comprende, oltre alle zone collinari della Franciacorta, delle Colline di
Brescia, delle Colline moreniche a sud del Benaco e della Valtenesi, anche tre dei maggiori
bacini lacustri subalpini italiani: i laghi di Garda, d’Iseo, e d’Idro.
La Franciacorta è la zona di colline, ad ovest di Brescia, costituenti l’anfiteatro
morenico che chiude a sud il bacino del Lago d’Iseo, mentre le colline di Brescia, sono le
ultime propaggini meridionali delle Prealpi che a semicerchio circondano da nord la città.
Le colline moreniche a sud del Benaco, ad est di Brescia, disegnano un anfiteatro morenico
che chiude a sud il bacino del Lago di Garda. La Valtenesi, infine, è la zona collinare
rivierasca e dell’entroterra che si estende per una ventina di chilometri lungo la sponda
bresciana del Lago di Garda tra Salò e Desenzano.
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Il Lago di Garda, con una superficie di 370 kmq, è il più grande dei laghi italiani.
Ha una profondità massima di 347 m ed un perimetro di 155 km. Ha per immissario il
Fiume Sarca che nasce e scorre interamente in territorio trentino e per emissario il Fiume
Mincio che esce dal lago presso Peschiera del Garda in territorio veronese. Di contro le
riviere occidentale e meridionale, della lunghezza complessiva di 59 km, appartengono
quasi completamente alla provincia di Brescia (la riviera orientale alla provincia di Verona,
quella settentrionale alla provincia di Trento).
Il Lago d’Iseo, con una superficie di 65 kmq è il settimo in Italia per ampiezza e il
quarto di Lombardia. Ha una profondità massima di 251 m ed un perimetro di 60 km. Lo
alimenta il Fiume Oglio che si immette nel bacino tra Pisogne (BS) e Lovere (BG) ed esce
tra Paratico (BS) e Sarnico (BG). Al centro del lago è situato Monte Isola che, con una
superficie di 5 kmq, è la maggiore delle isole lacustri europee. A sud, tra il lago e la zona
collinare della Franciacorta, si trova la vasta zona umida delle torbiere d’Iseo, riserva
naturale avifaunistica di grande importanza. La riviera occidentale del lago appartiene alla
provincia di Bergamo, quelle orientale e meridionale alla provincia di Brescia.
Il Lago d’Idro ha una superficie di 10,87 kmq e una profondità massima di 122 m.
Posto a 368 m s.l.m. è, fra i grandi laghi subalpini, il più elevato della Lombardia. Lo
alimenta il Fiume Chiese che si immette nel bacino a Ponte Caffaro, nel comune di
Bagolino, ed esce ad Idro.
L’area meridionale: la pianura.
Copre il 29% del territorio bresciano. E’ delimitata, a grandi linee, a nord dalla
linea ferroviaria Milano - Venezia, a sud-ovest dal corso inferiore del Fiume Oglio, a sud-
est dai confini con le province di Cremona e di Mantova tortuosamente tracciati sino al
Lago di Garda. I fiumi Chiese e Mella scendono quasi paralleli lungo la pianura, mentre
l’Oglio, che viene dal confine occidentale, correndo ad oriente verso il Po, li raccoglie con
le acque dei canali che gli stessi fiumi alimentano.
15
Fig. 1. Carta fisico-politica della provincia di Brescia; (rielaborazione da: Atlante Geografico Moderno De Agostini, Istituto
Geografico De Agostini, Novara, 1989, p. 15).
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Il capoluogo.
Con una popolazione di 189.742 unità (al 31/12/2007)
4
Brescia è, dopo Milano, la
seconda città della Lombardia per numero di abitanti. Situata in pianura alle falde delle
Prealpi, presso lo sbocco della Val Trompia, a nord-est la città è delimitata dalle colline dei
Ronchi, ultime propaggini del Monte Maddalena (m 875 s.l.m.).
E’ dominata dal Colle Cidneo, sul quale avrebbe trovato sede l’antico insediamento
dei Galli Cenomani. Dopo la conquista romana, ai piedi del colle venne costruito il
castrum che, assunta notevole importanza, nel 49 a.C.
5
divenne municipio. Distrutta dalle
invasioni barbariche (in particolare di Attila nel 452 d.C.), la città risorse lentamente, sulle
rovine di quella antica, sotto i Longobardi. In periodo comunale prese sviluppo sul lato
occidentale, fu cinta da mura e si arricchì di pregevoli edifici. Nuovi ampliamenti si
verificarono durante il dominio di Venezia: la città si dotò di una nuova e più ampia cinta
muraria che si innestava al Castello (precedentemente eretto sul Colle Cidneo dai Visconti
di Milano). Il Colle Cidneo fino a quel tempo era collegato alle colline dei Ronchi: nel
1553
6
la Repubblica di Venezia decise, nell’ambito dei lavori di consolidamento delle
strutture difensive del Castello, di isolarlo, scavando la grandiosa trincea nella quale oggi
corre via Turati e costituisce tutto il lato est del ring cittadino.
Dopo l’Unità d’Italia lo sviluppo urbano assunse un ritmo pari a quello delle
maggiori città lombarde e la cerchia delle mura cedette a poco a poco alla forza espansiva
dell’agglomerato urbano.
Lo sviluppo industriale accelerò nel XX secolo l’espansione edilizia. Nel 1932
7
si
inaugurava la nuova grande Piazza della Vittoria, che divenne il nuovo centro della vita
cittadina, sostituendo in parte le vicine Piazze del Duomo e della Loggia.
Circonda la città, da nord, da ovest a da sud, il Torrente Garza (quasi ormai
completamente intubato) che disegna la prima periferia, caratterizzata da viali alberati e da
giardini. Ma ben oltre questa periferia Brescia si è sviluppata in tutte le direzioni, tanto da
apparire oggi come una città stellare, i cui edifici hanno ormai colmato il vuoto che un
4
Fonte dei dati: ISTAT, Popolazione residente al 31/12/2007.
5
Fonte: MAZZA A., Il Bresciano, Bergamo, Editore Bortolotti S.r.l., 1986, Vol. 2, “Le colline e i laghi”, p.
11.
6
Ibidem, p. 12.
7
Fonte: GATTI T., ZANI E., Brescia e la sua terra, Brescia, Cartolibreria Umberto Baronio, 1979, p.18.
17
tempo la divideva dalle sue frazioni di Mompiano, Stocchetta, Urago Mella, Mandolossa,
Fornaci, Folzano, Volta e S. Eufemia.
Il territorio del Comune di Brescia misura 89,78 kmq
8
e confina con i comuni di
Borgosatollo, Botticino, Bovezzo, Castelmella, Castenedolo, Cellatica, Collebeato,
Concesio, Flero, Gussago, Nave, Rezzato, Roncadelle e San Zeno Naviglio.
1.2 Aspetti demografici.
La popolazione della provincia di Brescia il 31/12/2007 ammontava a 1.211.617
unità
9
; Brescia è quindi una delle nove province italiane con più di un milione di residenti.
Il rapporto con la dimensione territoriale si traduce in una discreta densità
demografica, superiore a quella media italiana, ma comunque inferiore a quella regionale e
del centro-nord. Il grado di concentrazione in comuni di grandi dimensioni demografiche
risulta invece piuttosto basso: solo 4 comuni su 206 (Brescia, Desenzano del Garda,
Lumezzane, Montichiari) superano i 20.000 abitanti ed in essi risiede circa il 21,7% della
popolazione.
Le caratteristiche geo-demografiche permettono di distinguere tre aree sub-
provinciali (fig. 2):
- il nord della provincia, prevalentemente montuoso, dove gli unici centri con valori
di rilievo di densità demografica sono concentrati nella bassa Val Camonica;
- l'area collinare della Franciacorta ad ovest, la vasta zona pianeggiante dell’umland
bresciano ed i comuni della bassa e media Val Trompia (detti anche “Città
triumplina” per la continuità edilizia con il capoluogo) presentano i livelli maggiori
di addensamento;
- la Bassa bresciana, estremità meridionale della provincia, è caratterizzata da un
livello intermedio di densità demografica.
8
Fonte: Comune di Brescia, 2009.
9
Dati: ISTAT, Popolazione residente al 31/12/2007.