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1. SCIAMANI.
“Il mistero di ciò che possiamo chiamare musica,
se il termine è appropriato, può essere riscoperto grazie al cinema”
Michel Chion 26
Nell’ordine storico dei musici-sacerdoti “è da segnalare un altro
personaggio di natura essenzialmente magica. È lo sciamano, che per mezzo del
suo canto o del suo tamburo cerca di salire al cielo per posare la mano sugli dèi o
sugli spiriti, […] la cui potenza promana dalle facoltà di imitazione, che egli
sviluppa sia con la voce sia con il suo strumento […] Questo è il canale
attraverso cui le forze terrestri possono comunicare con le forze celesti. […] Lo
sciamano è ora medico o produttore di pioggia, ora fabbro ora cacciatore.” 27
“ E’ indubitabile che la musica svegli sentimenti e emozioni negli
ascoltatori” 28
e che i musicisti possano muovere i fili dei nostri stati d’animo,
servendosi degli stratagemmi prodotti da una lunga esperienza empirica e
teorica. Scrisse il violinista Geminiani:
Quando esso [il vibrato] è protratto gonfiando progressivamente il
suono, tenendo l'arco vicino al ponticello e concludendo con forza,
può esprimere maestà, dignità, ecc. Accorciandone per contro la
durata, attenuandone la sonorità e rendendolo più morbido, può
esprimere afflizione, paura, ecc. E, quanto all'esecuzione musicale,
l'esperienza ha mostrato che l'immaginazione dell'ascoltatore è a tal
punto alla mercé del virtuoso che, con l'aiuto di variazioni,
movimenti, intervalli e modulazioni può imprimere nella mente
qualunque impressione gli aggradi.
29
26
Close Up , Storie della Visione , Anno X n. 18, marzo-giugno 2006, Kaplan Torino, p.24
27
M. Schneider, Il Significato..., op.cit. , p.55
28
Traduzione personale da: L.B. Meyer, Emotion and meaning in music , University of
Chicago Press, Chicago, 1956, p.iii 29
L.B. Meyer, Emozione..., op.cit., p.259
16
Gli studiosi - da Pitagora agli psicologi del XXI secolo - che hanno investigato la
natura dei significati che la musica nasconde con l'intenzione di elencarli e
decifrarli, hanno applicato lo stesso approccio che gli archeologi adottano
quando ritrovano delle antiche iscrizioni ignote: sperano di poter risalire,
all’inverso, il percorso che conduce dai segni ritrovati agli oggetti del mondo a
cui essi avessero potuto fare riferimento. Il criterio sarebbe validissimo se la
musica fosse un lingua pari alle lingue storico-naturali usate dagli uomini per
comunicare tra loro: lingua di cui gli elementi costituenti, e delle combinazioni
di essi, permettano di trasmettere significati spesso riferiti a delle cose precise
del mondo. Se la musica fosse solo una delle migliaia di lingue del mondo,
basterebbero degli acuti traduttori e dei dotati crittografi per scriverne un
vocabolario completo. La musica non è tuttavia una lingua, nel senso tecnico di
“sistema per lo scambio di significati per mezzo di segni”. Essa si avvicina però
all’idea di linguaggio , visto come facoltà di espressione. Parrebbe più indicato
cercare in direzione della comprensione di che cosa essa esprima senza ricercare
ostinatamente l'equivalente di “parole” e di regole grammaticali al suo interno.
Invece se ci sforziamo di decifrare il significato di un pezzo di musica,
se lo vogliamo trattare come un sistema di segni e lo attraversiamo
nella speranza di intravedere qualcosa d'altro, non ascoltiamo più la
musica: ci lasciamo sfuggire i suoni e altro non troviamo.
30
Capire a che cosa la musica si possa “riferire” è un passo importante per fare luce
sulla capacità di trasmissione delle emozioni. Le parole dei linguaggi umani
influiscono sulla nostra emotività ma spesso indirettamente e successivamente
ad un collegamento psicologico sprigionantesi dall’individuazione del referente
legato al segno linguistico: il semplice udire la parola “morte” non ci sconvolge
quanto il capire, con pochi millisecondi di ritardo, il concetto cui quella
sequenza di 5 fonemi faccia riferimento. Va aggiunto che la sonorità stessa della
parola pronunciata influisce sulla sua percezione emotiva e sull’effetto mentale
che produce sull'interlocutore: non si può non notare quanto il suono stesso
della parola / morte / e /freddo / sia aspro, tremendo, rispetto a parole più dolci
come / soffice/ , / vita/ , / calore /. Il profilo melodico generale del parlato è difatti,
più delle singole parole, ciò che capisce l’infante quando i genitori comunicano
30
M. Mila, L'esperienza musicale e l'estetica , Giulio Einaudi Editore, Torino, 1978, p.33
17
con lui. Gridare un rimprovero a qualcuno è molto diverso, emotivamente e
pure semanticamente, dallo spiegarlo con pazienza e dolcezza.
La “sonorità” intrinseca ai linguaggi umani fornisce i significati emotivi che i
segni linguistici da soli non contengono. La “musica” è stata dunque immessa
nel nostro linguaggio ai suoi primordi, quando esso somigliava a una sorta di
“pre-linguaggio acustico”, più diretto delle lingue contemporanee, ma forse
troppo poco preciso per le moderne esigenze. Ribadendo che l’origine delle
lingue umane è tuttora incerta, è oggi seriamente considerata l'ipotesi che una
buona parte del loro nucleo si sia originata da un pre-linguaggio musicale e non
semiotico.
Nello svolgere un discorso organico sulle figure dello s ciamano e del
sonorizzatore , si dovranno ricercare le tracce che ricompongano la separazione
temporale, geografica e culturale esistente tra le rispettive civiltà
d’appartenenza, ponendo in rilievo la tematica musicale-sonora. Entrambi i
mestieri comportano la produzione di musica con lo scopo di influire
sull’animo di chi ascolta.
“ Lo sciamano, prima di tutto è un musicista ed un signore di spiriti” 31
:
imita le voci della natura e delle forze in essa presenti; si esercita a sviluppare un
suo proprio bagaglio fatto di suoni estremamente realistici; incidendo sulla
psico-fisiologia degli astanti, altera in loro la percezione comune del tempo e
dello spazio; concepisce i rumori e la musica in una relazione in cui non vi è
soluzione di continuità e “manipolando” gli elementi sonori produce effetti
sugli stati di coscienza; i suoi rituali curativi assumono la forma di racconti
narrati per gesti e suoni:
Attraverso una forma di rappresentazione teatrale mimica egli opera
una materializzazione degli spiriti che invoca 32
Riproducendo, oltre ai gesti, le voci e i suoni degli “spiriti” lo sciamano permette
al pubblico che non vede tutto ciò che egli può vedere durante le sue sedute
visionarie, di seguire la storia del racconto. La rappresentazione musicata del
guaritore fa immaginare ai presenti il mondo invisibile con cui egli entra in
31
I.M. Lewi s, Possessione, stregoneria, sciamanismo , Liguori Editore, Napoli, 1993 ,
p.133
32
I.M. Lewis, ibidem, p.134
18
contatto. Il sound designer , con un'operazione simile, mediante la tessitura della
sua colonna sonora costruisce per il film un audio-mondo che “mostra”
uditivamente il mondo invisibile delle emozioni e delle idee che irrorano le
immagini in movimento della pellicola.
Molte delle più antiche civiltà del mondo riservano un posto sociale
centrale al medico-terapeuta: è frequente nelle società tribali che il guaritore
possieda la dote di entrare in contatto con il mondo degli spiriti e lo
svolgimento dei suoi rituali prevede quasi sempre che egli suoni della musica. Il
popolo marocchino Gnaoua è noto per possedere una diffusa e spiccata
musicalità che si esprime e sublima nei frequenti rituali-concerto cui vengono
attribuiti miracolosi fenomeni di guarigione, possessione e chiaroveggenza. Lo
scopo fondamentale della musica e delle danze eseguite è di chiamare le entità
soprannaturali, che essi denominano jiin, per chiedere il loro perdono e
sostegno. Tra i vari partecipanti spicca la figura del “' maalem', l’unico vero
'medium' in grado di colloquiare e rapportarsi direttamente agli spiriti 33
. Costui è
uno dei tanti sciamani del mondo. Per i Nativi d’America lo sciamano è il capo
religioso della tribù oltre che il curatore che, accompagnandosi con degli
strumenti musicali interroga le forze che abitano i mondi ultraterreni. Come in
numerosissimi altri ritrovamenti nelle aree di antica cultura mesoamericana, le
statuette funerarie ritrovate a El Zapotal di Veracruz (Messico), riproducenti le
creature ultraterrene che accompagnano il defunto nell’aldilà, possiedono un
“ fischietto (intonato) con cui attirare l’attenzione dell’essere soprannaturale che
l’immagine di argilla rappresenta” .
34
Alle forme più antiche di sciamanesimo appartengono le religioni delle
(ora) minoranze etniche dei Nativi Americani, degli Aborigeni Australiani, degli
I nuit 35
e dei popoli nomadici Siberiani. Prenderemo in esame il mondo
sciamanico siberiano di cui si dispone una vasta documentazione ed antologie.
I Tungusi siberiani, popolo che ancora abita la regione asiatica della Tunguska
situata tra il fiume Jenissei e l’Oceano Atlantico indicano con la parola
33
National Geographic online:
http://worldmusic.nationalgeographic.com/view/page.basic/genre/content.genre/gnawaa
_724/it_IT
34
M. Ruggero, La musica sciamanica , Xenia Edizioni, Milano, 2004, p.18
35
Stanziati presso la costa Artica canadese, in Alaska, in Groenlandia e nell'area della
punta nord-orientale della Siberia.
19
“ shaman” il loro “sacerdote ispirato che, in qualità di spirito o di anima, ascende
ai cieli nel corso di escursioni <<mistiche>>, in uno stato di trance estatica. Lì
egli incontra le potenze celesti ed entra in comunione con loro, al fine di favorire
gli interessi dei suoi compagni.” 36
Lo sciamano tunguso può avere autorità pari o
superiore al capo tribù e viene consultato per tutti gli avvenimenti e le decisioni
determinanti: i suoi poteri d’invocazione e di comunicazione con l’aldilà sono
temuti. La parola shaman, di origine incerta, deriverebbe da una resa russa del
termine tunguso šaman che ricorda due termini sanscriti usati per indicare gli
asceti buddisti o i monaci. Altri studiosi ricordano che la radice tungusa ša-
(conoscere) vedrebbe designarsi lo sciamano come “colui che conosce”. La
radice sam- comune a tutto il ceppo di lingue altaiche esprime, inoltre, sia l’idea
di “danza” e “movimento” sia di “turbamento” e “agitazione”.
Lo “spirito-signore dell’azzurro infinito e delle profondità marine”, lo
“spirito-signore della foresta”, “del caldo fuoco”, la “protettrice del bestiame”, lo
“spirito-signora della terra”, “dell’Altai”, “della Taiga”, gli “spiriti della Iurta” 37
, gli
spiriti sotterranei, lo spirito della rana, gli spiriti protettori del parto, quelli delle
piene dei corsi d’acqua, dell’orso e dell’aquila, delle montagne e degli alberi; gli
spiriti Ulgan , Cari su , Tarqan Qam , Bay Ulgan , Yalkin Azi 38
: le popolazioni che
abbracciano tradizioni sciamaniche sono caratterizzate dalla fede nell’idea che
ogni singola entità dell’intero creato sia viva e abitata da una forza che possiede
un nome proprio e che può essere, opportunamente, invocata. Gli spiriti sono
spesso ritenuti cagione delle malattie dei membri della comunità e al contempo,
grazie all'intervento e alla mediazione dello sciamano, la soluzione alle stesse.
Ogni sciamano deve possedere una personale schiera di spiriti la quale si
accresce in numero e potenza al progredire delle sue capacità ed abilità: questi
sono chiamati “ spiriti-adiutori ” .
36
I.M. Lewis, Possessione... , op.cit., p.121
37
Le abitazioni tipiche delle popolazioni nomadi dell’Asia.
38
U. Marazzi, Testi... , op.cit., p.280
20
Diventare Sciamani “ Datemi la forza di portare a compimento il canto pieno di emozione […]”
39
Con le parole di un canto di uno sciamano iacuto 40
introduciamo la
sezione dedicata all’illustrazione dell’armamentario tipico sciamanico e dello
svolgimento delle cerimonie.
Esistono moltissimi tipi di rituali: quelli di guarigione dei malati dette
kamlanie 41
; propiziatori per la caccia, per il bel tempo, per la buona riuscita dei
parti; ringraziamenti e inni alle divinità; invocazioni degli spiriti animali o degli
elementi naturali; riti di maleficio contro nemici della tribù o avversari
personali; purificazioni dalle forze nefaste; riti funebri; riti di iniziazione alla
professione di sciamano.
L’iniziazione è una fase lunga (anche diversi anni) in cui avviene che il
giovane apprendista venga istruito da un maestro esperto, spesso un suo
parente, oppure che egli abbia una vocazione spontanea attraverso una
rivelazione, un sogno o in seguito ad una grave malattia da cui riesce infine a
riprendersi. Nella cultura Inuit uno sciamano trasmette all’apprendista quello
che chiamano “ qaumaneq ”: la saetta, la luce . Nell’apprendistato, la sua attività
principale sarà quella di dover imparare a mettersi in contatto con le dimensioni
soprannaturali attraverso la meditazione, la trance e l’estasi, con lo scopo di
contribuire al mantenimento del benessere spirituale e psico-fisico degli uomini
del suo popolo, villaggio o tribù: egli imparerà a distinguere le piante
medicinali, a suonare strumenti musicali speciali cui si attribuiscono doti
magiche e a recitare canti ed incantesimi.
Tutti gli sciamani con cui ho parlato, hanno riferito di aver passato
uno o anche due anni prima che la “forza sufficiente delle mani”
39
U. Marazzi, ibidem, p.288
40
Iacuto, popolo turcofono della Siberia settentrionale.
41
Neologismo russo a partire dal termine qam “ sciamano” dei turchi della Siberia
meridionale. “ Kam-lanie” sta per “rito dello sciamano”, “sciamanizzazione”.
21
(abilità col tamburo) e la “libertà della voce” (canto ed abilità
imitativa) gli venissero date dagli spiriti.
42
Gli sciamani Tuva suonano uno strumento che si chiama “ bazanchi” 43
ed è di
forma simile al nostro violino, costruito con legno, crine di cavallo e corna di
bue: le corna sono ritenute la parte più sacra dell’animale poiché fungono da
“antenne” che captano i messaggi del cielo. E’ per questo motivo che gli
sciamani-guaritori le montano sui loro strumenti musicali quando hanno
bisogno di invocare le forze spirituali per effettuare una guarigione terrena.
Le credenze dei popoli di cui ci occupiamo spiegano come la realtà tangibile e
visibile rappresenti solo una parte del mondo e che alcuni esseri più sensibili
sono capaci di entrare in contatto con le forze invisibili agli occhi comuni, che
pur tuttavia determinano l’andamento delle cose terrene. Presso tali culture le
malattie sono il prodotto dell’intrusione all’interno dell’anima dell'uomo di
forze ostili o della perdita temporanea dell’anima stessa. Lo sciamano svolge in
questi casi la funzione di mediatore, di interprete tra gli umani e gli spiriti. Egli
colloquia con le entità adirate che hanno rubato o inquinato l’anima del suo
assistito, cercando una riconciliazione e offrendo loro in cambio sacrifici e
promesse. Durante il suo viaggio “extra-corporeo” al cospetto degli dei, lo
sciamano abbigliato nel suo costume tradizionale e munito del suo tamburo e
mazzuolo, si rivolge spesso al suo paziente e ai partecipanti presenti al rito
intorno a lui nella tenda scelta per la funzione, riferendo loro ciò che vede, chi
incontra, e che cosa deve essere fatto sulla terra per porre rimedio al problema.
Il racconto enunciato dallo sciamano assume la forma di una sorta di
lunga e articolata esibizione “teatrale”, con un'esile struttura narrativa, una ricca
varietà di rappresentazioni mimico-gestuali e molte suggestioni musicali. La
musica consente l'esecuzione di una vera e propria “ messinscena sonora” degli
eventi – quella che abbiamo definito una “ resa udibile delle cose invisibili” 44
.
42
Traduzione personale da: M.A. Czaplicka, Aboriginal Siberia , Oxford University
Press, Oxford, 1969, p.11
43
A. Colimberti, Musiche e sciamani , Textus, Milano, 2000, p.27
44
Lo sciamano è ritenuto l’unico tra i partecipanti al rito a poter entrare in uno stato
alterato di coscienza che gli permetta di vedere altre dimensioni, interdette agli occhi
del restante pubblico.
22
Inoltre i suoni prodotti dallo sciamano sollecitano e stimolano il corpo e l'anima
propri e del paziente perché accedano ad uno stato speciale 45
.
Lo sciamanesimo è una grande avventura mentale ed emotiva nella
quale sia il paziente che lo sciamano-guaritore sono coinvolti.
46
“ Il tamburo e gli altri oggetti musicali non sono gli unici mezzi stimolanti
dell'armamentario sciamanico. Favoriscono l’accesso allo “stato alterato di
coscienza” la privazione di sonno, l’astinenza sessuale, l’immobilità seguita dalle
interminabili danze sacre, la ripetizione cantilenante di parole e frasi magiche e
talvolta l’assunzione di sostanze psicotrope quali le droghe allucinogene.” 47
“ Piante sacre come il cactus peyote, il fungo psilocibe 48
(Messico), il succo di
liana banisteriopsis (Sud America), tabacco, vodka, composti vegetali hanno la
reputazione di facilitare il diagnosticare delle malattie ma soprattutto di
agevolare il distacco dell’anima che parte per il suo excursus fuori dal corpo.” 49
Sebbene l'usanza sia attestata nell'intero mondo sciamanico, l'uso rituale di una
varietà di sostanze psico-attive nella cultura siberiana è meno frequente quando
non assente.
Un elemento che si riscontra in tutta la cultura sciamanica è il ricorso
all'assistenza di aiutanti soprannaturali, gli “ spiriti adiutori” : anime di avi, di
antichi sciamani, anime zoo-morfe (l'orso, l'aquila, la renna, il cervo, il lupo),
anime “elementali” (fiume, lago, nuvole, fulmine) e le altre divinità protettrici.
La carriera di un forte e rispettato sciamano è strettamente collegata alla ricerca
di un numero sempre maggiore di esseri soprannaturali potenti al suo servizio.
Un'abilità che gli sciamani perfezionano nel loro percorso di
apprendimento è quella di imitare i suoni della natura. Quanto più le imitazioni
sonore riescono realistiche e corrette tanto più essi possono sperare di ottenere
45
Stato chiamato di estasi . A differenza della trance del vodoo , lo sciamano non viene
posseduto dagli spiriti ma è lui a “distaccarsi” dal proprio corpo e a compiere un
viaggio che ha come fine l’incontro o la lotta con essi.
46
Traduzione personale da: M. Harner, The way of the Shaman , Bantam Books,
Toronto, 1982, p.xiii 47
M. Ruggero, La musica... , op.cit., p.16
48
Vale notare che l’ assunzione di questo fungo provoca, oltre a visioni dai colori
vivaci, rare alterazioni allucinatorie dell’udito.
49
N. Drury, Gli Sciamani , Xenia, Milano, 1995, p.58
23
l’imbrigliamento e il controllo sugli spiriti che rispondono al richiamo acustico
o al grido animale che è loro proprio.
Gli sciamani iacuti, in particolare, possono imitare in maniera
sorprendente le grida degli uccelli, come una sorta di “lingua
segreta”.
50
In tutti i culti vicini alla natura si incontrano pratiche di imitazione delle
creature viventi e l'immedesimazione con esse è fondamentale alla creazione di
rapporti di integrazione e compartecipazione tra i loro spiriti e la società degli
umani. Le danze sciamaniche contengono imitazioni dei più disparati animali.
Attraverso l’imitazione dei suoi gesti (e versi) caratteristici l’entità
soprannaturale specifica si sente attirata ed accorre a manifestarsi. Il costume
sciamanico fatto di pelli e svariati materiali naturali favorisce la riuscita della
“trasformazione” in animale del “medicine-man” 51
, il quale acquisisce
(temporaneamente o permanentemente) nuovi poteri prendendoli da altre
creature.
E’ costellato di immagini di animali delle più varie specie il tamburo dello
sciamano, che egli considera la sua “cavalcatura” e cui si rivolge chiamandolo
“cavallo”, “toro”, “cammello”, “uccello”: nel mondo sciamanico tutto è vivente e
tutti i figli della natura comunicano tra loro. Il tamburo stesso è fatto di una
parte di un tronco d’albero e da pelli di animali sacrificati appositamente per lo
strumento musicale.
La prima caratteristica musicale “sciamanica” che gli artisti del suono per
il cinema adoperano è la riproduzione realistica di elementi sonori al fine di
rendere verosimile la realtà del racconto.
50
U. Marazzi, Testi..., op. cit., p.12
51
Così è denominato lo sciamano dei Nativi Americani: “Uomo-Medicina”.
Encyclopaedia Britannica Online,
http://www.britannica.com/EBchecked/topic/372515/medicine-man
24
Le cerimonie degli sciamani siberiani – Il ruolo della musica “ Le sedute sciamaniche sono i canti che risuonano. ” 52
Così recita una
kamlanie tungusa, a sottolineare la centralità della componente musicale nel
viaggio estatico sciamanico.
Descriveremo lo svolgimento di alcuni rituali sciamanici tipici delle
popolazioni stanziate nell’area centro-asiatica e siberiana. Si focalizzerà
l'attenzione sul ruolo rivestito dalle musiche con l'intenzione di rilevare gli
aspetti comuni tra lo sciamano e il sound-designer . La maggior parte delle
popolazioni di cui si parlerà sono attualmente esistenti, e vi è un numero
consistente di nuclei etnici (nomadi e stanziali) che conservano tramandano e
conservano intatti i riti e le credenze sciamaniche.
Ci serviremo dei risultati delle ricerche sul campo di antropologi che si
sono dedicati al fenomeno dello sciamanesimo raccogliendo testimonianze
oculari di riti di sciamanizzazione e densi corpora di documenti, traduzioni di
testi, antologie di canti sacri ed invocazioni, trascrizioni musicologiche 53
. Lo
scopo centrale di dell'indagine sarà di dotarci degli strumenti per poter
finalmente analizzare una selezione di brevi estratti di film attraverso le
modalità teoriche sviluppate nello studio del funzionamento supposto della
musica nel mondo sciamanico.
Sul popolo Altai, del gruppo dei turchi sud-siberiani, si possiedono dei
dettagliati reportage pubblicati sui giornali del 1870 a Tomsk, in Siberia, dal
missionario turco Verbickij. Il Sacrificio del cavallo a Ulgan (la divinità
suprema) è un rituale che dura tre giorni e viene considerato un grande dramma
religioso. È tipico della quasi totalità dell'antica liturgia mondiale possedere
forme anche minime di drammatizzazione degli eventi sacri unite ad una sorta
di accompagnamento musicale. Nel “Sacrificio del Cavallo e ascesa al Cielo” lo
sciamano si occupa della designazione del luogo in cui preparare e decorare una
tenda iurta e dell’animale più adatto allo scopo. Dopo l’uccisione dell’animale lo
sciamano procede a guidarne l'anima fuori dal corpo e inviarla a Ulgan in sua
52
U. Marazzi, Testi... , op.cit., p.503
53
Includeremo inoltre citazioni di passi da diari di missionari ed esploratori della metà
del XIX sec.
25
offerta. Giunge la fase in cui egli deve convocare i suoi spiriti-aiutanti ed è ora
che entra in scena il tamburo : grazie alla musica gli spiriti si sentiranno invitati
ad entrare nelle sue cavità affinché il loro “padrone” possa servirsi dei loro
poteri. Quando gli spiriti giungono, lo sciamano è l’unico a sentirne
direttamente le voci, mentre il resto della popolazione riunita le può sentire
solo attraverso i suoni vocali e strumentali dello sciamano. E’ a questo punto
che egli assume la funzione di “sonorizzatore” dei fenomeni invisibili al resto
degli uomini, di una sorta di esperto nel rendere materialmente udibili i fatti
emozionali, mentali e spirituali:
Dopo l’invocazione lo sciamano atteggia con un gemito, con voce
alterata, cavernosa, la risposta dello spirito invocato: a qam ay
<<Eccomi, sciamano>>, quindi inclina il tamburo un poco in avanti e
compie un movimento ondeggiante con il braccio, affinché si veda
chiaramente che lo spirito è stato preso nel tamburo.
54
Egli ripeterà questa sequenza fino a raccogliere tutti gli spiriti di cui necessita.
Tutti coloro che presenziano al rito possono beneficiare di una sorta di “audio-
cronaca” dei fatti soprannaturali che si stanno svolgendo senza che nessuno sia
effettivamente in grado di vederli. Per comprendere, in termini più vicini a noi,
il senso del resoconto acustico di cui sopra, suggeriamo di compiere lo sforzo di
rammentare se mai abete provato a seguire una parte di un film ad occhi chiusi
concentrandovi unicamente sul sonoro. Una quantità stupefacente di
informazioni ci investe riguardanti la natura e il comportamento degli elementi
che si muovono all'interno del riquadro dello schermo (gli attori, l'ambiente e
gli oggetti scenici) assieme a un flusso di impulsi narrativi, emotivi, i punti di
accumulo e di soluzione della tensione drammatica, le pause e gli accelerando
n ello svolgersi delle azioni, il tono umorale e i sentimenti che animano le scene.
Come vedremo più avanti, i sound-designer si occupano di fornire tali e tante
informazioni con l’uso dell’unico materiale di cui dispongono: il suono.
Lo sciamano, si potrebbe dire metaforicamente, proietta il suo “film”
nelle orecchie dei presenti:
Tu, rosso cammello,
con la rossa briglia di seta,
54
U. Marazzi, Testi... , op.cit., p.55
26
con il bastone dell’arcobaleno,
padre Qisuyan Tangra 55
,
vieni come yalama , risuonando ora qui alla mia destra!
Lo spirito risponde 56
dicendo a qam ay . […]
Ora lo sciamano si alza ed esce lentamente dalla iurta; non lontana da essa
intanto è stato fatto un pupazzo con paglia e vestito di stracci, che sta a
rappresentare un’oca. Lo sciamano si siede sull’oca e compie violenti movimenti
con ambedue le braccia, come se volasse verso l’alto, quindi prende a cantare
lentamente e ad alta voce. […] Lo sciamano risponde, imitando la voce dell’oca:
“ Unyay gaq gaq, unyay gaq/ Qayyay gaq gaq, qayyay gaq.
57
” Così comincia l’interpretazione di un dialogo vero e proprio tra l’oca e lo
sciamano, grazie alla magistrale capacità imitativa di quest’ultimo:
Sciamano: Attaccate una briglia d’oro!
Oca: Unyay gaq gaq, unyay gaq Sciamano: Afferrate il dorato cappio da presa!
58
Catturata l’oca, entra in scena anche un cavallo:
L’anima dell’animale cavalcatura, detto pura 59
, comincia a nitrire; lo
stesso sciamano si unisce al nitrito con un grido di imitazione:
miyak, miyak, miyak!
60
Tutti coloro che presenziano al rito - in questo caso l’intera comunità poiché il
sacrificio del cavallo riguarda il benessere della collettività e non di un singolo
paziente malato – assistono lo sciamano sia nei preparativi iniziali che nello
svolgimento dell’intera funzione, aiutandolo a portare gli oggetti rituali
55
Un altro degli spiriti che sta invocando nel suo tamburo.
56
E’ lo sciamano a parlare alterando la voce .
57
Questa è la forma fonetica scelta dal redattore del testo per riportare i versi
onomatopeici emessi dallo sciamano mentre imita l’oca.
58
U. Marazzi, Testi... , op.cit., p.56
59
Il cavallo dello sciamano.
60
U. Marazzi, ivi.
27
necessari, a compiere i sacrifici debiti, e ad inscenare il grande dramma
religioso fungendo da “comparse” secondarie:
Tutti i presenti prendono parte alla caccia e corrono fuori dalla iurta
insieme allo sciamano gridando forte: ay hay! Ay hay! dietro a quella
che si crede l’anima in fuga dell’animale-cavalcatura finché non si
riesca a spingere il pura nel recinto dove si trova il palo di legno di
betulla con il cappio, rappresentante il guardiano dell’anima del
pura . Lo sciamano grida a questa ad alta voce. Egli imita ora la voce
del cavallo, cui è stato stretto il collo con una corda, salta, scalpita,
con i piedi avanti e indietro e rappresenta, in tutti i suoi movimenti i
gesti di un cavallo selvatico catturato.
61
Lo sciamano imita il cavallo il cui spirito è entrato in comunicazione con lui e
dunque ne assume oltre alla voce, anche gli altri aspetti, le movenze tipiche e
l’andatura.
Egli dunque si comporta, oltre che da “sound-designer” della propria
rappresentazione narrativa, anche da “regista” ed “attore” della stessa.
Egli solleva poi all’improvviso il tamburo verso l’alto, batte forte con
l’orbu 62
e lancia un grido come a significare l’improvviso volar via
dell’oca.
63
Dopo il sacrificio del cavallo, che viene spesso compiuto personalmente dallo
sciamano, si procede a cuocere la carne dell’animale e a bere, facendo offerta sia
alla comunità sia agli dei ad essa propizi:
Egli solleva la coppa con ambedue le mani verso l’alto, come se la
porgesse ad invisibili ospiti, quindi emette con la bocca un rumore,
come se molti invisibili ospiti si radunassero.
64
Lo sciamano ora indossa il suo costume ( manyaq ) e afferrato il tamburo
riconvoca, chiamandoli per nome, con invocazioni e formule di scongiuro tutti
gli spiriti che gli servono per iniziare il suo viaggio celeste. Ciascuno di essi
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U. Marazzi, Testi... , op.cit., p.57
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La mazza per suonare il tamburo.
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U. Marazzi, ivi.
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U. Marazzi, ivi.
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risponde con voce “propria” 65
all’invocazione e il tamburo, risuonando ogni volta
più forte, avverte che li sta accogliendo nel suo interno ed il suo potere si va
accrescendo. Vengono poi eseguiti, con grande maestria, moltissimi versi di
uccelli a rappresentare gli uccelli celesti markut che lo aiuteranno ad ascendere
al loro regno e, dopo averne imitato il grido di risposta, egli piega le spalle per
mostrare quanto possente sia il pennuto che si è posato su di lui ed è pronto ad
assisterlo 66
. Il viaggio iniziatico sta per cominciare, ora lo sciamano deve entrare
in un altro mondo e per simboleggiare ciò si reca alla porta della iurta e parla
allo spirito che le fa da guardiano in tono dolce e supplichevole.
Quindi canta con voce alterata la risposta del guardiano della porta:
Implora Pirqan Tangra ,
prega il padre Pirqan gli ordini di questo principe accogli con umiltà,
ascolta Pirqan Tangra.
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Lo sciamano gode di grande fiducia e rispetto e nessuno degli astanti
dubita che sia un dio a parlare attraverso di lui. Lo sciamano prosegue il
racconto del suo dialogo con gli spettri:
Di nuovo si inchina tre volte, poi parla con voce affaticata 68
mentre si
rivolge ancora al guardiano della porta. […] Ora lo sciamano si
inchina lentamente con il tamburo, lo solleva poi all’improvviso dal
petto, così che si sentono un forte strepitìo e tintinnìo dei pendagli di
ferro del costume, si avanza veloce nel mezzo della iurta e comincia
con grande impeto a battere il tamburo con movimenti bruschi e
violenti. Compie contemporaneamente con la parte superiore del
corpo movimenti convulsi emettendo un incomprensibile mormorio.
Ora il padrone della iurta si accosta al tapti 69
; lo sciamano lo colpisce
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Sempre attraverso la bocca dello sciamano.
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L’abilità affinata di imitare alla perfezione i suoni degli animali, oltre che derivare da
un modo di vita a totale contatto con la natura, proviene dalle tecniche che i popoli
cacciatori hanno sviluppato per attirare le prede sui loro sentieri di caccia.
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U. Marazzi, Testi... , op.cit., p.58
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Egli deve mostrare che mentre il suo corpo non compie che pochi e lenti passi nella
tenda rituale, la sua anima sta compiendo ben altri voli ed è impegnata in un viaggio
impegnativo e fiaccante.
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Un tronco di betulla posto a significare l’“Albero del mondo”.